Il successo ottenuto dalla serie JLA ha legittimato Grant Morrison come autore in grado di gestire serie supereroistiche mainstream, capaci di ottenere buoni ricavi a livello commerciale e in grado di rivolgersi ad un vasto numero di lettori.
Questo gli avrebbe permesso di essere assunto dalla rivale Marvel Comics per gestire un ciclo di storie sugli X-Men nei primi anni duemila, per poi tornare alla DC alle redini di un personaggio simbolo quale Batman.
Bisogna sottolineare che il presupposto di formare una Justice League con i personaggi più famosi e iconici non nasce da Mark Waid (con Midsummer's Nightmare) o lo stesso Morrison, ma ha le sue radici nei primi anni ottanta grazie alle prime due miniserie Super Powers realizzate dal Re dei Comic Jack Kirby.
Sebbene la Lega fosse nata come supergruppo simbolo della DC negli anni sessanta, ha di fatto da subito abortito il suo stato di "team all-star" della casa editrice, difatti Batman e Superman sono stati gestiti già in epoca Silver Age come membri onorari del gruppo e gran parte del line-up è formato da supereroi di secondo piano.
Nei primi anni ottanta viene però lanciata una linea di action figure della Kenner con protagonisti i personaggi più famosi della DC e denominata Super Powers Collection.
L'occasione permette all'editore di affidare a Jack Kirby, ritornato alla DC per la seconda volta (dopo quella clamorosa del 1970), di realizzare una storia ispirata ai personaggi della linea di giocattoli, slegata dalla continuità e quindi libera dai vincoli delle serie regolari. con la continuity della serie Justice League.
La serie Justice League of America lanciata nel 1987 si trova quindi a dover chiudere dopo 113 numeri, lasciando aperto un futuro incerto per il supergruppo DC[28]. Una nuova speranza per il team arriva con la miniserie Justice League: Incubo di mezza estate[29] del duo Mark Waid e Fabian Nicieza.
La miniserie è composta da tre numeri (settembre-novembre 1996) e il successo di pubblico e critica dà la possibilità all'editor Ruben Diaz di proporre un'idea ardita al presidente Janette Khan: rilanciare la serie dal numero uno con Grant Morrison come scrittore della serie e un line-up composto da tutti i più famosi supereroi della DC.
Bisogna considerare che l'autore scozzese si era messo in evidenza nei primi anni novanta con serie quali Animal Man, Doom Patrol e The Invisibles, ma non aveva ancora preso il controllo creativo di un albo mainstrem che tra l'altro prevedeva come protagonisti i personaggi più iconici della casa editrice[30]. Il progetto viene accettato e la nuova serie prende il titolo JLA (acronimo di Justice League of America) e vede ai disegni un giovane Howard Porter.
Il primo albo è del gennaio 1997 e vede in copertina i componenti del gruppo: Superman, Batman, Martian Manhunter, Lanterna Verde (Kyle Rayner), Aquaman nella versione di Peter David, Flash III (Wally West) e Wonder Woman.
Morrison, anche per sottolineare il loro status di esseri semidivini, colloca la loro base (la Torre di Guardia) sulla Luna, un posto lontano e alienato rispetto alla Terra dei normali esseri umani.
L'autore scozzese gestisce le sorti dei leaguers fino al 2000 ideando le storie per JLA nn. 1-17, nn. 22-23, n. 1000000 (albo tie-in con il DC Crossover DC One Million), nn. 24-26, nn. 28-31, n. 34, nn. 36-41.
A queste si aggiunge la storia per l'albo speciale JLA Secret Files n. 1 (settembre 1997), prima storia di Morrison nella continuity della League e che vede il gruppo affrontare Starro (l'alieno che minacciò la terra nella loro prima storia editoriale).
Lo stesso mese esce un intercompany crossover con lo studio Wildstorm della Image, gestito da Jim Lee, l'albo è JLA/WildC.A.T.S. con lo storico incontro tra i supereroi DC e quei personaggi che l'anno successivo passeranno alla stessa DC.
