IL FARO DEI SOGNI

Cultura libera ApertaMente

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 17/10/2023, 04:25     Top   Dislike
Avatar

SUPER VIP

Group:
Administrator
Posts:
6,923
Reputation:
+99

Status:


FB_IMG_1697513059474





Beati coloro che vedono le cose belle in luoghi umili
dove invece altre persone non vedono nulla.

Camille Pissarro

*Dipinto di Camille Pissarro, "La Ronde" (The roundelay), 1892.

 
Top
view post Posted on 19/10/2023, 04:35     Top   Dislike
Avatar

SUPER VIP

Group:
Administrator
Posts:
6,923
Reputation:
+99

Status:


FB_IMG_1697686386140





Io sono un uomo antico, che ha letto i classici, che ha raccolto l’uva nella vigna, che ha contemplato il sorgere o il calare del sole sui campi. (…) Non so quindi cosa farmene di un mondo creato, con la violenza, dalla necessità della produzione e del consumo. Detesto tutto di esso: la fretta, il frastuono, la volgarità, l'arrivismo. (…) Io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù.

Pier Paolo Pasolini, Saggi sulla politica e sulla società

*Fotografia di Sandro Becchetti; Pier Paolo Pasolini, Roma - 1971

 
Top
view post Posted on 23/10/2023, 07:53     Top   Dislike
Avatar

SUPER VIP

Group:
Administrator
Posts:
6,923
Reputation:
+99

Status:


FB_IMG_1698043942868





Circa il sacro - di Erri De Luca

Non entro in chiese e altri luoghi di culto. Spettano a chi va a svolgere una funzione religiosa, a pregare, rivolgersi, chiedere. Sono sacri per loro e non li disturbo con la mia presenza di visitatore.
In certe zone di guerra e di terremoto ho visto distruzioni di luoghi di culto. Quelle macerie mi hanno trasmesso il sentimento di qualcosa di sacro. I loro resti sparsi mi hanno spinto a un inchino interiore, un atto di riverenza. Anche un gesto: raccogliere una pietra, un frammento di altare. Ho percepito il sacro nei frantumi.
Da lettore di Antico Testamento avverto il fervore delle generazioni che se lo sono tramandato per fede, imparandolo a memoria, ripetendolo in occasioni di festa e di lutto. Hanno rivestito quelle pagine della loro devozione trasformandolo in un oggetto sacro.
Ancora oggi la distruzione di una copia che contiene il nome della divinità è risentito come una profanazione e un’offesa grave.
Resto non credente ma sento la differenza di temperatura con una persona di fede. Nella quota di dolore che non manca a nessuno, nello scandalo delle infamie del mondo, questa persona ha una domanda da rivolgere, in replica di quella di Giobbe: perchè?
Il punto interrogativo della domanda esige la presenza dell’interlocutore, più che una sua risposta.
Non possiedo quella interrogazione, non so chiedere ai frantumi.

Erri De Luca, 9 ottobre 2023

 
Top
view post Posted on 27/10/2023, 05:29     Top   Dislike
Avatar

SUPER VIP

Group:
Administrator
Posts:
6,923
Reputation:
+99

Status:


