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Se dei tori Api possiamo ancora contemplare i corpi mummificati, circondato di mistero ci appare un altro antico animale sacro, la fenice di Eliopoli intorno a cui fin dall’antichità si intrecciarono strane leggende.
Si diceva vivesse cinquecento anni e più tardi si favoleggiò che la fenice fosse immortale.
Allorché era vicina alla morte, si costruiva una specie di nido di erbe profumate in cui bruciava, quando per il calore del Sole, quelle prendevano fuoco. Dalle ceneri, la fenice risorgeva giovane e rinnovata.
Io sono quel grande uccello Benu a Eliopoli,
che decide quello che deve e quello che non deve essere.
Chi è questo? Il Benu di Osiride in Eliopoli.
Ciò che è e ciò che sarà è il suo corpo,
è l’eternità e la perpetuità.
Libro dei Morti, capitolo XVII
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Nella città di Eliopoli esisteva un particolare tempio dove venivano venerati due aspetti del dio creatore Atum-Ra: il benben, una pietra dalla forma conico-piramidale, e l’uccello benu che i Greci chiameranno fenice.
Questo tempio, detto Hat-benben o Hat-benu (Casa della pietra o Casa della fenice), aveva come simbolo la figura di un grande uccello appollaiato al di sopra della pietra conica.
Entrambe le parole derivano dal verbo wbn, con il significato di “elevarsi, brillare”, con evidente collegamento all’astro solare, venerato nel santuario.
La fenice e il benben erano strettamente legati nel mito della creazione eliopolitana. Il benben, particolare pietra dalla forma conica, probabilmente un meteorite ritrovato ad Eliopoli in tempi antichissimi, rappresentava la prima terra emersa dall’Oceano Primordiale, il primo atto creativo di Atum, originatasi da una goccia del suo seme caduta nella discesa delle acque.
Il benben era il nucleo originario della creazione, perché a partire da esso si sarebbe aggregata tutta la materia dell’universo.
Su questa prima terra emersa dalle acque, la Collina Primordiale, il dio Atum si sarebbe manifestato per la prima volta in forma di astro solare per illuminare e vivificare tutto il creato.
A questo punto un maestoso uccello, nelle forme di airone grigio (Ardea cinerea), si sarebbe posato su questa prima massa di terra e, aprendo il becco, avrebbe lanciato il suo grido dando inizio ai cicli cosmici temporali.
Il grido della fenice, oltre a scandire i ritmi temporali, rappresenta il Logos divino,la Parola Creatrice che dà ordine al creato. Per il suo legame con l’astro solare la pietra benben venne inserita nei principali elementi architettonici per il culto del sole. Con questa parola (usata in alternativa a pyramidion), si indicava quindi il coronamento degli obelischi, dei templi solari e delle piramidi.
Si trattava di una pietra rivestita di elettron – lega di oro e argento – che rifletteva i raggi solari e rendeva la punta di questi monumenti luccicante, per ricordare a tutti il loro legame con il sole.
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