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Grazie ai monitoraggi sottomarini un gruppo di scienziati ha scoperto una barriera corallina brulicante di vita al largo delle coste delle Galápagos
Scoperta una barriera corallina piena di vita. Il monitoraggio è stato possibile grazie ad un sottomarino biposto. Le aree marine protette possono essere la soluzione per salvare e proteggere le barriere.
Una barriera corallina brulicante di vita
Immergendosi all’interno della riserva marina delle Galápagos ad una profondità di 600 metri, un gruppo di scienziati ha fatto una scoperta mozzafiato: sulla sommità di una montagna marina ancora non mappata, nella parte centrale dell’arcipelago, si è presentata davanti ai loro occhi una barriera corallina brulicante di vita. “Questo ci da la speranza che possano ancora prosperare delle barriere coralline sane, in un momento in cui il corallo è in crisi a causa dell’aumento della temperatura del mare e dell’acidificazione degli oceani” ha affermato Michelle Taylor, biologa marina dell’Università dell’Essex e co-leader della spedizione. barriera corallina
Due scienziati a 600 metri di profondità
La scoperta è stata possibile grazie al Hov Alvin (Human occupied veicles), ovvero un sommergibile di proprietà della marina degli Stati Uniti, in grado di trasportare due persone fino ad una profondità di 6.500 metri. Al comando del sottomarino la dottoressa Taylor e Stuart Banks, biologo della fondazione Charles Darwin, che grazie a sistemi imaging video a 4k sono riusciti a campionare quest’area a seicento metri di profondità, ancora sconosciuta. Prima della scoperta, infatti, si pensava che solamente la Wellington reef, a largo delle coste dell’isola Darwin all’estremo nord delle Galápagos, fosse l’unica barriera corallina sopravvissuta alla terribile distruzione del 1982 causata da un evento di El Niño. Tutto ciò a dimostrazione che le comunità di acque profonde, essendo riparate, probabilmente sono riuscite a resistere per secoli nelle profondità della riserva marina delle Galápagos, sostenendo intere e diversificate comunità marine, potenzialmente uniche.
C’è ancora molto da scoprire
Secondo Banks, aver trovato questa barriera corallina incontaminata potrebbe essere di fondamentale importanza per ricostruire gli ambienti oceanici del passato e comprendere così i cambiamenti climatici moderni. Inoltre, studiando la barriera si può riuscire a comprendere il ruolo delle aree marine protette nel ciclo del carbonio nella pesca. Ma la cosa più importante che ha affermato è che: “molto probabilmente, ci sono ancora molte di barriere coralline a diverse profondità in attesa di essere esplorate”.
segue L’accordo per proteggere l’oceano
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