FB_IMG_1698380947319





Eunice Newton Foote, la scienziata che ha previsto la crisi climatica

Nel 1856, molto tempo prima che l’umanità cominciasse a preoccuparsi per il riscaldamento globale, una donna statunitense di nome Eunice Newton Foote (1819-1888) fu probabilmente la prima persona a sperimentare l’effetto della radiazione solare su diverse miscele di gas e a ipotizzare che un aumento dei livelli di CO2 avrebbe potuto surriscaldare il pianeta.
Foote era una scienziata, inventrice e attivista per i diritti delle donne. Forse incuriosita dalla teoria, proposta da Luis Agassiz nel 1837, che la Terra fosse piombata nel passato in un’era glaciale, in cerca di una spiegazione, aveva cominciato a condurre esperimenti sull’interazione tra i raggi solari e diversi gas.
In un contesto in cui l’economia cresceva grazie alla rivoluzione industriale alimentata dal carbone e venivano postulate le promesse di una crescita infinita, le scoperte di Foote dimostrarono l’esistenza di un collegamento diretto tra la temperatura della Terra e la concentrazione di CO2 nell’atmosfera che andava aumentando a causa della combustione di fonti fossili. Non si trattava solo di un’importante scoperta scientifica, ma potenzialmente della scoperta del surriscaldamento globale provocato dall’attività umana.
Eunice Newton, che avrebbe assunto il cognome Foote dopo il matrimonio con il giudice e matematico Elisha Foote, nacque il 17 luglio 1819 a Goshen, nel Connecticut. Dopo una prima formazione presso il Troy female seminary, scoprì la chimica e la biologia in un vicino college scientifico. In seguito fu influenzata dai libri di testo di Almira Hart Lincoln Phelps, botanica e pioniera della partecipazione delle donne nel settore scientifico.
I coniugi Foote erano coinvolti nel movimento per i diritti delle donne e firmarono la Declaration of sentiments del 1848, la “Magna Carta del movimento delle donne” che chiedeva uguaglianza con gli uomini rispetto allo status sociale e ai diritti legali, incluso quello di voto.
L’esperimento di Foote era molto semplice: piazzò due termometri in due cilindri di vetro identici. Usando una pompa prelevò l’aria da un cilindro e ne aggiunse all’altro. Dopo aver uniformato le temperature, Foote piazzò i due cilindri uno accanto all’altro, esponendoli alla luce del Sole. Poi ne registrò la temperatura ogni due o tre minuti. Lo stesso esperimento fu condotto posizionando entrambi i cilindri all’ombra.

Confrontando i cambiamenti di temperatura, Foote osservò che “l’azione (termica ndr) aumenta con la densità dell’aria, e diminuisce quando diventa più rarefatta”. Foote ripeté l’esperimento usando aria umida e secca, aggiungendo acqua a un cilindro e deidratando l’altro usando del cloruro di calcio. In questo modo scoprì che l’aria umida era diventata significativamente più calda rispetto a quella secca. Infine, misurò l’effetto di gas diversi rispetto “all’aria comune” (l’ambiente atmosferico) e riscontrò che “gli effetti maggiori dei raggi solari […] si hanno nel gas acido carbonico”.
Foote notò che una volta rimossi i cilindri dalla luce diretta del Sole, il biossido di carbonio (o anidride carbonica) manteneva la sua temperatura elevata molto più a lungo rispetto agli altri gas. Il risultato specifico ottenuto con il biossido di carbonio e l’aria umida (e con l’aria più densa rispetto all’aria rarefatta) non era conosciuto in precedenza.
Quella scoperta rivoluzionaria, però, fu presto dimenticata, anche perché Foote non presentò le sue conclusioni in occasione di una riunione dell’American association for the advancement of science (Aaas) di Albany a New York. Fu Joseph Henry, un amico di famiglia, a illustrare il lavoro scientifico della scienziata.
Né lo studio di Foote né la presentazione di Henry furono incluse negli archivi dell’evento. Circondata dai più importanti scienziati d’America, Foote rimase ad ascoltare mentre Joseph Henry, segretario della Smithsonian institution, presentava le sue ricerche, incapace di coglierne le implicazioni.
“Un’atmosfera di quel gas (CO2 ndr) darebbe alla nostra Terra una temperatura più elevata”, scrisse Foote in un documento successivo per descrivere il suo lavoro. Forse a causa della mancata comprensione delle conseguenze della scoperta da parte di Henry o forse perché Foote era una donna, quelle conclusioni eccezionali caddero nell’oblio.

Per un secolo e mezzo il mondo ha ricordato il fisico irlandese John Tyndall come l’uomo che aveva scoperto il potenziale di surriscaldamento della CO2 e del vapore acqueo, anche se pubblicò le sue ricerche tre anni dopo Foote.
Solo nel 2011, quando il geologo e storico Raymond Sorenson si è imbattuto in un resoconto della presentazione di Henry, Foote ha ricevuto il riconoscimento che meritava. Sorensen ha immediatamente compreso che la scoperta di Foote e le sue conclusioni sull’effetto della CO2 sul clima erano precedenti a quelle di Tyndall, generando un rinnovato interesse per la vita della donna e per il suo lavoro scientifico.
Il cambiamento climatico è fortemente legato alla chimica atmosferica, e le ipotesi di Foote sugli effetti dell’anidride carbonica sulla temperatura terrestre, nonostante siano state a lungo attribuite a Tyndall, sono state fondamentali per l’evoluzione in questo campo. Da allora le emissioni di CO2 sono aumentate sensibilmente fino a raggiungere livelli pericolosi. Se la ricerca di Foote, insieme a quelle di altri colleghi che l’hanno seguita, avesse ricevuto maggiore credito, forse il mondo adesso sarebbe diverso.

