IL FARO DEI SOGNI

Riprendo il mio trono e governo il mio regno.

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RIPRENDO IL MIO TRONO
E GOVERNO IL MIO REGNO
«Finalmente ho raggiunto il MIO traguardo e risolto il segreto della mia anima: Io sono QUELLO a cui rivolgevo le preghiere, QUELLO a cui chiedevo aiuto. Sono QUELLO che ho cercato. Sono la stessa vetta della MIA montagna. Guardo la creazione come una pagina del MIO stesso libro. Sono infatti l'UNICO che produce i molti, della stessa sostanza che prendo da ME. Poiché TUTTO è ME, non vi sono due, la creazione è ME STESSO, dappertutto. Quello che concedo a ME stesso, lo prendo da ME stesso e lo do a ME stesso, l'UNICO, poiché sono il Padre ed il Figlio. Quanto a quello che voglio, non vedo altro che i MIEI desideri, che sgorgano da ME. Sono infatti il conoscitore, il conosciuto, il soggetto, il governante ed il trono. Tre in UNO è quello che sono e l'inferno è solo un argine che ho messo al MIO stesso fiume, allorché sognavo durante un incubo. Sognai che non ero il SOLO UNICO e così IO stesso diedi origine al dubbio, che fece il suo corso, finché non mi svegliai. Trovai così che IO avevo scherzato con ME stesso. Ora che sono sveglio, riprendo di sicuro il MIO trono e governo il MIO regno che è ME stesso, il Signore per l'eternità».

L’origine di questo testo è sconosciuta. Si ipotizza una provenienza egizia, ma a me non appare verosimile. Il contenuto sembra uscito direttamente dalla bocca di Draco Daatson... o da un maestro dello stesso stampo (Cagliostro? Conte di Saint Germain?). In ogni caso... è bellissimo.

 
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IL NASO BRUTTO E LE TETTE PICCOLE
Un naso può essere brutto e le tette possono essere "antiestetiche " (che termine senza senso!)? Oramai se ne vedono pochissimi di nasi storti e di tette piccole o diseguali fra loro. Non perché la natura non li produca più, ma perché tutti mettono riparo a questi "orrori della natura" usando gli interventi estetici (gli interventi sarebbero estetici, mentre il naso storto è antiestetico... cioè... va contro la bellezza!)

Ogni parte del nostro corpo esprime una qualità, e per poterla esprimere non può che essere così com'è. Un naso adunco o sporgente e una tetta piccola o schiacciata non sono buttati lì a caso, ma esprimono un significato psicologico, raccontano una storia animica.
Il karma di vite è riassunto in un naso o in una tetta!
Ma per cogliere nuovi significati si devono aprire nuovi occhi, quelli dell'anima. Come ho già detto sulla questione della Bibbia: ci sono livelli di realtà che restano invisibili a chi non vede col cuore.
Per chi è cieco un naso, una tetta o un tic nervoso ... non significano niente; sono solo difetti da eliminare e dimenticare, cancellando le vecchie foto su Facebook e mettendo quelle nuove.
Il punto è che solo gli occhi del cuore - che scorgono vari gradi di bellezza ovunque - sono gli strumenti che conducono all'Uno.
Voi invece volete arrivare all'Uno senza aver prima colto la bellezza negli inestetismi vostri e dell'umanità. Volete saltare un passaggio obbligato.
Sperate forse di arrivarci grazie alla lettera di raccomandazione di un politico!?

Il vostro cane col naso rifatto

 
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IL FUOCO ADDOSSO
Questo libro è la testimonianza della bambina bruciata dal napalm immortalata nella foto che a quell’epoca fece il giro del mondo e divenne simbolo dell’imperialismo americano. Nel libro lei racconta la sua sofferenza, ma anche il suo percorso spirituale e il suo ritrovare Dio attraverso quell’esperienza.
«Ho ancora molte cicatrici sul mio corpo e un forte dolore quasi tutti i giorni, ma il mio cuore è purificato. Il Napalm è molto potente, ma la fede, il perdono e l’amore sono molto più forti.»
Vi rammento che la guerra del Vietnam è stata l’ultima guerra nella quale i giornalisti hanno potuto fare la differenza, dopodiché gli americani hanno imparato la lezione e adesso gli “inviati di guerra” non esistono più. Peccato.
https://www.amazon.it/addosso-fotografia-r...e/dp/883122400X

 
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Ci lamentiamo se piove, se fa troppo caldo, se c’è traffico, se non troviamo parcheggio, se c’è troppo da lavorare, se non troviamo lavoro, se la paga è insufficiente.

