| APPENDICE IV
LO SPIRITISMO AFRO-SUDAMERICANO 93
A cura del Centro Culturale San Giorgio
Una forma di spiritismo diffusissima nel Sud America, dove è diventata una vera e propria religione basata sul culto degli spiriti, è quella dei riti macumba e vudù, caratterizzati dall'«incorporazione provocata». Così li descrive Silvana Radoani 94:
«La macumba importata in Sud America dagli schiavi africani si è sviluppata in due branche principali: l'umbanda e il candomblè, intorno alle quali attualmente soprattutto in Brasile si sono costituite molte sètte che contano più di quattro milioni di seguaci. Caratteristica principale e comune dei riti umbanda e candomblè è farsi possedere da uno spirito che nel rito umbanda si manifesta nel corpo del sacerdote-medium che l'ha chiamato durante una trance, mentre nel rito candomblè si incorpora anche in una o più persone che partecipano al rito (e che vengono al momento della possessione chiamati "cavalli").
umbanda
Sopra: sacerdotessa del'umbanda.
Al termine della possessione durante la quale lo spirito avrà comunicato con i fedeli, la persona non ricorderà nulla di quanto gli è accaduto. Poiché lo spirito che è stato inviato si pensa che abbia poteri che l'uomo non ha, i sacerdoti-medium mentre sono posseduti da essi emettono responsi e fanno veri e proprî riti magici o con finalità malefiche o con finalità benefiche. Nel culto dell'umbanda, gli spiriti che si presentano sono chiamati "orixa" e sono creduti divinità della natura e delle sue forze (in origine in Africa erano considerati antenati che venivano divinizzati perché in vita avevano stabilito vincoli che gli garantivano il controllo delle forze della natura).
candomblé
Sopra: culto candomblé.
In un ibrido sincretismo con il cattolicesimo e per dargli una connotazione benefica, questi spiriti sono identificati anche con i Santi della Chiesa cattolica che durante tali riti opererebbero presunti prodigi e guarigioni. Nel culto candomblè, invece, sono considerati semplicemente "spiriti della luce". Altri riti simili, provenienti da etnie africane, sono quelli del santo daime, della santeria, del palo mayombe e il vudù che presentano qualche differenza rispetto al candomblè sul piano del culto, differenza che però è solo esteriore, ma non sostanziale.
santeria
Sopra: rituale della santeria.
Santeria e palo mayombe rappresentano i culti più sanguinari e negativi che vi siano, e non disdegnano grande spargimento di sangue di animali e anche di uomini (ricordiamo la famosa carneficina di Matamoros, una cittadina messicana al confine con gli Stati Uniti, dove nel 1989 furono immolate ventiquattro persone al culto del palo mayombe, per ingraziarsi l'esportazione degli stupefacenti).
adolfo de jesús constanzo
Sopra: l'americano di origini cubane Adolfo de Jesús Constanzo (1962-1989), El Padrino de Matamoros, a metà degli anni '80 seminò il panico e l'orrore nel Messico del Nord con il suo culto del palo mayombe. Constanzo ha compiuto una serie di atrocità supportato dai suoi seguaci e da La Madrina (Sara Aldrete), la donna al suo fianco durante i sacrifici rituali del culto, effettuati per ottenere dagli dèi la protezione dei narcotrafficanti e per diventare sempre più ricco e potente. Ma la sua sete di sangue, che lo portò a torturare e ad uccidere uno studente e un numero imprecisato di persone (forse sette, forse più), segnò la fine.
Al vudù (praticato moltissimo nell'isola di Haiti, dove recentemente si è giunti all'aberrante decisione di farne religione ufficiale, e a Cuba, nelle Antille e in Brasile), dobbiamo tutti quei segni stranissimi e arzigogolanti chiamati "vévé" che a volte vediamo sui giornali esoterici o in ritrovamenti presso cimiteri. In questo rito si crede all'esistenza dei loa, spiriti animistici della natura, che possono essere buoni o cattivi: quelli cattivi indicati con l'appellativo di "diabs" ("diavoli") richiedono offerte in superalcolici, ma anche in animali e sacrifici umani (molte volte in America sia del Sud che del Nord sono stati ritrovati resti umani con intorno disegni vévé). I vuduisti si riuniscono anche per invocare i diabs (diavoli) contro qualcuno. Sono dei veri e proprî malefici molto temuti in Sud America anche da chi non è in contatto con gli ambienti dello spiritismo».
silvana radoani
APPENDICE V
CHE COS'È IL VUDÙ? 95
A cura del Centro Culturale San Giorgio
È un culto sincretistico diffuso soprattutto ad Haiti e praticato in massima parte dalla popolazione nera discendente dagli schiavi deportati dall'Africa. Il nome «vudù» deriva da una parola dei dialetti della tribù Ewe (Togo Orientale, Dahomey) che significa «nume», «genio», «spirito protettore». Con questo termine vengono definite le divinità o le entità spirituali; la supposta origine della parola da un ipotetico veau d'or (in francese «vitello d'oro»), attorno al quale si celebrano danze sacre, non sembra fondata.
