IL FARO DEI SOGNI

Campania

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Campania


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La Campania (AFI: /kamˈpanja/) è una regione italiana a statuto ordinario dell'Italia meridionale di 5 588 664 abitanti, avente per capoluogo Napoli.

È la regione più popolosa e più densamente popolata del Mezzogiorno; a livello nazionale è terza per numero di abitanti (dopo la Lombardia e il Lazio) e seconda per densità di popolazione, preceduta soltanto dalla Lombardia.

Situata tra il mar Tirreno a sud-ovest e l'Appennino meridionale a nord-est, ha una superficie di 13670,95 km². La regione confina a nord-ovest con il Lazio, a nord con il Molise, a nord-est con la Puglia e a est con la Basilicata.

Oltre alla città metropolitana di Napoli include le province di Avellino, Benevento, Caserta e Salerno. Lungo le coste della Campania si aprono i quattro golfi di Gaeta, di Napoli, di Salerno e di Policastro.


L'entroterra era abitato già agli inizi del I millennio a.C. dagli osci, cui seguirono i sanniti di stirpe italica.

Dall'VIII secolo a.C. lungo la costa si svilupparono diversi insediamenti di popolazioni di civiltà greca dai quali ebbero origine le colonie magnogreche di Pithecusa, Cuma, Parthenope, Neapolis e Poseidonia.

La pianura campana costituì anche l'estremo limite meridionale dell'espansione etrusca. Nella seconda metà del IV secolo a.C., con le guerre sannitiche la regione fu posta sotto l'influenza di Roma, che la ribattezzò Campania felix in riferimento alla fertilità delle sue pianure.

Con il tramonto della civiltà romana si disgregò anche l'unità politica della regione, che dal VI secolo finì in gran parte sotto l'influenza longobarda e in misura minore sotto quella bizantina.


Nel XII secolo, con l'ascesa della dinastia normanna, la regione ritrovò unità politica sotto la corona del Regno di Sicilia (con l'eccezione della città di Benevento, che fu invece assoggettata allo Stato della Chiesa).

Dal XIII al XIX secolo, con il susseguirsi delle dinastie angioine, aragonesi e borboniche, il regno di Napoli, e in particolare la capitale e la sua corte, divennero uno dei principali poli culturali, artistici ed economici d'Europa.

In epoca contemporanea la regione, con il resto del Mezzogiorno, attraversa invece una situazione di persistente difficoltà di sviluppo socioeconomico rispetto al nord del Paese, nota come questione meridionale.

Grazie a dieci riconoscimenti, la Campania è la seconda regione italiana (alle spalle della Lombardia, che ne ha undici) per siti ed elementi iscritti nelle liste dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO: la dieta mediterranea, l'arte dei "pizzaioli" napoletani, le macchine a spalla di Nola, il centro storico di Napoli, la reggia di Caserta, il complesso monumentale di Santa Sofia di Benevento, Pompei con Ercolano e Oplonti, la costiera amalfitana, il parco nazionale del Cilento con Paestum, Velia e la certosa di Padula, nonché la transumanza; tuttavia, se si considerano soltanto i beni materiali, è al quinto posto con sei riconoscimenti.

In Campania si trovano cinque dei venti siti statali più visitati nel 2020.



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Edited by ÇRÌS - 11/3/2024, 22:39
 
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Origini del nome



Il coronimo Campania non è di certa etimologia. Esso deriverebbe, secondo alcuni, dal termine latino campus, ossia campagna; secondo altri, dal termine osco Kampanom con cui si indicava l'area soggetta alla città di Capua antica, per secoli centro principale dell'Etruria campana; altri ancora ritengono che derivi da una commistione linguistica tra i due termini precedenti.

In ogni caso è certo che, in origine, per "Campania" si intendesse esclusivamente la fertile pianura campana (Campania felix) popolata, oltre che dai coloni etruschi e greci (questi ultimi stanziati lungo la fascia costiera), anche dagli antichi Campani di stirpe italica; del resto lo stesso termine "Campania" comparve relativamente tardi (a partire dal II secolo a.C. con gli scritti di Polibio), mentre in precedenza si parlava esclusivamente di ager Campanus (="agro campano") oppure si faceva ricorso a una perifrasi.

Tuttavia, dopo l'istituzione della provincia di Campania (la cui sede amministrativa fu fissata proprio a Capua), l'uso del termine "Campania" si estese molto soprattutto verso nord, poiché il confine settentrionale della provincia era stato fissato sul fiume Tevere. In seguito, dopo che i Longobardi conquistarono gran parte del settore centro-meridionale della provincia (ad eccezione di Napoli), il coronimo "Campania" sopravvisse quasi esclusivamente nella fascia più settentrionale dell'ormai ex provincia, per indicare cioè le aree situate immediatamente a sud di Roma (da esso deriva infatti la denominazione di Campagna romana).

