IL FARO DEI SOGNI

Gruppi etnici in Canada

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Categoria:Gruppi etnici in Canada

Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene una categoria sull'argomento Gruppi etnici in Canada

Sottocategorie

Questa categoria contiene le 2 sottocategorie indicate di seguito, su un totale di 2.
I

Indo-canadesi‎ (4 P)

S

Salish della costa‎ (2 P)

Pagine nella categoria "Gruppi etnici in Canada"

Questa categoria contiene le 37 pagine indicate di seguito, su un totale di 37.
*

Mosaico culturale

A

Acadiani
Algonchini
Anglofoni del Québec
Assiniboin

B

Banda indiana (Canada)
Beothuk

C

Chipewyan

D

Degexit'an
Dogrib

F

Francesi
Franco-canadesi

H

Haida (popolazione)
Hutteriti

I

Indiani senza status
Innu

K

Kainah

L

Legge sugli Indiani
Legge sulla graduale civilizzazione
Little Italy (Toronto)

M

Maliseet
Mi'kmaq
Musqueam

N

Nazione Seneca
Nuu-chah-nulth

P

Peigan del Nord
Piegan del Sud
Popoli indigeni del Canada

R

Registro indiano
Retata degli anni sessanta
Riserva indiana (Canada)

S

Slavey
Squamish (popolo)

T

Tribù Cowichan
Tsuut'Ina

U

Uroni

Y

Yellowknives



Mosaico culturale


n Canada, l'espressione "Mosaico culturale" (inglese: "the Canadian cultural mosaic", francese: "la mosaïque culturelle canadienne") è un termine usato per descrivere la mescolanza di gruppi etnici, lingue e culture che coesistono all'interno della società canadese, riferito originalmente alle tre culture fondanti del Canada, ovvero quella anglosassone, quella francese e le nazioni amerindie. L'idea di un mosaico culturale è intesa a sostenere un ideale di multiculturalismo, diversamente da altri sistemi come il melting pot, che si usa spesso per descrivere l'ideale di assimilazione dei vicini Stati Uniti.[1]

Generalità

Un profilo etnoculturale del Canada preparato da Statistics Canada (l'agenzia federale di statistica) descrive una nazione che, al principio del XXI secolo, è divenuta progressivamente sempre più etnica e multiculturale. L'Introduzione al rapporto affermava che:

«L'immigrazione nel corso degli ultimi 100 anni ha modellato il Canada, con ogni nuova ondata di immigranti che aumentava la composizione etnica e culturale della nazione. Mezzo secolo fa, la maggior parte degli immigranti veniva dall'Europa. Ora la maggior parte dei nuovi arrivati sono dell'Asia.
Come risultato, il numero di minoranze visibili in Canada sta crescendo. Ed i Canadesi hanno elencato più di 200 gruppi etnici nel rispondere alla domanda del Censimento 2001 sull'ascendenza etnica, riflettendo un variegato, ricco mosaico culturale quando la nazione iniziava il nuovo millennio.[2]»
Origine ed uso del termine

Il primo uso del termine mosaico per riferirsi alla società canadese fu di John Murray Gibbon, nel suo libro del 1938 Canadian Mosaic (Mosaico canadese). Gibbon chiaramente disapprova il concetto americano di melting pot. Egli vedeva il melting pot come un processo mediante il quale gli immigranti ed i loro discendenti erano incoraggiati a recidere i legami con i loro paesi e le loro culture d'origine così da assimilarsi nel modo di vita americano.

Nel 1965, John Porter pubblicò il suo influente studio sociologico, Vertical Mosaic: An Analysis of Social Class and Power in Canada (Mosaico verticale: un'analisi delle classi sociali e del potere in Canada). Il libro di Porter mostrava che alcuni gruppi (ad es., quelli di origine britannica) erano in condizioni migliori di altri riguardo ai livelli di reddito, istruzione e salute. Per esempio, i gruppi di origine europea orientale e meridionale tendevano a cavarsela meno bene per questi aspetti. Quelli in condizioni peggiori erano le Prime nazioni e gli Inuit. Porter considerava questa schema verticale come collegato al potere e all'influenza nel processo decisionale. Così gli abitanti di origine britannica tendevano ad essere sovrarappresentati tra le élite nelle sfere del governo, dell'economia e della politica.

Le scoperte di Porter sono state messe alla prova in vari studi fin dal 1965 e sono state leggermente modificate. Ad esempio, la disparità economica tra i gruppi etnici si è un po' ristretta ed i Francofoni sono meglio rappresentati nella politica e nel governo. Tuttavia, le élite socio-economiche in Canada rimangono dominate dalle persone di origine britannica.
Influenza sulla politica del multiculturalismo

Fin dall'inizio del XX secolo, il Canada è stato una delle maggiori società di ricevimento di immigranti del mondo. Fino agli anni sessanta ci si aspettava che gli immigranti si assimilassero nella società tradizionale. Arrivando come fece durante un periodo di perturbazione sociale, l'opera di Porter ebbe una marcata influenza sulla politica sociale canadese. La visione del Canada come mosaico di culture divenne la base per le politiche del multiculturalismo del governo Trudeau nei primi anni settanta.

Il governo canadese emanò la Legge ufficiale sul multiculturalismo (Official Multiculturalism Act) nel 1971 e nominò un ministro responsabile per il multiculturalismo nel 1972. Nel 1973 fu istituito un Consiglio canadese per il multiculturalismo, insieme ad una Divisione per il multiculturalismo all'interno del Dipartimento del Segretario di Stato (Ministero degli esteri).
Critiche

La teoria del "mosaico culturale" non è esente da critiche. Alcuni esperti, come Jeffrey Simpson, giornalista del Globe and Mail, ed Andrew Cohen, professore di giornalismo all'Università Carleton, hanno sostenuto che l'intera dinamica melting pot / mosaico è in gran parte un concetto immaginato e che vi sono poche prove misurabili che gli immigranti americani o canadesi come gruppi collettivi si possano dimostrare più o meno "assimilati" o "multiculturali" l'uno dell'altro.[3] Molti attivisti conservatori in Canada sono parimenti rimasti critici verso il multiculturalismo come politica "ufficiale" del governo. Alcuni dicono che il concetto di mosaico incoraggia le comunità immigranti a rimanere concentrate e segregate in certe aree, o che implica che i loro membri non dovrebbero mai essere considerati Canadesi. Nell'aprile 2005 Michaëlle Jean (in seguito nominata Governatrice generale) criticò lei stessa apertamente il concetto, accusandolo di condurre alla "ghettizzazione" dei canadesi.[4]





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Mosaico_culturale

 
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Acadiani


Gli Acadiani (in francese: Acadiens) sono un gruppo etnico del Canada, discendenti dei primi colonizzatori francesi che nel XVII secolo si insediarono nell'Acadia. Secondo il censimento canadese del 2001, nel Canada 71.590 abitanti si identificano come Acadiani. Gli Acadiani parlano una varietà di francese definito Francese acadiano, differente dal vicino francese del Québec, sebbene abbia subito un'evoluzione parallela.


Storia

Sebbene la maggior parte degli Acadiani siano canadesi francofoni, l'Acadia in realtà fu fondata in una regione geograficamente e amministrativamente separata dal Québec (che al tempo veniva chiamato Canada), portando allo sviluppo di due distinte storie e culture.

I primi colonizzatori, i cui discendenti diventeranno gli Acadiani, non provenivano dalle stesse aree geografiche della Francia, bensì dalle più diverse regioni francesi, come ad esempio dalla Bretagna così come dal Paese basco o dall'Occitania. Nella grande deportazione degli acadiani, una pulizia etnica avvenuta fra il 1755-1763, i coloni britannici deportarono circa 14.000 acadiani costringendoli ad abbandonare i territori da loro colonizzati, nel tentativo (parzialmente riuscito) di anglicizzare il territorio sia etnicamente che linguisticamente. Una parte di questi esuli si stabilirono nella Louisiana sud-occidentale, formando una distinta comunità locale ("Cadiens" o "Cajuns").
Statua della Evangeline di Longfellow a St. Martinville, Louisiana.

Nel 1847 lo scrittore americano Henry Wadsworth Longfellow pubblicò Evangeline o Un racconto dell'Acadia, un poema epico liberamente basato sugli eventi della deportazione del 1755. Il poema divenne un classico letterario Americano e contribuì alla rinascita dell'identità acadiana sia nel Canada marittimo che in Louisiana. All'inizio del XX secolo furono erette due statue di Evangeline, una a St. Martinville e l'altra a Grand Pré, entrambe commemoranti l'Espulsione. Robbie Robertson scrisse una popolare canzone basata sulla Espulsione acadiana intitolata Acadian Driftwood, che comparve nell'album del 1975 del gruppo rock The Band, Northern Lights - Southern Cross.

Pélagie-la-charette di Antonine Maillet si riferisce al viaggio di ritorno in Acadia di numerose famiglie deportate, partite 15 anni dopo la Grande Espulsione. Il Memoriale Acadiano[2] onora i tremila che si sistemarono in Louisiana. In tutta la Provincia Marittima Canadese vi sono monumenti che ricordano l'Espulsione, come quelli sull'isola di Giorgio e sull'isola Beaubears.





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Algonchini


Gli Algonchini rappresentano l'insieme di tribù di nativi americani più popolose esistenti tuttora. Gli algonchini vivono nelle riserve indiane canadesi, anche se nel passato occupavano la maggior parte delle regioni canadesi, dall'Atlantico alle Montagne Rocciose. Dato l'elevato numero, gli Algonchini si dividevano in clan e in tribù che a loro volta erano divise in nazioni e confederazioni, la più conosciuta delle quali era quella dei Powhatan. Questa tribù prendeva il nome dal capo, divenuto celebre per essere il padre di Pocahontas.
Algonchini intorno al 1710, acquerello, Biblioteca di Montréal

Della famiglia Algonchini facevano parte, Naskapi Innu, Neenoilno Innu, Micmac, Abenaki[1] (Maliseet, Passamaquoddy, Penobscot, Norridgewock - noti anche come Kennebec -, Western Abnaki - innanzitutto, tra questi ultimi, Pennacook -), Massachusett, Pokanoket, Narragansett, Pequot, Mohegan, Mohican (detti anche Mahican), Lenape (o Delaware), Powhatan, Cree, Miami, Shawnee, Kickapoo, Illinois, Asikiwaki (cosiddetti Sauk), Muskwaki (cosiddetti Fox), Menominee, Potawatomi, Ojibway, Ottawa, insediati lungo la costa atlantica e attorno ai laghi superiori del San Lorenzo, tra la baia di Hudson e il bacino dell'Ohio,[2] e, nella grande regione delle pianure centrali, Cheyenne, Arapaho, Atsina, Nitsitapi (grande nazione suddivisa in Pikuni, cosiddetti Poor Robe, Kainah, cosiddetti Blood, Siksika, cosiddetti Blackfoot).

Religione

Per quanto riguarda i riti e le credenze, gli Algonchini credono nei contatti e nella presenza degli spiriti guardiani e nel culto degli antenati; praticano riti magici a beneficio della collettività o del singolo individuo, nel tentativo di controllare gli eventi della natura.
Rito delle nozze sacre

Tra i riti, uno dei più antichi e caratteristici è quello propiziatorio delle "nozze sacre": all'inizio della stagione della pesca due bambine vergini sposano le reti usate per lo strascico nella speranza che catturino molti pesci. La tradizione racconta che lo spirito delle reti era stato abbandonato dalla moglie e pretendeva di essere ricompensato prima di concedere una buona pesca agli Algonchini.[3]
Miti e leggende

Malinowski definì il mito come una realtà vissuta, accaduta in tempi primordiali e che perdura tanto da influenzare il mondo e i destini umani.[4] Tra gli Algonchini, così come in tutte le etnie indiane, non esistono fratture tra i vari aspetti del comportamento umano, anzi vi è una correlazione fra religione, arte, scienza, politica. Il mito è necessario proprio come collante culturale, quando descrive le origini del mondo, dei riti sacri, delle arti, e delle attività quotidiane.[5]

Quindi i miti fondamentali riguardano il tema della creazione, la nascita della conoscenza, i fenomeni del cielo e gli eventi naturali (stagioni, notti, giorni, piogge, ecc.), la morte e l'aldilà. La mitologia degli Algonchini è centrata sulla figura di Gluskap e delle sue gesta eroiche in favore della tribù. Una di queste è la "liberazione delle acque" sequestrate dal temibile drago.[6]
Arte
Mappa etnografica del Nordamerca negli anni 30 nel XX secolo; la distribuzione degli Algonchini è segnalata in grigio

La cultura algonchina è incentrata sulla scorza di betulla e le rappresentazioni artistiche algonchine traggono ispirazione dall'interpretazione dei sogni.[7] La loro arte è ricca di simboli pittografici-decorativi in cui i temi geometrici e la linea curva simmetrica risultano l'elemento dominanteː il disegno è realizzato in modo speculare su due lati rispetto a un punto centrale e può essere formato, per esempio, da una doppia spirale.[7][8] La produzione artistica algonchina è composta dagli utensili domestici, dalle borse, dalle cinture e soprattutto dal calumet e dalle maschere cerimoniali.[8]





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Algonchini

 
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Anglofoni del Québec


Gli anglofoni del Québec sono la comunità della provincia canadese del Québec la cui madrelingua è l'inglese (anglofoni), formando un gruppo linguistico minoritario in quella provincia, dove la lingua ufficiale (e maggioranza) è il francese. Al loro apice, lo Statistics Canada ha riportato il proprio numero a 1 058 265, pari a circa il 13,5% della popolazione del Québec.

La maggior parte della popolazione di lingua inglese del Québec risiede nella regione di Montréal, in particolare nella parte occidentale della città (sulla West Islands), dove era presente una rete di banche in lingua inglese, istituzioni sociali, economiche e culturali.

In termini politici, gli anglofoni del Québec tendono generalmente a votare per il Partito Liberale del Québec, che è federalista e promuove la permanenza del Québec all'interno dell'Unione canadese. Allo stesso modo, gli anglofoni tendono a lasciare il Québec per trasferirsi in altre province del resto del Canada, in particolare durante gli anni '70 dopo l'attuazione della Legge 112 da parte del partito sovrano del Québec.

Origine e distribuzione

Arrivati in Québec dopo la Conquista del 1759-1760, i primi Québécois di lingua inglese arrivarono dalle Isole britanniche.

Il loro status privilegiato all'interno dell'Impero britannico permise loro di fondare e mantenere un gran numero di istituzioni pubbliche e private in lingua inglese a margine delle istituzioni di lingua francese controllate dalla Chiesa cattolica fino al XX secolo.

È attraverso l'affiliazione e l'assimilazione a questa comunità anglofona che i nuovi arrivati sono stati in grado di vivere nel mondo anglofono in Québec dal XIX secolo. La maggior parte degli anglofoni del Québec oggi provengono da immigrazioni recenti.





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Assiniboin


Gli Assiniboin sono una tribù di Nativi Americani, diffusa originariamente nel Dakota del Nord settentrionale e Montana nordorientale. Il ramo settentrionale (dei Canadian Assiniboin, Stoney o Nakoda) era diffuso nel Saskatchewan lungo il fiume Assiniboine, termine usato talvolta per denominare la tribù stessa. Oggi sopravvivono entrambi i gruppi tribali, ma il più numeroso è quello canadese.[2]. Chiamano sé stessi Hohe (ribelli), con l'appellativo che fu dato loro dai Sioux dai quali si erano anticamente distaccati, ma anche Nakota (o Nakoda)[3], quasi a conservare così memoria della loro originaria provenienza.

