IL FARO DEI SOGNI

Categoria:Gruppi etnici in Cambogia

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Categoria:Gruppi etnici in Cambogia

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Pagine nella categoria "Gruppi etnici in Cambogia"

Questa categoria contiene le 6 pagine indicate di seguito, su un totale di 6.
B

Brau

C

Chăm (popolo)

D

Degar

K

Khmer (popolo)

L

Lao (etnia)

T

Popoli tai





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Brau


I brau (o brao, in vietnamita: Người Brâu, detti anche lave) sono un gruppo etnico che vive in Laos, in Cambogia e in Vietnam.


Distribuzione

La popolazione totale è stata stimata nel 2010 in circa 38.901 unità suddivise come segue: 24.670 per il Laos, 14.000 in Cambogia e 231 in Vietnam.[1] Durante la guerra del Vietnam i loro territori, compresi quelli laotiani e vietnamiti, furono oggetto dei bombardamenti americani che cercavano di distruggere il sentiero di Ho Chi Minh, e molti brau si rifugiarono in Vietnam, in Thailandia, in Francia e negli Stati Uniti.[1]

Le regioni abitate da secoli da questa popolazione sono situate lungo la catena Annamita ai confini tra Laos e Cambogia, mentre quelli stanziati in Vietnam si sono trasferiti dalle zoni originali nell'ultimo secolo.[2] In Laos si trovano soprattutto nella provincia di Attapeu e altri villaggi sono nelle province di Xekong e Champasak.[1] Sono nella provincia di Ratanakiri in Cambogia e nella provincia di Kon Tum in Vietnam, dove vengono chiamati principalmente brau. I nomi alternativi sono brao, proue, brou, love, laveh, rawe. In Laos il loro nome sarebbe lave, ma vengono spesso chiamati brau per distinguerli dai membri delle vicine e differenti etnie laven e lawi.[1]
Cultura

I brau parlano la lingua lave, detta anche brau, che fa parte della famiglia linguistica mon khmer ed è mutualmente intelligibile con quelle dei vicini kru'ng, kavet e su.[3]

Vi sono piccoli gruppi che si sono convertiti alla religione cristiana, grazie alle opere dei missionari presenti nei tre Stati, mentre la maggior parte dei brau professa fedi più tradizionali come l'Animismo ed il culto degli antenati. Nella loro tradizione orale, chiamata un cha đắc lếp,[2] si fa riferimento ad un diluvio universale e agli spiriti chiamati Pa Xây. La cerimonia con cui vengono curati gli ammalati si chiama phakoket, ma a tale scopo vengono anche fatti sacrifici di animali agli spiriti.

La società è di tipo matriarcale.[1] I maschi vengono chiamati Thao e le donne Nang, appellativi posti prima del nome proprio. Tra le altre tradizioni etniche vi sono quelle chiamate uốt bưng, che consiste nel limare i 4 denti incisivi superiori a ragazzi e ragazze quando entrano nell'età puberale,[2] tavattơpit, che consiste nell'allungamento dei lobi con l'inserimento di pezzi di avorio o bambù, soprattutto da parte delle donne, e cingkrackang, con cui viene fatto un tatuaggio in fronte.

La tradizione secondo cui i brau abitano in lunghe capanne occupate da molti nuclei familiari si conserva solo nelle aree più remote.[1] Di solito le capanne sono fatte di legno e paglia e sono disposte concentricamente con l'entrata rivolta verso il centro del villaggio, dove erigono una casa comune. Tale casa viene usata anche per l'educazione dei bambini, compito affidato di solito agli anziani, che tramandano le tradizioni etniche ed insegnano come difendere il villaggio da eventuali attacchi.[2] Quando viene costruita una nuova casa, tutto il villaggio partecipa al festeggiamento durante il quale si invocano gli spiriti protettori.

Durante le festività, i brau di tutte le età si ubriacano, suonano tradizionali gong in bronzo e xilofoni chiamati klong put, eseguono musiche proprie e cantano brani tipici dell'etnia. Durante le feste esibiscono lance e scudi tribali. Una delle feste più sentita è quella in cui avviene il sacrificio del bufalo.[1] Grandi celebrazioni si fanno anche per il raccolto del riso.[2].