Federico Grazzini (meteorologo e ricercatore), su @Internazionale

*Nell'immagine: Eunice Newton Foote (Pictorial Press Ltd / Alamy)

 
Top
view post Posted on 30/10/2023, 06:41     Top   Dislike
Avatar

SUPER VIP

Group:
Administrator
Posts:
6,923
Reputation:
+99

Status:


FB_IMG_1698644434470





La catastrofe sarà innescata da un evento imprevedibile [...].
Quel che pochi scorgevano sarà d'un tratto evidente ai più: l'economia organizzata in vista dello "star meglio" è il principale ostacolo allo "star bene".

Ivan Illich, Convivialità, 1973

 
Top
view post Posted on 2/11/2023, 04:48     Top   Dislike
Avatar

SUPER VIP

Group:
Administrator
Posts:
6,923
Reputation:
+99

Status:


FB_IMG_1698896886861





*Il giorno che i morti persero la strada di casa*
di Andrea Camilleri

Fino al 1943, nella nottata che passava tra il primo e il due di novembre, ogni casa siciliana dove c’era un picciliddro si popolava di morti a lui familiari. Non fantasmi col linzòlo bianco e con lo scrùscio di catene, si badi bene, non quelli che fanno spavento, ma tali e quali si vedevano nelle fotografie esposte in salotto, consunti, il mezzo sorriso d’occasione stampato sulla faccia, il vestito buono stirato a regola d’arte, non facevano nessuna differenza coi vivi. Noi nicareddri, prima di andarci a coricare, mettevamo sotto il letto un cesto di vimini (la grandezza variava a seconda dei soldi che c’erano in famiglia) che nottetempo i cari morti avrebbero riempito di dolci e di regali che avremmo trovato il 2 mattina, al risveglio.
Eccitati, sudatizzi, faticavamo a pigliare sonno: volevamo vederli, i nostri morti, mentre con passo leggero venivano al letto, ci facevano una carezza, si calavano a pigliare il cesto. Dopo un sonno agitato ci svegliavamo all’alba per andare alla cerca. Perché i morti avevano voglia di giocare con noi, di darci spasso, e perciò il cesto non lo rimettevano dove l’avevano trovato, ma andavano a nasconderlo accuratamente, bisognava cercarlo casa casa. Mai più riproverò il batticuore della trovatura quando sopra un armadio o darrè una porta scoprivo il cesto stracolmo. I giocattoli erano trenini di latta, automobiline di legno, bambole di pezza, cubi di legno che formavano paesaggi. Avevo 8 anni quando nonno Giuseppe, lungamente supplicato nelle mie preghiere, mi portò dall’aldilà il mitico Meccano e per la felicità mi scoppiò qualche linea di febbre.

I dolci erano quelli rituali, detti “dei morti”: marzapane modellato e dipinto da sembrare frutta, “rami di meli” fatti di farina e miele, “mustazzola” di vino cotto e altre delizie come viscotti regina, tetù, carcagnette. Non mancava mai il “pupo di zucchero” che in genere raffigurava un bersagliere e con la tromba in bocca o una coloratissima ballerina in un passo di danza. A un certo momento della matinata, pettinati e col vestito in ordine, andavamo con la famiglia al camposanto a salutare e a ringraziare i morti. Per noi picciliddri era una festa, sciamavamo lungo i viottoli per incontrarci con gli amici, i compagni di scuola: «Che ti portarono quest’anno i morti?». Domanda che non facemmo a Tatuzzo Prestìa, che aveva la nostra età precisa, quel 2 novembre quando lo vedemmo ritto e composto davanti alla tomba di suo padre, scomparso l’anno prima, mentre reggeva il manubrio di uno sparluccicante triciclo. Insomma il 2 di novembre ricambiavamo la visita che i morti ci avevano fatto il giorno avanti: non era un rito, ma un’affettuosa consuetudine.