Etimologia del nome

Il nome "Assiniboin" significa "Colui che cuoce con le pietre" (dalla lingua Chippewa) e fa riferimento all'uso di cuocere il cibo in acqua fatta bollire in contenitori di pelle o cuoio immergendovi pietre arroventate in precedenza sul fuoco.

Questa tecnica assai primitiva è di solito messa in relazione alla assenza o alla scarsa disponibilità di recipienti resistenti alla fiamma.

Il termine chippewa (giunto tramite il francese) è stato anche recepito nella traduzione inglese, come Stone Sioux o Stoney.
Lingua

Appartiene al sottogruppo dakotan della famiglia linguistica siouan, costituito dalle tre denominazioni dialettali dakota-lakota-nakota, rappresentate rispettivamente:

la varietà in -d-, dalle tribù Santee (Dakota orientali), e Yankton-Yanktonai (Dakota occidentali);
la varietà in -l-, dai Teton (che oggi si definiscono ormai soltanto Lakota);
la varietà in -n- proprio dagli Assiniboin (che chiamano la propria lingua anche nakona[4] - cod. ISO 639-3: (EN) Assiniboine - A language of Canada - ISO 639-3: asb, su ethnologue.com. URL consultato il 17 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2012).e dagli Stoney (Lingua nakoda - cod. ISO 639-3:).[5]

Storia e modo di vita

Distaccatisi in tempi relativamente recenti dai Sioux, di cui divennero nemici, pur continuando ad annoverarli all'interno della denominazione di "nakota",[6] gli Assiniboin condividevano il modo di vita dei Sioux occidentali (Lakota) che era quello dell'area culturale delle Pianure. All'interno di questo, gli Assiniboin si possono collocare nel sottogruppo più estremo, caratterizzato dall'assenza di ogni attività agricola, dal nomadismo e dalla sostanziale dipendenza dal bisonte.

Ebbero incontri con vari esploratori europei e con la celebre spedizione di Lewis e Clark. Di questo periodo restano resoconti che ne descrivono il modo di vita e l'aspetto prima della assimilazione e quasi scomparsa a seguito del contatto con i bianchi. Furono ritratti in più occasioni da Catlin e Bodmer, che ce ne hanno lasciato coloratissime immagini. Con l'arrivo in massa dei bianchi e lo scoppio delle guerre indiane nella regione delle Grandi pianure, trovarono modo di continuare la guerra con il nemico ancestrale sioux, essendo spesso impiegati nell'esercito americano in qualità di scout.

Oggigiorno gli antichi "Hohe" tendono comunque a minimizzare le passate fratture con i dakota e a considerarsi invece, in qualche modo, parte della grande nazione, o, forse meglio, tradizione, sioux, dichiarandolo formalmente nei documenti e sui siti on-line dei vari raggruppamenti tribali, e ci sono perfino alcuni Stoney che proclamano una certa qual maggior loro affinità linguistica con i Lakota, piuttosto che con gli Assiniboin, e pretendono di essere dei «Sioux delle Montagne Rocciose» invece che dei semplici discendenti degli Hohe[7][8]





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Assiniboin

 
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Banda indiana (Canada)


In Canada, una banda indiana o banda, a volte designata come banda delle Prime nazioni o semplicemente Prima Nazione, è l'unità basilare di governo dei popoli soggetti alla Legge sugli Indiani (cioè gli Indiani con status o Prime nazioni).[1] Le bande sono tipicamente piccoli gruppi di persone: la più grande del paese, la Riserva delle sei nazioni, aveva 22.294 membri nel settembre 2005, e molte hanno un'appartenenza sotto le 100 persone. Ogni Prima Nazione è rappresentata normalmente da un consiglio della banda presieduto da un capo eletto, e a volte da un capo ereditario. Al 2013, c'erano 614 bande in Canada.[2] L'appartenenza a una banda è controllata in due modi: per la maggior parte delle bande, l'appartenenza si ottiene iscrivendosi nel Registro indiano tenuto dal governo. Al 2013 c'erano 253 Prime nazioni che avevano i propri criteri di appartenenza, cosicché non tutti gli Indiani con status sono membri di una banda.[2]

Le bande possono unirsi in raggruppamenti regionali più grandi chiamati consigli tribali. Esiste anche un altro tipo di organizzazione chiamato consiglio dei trattati o associazione dei trattati, che nella maggior parte delle province rappresenta le bande firmatarie di uno dei Trattati Numerati, la serie di undici trattati stipulati tra le Prime nazioni e il monarca del Canada regnante (Vittoria, Edoardo VII o Giorgio V) tra il 1871 e il 1921 (benché nella parte della Columbia Britannica, che è interessata in minima parte dai trattati, quegli organi siano destinati soprattutto a stipulare e negoziare le future rivendicazioni dei trattati). Un altro tipo di organizzazione emergente nella Columbia Britannica sono i consigli dei capi, come il Consiglio dei Capi st'at'imc, che unisce le bande non incluse nei consigli tribali con quelle nei consigli tribali. Le bande tipicamente appartengono anche a uno o più tipi di consiglio provinciale e di organizzazione simile, e anche all'Assemblea pancanadese delle Prime nazioni (un tempo chiamata Fratellanza dei Nativi indiani), presieduta da un capo eletto dalle varie bande, ciascuna delle quali ha un solo voto. Le bande sono, in una certa misura, l'organo di governo delle loro riserve indiane. Molte Prime nazioni hanno anche ampie popolazioni fuori dalle riserve, che sono ugualmente rappresentati dalle bande, e possono trattare anche con i non membri che vivono nella riserva o lavorano per la banda.

Gli Indiani senza status, i Métis e gli Inuit non fanno parte del sistema di governo delle bande e delle riserve, e questa è una delle principali riserve tra la loro situazione giuridica e sociale e quella di coloro che sono governati dai consigli delle bande. I tribunali hanno dichiarato che il riferimento costituzionale agli "Indiani" (articolo 91(24) della Legge costituzionale del 1867) si applica agli (Re Eskimos 1939) nonché ai Métis e agli Indiani senza status non-Status Indians (Daniels v. Canada 2013), ma le loro relazioni con il governo federale non sono governate in base alle disposizioni della Legge sugli Indiani.

Banda

Una banda è composta tipicamente, ma non sempre, da un'unica comunità. Molte bande, specialmente nella Columbia Britannica, controllano molteplici riserve indiane, cioè, molteplici particelle di terra. Sebbene le bande abbiano attualmente un considerevole controllo sulla terra delle loro riserve, strettamente parlando né la banda stessa né i suoi membri possiedono la terra. Piuttosto, la Corona ha l'amministrazione fiduciaria della terra per conto della banda.[3]

Il termine banda è legato storicamente al termine antropologico banda, ma come unità giuridica e amministrativa la banda non corrisponde a questo concetto. Alcune bande traggono i loro membri da due o più gruppi etnici, a causa dell'interruzione dei modi di vita tradizionali per la colonizzazione e/o la convenienza amministrativa del Canada, o per le alleanze consensuali fra tali gruppi, alcuni precedenti alla Legge sugli Indiani.

Il funzionamento di una banda è controllato dalla Legge sugli Indiani, la legislazione che definisce la posizione degli Indiani con status. Il governo della banda è controllato da un consigliere capo e ds un consiglio. Il numero di consiglieri è determinato dal numero dei membri dalla banda, con un minimo di due in aggiunta al consigliere capo. La Legge sugli Indiani specifica le procedure per l'elezione del consigliere capo e del consiglio. Alcune bande fanno uso di una disposizione politica (chiamata "elezione consuetudinaria") che permette loro di esentarsi da questi requisiti al fine di seguire le procedure tradizionali per la scelta dei capi. Questa è una questione controversa. I fautori sostengono che permette alle Prime nazioni di adattare il sistema definito esternamente alle loro tradizioni. A volte questo significa che i capi "ereditari" diventano il consigliere capo. Gli oppositori argomentano che i sistemi consuetudinari sono frequentemente non tradizionali e che, tradizionali o no, sono iniqui e antidemocratici e hanno l'effetto di preservare il potere di cricche corrotte e, in molti casi, di escludere le donne; e anche di escludere i capi ereditari.[4] Il termine "capo" si riferisce in effetti a un consigliere capo - questo individuo non è necessariamente un capo ereditario o leader, benché alcuni lo siano.

Sebbene la politica attuale del Dipartimento degli Affari aborigeni e dello Sviluppo settentrionale Canada (AANDC) sia di trattare i governi delle bande come in gran parte autonomi, in base alla Legge sugli Indiani le risoluzioni dei consigli delle bande non hanno effetto a meno che non siano avallati dal Ministro dell'AANDC.

In aggiunta al sistema del capo e del consiglio stabilito dalla Legge sugli Indiani, alcune bande hanno un sistema di governo tradizionale che mantiene una considerevole influenza. In alcuni casi i due sistemi sono arrivati ad un accomodamento, come l'Ufficio dei Capi ereditari del Wet'suwet'en. In altri casi i due sono in conflitto.
Consiglio tribale

Due o più bande possono unirsi per formare un consiglio tribale. I consigli tribali non hanno uno status indipendente; essi traggono i loro poteri interamente dai membri delle loro bande. Quali poteri sono delegati al consiglio tribale e quali servizi sono forniti a livello centrale varia secondo i desideri delle bande membri.[5]
Altre organizzazioni

In aggiunta ai consigli tribali, le bande possono creare organizzazioni congiunte per fini particolari, come la prestazione di servizi sociali o assistenza sanitaria. Ad esempio, nell'interno centrale della Columbia Britannica, i Carrier Sekani Family Services forniscono servizi sociali per una dozzina di bands. I CSFS erano originariamente parte del Consiglio tribale Carrier Sekani, ma sono ora un'organizzazione separata e includono tra i loro membri bande che non sono membri del CTCS.

Durante i negoziati dei trattati, come quelli tentati dal governo provinciale della Columbia Britannica sotto forma del defunto Processo dei trattati della Columbia Britannica, le rivendicazioni delle bande sono coordinate e negoziate, se negoziate, dai consigli del trattato, la composizione di alcuni dei quali può corrispondere al consiglio tribale locale, come il Consiglio tribale Ktunaxa Kinbasket contro il Consiglio del trattato Ktunaxa Kinbasket, benché in quel particolare casi i governi tribali americani appartengano al primo, ma non al secondo. Altri, come l'Associazione del trattato Maa-nulth o il Gruppo del trattato Temexw, abbracciano diversi consigli tribali e bande individuali, che coprono più di un gruppo etnico. Un'altra organizzazione chiamata consiglio dei capi può includere bande appartenenti a uno o più consigli tribali e anche bande individuali che non appartengono a nessuno, come il Consiglio dei Capi St'at'imc, che serve da voce comune per tutti gli St'at'imc e che formalmente non riconosce la sovranità della Corona.

In altre province, dove i trattati già esistono, un gruppo del trattato o un'associazione del trattato è composta da bande già firmatarie dei trattati esistenti, come il Trattato 6 e il Trattato 8.
Senza status

Un'ulteriore complicazione è creata dall'esistenza di gruppi di discendenza indiana il cui status indiano non è riconosciuto dal Canada. Questi sono spesso i discendenti di bande considerate dal Canada come estinte. Tali gruppi non hanno esistenza ufficiale, ma, nondimeno, possono avere un qualche grado di organizzazione politica. I Sinixt, che ora per la maggior parte hanno una sede nello stato di Washington come parte delle Tribù confederate della Riserva di Colville, ma hanno un piccolo gruppo di rappresentanti con sede a Vallican (Columbia Britannica), sono un esempio di un gruppo simile politicamente attivo senza un governo della banda legalmente riconosciuto in Canada, alcuni dei cui membri hanno ancora uno status indiano (negli USA) e rivendicazioni di terre in corso nella Columbia Britannica.
Organizzazioni nazionali

In aggiunta ai consigli tribali e alle organizzazioni di servizi per fini speciali, le bande possono formare organizzazioni più grandi. La più grande è l'Assemblea delle Prime nazioni, che rappresenta i capi di oltre 600 bande in tutto il Canada. Ci sono anche alcune organizzazioni regionali. Il Capo dell'APN è conosciuto come il Capo Nazionale. L'APN ha anche un Vice-Capo per ciascuna regione.
Organizzazioni provinciali e territoriali

Nella Columbia Britannica, il Vertice delle Prime nazioni rappresenta approssimativamente i due terzi delle bande della provincia che partecipano ai negoziati dei trattati con il Canada e la Columbia Britannica, mentre un'organizzazione più vecchia, l'Unione dei Capi indiani della Columbia Britannica, rappresenta le bande che respingono l'attuale Processo dei trattati della Columbia Britannica. Alcune bande appartengono a entrambi. Nell'Ontario, i Capi dell'Ontario servono da organizzazione di livello provinciale; nel Saskatchewan, il raggruppamento di livello provinciale è la Federazione delle Nazioni indiane del Saskatchewan.
Inuit e Métis
Da un punto di vista costituzionale, non tutti gli Indigeni sono Prime nazioni. In aggiunta agli Indiani, la Costituzione (articolo 35.2) riconosce altri due gruppi indigeni: gli Inuit e i Métis. L'organizzazione nazionale degli Inuit è l'Inuit Tapirisat del Canada. Il territorio autonomo di Nunavut è abitato principalmente dagli Inuit. Lo status dei Métis rimane irrisolto, ma è stato l'oggetto di recenti negoziati che hanno condotto all'Accordo quadro con la Nazione métis tra varie organizzazioni métis e il Canada.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Banda_indiana_(Canada)

 
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Beothuk


I Beothuk (biːˈɒtək o ˈbeɪ.əθʊk), anche detti Beothic, Beothick, Beothuck,[1] furono una delle popolazioni aborigene del Canada. Vivevano sull'isola di Terranova al tempo dei contatti con gli Europei dei secoli XV e XVI. Con la morte (avvenuta nel 1829) di Shanawdithit, una donna poco meno che trentenne, che era l'ultima Beothuk vivente conosciuta, la popolazione fu considerata ufficialmente un gruppo etnico estinto.[2]

Storia e cultura
Terranova, Canada. Area in cui risiedevano i Beothuk.

Il termine Beothuk significa "popolo" in lingua Beothuk. Le origini di questa popolazione sono incerte. Vi sono oggigiorno poche testimonianze del loro linguaggio, la cui origine è oggetto di teorie discordanti. Sebbene alcuni linguisti ritengano si trattasse di un ramo delle lingue algonchine, generalmente la si considera una lingua isolata, sulla quale si hanno informazioni troppo frammentarie e inattendibili per poter stabilire con certezza connessioni con altre lingue.[3]

La cultura beothuk venne a formarsi intorno all'anno 1500. Si trattò della più recente manifestazione culturale da parte delle popolazioni che erano emigrate da Labrador a Terranova verso l'anno 1 d.C. Gli antenati di questo gruppo avevano avuto tre fasi culturali, ciascuna durata approssimativamente 500 anni.[4]

Nel 2007 furono condotti dei test del DNA su del materiale ricavato dai denti di Demasduit e di suo marito Nonosabasut, una coppia di Beothuk deceduta negli anni venti dell'Ottocento. I risultati suggerirono che i Beothuk discendevano dalla medesima popolazione da cui discendevano i Mi'kmaq. Fu dimostrato anche che i loro antenati erano esclusivamente indigeni delle Prime nazioni, diversamente da quanto sostenuto da studi precedenti che ipotizzavano incroci con gli Europei.[5]

I Beothuk vissero sull'isola di Terranova, soprattutto nei pressi delle baie di Notre Dame e Bonavista. Le stime riguardo al numero di Beothuk all'epoca dei contatti con gli Europei sono varie. Gli studiosi del XIX e degli inizi del XX secolo stimavano fossero circa 2000 persone nel XV secolo. Studi più recenti sostengono invece non ve ne fossero più di 700. Vivevano in gruppi familiari estesi (da 30 a 55 persone), indipendenti ed autosufficienti.[6]

Come molte altre popolazioni che vivevano di caccia e raccolta, sembra vi fossero dei "leader" all'interno di ogni gruppo. Vivevano in abitazioni coniche chiamate mamateeks, fortificate per l'inverno. Queste venivano realizzate ponendo dei pali in cerchio, legandoli in cima, e coprendoli con corteccia di betulla. All'interno scavavano dei solchi nel terreno, nei quali dormivano. Al centro si accendeva il fuoco.