Il piatto principale è il riso glutinoso, che viene consumato con verdure, peperoncino, pesce ed il pollame o altri animali che allevano. Sia gli uomini che le donne bevono alcolici prodotti nel villaggio.[2]
Economia

Sono dediti principalmente all'agricoltura e fanno largo uso della pratica del debbio. Quando il terreno è sfruttato a sufficienza, l'intera comunità si sposta in zone adiacenti.[1] I prodotti più coltivati sono il riso, il mais e la manioca. Si piantano i semi praticando fori nel terreno con dei bastoni ed il raccolto viene fatto a mano. Altre importanti fonti di sostentamento sono la caccia, la pesca e le bacche raccolte nelle foreste. Molti degli attrezzi metallici sono prodotti dai brau.

Gli uomini sono abili nell'intrecciare la paglia ed il bambù,[2] le ceste con le cinghie che si mettono sulle spalle come zaini sono i principali mezzi per il trasporto delle merci. Per acquistare indumenti ed altri generi di necessità, i brau barattano i loro prodotti agricoli e le risorse che si procurano nella foresta.[2]





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Chăm (popolo)


Il popolo chăm (in lingua vietnamita: Người Chăm) è un gruppo etnico asiatico stanziato principalmente in Vietnam, dove fa parte dei 54 gruppi etnici ufficialmente riconosciuti,[1] e in Cambogia.[2] Costituiscono in questi paesi il cuore delle comunità musulmane. Sono i discendenti degli abitanti del glorioso Regno Champa, che per molti secoli ebbe il controllo dei territori costieri dell'Annam nell'Indocina sud-orientale, al confine con l'Impero Khmer e del Regno Lao di Lan Xang.[1]

Circa centomila cham vivono nelle città di Phan Rang-Tháp Chàm e Phan Thiết, nel Vietnam meridionale. Altre comunità di chăm si trovano nella città di Ho Chi Minh, nome odierno di Saigon. La comunità più popolosa si trova in Cambogia, nelle province di Tbong Khmum e Kampong Cham,[2] dove vivono tra i 500.000 ed un milione. Una comunità di circa 4.000 cham si è stanziata nella Thailandia del Sud.

La lingua chăm, simile al malese, fa parte del gruppo maleo-polinesiaco della famiglia austronesiana.


Storia
Danzatrici Chăm

Il popolo Chăm era stanziato sulle coste del Vietnam centro-meridionale, dove fiorì il Regno Champa, tra il VII e il XV secolo.[1] Tale Stato fu preceduto nella regione dal regno chiamato nelle fonti cinesi "Lin-yi" o "Lâm Âp", sorto nel 192. Il Champa declinò gradualmente sotto la costante pressione espansionistica dei Dai Viet, che controllavano in origine l'attuale Vietnam settentrionale. Al culmine della sua prosperità il regno controllava i territori tra Huế, nella ex-provincia dell'impero cinese Annam, e il delta del fiume Mekong.[1]

I Chăm vennero descritti agli inizi del V secolo dal viaggiatore cinese Fǎxiǎn, che fece scalo nella regione al ritorno dall'India[3]. Faxian riferisce del loro aspetto fisico, con un marcato naso diritto e capelli neri arricciati, e parla del rito funerario della cremazione, accompagnato dal suono dei tamburi.

I cham sono di etnia malayo-polinesiana e praticavano una forma di induismo śivaita. Avevano ripreso il sistema di caste in vigore in India, pur riservando alle donne un ruolo di rilievo negli affari familiari e nel matrimonio. Era anche praticata la cerimonia funeraria del sati. Non mangiavano carne bovina. L'alfabeto era basato su quello sanscrito.

Erano divisi in due gruppi etnici principali, i Dua al nord e i Cau al sud, distinti per usi e costumi e talvolta in conflitto. La pacifica convivenza era assicurata mediante matrimoni.

