IL FARO DEI SOGNI

Categoria:Gruppi etnici in Burkina Faso

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 15/3/2023, 18:41     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,887
Reputation:
+1,695

Status:


Mali_Peul_woman





Categoria:Gruppi etnici in Burkina Faso


Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene una categoria sull'argomento Gruppi etnici in Burkina Faso

Sottocategorie

Questa categoria contiene un'unica sottocategoria, indicata di seguito.
T

Tuareg‎ (2 C, 30 P)

Pagine nella categoria "Gruppi etnici in Burkina Faso"

Questa categoria contiene le 9 pagine indicate di seguito, su un totale di 9.
F

Fulani

G

Grussi
Gurunsi

J

Jula (popolo)

L

Lobi

M

Mandé
Mossi

S

Senufo

T

Tuareg





.........................................................................................





Fulani


I fulani sono un'etnia nomade dell'Africa occidentale, dedita alla pastorizia e al commercio. Sono diffusi dalla Mauritania al Camerun e contano complessivamente fra i 6 e i 19 milioni di persone.

Loro stessi si definiscono con il nome di Fulbe (al singolare Pullo), nome che deriva da una parola in lingua fulfulde che significa "libero". Fulani è la definizione di derivazione araba,[1] mentre in francese il nome della popolazione è peul. La forma mandinka usata in Senegal e Gambia è fula, mentre in Sudan la popolazione araba li chiama 'fellah.[2]

Vi sono diverse teorie sull'origine della popolazione fulani: una di queste ipotizza che siano i discendenti di una popolazione preistorica del Sahara, migrata inizialmente verso il Senegal e in seguito (intorno all'anno 1000 a.C.) lungo le rive del fiume Niger alla ricerca di pascoli per le mandrie.

In passato i fulani ebbero un ruolo importante nell'ascesa e caduta degli Stati Mossi in Burkina Faso; contribuirono inoltre ai movimenti migratori verso meridione diretti in Nigeria e Camerun.

A loro si deve l'introduzione e la diffusione della religione islamica in Africa occidentale. L'apice dell'impero Fulani fu tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo quando una serie di guerre religiose intraprese da Usman dan Fodio rafforzò l'impero.

Studi

Henri Lhote, studioso francese di preistoria, ha dedicato uno studio ai Fulani (Peuls in francese) dal titolo L'extraordinaire aventure des Peuls.[3]





..........................................................................





Grussi


I grussi (o grusi) sono una popolazione nomade presente soprattutto tra Burkina Faso, Ghana settentrionale e Togo, dedita soprattutto alla coltivazione di mais e miglio. La società è organizzata secondo precisi sistemi gerarchici,e i rapporti tra i vari clan avvengono soprattutto in occasione di matrimoni o cerimonie religiose. Utilizzano una lingua appartenente al ceppo delle lingue Gur, del gruppo idiomatico niger-congo.





................................................................................





Gurunsi


Il nome Gurunsi o Gourounsi si riferisce a una famiglia di gruppi etnici presenti nel Ghana settentrionale e nel Burkina Faso meridionale.

Storia

Secondo la tradizione orale locale, i Gurunsi proverrebbero dalla regione del lago Ciad, nel Sudan occidentale. Se questa migrazione sia effettivamente avvenuta, e in quale epoca, non è noto: certamente i Gurunsi abitarono la loro attuale regione di diffusione almeno dal XII secolo.

Nel XV secolo, i Mossi del nord compivano spesso scorrerie nella terra dei Gurunsi per procacciarsi schiavi, senza però sottomettere definitivamente la popolazione del luogo.

Il nome "Gurunsi" sembra risalire al XIX secolo. Salif Titamba Lankoande, nel suo Noms de famille au Burkina Faso, sostiene che esso derivi dalla parola Guru-si, "impenetrabile al ferro". Questa espressione ricorderebbe un leader di nome Babatu che sosteneva di rendere i propri seguaci invulnerabili usando una speciale medicina.

Dopo la conferenza di Berlino del 1885, la terra dei Gurunsi fu spartita fra francesi, inglesi e tedeschi. I tedeschi in seguito lasciarono la zona ritirandosi nel Togoland. La spartizione fra le colonie inglesi e quelle francesi diede inizio alla formazione di diversi sottogruppi del popolo Gurunsi.
Sottogruppi
Oggi si distinguono diversi sottogruppi etnici facenti capo alla famiglia dei popoli Gurunsi. In Ghana sono di origine gurunsi i Frafra, i Kusasi e i Talensi mentre nel Burkina Faso, i Bwa, i Ko, i Lele, i Nuni e i Sissala. Due sottogruppi, i Kassena e i Nankani, sono presenti in entrambi gli stati. I diversi sottogruppi non parlano la stessa lingua, ma presentano una forte affinità culturale dal punto di vista dell'organizzazione sociale ed economica e delle credenze religiose.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Gurunsi

