| Per questi motivi (e per altri ancora) fermare il cancro non è facile, le cellule tumorali non sono estranee e non vivono all'esterno del corpo, sono parte di noi, vivono grazie a noi e la loro tipica invasione (che può essere localizzata o a distanza) non sempre permette una rimozione della malattia. Il fatto di riuscire ad invadere organi vitali, vasi sanguigni e linfatici, può rendere impossibile estirpare alla radice il male e quando non è possibile farlo (con la chirurgia ad esempio) l'unico tentativo possibile è utilizzare farmaci, sostanze velenose che distruggano quante più cellule tumorali possibili. Per questo motivo le terapie per il cancro sono molto aggressive, spesso ricche di effetti collaterali, il cancro non è un gioco né un'influenza e necessita di maniere forti per essere vinto. Ma perché allora ogni tanto si legge di sostanze apparentemente "banali" con la capacità di uccidere le cellule tumorali? Perché la maggioranza delle medicine alternative che proclamano di poter guarire da vari tumori, sono evidenti bufale?
Se chiedessi come si può uccidere un essere vivente, è chiaro, le risposte sarebbero le più varie: sparandogli, avvelenandolo, colpendolo con un corpo contundente ed in decine di altri modi. Ma come si uccide una cellula tumorale? Bella domanda...una cellula è un'unita vivente e può essere uccisa utilizzando gli stessi mezzi che si utilizzerebbero per uccidere un uomo: un esplosivo la farebbe saltare in aria, il fuoco la brucerebbe, una sostanza velenosa la eliminerebbe per sempre. Ma allora perché non uccidere la cellula tumorale con una pistola? Oppure con un litro di benzina o con del cianuro? Semplicemente perché per uccidere lei dovremmo uccidere l'organismo che la ospita. Serve allora qualcosa che, uccidendo la cellula "malata", non uccida l'intero organismo ma è chiaro che per fare questo non possiamo usare un mezzo troppo potente ma nemmeno un inutile mezzo troppo "debole", serve una via di mezzo, qualcosa di molto potente ma non tanto da uccidere un uomo. Ecco che nascono i chemioterapici: talmente potenti e tossici per la cellula, ma non sufficientemente tossici da uccidere un uomo. Così la medicina si serve di diverse armi (che dipendono dal tipo di tumore, dalla sua estensione, grandezza, localizzazione, eccetera). La chirurgia tende a rimuovere la "massa" tumorale, la chemioterapia prova a fare "piazza pulita" di ciò che resta e quando non si può operare è possibile utilizzare la chemioterapia o la radioterapia per arrivare dove non arriva la mano dell'uomo. Quando serve si possono utilizzare sostanze antiormonali, anticorpi, immunostimolanti, varie forme di energia (come il calore) ed altro. L'estrema difficoltà nel distruggere tutte (e solo) le cellule del tumore può fare comprendere perché sia così difficile (quando non impossibile) sconfiggere questa malattia, ma nonostante tutto i passi avanti, gli effetti positivi ed i successi della medicina, sono eloquenti. Sicuramente un giorno troveremo di meglio, ma noi abbiamo già "di meglio" rispetto ai nostri avi di pochi anni fa, i passi avanti ci sono e sono evidenti e se analizziamo i tumori che non hanno altra cura che quella chemioterapica (quelli del sangue, ad esempio, che non si possono certo operare) persino la tanto bistrattata chemioterapia ha dimostrato di funzionare più che egregiamente.
Sopravvivenza da Leucemia acuta in bambini (0-14 anni): negli anni '60 del 4% negli anni '90 dell'80% (anni 2000: 90,4%)
Si deve migliorare, è chiaro e probabilmente i nostri discendenti guarderanno alla nostra epoca come ad un'era di preistoria della medicina, ma oggi, rispetto a poche decine di anni fa, di cancro si guarisce e non è una cosa così scontata, per niente. Nonostante questa realtà, periodicamente sembra che escano fuori incredibili risultati su una o l'altra sostanza che "uccida" le cellule tumorali, con il consueto corollario di commenti stupefatti su una o l'altra molecola usate dal ciarlatano di turno che finalmente avrebbe avuto la "rivincita" sulla medicina o avrebbe previsto il futuro con le sue scoperte. Succede anche con la medicina "seria", non sono rari i titoli di giornali che parlano di "nuova molecola contro il cancro", ma non è sempre una notizia veritiera.