Poi, nel 1943, con i soldati americani arrivò macari l’albero di Natale e lentamente, anno appresso anno, i morti persero la strada che li portava nelle case dove li aspettavano, felici e svegli fino allo spàsimo, i figli o i figli dei figli. Peccato. Avevamo perduto la possibilità di toccare con mano, materialmente, quel filo che lega la nostra storia personale a quella di chi ci aveva preceduto e “stampato”, come in questi ultimi anni ci hanno spiegato gli scienziati. Mentre oggi quel filo lo si può indovinare solo attraverso un microscopio fantascientifico. E così diventiamo più poveri: Montaigne ha scritto che la meditazione sulla morte è meditazione sulla libertà, perché chi ha appreso a morire ha disimparato a servire.

da Racconti quotidiani di Andrea Camilleri

 
Top
view post Posted on 4/11/2023, 07:50     Top   Dislike
Avatar

SUPER VIP

Group:
Administrator
Posts:
6,923
Reputation:
+99

Status:


FB_IMG_1699080588098





Cala Novembre e le inquietanti nebbie gravi coprono gli orti
Lungo i giardini consacrati al pianto si festeggiano i morti,
si festeggiano i morti
Cade la pioggia ed il tuo viso bagna di gocce di rugiada
Te pure, un giorno, cambierà la sorte in fango della strada,
in fango della strada.

Francesco Guccini, Canzone dei dodici mesi - dall'Album Radici, 1972

*Fotografia di Guido Harari, 1994

 
Top
view post Posted on 8/11/2023, 06:10     Top   Dislike
Avatar

SUPER VIP

Group:
Administrator
Posts:
6,923
Reputation:
+99

Status:


FB_IMG_1699420211778





Siamo tutti abituati all'esperienza di premere un tasto e vedere qualcosa accadere. Il verbo della scienza è provare, quello di tecnologia e religione è credere. La religione si interessa della salvezza dell'anima nei cieli e la tecnologia della conservazione dei dati nel cloud.

Chiara Valerio, La tecnologia è religione

 
Top
view post Posted on 14/11/2023, 05:15     Top   Dislike
Avatar

SUPER VIP

Group:
Administrator
Posts:
6,923
Reputation:
+99

Status:


FB_IMG_1699935295651





Giorno di oggi che sei finito
A stare qui ti sei divertito?
Sei stato bene in mia compagnia?
Sei dispiaciuto di andare via?
Viene la notte, io guardo fuori
Ora che fai, muori?
No, fai un giro nei posti lontani
E quando torni ti chiami domani

Bruno Tognolini

 
Top
view post Posted on 19/11/2023, 06:40     Top   Dislike
Avatar

SUPER VIP

Group:
Administrator
Posts:
6,923
Reputation:
+99

Status:


FB_IMG_1700372402308





Il mercato ha fiutato nel nostro bisogno disperato di amore l'opportunità di enormi profitti. E ci alletta con la promessa di poter avere tutto senza fatica: soddisfazione senza lavoro, guadagno senza sacrificio, risultati senza sforzo, conoscenza senza un processo di apprendimento.
Basta pensare al cambiamento di valore della parola amico tra ieri e oggi in internet per capire come i rapporti siano diventati facili e superficiali. I nuovi rapporti vivono di monologo e non di dialogo, si creano e si cancellano con un clic del mouse, accolti come un momento di libertà rispetto a tutte le occasioni che offre la vita e il mondo.
In realtà, tanta mancanza d'impegno e la selezione delle persone come merci in un negozio è solo la ricetta per l'infelicità reciproca. L'amore invece richiede tempo ed energia. Ma oggi ascoltare chi amiamo, dedicare il nostro tempo ad aiutare l'altro nei momenti difficili, andare incontro ai suoi bisogni e desideri più che ai nostri, è diventato superfluo: comprare regali in un negozio è più che sufficiente a ricompensare la nostra mancanza di compassione, amicizia e attenzione. Ma possiamo comprare tutto, non l'amore. Non troveremo l'amore in un negozio. L'amore è una fabbrica che lavora senza sosta, ventiquattro ore al giorno e sette giorni alla settimana, ha bisogno di essere ri-generato, ri-creato e resuscitato ogni giorno.

Zygmunt Bauman, Amore liquido.

