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| Dal punto di vista generazionale, l’interesse per i viaggi spirituali sembra concentrarsi maggiormente tra la Generazione Z (50%) e i Millenials (52%), mentre cala nelle fasce di età più mature (40% per la Generazione X, 21% per i Baby Boomer e solo il 10% della Silent Generation). Ciò potrebbe indicare che le nuove generazioni sono maggiormente aperte all’idea di esplorare nuove forme di crescita personale e spiritualità rispetto alle generazioni precedenti. Guardando allo stato occupazionale, l’interesse è preponderante tra i lavoratori dipendenti (48%) e gli studenti (45%) – mentre disoccupati (40%) e pensionati (17%) sembrano mostrare meno interesse. Infine, è interessante notare come la flessibilità sul lavoro influisca su questo tipo di predisposizione. Il 54% degli intervistati che ha un lavoro da remoto (e sa che rimarrà tale) vorrebbe partire per un ritiro, mentre la percentuale scende a 49% per coloro che sono consapevoli che prima o poi dovranno rientrare in ufficio. Le percentuali vanno poi lentamente a calare man mano che l’obbligo di lavoro in presenza si fa più forte. Il 42% degli intervistati che hanno lavorato in remoto in passato ed ora sono tornati in ufficio sono comunque aperti a partire per un viaggio spirituale, ma la percentuale si abbassa al 40% per coloro che forse torneranno a lavorare in presenza (e quindi hanno un fattore di incertezza). Infine, solo il 30% di chi non ha mai lavorato da remoto si è dichiarato interessato a questa tipologia di viaggi. In generale, i risultati di questo sondaggio mostrano una forte domanda di esperienze di benessere. Le persone sembrano essere alla ricerca di nuovi modi per ritrovare la pace interiore e connettersi con sé stesse, e i ritiri spirituali rappresentano una soluzione ideale per soddisfare quest’esigenza.
segue Cos’è un ritiro spirituale
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