Altrove il termine "Campania" scomparve inesorabilmente dal linguaggio parlato (salvo sporadiche sopravvivenze, come ad esempio nel caso di Campagna in provincia di Salerno), pur rimanendo saltuariamente in uso nelle scritture del ceto dotto.[27]

La definitiva "riesumazione" del coronimo avvenne soltanto in epoca post-unitaria, allorché si decise di ripescare tale antica denominazione per attribuirla a un "compartimento" (poi elevato a regione) dell'Italia unita, benché i confini compartimentali (e poi regionali) fossero sensibilmente diversi da quelli della Campania antica.



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Dalle origini all'Impero romano


Il popolamento umano della Campania, e in particolare delle aree interne appenniniche, è attestato fin dal Paleolitico medio, ossia fin dall'epoca dell'uomo di Neandertal; a quel periodo risalgono infatti le selci lavorate e scheggiate a patina bionda che si emergono in gran numero e in più punti dell'altopiano di Camporeale (presso Ariano Irpino) e di altri territori limitrofi, mentre il vicino insediamento neolitico de La Starza costituisce il più antico insediamento stabile della regione.

Nel I millennio a.C. è attestata la presenza di popolazioni di ceppo indoeuropeo quali gli Osci (od Opici), gli Aurunci, gli Ausoni, i Sidicini e i Sanniti, i quali parlavano la lingua osca (una lingua indo-europea del gruppo italico) e risiedevano nelle aree interne e montuose, mentre l'Agro campano era occupato dagli Etruschi e la fascia costiera fu soggetta alla colonizzazione greca.

Il principale centro etrusco fu Capua, mentre i primi insediamenti greci portarono alla nascita di centri come Pithecusa (Ischia), Kyme (Cuma), Parthenope prima e Neapolis poi (Napoli), Dikaiarcheia (Pozzuoli), Poseidonia (Paestum), Elea (Ascea) e Pixunte (Policastro Bussentino); quest'ultime tre, però, si trovavano nell'antica regione della Lucania.

La Campania divenne così uno dei centri culturali più importanti della Magna Grecia, la quale in seguito eserciterà un'influenza decisiva sulla società romana e poi sull'intera civiltà occidentale.

Lo stesso alfabeto latino, con buona probabilità, deriva dall'alfabeto greco calcidese di Cuma.

La prima delle colonie greche in Campania e nell'intero Mediterraneo occidentale fu l'isola di Ischia (già sede di insediamenti punico-cartaginesi a partire dal X secolo a.C.), dove agli inizi dell'VIII secolo a.C. un élite tecnico culturale proveniente da Calcide di Eubea si insediò priva di armi e con il consenso dei Cartaginesi nella baia di Lacco Ameno, luogo ben noto ai Cartaginesi, in funzione osservativa delle abilità tecnologiche delle comunità etrusche nel lavorare il ferro dell'Elba.

Il primo stanziamento, detto dai greci Pithecusa, ebbe carattere misto tra la cultura greca e quella cartaginese e precedette temporalmente anche quelli di Naxos e Megara Hyblaea nella Sicilia meridionale (in realtà, il geografo Strabone, nonché l'attento studio del mito della Sirena Partenope e degli altri fatti storici riconducibili a quel periodo, hanno fornito buone tesi a proposito di un antecedente insediamento Rodio posto nell'isolotto di Megaride.

Esso, riconducibile al IX secolo a.C., costituirebbe il primo nucleo delle futura Napoli). In seguito ai buoni rapporti intessuti da questa avanguardia, tra cui va ricordato il passaggio dell'alfabeto greco agli etruschi, avvenne lo stanziamento di coloni che dapprima interessò l'isola di Ischia e poi si allargò in terraferma ad un'area limitata e di marginale interesse, per la preesistente civiltà etrusco-sannita, ed in particolare nel napoletano.



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Dapprima essi si insediarono a Kyme (il punto della terraferma di fronte a Lacco Ameno) e poi a Dicearchia (Pozzuoli) e a Monte Echia e sull'isola di Megaride dove fondarono, nella seconda metà dell'VIII secolo a.C., il punto di osservazione ed epineion di Parthenope.

Neapolis, la città nuova, venne realizzata sul finire del VI secolo a.C. (ovvero la Napoli attuale), nella quale fu realizzato un impianto urbanistico "per strigas" (a strisce) costituito da plateiai e stenopoi, divenuti poi, nell'epoca romana, l'area dei decumani di Napoli.

È interessante inoltre notare come la popolosa e densa città metropolitana di Napoli occupi uno spazio decisamente esiguo nella complessiva superficie regionale.

L'insediamento greco avvenne, infatti, solo lungo le coste, mentre la parte interna era abitata dagli etruschi che diedero vita ad una lega di dodici municipi con a capo Capua, Nuceria, Nola, Acerra, Suessula.


Già da tempo i Sanniti, che vivevano sulle montagne circostanti, si erano insediati lungo la costa campana, instaurando contatti commerciali con gli Etruschi ed i Greci; a questo punto i Sanniti si divisero in due "fazioni" una agglomerata lungo la costa che aveva familiarizzato con le altre popolazioni, l'altra che continuava a vivere in montagna isolandosi dalle altre culture e vedendo malamente l'altra fazione; infatti nel 343 a.C. la ricca città campana di Capua aveva chiesto aiuto ai romani contro i Sanniti, che praticavano atti di guerriglia, però i Romani non riuscirono a debellare i Sanniti, ma in cambio si allearono con Capua.

