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| Tra i tanti tipi di rocce, le rocce carbonatiche (calcari e dolomie), dal punto di vista idrico, hanno un posto di primo piano in quanto posso ospitare ingenti risorse idriche sotterranee di ottima qualità. Le rocce carbonatiche sono presenti in tutti i continenti e le regioni carsiche sono gli ambienti idrogeologici più diversi del nostro pianeta. La superficie totale più grande si trova nel continente asiatico, dove sono presenti rocce carbonatiche, corrispondenti al 18,6 per cento della superficie terrestre asiatica. Tuttavia, la percentuale più alta di rocce carbonatiche è in Europa (principalmente nella regione mediterranea), con una superficie totale del 21,8 per cento. In Italia sono distribuite su quasi tutto il territorio nazionale, in particolare nel settore alpino nord-orientale e nell’Appennino centro-meridionale. Cina e Russia hanno le superfici carsiche più estese e quasi identiche in termini di superficie e popolazione (17% per cento).
In alcune aree, come nella regione mediterranea, l’impatto del cambiamento climatico sembra essere grave, ostacolando la nostra capacità di gestire le risorse idriche disponibili. Le temperature mediterranee sono già aumentate di 1,4 °C dall’era preindustriale, indicando un riscaldamento di 0,4 °C superiore alla media globale. Inoltre, una notevole diminuzione delle precipitazioni, soprattutto nella stagione calda, è stata osservata nelle zone meridionali del Mediterraneo. In Italia la disponibilità di risorsa idrica rinnovabile naturale prodotta direttamente dalle precipitazioni è diminuita del 19 per cento nell’ultimo trentennio (1991-2020) rispetto al valore del trentennio 1921-1950, che rappresenta il valore di riferimento storico. Inoltre, gli eventi pluviometrici sono sempre più caratterizzati da un’alta intensità e una bassa frequenza. Questo comporta una minore disponibilità all’infiltrazione per le acque meteoriche, aumentando la componente di ruscellamento. Per verificare l’ipotesi di cambiamenti significativi nella composizione chimica delle acque sotterranee nella regione mediterranea a causa della variabilità climatica, sono stati analizzati i dati (2004-2020) climatici e chimici di tre sorgenti dell’appennino centrale (Monti Sibillini) utilizzate per scopi idropotabili da circa 400.000 abitanti.
Questo studio rappresenta quindi una prima indagine mirata alla valutazione della variazione delle caratteristiche della qualità delle acque sotterranee in un acquifero carbonatico a causa della variabilità climatica. Inoltre, la ricerca di possibili tendenze in termini di qualità e quantità potrebbe fornire informazioni utili per i gestori del servizio idrico, gli enti di controllo e la comunità.
I risultati riportati in Figura 1 evidenziano come, ad un decremento delle precipitazioni, corrisponde un decremento delle portate delle sorgenti ed un incremento nelle concentrazioni di alcuni elementi chimici, in particolare del calcio e del solfato, nel periodo analizzato. Questo cambiamento può influire sulla qualità delle acque sotterranee, modificando i tempi di interazione acqua-roccia e, quindi, la mobilità di alcuni elementi e proprietà dell’acqua come la durezza, che ha una implicazione rilevante per la salute umana.
Figura 1 – Area di studio (A) e andamento della concentrazione degli elementi nelle acque nelle tre sorgenti considerate
fonte https://lavoce.info/archives/96816/cambiam...he-sotterranee/
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