IL FARO DEI SOGNI

Categoria:Gruppi etnici in Bulgaria

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 5/3/2023, 10:48     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,887
Reputation:
+1,695

Status:


ValacosDeMacedonia--bulgariaherpeopl00monr




Categoria:Gruppi etnici in Bulgaria

Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene una categoria sull'argomento Gruppi etnici in Bulgaria

Sottocategorie

Questa categoria contiene un'unica sottocategoria, indicata di seguito.
T

Tatari di Crimea‎ (7 P)

Pagine nella categoria "Gruppi etnici in Bulgaria"

Questa categoria contiene le 8 pagine indicate di seguito, su un totale di 8.
A

Aromuni

B

Bulgari

M

Macedoni (gruppo etnico)

P

Pomacchi

R

Rumeni

S

Sarakatsani

T

Turchi (gruppo etnico)
Turchi di Bulgaria





.............................................................................................





Aromuni


Gli aromuni[1][2][3] o, nella loro stessa lingua, armãnji/rrãmãnji, sono un gruppo etnico stanziato lungo la zona centromeridionale dei Balcani, specialmente in Macedonia del Nord, Grecia (più precisamente nelle varie regioni amministrative della Macedonia ellenica e nella Tessaglia), Albania, Romania, Serbia e Bulgaria. Dopo i rumeni, sono il popolo valacco più rappresentativo della regione.

Gli aromuni parlano la lingua aromuna, un idioma balcano-romanzo, talvolta classificato come mera variante del romeno.

L'etimologia del termine armãn è da far risalire al latino romanus, ovvero romano.

L'origine di questa popolazione non è certa, anche se si pensa che derivino dall'unione dei colonizzatori romani con i popoli autoctoni romanizzati della zona.[4] La popolazione aromuna è stimata in totale a 2,5 milioni di persone.[5]

Origine

Dopo la ritirata aureliana, alcuni Daci romanizzati emigrarono a sud del Danubio, mentre altre popolazioni dello stesso ceppo linguistico (costoboci, carpi, daci dell'est ecc.), continuarono a coabitare nel territorio dell'attuale Romania sin dall'epoca romana.
Mappa delle aree popolate da aromuni (valacchi) a metà Novecento in Grecia, Albania e Macedonia

Secondo la storiografia più recente, questa popolazione romanizzata o parzialmente latinizzata, tornò in Valacchia e in Dobrugia a partire dal XIII secolo.[senza fonte] Durante questi secoli di isolamento a sud del fiume però, la lingua venne influenzata prevalentemente dai dialetti slavi che si parlavano nel corso del medioevo e questo lo si nota, nel rumeno, attraverso l'utilizzo dei verbi all'infinito e dagli articoli determinativi posposti alla parola.

Lo storico inglese Winnifrith considera che gli aromuni siano il risultato di entrambe le teorie[6]: i daci romanizzati trapiantati nei Balcani si mescolarono con i locali discendenti dei coloni romani.
Storia

Successivamente alle invasioni barbariche e alla distruzione conseguente delle aree romanizzate a oriente dell'Italia nella penisola balcanica, molte popolazioni latine si rifugiarono su montagne (come la catena del Pindo in Grecia) e vi praticarono forme di sussistenza elementari come la pastorizia.
Festival aromuno a Moscopoli nel 2010

Questi pastori, che si chiamano tra di loro "aruman" o "armani", hanno mantenuto la loro lingua neolatina nei secoli.

Nel XVIII secolo gli aromuni rimasti nel sud dei Balcani vissero sotto l'amministrazione ottomana, ma la città di Moscopoli, nell'Albania sudorientale, emerse come il loro baricentro culturale.

Nel 1917 l'Italia tentò di creare il Principato del Pindo, un distretto autonomo per la popolazione aromuna che viveva tra l'Albania meridionale e la Grecia settentrionale, mentre l'anno seguente alcuni politici e militari aromuni in Albania contribuirono alla proclamazione dell'effimera Repubblica di Coriza con l'appoggio della Francia.

