IL FARO DEI SOGNI

Categoria:Gruppi etnici in Burundi

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Categoria:Gruppi etnici in Burundi

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W

Watussi‎ (6 P)

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Questa categoria contiene le 5 pagine indicate di seguito, su un totale di 5.
H

Hema (gruppo etnico)
Hutu

O

Origini di Hutu e Tutsi

T

Tutsi
Twa





Hema (gruppo etnico)


Gli Hema sono un gruppo etnico con circa 160.000 membri, residenti nell'Est della Repubblica Democratica del Congo, in particolare nella provincia dell'Ituri, così come in parti dell'Uganda e del Ruanda. Gli Hema sono pastori, e il trattamento preferenziale che ricevono dalle autorità dell'Uganda è considerato responsabile per lo scoppio del conflitto dell'Ituri[senza fonte].

Gli Hema settentrionali parlano Lendu, il linguaggio del vicino gruppo etnico Lendu. Gli Hema meridionali parlano la lingua hema, un linguaggio bantu compreso nella zona J.

Etnolinguisticamente, gli Hema sono strettamente collegati ai parlanti il dialetto Hima della lingua nyankore dell'Uganda occidentale, oltre che alle lingue luganda e lusoga





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Hutu


Gli Hutu (Abahutu in kirundi ed in kinyarwanda) sono una delle etnie che occupano la regione situata tra il Burundi e il Ruanda. Fra queste, gli Hutu sono senza dubbio il gruppo più numeroso: l'84% dei ruandesi e l'85% dei burundesi sono infatti Hutu.


Storia
Bambini Hutu in Ruanda

Il concetto di etnia, introdotto dai colonizzatori prima tedeschi poi belgi, oggi è assai discusso: si tratta infatti di una suddivisione artificiale, basata più sulla classe sociale che sull'etnia, poiché non vi sono significative differenze somatiche, genetiche, religiose, linguistiche o culturali tra gli Hutu e gli altri gruppi etnici nell'area (quali i Tutsi). Anche un abitante del Burundi o del Ruanda, se non conosce l'origine familiare di un individuo, non riesce a distinguere l'appartenenza "razziale".

Hutu e Tutsi hanno d'altronde la stessa religione e lingua. Alcuni studiosi fanno anche notare il ruolo importante che i colonizzatori belgi ebbero nella creazione delle idee di razze Hutu e Tutsi. Ci si riferisce al dibattito sull'origine camitica della gente tutsi. Secondo gli storiografi belgi gli Hutu arrivarono nella regione dei Grandi Laghi intorno al I secolo d.C., scacciando i Twa.

Gli Hutu dominarono sull'area, attraverso una serie di piccoli regni, fino al quindicesimo secolo. Si pensa che a quel tempo i Tutsi arrivarono nell'area dall'Etiopia e sottomisero gli Hutu. La monarchia tutsi sopravvisse fino alla fine dell'era coloniale negli anni 1950; i dominatori Belgi usavano e codificavano le divisioni etniche per mantenere saldo il proprio controllo. La monarchia tutsi cadde rapidamente e la regione fu divisa tra Ruanda e Burundi nel 1962. Tuttavia, i Tutsi rimasero dominanti nel Burundi, mentre gli Hutu ebbero il controllo del Ruanda fino al 1994. Forti tensioni etniche tra i due gruppi portarono al genocidio ruandese avvenuto nel 1994.





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Origini di Hutu e Tutsi


La questione dell'origine dei popoli Hutu e Tutsi è un problema centrale nello studio della storia del Burundi e del Ruanda e, in generale, della Regione dei Grandi Laghi africani. In questi paesi, gli Hutu rappresentano la maggioranza etnica, ma i Tutsi costituiscono l'élite economica e sociale.

Tradizionalmente, i Tutsi sono stati identificati come i discendenti di un popolo distinto (anche geneticamente), giunto nella regione in tempi successivi e impostosi sulle popolazioni indigene; il Corno d'Africa viene spesso indicato come possibile area d'origine di questa migrazione.