Ci lamentiamo dei colleghi, del capo, dei dipendenti, del partner, di nostro figlio, dei nostri genitori, degli extracomunitari, dei razzisti, di quelli che arrivano in ritardo, di quelli che sono troppo precisi, del commesso che ci ha trattato male, del meccanico che ci ha rubato dei soldi.

Ci lamentiamo dei governi che nascondono le verità, del nuovo ordine mondiale, degli alieni, del sistema sanitario corrotto, dei banchieri.

Questa è la nostra vita: una lamentela continua che ci costringe ad attirare vibratoriamente proprio quelle situazioni che ci danno più fastidio, in quanto nel mettere l’attenzione su di esse forniamo loro ulteriore energia, materializzandole nella nostra vita.

Noi siamo dolori che vagano in cerca di una causa.
Viviamo in uno stato di perpetua insoddisfazione interiore e come conseguenza trascorriamo la vita attribuendo a cause esterne la nostra insoddisfazione, attraverso l’uso costante della lamentela.

Se volete cambiare radicalmente la vostra vita, alzatevi una mattina e dite: “Oggi non voglio lamentarmi di nulla”.
Ci riuscirete? No.

Ma riuscirete a vedere che vi lamentate in continuazione.
Riprovate il giorno dopo… e quello dopo… e quello dopo ancora.
Per mesi. Per anni, se necessario.

I risultati sono impagabili, tutta la vostra vita verrà trasformata: il lavoro, il denaro, l’amore di coppia, il rapporto con i figli.

(Salvatore Brizzi) <3

 
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AMORE TOSSICO
C’innamoriamo di qualcuno e crediamo per questo motivo di saper amare. In realtà di norma non si tratta d’amore, ma d’un’intossicazione da magnetismo psichico che produce una sorta di euforia. Quando si soddisfa il desiderio passionale e passa l’ubriacatura, questo surrogato dell’amore ha fine.
Dal momento che un incontro non è mai casuale, ma è voluto dall’anima, una volta esaurito l’effetto ormonale non è detto che la storia sia terminata. La coppia ha a disposizione tre strade: a) separarsi; b) proseguire il rapporto “per abitudine”, perché magari nel frattempo ci si è sposati o è nato un figlio; c) mettersi a tavolino e decidere se vale la pena continuare, entrando però in profondità nel rapporto. Terminata l’intossicazione del magnetismo astrale è infatti finalmente possibile comprendere se, al di sotto, c’era qualcosa di autentico. Allora si può decidere di gettare le maschere, divenire VULNERABILI e iniziare a dialogare su un piano di sincerità reciproca. I due devono guardarsi negli occhi e dirsi COSA vogliono dal rapporto e cosa sono disposti a cambiare di sé per farlo funzionare. Le soluzioni a) e b) sono le più facili e le più utilizzate. Questa è la più difficile, la più impraticabile, tuttavia è necessario che qualcuno cominci a provarci.

Il vostro Scarasaggio
[l’immagine è di Irina Vitalievna Karkabi]

 
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DOPO LA MORTE
Dopo la morte inizia un processo di purificazione che coinvolge prima il corpo astrale e poi quello mentale. Man mano che abbandona le sue zavorre l’anima si eleva sempre di più, passando attraverso inferno, purgatorio e paradiso, i quali sono luoghi della mente che l’individuo crea a suo uso e consumo, pur condividendo con altre anime lo stesso livello vibratorio. Esattamente come già accadeva nel mondo materiale.
Ogni anima al termine di questo percorso purificatorio staziona sul livello che le compete in attesa del nuovo ritorno nella materia. Purificarsi non significa però aver elaborato tutti i blocchi e le ferite e quindi aver esaurito le pendenze karmiche. Una ben nota legge dell’esoterismo dice che un problema nato su un certo piano può essere risolto solo su quel piano. Non possiamo risolvere dopo la morte ciò che abbiamo lasciato in sospeso qui.

La purificazione fra un’incarnazione e la successiva serve quindi a permettere all’anima di rigenerarsi nei mondi spirituali più elevati e tornare sulla Terra dopo aver “perso la memoria”, per avere così un’altra occasione evolutiva, ripartendo, almeno a livello conscio, da zero. L’argomento viene ampiamente trattato nel mio libro “Risveglio”.
Vi ricordo che incarnarsi e contribuire all’evoluzione dell’umanità è ogni volta un onore, per cui coloro che non vedono l’ora di smettere di reincarnarsi -e lavorano per questo fine- non hanno ancora capito nulla di come funziona questo pianeta.
Il vostro Scarasaggio

 
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In Te Donna ho nascosto un tesoro,
ho messo nel tuo cuore il segreto dell'Amore e della Libertà
l'alchimia perfetta dell'Uno
L'Uno é dentro di Te , sei colma di Me.
Per questo l'uomo ti inseguirà e ti desidererà sempre,
vorrà entrare nel mistero e carpirlo.
Ma egli potrà soltanto partecipare poiché Tu sei il mistero stesso.
Tu , magnifica creatura,
tu sei il dono che ho fatto all'uomo per comprenderMi e per ritornare a Me.