Nel 1941 il regime fascista italiano, una volta occupata la Grecia, istituì la Legione Romana dei Valacchi, con a capo un aromuno, Alcibiade Diamandi, un'organizzazione collaborazionista composto da alcuni valacchi.

Lo storico inglese Tom Winnifrith riporta le attuali cifre, che includono la stima ufficiale dei vari Stati dove vi sono comunità aromune, e le stime delle principali organizzazioni aromune: Grecia 55 000/110 000; Albania 50 000/100 000; Serbia 52 000/90 000; Macedonia 8000/15 000; Bulgaria 2000/5000.

Inoltre vi sono circa 30 000 aromuni stanziatisi in Romania, (principalmente in Dobrugia alle foci del Danubio), a partire dalla fine della prima guerra mondiale, ma che sono stati sempre più assimilati all'etnia rumena.
Aromuni in epoca contemporanea
Questa voce è da wikificare

Questa voce o sezione sull'argomento antropologia non è ancora formattata secondo gli standard.
Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia.
Cultura
Pietre tombali monumentali risalenti al Medioevo che si trovano sparse in Bosnia ed Erzegovina con l'immagine di arumeni[7]

La "Giornata Nazionale" degli aromuni è il 23 maggio, e in Repubblica di Macedonia è una festa ufficiale riconosciuta nella Costituzione dello Stato.[8]

Note

^ Fiorenzo Toso, II. I Paesi dell'Unione Europea, in Lingue d'Europa: la pluralità linguistica dei Paesi europei fra passato e presente, Baldini Castoldi Dalai, 2006, p. 468, ISBN 88-8490-884-1.
^ Aromuni nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 10 dicembre 2021.
^ Kataweb.it - Blog - Aromuni (e neolatini balcanici) » Blog Archive » La Storia recente degli Aromuni nell'Europa sudorientale (3-Grecia), su brunodam.blog.kataweb.it. URL consultato il 10 dicembre 2021.
^ Arumeni/Vlachs (in inglese)
^ Minorities of Europe
^ Le tesi di Winnifrith (in inglese)
^ Marian Wenzel, Bosnian and Herzegovinian Tombstobes-Who Made Them and Why?" Sudost-Forschungen 21(1962): 102-143.
^ Vari Video di musica e canti aromuni (in inglese)[





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Aromuni

 
Web  Top
view post Posted on 7/3/2023, 09:10     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,887
Reputation:
+1,695

Status:


Bulgari



I bulgari (in bulgaro: българи?) sono il gruppo etnico di maggioranza della Bulgaria e parlano il bulgaro (lingua slava meridionale).

Vi sono significative comunità di immigrati bulgari in molti paesi europei, così come negli Stati Uniti, Canada e Australia. È una popolazione formatasi sulla Penisola Balcanica nel periodo VII-IX secolo dalla fusione dei tre grandi gruppi etnici: Traci, Slavi e Proto-bulgari.


Origini e storia
L'antica zona di origine dei Proto-bulgari sull'Hindu Kush e il Pamir, secondo la mappa dell'Asia centrale dell'atlante geografico armeno Ashharatsuyts (V-VII secolo).

I bulgari sono principalmente discendenti delle tribù slave, ma il loro etnonimo deriva dai Bulgari, il popolo scita con elementi iraniani. Questo popolo era migrato dall'Asia centrale fino al Caucaso del nord durante il I secolo e si era stabilito definitivamente nei Balcani, verso il VI secolo, dove si era unito ad alcune tribù slave. Nel 681 fu fondato il Primo Impero bulgaro grazie al capo Asparuh. Anche i popoli indigeni dei Traci, che in parte erano vissuti nel territorio dell'odierna Bulgaria prima della grande invasione degli Slavi, contribuirono alla formazione del gruppo etnico bulgaro. La loro lingua era già estinta prima dell'arrivo degli Slavi. Essi, al pari di altre popolazioni scitiche, erano dotati di una forte compagine militare.