 
Web  Top
view post Posted on 17/3/2023, 19:27     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,887
Reputation:
+1,695

Status:


Jula (popolo)


Gli Jula (anche Dioula[1] o Dyula[2]) sono un popolo composto da circa 3.000.000 di persone che vive principalmente in villaggi del Burkina Faso, della Costa d'Avorio e del Mali, tre stati dell'Africa occidentale. La loro lingua madre è la lingua dioula (o jula). Sono stati un popolo di commercianti e danno anche il nome alla città di Bobo Dioulasso, che significa "patria del popolo Bobo di lingua dioula". Assieme al gruppo etnico Bobo, rappresentano una buona parte di popolazione del territorio del Burkina Faso.





..............................................................................





Lobi


I Lobi sono un'etnia di ceppo bantu dell'Africa occidentale.

Caratteristiche

Si ritrovano lungo il corso del Volta Nero che si trova in Alto Volta. Vivono di agricoltura, di lavorazione dei metalli e sono abili nella lavorazione della ceramica.
Archeologia
Sono stati rinvenuti oggetti d'arte in rame e bronzo dell'VIII - VII secolo a.C. da cui si evince la stessa tecnica di lavorazione ancora oggi adottata.





.......................................................................





Mandé


I mande o mandé sono un gruppo etnico dell'Africa Occidentale. Sono coloro che parlano le lingue mande e si trovano in Gambia, Guinea, Guinea-Bissau, Senegal, Mali, Sierra Leone, Liberia, Burkina Faso, e Costa d'Avorio. La gente mandè è legata alla fondazione dei più grandi e antichi imperi dell'Africa occidentale. I mandé sono strettamente collegati con i fulani, i wolof e i songhay, in termini di cultura ed etnicità. Alcune fonti dicono che i mandé sono definiti dalla cultura e dalla lingua piuttosto che dall'etnicità, poiché molti diversi gruppi etnici hanno adottato le lingue mande, i nomi e le tradizioni.




..................................................................





Mossi


I mossi (moaga al singolare) sono una popolazione nativa dell'area centrale del Burkina Faso, che vive principalmente nei villaggi del bacino del fiume Volta. I Mossi sono il gruppo etnico più numeroso del Burkina Faso, costituiscono il 40% della popolazione che corrisponde a circa 6.2 milioni di persone. L'altro 60% della popolazione del Burkina Faso è composto da più di 60 gruppi etnici tra i quali Gurunsi, Senufo, Lobi, Bobo, e Fulbe.[1] I Mossi parlano una lingua chiamata lingua more.

Storia
Le origini secondo la tradizione

Secondo la tradizione, i Mossi hanno origine dal matrimonio tra una principessa Dagomba e un cacciatore Mandé. Yennenga era una principessa guerriera, figlia di un re Dagomba del nord-est del Ghana. Mentre Yennanga esplorava il suo regno in sella ad un cavallo, smarrì la strada e venne salvata da Rialé, un cacciatore solitario Mandé. I due si sposarono e diedero alla luce il primo autentico Mossi, Ouedraogo, riconosciuto come il padre dei Mossi. Nonostante il suo status di leggenda, questa storia contiene informazioni storicamente attendibili: i Mossi si originarono dal gruppo degli Ashanti, una etnia ganese composta da molti sottogruppi.[2] Inoltre i Mossi sono discendenti diretti dei Dagomba e come loro vivono nel nord-est del Ghana che ha come capitale Tamale.
Impero Mossi
Estensione dell'Impero Mossi, ca. 1530.

Poiché la storia dell'etnia Mossi è stata tramandata oralmente, è impossibile stabilire date precise per il periodo precedente alla Colonizzazione dell'Africa.[3] Nonostante gli storici attribuiscano al XV secolo l'inizio della loro esistenza, i Mossi riuscirono a conquistare territori molto vasti grazie alla padronanza che avevano del cavallo e crearono un prospero impero in cui regnò la pace fino all'arrivo dei colonizzatori. L'espansione dell'impero Mossi fu stroncata nel XIX secolo con l'inizio dell'intensa opera di colonizzazione da parte dei francesi.[2]
Era coloniale

