IL FARO DEI SOGNI

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view post Posted: 8/4/2024, 17:09     +1Riuso di scarti, uno strumento anti-inflazione* - CHE COSA E' L'ECOLOGIA?

La scarsità delle materie prime spinge l’inflazione. Una soluzione è ricorrere con più convinzione all’economia circolare. Ma occorrono impianti per il riciclaggio e lo sviluppo del processo di “simbiosi industriale”, in distretti produttivi circolari.

Inflazione ed economia circolare

La scarsità delle materie prime è uno dei fattori che determinano dinamiche inflazionistiche più elevate. Dovranno perciò guadagnare rilievo le misure per agevolare il recupero delle cosiddette “materie prime seconde”, o materiali “End of Waste” (articolo 184-ter del Testo unico ambientale), cioè i residui che hanno perso la qualifica di rifiuto dopo operazioni di recupero e possono essere reimmessi nel processo produttivo. Si tratta, in altri termini, di rafforzare l’attuazione del principio del “riciclo”, alla base dell’economia circolare.

Famiglie e imprese sono oggi più disposte a pagare per utilizzare beni durevoli senza doverli acquistare. Grazie alle tecnologie digitali e ai nuovi design, i prodotti possono essere manutenuti in modo efficiente, permettendo il prolungamento della loro vita utile, mentre le restrizioni normative su inquinamento e rifiuti si applicano lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti, rendendo vantaggioso riutilizzare le risorse più e più volte.

Il riuso di materie prime seconde ha un triplice vantaggio: i) maggiore sicurezza nell’approvvigionamento (di fronte a una domanda in continua crescita), ii) ambiente più pulito e sano (sia per il minor ricorso all’estrazione di risorse naturali, sia per la riduzione nella generazione di rifiuti) e iii) risparmi sugli acquisti di materie prime, che potranno riflettersi in prezzi finali più contenuti e soggetti a minori aumenti.

Alcuni anni fa, il rapporto Growth Within a Circular Economy: Vision for a Competitive Europe, curato dal McKinsey Center for Business and Environment e la Ellen MacArthur Foundation, in collaborazione con la Fondazione Deutsche Post, aveva stimato che con l’economia circolare, entro il 2050, l’Europa avrebbe potuto migliorare la propria produttività fino al 3 per cento, creando le premesse per un contenimento dell’aumento dei prezzi dal lato dell’offerta e sostenendo la crescita economica. Il miglioramento della produttività, entro il 2030, avrebbe altresì potuto generare risparmi sui costi fino a 600 miliardi di euro all’anno (si pensi, per esempio, al settore edile, con costi di costruzione dimezzabili, o al settore della mobilità, con costo riducibile del 75 per cento) e permesso un aumento del Pil fino a sette punti percentuali rispetto allo scenario di base.



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view post Posted: 1/4/2024, 09:31     +1Tolentino - LA MIA CITTA'/ITINERARI VACANZE NELLE MARCHE

Tolentino-Gonfalone



Tolentino (Tulindì in dialetto maceratese) è un comune italiano di 17 646 abitanti[1] della provincia di Macerata nelle Marche.

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Geografia fisica
Territorio
Si trova in una posizione geografica territorialmente favorevole ed ha sempre ospitato insediamenti abitativi assumendo nei secoli un ruolo storico, culturale ed economico importante come cerniera tra la costa e la zona montana: le prime testimonianze di vita nel territorio del comune risalgono infatti al paleolitico inferiore fino alla civiltà picena. La città di Tolentino si trova al centro della vallata del Chienti, a 60 km con l'innesto della Flaminia in direzione ovest (Roma) e a 40 km con l'innesto dell'Autostrada Bologna-Taranto (A14). Per questo motivo e per una fitta rete viaria, fra cui la SS 77 e la superstrada parallela, rappresenta uno snodo di un certo rilievo grazie al quale sono facilmente raggiungibili le località sciistiche dei monti Sibillini per il soggiorno montano e le località balneari della costa.

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Storia
Antichità
Sarcofago romano, San Catervo, Tolentino

Numerose tombe risalenti all'VIII e IV secolo a.C. e il ritrovamento nel 1884 del famoso Ciottolo di Tolentino (che rappresenta la figura di donna nuda con testa zoomorfa), attesterebbero la presenza di un fiorente insediamento di piceni sul luogo dell'attuale Tolentino. I Piceni sarebbero giunti nella vallata del Chienti secondo la leggenda con la "primavera sacra", per cui alcuni giovani migrarono dalla Sabina oltre l'Appennino per trovare nuove terre nelle quali stabilirsi. Ma altri studi hanno portato all'ipotesi dell'insediamento di genti transadriatiche che si sarebbero spinte considerevolmente nell'interno. Queste teorie non trovano ancora la soluzione definitiva del problema aperto sull'origine di Tolentino, anzi lo accrescono per la conseguente e non improbabile distinzione tra Piceni e Picentes, questi ultimi ascritti più tardi dai Romani alla tribù Velina. Lo stesso nome di Tolentino trova discordi gli studiosi sulla sua radice: da quella che lo fa derivare dal greco "thòlos" (cumulo, in riferimento alla collina alluvionale dove la città sorge), a quella più recente che lo ritiene derivato dalla radice "Tul" con il significato di "limite" o, per meglio dire, "definitivo confine".