Durante la primavera, i Beothuk utilizzavano ocra rossa per dipingere i loro corpi, le loro abitazioni, canoe, armi, utensili e strumenti musicali. Per questa ragione gli Europei si riferivano a loro con l'espressione "Indiani rossi". L'uso dell'ocra aveva un notevole significato culturale. Le decorazioni venivano realizzate con cadenza annuale durante una celebrazione primaverile che durava diversi giorni. Inoltre simboleggiava l'identità tribale; per esempio, decorando un neonato lo si accoglieva nella tribù, mentre vietando ad una persona di decorare il proprio corpo con l'ocra si intendeva punirla.

I Beothuk ricavavano cibo prevalentemente da renne, salmoni e foche. Inoltre, seguivano le abitudini migratorie delle loro principali prede. In autunno, costruivano recinzioni (talvolta lunghe fino a 40 miglia) per guidare la migrazione delle renne e dei cervi verso i cacciatori che li attendevano armati di archi e frecce.[7]

I Beothuk sono anche conosciuti per la loro abitudine di realizzare del pudding utilizzando la linfa degli alberi ed i tuorli essiccati delle uova di alca impenne.[8] Conservavano il cibo in eccesso per l'inverno. Catturavano vari animali da pelliccia e ne lavoravano le pelli per fabbricare indumenti, che indossavano con il lato con la pelliccia a contatto con la pelle.

Per costruire le canoe utilizzavano la corteccia degli alberi. Tali imbarcazioni erano curvate verso l'alto alle estremità e i lati erano posizionati con una forma a "V".[9]

I Beothuk eseguivano delle pratiche piuttosto complesse per la sepoltura. Dopo aver avvolto i corpi nella corteccia di betulla, li seppellivano in luoghi isolati. Talvolta si trattava di fosse non troppo profonde, ricoperte di sassi. Altrimenti mettevano il corpo all'interno di un albero, oppure in una sorta di bara, con le ginocchia piegate. I vivi poggiavano delle offerte nei luoghi di sepoltura per "accompagnare" il deceduto, come statuette, collane e strumenti.[7]





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Chipewyan


I Chipewyan (chiamati anche Denésoliné, Dënesųłı̨né o Dënë Sųłınë́ che significa "il popolo originale / reale")[2][3] sono un popolo aborigeno appartenente al gruppo etnolinguistico dei Dene che parlano lingue della famiglia della athabaska[4][5][6]. Derivano dalle popolazioni appartenenti alla cultura di Taltheilei, oggi estinta. Vengono da quello che oggi è il Canada occidentale.


Terminologia

I missionari francofoni del nord-ovest della Colonia di Red River si riferivano ai Chipewyan col termine di Montagnais nei loro documenti in francese[7]. A causa di ciò, questo termine venne tradotto erroneamente montagnais anche in inglese che però già si riferiva agli Innu del Quebec settentrionale, e non ai Dene (Chipewyan).
Demografia

I Chipewyan vivono nella regione che circonda lo Scudo canadese occidentale fino ai Territori del Nord-Ovest, includendo parti delle aree settentrionali delle province di Alberta, Manitoba e Saskatchewan. Ci sono anche vari siti archeologici e tombali appartenenti al popolo Dënesųłı̨né nel Nunavut.

La seguente lista di bande indiane delle Prime nazioni ha, nell'agosto 2016, registrato un totale di 25.519 membri (tutti di etnia Denésoliné), con 11.315 in Saskatchewan, 6.952 in Alberta, 3.038 in Manitoba e 4.214 nei Territori del Nord-Ovest. Tuttavia, molti erano una combinazione di Cree e Chipewyan (vedi la Prima Nazione delle Barren Lands in Manitoba e la Prima Nazione di Fort McMurray in Alberta).

Ci sono anche alcune comunità di lingua dene localizzate per tutta la regione. Il villaggio di La Loche, nel Saskatchewan, nel 2011 contava una popolazione di 3389 abitanti che si dichiaravano parlanti la denesuline come loro lingua natale.
Lingua

I Chipewyan parlano la lingua denesuline, appartenente al gruppo linguistico athabaskano. Questa lingua è molto diffusa in Alaska e Canada.

Il nome Chipewyan è, come per molti popoli delle praterie canadesi, di origine algonchina. Deriva dal loro nome in Lingua cree delle pianure, Cīpwayān (ᒌᐘᔮᐣ), "pelle appuntita", da cīpwāw (ᒌᐚᐤ), "essere appuntito", e wayān (ᐘᔮᐣ), "pelle" o "pelle" - un riferimento al taglio e allo stile dei parka dei Chipewyan[8].

Nonostante la superficiale somiglianza dei nomi, i Chipewyan non sono imparentati con il popolo Chippewa (Ojibway).

Nel 2015, Shene Catholique-Valpy, una donna Chipewyan dei Territori del Nord-Ovest, ha sfidato il governo territoriale per il suo rifiuto di permetterle di usare il carattere ʔ nel nome di sua figlia, Sahaiʔa. Il territorio ha sostenuto che i documenti di identità territoriali e federali non erano in grado di accogliere il carattere. La madre di Sahaiʔa ha finalmente registrato il suo nome con un trattino al posto del ʔ, pur continuando a contestare la politica. Poco dopo, anche un'altra donna di nome Andrea Heron sfidò il territorio per gli stessi motivi, per aver rifiutato di accettare il carattere ʔ nel nome Slavey di sua figlia, Sakaeʔah (in realtà un affine di Sahaiʔa).
Storia

I primi europei ad incontrare i Chipewyan furono i Britannici. Nel 1717 essi costruirono un porto commerciale a Fort Churchill, nella Baia di Hudson. Tra il 1760 e il 1776 i Chipewyan furono visitati dall'esploratore Samuel Hearne mente stava studiando i fiumi Coppermine e Slave. Tra il 1789 e il 1793 l'esploratore Alexander Mackenzie li visitò nuovamente per conto della Compagnia del Nordovest. Nel 1788 i Britannici costruirono nel territorio della tribù Fort Chippewyan. Poi, dal 1781, molti francesi invasero il territorio dei Chipewyan e vendettero armi ai Cree, nemici dei Chipewyan; intanto i Chipewyan erano stati colpiti da un'epidemia di vaiolo che li decimò. Nel 1858 Henry Faraud tradusse il Nuovo Testamento nella lingua dei Chipewyan. I Chipewyan firmarono in seguito vari trattati con il Canada che portarono, alla fine, a firmare, tra il 1871 e il 1877, il sesto trattato che assegnò ai Chipewyan una riserva di 1.5 kilometri.

Nel marzo del 2013 il totale dei Chipewyan effettivamente registrati ammontava alla cifra di 22.754 persone, con 10.938 di essi insediati nel Saskatchewan, 6.371 nell'Alberta, 2.871 nel Manitoba e 2.574 nei Territori del Nord-Ovest.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Chipewyan

 
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Degexit'an


I Degexit'an, chiamati anche Deg Hit'an, Kaiyuhkhotana o Deg Hitan, sono una tribù di Nativi americani stanziati in Alaska e Canada. Un tempo venivano anche chiamati "Ingalik", ma oggi è ritenuta un'offesa nei loro confronti.


Lingua

I Degexit'an parlano una lingua molto diffusa un tempo in tutta la zona: il Deg Hit'an. Oggi questa lingua è parlata solo da alcuni anziani della tribù, ma alcuni giovani stanno cercando di reintrodurla nella lingua parlata.
Storia

Nel 1760 i russi tennero il primo contatto con questa tribù. Nel 1834 i russi esplorarono i fiumi Yukòn e Kuskakuin e questo diede inizio ad un grande conflitto tra i Degexit'an e la Compagnia della Baia di Hudson. Tuttavia la tribù mantenne un commercio abbastanza attivo. Il 30 marzo 1867 il Governo degli Stati Uniti pagò alla tribù un risarcimento di 7.2 milioni di dollari in oro. Nel 1912 nacque la prima associazione di un gruppo di Nativi americani: l'"Alaska Native Brotherhood". Nel 1968 nacque il "Native Land Claime Movement" (NLCM) il cui scopo era fermare l'espansione delle industrie nel loro territorio.
Cultura
I Degexit'an vivono principalmente nei boschi della tundra. Pescano salmone e cacciano caribù, orsi e castori. Erano influenzati dagli Inuit dal punto di vista culturale. Abitavano in case semisotterranee, chiamate "Kashin". Il centro dell'accampamento era una casa sotterranea e larga dove abitava il capo tribù.





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Dogrib


I Dogrib, chiamati anche Tlicho (Tłı̨chǫ), sono una tribù di Nativi americani stanziata in Canada. Vivono nei Territori del Nord-Ovest in Canada, vicino al Grande Lago degli Orsi e il Grande Lago degli Schiavi.


Lingua

I Dogrib parlano la lingua tlicho (o dogrib), appartenente al gruppo delle lingue athabaska del nord della famiglia delle lingue na-dene.
Storia

I Dogrib erano nemici delle tribù dei Cree, Chippeway e degli Yellowknife. I primi ad incontrarli furono i francesi nel 1744 ma i Dogrib evitarono il commercio con essi perché i francesi commerciavano già con i Cree. Nel 1933 Elizabet Mackenzie e Mary Siemens tradussero il Vangelo per i membri della tribù. Il 25 agosto 2003 i Dogrib firmarono un accordo con il Canada il quale assegna 39.000 kilometri quadrati alla tribù che così si organizza in un governo dipendente da quello del Canada.
Demografia

Nel 1856 c'erano 927 individui, nel 1906 ce n'erano 1.150. Nel 1970 c'erano 1200 individui e nel 1990 c'erano 2.500 individui. Secondo il censimento del 2001 c'erano 3.548 individui divisi nelle riserve indiane di Dog Rib Rae, Dechi Laot'i, Gameti e Wha Ti.
Sistema di governo

I Dogrib hanno un governo sviluppato che prende come modello il Governo degli Stati Uniti. Esso dipende direttamente dal Governo del Canada. Il Governo del Canada detiene il diritto penale, mentre l'assistenza sanitaria e l'istruzione sono gestiti a livello locale. Questo governo è iniziato il 25 agosto 2003 ed è stato adottato anche dagli Inuit. Questo permette al Canada di controllare meglio il Nord-Ovest canadese.
Cultura
I Dogrib cacciavano caribù con lance e frecce e pescavano. Le tende sono generalmente di pelli, ma d'inverno sono rinforzate di corteccia. Le donne vestivano di pelli di caribù decorate con piume. Gli uomini vestivano di pellicce dotate di un cappuccio, come gli Inuit. Alcune persone importanti appartenenti a questa tribù sono: lo scrittore Richard Van Camp, autore di The Losser Blesser; e l'artista Giacomo Wedzin.





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Francesi


I francesi (Français in lingua francese) sono un popolo localizzato prevalentemente in Francia e parlanti maggioritariamente il francese (ma anche altre lingue come ad esempio l'occitano). Il nome proviene dai Franchi, un'antica tribù germanica, che acquisì la lingua e la cultura latina, vissuta nell'area dell'attuale Francia prima e dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente.

Considerevoli comunità di parlanti la lingua francese o con antenati francesi sono presenti anche in Svizzera, Stati Uniti, Belgio e Canada. In tutto, se si contano le comunità extraeuropee il numero totale arriva a circa 100 milioni (70 milioni in Europa e 30 nelle Americhe). Ci sono comunque piccole comunità sparse in Asia, Africa e Oceania. Nel primo caso le si individuano in Medio Oriente o nel sud-est asiatico, nel secondo tra i paesi nordafricani. Per quanto riguarda l'Oceania ci sono molti immigrati e/o oriundi francesi negli arcipelaghi appartenenti ancor oggi alla Francia.


Origini ed etnogenesi

L'origine e la formazione dell'identità biologica della popolazione francese viene fatta risalire alla rivoluzione neolitica, e cioè tra il 4000 e il 2500 a.C., quando la popolazione crebbe da 50.000 a 5 milioni di abitanti. Pare infatti che più di 6.000 anni fa arrivarono agricoltori dal Medio Oriente. Inoltre un recente studio genetico ha scoperto che oltre l'80% dei cromosomi Y dei francesi e degli europei in generale vengono da questi agricoltori[1][2][3].

L'origine dell'identità etnica e nazionale francese la si deve comunque ai Galli, termine con il quale i Romani indicavano le tribù celtiche presenti sui territori dell'attuale Francia, Italia settentrionale e in parte del Centro Europa, che all'epoca erano denominati appunto Gallia, o meglio Gallie. I Galli si stanziarono nell'odierna Francia tra i secoli VIII e V a.C. e vi dominarono sino all'occupazione e la sottomissione all'Impero Romano. Sotto l'occupazione romana, fu avviato un processo di fusione dell'elemento celtico con quello latino, che diede vita alla cultura gallo-romana.

Con la caduta dell'Impero Romano, si aggiunsero immigrazioni di altri popoli, i Franchi e le successive invasioni di tribù barbare quali i Visigoti, i Burgundi e i Normanni, che contribuirono ulteriormente alla formazione dell'identità francese.

Il Medioevo fu il periodo storico in cui effettivamente si formarono la Francia e i francesi, con la nascita della lingua francese, che derivò dalla lingua d'oïl parlata a Parigi e diffusasi rapidamente in tutto il paese, ma soprattutto con il processo di unificazione nazionale avviato nella prima metà del Trecento, e conclusosi definitivamente nel 1477.
Religioni

Tradizionalmente i francesi erano di religione cattolica, ma attualmente il numero di praticanti è il più basso d'Europa[4].

Nel corso delle guerre religiose scoppiate in Francia nella seconda metà del Cinquecento, furono numerosi i protestanti sterminati dai cattolici. Attualmente sono oltre 1 milione i francesi di confessione protestante, perlopiù evangelici e pentecostali[4].


Comunità di origine francese nel mondo


Anche se in minor misura rispetto ad altri popoli europei, il popolo francese è stato interessato dal fenomeno dell'emigrazione che durò tra l'inizio del XIX secolo fino alla metà del XX secolo. Nel mondo, sono circa 30 milioni le persone con ascendenza francese, mentre i cittadini francesi residenti fuori dal loro paese, sono circa 2 milioni.

L'emigrazione francese aveva caratteristiche diverse rispetto a quelle di altri paesi, si può affermare che esistevano due tipi di emigrazione, quella economica diretta verso le Americhe (Stati Uniti, Canada, Argentina, Messico, Cile e Uruguay), e quella a scopo di colonizzazione, diretta appunto verso le colonie francesi del Maghreb e dell'Africa sub-sahariana.

Si calcola che tra il 1848 e il 1939 furono 1 milione i cittadini francesi che lasciarono la propria nazione[17], e la maggior parte di questi provenivano dai Pirenei Atlantici, Senna, Alti Pirenei, Alto e Basso Reno, Alta Garonna e Gironda. Molto meno significativi, e più scarsi, i flussi migratori diretti verso altri paesi europei, concentrati perlopiù verso Belgio e Svizzera.