La rivalità fra questi due gruppi ha avuto la sua espressione più evidente nel genocidio ruandese del 1994, che ebbe in parte le caratteristiche di un'operazione di pulizia etnica perpetrata dagli Hutu ai danni dei Tutsi. Nonostante la diffusione dell'idea di Hutu e Tutsi come etnie distinte con origini diverse, non vi sono prove conclusive a conferma di questa tesi.


Analisi del problema
La tesi della migrazione camitica

L'idea di una differenza di tipo razziale fra gli Hutu e i Tutsi è legata al primo colonialismo belga in Africa. I coloni belgi si basarono sulla semplice osservazione dell'aspetto fisico degli appartenenti ai diversi gruppi. Essi osservarono che i Twa (un terzo gruppo etnico dell'area) erano di bassa statura (come i pigmei), gli Hutu erano di media altezza, e i Tutsi erano molto alti e snelli. Inoltre, i Tutsi tendono ad avere il naso, e l'intero volto, più sottile. Studi statistici successivi confermarono queste differenze. All'inizio del XX secolo, un antropologo tedesco quantificò in circa 12 cm la differenza media di altezza fra Hutu e Tutsi; nel 1974, Jean Hiernaux riportò 10 cm di differenza media.[1]

La tesi della differenza di origine di Hutu e Tutsi fu cavalcata dai pensatori razzisti che identificavano nella razza caucasica la forza civilizzatrice del mondo. A corollario di questa tesi, si ipotizzò che un regno strutturato e complesso come quello del Ruanda e del Burundi, al tempo dei primi contatti con gli Europei, potesse essere stato creato solo da un popolo di razza hamitica, ovvero di pelle nera ma originariamente affine ai caucasici, giunto nell'Africa subsahariana da nord, attraverso l'Egitto e il Corno d'Africa (soprattutto l'Etiopia). Si delineò di conseguenza la tesi secondo cui gli hamitici Tutsi avrebbero colonizzato la terra degli indigeni Hutu e Twa in epoche remote, imponendosi sulle popolazioni locali in virtù della loro instrinseca superiorità.[2]
La tesi dell'influsso ambientale

Le prime critiche a queste posizioni giunsero negli anni settanta. Nel suo saggio del 1972 How Europe Underdeveloped Africa (Come l'Europa ha sottosviluppato l'Africa), Walter Rodney denunciò le motivazioni colonialiste della tesi dell'origine nordafricana dei Tutsi, e sostenne che le differenze fisiche fra Hutu, Twa e Tutsi potevano essere la conseguenza di fattori sociali, ambientali e soprattutto nutrizionali, come la diversa alimentazione. Le tesi di Rodney ebbero una vasta risonanza in Ruanda nell'epoca della guerra civile e del genocidio: furono impugnate con forza dal Fronte Patriottico Ruandese, mentre in Europa furono sposate da molti studiosi. Fra gli altri fattori che potevano giustificare la differenza di altezza come conseguenza della disuguaglianza sociale, oltre all'alimentazione, furono citati il tipo di lavoro (i Tutsi allevatori e gli Hutu coltivatori) e la selezione sessuale. Dominique Franche osservò che la differenza di statura fra Hutu e Tutsi era paragonabile a quella che una statistica del 1815 riportava, nella popolazione francese, fra coscritti e senatori.

Uno degli argomenti più forti in favore delle ipotesi di diversificazione storica all'interno di uno stesso gruppo etnico originario è il fatto che i Tutsi parlano la stessa lingua degli Hutu, il kinyarwanda in Ruanda ed il kirundi in Burundi, e che queste lingue appartengono al gruppo delle lingue bantu, diffuse in Africa meridionale e orientale. Questo implicherebbe il fenomeno insolito di un gruppo dominante che acquisisce la lingua di un gruppo subordinato, sebbene quest'ultimo effettivamente è di gran lunga predominante (85% circa, contro il 10% dei Tutsi). Inoltre, la lingua parlata da Hutu e Tutsi non presenta nessun elemento riconducibile alle lingue del Nordafrica, dell'Egitto o dell'Etiopia. Gli stessi Tutsi non mantengono, nella loro tradizione orale, nessun ricordo di una ipotetica provenienza dal bacino del Nilo.
Altre ipotesi di migrazione