Furono soprattutto marinai, e la ricchezza del Regno Champa si basò prevalentemente sui commerci marittimi e sulla potente flotta da guerra, composta da rapide navi, con le quali praticavano anche la pirateria.[1]

Quando nel X e XI secolo i mercanti arabi arrivarono sulle coste vietnamite sulla rotta verso la Cina, l'Islam cominciò ad attecchire[1] mentre l'induismo fu progressivamente riservato alle classi sociali più alte.
Le migrazioni

Nel 1471, i vietnamiti conquistarono la capitale Champa Vijaya, e fecero del principato meridionale di Panduranga un loro vassallo. Tra il 1606 e il 1676, anche il re del Champa si convertì all'Islam. Nel 1720, il re vietnamita Minh Mõng iniziò una politica di persecuzione contro i Chăm. Nel 1832, gli ultimi territori cham furono annessi al Vietnam e l'ultimo re musulmano del Champa, Pô Chien, guidò i resti del suo popolo nel sud della Cambogia.[2] Altri gruppi migrarono verso Trengganu, nell'odierna Malaysia, verso l'isola di Hainan, dove oggi sono conosciuti come utsuls. L'area occupata dal gruppo di Pô Chien è quella dell'odierna Kampong Cham. Altri gruppi di Chăm migrarono nelle province vietnamite di An Giang, Phan Rang-Thap Cham, Ho Chi Minh e Phan Thiet.[senza fonte]

Oggi i chăm vivono soprattutto lungo le coste centrali del Vietnam e nella zona del delta del Mekong. Hanno due distinte comunità religiose: i musulmani (o chăm bani), che sono la maggioranza, e gli indù (o balamon). Sebbene condividano la lingua e le origini, i matrimoni tra componenti delle due comunità sono vietati. Un piccolo gruppo di chăm si è convertito al Buddhismo Mahāyāna.

Ai chăm della Malesia è riconosciuta la privilegiata condizione di Bumiputra, che li equipara ai nativi malesi.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Ch%C4%83m_(popolo)

 
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Degar



I Degar («figli delle montagne», come si autodefiniscono, o Montagnard, dal francese «montanari», o Cristiani Degar, o Montagnard Degar) sono una popolazione composta da circa quaranta differenti gruppi aborigeni, riconducibili ai ceppi linguistici mongolo-tibetano e malese-polinesiano.


Storia

I montagnard erano inizialmente stanziati nel sud dell'Indocina, finché poi furono gradualmente spinti sulle montagne dall'espansione di popolazioni più numerose e forti: i cham - di origine hindu - dal sud, ed i vietnamiti - di origine cinese - dal nord

Il nome ha origine francese (i francesi colonizzarono i territori dei Montagnard dal 1895 al 1954), e scaturisce proprio dalla pressione esercitata dalle popolazioni vietnamite nella loro discesa da nord, che spinse verso le foreste e le montagne gli indigeni. Nella lingua vietnamita sono chiamati, spregiativamente, "moi" (selvaggi) o "nguoi dan toc" (popolo tribale), essi preferiscono chiamarsi "degar", «figli delle montagne».

Negli anni settanta del XX secolo erano stimati attorno ai due milioni e mezzo di unità nell'intero Vietnam. Mantenendo il tasso di crescita del resto nella nazione, nel 2006 avrebbero dovuto essere circa sei milioni di individui, ma tenendo conto degli eccidi, dei massacri, e delle oppressioni subite, i superstiti sono stati stimati tra i 700 e gli 800.000.

In Italia la lotta nonviolenta dei Montagnard ha contato sull'appoggio di Marco Pannella e del Partito Radicale Transnazionale[1].
Diffusione e cultura

Sono diffusi prevalentemente in Vietnam, Cambogia e Laos, dove sono chiamati con differenti nomi. I principali gruppi sono i Bahnar e gli Jarai.

Oltre alle differenze etniche e linguistiche, i montagnard si caratterizzano per essere di religione cristiana, per la gran parte cattolica con una piccola minoranza protestante, mentre nel resto della regione i culti cristiani rappresentano solo una minoranza.