Si alimentò, di nuovo, la coalizione antiromana chiamata "Lega Latina" cui i romani facevano parte, ma che a causa di "litigi" ne uscirono non senza lottare; quindi dopo circa 150 anni dalla sua formazione, la lega latina venne sciolta (nel 341 a.C., quando finì la prima guerra sannitica) a causa dell'intromissione negli affari romani nella Campania; le città che restarono fedeli a Roma vennero premiate con la cittadinanza romana.

Anche Napoli chiese l'alleanza ai romani solo per ottenere la cittadinanza, però in questo caso il senato non consultò il parere del popolo e i Sanniti ritornarono all'azione scatenando la seconda guerra sannitica (326-304 a.C.) riuscendo a sconfiggere i romani presso Caudium, nella battaglia che prese il nome delle "Forche Caudine".

A causa di questa pesante sconfitta i romani rimodellarono l'esercito per potersi confrontare con i sanniti che vivevano sulle montagne. Nella terza guerra sannitica (298-290 a.C.) i romani si videro contro i Galli, gli Etruschi, i Sanniti e altre genti italiche, che riuscirono a sconfiggere nella battaglia di Sentino (295 a.C.) nelle Marche; e nel 290 a.C. contro gli Etruschi quando Manio Curio Dentato li costrinse alla pace.

Durante la seconda guerra punica, solo poche città si allearono con i Cartaginesi; la più importante fu Capua, che fu riconquistata nel 211 a.C., mentre la maggior parte della regione restò fedele a Roma.

Amministrativamente fece parte della Regio I Campania che si trasformò poi, ai tempi di Diocleziano, nella Provincia Campaniae; entrambe le giurisdizioni si estendevano all'attuale Lazio meridionale, ma non comprendevano le aree del Cilento e Vallo di Diano (legate alla Lucania) né tantomeno l'estremo entroterra irpino (aggregato all'Apulia et Calabria).

Durante il periodo romano, molti potenti costruirono lungo la costa le proprie ville estive.

Anche dal punto di vista economico ci fu uno straordinario sviluppo dell'agricoltura e del commercio, la regione era infatti da sempre una delle zone più ricche del mondo classico e romano e ciò le valse l'appellativo di Campania Felix.

A Napoli, presso l'attuale castel dell'Ovo, morì dopo il 511 d.C. l'imperatore Romolo Augusto, la cui precedente deposizione nel 476 d.C. aveva decretato la caduta dell'Impero romano d'Occidente.



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Dai Longobardi al vicereame spagnolo



A partire dal V secolo d.C. la Campania perse progressivamente la sua unità poiché piccole parti del suo territorio andarono a Bisanzio e tutto il resto ai principi longobardi.

Sul finire del V secolo d.C., infatti, i Longobardi scesero in Italia arrivando fino in Campania e ivi costituendo il ducato di Benevento.

Con la caduta di Pavia il ducato di Benevento divenne principato fino ad essere annesso, verso l'XI secolo, al possedimento del pontefice (denominato per questo dagli storici il balcone del Papa sul Sud Italia).

Da Benevento erano stati staccati i principati di Salerno e Capua, i quali non entrarono a far parte dello Stato della Chiesa.

Il ducato di Napoli cadde in mano bizantina nel 536, ma ben presto tale territorio si ribellò alle autorità centrali, divenendo un vero e proprio Stato autonomo.

Affrancandosi dal governo bizantino sorsero analoghe entità statuali indipendenti a Gaeta, a Sorrento e ad Amalfi, rappresentando in diverse occasioni un efficace argine all'espansione saracena nei territori del Sud e del Centro Italia.

Significative in tal senso le "leghe campane" costituitesi tra tali quattro ducati nell'849 e nel 915, quando furono combattute vittoriosamente la battaglia di Ostia e la battaglia del Garigliano.

Nell'anno 1022 i Normanni acquisirono la contea di Ariano, quindi (nel 1030) il feudo di Aversa, ceduto da uno degli ultimi duchi di Napoli: tali episodi storici provocarono l'ascesa della potente dinastia normanna.

Nel giro di un secolo, a partire da quegli avamposti, furono in grado di unificare e sottomettere politicamente buona parte dei territori del Mezzogiorno d'Italia.

La Campania venne compresa nel Regno di Sicilia, e affidata ai rispettivi sovrani (Altavilla, Hohenstaufen, Angioini e Aragonesi).

Con i Vespri siciliani, ci fu l'inizio della guerra dei novant'anni.

Il Regno di Sicilia si divise e alla dinastia angioina rimase il Sud Italia continentale che divenne quindi Regno di Napoli. Seguì poi la dinastia aragonese, sotto il cui regno Napoli divenne uno dei più importanti centri del Rinascimento e dell'Umanesimo.

Alfonso V d'Aragona, riuscì a ricostituire momentaneamente l'unificazione dei due Regni. Napoli sotto questo sovrano divenne una vera e propria capitale del Mediterraneo.