Il colonialismo fu devastante per la maggior parte delle popolazioni africane, come risultò dall'imposizione delle frontiere che influenzarono le relazioni tra tribù e che portarono a sconvolgimenti politici e sociali in tutta l'Africa. Senza eccezione per i Mossi. La dominazione influenzò la società Mossi e indebolì il potere dell'imperatore Mogho Naaba. Nonostante la furia distruttrice della colonizzazione, Mogho Naaba esercitava una certa autorità sui Mossi anche durante il periodo coloniale francese. Ancora oggi viene consultato per alcune decisioni cruciali, specialmente quelle che influiscono sul futuro della società. Due importanti eventi hanno determinato lo status del Mogho Naaba durante la colonizzazione: prima di tutto, durante la fase iniziale della invasione occidentale, si ritirò nel regno Dagomba con il quale i Mossi hanno sempre mantenuto rapporti di fratellanza. Secondariamente, nel 1896, i Mogho accettarono il protettorato francese. Nonostante non sia ancora accettato in modo unanime, i Mossi giocarono un ruolo fondamentale nell'esercito francese durante la Seconda guerra mondiale poiché costituivano la maggior parte del corpo militare dell'Africa Occidentale Francese, conosciuta in francese come Tirailleurs sénégalais.[4] Nonostante questi traumi storici, la società Mossi si è sempre impegnata per mantenere una forte identità e la loro struttura sociale.
Organizzazione della società Mossi

I Mossi hanno organizzato la loro società seguendo un processo gerarchico in cui famiglia e Stato sono gli elementi chiave.[2]
Il Mogho Naaba e i Nakomse

La posizione più alta nella società Mossi è quella dell'Imperatore, il quale detiene il potere esecutivo. Il compito dell'Imperatore è quello di governare sull'intera popolazione e di proteggere il regno. Oggi vive a Ouagadougou, la storica e attuale capitale del Burkina Faso. Nonostante le dinamiche politiche del paese siano cambiate, il Mogho Naaba (Imperatore) è tuttora riconosciuto dalla sua gente e ha un'autorità sostanziale.

Dopo l'imperatore vengono i nobili, o Nakomse. I Nakomse provengono tutti dalla famiglia dell'Imperatore, siano essi fratelli, sorelle, cugini o altro. Tutti i dignitari del regno devono provenire dalla famiglia dell'Imperatore. Ai Nakomse vengono spesso assegnati territori del regno che devono controllare nel nome del Mogho Naaba. Come avveniva nel passato, l'Imperatore necessita del supporto dei suoi Nyon-nyonse (o gnon-gnon-sse) per poter esercitare il proprio potere. I Nyon-nyonse sono coloro che vivevano nella regione del Volta prima della nascita dell'impero Mossi.
I nativi o Nyon-nyonse

I Nyon-nyonse sono nativi della regione del Volta, dove risiedevano prima dell'ascesa dell'impero Mossi e si occupano delle questioni religiose e spirituali. Il loro ruolo serve per legittimare l'autorità dell'Imperatore, senza i quali egli vedrebbe il proprio potere sostanzialmente ridotto. Si dice che i Nyon-nyonse possiedano poteri mistici che permettono agli uomini di mettersi in collegamento con gli antenati. Sono inoltre i proprietari della terra che l'Imperatore governa. I Nyon-nyonse sono spesso temuti dalla gente comune e tendono a vivere secondo uno schema circolare chiuso, qualcosa di simile al sistema castale indiano.
Gli artigiani e i cittadini ordinari

Costituiscono la maggioranza della popolazione e sono tutti sudditi dell'imperatore. Questi due gruppi sono generalmente considerati facenti parte di uno solo, ma a volte sono presenti suddivisioni interne, ciascuna delle quali ha le proprie famiglie dominanti. I Mossi definiscono la propria identità in base a gruppi, quindi, ad ogni livello, la società Mossi è organizzata in modo gerarchico. Nella vita quotidiana, la gerarchia all'interno della famiglia è la più importante, e il concetto di famiglia è spesso direttamente associato con la nozione di gerarchia.
Lingua e valori

I temi dell'identità e dei valori nella società Mossi e in rapporto con altre etnie sono strettamente legati alla lingua.
Lingua More

I Mossi parlano la lingua More, un sottogruppo delle lingue MoreDagbani. È parlata in Ghana e Burkina Faso da un largo gruppo di persone. Di questa lingua esistono alcuni dialetti che si differenziano da regione a regione. Per esempio, c'è un dialetto parlato nella provincia di Yatenga (Ouahigouya), un diverso dialetto è parlato nella regione a nord, un terzo è parlato nella zona sud-est a Koupéla, diverso da un quarto dialetto nella zona di Tenkodogo[5] Nonostante le numerose differenze regionali, tutti i dialetti sono reciprocamente comprensibili.
Valori culturali

Quattro sono i valori fondanti e caratteristici di questo gruppo etnico.[6]
Rispetto per gli antenati