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Khmer (popolo)


I khmer (comunemente chiamati cambogiani) sono un gruppo etnico dell'Indocina meridionale. Sono la prima etnia della Cambogia (87% della popolazione),[4] e sono presenti anche nel sud del Vietnam[5] e nelle province meridionali della Thailandia del Nordest.[6] La popolazione khmer del Vietnam prende il nome di krom. Una piccola comunità si trova anche nel sud del Laos.[3]

La religione più diffusa presso i khmer è il Buddhismo Theravada.[4] La lingua khmer, appartenente al gruppo mon-khmer, ha un'antica tradizione letteraria risalente al VII secolo d.C.


Storia
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della Cambogia e Impero Khmer.

Il popolo khmer è originario del territorio dell'odierna Thailandia, da cui si espanse fino a dominare la maggior parte dell'Indocina. Dal I al VI secolo d.C. subì l'influenza della cultura indiana; da questo antico rapporto derivano i molti tratti indiani dei khmer moderni nel campo artistico, religioso e politico.

La società tradizionale era divisa in sei caste: la famiglia reale (estesa); i brahmani, sacerdoti dediti alla celebrazione dei riti reali; i monaci; i funzionari della burocrazia reale; il popolo comune; gli schiavi. Le principali attività economiche erano l'agricoltura (soprattutto riso) e la pesca d'acqua dolce.

Il momento di massimo splendore della civiltà khmer fu fra il IX ed il XIII secolo. Le celebri strutture architettoniche di Angkor Wat sono vestigia di quest'epoca, detta "angkoriana". In seguito, l'espansionismo dei siamesi e dei vietnamiti portò insicurezza e instabilità nel paese. A partire dal XV secolo, il decaduto Impero Khmer divenne vassallo dei due paesi vicini, che si contesero la supremazia per quasi 4 secoli. Verso la fine del XIX secolo finì sotto la protezione della Francia, di cui divenne una colonia.

L'indipendenza della Cambogia fu ottenuta nel 1954. Nel 1970, un colpo di Stato destituì il re Norodom Sihanouk, portando al potere il movimento rivoluzionario dei khmer rossi. Il regime di Pol Pot e del Partito Comunista di Kampuchea durò dal 1975 al 1979.

Il regime comunista, di stampo maoista filo-cinese, arrivò ben presto a scontrarsi con quello della Repubblica Socialista del Vietnam, che era di stampo filo-sovietico. Le cause della guerra cambogiana-vietnamita vanno ricercate nella questione mai risolta delle comunità khmer krom, cui erano molto sensibili i khmer rossi, nella rivalità sempre esistita tra le etnie khmer e viet, nell'atteggiamento social-imperialista di stampo sovietico dei vietnamiti. I vietnamiti cercavano di controllare tutta l'Indocina francese, dopo aver esteso la loro influenza sul Laos appoggiando il movimento del Pathet Lao contro i colonialisti francesi ed il governo filo-americano di Vientiane negli anni della guerra civile laotiana.

La guerra determinò il crollo dei khmer rossi e l'edificazione di un nuovo regime comunista: quello della Repubblica Popolare di Kampuchea, filo-vietnamita e filo-sovietico. Il paese finì nel baratro della guerra civile ed al confine con la Thailandia si organizzò la resistenza armata. Le Forze Armate Rivoluzionarie del Popolo Kampucheano, l'esercito regolare del nuovo regime, che operavano al fianco dell'esercito vietnamita, si trovarono a fronteggiare tre gruppi di guerriglia fino al 1988.

Il primo fu il Fronte di Liberazione Nazionale del Popolo Khmer, gruppo anticomunista, filo-occidentale, orientato verso un nazionalismo di destra e reazionario. Il suo braccio armato furono le Forze Armate di Liberazione Nazionale del Popolo Khmer, che arrivarono a raggruppare dai 7.000 (nel 1981) fino ai 14.000 uomini (nel 1987). Il secondo fu il Funcinpec (Fronte unito nazionale per una Cambogia indipendente, neutrale, pacifica e cooperativa), partito monarchico e conservatore guidato dal re Sihanouk. Il suo braccio armato, l'Esercito Nazionale Sihanoukista, ebbe tra i 7.000 e gli 11.000 combattenti.