Del periodo romano mancano per Tolentino citazioni specifiche da parte degli storici. Dalle iscrizioni delle lapidi pervenute e come riportato da Plinio il Vecchio nel suo Naturalis Historia, si sa che Tolentinum, compresa nella regio V Picenum, fu forse colonia e di certo Municipio romano. Purtroppo quasi ogni rudere dell'epoca romana è andato perduto per il sovrapporsi continuo di nuovi edifici, ad eccezione dei resti di una costruzione termale sotto la sede comunale. Una non dubbia testimonianza della situazione della città, sia pure al limite del periodo romano, però proviene dalla figura di Flavio Giulio Catervio, prefetto del pretorio, ritiratosi a Tolentino verso la fine del IV secolo, del quale si conservano il magnifico sarcofago e quanto rimane del relativo panteum. Secondo la tradizione a Flavio Giulio Catervio si deve la conversione al Cristianesimo dei tolentinati, i quali lo proclameranno loro protettore con il nome contratto di San Catervo e presso il suo sepolcro costruiranno una chiesa retta da un vescovo, come si desume dagli atti dei Concili Romani dal 487 al 502, sottoscritti appunto dal vescovo tolentinate.

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Dopo il crollo dell'Impero Romano, le Marche e Tolentino furono soggette alle invasioni barbariche. Così la maggior parte degli abitanti delle città si rifugiarono sulle alture, abbandonandole. Tolentino non subì la sorte comune delle altre città della vallata del Chienti, abbandonate e distrutte, ma continuò a sussistere, sia pure in limiti ristretti e con un numero esiguo di abitanti, in quanto il Panteum triabsidato del prefetto Catervio, divenuto luogo di culto e affiancato dalla fondazione monastica della cella Sanctae Mariae trovò, secondo le usanze barbariche, il dovuto rispetto da parte degli invasori.

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Medioevo
Nel 1166, dietro intervento dei figli del marchese d'Ancona, la città assume i caratteri di organismo comunale liberandosi facilmente dal dominio indiretto del monastero del Ss. Salvatore di Rieti a cui era sottoposta dal 1099. Tolentino diventa così un potente comune annettendosi borghi e castelli vicini come Belforte del Chienti e Urbisaglia. La città si arricchisce di chiese e conventi, si cinge di una cinta muraria, che in parte si è conservata e dà vita a un'economia fiorente, fondata su vari opifici (concerie, mulini, lavorazioni tessili). La prosperità raggiunta tra il XII e il XIV secolo causa numerose divergenze e scontri con comuni limitrofi. Come le altre città d'Italia nel XIV secolo Tolentino è logorata dagli scontri tra guelfi e ghibellini e dai tentativi della famiglia Accoramboni di farsi signori del comune, che non riusciranno mai nel loro intento trovando l'opposizione dell'intera comunità. Tuttavia Tolentino continua a rimanere un attivissimo comune sia sul piano economico che quello politico e artistico. Dopo aver debellato un nuovo tentativo nel 1342 della famiglia degli Accoramboni di farsi Signori del comune, nel 1353 Tolentino aderisce definitivamente alla lega ghibellina capeggiata dal vescovo Visconti, ma nominato il cardinale Egidio Albornoz come rettore della Marca d'Ancona, il cardinale restaura il potere papale e emana le Costituzioni Egidiane documenti in cui vi sono incluse tutte la città ghibelline della Marca da riportare all'ordine. Tolentino inclusa nelle "città medie" viene posta sotto il comando indiretto di Rodolfo Varano, capitano delle truppe pontificie. Questo dominio indiretto dei Varano, malamente sopportata dal popolo della città, terminò nel 1434 con l'uccisione di Berardo Varano. Nel 1445 il papa Eugenio IV assoggetterà il comune direttamente alla Chiesa.


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view post Posted: 28/3/2024, 17:14     +1La Supercàzzola - SCIENZA/MEDICINA

Ok, siamo nel periodo di carnevale e, come si dice, una volta l'anno è lecito andare fuori dagli schemi.
Voi direte: ma che titolo è "Supercazzola"?
Non ci crederete ma è attinente, in maniera sorprendente, con gli argomenti di questo blog.
Ora, lasciatemi ogni tanto sfogare tra un ciarlatano che dice di curare i tumori ed un altro che ruba i soldi alla gente. Anche in questo caso evito di fare nomi per non aiutare queste persone nell'attività di proselitismo e vendita di gadget per la salute.