Difatti Jim Lee decide clamorosamente di abbandonare la casa editrice che ha contribuito a fondare (ovvero la Image nel 1992) e ritorna sotto l'ala di un grande publisher portandosi dietro il Wildstorm Studios.
Morrison realizza anche l'albo Prometheus dedicato all'omonimo supervillain, ricalibrato come versione speculare di Batman e il quale affronta poi la Justice League in JLA nn. 16-17 (marzo-aprile 1998)[31]. Durante il suo run, Morrison arriva anche ad avere la possibilità di creare un universe-wide crossover per la DC.
Il titolo è DC One Million e ruota attorno ad una versione della JLA di un lontano futuro in cui la giustizia e la tecnologia sembrano aver portato la pace nell'intero sistema solare.
La storia interessa tutti gli albi supereroistici della DC e ci presenta versione future di diversi supereroi, il fato di Superman e un nuovo Hourman a cui è dedicata anche una serie regolare.
Il ciclo di Morrison si chiude con la graphic novel JLA: Earth 2, per i disegni di Frank Quitely, la storia è però ambientata (per la continuity) durante il primo periodo della sua gestione. Morrison reintroduce il Crime Syndicate of Amerika (e non più America come nel periodo pre-Crisis).
Si tratta del team di supercriminali provenienti da una terra alternativa in cui i membri della Justice League sono malvagi e governano il loro mondo grazie ai superpoteri.
Il Sindacato del Crimine era stato creato durante la Silver Age nei primi anni sessanta, in un periodo in cui proliferavano le storie ambientate in terre parallele, architrave di quello che viene considerato il primo multiverso della DC.
Questo era stato però obliterato nel 1986 per dare più coerenza e linearità alla continuity degli albi DC.
Con la graphic novel del duo Morrison-Quitely si riapre definitivamente la possibilità di ricreare un nuovo multiverso per la casa editrice ed evidenzia la passione dell'autore scozzese per questo tipo di soluzione narrativa.
Questo lo porterà (nel 2010) a realizzare la miniserie Multiversity, punto di riferimento per la struttura dell'attuale Multiverso DC, composto da 52 terre parallele e quasi altrettante versioni della Justice League.
Come scrittore della JLA, il ciclo di Morrison ha un prologo nel 2005 quando realizza i primi tre albi della nuova serie JLA: Classified, con i disegni di Ed McGuinness.
A livello di contenuti, durante il suo run sulla JLA si concentra principalmente su una tematica che risulta poi essere ricorrente negli story-arc da lui sviluppati.
Si tratta della definizione di eroismo (in un contesto che prevede l'esistenza del superuomo) e il significato che può avere la presenza istituzionalizzata di un team di supereroi, oltre l'immancabile arrivo di minacce di portata più o meno biblica.
La natura dei veri supereroi viene delineata per un processo di contrapposizione, o antitesi tematica, in cui i membri della Justice League (ovvero la tesi ideale dell'eticità eroica) si trovano ad affrontare versioni distorte di ciò che rappresentano e che potrebbero diventare.
Nel suo primo arco narrativo (JLA nn. 1-4, gennaio-aprile 1997) introduce un team di superuomini denominato Hyperclan, che si guadagna rapidamente la fiducia delle persone, per poi svelare la sua natura criminale e narcisistica[33]. Questa è tra l'altro considerata, da molti lettori e critici, come la miglior storia di Morrison sulla Lega della Giustizia.
Nella storia Rock of Ages (JLAnn. 10-15), culmine delle storylines del primo anno di gestione, i Leaguers arrivano ad affrontare un'altra nemesi/antitesi per definizione: la Injustice Gang, per definizione del team, incarnazione di una Lega dell'Ingiustizia formata da alcuni dei villain più importanti del DC Universe.