I Proto-bulgari si erano alleati all'imperatore bizantino Costante II, Ma la loro aggressività li trasformò presto in una minaccia per Bisanzio: l'imperatore Niceforo I il Logoteta venne da essi catturato e brutalmente giustiziato (811). Da allora i Bulgari conquistarono la zona balcanica assoggettando tutte le popolazioni slave o slavizzate che lì risiedevano.

I metodi di riconoscimento attraverso il DNA dimostrano che i Bulgari sono strettamente correlati ai gruppi etnici dei Macedoni, dei Russi e dei Serbi, più che alle popolazioni europee che vivevano sulle coste del mar Mediterraneo.[4] Gli antropologi dichiarano che i Bulgari hanno caratteristiche tipiche dei gruppi etnici del sud Europa con influenze di minore forza di altri gruppi etnici[5]. Fra questi si possono menzionare i Cumani, i Peceneghi, i Russi e i Tatari. Tutti questi, eccetto una piccola parte di Russi e di Tatari, sono stati interamente assimilati in un unico gruppo e non sono più considerati gruppi etnici a sé stanti. I Cumani e Peceneghi sono considerati anche i principali antenati dei Gagauzi. Altre minoranze etniche in Bulgaria includono i Turchi, i Rom, gli Armeni. Sebbene abbiano preservato la loro identità culturale, queste minoranze vengono lentamente assimilate al gruppo etnico bulgaro, processo reso possibile anche dai numerosi matrimoni tra esponenti di etnie diverse, come quelli tra Armeni, Russi e Bulgari.

I Bulgari sono linguisticamente correlati ai Macedoni; entrambi i linguaggi, infatti, sono mutuamente comprensibili. Inoltre, prima della seconda guerra mondiale, gli odierni macedoni erano riconosciuti come parte integrante del gruppo etnico bulgaro e molti di loro, tutt'oggi si identificano in quel gruppo etnico.
Popolazione
Bulgari che praticano il kukeri, rituale tradizionale che serve a cacciare via gli spiriti maligni

La grande maggioranza dei Bulgari vive nella Repubblica di Bulgaria. Vi sono significative minoranze bulgare in Ucraina e in Moldavia (Bulgari di Bessarabia), in Romania (Bulgari dei banati), Grecia, Serbia, Albania e Ungheria.

Molti Bulgari sono i sopravvissuti di una diaspora che è avvenuta con una serie di migrazioni fino agli anni novanta. Una prima corrente di migrazioni si diresse verso gli Stati Uniti, il Canada, l'Argentina e la Germania, ed era composta in parte da rifugiati politici e dalle loro famiglie (circa 160.000 persone, fino al 1989). Un'altra corrente migratoria, stimata in circa 700.000 persone, può essere suddivisa in due categorie: una migrazione costante avvenuta all'inizio degli anni novanta, diretta principalmente negli Stati Uniti, in Canada, in Austria e in Germania; un'altra, avvenuta verso la fine degli anni 90 e composta da lavoratori in cerca di occupazione, diretta soprattutto in Grecia, Italia, Regno Unito e Spagna. La maggioranza della popolazione urbana bulgara può essere trovata a Sofia, 1.236.000), Plovdiv (341.000) e Varna (335.000).[6]

La stima totale dei bulgari dipende unicamente dalla considerazione delle comunità sparse per il globo, risultato delle numerose correnti migratorie negli ultimi venti anni.
Cultura
Contributi all'umanità

Durante il Medioevo la Bulgaria era il più importante centro culturale dei popoli slavi e dell'Europa fino alla fine del X secolo. La casa dei Basarabidi (La dinastia che creò e governò il principato di Valacchia) ha avuto origine bulgara. Le due scuole letterarie di Preslav e Ocrida svilupparono una ricca attività culturale con scrittori come Costantino di Preslav, Giovanni l'Esarca, Černorizec Hrabar, Clemente di Ocrida e San Naum di Ocrida. Nella prima metà del X secolo, l'alfabeto cirillico si sviluppò nel nord-est della Bulgaria sulla base dell'alfabeto glagolitico e dell'alfabeto greco. Lo stesso viene oggi usato per scrivere in cinque importanti lingue di origine slava: bielorusso, macedone, russo, serbo e ucraino, così come in altre 60 lingue parlate negli Stati della ex-Unione Sovietica.