Si ritiene che gli antenati si siano elevati ad un livello di esistenza superiore dal quale possono influenzare la vita sulla terra. Possono aiutare o punire i loro discendenti in base al loro comportamento. Gli antenati sono inoltre i giudici che hanno il potere di permettere ai loro discendenti l'ingresso nel "pantheon degli antenati". Se un antenato decide di impedire l'entrata, l'anima del rinnegato è condannata a vagare per l'eternità. I Mossi sono quindi indotti da queste credenze ad avere piena fiducia negli antenati e nella loro terra. Questo atteggiamento di fiducia e devozione è qualcosa che va oltre il simbolismo, è un richiamo alla giustizia suprema.
Terra

La terra, essendo un percorso attraverso il quale un individuo può avere accesso al pantheon, è strettamente legata agli antenati. Anche oggi, questa credenza ha fatto sì che la terra sia uno dei valori più importanti nel pensiero Mossi tanto da aver acquisito una dimensione spirituale. La vita dei Mossi dipende dalla loro terra ed è essenziale per la costruzione della famiglia.
Famiglia

Anche la famiglia è un elemento essenziale della cultura Mossi, che considera il collettivismo uno.[6] L'individualismo non esiste nella cultura Mossi tradizionale: le azioni e i comportamenti di un individuo sono sempre da ricondurre a quelli della sua famiglia. Bisogna sempre chiedere ad una persona più anziana prima di fare qualsiasi cosa; la famiglia è quindi l'unità minima della cultura Mossi. L'eredità è patrilineare, passa cioè da padre a figlio. Tuttavia, quando un uomo non ha figli, le donne possono acquisire l'eredità dei loro mariti e anche dei loro padri.
Gerarchia

La gerarchia è un concetto fondamentale per i Mossi e pervade la loro cultura. L'organizzazione della famiglia rispecchia quella del regno il sovrano come il marito e padre; la regina come la moglie e la sua gente, i bambini. Zie e zii hanno anch'essi un ruolo fondamentale nell'educazione e nella crescita dei bambini.
Feste ed eventi tradizionali e culturali

Cerimonie e celebrazioni, ognuna con le sue particolarità, scandiscono la vita dei Mossi. Attraverso feste ed eventi la comunità esprime gioia o sofferenza, o semplicemente adempie agli obblighi morali nei confronti degli antenati.
La corte del Mogho Naaba

La cerimonia di corte del venerdì è incentrata sull'esperienza di oppressione causata dall'apparire del colonialismo. I primi contatti con i colonizzatori costrinsero il re dei Mossi a viaggiare fino al regno Dagomba per aiutare a combattere i nuovi arrivati.[6] In seguito le continue minacce dei colonizzatori costrinse l'imperatore a lasciare una seconda volta la corte per andare in cerca di aiuto. Tuttavia, prima di partire, l'imperatore capì che non si trattava di una vera minaccia e che il suo regno era salvo. Per celebrare questo evento, ancora oggi, ogni venerdì, alla corte dell'imperatore, la vicenda viene ricordata e messa in scena.
Cultura e originalità
Maschere

Le maschere occupano una posizione importante nella cultura Mossi e sono spesso considerate sacre. Fino a poco tempo fa, era proibito fare fotografie o filmati delle maschere, specialmente di quelle cerimoniali. Oggi, tuttavia, si possono vedere le maschere Mossi durante alcuni festival quali il SIAO (fr. Salon international de l'Artisanat de Ouagadougou), la "Settimana della Cultura" e "Le strane notti di Koudougou" (Les Nuits Atypiques de Koudougou). Ogni famiglia di Nyon-nyonse ha la sua maschera caratteristica che deve essere protetta e preservata. Si ritiene che le maschere abbiano poteri mistici e rappresentino il legame con gli antenati.
Personaggi

Mo il mossi è un piccolo delinquente, uno dei personaggi del celebre ciclo di Malausséne di Pennac



fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Mossi

 
Web  Top
view post Posted on 19/3/2023, 10:38     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,887
Reputation:
+1,695

Status:


Senufo


I senufo sono un gruppo etnico distribuito in Costa d'Avorio, Mali e nel Burkina Faso e più precisamente dal territorio a sud di Ségou, nel Mali, fino al nord di Bouaké, Costa d'Avorio. Si tratta prevalentemente di agricoltori sedentari che vivono in villaggi, talvolta circondati da un muro di cinta per proteggersi dalle invasioni dei Mandingo. Le abitazioni tipiche sono cilindriche o rettangolari, realizzate in terra battuta e argilla disseccata e addossate le une sulle altre.