Con Carlo V il Regno di Napoli divenne un viceregno della Spagna, con capitale Napoli.

La politica dei sovrani spagnoli, non di rado fu incentrata su una gravosa pressione fiscale dovuta alle molte guerre del tempo in cui era coinvolta la Spagna; il viceregno napoletano era infatti uno dei principali fornitori di denaro e uomini per la causa spagnola: ciò a volte scatenò rivolte da parte delle classi più povere.



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La famiglia dei Borbone ed il Regno delle Due Sicilie


Dopo la guerra di successione polacca e la parentesi austriaca, la Campania passò al regno dei Borbone di Napoli.

Il primo re fu Carlo di Borbone, noto per aver attuato molte riforme sia economiche che legislative, con cui Napoli sottolineò il suo status di grande capitale europea.

Inoltre, durante il suo regno, con lo scopo di dare una degna sede di rappresentanza al suo reame, fu costruita la reggia di Caserta, opera di Luigi Vanvitelli terminata nel 1845 e definita l'ultima grande realizzazione del barocco italiano.

Nel contesto della campagna napoleonica in Italia e delle repubbliche giacobine, nel 1799 fu proclamata a Napoli la Repubblica Partenopea che, tra problemi finanziari e focolai insurrezionali, ebbe però vita breve, venendo sconfitta dal cosiddetto esercito sanfedista, cui seguì una repressione feroce con numerose condanne a morte.

In seguito, dopo tale brevissima ma intensa esperienza, Napoleone Bonaparte nominò Re di Napoli prima suo fratello Giuseppe e poi suo cognato Gioacchino Murat che abolì definitivamente il feudo.

Dopo l'età napoleonica il Congresso di Vienna riaffidò il Regno di Napoli ai Borbone, che lo riuniranno al Regno di Sicilia, dando vita al Regno delle Due Sicilie: inizialmente la capitale del regno fu Palermo, ma l'anno successivo fu spostata a Napoli.

Durante il Regno delle due Sicilie, in Campania si ottennero primati e innovazioni storiche: il maggior complesso industriale metalmeccanico d'Italia (Pietrarsa, diventato poi museo) con oltre mille addetti e famoso anche in Europa, la maggior industria navalmeccanica d'Italia (a Napoli e Castellammare di Stabia; quest'ultimo primo in Italia per grandezza con 1.800 operai), la prima nave a vapore dell'Europa continentale (la Ferdinando I), la prima nave da guerra a vapore d'Italia (la pirofregata Ercole), la prima nave a propulsione ad elica (la Giglio delle Onde), la prima nave munita di macchina a vapore costruita interamente in Italia (la Ettore Fieramosca), la prima nave militare ad elica ed in metallo (la Borbone), il primo esperimento di illuminazione elettrica in una città italiana (a Capodimonte), i primi ponti sospesi d'Italia (il Ponte Real Ferdinando sul Garigliano e il Ponte Maria Cristina), il primo albergo per i poveri (il Real Albergo dei Poveri), la prima ferrovia e le prime stazioni in Italia (1839, linea Napoli-Portici), il primo teatro lirico d'Europa (il San Carlo), il primo sistema di fari lenticolari in Italia, il primo osservatorio sismologico al mondo (l'Osservatorio Vesuviano), i primi conservatori musicali, diverse scuole di "Arti e mestieri", il primo sistema pensionistico d'Italia (con la Legge sulle Giubilazioni e Pensioni del 3 maggio 1816) ed il primo statuto socialista del mondo (seterie di San Leucio).


Nonostante ciò, il regno rimaneva una monarchia assoluta e la Campania fu coinvolta nei moti liberali del 1820, che si manifestarono nella rivolta capitanata dal generale Guglielmo Pepe: intimorito, il re Ferdinando elargì dapprima una Costituzione, per poi ritirarla e reprimere l'opposizione chiedendo l'aiuto militare austriaco.

Ciò si ripeté nei moti del 1848 quando, dopo l'ennesima insurrezione, Ferdinando II concesse una carta costituzionale; dopo pochi mesi però il sovrano la revocò sciogliendo le camere e ripristinando l'assolutismo.

Inoltre la regione fu colpita, come il resto d'Europa, da epidemie di colera che falcidiarono la popolazione del regno nel 1835-37 e nel 1854-55; in molti luoghi scoppiarono tumulti che in vari casi sfociarono in vere e proprie sommosse.



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Dall'unità d'Italia al fascismo




Anche la Campania fu poi coinvolta nelle rivolte liberali e nei moti per l'Unità d'Italia, finché nel 1861 la regione venne conquistata ed annessa al nascente Regno d'Italia.

Anche a causa delle nuove politiche nazionali post-unitarie nel campo economico e della gestione dei beni pubblici, la Campania, come il resto d'Italia, visse il problema dell'emigrazione.

Ciò contribuì a incrementare il brigantaggio che, nato in Basilicata, si diffuse nel resto del Meridione e fu duramente represso dall'esercito italiano.


A fine XIX secolo, Napoli fu oggetto di una profonda trasformazione urbanistica con la demolizione di numerosi fabbricati e la costruzione di nuovi quartieri ed edifici; in questo periodo ci fu la nascita di numerosi Café-concert e di un dinamico ambiente culturale e sociale nella ex capitale.