Una delle caratteristiche degli pseudoscienziati è darsi un'aria seria, anzi seriosa, da scienziati anche quando non lo sono, pseudoscienziati, appunto. Molti profeti della salute, senza nemmeno un titolo di studio o con una formazione assolutamente distante da quella medica, si autoproclamano "ricercatori indipendenti". Il termine "ricercatore" in questo caso è autoreferente. Non vuol dire nulla, anzi vuol dire che cerchi qualcosa ma senza titolo per farlo.
Un corso di meditazione, yoga, Reiki e simili che vuole colpire il potenziale cliente non farebbe un punto affermando che inizierà un ciclo di incontri di rilassamento ed ascolto di musica cantilenante, farà molto più colpo parlando di "corso di integrazione personale e transpersonale tramite l'attivazione dei percorsi esoterici di connessione degli atomi fisici con il Prana, l'elemento che porta vita alla forma".
Che ho detto?
Nulla, ma è una bella presentazione, come una mela regalata avvolta in un foglio di carta rossa lucida ed infiocchettata diventi molto più appetibile della stessa mela avvolta in un foglio di giornale.
La supercazzola è usata in tutti gli ambiti commerciali, non sto qui ad elencarli ma quello gastronomico ad esempio, quello dei ristoranti che vogliono darsi un'aria raffinata ed esclusiva chiamando soupe à l'onion una zuppa di cipolle fatta da una cuoca energumena che proprio di raffinatezza ne ha pochissima è un esempio.
La pseudoscienza di questo trucchetto comunicativo ne fa un uso massicio. Ha pochi altri argomenti da proporre e studiare, punta tutto sull'impatto emotivo, fare colpo. Quando leggete come qualifica "ricercatore indipendente" drizzate le antenne, molto probabilmente si tratta di un ciarlatano, un venditore o un visionario.
Attenzione, anche in medicina la supercazzola ha un suo perchè.
Un medico che non sa cosa dire, che ha perso il contatto con la realtà, invece di dire "signora, lei ha una banale influenza, per questo le cola il naso di continuo...", potrebbe dire, "lei ha una sindrome da rhinovirus che provoca una rinorrea acuta e recidivante con rinolalìa conseguente a flogosi delle mucose". In questo caso però il medico non ha detto una bugia, ha solo utilizzato termini troppo tecnici per spiegare qualcosa che poteva essere semplificato in maniera evidente. Il ciarlatano al contrario tende a non spiegare nulla ed usare termini complicati solo per confondere le idee, mostrare preparazione e sicurezza, ostentare una finta competenza.
Un ricercatore è una persona che compie delle ricerche, certo, ma nel linguaggio comune e nell'immaginario di tutti noi descrive lo studioso, l'uomo di scienza. Dal punto di vista accademico il ricercatore è uno scienziato che lavora (e riceve uno stipendio) per fare ricerca. Lo immaginiamo come un uomo che lavora in un laboratorio, tra provette, libri polverosi ed alambicchi.
Ma il "ricercatore indipendente" no, lui lavora preparandosi su Google, diffonde le sue idee nel suo sito web e regala consigli pseudoscientifici dimostrando di non capire nulla di scienza. Eppure si fa chiamare "ricercatore". Fa figo, non c'è che dire.

Mischiare argomenti reali a vere e proprie balle è una tipica abitudine degli pseudoscienziati. Quando devi dare una spiegazione credibile su un argomento assolutamente improbabile o irreale, usa parole difficili, metti in mezzo qualche termine altisonante e vedrai che qualcuno ti prenderà sul serio.
I termini che ultimamente vanno di moda girano attorno al "quantistico": medicina quantistica, fisica quantistica, energia quantistica. E' un termine fondamentalmente scientifico ma che viene usato a sproposito ed in maniera assolutamente fuori contesto. La medicina quantistica ad esempio non esiste, ma dire di praticarla fornisce a chi lo afferma un'aura misteriosa, quasi da santone. Il vocabolario pseudoscientifico ha come ulteriori termini di grido anche parole come energia, vibrazione, olistico, risonanza, fotonico. Parole che in bocca risuonano come cioccolatini dolci e scioglievoli, colpiscono dritto chi li ascolta. Un "ricercatore" di rimedi vibrazionali energizzati di tipo olistico quanto-fisiognomico, è un perfetto ed inutile imbonitore ma si spaccia per grande esperto di pratiche complicate e di sicuro effetto.

Così molti "ricercatori indipendenti" usano confondere le idee di chi li ascolta (o li legge) utilizzando termini senza senso e spesso addirittura senza significato, solo per darsi un contegno, per sembrare colti, in poche parole per imbambolare il prossimo. Questo è usare la supercazzola.





