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Pioraco è un comune italiano di 990 abitanti[1] della provincia di Macerata nelle Marche.
Geografia fisica
Il paese si trova a valle dell'immissione dell'affluente di destra Scarsito nel fiume Potenza, il quale attraversa quindi l'abitato con una serie di rapide. L'alta valle del fiume si restringe infatti in questo punto, tra i monti Primo (1300 m s.l.m.) e Gemmo (1254 m s.l.m.), mentre il torrente Scarsito passa tra i monti Primo e Gualdo (1065 m s.l.m.).
Entrambe le valli dovevano essere in passato occupate da bacini lacustri, ancora esistenti alla fine del XV secolo e già del tutto scomparsi entro il 1660.
Storia
Il territorio era frequentato in epoca neolitica e conserva tracce di un santuario dell'età del bronzo sulla cima del Monte Primo (fine dell'XI-prima metà del X secolo a.C., frequentato fino in epoca ellenistica[4].
In età romana era presente un insediamento, citato dall'Itinerarium Antonini come Prolaqueum. Il nome deriva dalla prossimità ad un lago in seguito scomparso.
Si trattava di un insediamento romano della regio VI Umbria, al confine tra i territori dei municipi di Camerinum (Camerino) e di Matilica (Matelica). Era situato in corrispondenza di un doppio attraversamento del fiume Potenza, con i ponti Marnone e "delle cartiere", dove questo formava un'ansa. Il luogo di sosta si trovava, tra Dubois Fiuminata e Septempeda (San Severino Marche), sulla strada romana che si staccava dalla via Flaminia arrivando fino ad Ancona, lungo la riva sinistra del fiume ("via Camellaria", da Nuceria Camellaria, oggi Nocera Umbra, presso cui si distaccava dalla Flaminia, o "via Prolaquense", o "Via Septempedana"). Nel territorio comunale sono stati rinvenuti tratti di carreggiata, in parte tagliati nella roccia e in parte sorretti da strutture di contenimento in opera quadrata.
Nell'area cittadina sono state rinvenute strutture attribuite a edifici pubblici e di culto e ad impianti termali, la cui prima fase risale all'epoca augustea. Un acquedotto portava in città le acque del torrente Scarsito e ne regolarizzava l'assetto idrico. Nella località di Malpasso sorgeva una villa che conserva pavimentazioni a mosaico.
Negli Acta Sanctorum Severini et Victorini del VII secolo si ricorda che san Vittorino avrebbe fatto penitenza nei boschi presso Prolacen.
Il castello, la cui esistenza è citata in documenti del XIII secolo, divenne residenza dei Da Varano duchi di Camerino. Già dal 1364 vi è citata la presenza di attività per la fabbricazione della carta, favorita dall'abbondanza d'acqua e tuttora attiva. I Da Varano possedevano nel luogo una "cinciara", dove si lavoravano gli stracci utilizzati come materia prima. Locali e attrezzature erano affittati agli abitanti del paese, i quali ricevevano inoltre dai duchi, che se ne erano riservati il monopolio, gli stracci da lavorare. Stemma Lo stemma venne adottato nel 1870: un gambero di fiume campeggia in uno scudo rosso sormontato da un'aquila incoronata e contornato da armi e insegne romani. Al di sotto due cartigli recano scritte in latino: "Prolaqueo Statio Militaris Romana" e "Solertiae Signum".
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