In questo caso la dicotomia bene-male (tesi-antitesi) è più evidente e di conseguenza i principi (ovvero la sintesi) di ciò che rende necessario l'esistenza e/o creazione del supereroe sono più evidenti.
Le differenze si fanno però più sfumate quando è il governo ad introdurre un team formato da supersoldati le cui azioni sono legittimate direttamente dall'autorità del Pentagono. Il gruppo militare in questione viene denominato Ultramarine Corps.
Anche in questo caso sarà però la Justice League ad emergere come vero punto di riferimento sia etico che politico per un'America apparentemente priva di punti di riferimento.
La tematica viene poi rimarcata dall'incontro con i predecessori della League, ovvero la Justice Society of America (incarnazione dei valori angloamericani durante il secondo conflitto mondiale).
La storia si intitola Crisis times Five, sui nn. 28-31 (del 1999)[35] e riprende gli incontri tra i due team nati nel periodo Silver Age (gli anni sessanta) e divenuti poi consuetudine fino a metà anni ottanta. Il termine Crisis ha, da allora, connotato eventi che riguardano l'incontro/scontro tra personaggi di terre alternative del Multiverso.
Infatti la Justice Society non apparteneva alla continuity dell'universo DC (fino agli anni novanta) ma le sue storie si sono svolte su una terra parallela denominata Terra-2. Il termine non va confuso con il titolo della graphic novel Earth-2 con cui si chiude idealmente il ciclo di Morrison.
In questo caso la League si scontra con una versione malvagia e distorta di se stessa dove il potere trova la sua giustificazione nell'autoaffermazione e quindi il dominio. Questi leaguers (ovvero il Sindacato del Crimine) albergano in una realtà alternativa e chiamano Terra-2 il mondo della Justice League of America. Tecnicamente, dal punto di vista dei "nostri" Batman e Superman, si trovano su quella che viene chiamata Terra-3.
Il ciclo di Morrison si può in ultima analisi definire ottimistico sulla natura e gli ideali della Justice League in quanto pietra di paragone per tutti gli altri supereroi e incarnazione di una potenza semidivina ed invincibile.
Per quanto riguarda l'invincibilità degli eroi della JLA e non solo, Morrison arriva però ad avanzare un'ipotesi curiosa e che spigherebbe perché i supercriminali perdono sempre (anche se poi ritornano).
Su JLA nn. 5-9 (del 1997), introduce il villain The Key, il quale intuisce che sul mondo della Justice League (ovvero Terra Prime o Terra-0) le leggi della fisica sono in qualche modo truccate, in quanto vi è una legge che agisce sulla probabilità quantistica degli eventi di questa realtà che impedisce ai supercriminali di vincere o ai supereroi di morire (almeno in maniera definitiva).
La dimostrazione definitiva risiede nel fatto che esistono terre del Multiverso (come quella di JLA: Earth2) in cui sono i cattivi ad avere la meglio.
L'autore scozzese crea inoltre tre nuovi personaggi destinati a divenire membri della League, uno dei quali diviene protagonista di una propria serie regolare.
Il primo è Tomorrow Woman (ricordata anche come Fallen Heroine) che debutta su JLA n. 5 (maggio, 1997).
Si tratta di un androide creato da T.O. Morrow e il Professor Ivo al fine di introdursi nel gruppo come mutante dai poteri telecinetici per poi distruggerli con un devastante impulso elettromagnetico.
Programmata ad essere un eroe (per dare credibilità alla sua copertura), arriva a non accettare la sua programmazione primaria e sacrifica la sua vita per salvare gli altri leaguers, distruggendo una pericolosissima arma proveniente dal XXIII secolo. Viene seppellita con tutti gli onori nel Giardino degli Eroi.
In JLA n. 6 (giugno 1997) debutta Zauriel, un angelo combattente e armato di spada fiammeggiante che si unisce alla Justice League per combattere Asmodel, un altro essere della sua specie che cerca di prendere il controllo di quello che dovrebbe essere il Paradiso.
