| Geometria sacra antica e geometria profana moderna
Diversamente dalle euclidee e dalle geometrie più recenti, il punto di partenza dell’antico pensiero geometrico non è una rete di definizioni o astrazioni intellettuali, ma piuttosto una meditazione su un’Unità metafisica, seguita da un tentativo di simbolizzare visivamente e contemplare l’ordine formale puro che scaturisce da questa incomprensibile Unità. È l’approccio al punto di partenza dell’attività geometrica che separa radicalmente ciò che potremmo chiamare il sacro dalle geometrie mondane o secolari. L’antica geometria inizia dall’ Uno, mentre la matematica e la geometria moderne iniziano dallo Zero. Coloro che usano figure geometriche per descrivere l’inizio della Creazione devono tentare di mostrare come un’Unità assoluta può diventare molteplicità e diversità. La geometria tenta di ricatturare il movimento ordinato da un’infinita assenza di forma a una serie infinita di forme interconnesse e, ricreando questo misterioso passaggio dall’uno all’altro, lo rende simbolicamente visibile. Da entrambi i punti di vista metafisico e naturale, è falso dire che per arrivare a due, ne prendi due e li metti insieme. Basta guardare al modo in cui una cellula vivente diventa due. Perché Uno per definizione è singolare, è l’Unità, quindi comprende tutto. Non possono esserci due unità. L’unità, come simbolo perfetto di Dio, si divide da se stessa, creando così il due: il “sé” e il “me” di Dio, per così dire; l’unità del creatore e la molteplicità creata. L’unità crea dividendosi, e ciò può essere simbolizzato geometricamente in molti modi diversi, a seconda di come l’Unità originale sia rappresentata graficamente. L’unità può essere opportunamente rappresentata come un cerchio, ma la stessa incommensurabilità del cerchio indica che questa figura appartiene a un livello di simboli oltre il ragionamento e la misura. L’unità può essere riaffermata come il quadrato, che, con la sua perfetta simmetria, rappresenta anche la totalità e cede alla misura comprensibile. Nella filosofia geometrica il cerchio è il simbolo dell’Unità non manifesta, mentre il quadrato rappresenta l’Unità in bilico, per così dire, per manifestazione. Il quadrato rappresenta i quattro orientamenti primari, nord, sud, est e ovest, che rendono lo spazio comprensibile, ed è formato da due coppie di elementi lineari perfettamente uguali ma opposti, che soddisfano graficamente la descrizione della Natura universale enunciata dai taoisti e da altre filosofie antiche.
Stephen Skinner
Attualmente Stephen Skinner è un ricercatore ed esoterista australiano molto noto in terra di canguri, decisamente meno da noi anche tra gli addetti ai lavori, esperto di esoterismo occidentale, Tarocchi e Magia. Cito Skinner perché si è occupato a lungo della Geometria Sacra pubblicando nel 2006 un interessante ricerca col nome Sacred Geometry. Secondo Skinner, la Geometria Sacra offre un modo accessibile per comprendere come la connessione tra spiritualità e matematica si riveli nella natura e nelle arti. Da sempre l’uomo ha cercato di rappresentare graficamente immagini e concetti per poterli esprimere e tramandare, guidato da sentimenti di creatività e di condivisione con gli altri. La naturale evoluzione di queste rappresentazioni ha dato vita alla simbologia più specifica racchiusa nella Geometria Sacra. Questa è costruita rispettando precise misure e proporzioni che sono l’espressione grafica di fondamentali simbolismi. La sfera, il cubo, il tetraedro e le altre “figure perfette” sono sempre state oggetto di studi e ancora oggi fanno parte della simbologia che è alla base di molte filosofie, credo religiosi, scienze e discipline meditative. Il fenomeno dei Crop Circles, di recente ormai esaurito, per 20 anni ha esaltato proprio la sacralità delle forme mistiche, rammentandone l’importanza all’intera umanità. Tutta la Materia di questo Universo interagisce tra di essa seguendo determinati schemi e regole, osservabili e inscritte in queste rappresentazioni che assumono significati e concetti più complessi, importanti e profondi. Il disegno grafico si legge come frequenza in movimento, come una danza continua che presenta nella sua essenza un rapporto inscindibile fatto di Suono-Colore-Numero: questo rapporto si traduce in Musica ed Armonia. La Geometria Sacra è la manifestazione visibile di fenomeni energetico-spirituali invisibili, è la visualizzazione grafica che permette, tra differenti culture, di esprimere e condividere tradizioni, modi di comunicare i medesimi valori estetici, metafisici, matematici che ognuno di noi interpreta e vive a modo suo. Nel corso dei secoli, i costruttori di templi si sono basati sui numeri magici per modellare gli spazi sacri: gli astronomi hanno usato la geometria per calcolare le stagioni sacre e i filosofi hanno osservato l’armonia dell’universo nelle proprietà numeriche della musica. Le scoperte della matematica si sono manifestate più volte in biologia e fisica, ispirando le più grandi opere d’arte. La geometria sacra attribuisce significati simbolici e sacri a certe forme geometriche e a certe proporzioni geometriche. Si basa sulla visione di un Dio in quanto geometra del mondo. Plutarco attribuì la credenza a Platone, scrivendo che «Platone diceva che Dio Geometrizza continuamente» (Aèi ho theòs geōmetreî … Convivialium disputationum, liber 8,2). Nei tempi moderni il matematico Carl Friedrich Gauss adattò questa citazione, dicendo: «Dio aritmetizza». La geometria usata nella