Il terreno viene completamente sfruttato e sottoposto alla rotazione delle colture. Piuttosto sviluppata è la coltura del riso, di cui esportano le quantità eccedenti, e richiede particolari lavori di irrigazione e di prosciugamento durante la stagione secca. I senufo coltivano anche il miglio, che costituisce il loro alimento base, l'igname e il granturco; la manioca e la patata rappresentano colture integrative. Recentemente sono state introdotte delle nuove specie e in particolare l'arachide e il cotone, anche se quest'ultimo non è stato accolto in maniera molto favorevole. Di poca rilevanza risulta l'allevamento di capre e pecore.

L'artigianato è praticato solo ed esclusivamente dagli uomini; sviluppata è la tessitura del cotone, grazie anche agli influssi dell'islam e dei mandingo. I senufo lavorano anche il rame ma sono famosi soprattutto per le sculture in legno create da un gruppo professionista di artigiani che danno vita a maschere rituali, raffigurazioni di antenati, porte, sedili.

La figura dell'antenato risulta particolarmente caratteristica, sia per la capigliatura, per la forma del volto, per il ventre prominente e per la raffigurazione della madre mentre allatta il neonato. Tra le altre sculture peculiari vi è il deblé, dall'elegante forma allungata, usata anticamente per scandire il tempo della danza. Quest'ultima attività utilizza infatti un gran numero di maschere, incluse quelle dal volto umano impreziosito da figure aggiuntive animali. Altri temi ricorrenti sono la figura a cavallo e il grande uccello mitico porgaga.[1] Caratteristiche sono le maschere del culto gbon, dette "sputafuoco". Generalmente le opere dei senufo sono dipinte con un colore bianco o rosso.[2]

Ogni nucleo familiare porta il nome di un animale sacro e può essere formata da una coppia, dalla famiglia ristretta o da quella allargata; il capo di tale nucleo rappresenta gli antenati e ciò gli conferisce l'autorità di cui gode. Il matrimonio senufo, che può essere legalmente poligamo, può durare diverso tempo arrivando anche a durare diversi mesi nel corso dei quali le famiglie degli sposi si scambiano visite e regali. Spesso la famiglia della fidanzata richiede una determinata somma di denaro. La proprietà della terra è, da sempre, collettiva e sacra e gli abitanti hanno solo un diritto di uso; tuttavia se un individuo dissoda un terreno occupato da geni, può impadronirsene.

La vita religiosa dei senufo è fortemente legata all'organizzazione iniziatica. I riti iniziatici si svolgono durante un arco di tempo di ventuno anni, suddivisi in tre fasi. Il matrimonio, per esempio, è possibile solo se un individuo è arrivato ad un certo livello iniziatico. Il loro pantheon è costituito da due divinità principali, la dea madre e il demiurgo che agisce sugli esseri umani attraverso forze invisibili. La circoncisione non è generalizzata.





.................................................................................





Tuareg


I Tuareg (con g dura) o Tuaregh[2] sono un gruppo etnico, tradizionalmente nomade, stanziato lungo il deserto del Sahara (principalmente nel Mali e nel Niger, ma anche in Algeria, Libia, Burkina Faso e perfino nel Ciad dove sono chiamati Kinnin). La lingua tuareg (chiamata tamahaq, tamajeq o tamasheq, a seconda dei parlanti) e le sue varietà sono dialetti del berbero.


Etimologia

Il nome "Twāreg" è di origine araba: è un plurale arabo dalla parola Tārgī, "abitante della Targa" (Tārga in berbero significa "canale" e come toponimo indica il Fezzan). I Tuareg non si designano con questo nome, ma semplicemente come Kel tamahaq, cioè "coloro che parlano la tamahaq". Il termine arabo è di origine dialettale magrebina, poiché l'arabo classico non conosce il suono g. Per questo, in ambito arabofono spesso questo nome viene "classicizzato" in Tawāriq.

I Tuareg sono chiamati "il popolo blu" a causa del colore dei loro abiti tradizionali. Inoltre si crede che essi siano i discendenti dei Berberi originari del nord Africa. Alcune confederazioni di tribù Tuareg sono state islamizzate molto tardi, mentre altre hanno rappresentato uno dei componenti etnici storicamente influenti nell'espansione dell'Islam e delle credenze ad esso relative in nord Africa e in Spagna. Nonostante questo aspetto, alcune confederazioni tribali come gli Iuellemeden kel Dennegh o Dinnik e molte tribù nobili tra i Kel Air, gli Iuellemeden, i Kel Rhela, i Kel Fadey e tante altre, non hanno subito l'effetto dell'Islam sulle loro tradizioni e sulle credenze ancestrali. Anzi l'Islam ha rappresentato tra i Tuareg non un elemento unitario, bensì una componente concorrenziale su altre credenze religiose molto più antiche, all'interno di un quadro religioso molto complesso che lega l'ascetismo sia alle scuole del misticismo islamico, che alla cosmogonia antica, con influssi animisti, addirittura comprendenti una divinizzazione della natura. Per molti secoli l'Islam ha poco influito sul potere temporale della casta nobiliare e sulle tradizioni animiste e guerriere del codice tradizionale di molti tuareg. Al contrario l'Islam è stato più volte il grimaldello di alcune tribù per giustificare l'aggressione e la sottomissione di altre o per lanciare il jihad contro le tribù non convertite.