"Anonimo"

 
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L’IGNORANZA SPIRITUALE
Riguardo al tema di cui è qui questione, essere ignorante non equivale ad essere stupidi o non aver studiato abbastanza, come si intende solitamente quando si dà dell’ignorante a qualcuno nella nostra società.

Se io dico che uno studioso è ignorante non è mia intenzione offenderlo, così come quando mi è capitato di affermare che la scienza è la figlia ritardata della filosofia. Nelle mie parole non c’è disprezzo o senso di superiorità, bensì solo constatazione di fatto. Se non avete studiato che è possibile parlare a “differenti ottave” pur dicendo le medesime parole, non potete comprendere cosa sto dicendo (e quindi siete ignoranti!).

Essere ignorante per me significa una sola cosa: ignorare che la nostra sensazione di esistere come un ente separato che soffre e prova paura…. è solo un inganno. Questa è l’ignoranza massima che sta alla base di ogni successiva ignoranza.
Ecco perché il Buddha diceva che l’ignoranza è alla base della sofferenza dell’essere umano. Prima di provarlo sulla mia pelle, non capivo cosa l’amico Gautama volesse realmente significare.

Se tu indaghi abbastanza a lungo e con costanza questa “sensazione di esserci”, cioè di esistere come ente separato - in altre parole, se ti “ricordi te” - questa sensazione si scioglie, letteralmente, e tu realizzi in un istante intuitivo che quella “sensazione di esserci” è in fondo un ESSERE IMPERSONALE, privo di separazione. La sensazione di esistere che sentiamo quando vi poniamo attenzione, non è un individuo, non è un “qualcuno”, ma è, per l’appunto, una IMPERSONALE SENSAZIONE DI ESSERE IN VITA.

La stessa identica sensazione di esistere che avete sempre avuto e che non cambia con l’età.

Qui è il segreto, ma non vi sto illudendo che sia facile.
Il vostro Scarasaggio

AUDIO-LIBRO
SENZA IO E SENZA DIO
https://www.ilgiardinodeilibri.it/audio-do...-mp3.php?pn=130

 
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PICCOLI DEMONI
Gli stati negativi che proviamo (invidia, gelosia, risentimento, ansia e insicurezze assortite) possiedono un aspetto psicologico, ma anche uno più “occulto”: sono vere e proprie entità maligne coscienti o semicoscienti (dipende dal livello di sviluppo delle entità stesse) che si aggrappano a noi come parassiti sui piani sottili e vampirizzano la nostra energia.
Per privarle di energia è necessario divenire coscienti di questo fatto: non siamo NOI ad arrabbiarci o a provare ansia, ma queste entità che abitano dentro di noi (dei veri e propri piccoli demoni), le quali si agganciano ai nostri meccanismi psicologici preesistenti stimolandoli e ingigantendoli. Tutto ciò che fa star male noi, rappresenta cibo per loro.
Poi è necessario porsi in stato di osservazione, nel qui-e-ora, mentre si manifestano. Questo porta a prendere progressivamente le distanze e disidentificarci da esse.
In terzo luogo è necessario collegarsi alla Luce, al Cielo, all’anima, ossia alla parte più profonda di noi. In tal modo la Luce che ci passa attraverso per mezzo del nostro Cuore, le colpisce e le immobilizza, rendendole sempre meno potenti. Proprio come vampiri... non sopportano la luce.
Torneranno ancora e ancora, ma noi saremo lì ad attenderle, con la forza di tutta la nostra presenza.