*Grazie a Professor X

 
Top
view post Posted on 23/2/2024, 04:24     Top   Dislike
Avatar

SUPER VIP

Group:
Administrator
Posts:
6,923
Reputation:
+99

Status:


"La vedo ombroso, sir"
"Una persona mi ha fatto esplodere di rabbia, Lloyd"
"A volte esplodere è l'unico modo per rimanere integri, sir"
"Non bisognerebbe avere sempre una calma incrollabile?"
"Non con chi passa il tempo a demolirci, sir"
"La rabbia ogni tanto può essere edificante, Lloyd"
"Di sicuro si può renderla costruttiva, sir"

Vita con Lloyd

 
Top
view post Posted on 2/3/2024, 05:45     Top   Dislike
Avatar

SUPER VIP

Group:
Administrator
Posts:
6,923
Reputation:
+99

Status:


FB_IMG_1709354680478




La vita è fatta di piccole felicità insignificanti, simili a minuscoli fiori. Non è fatta solo di grandi cose, come lo studio, l’amore, i matrimoni, i funerali. Ogni giorno succedono piccole cose, tante da non riuscire a tenerle a mente né a contarle, e tra di esse si nascondono granelli di una felicità appena percepibile, che l’anima respira e grazie alla quale vive.

Banana Yoshimoto - Un viaggio chiamato vita

 
Top
view post Posted on 10/3/2024, 06:23     Top   Dislike
Avatar

SUPER VIP

Group:
Administrator
Posts:
6,923
Reputation:
+99

Status:


FB_IMG_1710048145146




Non dobbiamo leggere per dimenticare noi stessi e la nostra vita quotidiana, ma al contrario, per impossessarci nuovamente, con mano ferma, con maggiore consapevolezza e maturità, della nostra vita.

Hermann Hesse, Scritti letterari I, 1972 (postumo)

*Illustrazione di Catrin Welz-Stein

 
Top
view post Posted on 19/3/2024, 06:14     Top   Dislike
Avatar

SUPER VIP

Group:
Administrator
Posts:
6,923
Reputation:
+99

Status:


FB_IMG_1710825213045




Una volta c’era il padre a cui la moglie serviva la cena mentre lui guardava il telegiornale, oggi c’è quello che dà una mano quando lei glielo chiede, ma la responsabilità della gestione famigliare resta sempre sulle spalle delle donne, come se la capacità di fare il bucato venisse determinata dagli organi sessuali. E i figli, maschi o femmine che siano, imparano che i padri vengono trattati un po’ come dei fratelli maggiori, più responsabili certo, ma non allo stesso modo delle madri.
Secondo me, la chiave di questa trasformazione sta in un aggettivo – femminista – che però può suonare divisivo e tendere a creare schieramenti opposti. Questo non è un libro partigiano, non è anti-mascolinità. Piuttosto spiega come si può reinventare il ruolo dei papà, come si possono combattere stereotipi e pregiudizi ogni giorno, nella vita reale. È un libro di cui molte coppie sentivano il bisogno, perché sono in tanti a sapere quali modelli non vogliono replicare nelle loro famiglie, ma poi la pratica è complicata. Essere un padre femminista però, non significa solo dividersi equamente la gestione della casa. Significa essere consapevole delle dinamiche di genere e impegnarsi per non riprodurre stereotipi sessisti e misogini. Mi affascina l’idea di affrontare la genitorialità come una forma di attivismo, anche se questo implica porsi tante domande, sbagliare, accorgersene e cercare di migliorare.
Un esempio comune di errore? Intervistando molti giovani padri per questo libro mi sono sentito ripetere spesso che avrebbero picchiato il primo ragazzo che avrebbe chiesto di uscire alla loro bambina. Dietro questa battuta si nasconde l’idea che la figlia, se lasciata sola, non sia in grado di farsi valere e che il suo corpo sia di proprietà del padre. Ecco, questo è un esempio perfetto di un padre non femminista.
Tendiamo a replicare i modelli che abbiamo avuto, ecco perché sono convinto che il femminismo debba essere una pratica quotidiana: se i padri di oggi riescono a cambiare, per i loro figli sarà la normalità. Insomma, sono ottimista, anche se va considerato quante generazioni hanno cresciuto i bambini con un approccio patriarcale, per rendersi conto che è difficile sovvertire questo pensiero.

Jordan Shapiro, Come essere un papà moderno

 
Top
view post Posted on 31/3/2024, 05:53     Top   Dislike
Avatar

SUPER VIP

Group:
Administrator
Posts:
6,923
Reputation:
+99

Status:


FB_IMG_1711860793926




Pasqua è una grandissima rottura di uova. 🐣🥚

Andrea G. Pinketts, Ho fatto giardino, 2006

 
Top
14 replies since 17/10/2023, 04:25   1215 views
  Share