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view post Posted: 18/3/2024, 10:27     +1Bad Medicine (III parte): Thalidomide - SCIENZA/MEDICINA

Uno dei peggiori drammi medici del nostro secolo.

È la storia raccapricciante della Thalidomide (o Talidomide).
Si tratta di una sostanza sperimentata alla fine degli anni 50 e posta in vendita dopo un "regolare" (per quegli anni) periodo di sperimentazione.
Sembrava un prodotto rivoluzionario: un farmaco sedativo, antinausea e tranquillante senza particolari effetti collaterali.
Nel 1956, periodo della sua immissione in commercio, l'industria farmaceutica tedesca Grunenthal (ancora oggi esistente) commissionò i test clinici del principio attivo al capo del suo dipartimento chimico Wilhem Kunz che effettuò gli esperimenti definendoli positivi e senza particolari rischi per i pazienti.
La "regolare" sperimentazione si era rivelata in realtà molto affrettata e basata su elementi debolissimi e controlli praticamente inesistenti. I test effettuati sui pazienti erano raccolti dall'azienda produttrice da esperimenti effettuati in varie parti del mondo. Uno studio su vari pazienti tra i quali donne che allattavano fece concludere alla Grunenthal che il farmaco non mostrava di poter provocare danni a donne in allattamento e a neonati, un altro studio effettuato a Singapore parlava di mancanza di effetti collaterali su donne in gravidanza ma con il piccolo particolare che erano citati gli effetti sulle donne ma non vi era nessun accenno su eventuali effetti sul feto.
Posto in commercio il farmaco si diffuse rapidamente e non essendo controindicato in gravidanza veniva prescritto in maniera particolare alle donne gravide proprio per le sue proprietà: a volte la nausea nelle prime settimane di gestazione è davvero un problema quasi irrisolvibile ed i farmaci disponibili in quegli anni erano controindicati.
Le vendite andavano bene, il farmaco era disponibile senza obbligo di ricetta (l'equivalente di un farmaco da banco di oggi) e non sembravano esserci particolari problemi di accettazione da parte dei pazienti o di effetti segnalati. Ma era una bomba ad orologeria.

Quasi un anno dopo la sua comparsa sul mercato si notò un'eccezionale ed inusuale incidenza di gravi malformazioni neonatali che furono segnalate da alcuni medici di famiglia all'azienda che produceva il farmaco ma questa continuava ad inviare report di studi che "provavano" l'innocuità del farmaco o non rispondeva alle richieste di attenzione. In uno studio l'azienda sottolineava come un professore di ostetricia aveva utilizzato il farmaco nel suo reparto senza alcun problema. Anche qui vi era una manipolazione: le donne trattate non erano in gravidanza ma in allattamento. La scarsità di documentazione e la debolezza degli studi indussero la FDA americana (l'organismo che approva i farmaci negli Stati Uniti) a rifiutare la messa in commercio della Thalidomide nel territorio degli Stati Uniti d'America e questo fu un gesto che salvò migliaia di bambini probabilmente e l'ispettrice dell'organizzazione (Frances Oldham Kelsey) fu premiata per questo dal presidente americano Kennedy.


Il dramma non era che all'inizio. Le nascite di bambini malformati continuavano ad aumentare e si notò che vi era un'altissima concentrazione di piccoli affetti da focomelia (che normalmente colpisce un neonato ogni quattro milioni di nuovi nati), una malformazione agli arti (soprattutto superiori) che comporta la mancata formazione delle ossa lunghe di braccia o gambe o addirittura l'assoluta mancanza degli arti, frequente l'associazione di altre malformazioni più o meno gravi.
Non poteva essere un caso.

Diversi medici indagarono su quello che stava succedendo, sembrava ormai chiaro che le malformazioni avevano una causa comune, si ripetevano costantemente, in nazioni diverse e simili per tipo di patologia.
Un ostetrico australiano ed un pediatra tedesco (William Mc Bride e Widukind Lenz) studiarono i casi e segnalarono il possibile collegamento tra l'assunzione del farmaco e la comparsa di anomalie fetali. In seguito il dott. Lenz con uno studio statistico dimostrò la correlazione ed inviò i suoi dati al ministero della salute tedesco.
Tra il 1960 e l'anno successivo nacquero almeno 20˙000 bambini focomelici in tutto il mondo, circa 8˙000 in Europa il paese più colpito fu la Germania.
All'inizio del 1961 la Grunenthal fu messa sotto pressione con la richiesta di chiarimenti e di fornire ulteriori e più precise prove delle sperimentazioni del farmaco. Reticenze e ritardi causarono altre vittime ma quando l'eco del dramma arrivò sui giornali di tutto il mondo l'azienda fu costretta a fare un'ammissione che scandalizzò tutti: il farmaco non era mai stato provato su donne in gravidanza per testarne gli effetti sul feto.
La cosa che più colpì l'opinione pubblica e gli stessi operatori sanitari furono i risultati delle inchieste successive. La Grunenthal sapeva di questo particolare ma lo sottovalutò ed ancora più grave il fatto che quando comparvero i primi casi di malformazione fetale non fu fatto nemmeno il tentativo di bloccare il farmaco ormai consigliato a tutte le donne in gravidanza.
Nel dicembre 1961 la Thalidomide fu ritirata con procedura d'urgenza da tutte le farmacie e ne fu proibita la vendita.
In Italia una delle forme commerciali della Thalidomide si chiamava Sedimide, altre confezioni in commercio avevano il nome di Imidene e Quietoplex.



