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| La situazione è talmente grave che, ogni giorno, nel laboratorio coordinato dalla dott.ssa Lahuatte un equipe di scienziati lavora senza sosta per carpire i segreti di questo insetto così piccolo ma altrettanto potente, allo scopro di apprendere il più possibile sulle sue abitudini riproduttive così da riuscire, presto, a controllarne la diffusione.
“Se non comprendiamo a pieno il suo comportamento, non possiamo sperare di vincere questa battaglia. Per questo lavoriamo sia con le larve che con gli esemplari adulti. Il nostro obiettivo è quello di addomesticare un numero sempre maggiore di mosche, convincendole che questo è il loro habitat naturale e costringendole quindi a riprodursi nelle teche. Ad oggi riusciamo ad ottenere una produzione di circa quattrocento esemplari a settimana ma vogliamo arrivare a milioni di individui entro i prossimi due anni”.
Tra le sfide che il laboratorio ha dovuto affrontare per crescere mosche in salute c’è l’alimentazione delle larve che, nonostante non si possano considerare di certo intelligenti – quantomeno non nella più comune accezione del termine – sono sicuramente pretenziose: per convincerle a mangiare, infatti, ogni giorno vengono serviti loro dei veri e propri pellet composti di sangue di pollo fornito da un’allevamento a cui i ricercatori fanno periodicamente visita.
La sterilizzazione: un inganno a fin di bene
Nonostante quando si tratta di specie aliene l’eradicazione sia spesso una delle strategie preferite, in un contesto estremamente delicato come quello delle Galapagos, e trattandosi di un insetto piccolo e già molto diffuso, è stato necessario agire su più fronti: tra le opzioni di controllo adottate ci sono la cattura attraverso esche e sostanze attrattive per gli insetti, l’utilizzo di prodotti chimici e il trattamento dei nidi di uccello con prodotti a basso rischio.
Nonappena la colonia di mosche allevate in laboratorio sarà abbastanza grande, inoltre, prenderà avvio una campagna di sterilizzazione supportata dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica che si è resa disponibile a fornire al laboratorio gli strumenti necessari a irradiare gli insetti nel periodo dello sviluppo.
“In questo modo renderemo inoffensivi gli spermatozoi dei maschi senza che né loro, né le femmine, se ne rendano conto. Li prenderemo letteralmente in giro lasciando che continuino ad accoppiarsi ma senza alcun risultato”, continua Lahuatte sorridendo. isola galapagos Le Isole Galápagos sono un arcipelago vulcanico dell’Oceano Pacifico © iStockphoto Le Galapagos: l’arcipelago dove la fauna selvatica ha ancora fiduca nell’essere umano
Nonostante il loro isolamento dalla costa dell’Ecuador, le Galapagos non sono mai riuscite a sottrarsi dall’influenza dell’uomo. Dalla loro scoperta, avvenuta nel 1535, quando Tomás de Berlanga, vescovo di Panama, ci approdò per errore, hanno subito invasioni, trasformazioni del territorio, sovrasfruttamento e inquinamento. Alcune delle più emblematiche tra le 1300 specie endemiche che vivono nell’arcipelago, sono state perseguitate per la loro carne, per le pelli, le pinne o anche, solamente, per il piacere di vederle soccombere al potere dell’uomo.
Eppure, ogni giorno, enormi colonie di leoni marini continuano a dividere le loro spiagge con gruppi di turisti entusiasti. Sule dai piedi azzurri e fregate magnifiche sorvolano i pescherecci mentre goffi pellicani pattugliano i moli in attesa di qualche scarto della pesca. Le tartarughe marine emergono, di tanto in tanto, per dare un’occhiata ai nuovi arrivati e, senza paura, sonnecchiano tra le onde… In quella che continua ad essere un’eccezionale dimostrazione di fiducia nei confronti dell’essere umano.
fonte www.lifegate.it/galapagos-mosca-vampiro-fringuelli-darwin
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