La Bulgaria ebbe notevole influenza anche sugli stati vicini fino alla fine del XIV secolo, con la Scuola letteraria di Tărnovo, con i lavori di Patriarch Evtimij, Grigorij Camblak, Konstantin Kostenečki. L'influenza culturale bulgara fu estremamente marcata in Valacchia e Moldova dove l'alfabeto cirillico fu usato fino al 1860, mentre la Lingua slava ecclesiastica fu la lingua ufficiale della cancelleria imperiale e della Chiesa fino alla fine del XVII secolo, più del latino. I Bulgari diedero un notevole contributo alla società anche nei tempi moderni. Julia Kristeva e Cvetan Todorov sono tra i più importanti filosofi dell'Europa dell'est nel XX secolo. Nicolai Ghiaurov, Boris Christoff, Raina Kabaivanska e Ghena Dimitrova diedero un prezioso contributo all'opera lirica, con Ghiaurov e Christoff che sono considerati tra i maggiori bassi nel [periodo] del dopoguerra. Gli artisti Christo e Jeanne-Claude sono tra i maggiori rappresentanti della cosiddetta arte ambientale con progetti come l'imballaggio del Reichstag di Berlino.

Nello sport, Hristo Stoichkov è stato uno dei migliori giocatori di calcio della prima metà degli anni novanta, giocando nella sua nazionale (con la quale è arrivato in semifinale ai campionati del mondo del 1994, eliminato dall'Italia) e in squadre di club come il Barcellona e il Parma. L'atleta del salto in alto Stefka Kostadinova è stata una delle dieci migliori atlete della sua categoria nel XX secolo ed ancora oggi mantiene diversi record.

Anche i Bulgari in comunità estere sono stati molto attivi. Scienziati statunitensi di origine bulgara includono John Atanasoff, Peter Petroff, e Assen Jordanoff. Lo scrittore Stephane Groueff, invece, ha pubblicato il Progetto Manhattan, libro di successo sulla costruzione della prima bomba atomica, e Le corone di Thorns, storia dello zar Boris III di Bulgaria.
Lingua
Lo stesso argomento in dettaglio: Lingua bulgara.

I Bulgari parlano la lingua bulgara, scritta con caratteri cirillici; essa è strettamente correlata al macedone, la lingua che viene attualmente parlata nella Repubblica di Macedonia. La lingua bulgara è correlata anche alla lingua russa, a causa delle influenze che i Bulgari hanno avuto sulla società russa antica sin dal 988, anno del Battesimo di Kiev e della conseguente fondazione della Metropolia della Tauroscizia con sede a Kiev, dove i prelati erano quasi tutti di nazionalità bulgara.

Sebbene sia una lingua slava, il bulgaro mostra alcuni aspetti che la rendono unica e diversa rispetto alle altre lingue della stessa famiglia. Fino al 1878, il bulgaro fu influenzato dal turco. Se anticamente la lingua bulgara ha prestato molti vocaboli alla lingua russa, quest'ultima, più recentemente, ne ha presi dal tedesco e dal francese.

Alcuni membri di comunità bulgare al di fuori dei confini nazionali (soprattutto in Stati Uniti, Canada e Argentina) non parlano il bulgaro come lingua madre, ma sono ancora considerati appartenenti al gruppo etnico bulgaro.
Nomi

Vi sono differenti tipi di prenomi bulgari. La grande maggioranza di essi ha origini cristiane (come Lazar, Ivan, Anna, Maria, Ekaterina) o slave (Vladimir, Svetoslav, Velislava). Dopo la liberazione nel 1878, alcuni nomi storici bulgari furono riesumati. Il nome Boris, quale è di origine proto-bulgara, cominciò a diffondersi anche all'estero; due esempi possono essere lo zar Boris Godunov e il tennista tedesco Boris Becker.