Il terzo e più grande fu l'Esercito Nazionale della Kampuchea Democratica, braccio armato del Partito della Kampuchea Democratica guidato dai khmer rossi di Pol Pot. Questi ultimi avevano cambiato nome ed avevano formalmente rinunciato al comunismo in nome di una sorta di socialismo democratico. Pur mantenendo un'anima marxista, in questo periodo i khmer rossi svilupparono una componente nazionalistica, giustificata dall'invasione vietnamita e rappresentarono la forza di resistenza più agguerrita, che durante gli anni ottanta riuscì a reclutare tra i 40.000 e i 50.000 uomini.

I tre gruppi guerriglieri furono finanziati rispettivamente dagli USA, dalla Cina e dalla Thailandia. La guerra civile fu molto cruenta e la parte ovest del paese fu un campo di battaglia per tutti gli anni ottanta. La Cambogia divenne proprio in questo periodo uno dei paesi al mondo con la concentrazione più alta di mine anti-uomo, che tuttora dopo tanti anni dalla fine del conflitto provocano lutti e menomazioni tra i contadini. La guerra civile finì nel 1991, con la dissoluzione dei regimi comunisti (tra cui quello cambogiano), il ritiro delle truppe d'occupazione vietnamite e la sottoscrizione di un trattato di pace tra governo e gruppi ribelli. Nel 1992 i khmer rossi ripresero in mano le armi. La guerriglia non riuscì a coinvolgere l'intero paese, ormai stanco di lutti, sofferenze e lotte fratricide, e ben presto si ebbero defezioni e spaccature tra le file dei khmer rossi. L'ultimo gruppo combattente dei khmer rossi legato a Ta Mok si arrese e si sciolse nel dicembre del 1999.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Khmer_(popolo)

 
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Lao (etnia)


I lao[7] (talvolta laotiani o laosiani)[8] sono un gruppo etnico tai originario del Sud-est asiatico, che parla la lingua eponima nella famiglia delle lingue tai-kadai.

Sono il gruppo etnico maggiore del Laos, dove compongono il 53,2% della popolazione, e la maggior parte dei loro professa il buddhismo theravada. In Thailandia, i lao sono concentrati nella regione dell'Isan, da dove molti sono emigrati per lavorare in altre parti del paese, soprattutto a Bangkok. Parlano vari dialetti della lingua lao e di quella isan, che sono spesso considerate come una lingua unica. Molti abitanti dell'Isan si considerano thai a tutti gli effetti, come risultato della campagna governativa di thaificazione del XX secolo; tuttavia, conservano stretti legami culturali con i lao.

Storia
Origini

Secondo la principale leggenda dei lao, nel VII secolo il mitico re dei popoli tai Khun Borom Rachathiriat (ຂຸນບໍຣົມຣາຊາທິຣາດ in lingua lao) fondò il suo regno nell'odierna Dien Bien Phu. Secondo tale leggenda Khun Borom era associato alla creazione del mondo, ebbe sette figli ai quali assegnò altrettanti regni, e in particolare il principe Khun Lo, che nel 698 fondò il Regno di Mueang Suea, l'attuale Luang Prabang. Lo Stato conservò l'indipendenza per un centinaio d'anni prima di cadere sotto l'influenza del Regno di Nanzhao, situato nell'odierno Yunnan. In seguito i khmer, stanziati nell'odierna Cambogia, conquistarono la maggior parte dei territori compresi tra il golfo del Siam ed il sud dello Yunnan.

I lao vengono considerati uno dei popoli tai[9] che migrarono dalla Cina del sud-ovest al sud-est asiatico. La prima citazione riguardante i tai, come coltivatori nella Cina del sud, viene da alcune annotazioni cinesi che risalgono al VI secolo d.C.

I tai migrarono dalla regione dello Yunnan spinti dai vari conflitti del regno di Nanzhao e, nel XIII secolo, dalle invasioni mongole, e si stanziarono in varie ondate nel sudest Asia a partire dal I millennio d.C. In quel periodo l'etnia dominante della regione era quella mon-khmer.