Screenshot_2023-04-20_at_10-06-01_Francesi_-_Wikipedia





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Francesi

 
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Franco-canadesi


I franco-canadesi sono un gruppo etnico composto da persone di origine francese che risiedono in Canada.


Storia

I franco-canadesi discendono dai coloni francofoni, giunti sul suolo canadese durante il Settecento, e provenienti soprattutto da aree francesi occidentali come la Normandia, la contea del Perche, la Beauce, la Bretagna, la Maine, l'Angiò, la Turenna, la Poitou, l'Aunis, l'Angoumois, la Saintonge e la Guascogna.[2] Fra gli anni 1840 e 1930, i franco-canadesi si espansero in tutto il Nord America occupando città e intere regioni, e circa 900.000 di essi emigrarono negli Stati Uniti, soprattutto nella Nuova Inghilterra.[3]
Comunità

I franco-canadesi costituiscono circa il 22% della popolazione totale canadese, rappresentano la maggior parte dei parlanti di lingua francese in Canada, e, sebbene siano sparsi in tutto il Nord America, essi sono principalmente concentrati nella provincia del Québec, ove sono l'etnia dominante. In Canada, le persone di origini franco-canadesi, francesi, quebecchesi e acadiane sono 11,9 milioni e comprendono il 33,78% della popolazione canadese.[4] I franco-canadesi (compresi quelli che non parlano la lingua francese) costituiscono il gruppo etnico più numeroso del Paese dopo quello composto da persone di origine inglese e precedono, in termini di quantità, di quelli di origine irlandese e scozzese. Molti franco-canadesi si considerano tali, mentre altri preferiscono considerarsi esclusivamente francesi.

Esistono diverse comunità francofone in tutta la Nazione che includono, fra le altre, gli Acadiani delle Province marittime, i Brayon del Nuovo Brunswick e i Métis delle Praterie canadesi.[5] Benché gli Acadiani vengano riconosciuti dei franco-canadesi per motivi linguistici, non sono considerati tali per ragioni culturali ed etniche in quanto la loro regione, l'Acadia, venne fondata in un'area diversa dal Québec.

Tuttavia, non tutti i francofoni canadesi sono di discendenza od origini franco-canadesi in quanto, in Canada, esistono delle comunità parlanti in lingua francese che provengono da Paesi come Haiti, Camerun, Algeria, Tunisia o Vietnam, e non tutti i franco-canadesi sono francofoni.





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Haida (popolazione)


Gli Haida sono un piccolo gruppo di indigeni nativi delle Haida Gwaii, nella Columbia Britannica (Canada), e dei territori circostanti che si affacciano sulla costa del Pacifico, suddivisi tra Canada e Stati Uniti. Sono affini alle vicine popolazioni Tlingit e Tsimshian, e la loro sussistenza dipendeva molto dalla pesca in mare e dalle attività forestali.

Storicamente le famiglie "Kaigani Haida" vivono nell'Alaska sud-orientale e nell'Isola Principe di Galles.

Usi e costumi

Nell'organizzazione sociale degli Haida il rango di capo veniva trasmesso per via matrilineare, di solito passando alla figlia maggiore del capo. Anche la disposizione in cui le persone si sedevano durante le feste o i potlatch era determinata in base al rango sociale.[3]

Gli Haida sono abili intagliatori: producono utensili di ardesia nera, canoe decorate per pescare e per viaggiare e caratteristici totem, dalle dimensioni variabili.
Popolazione

Il primo europeo che li incontrò fu Juan Perez, che arrivò nel 1774 con la corvetta Santiago, seguito dal famoso esploratore francese La Perouse. Il contatto con gli Europei fu catastrofico per gli Haida, perché portò loro impoverimento, epidemie di vaiolo e malattie veneree e per questo motivo oggi sono quasi estinti. Il contatto con la civiltà moderna ha ridotto drasticamente la popolazione Haida, che da una punta massima di più di ottomila persone (registrate nel censimento del 1841) è passata a poco più di mille.
Lingua

Gli Haida parlano una lingua propria. Vedi lingua haida.
Haida di nota

Primrose Adams, artista
Delores Churchill, artista e intrecciatrice
Marcia Crosby, storica d'arte
Cumshewa, capo
Florence Davidson, artista e memorista
Reg Davidson, scultore
Robert Davidson, scultore
Freda Diesing, scultrice
Charles Edenshaw, scultore, gioielliere e pittore
Gidansda Guujaaw (Gary Edenshaw), artisa e politico, ex-Presidente del Consiglio della Nazione Haida
Dorothy Grant, artista e fashion designer
Jim Hart, artista e capo ereditario del Clan Aquila Stasstas
Koyah, capo
Gerry Marks, artista
Bill Reid, scultore e gioielliere
Jay Simeon, artista
Skaay, storico
Michael Nicoll Yahgulanaas, artista





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Haida_(popolazione)

 
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Hutteriti


Hutteriti è la denominazione assunta dagli anabattisti in Moravia. Il nome deriva da Jakob Hutter, un predicatore itinerante nato in Tirolo (precisamente a Moos, una frazione di San Lorenzo di Sebato) e arso vivo a Innsbruck nel gennaio del 1536.

Le comuni hutterite si organizzano in fattorie, in cui solitamente abitano non più di 300 individui. Il sistema di produzione mira alla completa autosufficienza: si coltiva la terra, si allevano animali e si produce ogni tipo di prodotto artigianale necessario.

Come alcune comunità anabattiste, anche quelle hutterite si basano sul principio della comunanza dei beni. Diversamente da quanto avvenuto a Münster, storicamente il comunismo di produzione e di consumo non è però stato imposto, ma adottato su basi volontarie da tutti i membri. Volontaria è anche la partecipazione alle comunità: chiunque può entrarne o uscirne a suo piacimento.

Tra il 1921 e il 1930 una comunità utterita insediata nel centro-nord degli Usa segnò il record di fecondità maggiore registrato nella storia contemporanea, con una media di 9 figli per donna.[1]


Storia

Successivamente alla repressione cattolica scatenata dalla guerra dei contadini tedeschi del 1525, gli anabattisti tirolesi cominciarono a valutare la possibilità di trasferirsi in Moravia, dove l'atteggiamento nei loro confronti era di relativa tolleranza, grazie soprattutto alla nobile famiglia dei Liechtenstein, convertita e ribattezzata dal predicatore Balthasar Hubmaier. In quel periodo molti aderenti a questa versione del cristianesimo si trasferirono ad Austerlitz, sotto la protezione del signore locale Ulrich von Kaunitz.

All'interno della comunità di Austerlitz si vennero però a sviluppare degli attriti tra il capo Jakob Wideman, detto Jakob il guercio, e il teologo Wilhelm Reublin, che portò il gruppo dissidente che faceva capo al predicatore ad abbandonare la città e a rifugiarsi ad Auspitz, dove esisteva un'altra comunità di anabattisti.

Rimasta senza teologo, la comunità di Austerlitz fece chiamare dal Tirolo Jakob Hutter, che ivi giunse nel 1531. Negli anni 1533 e 1534 egli organizzò l'esodo degli ultimi anabattisti rimasti in Tirolo, e la comunità in Moravia arrivò così a contare 4000 membri.

L'emigrazione del 1534 attirò tuttavia l'attenzione di Ferdinando d'Asburgo, profondamente avverso all'eresia anabattista, che obbligò i nobili moravi ad espellere gli hutteriti nel 1535. In seguito all'ordine di espulsione i fratelli hutteriti si frantumarono in tante piccole comunità: alcune trovarono rifugio in zone isolate della Moravia, mentre altre si spostarono in Slovacchia, dove sono noti con il nome di habani.

Dopo la morte di Ferdinando d'Asburgo nel 1564, gli hutteriti ricominciarono a godere di una relativa libertà: poterono così dedicarsi alla costituzione di centinaia di Bruderhof, fattorie comunitarie. Questa comunità cristiana arrivò a contare oltre 20.000 adepti. Nel 1621, circa 200 famiglie si trasferirono in Transilvania su invito del principe Gabriele Bethlen, mentre i fratelli rimasti in Moravia furono quasi completamente sterminati nel corso della Guerra dei trent'anni (1618-1648).

Gli hutteriti transilvani si spostarono poi in Valacchia, Ucraina e ad Odessa, da dove, nel 1874, a causa dell'introduzione della coscrizione militare obbligatoria, decisero di recarsi negli Stati Uniti e in Canada.
XXI secolo

In America del Nord vivono circa 36 000 hutteriti, divisi in tre grandi gruppi:

Schmiedeleut, presenti in Canada, Minnesota, Dakota del Nord e Dakota del Sud
Dariusleut, presenti in Canada, Washington e Montana
Lehrerleut, anch'essi presenti in Canada, Washington e Montana

Filmografia

Marito a sorpresa, film diretto da Leonard Nimoy nel 1994, con Joseph Gordon-Levitt.





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Indiani senza status



In Canada, l'espressione indiano senza status è un termine giuridico che designa qualsiasi individuo delle Prime Nazioni che, per qualsiasi ragione, non sia registrato presso il governo federale o presso una banda che ha firmato un trattato con la Corona.

Per vari decenni le donne indiane munite di status divenivano automaticamente prive di status se sposavano uomini che erano indiani senza status.

Anteriormente al 1955, un indiano con status poteva perdere tale condizione e diventare senza status attraverso l'affrancamento (rinunciando volontariamente allo status, di solito a fronte del pagamento di una piccola somma di denaro), ottenendo una laurea universitaria o venendo ordinato ministro di un culto.

Il caso del 2013 Daniels v. Canada dinanzi alla Corte federale ha stabilito che gli Indiani senza status (e i Métis) hanno gli stessi diritti aborigeni delle persone con status, in quanto sono ricompresi nella definizione di "Indiani" adottata dalla Legge costituzionale del 1867.[1] Tuttavia, la decisione del 2014 della Corte d'appello federale su Daniels v. Canada ha rovesciato quel verdetto dopo che il governo aveva proposto appello.[2] Nel 2016, la Corte suprema del Canada ha confermato il verdetto del 2013 dopo un appello successivo contro la decisione del 2014. Di conseguenza, il governo federale ha giurisdizione e obblighi fiduciari allo stesso modo verso gli Indiani con status, gli Indiani senza status e i Métis.[3]





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Indiani_senza_status

 
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Innu


Gli Innu o Neenoilno (cosiddetti Montagnais) - Naskapi sono una popolazione autoctona originaria della penisola del Labrador, più precisamente della zona del Quebec compresa tra la Côte-Nord e la zona di Saguenay-Lac-Saint-Jean fino all'estremo lembo orientale della penisola, incluso come regione del Labrador nella provincia di (Terranova e Labrador)[1].

Il termine « Innu » proviene dalla loro lingua, l'innu-aimun, e significa «L'essere umano». Questo nome venne ufficialmente adottato nel 1990, sostituendo quello di «Montagnais» dato ai Neenoilno Innu dai primi esploratori francesi.

Gli Innu (Neenoilno e Naskapi) designiano il loro territorio ancestrale col nome di Nitassinan.

Nel dicembre 2010, si stimava il loro numero in 19612, di cui 17517 in Québec ripartiti in 11 riserve e 2095 in 2 riserve nel Labrador.


Storia

Gli Innu del Labrador, di Saguenay e della Côte-Nord non hanno mai ceduto ufficialmente parti del loro territorio al Canada e fino al 2002, gli Innu dei villaggi di Natuashish e Sheshatshiu in Labrador non erano soggetti alla legge sugli Indiani (Indian Act) firmata nel 1876.

Con l'espansione dello sfruttamento minerario e forestale dall'inizio del XX secolo, una parte sempre più grande della popolazione Innu si stabilirono nei villaggi lungo le coste ed all'interno dei territori. La sedentarizzazione degli Innu era attivamente incoraggiata dai governi del Canada, del Quebec e di Terranova e dalle chiese cattolica ed anglicana, che alla fine raggiunsero lo scopo ottenendo di mettere fine definitivamente al loro nomadismo.

Col declino delle attività tradizionali (caccia e pesca), la vita in questi nuovi villaggi fu spesso turbato da fenomeni di droga, violenza domestica e suicidio.
Innu del Labrador

Nel 1999, l'organismo Survival International ha pubblicato uno studio sulle condizioni di vita delle due comunità Innu del Labrador e sulle politiche governative tese a favorire il loro stanziamento in villaggi lontani dai loro territori di caccia tradizionali. "Survival International" afferma che queste politiche violano il diritto internazionale e può essere comparato al trattamento inflitto ai Tibetani dalle autorità cinesi. Dal 1990 al 1997, secondo questo rapporto, la comunità Innu di Davis Inlet nel Labrador, aveva un tasso di suicidi dodici volte superiore a quello della popolazione canadese, quindi almeno tre volte più elevato del tasso osservato nei villaggi isolati del nord del Canada.

Ciò ha indotto il governo canadese ad assegnare lo statuto indiano agli Innu del Labrador nel 2002, ad assegnare lo statuto di riserva indiana alla comunità di Natuashish nel 2003 ed a trasferire gli Innu Mushuan di Davis Inlet nella nuova riserva di Sheshatshiu nel 2006.
Cultura
Pannello stradale «allacciate le cinture dei vostri figli» in lingua Innu, nella riserva di Pointe-Parent a Natashquan nel Québec.

Occorre menzionare il Festival Innu Nikamu di Maliotenam (Mani Utenam in Innu-aimun: significa il villaggio di Maria) la cui vocazione è di trasmettere ai bambini la memoria della Cultura Innu; così come il festival annuale d'Innucadie, a Natashquan.

La letteratura Innu è rappresentata nazionalmente ed internazionalmente dalla poetessa Rita Mestokosho.

La musica è difesa da parecchi gruppi Innu, i più noti sono Shauit, Florent Vollant e Claude Mackenzie, del gruppo Kashtin, popolare negli anni '90 del XX° secolo.


Screenshot_2023-04-26_at_10-21-36_Innu_-_Wikipedia





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Kainah


I Kainah, Káínaa o "Sangue" costituiscono il gruppo centrale della Confederazione Niitsítapi; insieme ai Kainah, gli altri componenti della Confederazione sono i Pikuni o Pikaani (artificialmente divisi dal confine tra Canada e U.S.A. in Pikuni Settentrionali, chiamati nel Canada Peigan o Aapátohsipikáni e Pikuni Meridionali, conosciuti negli Stati Uniti anche come Piikáni o Aamsskáápipikani), e i Siksiká o "Mocassini Neri", la traduzione del cui nome viene impropriamente usata come volgare denominazione dell'intera confederazione.