La regione fu coinvolta nella Grande Guerra, con Napoli che nel 1918 venne bombardata dall'aviazione tedesca nonostante fosse lontana dal fronte di battaglia e lamentando molte vittime civili.

Sempre la città partenopea fu protagonista dell'adunata fascista del 1922, a cui seguì la Marcia su Roma che portò al potere Mussolini.


Nel 1925 venne inaugurata nella città partenopea la prima metropolitana in Italia, con la tratta Napoli-Pozzuoli.


***
Dalla seconda guerra mondiale al XXI secolo
***



Durante la seconda guerra mondiale la Campania fu teatro di alcune famose operazioni militari, come lo sbarco a Salerno e le Quattro giornate di Napoli.

Nel periodo che seguì lo sbarco la città di Salerno ospitò i primi governi dell'Italia post-fascista e la famiglia reale divenendo di fatto capitale d'Italia fino alla liberazione di Roma (metà agosto 1944).

Nel dopoguerra la Campania fece parte di quel gruppo di regioni del Sud Italia fonte di emigrazione soprattutto verso il Nord Italia, pur conservando una struttura economica più solida rispetto al resto del Mezzogiorno.


Nel 1980 la regione fu sconvolta dal terremoto dell'Irpinia che colpì alle ore 19:34 di domenica 23 novembre: una forte scossa di magnitudo 6,9 sulla scala Richter, della durata di circa 90 secondi con un ipocentro di circa 30 km di profondità.

Tra i comuni più devastati vi furono Sant'Angelo dei Lombardi, Lioni, Torella dei Lombardi, Conza della Campania, Teora, Laviano, Calabritto, Senerchia e altri paesi limitrofi.

Non mancarono però effetti del sisma anche in tutta l'area centro meridionale della penisola, compreso Napoli.

Nel 1994, infine, iniziò la crisi dei rifiuti in Campania e l'intera regione versa in uno stato di emergenza relativo allo smaltimento ordinario dei rifiuti solidi urbani.

Lo stato di emergenza è poi cessato ufficialmente dopo oltre 15 anni, sulla base di un decreto legge approvato dal governo italiano il 17 dicembre 2009 che ha decretato il termine dello stato di emergenza e del commissariamento straordinario.



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Geografia Fisica


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La Campania è prevalentemente collinare (50,8%), il 34,6% di essa è montuosa e il 14,6% pianeggiante.

Monti principali: Matese, monti Trebulani, monti Picentini, monti Lattari, Taburno, Terminio, Cervialto, Polveracchio, Alburno, Cervati
Vulcani: Vesuvio, Campi Flegrei, Epomeo, Roccamonfina.


Valli principali: Valle Caudina, Valle del Cervaro, Valle del Miscano, Valle del Sele, Valle dell'Ufita, Valle Telesina, Valle Vitulanese, Vallo di Diano, Vallo di Lauro.


Fiumi principali: Garigliano, Volturno, Sarno, Sele, Tanagro, Calore Irpino, Ofanto.


Laghi principali: Lago Falciano, Lago del Matese, Lago d'Averno (di origine vulcanica), Lago di Patria, Lago Lucrino, Lago Fusaro, Lago Miseno, Lago di Telese, Lago Laceno.


Pianure: Pianura Campana, piana del Sele.

Isole: Ischia, Capri, Procida, Nisida, Vivara.

Coste: costa flegrea, costiera sorrentina, costiera amalfitana, costiera cilentana.

I confini dei territori che compongono l'attuale regione Campania hanno subìto modifiche (talora drastiche) più volte nel corso della storia.

Parte del Cilento per esempio, anticamente faceva parte della Lucania, mentre fino al 1927 i territori della provincia di Caserta comprendevano anche i circondari di Sora e Gaeta, oltre che le isole Ponziane, prima che per volontà di Mussolini venissero inglobati nei territori dell'odierno Lazio, sciogliendo così la storica Campania felix.



***
Subregioni
***


La regione, al di là della suddivisione amministrativa, include diverse aree storicamente, culturalmente e morfologicamente diverse tra loro.

Anticamente, la Campania Felix andava dal Liri-Garigliano fino al Sele, comprendendo tutta la zona pianeggiante della Campania oltre ai rilievi di Vesuvio e Monti Lattari. Le altre zone facevano parte del Sannio e della Lucania.

In epoca alto-medievale la regione era suddivisa tra il Ducato di Amalfi, il Ducato di Napoli, il Principato di Capua, il Principato di Benevento e il Principato di Salerno.

Ad eccezione dei primi due, essi si estendevano anche sulle regioni limitrofe. Molto importanti furono anche la Contea di Ariano e la Contea di Aversa, le quali rappresentarono le prime sedi dei Normanni, poi insediatisi su tutto il Meridione (eccetto che a Benevento).

