| L’Ottava Come Sentiero Allora, vediamo che il pantheon mitologico egizio è formato da 3 divinità principali (Osiride, Iside e Horus, la prima “trinità”) e da 8 in totale, tutte le quali si dice che siano sorte simultaneamente dalle acque primordiali sull’Isola della Fiamma. I sacerdoti dell’Antico Regno a Eliopoli dicevano che il dio Atum, poi assimilato a Ra, aveva dato vita a 4 “coppie divine”, l’Ogdoade. In Cina, nel III millennio a.C., l’antico saggio Fu Hsi introdusse un sistema di credenze condensato in un libro oggi conosciuto come l’I-Ching, i cui capitoli sono numerati usando una combinazione di 8 simboli a 3 righe conosciuti come trigrammi. Confucio, che in seguito aggiunse dei commentari al libro, insegnava un sistema di iniziazione conosciuto come gli “Otto Gradini dell’Apprendimento”. Nella filosofia vedica, la natura della realtà viene descritta come verificabile, o supportata da “Prove” che venivano considerate di 8 tipi diversi. Nel Nepal, il Buddha ideò “l’Ottuplice Sentiero”. Il persiano Zoroastro introdusse un pantheon di 8 dèi, i cosiddetti “Santi Immortali”. In Grecia, Pitagora ci ha lasciato la sua interpretazione unica della scienza più antica del mondo elaborando la precisa matematica dell’ottava. Cinquecento anni dopo o giù di lì, Gesù Cristo ha messo in scena quella che probabilmente è la più grande performance musicale di tutti i tempi – gli otto giorni dell’incredibile Passione, dalla Domenica delle Palme alla Domenica della Resurrezione. Ancora in tempi successivi, Maometto apparve in Arabia e raccontò la storia del suo famoso “viaggio notturno”, che iniziò dalla Cupola del Tempio della Roccia a Gerusalemme (la prima “nota”) attraversando in ascesa, poi, i “Sette Cieli”. Il principio settenario, in particolare, il quale è, naturalmente, un simbolo dell’ottava, è filtrato attraverso ogni sistema di credenze e tradizione folklorica del pianeta. Nel libro della Genesi, estratto dalla tradizione mosaica, ci viene detto che Dio lavorò per 6 giorni e riposò al settimo. Gli Indù consideravano la costellazione dell’Orsa Maggiore come la casa celeste dei “Septarishi”, una personificazione dei 7 Rishi (proprietà) applicabili all’intera natura. La loro terra aveva 7 penisole, 7 fiumi, 7 mari e 7 montagne. Al di là dell’Atlantico, i Maya si riferiscono a un pantheon di 7 divinità solari. Secondo il loro libro sacro, il Popol Vuh, o “Libro del Consiglio”, questi 7 esseri solari formarono un consiglio e tra di loro generarono il primo atto creativo. I sacerdoti degli indiani Zuni del Nordamerica ricevevano dal loro popolo un’offerta annuale di mais di 7 colori. Gli Inuit, o Eschimesi, distinguevano, secondo il colore, la grana e così via, 7 tipi di neve. Nella tradizione celtica si parla della mitica “Isola dei Meli” – Avalon – altrimenti conosciuta come Isola dei Sette Sonni. I persiani accendevano 7 fuochi di fronte agli altari di Mitra, gli arabi avevano i loro 7 “Templi”, e “l’Albero della Vita” della Cabala nello Zohar viene chiamato “Sephiroth dei Sette Splendori” (la Menorah dalle sette braccia ne è una codificazione). Nel mito greco, Atlante aveva 7 figlie (Le Pleiadi). Apollo governava i 7 pianeti e suonava inni al Sole – “dai 7 raggi” – con un’arpa a 7 corde, e Marte aveva i suoi 7 attendenti. I caldei credevano che il mondo consistesse di 7 sfere, governato dai 7 Grandi Spiriti. E così via… Allo stesso modo, i numeri 22 e 64 si trovano in molte antiche tradizioni esoteriche, ma sono troppo numerose per essere menzionate in questa sede.