Al tempo in cui fu firmato, al guado di Blackfoot Crossing sul Bow River, il trattato N. 7 (1877) il territorio Niitsítapi aveva il proprio centro nelle Cypress Hills (sul versante settentrionale del confine tra U.S.A. e Canada), frequentate dagli stessi Kainah, e i Kainah erano stanziati lungo il South Saskatchewan River presso il fiume Oldman, ad ovest di Lethbridge, Alberta, Canada, ad est delle tribù Aapátohsipikáni e nord delle tribù Aamsskáápipikani e a sud delle tribù Siksika. Nel 1877 ai Niitsitapi, che cedevano un'area pari a circa 50.000 miglia quadrate tra le Cypress Hills e le Rocky Mountains, veniva riconosciuto, insieme al diritto di cacciare nelle terre cedute, ad ogni divisione fu assegnato, come riserva, un territorio corrispondente a un miglio quadrato per ogni famiglia di cinque persone; inoltre, ad ogni uomo, donna o bambino sarebbero state pagate una somma "una tantum" pari a 12 dollari e una annuale pari a cinque dollari, a ogni capo sarebbe stato pagato un salario annuale di 25 dollari per i capi principali e di 15 dollari per i capi minori oltre a un fucile Winchester e, ogni tre anni, un corredo di coperte; il Governo si impegnava anche a fornire annualmente beni per un valore di 2.000 dollari, più un certo numero, concordato, di capi di bestiame, attrezzi agricoli, utensili, ecc.. Nel 1878, però, i Kainah furono trasferiti in una riserva separata lungo il Belly River.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Kainah

 
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Legge sugli Indiani



La legge sugli Indiani (inglese: Indian Act; francese: Loi sur les Indiens) è la principale legge canadese che tratta degli Indiani registrati, delle loro bande e del sistema delle riserve. Essa fu adottata nel 1876 ai sensi dell'articolo 91(24) della Legge costituzionale del 1867 che dà al governo canadese l'autorità esclusiva di legiferare "[sugli] Indiani e le terre riservate per gli Indiani".

La legge definisce chi è "indiano" e prevede certi diritti e divieti per gli Indiani registrati. I diritti degli Indiani e delle altre tribù indigene del Canada furono sanciti dall'articolo 35 della legge costituzionale del 1982.

L'applicazione della legge sugli Indiani compete al Ministero degli affari aborigeni e dello sviluppo del Canada settentrionale.


Storia

Questa legge trova la sua origine in vari testi di legge coloniali. La fine delle guerre, in cui i Nativi americani erano alleati, e il declino della tratta delle pellicce rendevano la cooperazione delle nazioni native americane meno necessaria. In compenso, le loro terre erano oggetto di cupidigia da parte dei coloni bianchi. A partire dal 1840, i diversi governi canadesi mirarono a dotarsi di poteri per giungere a tale fine. La Legge sulla graduale civilizzazione del 1857 cercò di assimilare gli Indiani ai coloni incoraggiando la loro iscrizione nelle liste elettorali. Durante la creazione della Confederazione nel 1867, gli indigeni non furono tuttavia consultati. La Legge sulla graduale emancipazione del 1869 stabilì il sistema di elezione nelle bande che esiste ancora oggi. Essa creò parimenti il posto di sovrintendente degli affari indiani e lo dotò di un forte potere di controllo. Queste leggi coloniali furono consolidate nel 1876 nella Legge sugli Indiani.[1]

La filosofia di questo testo era allora chiaramente assimilazionista: si trattava di incoraggiare gli Indiani ad abbandonare il loro statuto e le loro culture tradizionali per integrarsi nella società canadese. Il testo era inoltre paternalista: il governo concepiva gli Indiani come persone da proteggere e da assimilare[2] e da prendere in carico. In un rapporto del 1876, il Ministero dell'Interno scriveva:

«La nostra legislazione indiana poggia sul principio che gli Aborigeni devono restare in uno statuto di tutela ed essere trattati come pupilli o bambini dello Stato [...] L'interesse degli Aborigeni come quello dello Stato richiede che siano fatti tutti gli sforzi per aiutare l'uomo rosso a uscire dalla sua condizione di tutela e di dipendenza ed è chiaramente nostro potere e nostro dovere prepararlo, mediante l'educazione e ogni altri mezzo, a un più alto grado di civiltà incoraggiandolo ad assumere i privilegi e le responsabilità di una cittadinanza completa. [2]»

Negli anni che seguirono, questa logica assimilazionista fu proseguita, ad esempio mediante il divieto di certe cerimonie tradizionali nel 1885 o l'obbligo di ottenere un'autorizzazione prima di portare certi costumi nel 1914, quando la legge rafforzò il controllo del governo sulle terre.[2]

Nel 1951, una modifica della legge permise la partecipazione delle donne ai consigli di banda nonché l'applicazione del diritto provinciale. Essa prevede che a partire da un "livello più avanzato di sviluppo", le bande possano ricevere poteri addizionali. Renée Dupuis riassume così il regime di tutela al quale sono sottoposte le nazioni aborigene:

«Rivista nel 1951, la legge federale costituisce un vero regime di tutela degli Indiani (sia individualmente che collettivamente) e delle terre che sono loro riservate. Infatti, gli Indiani hanno uno statuto equivalente a quello di un bambino minore, poiché sono sottoposti al controllo del governo che ha l'autorità di decidere per loro. Si tratta di un inquadramento di tutti gli aspetti della vita degli individui e delle comunità.»

[3]

Malgrado tutto, occorse attendere il 1960 perché gli Indiani potessero avere il diritto di voto alle elezioni federali senza perdere il loro statuto di Indiano.

Fu solo nel 1985, con il progetto di legge C-31, che questa legge, in seguito all'adozione della Carta canadese dei diritti e delle libertà, fu profondamente emendata. La legge del 1985 sopprime in particolare le discriminazioni verso le donne e autorizza le bande a determinare esse stesse la lista dei loro membri, mentre questa prerogativa era fino ad allora esercitata dal governo.[2]

Dal 1985, varie leggi sono state adottate al fine di rafforzare i governi indiani autonomi.[2]
Statuto indiano e cittadinanza
Lo stesso argomento in dettaglio: Registro indiano.

Al momento della sua adozione nel 1876, l'Indian Act perseguiva una logica paternalista e assimilazionista verso i Nativi americani. La legge dava in particolare al governo il potere di definire lo statuto di Indiano e di imporlo ai gruppi indigeni. Secondo la legge del 1876, hanno lo statuto di Indiano:

gli uomini di sangue indigeno ritenuti appartenere a una banda particolare;
i loro bambini;
le donne che sono o che sono state sposate a un uomo che dispone dello statuto di indigeno.

Tuttavia, la legge escludeva esplicitamente i Métis.[2] Per contro, le donne indiane sposate con un non indigeni perdevano il loro statuto ed erano costrette ad abbandonare la loro comunità, il che non si applicava agli uomini indigeni che sposavano una non indigena.

Lo statuto di indigeno era allora incompatibile con la piena cittadinanza canadese. La legge creava un sistema di acquisizione automatica del diritto di voto, che interessava in particolare le donne indigene che si sposavano con un non indigeni o gli indigeni che ottenevano un diploma universitario, e ciò indipendentemente dalla loro volontà. Questo sistema automatico era sottoposto al parere consultivo di una commissione a partire dal 1951 e fu infine soppresso nel 1961. In quello stesso anno, i membri delle Prime Nazioni ricevettero il diritto di votare alle elezioni federali senza perdere il loro statuto di indigeno.[2]

Le disposizioni discriminatorie concernenti le donne furono tolte nel 1985, nello stesso tempo in cui le bande ricevevano il diritto di determinare i propri membri.[2]

Peraltro, la legge cercava di favorire "l'emancipazione" degli indigeni, così come la prevede l'articolo 109, cioè non essere più legalmente un indigeno e possedere tutti gli attributi della cittadinanza. Un emendamento del 1880 ritirava automaticamente lo statuto di indigeno a coloro che ottengono un diploma universitario. Durante gli anni 1920, ebbero luogo dibattiti per revocare sul serio lo statuto di indigeno, come lo preconizzava Duncan Campbell Scott che diresse il Dipartimento degli Affari dei Selvaggi dal 1913 al 1932. Le disposizioni concernenti l'emancipazione sarebbero state tolte solo nel 1985.
Bande indigene
Lo stesso argomento in dettaglio: Banda indiana (Canada).

La legge del 1876 perpetuava il sistema di bande indigene creato precedentemente. Essa instaurava dei capi e dei consigli eletti per tre anni con un potere regolamentare limitato. Il sovrintendente generale degli affari indigeni riceveva il potere di imporre questo sistema ai gruppi indigeni.[2]

La legge creava ugualmente un sistema di protezione e di controllo: una persona senza statuto di indigeno non poteva vivere sul territorio di una riserva senza una licenza e i beni situati in una riserva potevano essere tassati.[2]

Varie proposte sono state fatte per modificare il governo delle tribù indigene. Certe hanno avuto esito positivo, come la legge del 2000 che autorizza i membri di una tribù che non vivono nella riserva a votare al momento delle elezioni.[2] Nel 2002, un progetto del legge sul governo delle Prime Nazioni prevedeva di obbligare le bande a sviluppare un sistema per scegliere i loro dirigenti nonché delle regole per la loro gestione finanziaria. Tuttavia, esso ricevette l'opposizione dei gruppi indigeni e non fu infine adottato.[4]
Gestione delle terre

La legge del 1876 sottoponeva la gestione delle terre al sovrintendente degli affari indigeni: egli poteva in particolare dividere le terre in particelle e domandare agli indigeni di ottenere dei titoli individuali. Questo sistema di proprietà individuale pertanto non rispettava l'utilizzazione comune tradizionale della terra.[2]

Nel 1999, la Legge sulla gestione delle terre delle Prime Nazioni[5] permise alle bande di ricevere la gestione delle terre nella loro riserva.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Legge_sugli_Indiani

 
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Legge sulla graduale civilizzazione


La legge per incoraggiare la gruaduale civilizzazione delle tribù indiane in questa provincia, e per emendare le leggi relative agli Indiani, comunemente nota come legge sulla graduale civilizzazione (Act to Encourage the Gradual Civilization of Indian Tribes in this Province, and to Amend the Laws Relating to Indians, o Gradual Civilization Act) fu un progetto dimlegge approvato dal V Parlamento della Provincia del Canada nel 1857.

Il provvedimento si basava sulla "legge per la protezione degli indiani nell'Alto Canada" (Act for the Protection of the Indians in Upper Canada) approvata nel 1839, ma richiedeva l'"affrancamento" di qualunque indiano maschio riconosciuto di età superiore ai 21 anni che sia "in grado di parlare, leggere e scrivere prontamente e bene la lingua inglese o francese, e sia sufficientemente progredito nelle branche elementari dell'istruzione e sia di buon carattere morale e libero da debiti."[1] Un indiano "affrancato" non avrebbe più conservato "i diritti e le capacità giuridiche degli Indiani" e "non sarebbe stato più considerato un indiano" ma un normale suddito britannico, in grado di votare.[1] Tale affrancamento era obbligatorio, ma qualunque indiano maschio poteva essere affrancato volontariamente malgrado un'incapacità di leggere o scrivere, o una mancanza di istruzione scolastica, purché parlasse inglese o francese, e fosse giudicato essere "di abitudini sobrie e industriose, libero da debiti e sufficientemente intelligente da essere capace di gestire i propri affari."[1] L'affrancamento volontario, tuttavia, richiedeva un periodo di prova di tre anni prima di avere efficacia giuridica.

L'affrancamento richiedeva che gli Indiani scegliessero un cognome (da approvare da parte di commissari nominati) mediante il quale sarebbero stati legalmente conosciuti. La moglie e i discendenti di un indiano affrancato sarebbero stati anche loro affrancati e non sarebbero stati più considerati membri della precedente tribù, a meno che non avessero riacquistato lo status di Indiani attraverso un altro matrimonio.

Gli Indiani affrancati avrebbero avuto diritto a "un pezzo di terra non eccedente 50 acri a valere sulle terre riservate o messe da parte per l'uso della sua tribù" come assegnato dal Sovrintendente generale degli Affari indiani, e a "una somma di denaro uguale al capitale della sua quota delle annualità e degli altri introiti annui ricevibili da o per l'uso di tale tribù."[1] Questa terra e questo denaro sarebbero divenuti di sua proprietà, ma accettandoli essi avrebbero "rinunciato a tutte le pretese su qualunque ulteriore quota delle terre o dei denari allora appartenenti alla o riservate all'uso della [loro] tribù, e cessato di avere voce in capitolo nei relativi procedimenti giudiziari."[1]





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Little Italy (Toronto)


La Little Italy di Toronto o semplicemente Little Italy, a cui ci si riferisce anche College Street West è un distretto di Toronto in Ontario (Canada).

È conosciuto per il suo alto numero di ristoranti e imprese italo-canadesi. C'è anche una significativa presenza della comunità latinoamericana e portoghese.

Descrizione

Il distretto è incentrato intorno ai ristoranti, bar, negozi lungo la via College Street, imprecisamente tra Harbord Street e Dundas Street, e si estende a est e ovest tra Bathurst Street e Ossington Avenue.
Luoghi famosi

Italian Walk of Fame
Central Commerce Collegiate su Shaw Street, costruito nel 1916.
Chiesa di Santa Maria Maddalena
Church of St. Francis of Assisi
College Street United Church
Convento Rico Club
Mod Club Theatre
The Orbit Room
Portuguese Seventh-day Adventist Church





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Maliseet


I Maliseet, anche denominati Etchemin o Malecite (endonimo Wolastoqiyik), sono una tribù di nativi americani dell'America del Nord, che abitava le valli del fiume Saint-Jean e dei suoi affluenti, a cavallo della frontiera che separa il Nuovo Brunswick e il Québec in Canada, dal Maine negli Stati Uniti d'America. I loro costumi e la loro lingua della famiglia algonchina, sono molto simili a quelli dei loro vicini Micmacs, Passamaquoddy e Pentagouet.

Oggigiorno, circa 3 000 Maliseet vivono nel Nuovo Brunswick, all'interno delle tribù Madawaska, Tobique, Woodstock, Kingsclear, St. Mary e Oromocto. 600 vivono a Houlton (Maine) e 800 nella riserva Première Nation Malécite de Viger (in Québec)[1].

Etimologia

L'esonimo « Maliseet » proviene da una parola micmac che significava probabilmente «locutore pigro »[2]. . I Maliseet chiamano se stessi, Wolastoqiyiks, che significa il « popolo del fiume Saint-Jean» o gli « indigeni del fiume Saint-Jean ». L'etimologia popolare da la definizione di « bel fiume» alla radice Wolastoq[2].
Storia
Preistoria

Le origini della Passamaquoddy e Maliseet non sono chiare, ma sembrano provenire da uno stesso popolo che si sarebbero separato a metà del XVIII secolo o anche prima[3]. Dopo di allora, i Maliseet risiederanno nella valle del fiume Saint-Jean in New Brunswick e nel Quebec, mentre i Passamaquoddy si stabiliranno nella valle del fiume St. Croix e sulle rive della Baia Passamaquoddy.[3]
Periodo tradizionale (1603-1785)

È probabile che pescatori baschi, francesi, portoghesi, spagnoli e inglesi abbiano incontrato i Maliseet durante il XVI secolo o anche prima[4]. Il primo incontro viene documentato da Samuel de Champlain, a Tadoussac nel 1603[4]. Nel XVII secolo, i Maliseet hanno avuto parecchi contatti con gli europei, e questi contatti sono stati generalmente cordiali[3]. Tuttavia, nel 1612, risultano esserci più di 1000 "Etchemins" (nome con cui i francesi comprendevano sia i Passamaquoddy che i Maliseet), ma il loro numero diminuisce drasticamente nel corso dei secoli XVII e XVIII, a causa delle malattie portate dagli europei, dell'alcolismo e probabilmente a causa di avvelenamenti pianificati[5]. Durante le guerre tra francesi e inglesi, i Maliseet si allearono con i francesi per i quali costituirono un importante elemento difensivo. Nel 1728, ratificano il trattato di pace con i Britannici a Boston col quale riconoscono la sovranità britannica sulla Nuova Scozia.
Periodo lealista (1785-1900)

Il Trattato di Jay o Trattato di Londra, firmato nel novembre del 1794 accorda ai Maliseet il diritto di viaggiare liberamente tra gli Stati Uniti e il Canada. Viene creata la riserva Tobique 20 al fine di spingere i Maliseet a divenire agricoltori e sedentari; ma essi scelgono di continuare a seguire il loro modo di vita semi-nomade, utilizzando molti accampamenti lungo il fiume[3]. All'inizio del XIX secolo, numerose persone migrano verso Cacouna e l''Isle-Verte, in Québec; la riserva di Viger verrà creata per questo motivo nel 1827[3].
Nel 1876, il Governo canadese creò una nuova riserva, a Withworth, in un sito non propizio ad essere abitato, ma i Maliseet non vi vollero andare. Nel 1891, viene creata la riserva di Viger: con una superficie di un quarto di ettaro, è la più piccola riserva indiana del Canada.

