IL FARO DEI SOGNI

Datti all’ippica!”: da dove deriva questo modo di dire?

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view post Posted on 2/3/2024, 12:19     Top   Dislike
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La lingua italiana, inclusi i suoi vari dialetti, è davvero ricca di sfumature, contaminazioni, diversi rimandi ai tempi andati e, […]

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La lingua italiana, inclusi i suoi vari dialetti, è davvero ricca di sfumature, contaminazioni, diversi rimandi ai tempi andati e, soprattutto, modi di dire che riescono ad essere più efficaci di un discorso ben più lungo.

Uno di questi, per quanto sia desueto ed utilizzato solo in determinati contesti più “arcaici”, è l’espressione utilizzata nel titolo di queste righe. Ma da dove deriva esattamente l’espressione “datti all’ippica!”? Cerchiamo di capirlo insieme!

Con questa espressione non si intende dire di dedicarsi alle scommesse cavalli, ma si esorta l’interlocutore a cambiare la sua attività perché – e qui sta il gioco, dato che poteva essere inteso sia in senso scherzoso che più serio – non era molto bravo.

Un modo di dire questo che, in una maniera o nell’altra, è finito per non essere più utilizzato, ma le cui origini sono piuttosto recenti.

Pensate infatti che tale espressione non risale neanche a cento anni fa!


Pare dunque che venne coniata nel 1931 in maniera piuttosto involontaria durante un importante congresso di medicina.

Tra le autorità invitate per rappresentare l’allora partito fascista al potere in Italia c’era il generale Achille Starace (1889 – 1945).

L’uomo però arrivò con ben un’ora di ritardo perché, a detta sua, non poteva assolutamente esimersi dalla sua cavalcata quotidiana, visto che era un fervente appassionato di equitazione nonché sostenitore della forma fisica.

Quando si presentò in aula la platea di dottori ed altri rappresentanti, ovviamente, non era affatto contenta del suo ritardo e cominciò a contestarlo. È lì che nacque l’espressione in oggetto.

Achille Starace pensò dunque di zittire tutti tuonando “fate ginnastica e non medicina.

Abbandonate i libri e datevi all’ippica!” facendo regnare il silenzio nell’aula gremita di persone.

Da lì ebbe inizio tale espressione che poi, come molte altre, finì per essere dimenticata.

A tal proposito vi ricordiamo che sempre in quel periodo venne coniata anche l’espressione “fare un ambaradan” che, mentre oggi viene intesa come una grande confusione, all’epoca significava una vittoria schiacciante.

Il termine faceva riferimento al massacro di Amba Aradam in Etiopia del 1936 compiuto dall’esercito italiano nei confronti di quello degli abissini e della popolazione civile.

Una cosa simile si è poi potuta notare anche con l’espressione “fare un quarantotto” riferendosi ai primi moti indipendentisti italiani del 1848 che poi, nel 1861, porteranno alla famosa Unità d’Italia.

Ma tornando al già citato Achille Starace, che cosa successe al gerarca fascista “autore” dell’espressione “darsi all’ippica”?

Verso la fine della guerra, nel 1945, egli venne sorpreso e riconosciuto da un gruppo di partigiani mentre stava facendo i consueti esercizi ginnici all’aperto.

Inutile dire che venne catturato, processato rapidamente ed infine fucilato. Insomma, possiamo dire che, in quell’occasione, il voler stare in forma ebbe praticamente l’esito opposto!


E se qualcuno volesse dedicarsi all’ippica oggi su che cosa potrebbe orientarsi? In Italia l’ippica si divide in due filoni principali quali il trotto (tradizionale, montato e con pariglie) ed il galoppo (corse in piano e ad ostacoli divise a loro volta in steeple-chases e cross country).

I cavalli, invece, in tre quali a sangue ardente (purosangue), a sangue caldo (salto ad ostacoli) e a sangue freddo (lavori agricoli).





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