| La dieta alcalina è quella che consigliava la dottoressa intervistata dalle Iene. Negli USA in galera, in Italia in TV ed a fare conferenze a pagamento...e poi dicono che da noi non si è liberi... Queste persone sono state considerate pericolose per la popolazione e autrici di affermazioni scorrette, fraudolente e dannose. Tutti e tre hanno spiegato di averlo fatto non per interesse ma per la voglia di "raccontare un altro punto di vista".
Non vi ricorda qualcosa? Già, ricorda la risposta della trasmissione televisiva Le Iene, quella che ha pubblicizzato prima il "veleno di scorpione cubano" come cura anticancro, poi il "metodo Zamboni" come cura anti sclerosi multipla, poi il "metodo Vannoni" come cura per tutte le malattie neurodegenerative ed infine la dieta per curare il cancro. Le varie vicende hanno dei finali piuttosto prevedibili, il "veleno di scorpione" è in realtà acqua in vendita a 250 euro al flacone, il "metodo Zamboni" non ha funzionato e le ricerche dicono che non cura la sclerosi multipla, il "metodo Vannoni" non ha curato nessuno e l'inventore è sotto processo per reati gravissimi e le diete non curano il cancro (magari!). Mentre chi ha problemi di salute resta senza parole per queste cure miracolose (tranne "il metodo Zamboni, che ha seguito il normale iter scientifico) che chissà perché sono nascoste nelle tasche di poveri geni incompresi, tutti i medici e gli studiosi del mondo, in una puntata, vedono crollare mesi di spiegazioni, lavoro, studio, cura del paziente. Da noi, che risposte danno le tramissioni "diversamente attendibili"? Come hanno risposto Le Iene alle (inevitabili) critiche ricevute? "Abbiamo solo raccontato una storia". Sono sembrati anche un po' infastiditi, non capendo con sguardo leggermente nel vuoto il motivo di tante proteste. La risposta è la stessa che danno tutti quelli che scrivono con superficialità, la stessa che danno ordini dei medici (!) che organizzano convegni su false medicine, la stesso fanno associazioni e comuni che danno il loro patrocinio ad incontri di pseudomedicina: "sentiamo l'altra campana". Ma quando "l'altra campana" è un delirio di falsità, una pubblicità a pericolose pratiche sulla salute, che "campana" è? Che "storia" stai raccontando? Evidentemente non sanno (ma come fanno a non saperlo?) che tante persone che li seguono potrebbero avere una malattia grave, un tumore, una malattia neurodegenerativa, un problema genetico, che tanti di loro stanno seguendo delle cure, spesso ricche di effetti collaterali, dure da seguire. Non sanno (?) che tutti coloro che hanno malattie gravi sono letteralmente disperati, sanno che potrebbero non farcela, che potrebbero morire, lasciare le persone care, perdere la battaglia contro la malattia. Esistono persone ingenue, senza cultura, che credono a qualsiasi cosa venga detta in TV, che non sanno distinguere lo spettacolo dalla scienza. Questo Le Iene e tutti i media che soffiano sul fuoco delle false cure, non lo sanno (evidentemente, perché se lo sapessero sarebbero degli avvoltoi). O lo sanno ma si girano dall'altra parte vendendo la sofferenza degli altri per un proprio tornaconto?
Non sanno neanche che ad un malato grave, la proposta anche teorica, ipotetica, piena di "se" "forse", "potrebbe" "sarebbe", diventa una speranza reale, meglio di niente, meglio della sofferenza, un tentativo in più. Eppure dovrebbe essere risaputo.