La riserva The Brothers 18, consistente in due isole nei pressi di Saint-Jean, viene donata nel 1938 agli indigeni[3]. I Maliseet soffrono sempre di più del processo di acculturazione, infatti vivono in numero sempre maggiore nelle città dove si dedicano all'artigianato o al lavoro nei cantieri edili, dimenticando le tradizioni e gli usi originari[3].

Nel 1820, la popolazione raggiunge nuovamente il livello del primo censimento del 1612 e, a parte alcuni periodi di declino, aumenterà continuamente in seguito. La popolazione è raddoppiata tra il 1910 e il 1970, da 848 a 1812 persone[4].
Periodo contemporaneo (1900- )

Nel corso del XX secolo, le riserve più isolate sono gradualmente abbandonate in favore di quelle più centrali, in più molti emigrano verso le città. All'inizio del secolo, più nessuna famiglia vive in modo tradizionale,[3]. Molti Maliseet dell'alta valle del fiume si spostano nell'Aroostook County, nel Maine, attratti dall'industria delle patate. Molti altri Maliseet e Passamaquoddy emigrano verso le città industriali del Connecticut e del Massachusetts. La quasi totalità dei Maliseet del Quebec si sono sposati con canadesi e ormai sono assimilati. I Maliseet facevano parte della Confederazione Wabanaki o Waban'aki (popolo del sole nascente), che raccoglieva anche i Penobscot, i Passamaquoddy, gli Abenaki del Maine e i Mi'kmaq. Questa coalizione si era formata per contrastare l'aggressione degli Irochesi. Quindi i Maliseet hanno dovuto condividere una parte del loro territorio, con queste tribù.
Modo di vita

I Maliseet possedevano un'economia principalmente agricola. Vivevano di caccia e di pesca e coltivavano anche il mais.
Lingua

Tradizionalmente la lingua parlata dai Maliseet era il malecite-passamaquoddy, una lingua appartenente alla famiglia linguistica algonchina ramo orientale, ma oggi non molti Maliseet parlano e capiscono questa lingua. I giovani tendono a parlare principalmente in inglese[4].
Curiosità

Kesegowaase, personaggio del videogioco Assassin's Creed: Rogue è un membro di tale tribù dei nativi americani.[6]





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Maliseet

 
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Mi'kmaq


I Mi'kmaq (spesso chiamati impropriamente Micmac) sono una popolazione nativa americana, appartenente alle First Nations.

La loro area di stanziamento prende il nome di Mi'kma'ki, e storicamente si estende lungo la fascia orientale della Penisola Gaspé (Québec) e le Province Marittime (New Brunswick, Nuova Scozia, Prince Edward Island).

La nazione conta oggi una popolazione di circa 40.000 individui; dei quali circa un terzo parla ancora il Micmac, una lingua della famiglia linguistica algonchina.


Il Gran Consiglio

Il "Gran Consiglio" (noto anche come Santé Mawiómi) è stato tradizionalmente l'organo di governo di più alto livello per la nazione Mi'kmaq, finché il Canada adottò l'Indian Act (1876) che richiedeva alle First Nations di adottare organi di governo elettivi. Dopo tale data, il Gran Consiglio assunse soprattutto una funzione spirituale.

Il Gran Consiglio era formato dai rappresentanti dei sette consigli di distretto del Mi'kma'ki.
Mi'kmaq (1873)
Accampamento Mi'kmaq sull'isola di Cape Breton
Mi'kmaq a Tufts Cove, Nuova Scozia (c. 1871)
Abitazioni

I Mi'kmaq vivevano in strutture chiamate Wigwam. Tagliavano giovani piante, solitamente abete rosso, e le disponevano quindi su di un cerchio disegnato sul terreno, curvandoli verso il centro, in modo da formare delle strutture semisferiche o coniche, che poi erano ricoperte di corteccia di betulla. C'erano due differenti tipi di wigwam, quello di dimensioni più ridotte poteva contenere 10-15 persone mentre quello più grande 15-20.
Religione

Il 24 giugno 1610, il Gran Capo Membertou si convertì al Cattolicesimo e venne battezzato.
Mi'kmaq che fabbricano bastoni da hockey in Nuova Scozia (c. 1890).
Bastoni per hockey

La pratica del gioco dell'Hockey su ghiaccio tra i Mi'kmaq appare già in resoconti coloniali del XVIII secolo. Dal XIX secolo, ai Mi'kmaq è stata attribuita l'invenzione del bastone da hockey su ghiaccio.[1] Il bastone da hockey più antico che si conosca venne fabbricato tra il 1852 ed il 1856. Recentemente, è stato valutato 4 milioni di dollari e venduto per 2,2 milioni. Il bastone era stato costruito da Mi'kmaq della Nuova Scozia, in legno di carpino.[2]

Nel 1863, la Starr Manufacturing Company di Dartmouth (Nuova Scozia) iniziò la vendita di bastoni da hockey Micmac in patria ed all'estero.[3] L'hockey divenne uno sport popolare in Canada verso il 1890.[4] Nel corso della prima decade del ventesimo secolo, i bastoni Micmac erano quelli più venduti in Canada. Dal 1903, a parte l'agricoltura, la principale occupazione dei Mi'kmaq nelle riserve della Nuova Scozia era la produzione dei bastoni da Hockey.[3] I Mi'kmaq continuarono a fabbricare bastoni da hockey fin verso il 1930, quando la produzione venne industrializzata.[5]
Nella cultura di massa

I Micmac sono menzionati nel romanzo Pet Sematary, di Stephen King, e nei due film da esso tratti: sono i fondatori del cimitero maledetto in cui i cadaveri ivi sepolti si trasformano in diabolici morti viventi. Vengono inoltre citati nel romanzo dello scrittore canadese Mordecai Richler Solomon Gurski è stato qui, e in Venga il tuo regno di William T. Vollmann, secondo volume di un grande progetto narrativo dedicato ai rapporti tra nativi americani e invasori intitolato I sette sogni: un libro di paesaggi nordamericani. Mi'kmaq sono anche i protagonisti del romanzo Pelle di Corteccia della scrittrice americana di origine canadese Annie Proulx.

Questa popolazione appare nella serie Vikings di Michael Hirst, dopo l'arrivo di Ubbe Ragnarsson nel Vinland, l'attuale Canada, e nella serie Anne with an E (Chiamatemi Anna), attraverso il personaggio della giovane Kakwet, amica di Anna, e la sua famiglia.

Un personaggio Mi'kmaq appare anche nel film L'orca assassina del 1977.





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Musqueam


I Musqueam sono una popolazione di nativi americani originari della Columbia Britannica, in Canada. Il loro attuale territorio è completamente compreso nell'area della città di Vancouver, ed è distribuito attorno alle sponde del fiume Fraser. In passato i Musqueam abitavano anche l'area del Burrard Inlet,[1] ma furono scacciati dalla zona dall'avanzata degli Squamish e di altri popoli nativi.

Per un breve periodo, nel XIX secolo, Squamish e Musqueam sono stati politicamente unificati dall'ascesa al potere del capo August Jack (noto anche come Qahtsahlano, che fu capo di entrambi i popoli.[2]

Dal punto di vista culturale e artistico hanno prodotto apparati funebri, maschere, totem con figure antropomorfe.


Lingua
La lingua tradizionale dei Musqueam, oggi quasi estinta, è lo hən̓q̓əmin̓əm̓, un dialetto della lingua halkomelem, del gruppo Salish. La stessa lingua era parlata da altri gruppi etnici dell'area, come i Kwantlen e i Katzie; nella Columbia Britannica si trovano comunque altri dialetti simili, come lo Hulquminum, parlato dai Salish dell'Isola di Vancouver.






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Nazione Seneca


I Seneca sono un gruppo di nativi americani del nord America. Essi sono la nazione più occidentale tra le Sei Nazioni o Lega irochese. Il numero esatto dei membri di questo popolo è sconosciuta, ma si sa che tra i 15.000 e i 25.000 Seneca vivono in Canada, presso Brantford, Ontario, e nelle riserve indiane degli Stati Uniti attorno a Buffalo ed in Oklahoma.


Nome

I Seneca si definiscono Onöndowága', che in lingua seneca significa "Popolo della grande collina", e questo nome è identico all'endonimo usato degli Onondaga. Dopo la formazione della Confederazione Irochese nel 1142,[1] i Seneca divennero noti come "Guardiani della porta occidentale" perché erano la più occidentale tra le nazioni della Confederazione. Il nome "Seneca" viene dal loro villaggio principale, Osinika; tuttavia, essendo identico alla parola anishinaabe Asinikaa, che significa "[quelli nel luogo] Pieno di pietre", presso alcuni non-irochesi nacque confusione tra i Seneca e gli Oneida, il cui endonimo Onyota'a:ka significa "Popolo della pietra eretta".
Storia

I Seneca vivevano tradizionalmente tra il fiume Genesee e il Lago Canandaigua, nello stato di New York, con alcuni recenti ritrovamenti archeologici che indicano la loro presenza fino al fiume Allegheny, in quella che è oggi la Pennsylvania nordoccidentale. I Seneca erano di molto la più popolosa tra le nazioni irochesi, con la possibilità di radunare nel diciassettesimo secolo oltre diecimila guerrieri.[2]

I villaggi seneca erano localizzati ad est fino alla contea di Schuyler, a sud nelle attuali contee di Tioga e Chemung, a nordest nelle contee di Tompkins e Cayuga, ad ovest nella Genesee Valley. I Seneca erano inoltre divisi in due gruppi, incorporati separatamente nella Confederazione Irochese. I Seneca occidentali si trovavano principalmente nei pressi del fiume Genesee, e si trasferirono verso i fiumi Erie e Niagara; quelli orientali abitavano a sud del lago Seneca e attorno a dove oggi sorge Corning, e si mossero ad est verso la Pennsylvania e i monti Catskill.[3]

Confinanti coi Seneca erano gli Uroni, ad ovest e a nord, mentre a sud le tribù irochesi degli Andaste (Conestoga e Susquehannock) minacciavano costantemente guerra. I mohicani bloccavano l'accesso al fiume Hudson ad est e a nordest; nel sudest tribù Delaware minacciavano guerra.[4]
Ah-Weh-Eyu, che in lingua Seneca significa "bel fiore". Foto scattata nel 1908.

Tradizionalmente, l'economia dei Seneca era basata sulla coltivazione di mais, fagioli e zucche (le cosiddette "tre sorelle"). Le donne seneca generalmente le coltivavano e raccoglievano, così come raccoglievano piante medicinali, radici, bacche, noci e frutta. Le donne erano le sole proprietarie della terra, ed erano a capo di gruppi di parentela detti clan. Gli uomini avevano generalmente il compito di localizzare e sviluppare i siti delle città, incluso il taglio della foresta per la creazione di campi; gli uomini inoltre cacciavano e pescavano, attività che li portavano ad essere lontani dalle città per lunghi periodi di tempo, diretti in zone di caccia e di pesca ben mantenute, e non lasciate semplicemente come terre selvagge.[5] Alcuni uomini seneca mantenevano tra gli irochesi il titolo tradizionale di sachem ed altri quello di capo di guerra; questi ultimi avevano il compito di condurre i guerrieri durante la battaglia.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Nazione_Seneca

 
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Nuu-chah-nulth


I Nuu-chah-nulth (/nuːˈtʃɑːnʊlθ/;[1] Nuučaan̓uł: /nuːt͡ʃaːnˀuɬ/),[2] anteriormente designati anche come Nootka, Nutka, Aht, Nuuchahnulth o Tahkaht,[3] sono uno dei Popoli indigeni della Costa del Nord-ovest Pacifico in Canada. Il termine Nuu-chah-nulth è usato per descrivere quindici tribù imparentate la cui patria tradizionale è sulla costa ovest dell'Isola di Vancouver.

Nei periodi prima del contatto e in quelli iniziali dopo il contatto con i popoli bianchi, il numero delle tribù era molto maggiore, ma il vaiolo e altre conseguenze del contatto ebbero come conseguenza la scomparsa di alcuni gruppi e l'assorbimento di altri nei gruppi vicini. I Nuu-chah-nulth sono imparentati con i Kwakwaka'wakw, gli Haisla e i Nitinaht. La lingua nuu-chah-nulth fa parte del gruppo linguistico wakashan. Anche i Makah nella parte nord-ovest dello stato di Washington erano storicamente parlanti wakashan.

Storia
Creazione del tessuto di corteccia di cedro

Quando James Cook incontrò per la prima volta gli abitanti del villaggio a Yuquot nel 1778, essi gli diedero le indicazioni per "fare il giro" (la parola nuu-chah-nulth nuutkaa significa "girare intorno")[4] con la sua nave fino al porto. Cook lo interpretò come il nome nativo per l'insenatura chiamata Baia di Nootka (Nootka Sound). Il termine fu applicato anche agli abitanti indigeni dell'area.

Nel 1978, le tribù della parte occidentale dell'Isola di Vancouver scelsero il termine Nuu-chah-nulth (nuučaan̓uł, che significa "tutto lungo le montagne"),[4] come termine collettivo di identificazione. Questo atto era il culmine dell'alleanza forgiata nel 1967 tra queste tribù al fine di presentare una voce politica unitaria nei rapporti con il governo e la società canadese. I Makah della parte nord-occidentale dello stato di Washington, localizzati sulla Penisola Olimpica nella loro riserva, sono strettamente imparentati con i Nuu-chah-nulth.

I Nuu-chah-nulth furono tra i primi popoli del Pacifico a nord della California a incontrare gli Europei, che navigavano nella loro area per commercio. La competizione tra la Spagna e il Regno Unito per il controllo del Nootka Sound condusse a un'aspra contesa internazionale intorno al 1790, chiamata la crisi di Nootka. Essa fu risolta sulla base della convenzione di Nootka degli anni 1790, quando la Spagna acconsentì ad abbandonare le sue pretese esclusive sulla costa pacifica settentrionale. I negoziati per risolvere la contesa furono condotti sotto l'egida e l'ospitalità di Maquinna, un potente capo dei Nuu-chah-nulth Mowachaht.

Alcuni anni dopo, Maquinna e i suoi guerrieri catturarono la nave mercantile americana Boston nel marzo 1803. Lui e i suoi uomini uccisero il capitano e tutti i mmebri dell'equipaggio tranne due, che tennero come schiavi. Dopo aver ottenuto la libertà, uno dei due, John R. Jewitt, scrisse un classico racconto di prigionia sui suoi quasi tre anni con i Nuu-chah-nulth e sulla sua riluttante assimilazione nella loro società. Questo libro del 1815 si intitola Narrative of the Adventures and Sufferings of John R. Jewitt, Only Survivor of the Crew of the Ship Boston, during a Captivity of Nearly Three Years among the Savages of Nootka Sound: With an Account of the Manners, Mode of Living, and Religious Opinions of the Natives ("Narrazione delle avventure e delle sofferenze di John R. Jewitt, unico sopravvissuto dell'equipaggio della nave Boston, durante una prigionia di quasi tre anni tra i selvaggi della Baia di Nootka: con un resoconto delle usanze, modi di vita e opinioni religiose dei nativi").[5]

Nel 1811 la nave mercantile Tonquin fu fatta esplodere nella Baia di Clayoquot. Tla-o-qui-aht e i suoi avevano attaccato la nave per vendicarsi di un insulto del capitano della nave. Il capitano e quasi tutto l'equipaggio furono uccisi e la nave abbandonata. Il giorno successivo i guerrieri risalirono a bordo della nave vuota per recuperarla. Tuttavia, un membro dell'equipaggio nascosto diede fuoco alla santabarbara della nave e l'esplosione risultante uccise molti nativi. Solo un membro dell'equipaggio, un pilota/interprete ingaggiato dalla vicina nazione Quinault, scampò per raccontare l'accaduto.