Dopo il vittorioso scontro, Zauriel rimane sulla Terra come Champion of Heaven on Earth e si unisce per un periodo alla League, di cui diventa fonte di saggezza ed esempio di rettitudine morale.
Il terzo supereroe ad essere introdotto da Morrison è una versione di Hourman proveniente dal 853º secolo, un essere sintetico con un biosoftware denominato Gene Miraclo e sviluppato dalle industrie Tyler Chemorobotics.
La JLA lo incontra durante la ricerca del Worlogog, manufatto in grado di controllare lo spazio-tempo e di cui Hourman diviene il custode, per questo è anche conosciuto come Master of Time (ovvero Signore del Tempo).
In seguito decide di lasciare il suo tempo (dove faceva parte della Justice Legion A) e unirsi alla Justice League del presente.
Il personaggio gode di un certo successo e gli viene dedicata una serie regolare che dura 25 albi, dall'aprile 1999 all'aprile 2001.
Il successo ottenuto dalla serie JLA ha legittimato Grant Morrison come autore in grado di gestire serie supereroistiche mainstream, capaci di ottenere buoni ricavi a livello commerciale e in grado di rivolgersi ad un vasto numero di lettori.
Questo gli avrebbe permesso di essere assunto dalla rivale Marvel Comics per gestire un ciclo di storie sugli X-Men nei primi anni duemila, per poi tornare alla DC alle redini di un personaggio simbolo quale Batman.
Bisogna sottolineare che il presupposto di formare una Justice League con i personaggi più famosi e iconici non nasce da Mark Waid (con Midsummer's Nightmare) o lo stesso Morrison, ma ha le sue radici nei primi anni ottanta grazie alle prime due miniserie Super Powers realizzate dal Re dei Comic Jack Kirby.
Sebbene la Lega fosse nata come supergruppo simbolo della DC negli anni sessanta, ha di fatto da subito abortito il suo stato di "team all-star" della casa editrice, difatti Batman e Superman sono stati gestiti già in epoca Silver Age come membri onorari del gruppo e gran parte del line-up è formato da supereroi di secondo piano.
Nei primi anni ottanta viene però lanciata una linea di action figure della Kenner con protagonisti i personaggi più famosi della DC e denominata Super Powers Collection.
L'occasione permette all'editore di affidare a Jack Kirby, ritornato alla DC per la seconda volta (dopo quella clamorosa del 1970), di realizzare una storia ispirata ai personaggi della linea di giocattoli, slegata dalla continuità e quindi libera dai vincoli delle serie regolari.
Il formato usato è quello relativamente nuovo (per l'epoca) della miniserie e Kirby crea un gruppo di supereroi di cui fanno realmente parte tutti i grossi calibri della casa editrice e li mette a confronto con minacce di enorme portata, capaci di sconvolgere l'intero Universo fumettistico della DC[38]. Di particolare importanza è la seconda miniserie Super Powers che vede il Re dedicarsi sia ai testi che ai disegni della storia dando libero sfogo alla sua fantasia e creatività.
Ne nasce una storia che interessa tutti i più importanti supereroi e funge da ispirazione per Grant Morrison sia per l'epicità degli eventi (presupposto imprescindibile per la JLA) sia per la presenza di un Darkseid (archetipo della nemesi dei Leaguers), divenuto signore assoluto del Terra del futuro.
Questa idea viene ripresa da Morrison nella sua ultima grande saga della Justice League, ovvero World War III.
Sia a Super Powers che al run di Morrison ci si è poi ispirati per la serie animata Justice League, poi rinominata in Justice League Unlimited, e il videogioco Justice League Heroes.
In entrambi i casi, per correttezza politica, Kyle Rayner e Aquaman sono stati sostituiti da John Stewart (supereroe afroamericano) e da Hawkgirl.
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