I tai si diffusero in un vasto territorio che comprende l'India nordorientale, nell'Assam, fino all'isola di Hainan, e dal Sichuan in Cina fino al sud della Thailandia.
Espansione nel sud-est asiatico

Le varie etnie in cui si suddivisero i tai in sudest Asia furono: gli shan in Birmania, i lao nell'alto Mekong ed i thai nell'odierna Thailandia.[10]

I lao si affermarono sottomettendo diverse etnie mon-khmer e si stabilirono nella fertile pianura del Mekong, divenendo così i lao loum (lao bassi o di pianura), costringendo nelle zone di bassa montagna i mon-khmer, che presero il nome di lao theung (lao intermedi). Altre etnie dell'odierno Laos sono comprese nel gruppo dei lao soung (lao alti o di montagna), a cui appartengono le tribù di montagna, che vivono in uno stato più primitivo delle precedenti.
In verde il regno lao di Lan Xang nel 1400
Il Regno di Lan Xang

Il primo vero regno dei lao fu quello di Lan Xang, che significa un milione di elefanti, fondato nel 1354 dal principe di etnia lao Fa Ngum di Luang Prabang. Questi sposò una figlia del re khmer e conquistò un territorio che andava dalla Cina meridionale fino all'odierna frontiera lao-cambogiana, e dall'altopiano di Korat alla catena Annamita.

Le lotte tra le fazioni della nobiltà portarono alla disgregazione dello Stato, che all'inizio del XVIII secolo si suddivise nei regni di Luang Prabang a nord, di Vientiane al centro e di Champasak a sud.
Le colonizzazioni thai e francese

Verso la fine del XVIII secolo, il Siam, antico nome della Thailandia, conquistò questi regni facendone degli Stati vassalli e si annetté l'odierno Isan. Quando la rivolta di Vientiane (1826-1829) contro il Siam fallì, vi furono ingenti deportazioni di popolazione dal moderno Laos verso l'Isan, lasciando il Laos stesso scarsamente popolato.

Con l'avvento delle potenze coloniali, il Siam dovette cedere il Laos all'Indocina francese alla fine del XX secolo, conservando però la maggior parte della sponda occidentale del Mekong, che divenne così l'Isan, una parola derivante dal sanscrito che significa nord-est. I francesi protessero il Laos dall'espansione territoriale e culturale siamese.
L'indipendenza

A seguito della battaglia di Dien Bien Phu nel 1954, in cui i vietnamiti sconfissero i francesi che furono costretti a lasciare l'Indocina, ed alle lotte del locale movimento comunista Pathet Lao, il Laos raggiunse l'indipendenza.

Sia la Thailandia che il Laos hanno sviluppato delle campagne per trasformarsi in stati nazione incentrati sulla popolazione thai e lao rispettivamente. Nell'Isan questo ha comportato un processo di assimiliazione culturale conosciuto come "thaificazione", con cui il governo di Bangkok ha rafforzato la lealtà della popolazione verso la Thailandia. Molti giovani si autodefiniscono isan, riconoscendo la propria appartenenza al popolo thai alla Thailandia. In Laos, viceversa, lo stesso processo è incentrato sulla conservazione della lingua lao e della cultura nazionale.
Distribuzione

In Laos, vi sono circa 3,5 milioni di lao, che costituiscono circa il 50% della popolazione (il resto è per lo più costituito da appartenenti alle tribù delle colline) e sono la maggior parte dei lao loum (lao bassi o di pianura). I lao costituiscono circa un terzo della popolazione thailandese: la principale concentrazione è nell'Isan (circa 15 milioni di persone) e a Bangkok (dove vivrebbero circa un milione di emigranti dell'Isan). Esistono altre popolazioni di etnia lao nella Thailandia Centrale, ma sono state per lo più incorporate nella popolazione thai. Piccole comunità lao esistono in Cambogia, residenti principalmente nel territorio di frontiera di Stung Treng (Xieng Teng in Lao) ed in Vietnam. Altri lao sono sparsi per il mondo, la maggior parte dei quali sono emigrati dopo la presa del potere da parte del Pathet Lao e durante la guerra civile laotiana.
Lingua

I lao parlano la lingua lao, l'isan, che fanno parte delle lingue tai-kadai e si articolano in vari dialetti. Il dialetto di Vientiane è stato adottato come lao standard in Laos; non esiste un dialetto standard dell'Isan e la maggior parte dei dialetti sono mutuamente comprensibili con il lao di Vientiane. Le principali differenze tra il lao e l'isan sono dovute sia all'introduzione di parole thai nell'isan che all'adozione di neologismi introdotti dalla fine del XIX secolo (p.e. "motocicletta" si dice lot motorsai in Isan e lot jak in Laos). La lingua isan viene scritta con l'alfabeto thai.