progettazione e costruzione di strutture religiose come chiese, templi, moschee, monumenti religiosi, altari e tabernacoli è stata a volte considerata sacra. Il concetto si applica anche agli spazi sacri come i temenoi, i boschetti sacri, i verdi dei villaggi e i pozzi sacri e la creazione di arte religiosa. Secondo Skinner, lo studio della geometria sacra ha le sue radici nello studio della natura e nei principi matematici al suo interno. Molte forme osservate in natura possono essere correlate alla geometria. Il Nautilus, ad esempio, cresce ad un ritmo costante e il suo guscio forma una spirale logaritmica per accogliere quella crescita senza cambiare forma. Le api domestiche costruiscono cellule esagonali per trattenere il loro miele. Il broccolo romanesco presenta una struttura geometrica frattalica, la sua forma globale si ripete allo stesso modo su scale diverse. Ogni singola rosetta (piccola cima) del broccolo romanesco, in altre parole, ha la forma di un piccolo broccolo. Ma quello che è più stupefacente è che il numero di rosette che compongono il broccolo romanesco è sempre un numero di Fibonacci. Ossia una cifra che fa parte dell’omonima successione, in cui ciascun numero è la somma dei due precedenti. Eccola, la successione di Fibonacci: 0, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144… e così via. Ma come è possibile che i broccoli romaneschi imitino una successione numerica? Non è facile da spiegare, ma ci proviamo: la rappresentazione grafica della successione di Fibonacci è infatti una spirale (detta appunto spirale di Fibonacci), riscontrabile anche nelle conchiglie, nei girasoli, nell’ananas, nel numero di petali di numerosi fiori, nella disposizione delle foglie sui rami. Dal centro del broccolo romanesco partono tante spirali di Fibonacci, attorno alle quali sorgono le piccole cime. Il loro numero è quindi un numero di Fibonacci. E lo stesso vale per le cime più piccole, alle quali a loro volta partono tante spirali. Queste e altre corrispondenze sono talvolta interpretate in termini di geometria sacra e considerate come ulteriore prova del significato naturale delle forme geometriche. Rapporti geometrici e figure geometriche furono spesso impiegati nei disegni architettonici dell’antico Egitto, dell’antico indiano, del greco e del romano. Le cattedrali medievali europee incorporavano anche la geometria simbolica. Le comunità spirituali indiane e himalayane costruivano spesso templi e fortificazioni su piani di progettazione di mandala e yantra. Molti dei principi della geometria sacra del corpo umano e dell’architettura antica furono compilati nell’Uomo Vitruviano disegnato da Leonardo da Vinci. Quest’ultimo disegno era basato sugli scritti più antichi dell’architetto romano Vitruvio. Skinner discute la tendenza di alcuni scrittori a posizionare un diagramma geometrico praticamente su qualsiasi immagine di un oggetto naturale o di una struttura creata dall’uomo, trova alcune linee che intersecano l’immagine e la dichiarano basata sulla geometria sacra. Se il diagramma geometrico non interseca i principali punti fisici nell’immagine, il risultato è ciò che Skinner chiama “geometria non serrata”. Secondo Paul Calter, come scritto nel suo saggio Polygons, Tilings & Sacred Geometry, in geometria sacra significati simbolici e sacri sono attribuiti a certe forme o proporzioni geometriche. Nel mondo antico, certi numeri e forme che vennero presto correlate ai numeri (poligoni, pentagoni, triangoli, quadrati, esagoni) avevano anche un significato simbolico. In antropologia, per geometria sacra si intende una caratteristica della etnomatematica e della visione del mondo di molte culture indigene. Riferimenti ad essa si trovano anche nella teologia ed in alcune filosofie della matematica. Tipicamente, le culture tradizionali considerano la geometria sacra come qualcosa che va oltre ogni descrizione algebrica. La geometria praticata dai matematici e simboleggiata nell’algebra è considerata una proiezione approssimativa del sacro; connettendosi con gli schemi matematici fondamentali, una persona può contemplare il Mysterium Magnum e il grande progetto divino del cosmo. In una simile visione, il Cosmo, seppur apparentemente caotico, presenta un suo ordine e una sua legge intrinseci e sempre in azione. Studiando la natura di questi schemi, forme e relazioni matematiche, si otterrebbe una comprensione intima delle leggi e dei misteri dell’Universo. Per molte culture tradizionali, la presenza in natura di varie strutture geometriche. Nella cultura occidentale, gli esempi più tipici di questo concetto sono forse le dottrine matematiche di Pitagora e le “forme ideali” di Platone. Nondimeno, idee simili sono state espresse in tempi più recenti da fisici quantistici come Erwin Schrödinger, Werner Karl Heisenberg e David Bohm. In effetti, questa concezione della matematica sembra essere diffusa fin dai tempi preistorici, come universale culturale della cognizione umana. Il termine geometria sacra è anche usato per indicare l’applicazione della geometria alla religione e all’esoterismo, come conseguenza diretta della concezione del cosmo sopra descritta. Gli oggetti geometrici che occupano un ruolo più importante in ambiti sacri e/o esoterici sono quelli che presentano più simmetrie, quali ad esempio i solidi platonici o i poligoni regolari, o quelli che generalmente richiamano un’idea astratta di eleganza e bellezza, quali la sezione aurea.
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