In altre isole dei Caraibi, il vudù è diffuso con il nome di santeria o naniguismo. Il culto contamina elementi delle religioni africane occidentali con concezioni e riti del cristianesimo; un missionario cristiano ha osservato che «i quasi cinque milioni di haitiani sono cattolici per l'83% e per il 100% vuduisti». Il vudù è una delle nuove religioni dell'America Latina. Haiti, la più grande delle isole Antille dopo Cuba, venne scoperta nel 1492 da Cristoforo Colombo. In sostituzione della popolazione india, vennero deportati schiavi dall'Africa perché considerati più resistenti alla fatica.
Rispettivamente nel 1697 e nel 1795, le parti occidentale e orientale dell'isola passarono sotto il dominio francese. I riti religiosi africani erano stati rigorosamente vietati dal Codice per i negri del 1685; il vudù venne allora praticato segretamente in luoghi nascosti, sulle montagne. Questa forma religiosa rappresentava l'ultimo legame rimasto agli schiavi con le proprie radici africane e costituiva una forma di autocoscienza politica. Nella notte del 14 agosto 1791, il culto si manifestò infatti come potente fattore rivoluzionario.
Lo schiavo e sacerdote vudù Dutty Boukman († 1791) diede il segnale della rivolta durante una cerimonia vudù: la fede nelle divinità della patria africana e nel potere del culto dette ai neri haitiani, la forza di cominciare una guerra di liberazione contro le truppe coloniali francesi, dodici anni più tardi, nel 1803, venne finalmente raggiunta l'indipendenza dopo una lotta sanguinosa.
dutty boukman
La rivolta degli schiavi del 1791 viene oggi celebrata come festa nazionale dei vuduisti. Il culto, tuttavia, tornò ad essere considerato illegale poco dopo la vittoria degli schiavi: parte della classe dirigente di colore, infatti, accettò i modelli cultuali francesi e ripudiò le tradizioni di origine africana. Nel 1957, venne eletto Presidente il medico François Duvalier (1907-1971), sostenitore del culto. Il leader nazionalista, chiamato «papa Doc» dai seguaci del vudù, si proclamò presidente a vita e, nel 1964, mobilitò le masse dei poveri per una nuova rivoluzione contro l'oligarchia mulatta. Ne conseguì una vera e propria guerra razziale fra neri e mulatti.
françois duvalier - papa doc
Duvalier, considerando il culto vudù come «religione della liberazione», elevò diversi riti al rango della religione nazionale, sebbene il cattolicesimo restasse ufficialmente la religione di Stato; per questo motivo il presidente Duvalier venne scomunicato dal Vaticano. Nel 1971, Jean-Claude Duvalier (1951-2014), detto «baby Doc», successe al padre come Presidente a vita; è sua la massima «Piti tig cé tig» (in creolo «il piccolo di tigre è anch'esso una tigre»). Il 7 febbraio 1986, Duvalier venne destituito e, insieme alla sua famiglia, fu costretto alla fuga, dopo gravi disordini durati parecchi mesi.
jean-claude duvalier
Le divinità vudù di origine africana, spesso assimilate a figure sacre del cristianesimo, sono dette loa od orisea, e talvolta anges (dal francese «angeli»), o saints («santi»). A capo di esse sta il Bon Dieu («buon dio»). Agwe è la divinità dei mari e di tutto ciò che vive dentro o sopra di essi: pesci, vegetazione marina, imbarcazioni e così via; è il protettore dei pescatori e dei marinai e suo simbolo e strumento di culto è il corno di conchiglia, con il quale il marinaio invoca il vento favorevole. Il corno era usato anche per richiamare a raccolta i militanti neri durante le rivolte degli schiavi.