Molti cognomi di maschi bulgari hanno il suffisso -ov (in cirillico: -ов). Questo suffisso è spesso trascritto in -off (ad esempio John Atanasov — John Atanasoff). Il suffisso "ov" è il suffisso del caso genitivo slavo, come Ivanov (in bulgaro: Иванов) che letteralmente significa "di Ivan". Se un tale cognome appartiene invece ad una donna, il suffisso sarà in "ova" (esempio: Teodora Borisova).

Altri cognomi usuali hanno il suffisso -ev (in cirillico: -ев), per esempio Stoev, Ganchev, Peev, e così via. In questi casi il cognome femminile finisce in -eva (in cirillico: -ева), per esempio: Galina Stoeva. Il cognome dell'intera famiglia, invece, finisce in evi (in cirillico: -еви), per esempio: la famiglia Stoevi (in bulgaro: Стоеви).

Un altro suffisso dei cognomi bulgari, meno comune, è -ski che finisce con una –a quando è attribuito ad una donna (Smirnenski diventa Smirnenska). La forma plurale di questo suffisso non cambia e resta -ski, ad esempio la famiglia Smirnenski (in bulgaro: Смирненски).

Il suffisso -ic non è comune in Bulgaria, mentre lo è nei cognomi dei serbi e a questo non viene aggiunta una –a finale se viene applicato ad una donna.

Anche il suffisso –in è usato, sebbene più raramente. Quest'ultimo viene adoperato per dare il nome ad un bambino con una madre non sposata (per esempio il figlio di Kuna avrà il cognome in Kunin, il figlio di Gana in Ganin).
Religione

La maggior parte dei Bulgari è fedele alla Chiesa Ortodossa Bulgara, fondata nell'870 ed abolita due volte nel corso della storia: durante il periodo bizantino (1018—1185) e durante la dominazione ottomana (1396—1878). Nel 2001, la stima dei fedeli contava circa 6.552.000 membri in Bulgaria (82.6% della popolazione); a questi si aggiungono i bulgari all'estero (una cifra compresa fra uno e due milioni di persone).

A dispetto della Chiesa Ortodossa Bulgara come elemento unificatore per tutti i Bulgari, nel corso della storia numerosi piccoli gruppi si sono staccati da essa e si sono convertiti ad altre fedi, Nel XVI e nel XVII secolo gruppi di missionari della Chiesa Cattolica Romana convertirono i pauliciani dei distretti di Filippopoli e Svištov. Oggi vi sono circa 10.000 cattolici in Bulgaria ed altri 40.000 in Romania.

Tra il XV e il XVIII secolo, un grande numero di ortodossi bulgari furono convertiti all'Islam dagli Ottomani. I loro discendenti oggi formano la seconda più grande congregazione religiosa di Bulgaria. Nel 2001 c'erano circa 131.000 Bulgari Musulmani nella sola Bulgaria, 30.000 nelle prefetture di Xanthi e Rhodope, nel nord-est della Grecia, e circa 100.000 in Turchia, principalmente nella provincia di Edirne.

Il protestantesimo fu introdotto in Bulgaria da missionari statunitensi nel 1857. Il lavoro di questi ultimi continuò per tutta la seconda metà del XIX secolo e per parte del XX secolo. Nel 2001 si contavano circa 25.000 protestanti in Bulgaria.
Simboli
Bandiera della Bulgaria

I simboli tradizionali della Bulgaria sono la bandiera e lo stemma.

La bandiera è rettangolare con tre colori: bianco, verde e rosso, posizionati orizzontalmente dalla parte superiore a quella inferiore. I campi sono della stessa forma e dimensione. I colori della bandiera hanno questo significato: bianco: pace; rosso: sangue; verde: natura. Simboleggiano il sangue versato dai soldati bulgari nel corso della storia.

Lo stemma della Bulgaria è il simbolo dell'indipendenza e della sovranità del popolo bulgaro, Rappresenta un leone rampante incoronato sullo sfondo rosso scuro di uno scudo. Al di sopra dello scudo vi è una corona modellata sulle corone dei re del secondo impero bulgaro, con cinque croci più una croce sulla sommità. Due leoni rampanti incoronati reggono lo scudo da entrambi i lati poggiandosi su due rami di quercia e sulla frase "L'unità fa la forza".