È noto come i francesi utilizzarono le istituzioni islamiche del Sahel e la casta tuareg degli Ineslemen per combattere le rivolte dei capi nobili tuareg che non volevano sottomettersi al colonialismo francese. Questo aspetto fu un elemento non trascurabile, dell'indebolimento definitivo della casta degli Imohaghen/Imajighen a vantaggio di quella degli Ineslemen (religiosi di fede islamica) in alcune confederazioni (Iuellemeden kel Dennegh/Dinnik e Kel Attaram). Alcune tribù nobili di queste confederazioni furono decimate dal fuoco francese, altre furono così perseguitate che si sciolsero e preferirono emigrare ad est verso l'Air. Il contrasto interno tra tribù nobili e religiose aveva origine proprio dalla volontà dei primi di far valere sui secondi il millenario codice tradizionale Tuaregh rispetto al Corano nelle decisioni di tipo giudiziario. Oggi nella quasi totale maggioranza i Tuareg si definiscono islamici pur avendo mantenuto tradizioni proprie ed un forte senso di spiritualismo ascetico ed animista nel loro pensiero religioso. La società dei Tuareg è storicamente composta da clan e caste in ognuna delle confederazioni politiche.
Religione

La religione che praticano è l'Islam, anche se vi è chi ha visto in diverse loro pratiche e leggende dei residui di un anteriore animismo. L'epoca precisa di adozione dell'Islam è controversa, ma comunque risale a diversi secoli fa. Le donne hanno una libertà maggiore rispetto ad altre culture islamiche, potendo avere liberi rapporti sessuali prima o eventualmente dopo il matrimonio. Quando si verifica un divorzio, dal momento che le tende sono di proprietà della donna, l'ex-marito si ritrova senza un tetto e deve cercare ospitalità presso parenti di sesso femminile (madre, sorelle).[3]

Tradizionalmente i Tuareg hanno ereditato il bagaglio della mitologia berbera e tra i reperti archeologici nell'aria del Maghreb sono stati rinvenute delle ossa dipinte con l'ocra. A fini sepolcrali erano da essi erette delle tombe megalitiche. Essi adottarono l'Islam nel settimo secolo durante il califfato degli Omayyadi e da allora ebbero un ruolo centrale nell'espansione della religione islamica della scuola Maliki del Sunnismo. Non per questo la loro islamizzazione fu totale, conservando ancora elementi del loro passato pre-islamico sia per quanto riguarda le credenze che i riti.
Storia
Lo stesso argomento in dettaglio: Cronologia tuareg.
Aree dove vivono i Tuareg

Circa la storia più antica dei tuareg si sa poco di preciso. Forse sono collegati ai “Garamantes” delle fonti greche e romane. Ogni confederazione conserva tradizioni relative all'arrivo nelle sedi storiche. Spesso il progenitore ancestrale è una donna (per esempio Tin Hinan presso i tuareg del Nord tra quarto e quinto secolo), e quasi sempre si ricorda la presenza anteriore di altre popolazioni (gli Isebeten, dalla lingua un po' diversa e dai modi più primitivi).

Comunque sia, per secoli i Tuareg sono vissuti come dominatori del deserto, esercitando l'allevamento, il commercio transahariano e la razzia, il che portava a frequenti scontri tra tribù. Oggi allevano dromedari e vivono in villaggi provvisori formati da tende.

Sottomessi (almeno nominalmente) dai Francesi intorno agli inizi del Novecento, i Tuareg poterono mantenere a lungo i propri capi e le proprie tradizioni. Ma con la decolonizzazione videro il loro paese diviso fra molte nazioni moderne: Niger, Mali, Algeria, Libia e Burkina Faso, con la conseguente creazione di frontiere e di barriere che rendevano estremamente difficile, quando non impossibile, il modo di vita tradizionale basato sul nomadismo anche come conseguenza delle restrizioni nella circolazione. L'attrito con i governi al potere si fece sempre più forte e sfociò, negli anni novanta, in aperti scontri tra tuareg e i governi di Mali e Niger; l'intervento militare, che a volte ha massacrato la popolazione di interi villaggi (Tchin Tabaraden, Niger, maggio 1990), ha causato la morte di molte persone; parte della popolazione dei Tuareg infatti richiedeva autonomia per la propria madrepatria. I negoziati di pace portarono al decentramento del potere politico degli stati interessati e all'integrazione dei Tuareg in essi e nei rispettivi eserciti.