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view post Posted: 11/2/2024, 11:14     +1I Danava assicurano lo scoraggiato Duryodhana 48 - MAHABHARATA

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Prayopavesh di Duryodhana

Congedato dal re Yudhishthira , Suyodhana, chinando la testa per la vergogna e afflitto dal dolore e dalla malinconia, partì lentamente. Il re, accompagnato dai suoi quattro tipi di forze, procedette verso la sua città, con il cuore spezzato dal dolore e pieno di pensieri sulla sua sconfitta, lungo la strada in una regione ricca di erba e acqua. Il re si accampò su un delizioso pezzo di terreno come più gli piaceva, con i suoi elefanti, i suoi carri, la cavalleria e la fanteria stazionati tutt'intorno.

Mentre il re Duryodhana era seduto su un letto rialzato dotato dello splendore del fuoco, lui stesso somigliante alla luna sotto un'eclissi, verso le prime ore del mattino Karna , avvicinandosi a lui, disse:

“È una fortuna, o figlio di Gandhari , che tu sia vivo! È una fortuna che ci siamo incontrati ancora una volta! Per tua fortuna hai sconfitto i Gandharva capaci di assumere qualsiasi forma a piacimento. È solo per fortuna che ho potuto vedere i tuoi fratelli, tutti potenti guerrieri, uscire vittoriosi da quell'incontro, dopo aver sottomesso i loro nemici! Per quanto riguarda me, assalito da tutti i Gandharva, sono fuggito davanti ai tuoi occhi, incapace di radunare il nostro esercito volante. Assalito dal nemico con tutta la sua forza, il mio corpo martoriato dalle loro frecce, cercavo salvezza nella fuga. Tuttavia, mi è sembrata una grande meraviglia vedervi uscire tutti sani e salvi nel corpo, con le vostre mogli, truppe e veicoli, fuori da quell'incontro sovrumano. Non c'è nessun altro uomo in questo mondo che possa ottenere ciò che tu hai ottenuto oggi nella battaglia con i tuoi fratelli."

Così indirizzato da Karna, il re Duryodhana rispose al sovrano degli Anga con una voce soffocata dalle lacrime. Duryodhana ha detto,

“O Radheya ! Non sai cosa è successo. Pertanto, non risento delle tue parole. Pensi che i Gandharva ostili siano stati sconfitti da me con la mia stessa energia. I miei fratelli aiutati da me combatterono con i Gandharva. I massacri, infatti, da entrambe le parti furono grandi. Ma quando quei coraggiosi Gandharva, ricorrendo ai loro numerosi poteri di illusione, salirono nei cieli e iniziarono a combattere con noi da quel momento in poi, il nostro incontro con loro cessò di essere alla pari. La sconfitta allora fu nostra e anche la prigionia. Afflitti dal dolore, noi insieme ai nostri assistenti, consiglieri, figli, mogli, truppe e veicoli fummo portati da loro attraverso i cieli. Fu allora che alcuni dei nostri soldati e alcuni valorosi ufficiali ripararono con dolore presso i figli di Pandu , quegli eroi che non rifiutano mai il soccorso a coloro che lo chiedono. Andando da loro dissero: “Ecco il re Duryodhana, che con i suoi fratelli minori, i suoi amici e le sue mogli viene portato via prigioniero dai Gandharva lungo il cielo. Benedetto tu sia. Libera il re insieme alle donne della casa reale! Non permettete che venga offerto alcun insulto a tutte le donne della razza Kuru ." Dopo aver parlato così, il maggiore dei figli di Pandu, che è dotato di un'anima virtuosa, conciliò i suoi fratelli e comandò loro di liberarci. Allora quei tori tra gli uomini, i Pandava, superando i Gandharva, sollecitarono il nostro rilascio con parole dolci, sebbene pienamente in grado di ottenerlo con la forza delle armi. Quando i Gandharva, indirizzati con parole così concilianti, si rifiutarono di lasciarci in libertà, allora Arjuna , Bhima e i gemelli dotati di potente energia, scagliarono piogge di frecce contro i Gandharva. Allora i Gandharva, abbandonando la lotta, fuggirono nel cielo, trascinando dietro di sé i nostri sé malinconici, pieni di gioia. Poi abbiamo visto una rete di frecce sparse tutt'intorno da Arjuna, che stava anche scagliando armi celestiali sul nemico. Vedendo i punti dell'orizzonte coperti da Arjuna con una fitta rete di frecce acuminate, si mostrò il suo amico, il capo dei Gandharva. Chitrasena e Arjuna, abbracciandosi, si informarono l'uno del benessere dell'altro. Anche gli altri figli di Pandu abbracciarono il capo dei Gandharva e furono abbracciati da lui. Si scambiarono anche domande di cortesia. I coraggiosi Gandharva abbandonarono quindi le armi e la cotta di maglia e si mescolarono in uno spirito amichevole con i Pandava. Chitrasena e Arjuna si adoravano a vicenda con riguardo."