Sia la bandiera che lo stemma vengono spesso adoperati come simboli per varie organizzazioni politiche ed istituzionali bulgare.
Dati sulla popolazione

1 Risultati del censimento più recente tenuto nelle varie regioni: Bulgaria (2001), Canada, Kazakhstan 1999, Russia (2002) Archiviato il 9 marzo 2012 in Internet Archive., Serbia e Montenegro (2002), Ucraina (2001), USA (2002).

2 Numero ufficiale dei cittadini bulgari: [ Copia archiviata (PDF), su statistik.at. URL consultato il 2 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2011). Austria], Germania, Grecia, Italia Archiviato il 30 aprile 2010 in Internet Archive. e Spagna. Queste cifre non includono individui di lingua bulgara senza nazionalità bulgara, eccetto per la Spagna.

3 Stime della Agency for Bulgarians Abroad per il numero di persone di etnia bulgara che vivono nella regione sulla base dei dati della polizia di frontiera bulgara, del Ministero del Lavoro Bulgaro e dei resoconti di associazioni di immigrati bulgari. Le cifre includono immigrati regolarizzati, immigrati non regolarizzati, studenti ed altre persone residenti in modo permanente fino al 2004.



fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Bulgari

 
Web  Top
view post Posted on 9/3/2023, 19:13     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,887
Reputation:
+1,695

Status:


Macedoni (gruppo etnico)


I macedoni (in macedone: Mакедонци/makedonci) sono il gruppo etnico più numeroso della Macedonia del Nord. Sono un popolo slavo meridionale, caratterizzato dall'uso della lingua macedone, una delle lingue slave meridionali.

Non bisogna confondere col gruppo etnico dei macedoni gli albanesi in Macedonia del Nord, che si sentono appartenenti alla nazione albanese.


Origini

Le origini dei macedoni si trovano nei greci e negli illiri. Nell'antichità, gran parte della Macedonia centro-settentrionale (il bacino del fiume Vardar) era abitata dai Peoni. La pianura Pelagonia era invece abitata dagli omonimi Pelagoni, una popolazione macedone; mentre la regione occidentale era abitata dagli Illiri.[1] Nel tardo periodo classico, si erano già sviluppate varie città-stato, simili alle polis greche, e una fiorente attività mineraria,[2] e la Peonia divenne una provincia costituente del Regno di Macedonia.[3] La conquista romana portò con sé una significativa romanizzazione della regione, ove ancora perdura l'etnia arumena. Durante il periodo di dominazione romana, a varie popolazioni barbariche foederate con l'Impero venne concesso di stabilirsi nella regione corrispondente all'odierna Macedonia; tra questi, i Sarmati durante il regno di Costantino[4] o i Goti di Alarico (che vi rimasero per dieci anni).[5] A differenza delle provincie di confine, durante la tarda antichità e nell'Alto Medio Evo, tutta la Macedonia fu una provincia florida e di fede cristiana.[5][6]

Le popolazioni di lingua slava giunsero in Macedonia dopo il periodo romano, sebbene il meccanismo esatto di tale espansione linguistica rimanga oggetto di discussione tra gli studiosi.[7] Tali cambiamenti sono stati tradizionalmente associati alle scorrerie degli Sclaviniae e degli Anti dalla Valacchia e dall'Ucraina occidentale durante il VI e il VII secolo.[8] Considerazioni antropologiche e archeologiche più recenti, invece, vedono la comparsa degli Slavi in Macedonia - e in generale in tutti i Balcani - come parte di un ampio e complesso processo di trasformazione del panorama culturale, politico ed etno-linguistico balcanico dopo il collasso dell'autorità romana. Non sono ancora noti i dettagli e la cronologia degli spostamenti delle singole popolazioni.[9] È invece certo che la Macedonia settentrionale, a differenza della Bulgaria, rimase culturalmente romana fino al VII secolo e oltre.[6] Nello stesso tempo, le fonti attestano la presenza di numerose tribù slave a Tessalonica e nelle regioni limitrofe, inclusi i Berziti in Pelagona.[6] Oltre agli Slavi e ai Bizantini, nel tardo VII secolo la pianura circostante Bitola era abitata da Romani, Bulgari ed Avari[10] e i Cudriguri si erano stabiliti nella regione.[11] Stanziamenti minori di Vardariotai (Magiari) avvennero nel IX secolo,[12] di Armeni nel X-XII secolo,[13] di Cumani nel XI-XIII secolo[14] e di minatori sassoni nel XIV-XV secolo.[15]

