IL FARO DEI SOGNI

Etica e morale

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“COLORO CHE AMIAMO E CHE ABBIAMO PERDUTO NON SONO PIÙ DOV'ERANO, MA SONO OVUNQUE NOI SIAMO.”SANT'AGOSTINO D’IPPONA

 
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CONFUSIONE DEI RUOLI

La donna, che per natura è tendenzialmente più sensibile è quindi più portata a vivere i sentimenti e la vita interiore. Nella confusione di ruoli di oggi si ritrova a dover essere invece pratica e responsabile.

Spesso cresce i figli da sola e si sobbarca l’impegno del lavoro per mantenere la casa, i figli e, ahimè, a volte anche compagni scansafatiche.

La donna, che avrebbe bisogno di supporto emotivo e di un sano senso di protezione da parte dell’uomo, si ritrova esattamente nel ruolo opposto al suo. Addirittura oggi le donne sono costrette a diventare aggressive ed autoritarie. Devono gestire le relazioni come gli uomini e parlare come gli uomini… semplicemente per riuscire a sopravvivere emotivamente.

La confusione di ruoli è evidente anche sugli uomini di oggi, sempre più maschi e sempre meno uomini. Interessati all’estetica più delle loro compagne, non sanno assumersi responsabilità né trasmettere senso di sicurezza alla loro donna. Gli uomini si lasciano intimidire dalle donne di oggi e, invece di essere la parte forte della coppia (intesa come quella che sa gestire i problemi e le difficoltà quotidiane), sono diventati paurosi ed insicuri.

Nella confusione di ruoli la coppia è sempre più instabile perché, alla fine, uomini e donne vivono vicini senza incontrarsi mai sul serio.

Ma uomini e donne sono complementari. Devono unirsi per costruire un’unità perfetta attraverso le loro differenze.

“La donna non fu formata dai piedi dell'uomo come serva, né dalla testa come padrona del marito, ma dal fianco come compagna, come dice la Genesi (2,21).”
San Tommaso d’Aquino

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CITAZIONE
«Più invecchio anch’io, più mi accorgo che l’infanzia e la vecchiaia non solo si ricongiungono, ma sono i due stati più profondi in cui ci è dato vivere. In essi si rivela la vera essenza di un individuo, prima o dopo gli sforzi, le aspirazioni, le ambizioni della vita.
Gli occhi del fanciullo e quelli del vecchio guardano con il tranquillo candore di chi non è ancora entrato nel ballo mascherato oppure ne è già uscito. E tutto l’intervallo sembra un vano tumulto, un’agitazione a vuoto, un inutile caos per il quale ci si chiede perché si è dovuto passare».
Marguerite Yourcenar, “Archivi del Nord”
 
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QUALE EUROPA
L‘inganno è iniziato con l’adulterazione delle parole e prosegue con uno stravolgimento sempre più accentuato del loro autentico significato.
La sottomissione è stata fatta passare per dialogo, il disprezzo e l’odio di sé come simboli di apertura e solidarietà verso l’altro, la distruzione della tradizione dipinta come una marcia gioiosa verso il futuro e l’oltraggio alle cose più sacre come una forma di liberazione da tabù e pregiudizi.
Chi ama l’Europa non può accettare questa ignobile farsa.

“Secondo Arnold Toynbee una sola cosa può estinguere una civiltà: il suicidio. Toccò questa sorte anche all’Impero Romano, giusto per citarne uno, e oggi l’impressione prevalente indica l’Europa come prossimo candidato. Con la differenza che Roma finì in gloria perché i Germani arruolati nel Tardo Impero, pur dissociandosi dalle mollezze di una società ormai decaduta, ammiravano e rispettavano ciò che la sua civiltà aveva significato.”
Rita Remagnino, “Il suicidio dell’Europa. Alle origini culturali di un dramma esistenziale”

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“Mio Dio, io non riesco a immaginare un figlio che non possa dire: «Mamma!». E, ugualmente, non riesco a immaginare un figlio al quale sia negata la gioia di poter dire: «Papà>>. No, mio Dio! Questo è troppo! È troppo contro la vita, è troppo contro l'umanità, è troppo contro la verità!
Cardinale ANGELO COMASTRI

 
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"Stiamo assistendo non alla fine naturale di una grande civiltà umana, ma alla nascita di una civiltà disumana che non avrebbe mai potuto nascere senza una vasta, immensa, universale sterilizzazione dei valori più alti della vita".
George Bernanos