Soprattutto nel nord del Niger esistono ancora oggi gruppi di guerriglieri Tuareg che portano avanti la lotta armata per l'indipendenza e l'autodeterminazione politica e culturale del proprio popolo. Uno dei gruppi più famosi è il Movimento dei Nigerini per la Giustizia (Mouvement des Nigériens pour la justice, MNJ), che, oltre alla libertà della gente Tuareg, richiede la democratizzazione della politica del Niger, la fine della repressione sul popolo Tuareg e la sua entrata nella politica decisionale nigerina, la liberazione dei propri prigionieri politici, la fine dello sfruttamento intensivo e colonialista del proprio popolo e delle proprie terre, una più equa ripartizione dei proventi che il governo di Niamey trae dalle miniere di uranio svendute alle multinazionali occidentali (come la francese Areva). Altro gruppo combattente è il Fronte delle Forze per il Risanamento (Front des forces de redressement, FFR). Il Fronte Patriottico del Niger (Front patriotique nigérien, NPF), altra formazione ribelle, ha già deposto le armi. Nuovi episodi di violenza si sono manifestati tra 2004 e 2007.
Società

La società tuareg tradizionale è molto gerarchizzata. Al suo interno si distinguono diverse classi, vere e proprie "caste". In particolare, le tre classi principali sono:

Imajaghan (al nord: Ihaggaren): gli appartenenti alle tribù nobili
Imghad (o kel ulli "quelli delle capre"): i "tributari", gli appartenenti a tribù vassalle,
Iklan (singolare akli): gli schiavi domestici d'origine sub-sahariana (denominati anche Bella in lingua songhay e Buzu in lingua hausa).

I nobili, che costituiscono la casta più privilegiata, possiedono il monopolio delle armi e dei dromedari e sono riconosciuti come i tradizionali guerrieri; essi hanno ottenuto tale posizione attraverso la soggezione delle altre caste e la difesa delle proprietà, oltre ai tributi dei vassalli. Un aspetto tradizionale di questi nobili era la rigorosa endogamia praticata all'interno della medesima casta.

Sotto i nobili ci sono i vassalli, liberi e praticanti la pastorizia (non possono però possedere i dromedari) sia con il proprio bestiame sia con quello dei nobili ai quali originariamente pagavano un tributo annuale come obbligazione; questo monopolio nobiliare già nel medioevo ha conosciuto un indebolimento e la rottura quasi totale è avvenuta con la decolonizzazione, che ha portato ad una maggiore indipendenza dei vassalli da una parte e alla pratica di lavori intellettuali e bellici per i nobili ai quali son venuti meno una serie di diritti.

I Tuareg hanno anche ottenuto schiavi come tributi di guerra, soprattutto in Africa orientale, o ne hanno acquistati sul mercato: essi sono per lo più negroidi (il loro stesso nome, Ikelan, vuol dire "essere neri"). Anche tra gli schiavi esistono strati sociali regolati da leggi inerenti al patrimonio, ai matrimoni e al territorio; successivamente gli stessi schiavi hanno costituito una casta e hanno assimilato lingua e costumi dei nobili. I colonizzatori francesi hanno eliminato la tradizionale forma di schiavismo mentre hanno conservato la figura dello schiavo domestico per quelli che erano stati acquisiti prima della nuova legislazione. Ancora oggi, però, l'istituto della schiavitù continua ad esistere in alcuni dei territori sotto il controllo dei Tuareg.

Un ruolo a parte spetta poi a:

Ineslemen (= "i musulmani"): le tribù marabuttiche, cui viene di norma affidata la gestione del sacro e del diritto musulmano.
inăḍăn: i fabbri, o artigiani, che costituiscono un gruppo sociale a sé con forte endogamia.
Ighawellan (singolare Eghawel) e Iderfan (singolare aderef; al nord conosciuti anche col nome arabo di Harratin): antichi schiavi affrancati, al gradino inferiore degli uomini liberi ma in posizione superiore rispetto agli Iklan.

Con l'avvento della modernità, molte divisioni tradizionali sono oggi meno acute, se non del tutto scomparse, e in particolare gli "schiavi" non sono più tali, anche se spesso costituiscono, di fatto un personale a poco prezzo, al servizio dei loro antichi padroni.