Azak-Tonnerre è la divinità del lampo e del tuono, protettrice degli agricoltori; il suo simbolo è il cesto di vimini. Ayida-Weddo è la signora del Serpente celeste, ovvero dell'Arcobaleno, ed è sposa di Damballah. Quest'ultimo (detto anche Damballa) è la divinità della fertilità che vive sugli alberi posti nelle vicinanze delle sorgenti. Poiché questa divinità è rappresentata da un Serpente, i vuduisti venivano anche chiamati «adoratori di serpenti».
agwe, ayida-weddo damballah
Sopra: da sinistra, Agwe, Ayida-Weddo e da Damballah.
Erzulie (o Ezili) è la dea dell'abbondanza, della ricchezza e dell'amore. I Guede (o Ghede) formano una famiglia di circa trenta divinità della morte. Ne fanno parte Baron Samedi (samedi, in francese «sabato»), Baron La Croix (la croix, in francese «la croce») e Maman Brigitte. A capo di queste divinità c'è Baron Cimetière. Vengono tutte rappresentate come becchini che indossano cilindro, soprabito nero e occhiali scuri. Durante la festa dei defunti viene danzata la banda, un ballo a forti tinte erotiche.
erzulie, baron la croix e maman brigitte
Sopra: da sinistra, Erzulie, Baron La Croix e Maman Brigitte.
Il loa invocato per primo durante le cerimonie è Legba (o Papa Legba); egli traduce le preghiere umane nella lingua delle divinità e svolge quindi un ruolo di mediatore tra i loa e gli uomini. Suo compito è anche sorvegliare la barriera che divide il mondo dei loa da quello degli uomini, così che nessuna forza divina possa raggiungere i fedeli senza il suo assenso e viceversa. Il suo simbolo è la croce di Legba in cui la trave verticale rappresenta il tramite fra mondo superiore celeste e mondo terreno, come pure il cammino delle divinità verso la terra.
papa legba
Sopra: Papa Legba, la sua croce e un altro
simbolo vudù legato a questa divinità.
Il punto iniziale del tragitto è situato immaginariamente in Africa. La trave orizzontale, invece, simboleggia la vita terrena. Il punto di intersezione della croce rappresenta l'incontro tra la sfera divina e quella umana: compito di Legba è quindi di vigilare su questo luogo di comunicazione tra loa e uomini. Legba viene invocato così:
«Atibon Legba, solleva la barriera per me. Papa Legba, solleva la barriera affinché io possa entrare. Quando ritornerò saluterò i loas. Voodoo Legba, solleva la barriera per me affinché io possa ritornare. Quando ritornerò ringrazierò i loa».
baron samedi
Sopra: Baron Samedi, un'altra divinità
importante nel pantheon vuduista.
Loco, la divinità della medicina e del mondo vegetale, viene venerato sotto forma di albero; Ogun Ferraille è il dio del ferro e del fuoco; Ogun Badagri è la divinità della guerra; Zaka viene venerato come nume pacifico dei lavoratori della terra e come protettore dell'agricoltura. Gli elementi essenziali del variegato rituale sono di origine africana occidentale.
ogun badagri
Sopra: Ogun Badagri.
Per le offerte sacrificali vengono uccisi galli, maiali o tori, dopo aver chiesto loro il «consenso»; se, infatti, l'animale accetta il cibo offertogli prima del sacrificio, significa che manifesta il consenso alla sua uccisione. Se invece il cibo viene rifiutato, l'animale è immediatamente sostituito con un altro. Un ruolo centrale nel culto è svolto dalle danze rituali, necessarie a stabilire uno stretto legame tra uomini e divinità.
voodoo - sacrificio animali
In genere, il sacerdote da il segnale di inizio della danza con un sonaglio di zucca; i tamburi e i canti, poi, spingono al parossismo la frenesia dei danzatori, i quali vengono «afferrati» dalle divinità e «cavalcati» secondo il movimento ritenuto tipico di ciascun nume celeste; ad esempio, il danzatore afferrato da Damballa striscia contorcendosi come un serpente, mentre quello cavalcato da Agwe imita il movimento del rematore.
Il clero è suddiviso gerarchicamente secondo le funzioni specifiche; donne e uomini hanno pari diritto sacerdotale. Se uomo, il sacerdote prende nome oungan, se donna, mambo. II ministro del culto di rango più elevato ha nome papaloa o, se donna, mamaloa.
Il responsabile delle danze rituali è detto la place. Le cerimonie vengono celebrate in luoghi di culto detti ounfo, edifici che solo in piccola parte si differenziano nell'aspetto dalle grandi case haitiane degli agricoltori.
fonte www.centrosangiorgio.com/index.htm
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