 
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« Chi ha giuste intuizioni in mezzo a cervelli confusi si trova come uno che abbia un orologio che funziona in una città dove tutti i campanili hanno orologi che vanno male. Lui solo conosce l'ora esatta, ma a che gli giova? Tutti si regolano secondo gli orologi della città che indicano l'ora sbagliata, persino chi è al corrente che solo il suo orologio segna l'ora giusta. »

Arthur Schopenhauer

 
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"Ciò che Orwell temeva erano coloro che avrebbero vietato i libri.
Ciò che Huxley temeva era che non ci sarebbe stato motivo di vietare un libro, perché non ci sarebbe stato nessuno che avesse voluto leggerlo.
Orwell temeva coloro che ci avrebbero privato delle informazioni. Huxley temeva coloro che ce ne avrebbero date così tante da ridurci alla passività e all'egoismo.
Orwell temeva che la verità ci venisse nascosta.
Huxley temeva che la verità venisse annegata in un mare di irrilevanza.
Orwell temeva che saremmo diventati una cultura prigioniera.
Huxley temeva che saremmo diventati una cultura banale.
Come ha osservato Huxley in “Brave New World Revisited”, i libertari civili e i razionalisti che sono sempre all'erta per opporsi alla tirannia non hanno tenuto conto dell'appetito quasi infinito dell'uomo per le distrazioni.
Nel romanzo di George Orwell dal titolo “1984”le persone vengono controllate infliggendo dolore. In “Brave New World” di Huxley, sono controllate dispensando piacere.
In breve, Orwell temeva che ciò che odiamo ci rovinasse.
Huxley temeva che a rovinarci sarebbe stato tutto ciò che amiamo".
Neil Postman

George Orwell, “1984”
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Aldous Huxley, “L’arte di vedere”
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«Se istruisci un bambino, avrai un uomo istruito. Se istruisci una bambina, avrai una una donna, una famiglia, una società istruita.»
Rita Levi Montalcini

“Rita Levi Montalcini aveva ragione. Però oggi in nome dell’istruzione e del femminismo si vuole riscrivere la nostra cultura, perché i classici e le fiabe del passato sono «maschilisti, medievali, anti femministi». Ma sapete una cosa? Nei classici e nelle fiabe del passato, se li leggete con attenzione, scoprirete una cosa che a questi progressisti di oggi è sfuggita: sono le donne le vere eroine di queste storie, le donne salvano gli uomini e non il contrario!

Ricordate la Divina Commedia? Parla di un uomo che compie un viaggio nell’inferno, nel purgatorio e nel paradiso. Di un uomo che si trova, nel mezzo del cammin della vita, ad attraversare una «selva oscura». Ma il vero protagonista della Divina Commedia non è Dante ma Beatrice. Beatrice salva Dante; è lei che che lo conduce in Paradiso, perché per quest’autore che vi hanno descritto come antiquato, è la donna a salvare l’umanità intera.

Lo stesso vi dirà Dostoevskij: Sonja salva Raskolnikov in Delitto e castigo, ricordandogli cioè che la vera forza dell’uomo è una soltanto: l’amore. Se prendete in mano un classico o un libro di fiabe, troverete sempre la figura di una donna, di una confidente, di una madrina che sostiene l’eroe e lo salva. Com’è possibile allora che questi luminari della cancel culture non lo abbiano capito?

Vedete, leggere e saper leggere non sono la stessa cosa. Guardare e vedere non sono la stessa cosa! Se non sai interpretare, se proietti sul passato i tuoi preconcetti, tu non stai leggendo. Non stai guardando. A me fanno ridere coloro che dicono: «non è moderno!» Il libro più antico di tutti, l’Epopea di Gilgamesh, risale a quattromila anni fa! Vi troverete usanze, costumi e modi di parlare lontanissimi dai nostri, però quando Gilgamesh piange la morte del suo amico Enkidu, quando si domanda «perché c’è la morte?», il suo dolore è identico al nostro. Oggi il vero problema è che la gente non sa guardare: nella società della superficialità vedono soltanto le apparenze e non la sostanza.”
Guendalina Middei

“Un sogno al microscopio” di Piera Levi Montalcini e Alberto Cappio
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“I morti ricevono più fiori dei vivi perché il rimpianto è più forte della gratitudine."
Anne Frank

 
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LA SOCIETÀ DISTOPICA DI HUXLEY

“La maggior parte della popolazione non è molto intelligente, teme le responsabilità e non desidera niente di meglio che sentirsi dire cosa fare. A patto che i governanti non interferiscano con i loro comfort materiali e le credenze a loro care, è perfettamente felice di lasciarsi governare. "
Aldous Huxley, “Il mondo nuovo”

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“La massa è un gregge docile che non può vivere senza un padrone.
È talmente assetata di obbedienza da sottomettersi istintivamente a chiunque se ne proclami padrone.
La massa è impulsiva, mutevole e irritabile, è governata quasi per intero dall'inconscio.