Dopo la metà del IX secolo, la regione macedone venne gradualmente incorporata nell'Impero bulgaro, sebbene manchino i dettagli che vi hanno condotto. Clienti dei Bizantini, gli Sklaviniae della Macedonia probabilmente divennero vassalli dei Bulgari durante il regno dell'imperatrice Irene.[16] Successivamente, il centro ecclesiastico e letterario di Ocrida non solo divenne una seconda capitale culturale per la Bulgaria medievale, ma presto eclissò la stessa Preslav.[17] Molti aspetti che definiscono la cultura macedone odierna rappresentano il culmine della cultura derivata dall'incontro tra quella bizantina, bulgara e serba (descritta da Dimitri Obolensky come un "commonwealth bizantino"). La regione macedone, dove si concentrarono molti sviluppi culturali, liturgici e politici, fu la "culla" della cultura slava ortodossa.[18]

Antropologicamente, i macedoni posseggono linguaggi genetici assunti come rappresentativi dei processi demografici preistorici e storici dei Balcani,[19] tipicamente trovati anche in altre popolazioni degli Slavi meridionali e soprattutto tra i bulgari, serbi, bosniaci, montenegrini e anche tra gli abitanti della Grecia settentrionale e della Romania.[20][21][22][23][24][25]
La controversia sul nome

Il nome utilizzato per identificare il gruppo etnico dei macedoni, al posto del termine slavo-macedoni, e l'uso di alcuni simboli antichi come il Sole di Verghina vengono contestati dalla Grecia mentre la Bulgaria non riconosce l'esistenza di una nazionalità macedone distinta da quella bulgara[26].

"Slavo-macedoni" può essere tradotto in macedone come "Македонски Словени" (Makedonski Sloveni). Slavi è il primo aggettivo qualificativo utilizzato dagli studiosi per distinguere il gruppo etnico dei macedoni da tutti gli altri abitanti della regione.[27] Il linguista, storico ed etnografo Krste Misirkov stesso — il cui contributo è stato fondamentale per la creazione di un'identità macedone distinta da quella bulgara — utilizzò ripetutamente tale qualifica nei primi testi patriottici sull'etnia macedone.[28]

Secondo lo storico locale Pavlos Koufis, cittadino greco di etnia macedone, anche i cittadini slavo-macedoni della Grecia accettarono il termine con favore perché li inseriva all'interno della grande famiglia delle popolazioni slave.[29]

Ad ogni modo, l'uso di "slavo-macedoni" in riferimento al gruppo etnico ed alla lingua, sebbene accettabile in passato, attualmente può essere considerato peggiorativo ed offensivo da alcuni macedoni residenti in Grecia. L'International Helsinki Federation for Human Rights riporta:
(EN)

«... the term Slavomacedonian was introduced and was accepted by the community itself, which at the time had a much more widespread non-Greek Macedonian ethnic consciousness. Unfortunately, according to members of the community, this term was later used by the Greek authorities in a pejorative, discriminatory way; hence the reluctance if not hostility of modern-day Macedonians of Greece (i.e. people with a Macedonian national identity) to accept it.»
(IT)

«... il termine slavomacedoni è stato introdotto ed accettato dalla comunità [Macedone] stessa, che all'epoca aveva una coscienza etnica macedone e non greca molto più diffusa. Sfortunatamente, secondo i membri della comunità, tale termine è stato in seguito usato dalle autorità greche in modo peggiorativo e discriminatorio; da qui la riluttanza, se non l'ostilità, ad accettarlo da parte dei moderni macedoni di Grecia, cioè persone con identità nazionale macedone»
(The Greek Human Rights Web Pages, 2002.[30])





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Macedoni_(gruppo_etnico)

 
Web  Top
view post Posted on 11/3/2023, 09:54     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,887
Reputation:
+1,695

Status:


Pomacchi



I pomacchi (in bulgaro: помаци?, traslitterato: pomaci) o musulmani bulgari (in bulgaro: българи мюсюлмани?, traslitterato: bălgari mjusjulmani), localmente detti anche ahrjani, sono bulgari di lingua praticanti l'Islam.