Duryodhana continuò:

“Arjuna, allora avvicinandosi a Chitrasena, sorridendo si rivolse a lui con queste parole virili: “O eroe, ti conviene liberare i miei fratelli. Non potranno essere insultati finché i figli di Pandu saranno vivi”. Così rivolto dall'illustre figlio di Pandu, il capo dei Gandharva rivelò ai Pandava l'obiettivo con cui eravamo arrivati ​​in quel luogo, vale a dire che eravamo venuti lì per gettare gli occhi sui figli di Pandu con la loro moglie, tutti immerso nella miseria. Mentre il Gandharva rivelava quei nostri consigli, sopraffatto dalla vergogna, desiderai che la terra mi concedesse una fessura, affinché potessi scomparire lì per lì. I Gandharva allora, accompagnati dai Pandava, andarono a Yudhishthira e, rivelandogli anche le ragioni della nostra venuta lì, ci trasformarono, legati com'eravamo, a lui. Quale dolore più grande potrebbe essere il mio se non quello di essere offerto in questo modo come tributo a Yudhishthira, agli occhi delle donne della nostra famiglia, io stessa in catene e immersa nella miseria, e sotto il controllo assoluto dei miei nemici. Loro, che sono sempre stati da me perseguitati, loro ai quali sono sempre stato nemico, mi hanno liberato dalla prigionia, e miserabile quale sono, sono loro debitore della mia vita. Se avessi trovato la morte in quella grande battaglia, sarebbe stato molto meglio che ottenere la vita in questo modo. Se fossi stato ucciso dai Gandharva, la mia fama si sarebbe diffusa su tutta la terra e avrei ottenuto regioni propizie di eterna beatitudine nel cielo di Indra . Ascoltatemi dunque cosa intendo fare adesso. Resterò qui rinunciando a qualsiasi cibo, mentre voi tornerete tutti a casa. Lascia che anche tutti i miei fratelli vadano a Hastinapura. Lasciamo che tutti i nostri amici, compreso Karna, e tutti i nostri parenti guidati da Duhshasana , ritornino ora nella capitale. Insultato dal nemico, io stesso non tornerò lì. Io che prima avevo ricevuto dal nemico il suo rispetto, io che avevo sempre incantato il rispetto dei miei amici, ora sono divenuto fonte di dolore per gli amici e di gioia per i nemici. Che cosa dirò ora al re, andando a Hastinapur? Cosa mi diranno Bhishma e Drona , Kripa e il figlio di Drona, Vidura e Sanjaya , Bahlika e Somadatta e altri venerati anziani, cosa mi diranno gli uomini principali degli altri ordini e gli uomini di professioni indipendenti e cosa dirò loro? in risposta? Essendo finora rimasto al di sopra delle teste dei miei nemici, avendo finora calpestato i loro petti, mi sono allontanato dalla mia posizione. Come potrò mai parlare con loro? Gli uomini insolenti che hanno ottenuto prosperità, conoscenza e benessere, raramente sono benedetti per un certo periodo di tempocome me, gonfio di vanità. Ahimè! Spinto dalla follia ho compiuto un atto altamente improprio e malvagio, per il quale, sciocco quale sono, sono caduto in tanta angoscia. Perciò morirò di fame, poiché la vita mi è diventata insopportabile. Liberato dall'angoscia del nemico, quale uomo di spirito può trascinare la sua esistenza? Orgoglioso come sono, privo di virilità, il nemico ha riso di me, perché i Pandava posseduti da abilità mi hanno guardato immerso nella miseria!"

Mentre dava spazio a tali riflessioni Duryodhana parlò così a Duhshasana:

“O Duhshasana! Ascolta queste mie parole! Accettando questa installazione che ti offro, sii il re al mio posto. Governa l'ampia terra protetta dai figli di Karna e Subala . Come Indra stesso si prende cura dei Marut, abbi cura dei tuoi fratelli in modo tale che possano tutti confidare in te. Lascia che gli amici e i parenti dipendano da te come gli dei dipendono da lui da cento sacrifici. Dovresti sempre concedere pensioni ai Brahmana, senza oziare, ed essere sempre il rifugio dei tuoi amici e parenti. Come Vishnu si prende cura degli esseri celesti, dovresti sempre prenderti cura di tutti i parenti consanguinei. Dovresti anche sempre amare i tuoi superiori. Va’, governa la terra rallegrando i tuoi amici e rimproverando i tuoi nemici”.