Dopo il medioevo, invece, essa era divisa in due entità amministrative: la Terra di Lavoro, che partiva dalla costa di Sorrento e dal Vesuvio comprendendo tutte le pianure fino ai confini nord-occidentali del Regno di Napoli; il Principato e Terra Beneventana, poi a sua volta suddiviso tra Principato Citra (ovvero Salerno e Cilento) e Principato Ultra (ovvero l'Irpinia).

Dunque, partendo da nord-ovest, le subregioni sono: la Terra di Lavoro con la Città metropolitana di Napoli; il Sannio; l'Irpinia; il Salernitano comprendente l'Agro Nocerino, la costiera amalfitana e il Cilento-Vallo di Diano.


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Terra di Lavoro



La Terra di Lavoro è una regione storico-geografica legata alla Campania, ma suddivisa attualmente tra Lazio (corrispondente ai circondari di Sora e di Gaeta), Molise (corrispondente alla zona di Venafro) e Campania (corrispondente alla piana campana).

Era famosa per le sue floride e favorevoli condizioni agricole ed economiche, essendo geograficamente la porta di confine tra il sud e il centro Italia: da ciò il nome antico di Campania Felix, e quello medioevale di Terra di Lavoro.

Anticamente, fu colonizzata da molti popoli: c'erano insediamenti Etruschi, Oschi, Greci, e, in seguito, Latini.

La sua città più importante era la città più ricca dell'Italia Preromana, Capua, che fu infatti scelta da Annibale come base ed era stata economicamente in competizione con la stessa Roma, nonostante le pesanti decurtazioni che le furono imposte per la guerra.

Sembrerebbe che in epoca normanna la Terra di Lavoro si estendesse profondamente nell'entroterra; ciò sarebbe confermato dal re di Francia Filippo Augusto il quale, in marcia da Otranto a Roma nel 1191, affermava espressamente che il passaggio dall'Apulia alla Terra Laboris avveniva all'altezza di Sanctus Luctredus (ossia Sant'Eleuterio, l'antica Aequum Tuticum presso Ariano Irpino).

Non è però del tutto chiaro se il sovrano intendesse riferirsi agli effettivi confini feudali (nell'ambito del regno di Sicilia) o piuttosto ai due versanti geografici (adriatico e tirrenico) della penisola italiana.

In seguito, a partire dal periodo svevo, il giustizierato (poi elevato a provincia) iniziava dal Vesuvio e giungeva a nord-ovest fino ai confini del regno di Napoli.

I suoi confini furono ridisegnati per la prima volta nel 1806 dal Dominio Napoleonico, con la separazione della provincia di Napoli per via del carattere urbano di cui essa si era differenziata.

La seconda volta, invece, il 2 gennaio 1927 il regime fascista sancì la definitiva divisione della provincia, ingrandendo le provincie di Frosinone e di Littoria (attuale Latina), con l'intento di ingrandire la regione Lazio ed alimentare l'economia nascente delle paludi bonificate.

A parte alcuni comuni di confine, che furono associati alle provincie di Campobasso, di Benevento e di Avellino, il resto della provincia fu ri-accorpato, invece, con la provincia di Napoli dandole un respiro territoriale ed esaltandone il ruolo di "perla del Mediterraneo", così come diceva la propaganda del regime.

[50][53] Fu poi con l'avvento del primo governo post-bellico presieduto da Ivanoe Bonomi, che il territorio della vecchia Terra di Lavoro sarà di nuovo separata, a costituire quella che è la Provincia di Caserta dall'11 giugno 1945.




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Sannio



Il Sannio è la regione storica che fu abitata dal popolo dei Sanniti (in osco Safineis) tra il VII-VI secolo a.C. fino alla romanizzazione del territorio.

Il territorio è in massima parte compreso nella zona appenninica, montuoso o talvolta pianeggiante e senza sbocchi sul mare, diviso fra l'Abruzzo, il Molise, la Campania, la Basilicata e la Puglia.

La subregione, in Campania, comprende il versante meridionale dei monti del Matese in provincia di Caserta e nonché gran parte della provincia di Benevento. In epoca preromana il Sannio inglobava anche l'Irpinia.


***
Irpinia
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L'Irpinia corrisponde a grandi linee all'attuale provincia di Avellino; confina a nord-ovest con il Sannio, a sud-ovest con l'Agro nolano e l'Agro nocerino sarnese, a sud-est con la Lucania e a nord-est con la Daunia.

In epoca preromana vi risiedeva l'antica tribù sannitica degli Irpini. Il territorio è articolato in valli e alture, presenta un clima rigido d'inverno con precipitazioni intense (talvolta a carattere nevoso), e relativamente mite d'estate.

Proprio in Irpinia sorgono il comune più alto della regione, ossia Trevico (nella zona della Baronia) con un'altitudine 1090 m s.l.m., e il comune più esteso della Campania, ossia Ariano Irpino (nell'Irpinia settentrionale) con i suoi 186,74 km².


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Cilento
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Il Cilento è una subregione montuosa della Campania che si protende come una penisola tra i golfi di Salerno e di Policastro, nella zona meridionale della regione, dichiarata dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità.