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La Legge di Ermete Cosa significa tutto questo? Se il Codice Ermetico e quello genetico sono lo stesso e unico sistema evolutivo, cosa possiamo trarre da ciò? Come abbiamo notato, la simmetria musicale descritta dal Codice Ermetico riecheggia, nota per nota, nelle nostre stesse ossa, nel nostro DNA e nel nostro codice genetico. Attraverso le religioni del mondo, l’umanità ha vissuto istintivamente sui principi di base di questo codice per migliaia di anni. Ciò è accaduto sicuramente perché è una cosa perfettamente naturale da fare: è la via della creazione, la via della “evoluzione trascendentale”. Come ho detto, questa “via” è basata sulla conoscenza della struttura della scala musicale maggiore, e dell’idea che tutta la vita si evolve sempre verso l’alto, come le note di un’ottava, in più alte e risonanti scale di esistenza. Andare in alto, in altre parole, verso le stelle. Non voglio dire, ovviamente, che gli antichi Egizi o altre popolazioni del tempo sapessero tutto dei processi biomolecolari – almeno non attraverso l’accumulazione di fatti frammentari verificati sperimentalmente da biologi e genetisti periodici. Quello che voglio dire, tuttavia, è che probabilmente davano tutto ciò per scontato, che sapevano già istintivamente cosa accadeva dentro di loro, o “là sotto”. In effetti, l’originario responsabile del codice genetico – Thoth, Hermes, chiunque sia – ci ha lasciato con un detto semplice, ma incredibilmente astuto, che riassume perfettamente la teoria dell’evoluzione trascendentale: «Come in alto, così in basso». “In alto” abbiamo il codice genetico espresso attraverso la convenzione del Pi Greco, il modello di tutte le maggiori religioni, composto da 3 ottave, ognuna delle quali è composta a sua volta di 3 ottave, un totale di 64 note interne. “In basso” abbiamo il codice genetico, la cui struttura non è semplicemente simile al Codice Ermetico, è identica sino all’ultimo dettaglio insignificante. Ma non solo: i due codici hanno in comune lo stesso scopo, che è quello di facilitare il processo di creazione, e di evoluzione verso una più alta scala di esistenza. Nel caso del codice genetico presente nelle nostre cellule, il livello più alto è rappresentato dall’intero essere e, in particolare, dalla mente. Ma nel caso del Codice Ermetico all’interno di “cellule” di qualche tipo in un “corpo” infinitamente più grande la succesiva, più alta scala potrebbe andare molto più in là dei confini del nostro cervello, in qualche luogo… lì in alto. La comunemente accettata teoria neodarwiniana dell’evoluzione, della selezione naturale attraverso mutazioni casuali, tenta di spiegare solamente lo sviluppo evoluzionistico del corpo fisico nella biosfera locale del nostro pianeta. E’ una teoria incompleta. La teoria dell’evoluzione trascendentale, invece, ci fornisce il quadro completo: ci dice che la catena evoluzionistica non termina con l’animale umano che lotta per sopravvivere in un ambiente terrestre competitivo. La verità è che, per quanto riguarda l’evoluzione umana in corso, come sapevano benissimo gli Egizi, le possibilità sono illimitate. Quindi, i processi evoluzionistici naturali codificati nella struttura musicale del DNA e del codice genetico continuano, attraverso il codice genetico, ad evolversi oltre i confini del cervello incassato nel cranio in scale di esistenza che alla fine abbracciano l’intero universo. Naturalmente queste sono prospettive in evoluzione, e questo saggio rappresenta una piccola frazione di esse. C’è un quadro ancora più grande che, da quanto si evince dalla scienza dei nostri predecessori, si estende non solo alle stelle e alle galassie, ma sino ai più lontani confini del Multiverso, e oltre.
Michael Hayes ha pubblicato il saggio “High Priests, Quantum Genes” (Alti Sacerdoti, Geni Quantici) inedito in Italia.
fonte https://mikeplato.myblog.it/2022/03/02/genetica-ermetica/
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