Dal primo contatto con gli esploratori europei fino al 1830, più del 90% dei Nuu-chah-nulth morirono in conseguenza di epidemie malattie infettive, particolarmente la malaria e il vaiolo. Gli Europei portarono queste malattie endemiche, ma le Prime Nazioni non avevano alcuna immunità contro di esse. L'alto tasso di mortalità aumentò il turbamento sociale e il tumulto culturale risultante dal contatto con gli Occidentali. All'inizio del XX secolo, la popolazione era stimata a 3 500 unità.[6]
Tribù
Maschera di aquila nootka con ali mobili, Museo etnologico, Berlino, Germania

Nel XX secolo i governi riconosciuti delle bande nuu-chah-nulth sono:

Prima Nazione Ahousaht (popolazione oltre 2 000), formata dalla fusione delle bande Ahousaht e Kelsemaht, Manhousaht, Qwatswayiaht e Bear River nel 1951;
Prima Nazione Ehattesaht (popolazione 294)
Prima Nazione Hesquiaht (popolazione 653)
Prima Nazione Kyuquot/Cheklesahht (popolazione 486)
Prime Nazioni Mowachaht/Muchalaht (popolazione 520), anteriormente la banda Nootka;
Prima Nazione Nuchatlaht (popolazione 165)
Prima Nazione Huu-ay-aht (anteriormente Ohiaht) (popolazione 598)
Prima Nazione Hupacasath (anteriormente Opetchesaht) (256)
Prime Nazioni Tla-o-qui-aht (anteriormente Clayoquot) (popolazione 881)
Prima Nazione Toquaht (popolazione 117)
Prima Nazione Tseshaht (popolazione 1 002)
Prima Nazione Uchucklesaht (popolazione 181)
Prima Nazione Ucluelet (popolazione 606)

La popolazione totale per le 13 tribù della nazione nuuchahnulth è di 8 147, secondo il Registro indiano del Consiglio tribale nuuchahnulth del febbraio 2006.

La Prima Nazione Ditidaht (popolazione 690), benché politicamente e culturalmente affiliata ai Nuu-chah-nulth, è considerata indipendentemente. In aggiunta, la Prima Nazione Pacheedaht non è politicamente affiliata al Consiglio tribale nuu-chah-nulth.
Cultura
Una donna nuu-chah-nulth vende cesti nella Baia di Nootka negli anni 1930
Cesto Nuu-chah-nulth largo circa cinque centimetri

I Nuu-chah-nulth erano uno dei pochi popoli indigeni sulla Costa pacifica che cacciassero le balena. La caccia alle balene è essenziale per la cultura e della spiritualità nuu-chah-nulth. Essa si riflette nelle storie, nei canti, nei nomi, nelle discendenze familiari e in numerosi toponimi in tutti i territori nuu-chah-nulth.

Forse il più famoso manufatto nuu-chah-nulth è il Santuario dei balenieri di Yuquot, una struttura rituale simile a una casa usata nei preparativi spirituali per la caccia alle balene. Composto da una serie di pali commemorativi raffiguranti figure di spiriti e le ossa degli antenati balenieri, è conservato nel Museo americano di storia naturale di New York, essendo stato portato là da Americani europei. È stato il soggetto del film The Washing of Tears ("Il lavacro delle lacrime"), diretto da Hugh Brody. Racconta la riscoperta delle ossa e di altri manufatti nel museo e gli sforzi della Prima Nazione Mowachaht, gli originali proprietari del santuario, che hanno chiesto di riottenere questi manufatti sacri.
Cibo

Il salmone è sempre stato una parte importante della dieta del popolo nuu-chah-nulth. Essi tradizionalmente mangiano vari animali di terra, uccelli acquatici e pesci. Le donne raccoglievano piante commestibili, noci, frutti come bacche e altre risorse.

In uno sforzo di far rivivere le diete tradizionali, il Consiglio tribale e le sedici tribù nuu-chah-nulth hanno scritto ricette in un libro di cucina di cibi selvatici tradizionali. Il libro di 90 pagine, intitolato Čamus[7] si focalizza sulle ricette tradizionali e gli ingredienti stagionali provenienti dalla costa occidentale dell'Isola di Vancouver e dalla parte settentrionale dello stato di Washington. Esso esplora la cucina delle Prime Nazioni e aggiunge consigli di cucina, osservazioni culturali e aneddoti della storia orale.

In tal modo, Čamus illustra un modo di mangiare tradizionale mentre promuove uno stile di vita sano, allineandosi ai principi del movimento slow food, che è cresciuto in questi anni fino a includere 80.000 membri in oltre 100 paesi. Si tratta di un importante retaggio culturale, che lega profondamente le Prime Nazioni della costa occidentale dell'Isola di Vancouver e della parte settentrionale dello stato di Washington nel trattamento rispettoso dei prodotti tradizionali dei loro territori.
Potlatch
Lo stesso argomento in dettaglio: Potlatch (celebrazione).

I Nuu-chah-nulth e altre culture del Nord-ovest Pacifico sono famose per le loro cerimonie potlatch, in cui chi ospita onora gli invitati con doni generosi. Il termine 'potlatch' è in definitiva una parola di origine nuu-chah-nulth. Lo scopo del potlatch è molteplice: redistribuzione della ricchezza, mantenimento e riconoscimento dello status sociale,[8][9] cementare alleanze, la celebrazione e solennizzazione del matrimonio e la commemorazione di importanti eventi.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Nuu-chah-nulth

 
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Peigan del Nord

I Pikuni Settentrionali, chiamati nel Canada Peigan o Aapátohsipikáni sono una delle Prime nazioni, parte della Confederazione Niitsítapi. Conosciuti come Piikáni, Pekuni o Aapátohsipikáni (Piikáni/Peigan del Nord), sono molto simili agli altri membri della Confederazione Nitsitapi; Aamsskáápipikani (i Piedi Neri del Montana o Piikáni/Peigan del sud), Káínaa o "Sangue" e i Siksiká o "Mocassini Neri".

Al tempo in cui fu firmato, al guado di Blackfoot Crossing sul Bow River, il trattato N. 7 (1877) il territorio Niitsítapi aveva il proprio centro nelle Cypress Hills (sul versante settentrionale del confine tra U.S.A. e Canada) e gli Aapátohsipikáni erano stanziati presso il fiume Oldman, ad ovest di Lethbridge, Alberta, Canada, ad ovest delle tribù Kainah e a sud delle tribù Siksika. L'attuale riserva (che include il centro abitato di Brocket) è posta presso Pincher Creek.





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Piegan del Sud

I Pikuni Meridionali, chiamati negli U.S.A. Piegan o Aamsskáápipikani sono una delle Prime nazioni, parte della Confederazione Niitsítapi. Conosciuti come Piikáni o Aamsskáápipikani (i Piedi Neri del Montana o Piikáni/Piegan del sud), sono molto simili agli altri membri della Confederazione Nitsitapi; Aapátohsipikáni (Piikáni, Pekuni/Peigan del Nord), Káínaa o "Sangue" e i Siksiká o "Mocassini Neri".

Al tempo in cui fu firmato il trattato del Judith River (1855), seguito da un ulteriore trattato per la cessione delle terre a sud del teton River (1865) gli Aamsskáápipikani abitavano il Montana centro-settentrionale a est delle Montagne Rocciose, estendo i propri territori di caccia (liberamente condivisi dai Kainah e dai Siksika e con contesi coi Lakota) fino all'Upper Missouri, allo Yellowstone e al Teton River, mentre i loro consanguinei Aapátohsipikáni erano stanziati preferibilmente presso il fiume Oldman, ad ovest di Lethbridge, Alberta, Canada, ad ovest della tribù Kainah. L'attuale riserva si estende nel Montana su 6.142 km² a sud del confine col Canada e a est del Glacier National Park.





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Popoli indigeni del Canada



Con il termine popoli indigeni del Canada,[2] noti anche come Indigeni canadesi o Aborigeni canadesi, si intendono le popolazioni autoctone che vivevano dentro i confini dell'attuale Canada prima della colonizzazione europea e i loro odierni discendenti. Essi comprendono le Prime Nazioni,[3] gli Inuit[4] e i Métis.[5] Sebbene "indiano" sia un termine ancora comunemente usato nei documenti giuridici, i descrittori "indiano" ed "eschimese" sono alquanto caduti in disuso in Canada e alcuni li considerano peggiorativi.[6][7][8] Similmente, "Aborigeni" come nome collettivo è un termine specialistico usato in alcuni documenti legali, inclusa la Legge costituzionale del 1982, benché in alcuni circoli anche quella parola stia perdendo favore.[9]

Le Distese dell'Old Crow e le Grotte di Bluefish sono alcuni dei più antichi siti di insediamento umano conosciuti in Canada. Le culture paleoindiane Clovis, delle Grandi Pianure e Pre-Dorset precedono gli attuali popoli indigeni americani. Utensili a punta litica, lance, ceramiche, braccialetti, scalpelli e raschiatoi contrassegnano i siti archeologici, distinguendo così periodi culturali, tradizioni e stili di scheggiatura.

Le caratteristiche della cultura aborigena canadese includevano insediamenti permanenti,[10] agricoltura,[11] architettura civile e cerimoniale,[12] complesse gerarchie sociali e reti commerciali.[13] La cultura métis dei sanguemisti ebbe origine a metà del XVII secolo quando persone delle Prime Nazioni e degli Inuit sposarono degli Europei.[14] Gli Inuit ebbero interazioni più limitate con i coloni europei durante quel primo periodo.[15] Varie leggi, trattati e normative sono state approvate tra gli immigrati europei e le Prime Nazioni in tutto il Canada. Il diritto degli Aborigeni all'autogoverno fornisce l'opportunità di gestire gli aspetti storici, culturali, politici, di cura sanitaria e di controllo economico all'interno delle comunità dei primi popoli.

Al censimento del 2016, i popoli aborigeni del Canada totalizzavano 1.673.785 persone, ovvero il 4,3% della popolazione nazionale, con 977.230 persone delle Prime Nazioni, 587.545 Métis e 65.025 Inuit.[1] Ci sono oltre 600 governi o bande riconosciuti delle Prime Nazioni con culture, lingue, arte e musica caratteristiche.[16][17] La Giornata nazionale dei Popoli indigeni (National Indigenous Peoples Day) riconosce le culture e i contributi dei popoli aborigeni alla storia del Canada.[18] Persone delle Prime Nazioni, degli Inuit e dei Métis di tutte le origini sono diventate eminenti figure e sono servite come modelli di riferimento nella comunità aborigena, contribuendo a formare l'identità culturale canadese.[19]


Terminologia

Nell'articolo 35 della Legge costituzionale del 1982, la dizione "Popoli aborigeni del Canada" (Aboriginal peoples of Canada) include i popoli indiani, inuit e métis.[20] Popoli aborigeni è un termine legale che abbraccia tutti i gruppi indigeni canadesi,[21][22] ma sta cominciando ad essere considerato superato e sta venendo lentamente sostituito dal termine Popoli indigeni.[2] Prime Nazioni (usato più spesso al plurale) è entrato nell'uso generale a partire dagli anni 1970 sostituendo "Indiani" nel vocabolario quotidiano.[21][22] Tuttavia, nelle riserve, Prime Nazioni sta venendo soppiantato dai membri delle varie nazioni, che si riferiscono a sé stessi mediante il loro gruppo o la loro identità etnica. Nella conversazione le persone direbbero quindi: "io sono Haida", o "noi siamo Kwantlen", in riconoscimento delle loro etnie delle Prime Nazioni.[23]

La Legge sugli Indiani (Indian Act, R.S.C., 1985, c. I-5) fissa il termine giuridico indiano, che "significa una persona che in conformità alla presente Legge è registrata come indiano o ha il diritto di essere registrata come indiano".[24] L'articolo 5 di questa legge stabilisce che sia mantenuto un registro "nel quale sia registrato il nome di ogni persona che ha il diritto di essere registrata come indiano in base alla presente Legge".[24] Nessun altro termine è giuridicamente riconosciuto ai fini della registrazione e il termine indiano esclude specificamente il riferimento agli Inuit ai sensi dell'articolo 4 dell'Indian Act (R.S.C., 1985, c. I-5). Indiano rimane al suo posto come termine giuridico usato nella Costituzione canadese. Il suo uso al di fuori di tali situazioni può essere considerato offensivo.[7]
Famiglia aborigena vicino a Prince Albert (Saskatchewan), 1919

Il termine eschimese ha connotazioni peggiorative in Canada e in Groenlandia. I popoli indigeni di quello aree hanno sostituito il termine eschimese con inuit.[25][26] Gli Yupik dell'Alaska e della Siberia non si considerano Inuit, e gli etnografi concordano che sono un popolo distinto.[8][26] Essi preferiscono la terminologia Yupik, Yupiit o Eschimesi. Le lingue yupik sono linguisticamente distinte dalle lingue inuit.[8] I gruppi linguistici dei popoli artici tuttavia non hanno alcun termine di sostituzione universale per eschimese, che sia inclusivo di tutti gli Inuit e gli Yupik che abitano l'area geografica in questione.[8]

Oltre a questi descrittori etnici, i popoli aborigeni sono spesso divisi in categorie giuridiche basate sulla loro relazione con la Corona (cioè con lo stato). L'articolo 91 (clausola 24) della Legge costituzionale del 1867 dà al governo federale (in contrapposizione alle province) l'unica responsabilità per "gli Indiani, e le Terre riservate agli Indiani". Il governo ereditò le obbligazioni dei trattati dalle autorità coloniali britanniche nel Canada orientale e firmò esso stesso trattati con le Prime Nazioni nel Canada occidentale (i Trattati Numerati). Nel 1876 approvò anche l'Indian Act che governò le sue interazioni con tutti i popoli nei trattati e fuori dai trattati. I membri delle bande delle Prime Nazioni che sono soggetti alla Legge sugli indiani con la Corona sono compilati su una lista chiamata Registro indiano, e tali persone sono chiamate "Indiani con status" (Status Indians). Molte Prime Nazioni fuori dai trattati e tutti i popoli inuit e métis non sono soggetti alla Legge sugli Indiani. Tuttavia, due processi hanno chiarito che gli Inuit, i Métis e le Prime Nazioni senza status sono tutti coperti dal termine "Indiani" nella Legge costituzionale del 1867. Il primo processo fu Re Eskimos nel 1939 che copre gli Inuit, il secondo fu Daniels v. Canada nel 2013 che si applica ai Métis e alle Prime Nazioni senza status.[27]