Oltre al riferimento alla presunta appartenenza ad una razza hamitica e alla provenienza dal Corno d'Africa, non mancano altre ipotesi intorno all'identità etnica dei Tutsi. Jean Hiernaux ha ipotizzato che i Tutsi possano provenire dall'Africa orientale; egli osserva che fossili di esseri umani di alta statura e con caratteristiche somatiche simili a quelle degli odierni Tutsi sono stati trovati per esempio nella Rift Valley e a Olduvai, nella Tanzania settentrionale. Hiernaux in ogni caso attacca con decisione l'ipotesi di una migrazione rapida e della "conquista" del Ruanda da parte dei Tutsi, indicando come più probabile l'idea che popolazioni dell'Africa orientale siano penetrate nella regione del Ruanda in modo graduale.[3]

A questo tema è legata la presunta correlazione fra l'arrivo dei Tutsi e la formazione di una entità statale (il regno del Ruanda). L'idea che questi due eventi coincidano è un fatto centrale di molte teorie hamitiche, soprattutto di epoca coloniale. In effetti, non vi sono prove che la formazione dello Stato del Ruanda sia coinciso con l'avvento della pastorizia, e anzi le date stimabili non sembrano coincidere.
Studi genetici

Negli ultimi decenni del XX secolo, nuovi elementi nel dibattito sulle origini di Hutu e Tutsi sono stati portati dall'analisi della diffusione nei due gruppi di tratti riconducibili a fattori genetici, come l'anemia drepanocitica e l'intolleranza al lattosio. Un articolo pubblicato nello Yearbook of Physical Anthropology, nel 1987, sosteneva che le ricerche di questo tipo conducevano alla conclusione che i Tutsi effettivamente non avessero le stesse origini bantu degli Hutu e di altri popoli della regione.[4] L'anemia drepanocitica, associata all'esposizione prolungata alla malaria, è diffusa nella popolazione Hutu ma non in quella Tutsi. Analogamente, la tolleranza al lattosio (tratto tipico delle popolazioni che hanno allevato bovini per millenni) è molto più diffusa fra i Tutsi che fra gli Hutu.[5]

Queste differenze, tuttavia, non sono considerate da tutti gli studiosi come una prova conclusiva di una migrazione dei Tutsi da altre regioni dell'Africa. Esse possono essere lette come la conseguenza di un fenomeno di microevoluzione relativo a mutati stili di vita e regimi alimentari su periodi di tempo prolungati. A sua volta, non si può escludere che questa diversificazione sia stata causata dall'esposizione di parte della popolazione a influssi culturali provenienti dall'esterno, anziché da veri e propri fenomeni migratori.[6]
Hutu e Tutsi oggi

Qualunque sia l'origine delle differenze fenotipiche e genetiche fra Hutu e Tutsi, i matrimoni misti sono sempre stati una pratica diffusa; di conseguenza, è praticamente impossibile sostenere l'appartenenza esclusiva di un qualunque individuo all'uno o all'altro gruppo. Il continuo interscambio è anche legato al fatto che sebbene i Tutsi possano essere identificati come il gruppo economicamente e socialmente dominante, esistono anche casi di Hutu ricchi e potenti e di Tutsi poveri. Il genocidio dei Tutsi degli anni novanta ha contribuito a evidenziare la necessità di integrazione fra i due gruppi, che oggi è considerata una priorità culturale da parte di molti ruandesi.[7]





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Origini_di_Hutu_e_Tutsi

 
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Tutsi


I tutsi (Abatutsi in kirundi ed in kinyarwanda, impropriamente noti anche come vatussi o watussi) (IPA: tʊt͡si, vatussi) sono, insieme a Twa e Hutu, una delle tre etnie delle nazioni di Ruanda e Burundi nella regione africana dei Grandi Laghi.


Classificazione

In Burundi, gli Abatutsi sono suddivisi in due gruppi ben distinti: gli Abanyaruguru e gli Abahima. Gli Abanyaruguru (in kirundi, "Quelli in alto") sono localizzati nella regione di Muramvya. Nel Burundi tradizionale erano coloro che erano investiti di cariche regali importanti ed il re poteva scegliere tra essi la propria sposa. Gli Abahima, chiamati anche "quelli di Bururi" perché abitano in quella zona, sono considerati una sottoclasse e possedevano solo cariche marginali, erano tenuti in disparte ed erano colpiti da numerosi divieti, tra cui quello di non poter offrire una moglie al re. I primi presidenti della repubblica, a partire da Michel Micombero nel 1966, erano Hima.