Le entità collettive di appartenenza dei tuareg sono, dalla più piccola alla più grande: la famiglia, il clan, la tribù (tawshit, plurale tiwsatin) e la confederazione (ettebel). Le principali confederazioni sono:

Kel Ahaggar (Algeria)
Kel Ajjer (Algeria/Libia)
Kel Adagh (Nord del Mali)
Kel Ayr (Nord del Niger)
Iwellemmeden dell'est (Kel Denneg, Niger)
Iwellemmeden dell'ovest (Kel Ataram, Mali)
Kel Gres (sud del Niger)
Tuareg della curva del Niger (Mali)
Tuareg dell'Udalan (Burkina Faso)

Di norma le confederazioni hanno a capo un amenukal, mentre le tribù sono rette da un amghar. La successione è spesso, ma non sempre, matrilineare.

I Tuareg praticano la monogamia, anche se secondo l'Islam qualunque individuo potrebbe avere più mogli. Il futuro marito porterà una dote composta da dromedari alla famiglia della sposa. La tenda e il suo arredamento sono forniti alla coppia dalla famiglia della sposa; in caso di divorzio la proprietà resterà alla moglie, mentre il marito si ritroverà senza tetto. Di norma, la coppia di sposi deve appartenere alla stessa casta. Le donne non portano il velo per mostrare la loro femminilità, a differenza degli uomini. Sia uomini che donne possono avere relazioni prima del matrimonio.
Usi e tradizioni

Ai Tuareg spetta il merito di aver introdotto l'utilizzo dei dromedari, animali resistenti, ideali per lunghi trasferimenti e utili fornitori di latte. Essi sono anche soprannominati "Uomini Blu", con riferimento alla tradizione degli uomini di coprirsi il capo ed il volto con un velo blu (la tagelmust), del cui colore rimangono alcune tracce sulla pelle. Gli uomini possono mangiare e bere in pubblico senza togliersi la tagelmust (il velo). Il velo è d'obbligo solo per gli uomini, mentre per le donne è necessario un velo che copra solo la testa. Usano in abbondanza i cosmetici, anche a scopo medico contro le malattie dell'apparato visivo. Tradizionalmente i bambini si rasavano la testa, mentre gli adulti, maschi e femmine, portavano i capelli lunghi e intrecciati, abitudine oggi quasi completamente scomparsa. Le donne curano l'estetica della pelle usando belletti e ocra rossa a scopo protettivo.

I Tuareg mantengono molti aspetti linguistici e culturali originari delle popolazioni berbere che popolano il Nordafrica dalla notte dei tempi. La lingua dei Tuareg, a differenza di quella dei Berberi del nord, ha un apporto trascurabile di prestiti dall'arabo. Inoltre i Tuareg hanno mantenuto fino ad oggi l'uso della scrittura tradizionale del Nordafrica, detta tifinagh, che discende da quella delle antiche iscrizioni libiche (I millennio a.C.). La cultura tradizionale dei Tuareg ha conservato numerosi miti antichi, in cui non è difficile scorgere un fondo preislamico, anche se in molti casi si osserva un'integrazione tra elementi antichi ed elementi più recenti, di origine arabo-islamica. Per esempio i miti della progenitrice Tin Hinan, del dromedario Fakrou, dell'eroe fondatore Amerolqis, dell'astuto Aligurran, ecc.

I tuareg condividono con i loro ospiti una delle loro usanze religiose per augurare ai viaggiatori che li hanno incontrati buona fortuna: la cerimonia del tè, conosciuta anche come il "tè nel (o del) deserto". La cerimonia comincia con la preparazione della bevanda: per queste popolazioni, infatti, il tè è un modo per elevare lo spirito e meditare. I Tuareg ritengono che il fischio della teiera che ribolle serva a calmare gli animi e rinfrescare la mente, facendo sincronizzare il proprio battito cardiaco e quello della teiera. Il tè viene preparato tre volte, ogni volta seguendo una ricetta e una preparazione diverse: la prima variante, piena di tè amaro e forte, è conosciuta come il "tè della morte"; la seconda variante è composta da tè più dolce ma dal retrogusto amaro, ed è chiamata "tè della vita" ed infine la terza variante è preparata con tè molto dolce, dal gusto intenso e inebriante, il "tè dell'amore".

Con il tempo i Tuareg hanno adottato uno stile di vita più sedentario; ciò nonostante questo popolo è conosciuto anche per la particolarità delle loro abitazioni. Le loro tende vengono costruite durante la cerimonia nuziale e rappresentano metaforicamente l'estensione dell'unione tra i due individui; esse appartengono alla donna, ma sono poste presso il luogo di provenienza dell'uomo; dunque quella dei Tuareg è riconosciuta come società patrilocale e matrilineare.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Tuareg

 
Web  Top
2 replies since 15/3/2023, 18:41   22 views
  Share