Nonostante l'ubicazione del Canada all'interno dell'America, il termine "nativo americano" non si usa in Canada in quanto tipicamente si usa unicamente per descrivere i popoli indigeni all'interno dei confini degli odierni Stati Uniti.[28]
Storia
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Canada.
Periodo dei Paleoindiani
Lo stesso argomento in dettaglio: Popolamento delle Americhe e Paleoindiani.
Tre mappe dell'America preistorica. (A) L'allora graduale espansione della popolazione degli antenati amerindi dal loro corredo genetico centro-est asiatico (freccia blu). (B) Occupazione protoamerindia della Beringia con crescita della popolazione da scarsa a o assente per ≈20.000 anni. (C) Rapida colonizzazione del Nuovo Mondo da parte di un gruppo fondatore che migrò verso sud attraverso il corridoio dell'entroterra, libero dai ghiacci, tra la Laurentide orientale e le Calotte Glaciali occidentali della Cordigliera (freccia verde) e/o lungo la costa pacifica (freccia rossa). In (B), è mostrato il fondale marino esposto nella sua maggiore estensione durante durante l'ultimo massimo glaciale a ≈20–18 kya [25]. In (A) e (C), il fondale marino esposto è raffigurato a ≈40 kya e a ≈16 kya, quando i livelli marini preistorici erano comparabili. Una versione in scala ridotta della Beringia oggi (60% riduzione al 60% di A–C) è presentata nell'angolo in basso a sinistra. Questa mappa più piccola mette in evidenza lo Stretto di Bering che separa geograficamente il Nuovo Mondo dall'Asia da ≈11–10 kya.
Mappe raffiguranti ciascuna delle tre fasi delle migrazioni umane preistoriche per il popolamento delle Americhe

Secondo le evidenze archeologiche e genetiche, l'America settentrionale e meridionale furono gli ultimi continenti al mondo con insediamenti umani.[29] Durante la glaciazione del Wisconsin, 50.000–17.000 anni fa, i livelli calanti del mare consentirono alle persone di spostarsi attraverso il ponte continentale di Bering che univa la Siberia all'America settentrionale nordoccidentale (Alaska).[30] L'Alaska era libera dai ghiacci a causa delle basse precipitazioni, consentendo a una piccola popolazione di sopravvivere. Il ghiacciaio Laurentide copriva la maggior parte del Canada, bloccando gli abitanti nomadi e confinandoli in Alaska (Beringia orientale) per migliaia di anni.[31][32]

Gli studi genetici sugli Aborigeni suggeriscono che i primi abitanti delle Americhe condividono un'unica popolazione ancestrale, che si sviluppò in un ambiente isolato, che si suppone essere la Beringia.[33][34] L'isolamento di questi popoli in Beringia potrebbe essere durato 10.000-20.000 anni.[35][36][37] Intorno a 16.500 anni fa, i ghiacciai cominciarono a fondersi, consentendo alla gente di spostarsi a sud e ad est in Canada e oltre.[38][39][40]

I primi abitanti dell'America settentrionale arrivarono in Canada almeno 15.000 anni fa, benché le crescenti evidenze suggeriscano un arrivo ancora anteriore.[41] Si crede che gli abitanti siano entrati nelle Americhe inseguendo i mammiferi del Pleistocene come il castoro gigante, il bisonte della steppa, il bue muschiato, il mastodonte, i mammut lanosi e la renna antica (primo caribù).[42] Un itinerario ipotizzato è che la gente abbia camminato verso sud mediante un corridoio libero dai ghiacci sul lato est delle Montagne Rocciose, e si sia poi sparpagliata attraverso l'America del Nord prima di proseguire verso l'America del Sud.[43] L'altro itinerario supposto è che essi siano migrati, o a piedi o usando barche primitive, lungo la Costa del Pacifico fino alla punta dell'America del Sud, e poi abbiano attraversato le Montagne Rocciose e le Ande.[44] Le prove di quest'ultimo sono state coperte da un innalzamento del livello del mare di centinaia di metri in seguito all'ultima era glaciale.[45][46]

Le Distese e il bacino dell'Old Crow erano una delle aree del Canada non toccata dalle glaciazioni durante le ere glaciali del Pleistocene, servì così da via e da rifugio per le piante e gli animali dell'era glaciale.[47] L'area conserva le prove dei primi insediamenti umani in Canada risalenti a circa 12.000 anni fa.[48] I fossili provenienti dall'area includono alcuni mai registrati nel Nord America, come le iene e i grandi cammelli.[49] Le Grotte di Bluefish sono un sito archeologico dello Yukon (Canada) dal quale un campione di osso di mammut, apparentemente lavorato dall'uomo, è stato datato con il radiocarbonio a 12.000 anni fa.[48]
Una lama Clovis con punte di lancia-coltello lanceolate da medie a grandi. I lati esterni hanno un andamento da parallelo a convesso ed esibiscono un'accurata scheggiatura a pressione lungo il bordo della lama. L'area più ampia è vicina alla sezione centrale o verso la base. La base è distintamente concava con una caratteristica scanalatura o scheggiatura a canale rimossa da una o, più comunemente, da entrambe le superfici concave della lama. I bordi inferiori della lama e la base sono levigati con un profilo smussato per inserire il manico. Le punte Clovis tendono anche ad essere più spesse delle punte tipicamente sottili del successivo stadio Folsom. Lunghezza: 4–20 cm/1,5–8 in. Larghezza: 2,5–5 cm/1–2
Una punta Clovis creata usando una scheggiatura bifacciale a percussione (cioè, ciascuna faccia è scheggiata alternativamente su entrambi i bordi con un percussore)

Siti di Clovis datati a 13.500 anni fa furono scoperti nel Nord America occidentale durante gli anni 1930. I popoli Clovis furono considerati come i primi abitanti paleoindiani diffusi nel Nuovo Mondo e gli antenati di tutti i popoli indigeni delle Americhe.[50] Le scoperte archeologiche degli ultimi trent'anni hanno portato all'attenzione altre culture peculiari basate sulla scheggiatura che occupavano le Americhe dalle Grandi Pianure inferiori alle coste del Cile.[51]

Culture regionali localizzate si svilupparono a partire dal periodo del clima freddo del Dryas recente da 12.900 a 11.500 anni fa.[52] La cultura Folsom è caratterizzata dal suo uso delle punte Folsom a forma di proiettile presso i siti archeologici. Questi utensili assistevano le attività nei siti di uccisione che segnavano il massacro e la macellazione del bisonte.[53]

Il ponte continentale esistette fino a 13.000-11.000 anni fa, molto tempo dopo che i più antichi insediamenti umani attestati nel Nuovo Mondo erano cominciati.[54] I più bassi livelli del mare nello Stretto della Regina Carlotta e dello Stretto di Hecate produssero grandi terre erbose chiamate arcipelago delle Haida Gwaii.[55] I cacciatori-raccoglitori dell'area lasciarono peculiari utensili di tecnologia litica e i resti di grandi mammiferi macellati, occupando l'area da 13.000-9.000 anni fa.[55] Nel luglio 1992, il Governo federale designò ufficialmente X̲á:ytem (vicino a Mission, Columbia Britannica) come sito storico nazionale, uno dei primi siti spirituali indigeni in Canada a essere formalmente riconosciuti in questa maniera.[56]

Le culture delle Grandi Pianure erano un gruppo di comunità di cacciatori-raccoglitori che occupavano l'area delle Grandi Pianure dell'America settentrionale tra 12.000-10.000 anni fa.[57] I Paleoindiani si spostarono nel nuovo territorio quando esso enerse da sotto i ghiacciai. In questo nuovo ambiente prosperava grossa selvaggina.[58] Le culture delle Grandi Pianure sono caratterizzate da una gamma di utensili con punte a forma di proiettile chiamate collettivamente punte Plano, che erano usate per cacciare il bisonte. Le loro diete includevano anche antilocapra americana, alce, cervo, procione e coyote.[57] All'inizio dell'era arcaica, cominciarono ad adottare un approccio sedentario alla sussistenza.[57] I siti a e intorno a Belmont (Nuova Scozia) hanno prove di Planoindiani, che indicano piccoli accampamenti di caccia stagionali, forse rivisitati nell'arco di generazioni di circa 11.000-10.000 anni fa.[57] Pesci e uccelli stagionali di selvaggina grandi e piccoli erano fonti di cibo e materie prime. L'adattamento all'ambiente rigido includeva abbigliamento fatto su misura e tende coperte di pelli su telai di legno.[57]




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Periodo arcaico
Lo stesso argomento in dettaglio: Civiltà precolombiane.

Il clima nordamericano si stabilizzò entro l'8000 a.C. (10.000 anni fa); le condizioni climatiche erano molto simili a quelle di oggi.[59] Questo portò a una migrazione diffusa, alla coltivazione e in seguito a una crescita drammatica della popolazione in tutte le Americhe.[59] Nel corso di migliaia di anni, i popoli indigeni americani addomesticarono, allevarono e coltivarono un vasto assortimento di specie vegetali. Queste specie ora costituiscono il 50 – 60% di tutte le colture in coltivazione in tutto il mondo.[60]
"Mappa del Nord America che mostra in rosso la distribuzione prima del contatto delle lingue na-dene"
Distribuzione delle lingue na-dene mostrate in rosso

La vastità e la varietà dei climi, dell'ecologia, della vegetazione, della fauna e le separazioni morfologiche del Canada hanno definito implicitamente i popoli antichi in suddivisioni culturali o linguistiche. Il Canada è circondato a nord, ad est e ad ovest dalla linea costiera e, a partire dall'ultima era glaciale, è composto di distinte regioni forestali. La lingua contribuisce all'identità di un popolo influenzando i modi della vita sociale e le pratiche spirituali.[61] Le religioni aborigene si svilupparono dalle filosofie dell'antropomorfismo e dell'animismo.[62]

Il posizionamento di manufatti e materiali all'interno di un sito di sepoltura arcaico indicava una differenziazione sociale basata sullo status.[59] C'è una registrazione costante dell'occupazione della regione del S'ólh Téméxw da parte di Aborigeni che risale al periodo del primo Olocene, 10.000-9.000 anni fa.[63] I siti archeologici del Lago Stave, del Lago Coquitlam, di Fort Langley e di altre zone della regione hanno svelato manufatti del primo periodo. Questi primi abitanti erano cacciatori-raccoglitori altamente mobili, consistenti da 20 a 50 membri circa di una famiglia estesa.[63] Il popolo na-dene occupò gran parte dell'area terrestre dell'America settentrionale nordoccidentale e centrale a partire dall'8000 a.C. circa.[64] Essi erano i primi antenati dei popoli di lingua athabaska, inclusi i Navajo e gli Apache. Avevano villaggi con grandi dimore multifamiliari, usate stagionalmente durante l'estate, dalle quali cacciavano, pescavano e raccoglievano scorte di cibo per l'inverno.[65] I popoli Wendat si insediarono nell'Ontario meridionale lungo il fiume Eramosa intorno all'8000–7000 a.C. (10.000–9.000 anni fa).[66] Erano concentrati tra il Lago Simcoe e la Baia Georgiana. I Wendat cacciavano i caribù per sopravvivere sulla terra coperta dai ghiacciai.[66] Molte diverse culture delle Prime Nazioni fecero affidamento sul bisonte a partire dal 6000–5000 a.C. (8.000–7.000 anni fa).[66] Cacciavano i bisonti mentre migravano facendoli precipitare dalle rupi. Il Salto del Bufalo schiantato, vicino a Lethbridge (Alberta), è un terreno di caccia che fu in uso per 5.000 anni.[66]
Fotografia di una disposizione circolare di rocce su terreno apeerto con uno specchio d'acqua sullo sfondo
Sito thule (Inuit del rame) vicino alle acque di Cambridge Bay (Isola Victoria)

La costa ovest del Canada entro 7000–5000 a.C. (9.000–7.000 anni fa) vide varie culture che si organizzarono intorno alla pesca del salmone.[66] I Nuu-chah-nulth dell'Isola di Vancouver cominciarono la caccia alla balena con lunghi arpioni verso questo periodo.[66] L'Arcaico Marittimo è un gruppo di cacciatori di mammiferi marini nel Subartico appartenente alla cultura arcaica nordamericana. Essi prosperarono approssimativamente nel 7000 a.C.–1500 a.C. (9.000–3.500 anni fa) lungo la Costa Atlantica dell'America settentrionale .[67] I loro insediamenti comprendevano case lunghe e case temporanee o stagionali coperte con le barche. Si impegnavano nel commercio a lunga distanza, usando come valuta la selce bianca, una roccia estratta dal Labrador settentrionale al Maine.[68] La cultura precolombiana, i cui membri erano chiamati il Popolo della vernice rossa, è indigena delle regioni della Nuova Inghilterra e del Canada atlantico in America settentrionale. La cultura si sviluppò tra 3000 a.C.–1000 a.C. (5.000–3.000 anni fa) e prese il nome dalle loro cerimonie di sepoltura, che usavano grandi quantità di ocra rossa per coprire i corpi e gli oggetti della tomba.[69]

La Tradizione Microlitica Artica è una vasta entità culturale che si sviluppò lungo la Penisola di Alaska, intorno alla Baia di Bristol, e sulle coste orientali dello Stretto di Bering intorno al 2500 a.C. (4.500 anni fa).[70] Questi popoli paleoartici avevano un corredo di attrezzi, altamente distintivo, di piccole lame (microlame) che erano appuntite ad entrambe le estremità ed erano usate come barbigli laterali o terminali sulle frecce o sulle lance fatte di altri materiali, come osso o corno di cervo. Nei loro corredi erano inclusi anche raschiatoi, attrezzi da incisione e lame di ascia.[70] La Tradizione Microlitica Artica si dirama in due varianti culturali, comprese le tradizioni Pre-Dorset e Indipendenza. Questi due gruppi, antenati dei Thule, furono soppiantati dagli Inuit entro il 1000 dell'era volgare (CE).[70]:179–81
Periodi post-arcaici
L'area dei Grandi Laghi della Sfera d'interazione Hopewelll: PP=Complesso di Point Peninsula S=Complesso di Saugeen L=Complesso di Laurel
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L'area dei Grandi Laghi della Sfera d'interazione Hopewelll:
PP=Complesso di Point Peninsula
S=Complesso di Saugeen
L=Complesso di Laurel

Le società del Complesso del rame antico risalenti al 3000 a.C.-500 a.C. (5.000-2.500 anni fa) sono una manifestazione della cultura Woodland, e sono di natura pre-ceramica.[71] Le prove trovate nelle regioni dei Grandi Laghi indicano che tali società estraevano il rame dai locali depositi glaciali e lo usavano nella sua forma naturale per fabbricare utensili e arnesi.[71]

Il periodo culturale Woodland risale a circa il 2000 a.C.-1000 d.C., e ha esempi locali in Ontario, Québec e nelle regioni marittime.[72] L'introduzione della ceramica distingue la cultura Woodland dagli abitanti dello stadio arcaico anteriore. I Laurenziani dell'Ontario meridionale fabbricavano la più antica ceramica finora portata alla luce in Canada.[61] Creavano coppe con il fondo appuntito decorate da una tecnica cordata che consisteva nell'imprimere arnesi dentati nell'argilla bagnata. La tecnologia Woodland comprendeva oggetti come coltelli con incisivi di castoro, braccialetti e scalpelli. La popolazione che praticava modi di vita agricoli sedentari continuò ad aumentare con una dieta a base di zucche, mais, e colture di fagioli.[61]

La tradizione Hopewell è una cultura aborigena che si sviluppò lungo i fiumi americani dal 300 a.C.-500 d.C. Nella sua massima estensione, il sistema di scambio Hopewell collegava una rete di culture e di società con i popoli sulle coste canadesi del Lago Ontario. L'espressione canadese dei popoli hopewelliani abbraccia i complessi di Point Peninsula, Saugeen e Laurel.[73][74][75]




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