Data la similarità fra le due lingue, quasi tutti i lao parlano thai, inoltre la fascia di popolazione scolarizzata nata prima del 1960 parla il francese, retaggio dell'epoca coloniale. Negli ultimi decenni la lingua inglese è la più studiata fra le lingue straniere.
Cultura

Isan e Laos sono due regioni povere economicamente a causa del terreno relativamente poco fertile e del clima secco. Lo stile di vita è quello dell'agricoltura di sussistenza con pochi centri urbani.

Laos ed Isan condividono come religione il Buddhismo Theravada. Le cucine indigene del Laos e dell'Isan sono molto simili, gli ingredienti principali sono salsa di pesce, chilli e riso glutinoso. La cucina Lao ha assorbito qualche piatto della cucina francese ed alcuni da quella vietnamita. La povertà delle aree rurali del Laos costringe ad un'alimentazione più limitata rispetto a quella dell'Isan.

Laos ed Isan condividono la musica popolare chiamata mor lam, basata sul suono del khèn, considerato lo strumento nazionale laotiano.[11] Dagli anni ottanta la mor lam dell'Isan ha esercitato una grande influenza su quella del Laos. Il tradizionale saluto laotiano è il nop, l'inchino a mani giunte mutuato dalla tradizione indiana e comune con il wai thailandese, il sampeah cambogiano ed il namasté indiano, cingalese e nepalese.[12]





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Popoli tai


I popoli tai formano una famiglia di etnie del sud est asiatico, della Cina meridionale e dell'India nord-orientale. Tra le varie zone dove sono stanziati, vi sono l'isola di Hainan, il Sichuan meridionale, lo Yunnan, il Guangdong, il Guizhou, lo Hunan, la Thailandia, il Laos, il Vietnam, la Birmania e l'Assam.

Queste etnie parlano le lingue del gruppo tai kadai e condividono tradizioni e alcune feste (Songkran, il capodanno del Buddhismo Theravada che si tiene a metà aprile), e professano quasi tutte il Buddhismo Theravada.

Malgrado non abbiamo mai avuto uno stato nazionale che li unisse, questi popoli hanno storicamente condiviso una vaga idea di nazione (con i nomi di "Siam", "Shan", "Ahom", "Zhuang" ecc.).


Principali suddivisioni

I principali popoli tai sono:

Gli ahom, nello Stato dell'India nord-orientale dell'Assam
Gli shan, in Birmania
I thai ed i lao, in Thailandia
I lao ed i tai lü, in Laos
I tày ed i tai dam, in Vietnam
I tai lü, inclusi dal governo cinese nel gruppo dei popoli dai, e gli zhuang, in Cina meridionale

Storia

Le migrazioni dalla Cina meridionale al nord dell'Indocina da parte dei popoli tai erano iniziate nella seconda metà del I millennio d.C.[1] e si erano accentuate dopo la caduta nel 1253 del Regno di Dali per mano dei mongoli di Kublai Khan. Nel sudest asiatico i tai si erano suddivisi in diversi sottogruppi etnici, tra cui i più importanti furono quello dei siamesi, che nel 1238 avevano costituito il Regno di Sukhothai nell'odierna Thailandia Centrale, e quello dei tai yuan, che si erano insediati nell'odierna Thailandia del Nord, dove nel 1292 avevano formato il Regno Lanna.[1] Il gruppo dei lao si era stanziato nelle pianure del medio Mekong e nelle zone circostanti, prendendo il sopravvento nelle municipalità preesistenti formando dei principati che furono unificati da Fa Ngum, un principe di Mueang Sua (l'odierna Luang Prabang) educato alla corte dell'Impero Khmer.[2]





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Popoli_tai

 
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