I Baganwa, la dinastia regale, sono detti Inda y'ingoma, cioè figli del tamburo (il tamburo in Burundi è il simbolo della regalità), e sono i principi di sangue reale. Essi erano nati per il potere; oltre a fornire il mwami, governavano buona parte delle terre del regno, però quelle lontane dalle capitali reali. Talvolta sono considerati una classe a parte, anzi al di sopra delle altre; talvolta una classe tutsi, talvolta una classe Hutu discendente dal clan Muhanza.[1]

Un altro clan a sé stante sono i Basapfu. Originariamente erano degli Hima di statuto gerarchico elevato. La tradizione tramanda che vennero massacrati tutti dal clan Abongera su ordine del re, omettendo però di specificare il motivo. Solo un ragazzo si salvò, nascondendosi in un canneto (sapfu in kirundi); egli, scoperto, venne portato a corte e messo sotto protezione di Ntare, che lo chiamò Musapfu. Oggi i Basapfu non sono considerati né Banyaruguru, né Bahima e godono di alta considerazione sociale, anche se il loro prestigio è stato oscurato da alleanze con Michel Micombero; Artemon Simbananiye, ministro ed artefice del famigerato plan Simbananiye per lo sterminio dei Bahutu, era un musapfu.
Un uomo Tutsi
La questione razziale
Lo stesso argomento in dettaglio: Origini di Hutu e Tutsi.

Oggi la validità del termine Tutsi come indicativo di un'etnia distinta da quella Hutu è oggetto di un considerevole dibattito. Alcuni ricercatori credono che ci sia poca o nessuna differenza tra i due gruppi e che le differenze esistenti possano essere spiegate dalle strutture sociali nella regione dei Grandi Laghi. La maggior parte delle differenze tra i gruppi sono sociali, economiche e culturali, e sono riconducibili a diverse professioni: gli hutu sono tradizionalmente considerati agricoltori, mentre i tutsi sono allevatori di bestiame. Sebbene siano una minoranza, i tutsi sono stati definiti da una letteratura coloniale come una classe sociale elevata, a causa dell'alto valore che la loro cultura assegna al bestiame. Nonostante questo, la maggior parte dei ruandesi si qualifica oggi come tutsi o hutu. In ogni caso, le razze umane non esistono dal punto di vista biologico e ciò rende l'intera disquisizione è inutile.

Tutsi non è in verità una parola, ma un radicale. Nella lingua kinyarwanda ed in kirundi un singolo tutsi è chiamato umututsi e più di uno (il plurale) è abatutsi. Il Bututsi è una regione del Burundi in provincia di Bururi.
Differenze di statura

I Tutsi sono stati definiti dalla letteratura coloniale di statura alta, mentre i Twa sono tradizionalmente ritratti bassi e gli Hutu sono di statura media. Queste differenze possono essere attribuite a fattori nutrizionali. Differenze fisiche esistono quasi altrettanto all'interno del gruppo Twa, che tra Tutsi e Hutu. Oggi, anche agli occhi di un abitante del Burundi o del Rwanda, non è possibile distinguere la differenza somatica tra un hutu o un tutsi: la differenza viene riconosciuta dall'origine familiare.
Cultura
Tradizionale palazzo del re dei Tutsi a Nyanza, Ruanda

Vi è poca differenza tra la cultura dei Tutsi e quella degli Hutu e i due gruppi parlano la stessa lingua, praticano la stessa religione, vivono l'uno accanto all'altro. Queste significative somiglianze portano molti a concludere che Tutsi è un'espressione di classe o di casta, piuttosto che di etnia. Gli esperti discutono ancora se queste somiglianze tra Hutu e Tutsi derivino da un'origine comune, oppure da un elevato tasso di matrimoni misti.