A seconda delle circostanze gli impulsi cui la massa obbedisce possono essere nobili o crudeli, eroici o pusillanimi; essi sono però comunque imperiosi al punto da non lasciar sussistere l'interesse personale, neanche quello dell'autoconservazione.”

Sigmund Freud, dal libro “Psicologia delle masse e analisi dell'Io”

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“Chi ama la vita non riesce mai ad adeguarsi, subire, farsi comandare. Un essere umano che si adegua, che subisce, che si fa comandare, non è un essere umano. Sai cosa detesto? La vigliaccheria del popolo.

Il popolo! Il buon popolo che non ha mai colpa in quanto è povero, ignorante, innocente! Il buon popolo che va sempre assolto perché è sfruttato, manipolato, oppresso! Come se gli eserciti fossero composti solo da generali e da colonnelli! Come se a fare la guerra e a sparare sugli inermi e a distruggere le città fossero i capi di Stato Maggiore e basta! Come se ad accettare i re sul trono non fosse il popolo, come se a inchinarsi ai tiranni non fosse il popolo, come se ad eleggere i tiranni non fosse il popolo, come se a votare pei padroni non fosse il popolo! Come se la libertà si potesse assassinare senza il consenso del popolo, senza la vigliaccheria del popolo, senza il silenzio del popolo! Cosa vuol dire popolo? Chi è il popolo? Sono io il popolo! Sono i pochi che lottano e disubbidiscono, il popolo! Loro non sono popolo! Sono gregge, gregge, gregge!”

Oriana Fallaci, “Un uomo”

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“Perché dedicare oggi, in un tempo che pensa poco, ha poca fede, poco amore della storia e della cultura umanistica una biografia a Giambattista Vico? Perché è il più grande pensatore italiano, di quell’Italia di cui fu padre Dante Alighieri sette secoli fa. Misconosciuto, incompreso, più spesso frainteso, o ridotto a qualche tormentone scolastico, Vico è il filosofo che apre nuovi mondi e ci collega ai mondi più antichi; dei miti, della romanità, della cristianità, della tradizione, della civiltà mediterranea. E’ il pensatore che ha cercato il punto di confluenza tra la filosofia, la religione, il mito e la storia, preceduti dalla poesia ed ha pensato con mente eroica una Scienza nuova, che è il titolo del suo capolavoro di tre secoli fa.

Ci sono tante ragioni di pensiero, tante curiosità di vita e di storia, tanti intrecci col suo tempo e col nostro, che meritavano di essere raccontati. Vico dei miracoli è un noto punto di Napoli, ma è la metafora di un pensiero miracoloso, non solo per i suoi riferimenti alla grazia della Provvidenza. E mentre la vecchiaia avanzava, Vico insegnava ai suoi alunni, che più la storia avanza più il mondo si rinnova e anziché invecchiare ringiovanisce…

Difatti la storia va avanti e va indietro, secondo Vico, tra ascese e cadute; progredisce, ma segue i cicli, come la natura, dunque ritorna al cammino precedente. Ma non torna al passato, non cancella le esperienze accumulate. È un cammino a spirale, in cui ogni curva è analoga a quella corrispondente del precedente giro, ma non è uguale. Una visione originale che concilia la visione pagana classica, ciclica della storia, e la visione cristiana, che vede la storia come un cammino verso l'infinito.”

Marcello Veneziani, dal libro “Vico dei miracoli”

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Una volta che hai imparato a pensare, il conformismo diventa un'abitudine difficile da indossare nuovamente. Il dubbio e l'esame critico diventano la tua guida, non per ribellione, ma per evoluzione.

“Nessuno che impari a pensare può tornare a obbedire come faceva prima, non per spirito ribelle, ma per l'abitudine ormai acquisita di mettere in dubbio ed esaminare ogni cosa.”

Hannah Arendt, “Alcune questioni di filosofia morale”

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