Il vostro cane luccicante

 
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L’IMPOVERIMENTO DEL LINGUAGGIO

"La graduale scomparsa di alcuni tempi e modi verbali dà luogo a un pensiero al presente, limitato al momento, incapace di proiezioni nel tempo.
La generalizzazione del “tu”, la scomparsa delle maiuscole e della punteggiatura sono altrettanti colpi mortali portati alla sottigliezza dell'espressione.
Cancellare la parola ′′signorina′′ non solo è rinunciare all'estetica di una parola, ma anche promuovere l'idea che tra una bambina e una donna non c'è nulla.
Meno parole e meno verbi coniugati rappresentano inferiori capacità di esprimere le emozioni e meno possibilità di elaborare un pensiero.
Alcuni studi hanno dimostrato che parte della violenza nella sfera pubblica e privata deriva direttamente dall'incapacità di mettere parole sulle emozioni.
Senza parole per costruire un ragionamento, il “pensiero complesso” caro a Edgar Morin è ostacolato, reso impossibile.
Più povero è il linguaggio, meno esiste il pensiero.
La storia è ricca di esempi e gli scritti sono molti da Georges Orwell in 1984 a Ray Bradbury in Fahrenheit 451 che hanno raccontato come le dittature di ogni obbedienza ostacolassero il pensiero riducendo e torcendo il numero e il significato delle parole .
Non c'è pensiero critico senza pensiero. E non c'è pensiero senza parole.
Come costruire un pensiero ipotetico-deduttivo senza avere il controllo del condizionale? Come prendere in considerazione il futuro senza coniugare il futuro? Come comprendere una contemporaneità o un susseguirsi di elementi nel tempo, siano essi passati o futuri, nonché la loro durata relativa, senza una lingua che distingua tra ciò che sarebbe potuto essere, ciò che è stato, ciò che è, cosa potrebbe accadere, e cosa sarà dopo ciò che potrebbe accadere? Se un grido dovesse farsi sentire oggi, sarebbe quello rivolto a genitori e insegnanti: fate parlare, leggere e scrivere i vostri figli, i vostri studenti nelle forme più svariate della lingua italiana, anche se sembra complicata, soprattutto se complicata. Perché in questo sforzo c'è la libertà. Coloro che spiegano a lungo che si debba semplificare l'ortografia, scontare la lingua dei suoi “difetti", abolire generi, tempi, sfumature, tutto ciò che crea complessità, sono i becchini della mente umana. Non c'è libertà senza requisiti. Non c'è bellezza senza il pensiero della bellezza." di Christophe Clavé

 
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IO SONO ME STESSA
Spesso sento dire - un po’ da tutti, ma in particolare da donne - frasi come: “Io non ho peli sulla lingua, io sono sempre me stessa!” “A tante persone risulto antipatica, ma io se non altro sono autentica!” “Le persone come te mi danno fastidio e te lo dico perché sono sincera!”.
Queste frasi vengono pronunciate con orgoglio, in quanto oggi il fatto di non riuscire a trattenere i propri meccanismi psicologici viene scambiato per autenticità e sincerità e viene percepito come segno di emancipazione.
Per le persone che non svolgono un lavoro su se stesse, essere autentiche equivale ad essere schiave della meccanicità... e andarne fiere.
Ma cosa significa essere se stessi? Nell’addormentamento della coscienza equivale allo spiattellare i fastidi della propria personalità in faccia agli altri, senza filtri. E più lo si fa - cioè, più si è meccanici - più ci si sente coraggiosi e liberi.
In verità l’autenticità concerne l’identificazione con l’anima, la qual cosa richiede anni di lavoro. Ho conosciuto davvero poche persone che possono affermare di “essere se stesse” e ci sono riuscite dopo una serie di sforzi protratti nel tempo. Solo l’auto-osservazione e il ricordo di se stessi permettono di scavare sotto i gusci della personalità e toccare l’essenza. Donne (ma anche uomini) se volete ottenere l’autenticità, lasciate perdere le frasi fatte e permettetevi di scendere in profondità. Buon lavoro.
Il vostro Scarasaggio

 
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L’IGNORANZA SPIRITUALE
Riguardo al tema di cui è qui questione, essere ignorante non equivale ad essere stupidi o non aver studiato abbastanza, come si intende solitamente quando si dà dell’ignorante a qualcuno nella nostra società.

Se io dico che uno studioso è ignorante non è mia intenzione offenderlo, così come quando mi è capitato di affermare che la scienza è la figlia ritardata della filosofia. Nelle mie parole non c’è disprezzo o senso di superiorità, bensì solo constatazione di fatto. Se non avete studiato che è possibile parlare a “differenti ottave” pur dicendo le medesime parole, non potete comprendere cosa sto dicendo (e quindi siete ignoranti!).

Essere ignorante per me significa una sola cosa: ignorare che la nostra sensazione di esistere come un ente separato che soffre e prova paura…. è solo un inganno. Questa è l’ignoranza massima che sta alla base di ogni successiva ignoranza.
Ecco perché il Buddha diceva che l’ignoranza è alla base della sofferenza dell’essere umano. Prima di provarlo sulla mia pelle, non capivo cosa l’amico Gautama volesse realmente significare.