Non sanno che infondere il dubbio ingiustificato e solo a scopo di intrattenimento in chi sta male non è un buon lavoro né un servizio utile, aumenta il disagio di chi è già a disagio, le paure (che già ci sono così, senza bisogno del dubbio) e per chi è più debole è un rischio gravissimo perché può causare scarsa collaborazione, abbandono della terapia, c'è chi è morto per aver abbandonato la terapia della cattiva "medicina ufficiale" per le teorie deliranti di un ciarlatano. Non sanno neanche che i loro servizi pubblicitari, hanno indotto ed inducono centinaia di persone ad acquistare da persone senza scrupoli false cure, a spendere ingenti somme di denaro per inseguire speranze vendute da cialtroni che si fingono geni, si favorisce la nascita di decine di ambulatori (spesso disastrati) appena fuori dai confini italiani nei quali si offrono trattamenti con il "metodo Zamboni" (per niente controllati dallo stesso Zamboni) a chi ne faccia richiesta, a centri "medici" che vendono pozioni e flaconi di "bevande miracolose" o curano con flebo di bicarbonato che fanno schiantare giovani malati a prezzi esorbitanti Tutto questo Le Iene e certi mezzi di comunicazione non lo sanno, evidentemente. Se si vuole fare informazione utile ed onesta, intanto si prendono le giuste misure per evitare tragedie, perché il danno, quando fatto, non puoi più recuperarlo con un semplice ed ipocrita "ho solo raccontato una storia", perché con il tuo "racconto" rischi di uccidere qualcuno, di farlo soffrire, di illuderlo. Non è un buon servizio far credere a chi sta male che la soluzione è lì, pronta e sicura, nascosta dalle migliaia di medici, ricercatori e scienziati e venduta (guardacaso venduta) da qualcuno spuntato dal nulla. Fa spettacolo, certo, ma lo spettacolo fatelo con le ballerine, i truffatori da quattro soldi, fate qualche inchiesta, occupatevi delle aziende farmaceutiche che ci fregano con falsi studi o con farmaci inutili. Queste inchieste sono difficili, complicate, si rischia anche qualche denuncia, ma se siete giornalisti "d'inchiesta", questo fa parte del vostro lavoro, è un rischio da correre se volete toccare argomenti delicati, esattamente come nel lavoro del medico il rischio è quello di sbagliare, persino di danneggiare (capita, purtroppo capita). Un medico non corre mai il rischio di sbagliare o danneggiare quando somministra flaconi d'acqua per il cancro (perché è chiaro ed è "noto" che l'acqua non cura il cancro né altre malattie), non sbaglierà mai quando consiglia una dieta per curare il cancro (perché è noto che le diete non curano il cancro, stupido chi ci crede). Un professore di psicologia non sbaglierà mai quando dice di aver inventato una cura per tutte le malattie, perché non deve rendere conto all'ordine dei medici, perché non sarebbe radiato, non verrebbe licenziato e così un non giornalista (i conduttori de Le Iene che hanno propagandato false cure non sono giornalisti) non rischia nulla professionalmente perché la sua professione è quella di "raccontare", di parlare, di condurre ed intrattenere. Non si può "radiare" un intrattenitore e non esiste l'"ordine professionale dei conduttori televisivi". Voi non rischiate nulla, fate rischiare, non subirete danni, li procurate. Ma visto che sembrate non saperlo, forse quello che è successo negli Stati Uniti potrebbe succedere anche in Italia, giusto per ricordare che ogni nostro gesto dev'essere fatto con la consapevolezza di non fare del male, se fai rischiare la salute alla gente, ne paghi le conseguenze, l'abuso di credulità è ancora un reato o no? Che ognuno si assuma le proprie responsabilità quindi, perché questo va ben oltre il semplice buon senso e l'onestà intellettuale e professionale (abbondantemente travalicate), va nella responsabilità personale.
Perché se un medico sbaglia è condannato ma se sbaglia un conduttore televisivo cerca la scusa e continua a fare quello che ha fatto? Perché non posso somministrare ad un mio paziente una medicina creata da me, a casa, ma se un ordine dei medici incoraggia a farlo è tutto permesso? Perché se un ingegnere sbaglia ne paga le conseguenze ma una trasmissione non deve rispondere dei suoi danni? Perché se un geologo sbaglia gli fanno un processo ed invece un presentatore l'anno prossimo sarà sempre lì con la prossima "cura per tutte le malattie"? I senatori americani hanno chiamato il rischio che fa correre il dottor Oz a chi lo segue come "effetto Oz", ovvero l'effetto negativo e dannoso che può avere un personaggio noto e mediaticamente famoso sulla salute e quindi sulla popolazione, da noi esiste un "effetto Iene"? Non sarebbe il caso che come un medico, un professionista, un dipendente pubblico che sbaglia pagherà, lo faccia anche un intrattenitore con la voglia di fare informazione ma che pur di attirare spettatori non si pone neanche il dubbio del limite da non oltrepassare? Quando questo succede con un ordine dei medici o con un patrocinio di un'amministrazione comunale, non sarebbe il caso di rinfacciare a chi di dovere le responsabilità del caso? Oppure: continuiamo con l'indifferenza dello "scaricabarile", tanto la pellaccia non è né del presentatore TV e nemmeno del presidente dell'ordine dei medici, così possiamo continuare a "raccontare storie", di truffe sulla salute, ma sempre storie sono.
Alla prossima.
www.medbunker.it/2014/11/leffetto-iene.html fonte
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