|
|
| Nel complesso, il potenziale di un’ulteriore sostituzione geografica non ancora considerata nei dati osservati del 2022 dipenderà interamente dall’Algeria. A luglio, Sonatrach ha dichiarato l’intenzione di fornire altri 4 Bcm nel 2022, oltre ai 21 Bcm che l’Italia ha ricevuto dall’Algeria nel 2021, con inizio delle consegne ad agosto. Ad oggi, tuttavia, i flussi algerini nell’agosto 2022 sono stati in media di 61,5 milioni di metri cubi al giorno. Si tratta di un valore inferiore alla media dei flussi giornalieri tra marzo e luglio (circa 62,7).
Risultati
Nel caso della Germania, fortemente dipendente dal gas russo, un completo blocco dei flussi di gas russo in assenza di variazioni dei consumi sarebbe disastroso (Scenario 1). Tuttavia, il consumo tedesco di gas è già diminuito in media del 15 per cento nei primi 6 mesi dell’anno rispetto al 2021, nonché del 9 er cento rispetto al consumo medio degli stessi mesi del 2019, 2020 e 2021. Una contrazione stabile della domanda di gas pari al 15 per cento sarebbe difficile, ma se la Germania continuasse a risparmiare energia a questo ritmo, si ritroverebbe ad avere gas a sufficienza per resistere a uno scenario di taglio completo dei flussi di gas russo (Scenario 2), anche se azzerando completamente gli stoccaggi. Supponendo che la Russia continui a inviare circa il 10 per cento dei flussi di gas, un tasso di risparmio energetico del 15 per cento consentirebbe alla Germania di disporre di circa il 7 per cento del proprio stoccaggio entro la fine dell’inverno (Scenario 3). Ciò non significherebbe affatto garantire alla Germania una posizione confortevole, e richiederebbe una continua e consistente riduzione della domanda e un probabile razionamento preventivo per evitare l’esaurimento dello stoccaggio in caso di shock imprevisti – tuttavia si tratta di una prospettiva leggermente meno sfavorevole di quella che molti avevano previsto. Qualsiasi scenario con maggiori afflussi russi risulterebbe più positivo.
Figura 1 – Offerta e domanda di gas in Germania (percentuale del consumo di gas)
L’Italia parte da una posizione più favorevole rispetto alla Germania in termini di dipendenza dalla Russia per il gas. Tuttavia, il consumo di gas è diminuito in misura significativamente minore: solo il 2 per cento in media nei primi 6 mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021. In confronto alla media dello stesso periodo del 2019-21, il consumo di gas è aumentato dello 0,7 per cento.
Come mai si riscontrano queste differenze di risparmio energetico? Un chiaro motivo risiede nella percentuale di gas utilizzato per la produzione di energia elettrica rispetto al consumo totale di gas, che risulta più elevata in Italia (circa 35 per cento) rispetto alla Germania (circa 15 per cento) e che costituisce un’area in cui la sostituzione può rivelarsi particolarmente problematica nel breve periodo. Tuttavia, il consumo di gas per la produzione di energia elettrica è diminuito del 3 per cento in Germania nei primi 6 mesi dell’anno rispetto alla media per lo stesso periodo del 2019-21. In Italia, la stessa misura è aumentata del 9 per cento. Escludendo la componente della produzione di energia elettrica, la discrepanza è ancora notevole: il consumo di gas è diminuito del 10 per cento in Germania durante i primi 6 mesi dell’anno rispetto alla media dello stesso periodo del 2019-21, mentre in Italia la stessa misura è diminuita solo del 3 per cento.
Se da un lato questo dato rispecchia indubbiamente una crescita economica più sostenuta in Italia rispetto alla Germania nello stesso periodo, dall’altro anche la politica conta. Finora il governo italiano si è concentrato maggiormente sul proteggere i consumatori dall’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia piuttosto che sull’incentivare il risparmio energetico a livello sistemico. L’Italia ha speso il 2,8 per cento del Pil in poco meno di un anno (uno dei tre maggiori interventi nell’Ue) per misure finalizzate a ridurre l’impatto dei prezzi sui consumatori. Sebbene alcune agevolazioni siano necessarie per proteggere i più bisognosi, gli interventi non mirati hanno il rovescio della medaglia di ridurre gli incentivi al risparmio energetico o alla sostituzione del gas.
In Germania dall’altro lato, risparmi e sostituzioni stanno accadendo anche dove sembrava inizialmente impossibile. La casa automobilistica Audi, per esempio, ha dichiarato di poter sostituire il 20 per cento del suo consumo di gas a breve termine, e che solamente il 10 per cento del gas che utilizza non è sostituibile. Il gigante del settore chimico Basf ha indicato che può sostituire il 15 per cento del gas usato per riscaldamento e vapore con l’uso del petrolio, e può rimpiazzare il gas utilizzato per la produzione di ammoniaca importandola. L’acciaieria Arcelor Mittal inoltre ha detto di poter ridurre il consumo di gas passando all’importazione di materiali metallici.
A questo ritmo di risparmio energetico, basato sui dati al 31 agosto 2022, l’Italia esaurirebbe il proprio stock di gas entro la primavera del 2023, persino se la Russia continuasse a inviare il 10 per cento dei flussi (Scenario 3). L’Italia dovrebbe aumentare i propri risparmi energetici per far fronte a uno scenario di taglio totale dei flussi di gas russo (Scenario 2), in cui la domanda supererebbe l’offerta entro la fine di febbraio. L’aggiustamento della domanda richiesto risulta molto più contenuto in termini assoluti rispetto a quello necessario in Germania, anche se dovrebbe comunque ammontare ad almeno il doppio di quanto osservato finora.
segue
|
| |