Tradizionalmente il re, l'umwami, appartenente al clan tutsi degli Abaganwa, regnò a partire dal XV secolo fino al 1961, quando la monarchia fu abolita dai Belgi, dietro la spinta sia dei Tutsi sia degli Hutu. Tradizionalmente il tasso di matrimoni misti è stato molto alto e le relazioni tra i gruppi erano generalmente pacifiche fino al Ventesimo secolo. Con la scomparsa della monarchia, il Ruanda è stato governato da un presidente hutu, mentre il Burundi da presidenti tutsi della famiglia Bahima, che si sono succeduti mediante colpi di stato.
Colonialismo, indipendenza e genocidio
Lo stesso argomento in dettaglio: Genocidio ruandese.

Sia la Germania (anteriormente alla prima guerra mondiale) sia il Belgio dominarono l'area in regime coloniale. Furono i colonialisti belgi a creare le nozioni di due diverse razze, anziché caste. Quando i Belgi rilevarono la colonia dai Tedeschi, nel 1916, pensarono che essa sarebbe stata meglio governata se avessero organizzato gerarchicamente le diverse razze. Consideravano gli Hutu alla stregua di bambini bisognosi di una guida e videro dunque nei Tutsi una possibile e opportuna "razza" superiore.

Curiosamente, nel 1959 la gerarchia sociale stabilita dai Belgi fu capovolta e furono gli Hutu ad essere considerati il gruppo più elevato. Nel 1962 il Burundi ottiene la piena indipendenza: si svolgono libere elezioni. La tensione sociale, dopo il ritiro dei belgi, è altissima. Fra il 24 e il 28 dicembre del 1963 in Ruanda avvenne ciò che Bertrand Russell indicò come "i massacri più atroci cui siamo venuti a conoscenza dai tempi dello sterminio degli Ebrei": migliaia (forse decine di migliaia) di Tutsi furono sterminati dagli Hutu, per gli stessi motivi che avrebbero scatenato il genocidio del 1994. Nel Burundi tradizionale non si hanno invece notizie di conflitti "etnici": i soli conflitti riguardavano la spartizione del potere ed erano tutti interni al succitato clan, che non ha mai dato prova di coesione.





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Twa


I pigmei Twa (Abatwa in kirundi ed in kinyarwanda) rappresentano una delle più antiche comunità autoctone della regione dei Grandi Laghi dell'Africa centrale.

Attualmente vivono in Ruanda, Burundi, Repubblica Democratica del Congo ed Uganda, dove rappresentano meno dell'1% della popolazione di questi paesi, con una popolazione totale stimata di circa 80.000 individui[1]. Le comunità Batwa vivono in situazioni di estrema povertà e marginalizzazione sociale e politica, causate dalla perdita dei loro tradizionali ambienti di vita forestali e da preconcetti razziali da parte di altre etnie africane.

Il termine "Batwa", a seconda del tono e del contesto in cui viene pronunciato, può assumere un significato diverso, infatti può essere utilizzato come un insulto o in maniera rispettosa. Alcune comunità pronunciano il loro nome Barhwa, altre preferiscono chiamarsi Bambuti, altre ancora Abayanda.

Sono considerati ed essi stessi si definiscono come i primi abitanti autoctoni della zona che hanno popolato le foreste tropicali vivendo come cacciatori e raccoglitori. Ritengono anche di essere un popolo colonizzato: prima dagli agricoltori, poi dai pastori ed infine dagli europei. Ogni gruppo colonizzatore ha radicalmente trasformato la foresta, loro habitat naturale, in terre coltivabili, in pascoli, in culture intensive e, recentemente, in zone protette per riserve di caccia, esercitazioni militari o sfruttamento turistico.

I Twa parlano la stessa lingua della popolazione circostante, degli Hutu e dei Tutsi, il kirundi in Burundi ed il kinyarwanda in Ruanda, anche se con un'accentuazione differente.

Per diverse centinaia di anni i Twa, un popolo pigmeo, hanno costituito una minoranza molto piccola nella regione e hanno avuto scarso ruolo politico. Essi sono spesso ignorati nelle discussioni sui conflitti tra Hutu e Tutsi, che raggiunsero il culmine con il genocidio ruandese nel 1994.

Sono membri della UNPO.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Twa

 
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