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Morrovalle (Mórro in dialetto maceratese[4]) è un comune italiano di 9 917 abitanti[1] della provincia di Macerata nelle Marche
Geografia fisica Territorio
Storia Niente fonti! Questa voce o sezione sull'argomento centri abitati delle Marche non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti. Puoi migliorare questa voce aggiungendo citazioni da fonti attendibili secondo le linee guida sull'uso delle fonti. La casa natale del cardinale francescano Giovanni da Morrovalle, vissuto dal 1250 al 1312.
Il primo insediamento urbano in questi luoghi risale al I e II secolo d.C. Poiché sono stati ritrovati nei territori del comune mosaici che abbellivano la pavimentazione di antiche domus romane e anche resti di un monumento funebre a torre, tipico della tradizione romana del tempo. La prima citazione di Morrovalle in un documento risale al 995, anno in cui l'insediamento era sotto il controllo del potente vescovo di Fermo. Nel 1053 dai territori germanici discese in Italia, Werner della famiglia dei Lenzburg, il quale andò in aiuto di papa Leone IX nella battaglia contro i Normanni. Werner (italianizzato successivamente in Guarnerio) si impadronì dei territori del comitato di Ancona, fondando la dinastia che dominerà sul ducato di Spoleto e sul marchesato di Camerino. Guarnerio I, suo discendente si impadronì dei territori di Morrovalle e divenne capostipite della nobile famiglia dei Lazzarini, signori di Morrovalle. Le sue origini sono antecedenti al Medioevo, quando il paese si chiamava Murri de Valle (forte sulla valle). Subì l'invasione longobarda e successivamente assunse l'aspetto di un castello arroccato sul colle.
Nel 1810 le autorità furono costrette ad allestire in città una caserma e degli alloggi per ospitare i soldati francesi, ma i cittadini morrovallesi si rifiutarono di provvedere al loro passaggio perché stanchi delle continue requisizioni. Negli anni seguenti, in concomitanza della battaglia della Rancia del 1815, le truppe francesi causarono ulteriori razzie.
Il 5 maggio 1815 da Morrovalle il podestà Grisei inviò una lettera al prefetto nella quale evidenziò lo stato di povertà della popolazione causato dal passaggio dell'esercito napoleonico. Nello stesso periodo presso la villa Grisei, sul colle Bellavista di Morrovalle, pernottò il generale francese Murat, Re di Napoli.
Intorno al 1831-1838 un’epidemia colpì la regione e le porte di Morrovalle vennero chiuse.
Negli anni seguenti la città non partecipò appieno ai moti insurrezionali essendo un paese molto piccolo e fedele allo stato Pontificio. La popolazione aderì per la prima volta all’ordine rivoluzionario nel 1831, abbattendo lo stemma pontificio dal comune sotto la guida di Settimio Grisei. Quest’ultimo partecipò anche alla prima guerra d’indipendenza nel 1848 insieme a Giulio Bollici, Benvenuto Bartoletti e l’ufficiale Nicola Marchetti.
Durante il Risorgimento ebbe un ruolo decisivo il gruppo rivoluzionario dei "Cacciatori delle Marche", che contribuì alla liberazione di Ascoli Piceno e Fermo, di cui fece parte anche il morrovallese Saverio Grisei.
Dopo la vittoria della battaglia di Castelfidardo e la conquista di Ancona del 29 Settembre 1860, l’annessione delle Marche al Regno D’Italia si può dire compiuta.
Durante la seconda Guerra Mondiale fu nominato generale il morrovallese Tito Agosti (Morrovalle, 19 agosto 1889 – Roma, 27 gennaio 1946), Medaglia d'argento al valor militare per il combattimento sostenuto tra Torre di Zuino e Cervignano il 4 novembre 1918. Monumenti e luoghi d'interesse Palazzo Lazzarini Convento francescano Palazzo comunale
Palazzo Lazzarini, edificio del XIV secolo in stile gotico; Palazzo Roberti, costruito nel XVI secolo dimora della marchesa Vincenza Roberti; Palazzo Nada Vicoli eretto nel XVII secolo ed attribuito al Vanvitelli. Santuario della Madonna dell'Acqua Santa, del 1612, che conserva al suo interno le spoglie di Pier Francesco Greci. il convento francescano, risalente all'XI secolo e il convento dei frati cappuccini.
Nel centro storico è possibile visitare il Palazzo comunale, con la trecentesca Torre civica, il cui campanone fuso dalla premiata fonderia Pasqualini di Fermo nel 1949 pesa circa tredici tonnellate (nonostante la stazza, stranamente la sua nota è solo un DO3, purtroppo il suo diametro è di 145 centimetri), possiede anche 2 campane risalenti al XV secolo-XVI secolo.
Interessanti anche la chiesa di Sant'Agostino, la chiesa di San Bartolomeo Apostolo[5], in stile neoclassico, e la chiesetta di San Giuseppe.
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