Si distingue dal resto della Provincia di Salerno, perché anticamente era parte della Lucania (insieme con il Vallo di Diano e il golfo di Policastro) e perché non è stato interessato ugualmente da urbanizzazione e industrializzazione (vedi "Cristo si è fermato ad Eboli", famoso libro di Carlo Levi).

Nel 2021 nel Cilento si collocano 14 delle 19 bandiere blu che la regione detiene. Ci sono importanti resti archeologici come i ben conservati templi di Paestum e come la più importante ma meno conservata città di Elea/Velia, casa dei primi filosofi occidentali, ed importanti luoghi culturali ed artistici come la Certosa di San Lorenzo.

Lungo la costa, oltre ad altri punti suggestivi, ci sono le note Cala Bianca e Baia degli Infreschi, che nel 2013 e nel 2014 rispettivamente sono state nominate come le spiagge più belle d'Italia.

Tra gli altri siti, vi si trovano anche gli scavi di Velia, l'antica Elea. Infine, quasi tutta l'area cilentana (180.000 ettari), nel 1991 è divenuta parco nazionale.

Nel Vallo di Diano, che insieme agli Alburni ed al Cilento formano il parco nazionale, si trovano le grotte di Pertosa ovvero le grotte dell'Angelo di Pertosa-Auletta.



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Rilievi e Colline



Tra i rilievi si possono distinguere la dorsale appenninica centrale, decorrente da nord-ovest a sud-est e comprendente diversi massicci (Matese, monti Trebulani, Taburno, Avella, Tuoro, Terminio, Cervialto, Alburno, Cervati), seguita verso est da una zona concava (Benevento, San Giorgio del Sannio, Apice) e, ancora più oltre, da una serie di altipiani più o meno profondamente incisi (Montecalvo, Savignano, Ariano Irpino).

Nella zona litorale si ergono massicci di origine vulcanica (Somma-Vesuvio, Campi Flegrei, Roccamonfina) e di origine sedimentaria (Monti Lattari e Monte Massico).

Persino il capoluogo di regione, pur affacciandosi sul mare, si struttura su diverse colline. Le principali sono quella di Posillipo, quella del Vomero, quella dei Camaldoli e quelli Aminei.

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Pianure
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Di tutta la regione, circa solo un quinto è formato dalle pianure. Le principali sono localizzate essenzialmente nel casertano e lungo la costiera cilentana.

Le pianure più importanti sono: a nord quella del fiume Garigliano e quella del fiume Volturno; quest'ultima confina a sud con il solco del fiume Sarno e costituisce la Pianura Campana propriamente detta, fertile ed intensamente popolata. Ricordiamo, inoltre, la pianura del fiume Sele a sud, formante la piana di Paestum e la pianura di Salerno.

Più a est vi è il Vallo di Diano, che si distende tra i massicci dell'Alburno, del Cervati e dei Monti della Maddalena, attraversato dal fiume Tanagro che in origine era un grande lago pleistocenico.


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Coste e Isole
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Le coste campane, incluse quelle delle isole del golfo di Napoli, hanno una lunghezza complessiva di circa 500 km e sono tutte bagnate dal mar Tirreno. Tra le tre province che si affacciano sul mare, quella di Caserta è l'unica che lo fa interamente in pianura.

In provincia di Napoli invece, su 225 km di costa solo il 31% è basso. Diverso il discorso per la provincia di Salerno che si divide a metà con il 47% delle coste basse.

Tra le coste più importanti e famose, per natura, bellezza e cultura, ci sono quelle della penisola sorrentina e la cilentana.

La penisola sorrentina è un territorio attraversato all'interno dai monti Lattari e proteso verso il mar Tirreno. Amministrativamente è appartenente per metà alla città metropolitana di Napoli e per l'altra metà alla provincia di Salerno.

Il versante che si affaccia sul golfo di Napoli costituisce la costiera sorrentina, invece quello che si affaccia sul golfo di Salerno forma la costiera amalfitana.

L'arcipelago Campano è composto da tre isole principali, Ischia, Capri e Procida, famose in tutto il mondo per le loro bellezze naturali, e da altre due isole minori, Vivara (collegata a Procida da un ponte) e Nisida (collegata al continente).


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Coste


Le più importanti coste sono queste:

Costiera sorrentina



La costiera sorrentina è una costiera appartenente alla penisola sorrentina che si affaccia sul versante che dà al golfo di Napoli.

Data la bellezza paesaggistica, storica, culturale della costa e data la sua rilevanza gastronomica, la stessa è intensamente sfruttata per fini turistici.

I comuni che costituiscono la costa sono sei: (da sud verso nord) Massa Lubrense, di cui fa parte Sant'Agata sui Due Golfi con il panoramico monastero del Deserto, Sorrento, Sant'Agnello, Piano di Sorrento, Meta e Vico Equense.


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Costiera amalfitana
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La costiera amalfitana è uno dei tratti di costa più famosi al mondo, simbolo dell'Italia all'estero ed uno dei punti d'eccellenza del turismo nazionale.

Delimitato ad ovest da Positano e ad est da Vietri sul Mare e divenuta, nel 1997, patrimonio dell'umanità UNESCO, la costa prende il nome dalla città che costituisce il cuore della stessa, non solo geograficamente ma anche storicamente: Amalfi.

