IL FARO DEI SOGNI

Kazakistan

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(((claudio)))
view post Posted on 7/10/2019, 14:12 by: (((claudio)))     Top   Dislike
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Generalità

Paese di sterminate steppe pianeggianti che digradano verso i semidesertici terreni centrali e le catene montuose a S e a E, il Kazakistan è, con i suoi quasi tre milioni di km² di estensione, uno degli Stati più grandi del continente. Le differenze morfologiche del territorio hanno marcato in passato anche le differenti culture insediatesi e sviluppatesi nel Paese: a N, terra di popolazioni nomadi, che hanno attraversato con i loro imperi le lunghe distese kazache, portando i loro epigoni fin nel cuore del XX secolo, senza lasciare del loro passaggio che tracce superficiali; a S, territorio occupato da popolazioni stanziali, fermatesi nella regione del Turkestan e lungo le montagne del confine meridionale, tra il lago d'Aral e quello di Balhaš, sulla scia dei commerci legati a quella rete di percorsi carovanieri transnazionali tra i luoghi più impervi del pianeta, nota come Via della Seta. I kazachi furono soggetti alle invasioni di varie orde di popoli nomadi, dai Saci (di cui resta forse uno dei più preziosi reperti archeologici nazionali, l'uniforme dell'“Uomo Dorato”, relativa a un principe guerriero e rinvenuta presso antiche tombe) agli Unni o ai Turchi provenienti dalla Mongolia e dalla Cina. Amministrati poi dai grandi imperi come quello dei Sasanidi, dei Mongoli di Gengis Khān e infine dei Russi, devono le loro origini a questa commistione di passaggi che hanno portato prima alla costituzione dei vari khanati in cui fu diviso il Paese, poi all'annessione con l'Unione Sovietica e infine alla costituzione della Repubblica Socialista Sovietica del Kazakistan negli anni Trenta del Novecento. Quasi 500 anni dopo la comparsa nel Paese dell'etnia uzbeca, dal cui ceppo derivarono i kazachi (“cavalieri liberi, avventurieri”) propriamente detti. Considerato nel Novecento un'estensione della Russia, il Kazakistan, a più riprese, è stato soggetto a rimpatri ed esodi, soprattutto sovietici, che hanno riunito gruppi eterogenei per condizione, origine, motivazioni: dai dissidenti politici del regime comunista in esilio, ai lavoratori mandati nei campi di lavoro da Stalin prima e da Chruščëv poi, per costruire le grandi cattedrali urbane e dissodare le “Terre Vergini” dei piani quinquennali. È stato inoltre considerato terra da deprivare per effettuare gli esperimenti nucleari nel Poligono di Semipalatinsk, intorno alla città del “niente”, Kūrchatov. Costretti forzatamente a diventare agricoltori sedentari nelle fattorie collettive di impianto sovietico, gli antichi nomadi kazachi hanno dovuto affrontare un periodo di profonde trasformazioni culturali, non esenti da cruente rivolte, che hanno decimato mandrie e abitanti. Nei decenni finali del XX secolo, dopo il raggiungimento dell'autonomia dal colosso sovietico e la riconversione dell'economia verso attività legate al settore industriale e allo sfruttamento delle risorse energetiche del sottosuolo, il Paese ha finalmente intrapreso un cammino verso lo sviluppo e la crescita. Il programma, presentato dal governo alla fine degli anni Novanta, ha posto come obiettivi nevralgici per la trasformazione del Paese il raggiungimento della stabilità e della maturità politica, la prosperità sociale ed economica dei cittadini, lo sviluppo delle infrastrutture, dei trasporti e delle comunicazioni, e, più in generale, quel processo di liberalizzazione e democratizzazione crescente che dovrebbe portare il Kazakistan a diventare un vero e proprio modello ideale di commistione eurasiatica.



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