Quando leggi che un noto farmaco o una vitamina "uccide le cellule tumorali in una provetta", ricorda: lo fa anche una pistola. (sottotitolo: Ora, se questo uccide solo le cellule tumorali in una provetta, puoi essere sicuro che questo possa essere un grande traguardo per chiunque soffra di cancro della provetta). Da xkcd.com Praticamente tutte le sostanze "velenose" per l'uomo, distruggono le cellule tumorali così come tutto ciò che ha un'azione dannosa in generale: se "fanno male" all'organismo intero, qualche azione dannosa da qualche parte ci sarà. Ma questo risultato si puo ottenere anche con sostanze apparentemente innocue, il limone uccide le cellule cancerose in provetta, così come il bergamotto (un altro agrume) o il pompelmo, ma anche la propoli (un prodotto di lavorazione delle api), il pomodoro o certi tipi di fungo velenoso. Varie piante come un tipo di senna, il peperoncino, l'orchidea ed una specie di alloro, persino il caffè di cui ho parlato all'inizio.
Non sto ad elencare le prove che consentono di stabilire come la fiamma ossidrica o l'acido cloridrico possano distruggere completamente le cellule tumorali. Se poi usassimo un'esplosione nucleare il risultato sarebbe evidente e totale, piazza pulita.
Ma allora, perché non usiamo queste possibilità contro i tumori? Perché non facciamo mordere un malato di tumore da un serpente velenoso, visto che il veleno di serpente uccide le cellule tumorali? Perché noi esseri umani siamo complicati, diversi da quelli che percepiamo di essere. Il nostro organismo assimila, cambia, metabolizza, estrae, espelle queste sostanze, in una marea di meccanismi e trasformazioni che possono comportare una fortissima differenza tra la sostanza che "entra" nel corpo e quella che "arriva" dove desideriamo e spesso ciò che "arriva" sull'organo che ci interessa non ha più nulla a che vedere con la sostanza di partenza. La molecola iniziale, inoltre, può essere troppo tossica per il corpo umano o, trasformata, perdere del tutto le sue proprietà "benefiche". L'entità di un'azione "sperimentale" (in provetta) e "clinica" (sul malato) di una sostanza, può essere quindi completamente diversa, quando non opposta a quella osservata inizialmente. Per questo motivo gli studi "in vitro" (in provetta), hanno un'utilità limitata, servono a controllare gli effetti della sostanza studiata, ad analizzarne il comportamento, a confermare o meno un'ipotesi, sono solo il primo passo: se una sostanza mostra attività antitumorale in provetta, il passo successivo potrebbe essere quello di comprenderne i motivi e di sfruttarli nell'uomo, di trovare altre sostanze simili ma più funzionanti o meno tossiche, di estrarre un principio attivo o uno che all'interno dell'organismo non si trasformi vanificando gli effetti benefici, di capirne il meccanismo e trasferirlo in altri esperimenti, insomma, un risultato in provetta non sarà quasi mai identico a quello che si otterrebbe somministrando la stessa sostanza "in vivo" (quindi all'organismo vivente) ma è una prima ipotesi, una tessera del grande puzzle. Altre volte si può procedere con un secondo passo, osservando ciò che provoca la sostanza che ha mostrato effetti benefici in provetta sulle cavie animali (quindi su un organismo vivo, più simile all'uomo di un gruppo di cellule in provetta), notarne la tossicità, gli effetti collaterali e poi, se confermato un vantaggio terapeutico, provare a trasferirlo nell'uomo e così si spiega anche l'enorme fatica ed il tempo necessario per trasformare un'ipotesi in esperimento e questo in cura, quando tutto va bene. Se tutti questi passaggi (che durano anni, anche decenni) confermano le proprietà in provetta, si può arrivare anche all'uso clinico, come è successo per alcuni chemioterapici che derivano direttamente da piante che diedero nei lontani anni '70 alcuni risultati positivi "in vitro" o per altri che derivano da batteri e che hanno subìto lo stesso percorso sperimentale. Insomma quando una molecola "funziona", prima di parlare di "cura per l'uomo" bisogna controllare se questa molecola cura il cancro che colpisce la nostra specie (e capire quale cancro potrebbe curare), non se uccide le cellule neoplastiche, sono due concetti (basilari) totalmente differenti.
Impariamo allora questo concetto:
segue La capacità di uccidere le cellule tumorali di una sostanza non equivale necessariamente a quella di curare i tumori umani.
|