I comuni che fanno parte della costa sono quattordici: Amalfi, Atrani, Cetara, Conca dei Marini, Corbara, Furore, Maiori, Minori, Positano, Praiano, Ravello, Scala, Tramonti e Vietri sul Mare.

Poco dopo la Punta della Campanella, nel Golfo di Salerno, tra le varie insenature, si trova la rinomata Baia di Ieranto, bene del FAI.


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Costiera Cilentana
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La costiera cilentana comprende il tratto di costa che va dal golfo di Salerno a quello di Policastro ed è un tratto di costa molto noto per la sua bellezza naturalistica.

Delle diciannove bandiere blu regionali al 2021, ben quattordici appartengono a questa costa.

I comuni che ve ne fanno parte sono: Agropoli, Ascea, Camerota, Capaccio, Casal Velino, Castellabate, Centola, Montecorice, Pisciotta, Pollica, Positano, San Mauro Cilento, Sapri e Vibonati.



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view post Posted on 23/4/2024, 21:41     Top   Dislike
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Isole - Capri


L'isola di Capri è un'isola nel golfo di Napoli. Situata di fronte alla costiera sorrentina, è celebre per la sua bellezza sin dai tempi dell'antica Grecia.

L'isola è, a differenza delle vicine Ischia e Procida, di origine carsica. Inizialmente era unita alla penisola sorrentina, successivamente è stata sommersa in parte dal mare e separata quindi dalla terraferma, dove si trova lo stretto di Bocca Piccola.

Capri presenta una struttura morfologica complessa, con cime di media altezza (Monte Solaro 589 m e Monte Tiberio 334 m) e vasti altopiani interni, tra cui il principale è quello detto "di Anacapri".

Oltre che per la Grotta Azzurra è famosa in tutto il mondo per la presenza di tre scogli alti circa 100 metri chiamati Faraglioni.


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Ischia
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L'isola d'Ischia con i suoi 46 km² di superficie e i circa 61 000 abitanti è la terza isola più popolata in Italia.

Dal punto di vista amministrativo si divide in sei comuni: Barano d'Ischia, Casamicciola Terme, Forio, Ischia, Lacco Ameno e Serrara Fontana.

Dal punto di vista strettamente naturale l'isola presenta diverse peculiarità, dovute anche alla sua origine vulcanica, che tra l'altro ha reso possibile lo sviluppo di una fiorente attività economica, legata al turismo sia esso turismo termale, che turismo balneare. Il Monte Epomeo, è la cima più alta dell'isola d'Ischia con i suoi 789 metri. Per raggiungerlo si può arrivare sino alla località detta Fontana e poi si deve proseguire a piedi sino alla vetta o, come usavano i contadini di un tempo, a dorso di un asino.

In prossimità della vetta in tufo verde vi sono i resti di un eremo e la chiesetta dedicata a S. Nicola di Bari. Dalla cima si può ammirare uno scenario di incomparabile bellezza che va da Capri, a Ponza, Gaeta, Napoli, il Vesuvio, i Monti Lattari e la penisola sorrentina.

L'isola fu colpita da un terremoto nel 2017, il cui epicentro era localizzato nella zona del Maio (parte alta del comune di Casamicciola); vi furono una vittima e circa 3000 sfollati a causa degli ingenti danni alle abitazioni nella zona dell'epicentro ma, come già avvenuto nel sisma del 1883, lasciando intatto tutto il resto dell'isola, che ha attuato una rapida ripresa dell'attività turistica.




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view post Posted on 27/4/2024, 18:04     Top   Dislike
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Li Galli



Li Galli è un arcipelago appartenente al comune di Positano ubicato pochi chilometri a sud della penisola sorrentina e costituito da tre isole tutte disabitate: Il Gallo Lungo, La Rotonda e La Castelluccia (o Isola dei Briganti).



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Megaride
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L'isolotto di Megaride è una piccola isola di Napoli che fu di fatto il primo nucleo greco insediatosi in città.

Lo sbarco avvenne intorno al IX secolo a.C. costituendo prima la città di Parthenope e solo dopo il V secolo a.C., spostatosi nella zona interna della città, si costituì la Nea Polis.

Domina sull'isolotto il Castel dell'Ovo (costruito in epoca romana come villa) e nell'area circostante ad esso sorge il borgo Marinari, caratterizzato da casette e ristoranti.

L'isolotto di Megaride, secondo una leggenda greca, vedrebbe sepolta al suo interno il corpo della sirena Partenope, lasciatasi morire subito dopo il rifiuto di Ulisse.


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Nisida
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Nisida (dal greco Nisida, piccola isola) è una piccola isola appartenente all'arcipelago delle isole Flegree, posta a pochissima distanza dalle coste di Capo Posillipo, all'interno del territorio della città di Napoli.

Il suo "status" di isola, anticamente pacifico, viene contestato dai cittadini perché è collegata alla terraferma da un ponte di pietra, che a sua volta ha "preso con sé" un altro isolotto.



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13 replies since 3/2/2024, 08:00   1066 views
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