| Dalla magia alla difesa del libero arbitrio: il valore dell’immaginazione
Tuttavia, l’uomo conserva la responsabilità dell’accesso alla salvezza; una responsabilità che, secondo Ficino, si forma non solo sulla conoscenza delle relazioni che intercorrono tra i diversi piani dell’esser, ma sul grado di consapevolezza della propria posizione astrale e quindi delle influenze operate dai pianeti. Questa posizione è elaborata nel De vita dove supera quelle posizioni dualistiche tra corpo e anima ancora presenti nella Theologia platonica per elaborare una filosofia dell’interazione e del reciproco convergere fra disposizioni spirituali e costituzione corporea.
Come già Plotino aveva intravisto nell’astrologia la riduzione dell’uomo ad «un’esistenza di pietre scagliate»[10], anche Ficino nel terzo libro del De vita, commento alle Enneadi, critica un’astrologia eccessivamente deterministica che non potrebbe lasciare spazio alla teoria della concordia mundi. Infatti, la simpatia universale permea la realtà ponendosi come medio tra coro e anima e lascia all’uomo il compito di innalzare lo spirito con l’aiuto delle stelle e attraverso la purificazione, predisponendosi a ricevere gli influssi positivi del Sole, di Giove e di Venere (le tre Grazie), evitando quelli negativi di Saturno.
La magia, controparte dell’astrologia, scioglie dal determinismo astrologico per cui l’uomo può cercare di migliorare il proprio stato morale e fisico coordinando e adeguando tutte le sue attività, i suoi pensieri, gli abiti, l’alimentazione, le persone che frequenta con il flusso astrale che vuole catturare. La magia permette cioè di manipolare e indirizzare gli influssi astrologici a proprio vantaggio sottraendosi alle correnti negative del proprio oroscopo. Considerando il microcosmo in analogia con il macrocosmo Ficino riscatta il libero arbitrio dell’uomo aprendo alla possibilità di un rapporto armonico con l’universo. Di conseguenza il filosofo mago non cerca i fatti per quello che sono ma per quello che significano. A Ficino, medico e filosofo, interessa la rete analogica che lega i diversi oggetti simbolici tra di loro. I rimandi ininterrotti tra i simboli e i diversi significati conducono a nuovi significati creando uno stretto legame tra immagine e immaginazione, tra immagine e realtà.
La teoria delle immagini planetarie costruisce una dimensione altra che amplia la conoscenza di sé e del mondo, ma Ficino per non scalfire l’ortodossia cattolica evita sia di nominare i decani, legati ai demoni delle stelle, sia di trattare i canti connessi con l’innologia magico-demonica orfica, anche se per il valore che attribuiva all’ascolto musicale credeva nel beneficio derivante dall’ascolto di questi inni ai quali sembra si accompagnasse con una lira da braccio.
La traduzione del Corpus ermeticum che completò prima dell’aprile del 1463 (una copia era stata portata da un inviato di Cosimo, leopardo da Pistoia, dalla Macedonia nel 1462) influì notevolmente sul concetto di immaginazione nel suo rapporto con la ratio e quindi anche sulla concezione della magia come uso terapeutico.
Il Corpus ermetico faceva derivare la percezione del mondo dalla disposizione dell’animo e dalle passioni e quindi recuperava un legame tra parte sensitiva e rapporto cognitivo con l’immagine (ratio). Nel terzo libro del De vita il rapporto tra le facoltà dell’anima, immaginazione, ragione e mente, risolve il problema dell’inserimento dell’uomo nella fitta rete di influssi astrali salvandone la libertà.
«Nell’anima, invero, ora noi poniamo l’immaginazione, la ragione, la mente. La nostra immaginazione può senz’altro, o per la qualità e il movimento dello spirito, o per una nostra scelta, o anche per entrambi questi fattori, disporsi, comporsim, conformarsi a marte e al Sole, in modo che sia sull’istante capace di ricevere gli influssi di Febo e di Marte. In modo simile la ragione, o per mezzo dell’immaginazione e dello spirito insieme, o per nostra deliberazione, o per entrambi, può imitandolo in un certo modo, porsi in un armonico rapporto con Giove, per prendere, grazie alla sua dignità e vicinanza, Giove stesso e i suoi doni molto meglio che l’immaginazione o lo spirito, così come questi ultimi per la medesima ragione prendono gli influssi celesti molto meglio che le cose e qualsivoglia materia inferiore. Infine la mente che contempla, per quel tanto che si separa non solo dalle cose che sentiamo, ma anche da quelle che comunemente secondo i costumi degli uomini, immaginiamo e argomentiamo, e con l’affetto, al concentrazione e la vita si ritira alle cose separate, in un cento modo si espone a Saturno. Solamente a costei Saturno è propizio».
Secondo Garin, la relazione tra imaginatio e ratio è evidenziata da Ficino in alcune annotazioni su Pisciano di Lidia quando fa riferimento a Proteo e al camaleonte: «La tesi di Ficino è molto significativa: è attraverso la potenza creatrice dell’immaginazione che si rivela soprattutto la eccezionale condizione dell’uomo»[12].
Inoltre, la vis immaginativa, nel momento in cui Ficino indaga dal punto di vista fisiologico le potenzialità umane, individuali, di mediazione tra il mondo sensibile e il mondo intellegibile, appare utile anche per tracciare una linea di demarcazione tra le pratiche degli astrologi e quelle dei maghi, tra magia naturalis (fondata sulla naturale corrispondenza tra le cose) e magia demoniaca (realizzata mediante l’intervento di anime scisse dai corpi, demoni o anteli).
La magia e l’astrologia non vengono considerate da Ficino manifestazioni di superstizioni, ma tecniche legittime, rivolte allo studio dell’ordine naturale (astrologia) o alla realizzazione del dominio dell’uomo sulla natura (magia). L’idea di operare sulla natura è un’esigenza umanistica che si ritrova in altri intellettuali del tempo interessati a difendere la libertà umana rispetto al determinismo naturale. Il mago, sacerdos nella lingua persiana, deve possedere studium e ingenium. E’ il sapiente che legge nelle stelle la storia umana, decifra il libro del cielo, prevede gli eventi e con la sua arte opera per sfuggire alle conseguenze dannose.
Il fatto che tutto si prevedibile con l’astrologia limita la libertà, che invece viene esaltata dalla magia che, oltretutto, lega astrologia a medicina.
L’importanza data dall’intellettuale fiorentino all’immaginazione, anche se non è chiara la distinzione tra immaginazione come sensus communis aristotelico o come phantasia quale capacità che si muove su un piano preconcettuale, rivela un interesse verso il funzionamento dei meccanismi conoscitivi ai fini terapeutici e in questo modo di procedere che è anche autoreferenziale Ficino porta allo scoperto la dualità del «genio moderno» che vive l’esperienza di un profondo dualismo interiore tra l’affermazione di sé e il dubbio di sé.
La malinconia, alla quale sembra che il genio non posa sottrarsi, sia naturalis che adusta, viene considerata da Ficino sia come disposizione che come costituzione umana nella sua complessità di sintomi e cause, ma diviene curabile. In questo atteggiamento attivo finalizzato a delimitare gli effetti negativi, si insinua la coscienza dei limiti dati con la propria naturalità. Il saturnino può così, in analogia alla posizione stellare del proprio pianeta, raggiungere le sfere più alte dell’attività umana.
fonte https://mikeplato.myblog.it/2018/12/26/la-...arsilio-ficino/
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