Se tu indaghi abbastanza a lungo e con costanza questa “sensazione di esserci”, cioè di esistere come ente separato - in altre parole, se ti “ricordi te” - questa sensazione si scioglie, letteralmente, e tu realizzi in un istante intuitivo che quella “sensazione di esserci” è in fondo un ESSERE IMPERSONALE, privo di separazione. La sensazione di esistere che sentiamo quando vi poniamo attenzione, non è un individuo, non è un “qualcuno”, ma è, per l’appunto, una IMPERSONALE SENSAZIONE DI ESSERE IN VITA.

La stessa identica sensazione di esistere che avete sempre avuto e che non cambia con l’età.

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Riguardo al tema di cui è qui questione, essere ignorante non equivale ad essere stupidi o non aver studiato abbastanza, come si intende solitamente quando si dà dell’ignorante a qualcuno nella nostra società.

Se io dico che uno studioso è ignorante non è mia intenzione offenderlo, così come quando mi è capitato di affermare che la scienza è la figlia ritardata della filosofia. Nelle mie parole non c’è disprezzo o senso di superiorità, bensì solo constatazione di fatto. Se non avete studiato che è possibile parlare a “differenti ottave” pur dicendo le medesime parole, non potete comprendere cosa sto dicendo (e quindi siete ignoranti!).

Essere ignorante per me significa una sola cosa: ignorare che la nostra sensazione di esistere come un ente separato che soffre e prova paura…. è solo un inganno. Questa è l’ignoranza massima che sta alla base di ogni successiva ignoranza.
Ecco perché il Buddha diceva che l’ignoranza è alla base della sofferenza dell’essere umano. Prima di provarlo sulla mia pelle, non capivo cosa l’amico Gautama volesse realmente significare.

Se tu indaghi abbastanza a lungo e con costanza questa “sensazione di esserci”, cioè di esistere come ente separato - in altre parole, se ti “ricordi te” - questa sensazione si scioglie, letteralmente, e tu realizzi in un istante intuitivo che quella “sensazione di esserci” è in fondo un ESSERE IMPERSONALE, privo di separazione. La sensazione di esistere che sentiamo quando vi poniamo attenzione, non è un individuo, non è un “qualcuno”, ma è, per l’appunto, una IMPERSONALE SENSAZIONE DI ESSERE IN VITA.

La stessa identica sensazione di esistere che avete sempre avuto e che non cambia con l’età.

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Riguardo al tema di cui è qui questione, essere ignorante non equivale ad essere stupidi o non aver studiato abbastanza, come si intende solitamente quando si dà dell’ignorante a qualcuno nella nostra società.

Se io dico che uno studioso è ignorante non è mia intenzione offenderlo, così come quando mi è capitato di affermare che la scienza è la figlia ritardata della filosofia. Nelle mie parole non c’è disprezzo o senso di superiorità, bensì solo constatazione di fatto. Se non avete studiato che è possibile parlare a “differenti ottave” pur dicendo le medesime parole, non potete comprendere cosa sto dicendo (e quindi siete ignoranti!).

Essere ignorante per me significa una sola cosa: ignorare che la nostra sensazione di esistere come un ente separato che soffre e prova paura…. è solo un inganno. Questa è l’ignoranza massima che sta alla base di ogni successiva ignoranza.
Ecco perché il Buddha diceva che l’ignoranza è alla base della sofferenza dell’essere umano. Prima di provarlo sulla mia pelle, non capivo cosa l’amico Gautama volesse realmente significare.

Se tu indaghi abbastanza a lungo e con costanza questa “sensazione di esserci”, cioè di esistere come ente separato - in altre parole, se ti “ricordi te” - questa sensazione si scioglie, letteralmente, e tu realizzi in un istante intuitivo che quella “sensazione di esserci” è in fondo un ESSERE IMPERSONALE, privo di separazione. La sensazione di esistere che sentiamo quando vi poniamo attenzione, non è un individuo, non è un “qualcuno”, ma è, per l’appunto, una IMPERSONALE SENSAZIONE DI ESSERE IN VITA.

La stessa identica sensazione di esistere che avete sempre avuto e che non cambia con l’età.

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«Il senso della nostra esistenza terrena è quello di crescere, diventare esseri completi, e ritornare all'unità».
«In questa visione si uniscono due mondi, est e ovest, mistici e scienziati e persino viaggiatori astrali; viaggi astrali ne facciamo tutti, ma non siamo in grado di accorgercene.
Molti cristiani in fondo la pensano come i buddhisti e viceversa».

- Franco Battiato -

 
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