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view post Posted: 28/10/2023, 17:13     +1Che effetto fanno le misure contro il caro energia - CHE COSA E' L'ECOLOGIA?

Nel 2022 la spesa energetica delle famiglie italiane è aumentata notevolmente. Il governo ha reagito con misure di sostegno per un valore di molti miliardi. Il problema è che ne hanno beneficiato tutte le famiglie, non solo quelle più in difficoltà.

L’aumento della spesa energetica delle famiglie

Nell’ultimo anno la spesa energetica media per una famiglia italiana tipo (i cui consumi annui di 2.700 kWh e 1.400 metri cubi di gas corrispondono a un nucleo di quattro persone) è stata (secondo le stime Arera) pari a 3.062 euro: vi è stato un aumento dell’80 per cento rispetto al 2021 (notiamo però che la famiglia media italiana ha meno componenti). Infatti, la bolletta elettrica è passata da 632 euro nel 2021 a 1.322 euro nel 2022, facendo registrare un incremento del 109 per cento. La bolletta del gas è aumentata da 1.063 euro nel 2021 a 1.740 nel 2022, segnando un aumento pari al 64 per cento. Le famiglie italiane la cui spesa energetica superava il 10 per cento della propria spesa totale erano il 10 per cento del totale nel 2021 e sono diventate il 50 per cento nel 2022 (figura 1).

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I sostegni alle famiglie

È interessante vedere come le misure intraprese per contrastare il caro energia abbiano influito sulla distribuzione della spesa energetica su quella totale. Ci sono stati interventi tariffari che hanno riguardato la riduzione dell’Iva al 5 per cento per il gas e la compensazione degli oneri di sistema, sia per l’energia elettrica che per il gas. Nel 2022, hanno assorbito in totale 10,8 miliardi. Vi sono poi stati trasferimenti monetari alle famiglie pari a 13,1 miliardi.

L’impatto degli interventi tariffari è proporzionato al livello dei consumi, anche se i consumi di energia elettrica e gas, ad esempio, per una famiglia tipo di quattro persone possono variare entro ragionevoli intervalli. Le misure interessano comunque tutti i contribuenti, senza distinzione di reddito. Per quanto riguarda i trasferimenti monetari, che consistono in gran parte in bonus erogati in somma fissa, la loro quota sul reddito è tanto maggiore quanto minore è il reddito. Inoltre, la fruizione di tali agevolazioni è condizionata a tetti reddituali.

Di quanto diminuisce la quota di famiglie che ha una spesa energetica superiore al 10 per cento della spesa totale in seguito a questi interventi? Nel caso delle sole misure tariffarie si ha una diminuzione di 7 punti percentuali; se si aggiungono anche i trasferimenti monetari, la riduzione si attesta a 10 punti percentuali. Tuttavia, la quota di famiglie che ha una spesa energetica sul totale superiore al 10 per cento non torna sui livelli antecedenti la crisi energetica (curva rossa della figura 1).

Il problema è che molte famiglie ricevono soldi anche se la loro spesa energetica è inferiore al 10 per cento di quella totale. Questi soldi potrebbero essere dirottati verso bonus più consistenti riservati a famiglie bisognose. In tal modo, ci si avvicinerebbe a una distribuzione della spesa energetica sulla spesa totale più simile a quella precedente l’inizio della crisi.

Tenere conto di questa indicazione sarebbe importante per indirizzare le misure previste nella legge di bilancio attualmente in fase approvazione. Infatti, il totale dei fondi previsti per il primo trimestre del 2023 per il caro energia è di 8 miliardi, di cui 6,3 miliardi per la copertura di misure verso tutte le famiglie, senza tenere conto del reddito.



fonte https://lavoce.info/archives/99379/che-eff...l-caro-energia/

view post Posted: 18/10/2023, 09:37     +1Montefano - LA MIA CITTA'/ITINERARI VACANZE NELLE MARCHE

Montefano-Gonfalone


Montefano è un comune italiano di 3 302 abitanti[1] della provincia di Macerata nelle Marche.

Montefano-Stemma


Geografia fisica

Il paese si trova su una delle colline a cavallo tra la provincia di Ancona e di Macerata, a metà strada tra la dorsale appenninica e la costa adriatica, tra le valli dei torrenti Fiumicello e Menocchia. Sebbene il centro storico sia in stile sette/ottocentesco, il paese conserva tuttora delle caratteristiche del periodo medioevale. È principalmente un centro agricolo con qualche attività industriale.

Il paese prende il suo nome o da "Monte del Fano" (monte del luogo dedicato alla divinità o recinto consacrato ad un tempio) o da "Monte del fauno", a causa di una statua rinvenuta nell'antica Veragra.



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Storia

Montefano nasce dalle rovine di Veragra, città picena e stazione militare romana posta lungo la via consolare che portava da Nocera Umbra ad Ancona. La città fu distrutta all'inizio del VI secolo d.C. dai Goti.

Nel Basso medioevo fu sotto il dominio di Osimo, tanto che Recanati, per difendere i propri territori, costruì il Castello di Montefiore appena al limite del territorio comunale.

Nel 1416 vi furono stipulati i Capitoli tra i commissari della Chiesa e Macerata. Preso e saccheggiato due volte dai soldati di Francesco Sforza, poi riconquistato da Osimo, passò con papa Giulio II nel 1489, sotto il diretto dominio della Chiesa, tramite una bolla papale, concedendo a Montefano l'indipendenza comunale.

Il 6 maggio 1501 vi nacque Marcello Cervini, divenuto poi papa Marcello II, mentre i suoi genitori erano di passaggio da Montepulciano, luogo natale della famiglia, a Macerata.
Stemma

La torre merlata nello stemma cittadino è quella del vicino castello di Montefiore, mentre la quercia ricorda che qui fu accolto Giuliano della Rovere, futuro Papa Giulio II, respinto da Osimo.
Monumenti e luoghi d'interesse


Montefano_-_Teatro_e_Collegiata


Palazzo Carradori-Olivi
Chiesa collegiata di san Donato: chiesa in stile barocco, eretta tra il XII e il XIII secolo, fu successivamente ricostruita nel 1587 e nel 1762 a causa dei danni riportati per un terremoto. La chiesa ha una facciata in cotto a due ordini. All'interno, sopra il coro, vi è una tela che raffigura San Donato con San Giovanni Nepomuceno. Sotto l'altare vi è conservata un pezzo della croce con cui fu martirizzato San Donato.
Chiesa di Santa Maria Assunta: la chiesa conserva al suo interno una pala lignea risalente al XVI secolo di scuola veneta, attribuita al pittore Claudio Ridolfi, raffigurante la Madonna tra santa Caterina e il vescovo san Onorato mentre porge su un vassoio la città di Montefano, e una tela recentemente attribuita a Simone De Magistris raffigurante l'assunzione della Madonna. Ospita i vari paramenti (legni, lampioni, crocifissi) della Confraternita del S.S Sacramento.

Chiesa di Sant'Antonio Abate: antica chiesetta che si trova vicino ai Giardini detti "da Bora", è una chiesetta del XIX secolo. Particolare rilevanza ha la tela che raffigura San Giovanni decollato. Al suo interno è custodito il "Cataletto" che viene portato in processione la sera del Venerdì santo. E' sede della Confraternita della Morte, S. Trinità, S. Antonio Abate e S. Vincenzo Ferreri e ospita i paramenti (legni, lampioni e crocifissi) della suddetta. Al suo interno vi sono delle panche donate da delle potenti famiglie dell'epoca, tra cui la panca donata dalla famiglia Carradori.

Chiesa di San Filippo Benizi e convento dei Servi di Maria: chiesa in stile barocco, eretta nel 1667 forse su un tratto delle antiche mura della città. Il convento è sede del Centro studi biblici Giovanni Vannucci, creato nel 1995 per lo studio scientifico e la divulgazione popolare della Sacra Scrittura, dotato di una ricca biblioteca di circa diecimila volumi.

Teatro comunale "La Rondinella": le prime notizie sulla realizzazione di una sala teatrale all'interno del palazzo comunale risalgono al 1789 quando fu deliberata la costruzione del palcoscenico realizzato nel 1802; il teatro subì in seguito diversi interventi di manutenzione e ristrutturazione, fino a quello più radicale del 1887, realizzato su un'idea progettuale dell'architetto Luigi Daretti. La realizzazione del progetto fu ad opera dell'ingegnere Virgilio Tombolini, allora direttore tecnico al Teatro la Fenice di Venezia. Il teatro della Rondinella ha una platea a pianta rettangolare, sulla quale si innestano, sostenuti da colonne di ghisa, due ordini di palchi con balconcini anch'essi in ghisa disposti a ferro di cavallo. Nel soffitto vi sono raffigurate, ad opera del pittore di Perugia Domenico Bruschi, le Muse Tersicore, Euterpe, Talia e Melpomene; i dipinti sono intervallati da quattro tondi raffiguranti dei putti che reggono le scritte: "infansia", "giovinezza", "virilità" e "vecchiaia". Il teatro comprende anche un nobile foyer, chiamato sala dei poeti, elegante nella sua austera forma, sovrastata dal soffitto decorato con lo stemma cittadino, il blasone della famiglia Carradori e sei medaglioni in rilievo.

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