Secondo alcuni studiosi, tra cui Fred de Jong, la loro origine sarebbe oscura; con tutta probabilità, tuttavia, si tratterebbe di bulgari cristiani convertitisi alla religione musulmana nei secoli del dominio ottomano nei Balcani.

I pomacchi vivono per lo più in Bulgaria, sebbene se ne trovino delle consistenti minoranze in Grecia, Turchia, Albania, Macedonia del Nord, Kosovo.

In alcuni casi, il termine "pomacchi" è usato per indicare un'altra popolazione, quella dei torbesci.


Etimologia

L'origine del nome "pomacchi" è incerta. Secondo molti studiosi bulgari, il termine deriverebbe dal bulgaro pomagač, cioè "aiutante", ovvero truppe ausiliarie dell'esercito ottomano, oppure da pomohamedančeni (помохамеданчени), vale a dire "islamizzati". Quanto al termine ahjani, che i pomacchi un tempo utilizzavano per designare se stessi, deriverebbe dall'antico slavonico religioso agarjani, ossia "infedeli", oppure, come ipotizzato dallo studioso bulgaro A. Ishirkov, dalla confraternita para-religiosa islamica dell'Ahi, molto diffusa nei Rodopi durante l'epoca ottomana. Altre interpretazioni fanno derivare il termine da po măka (по мъка), cioè "attraverso il dolore", in riferimento a una conversione forzata all'Islam, oppure da poturnjak, vale a dire "persona resa turca": tuttavia, queste ultime interpretazioni appaiono meno valide.

Del tutto superate le interpretazioni fornite da alcuni autori greci, secondo i quali "pomacco" deriverebbe dal greco antico pomax ("bevitore") mentre ahrjani verrebbe da Agrianoi, nome di un'antica popolazione della Tracia.
Conversione

Poco si conosce della conversione dei pomacchi all'Islam. Si ritiene sia stato un processo graduale, protrattosi in epoche diverse. Una prima ondata di conversione dovette occorrere nella seconda metà del XIII secolo, quando i turchi conquistarono la Bulgaria: si ha infatti notizia di numerosi proprietari terrieri passati all'Islam al fine di mantenere il possesso delle loro terre. Altre conversioni si ebbero sotto il sultano Selim II nel 1512. L'ondata maggiore si ebbe però nel XVII secolo, quando gli abitanti dei monti Rodopi passarono in massa dal Cristianesimo all'Islam. La comunità pomacca aumentò nel corso del XVIII secolo mentre, con tutta probabilità, le ultime conversioni si verificarono all'inizio del XIX secolo.

Fino all'inizio del XX secolo, tutti gli storici erano concordi nell'affermare che i pomacchi fossero stati convertiti con la forza. Attualmente, gli studiosi sono maggiormente divisi: considerando infatti che raramente gli ottomani presero delle misure drastiche per convertire i popoli conquistati, si ipotizza che i pomacchi siano diventati musulmani spontaneamente, per ragioni di opportunità politica ed economica. Ufficialmente, gli storiografi bulgari sostengono che la conversione fu forzata e le resistenze del popolo bulgaro furono decise: sarebbe questo un modo per mantenere intatta l'idea secondo cui l'intero popolo bulgaro fu unito nel combattere l'oppressore turco. In tal modo, la "bulgarità" (bălgarština) dei pomacchi sarebbe rimasta intatta, per cui sarebbe meglio parlare di "bulgari musulmani". Un esempio di questo tipo ci è fornito dallo storico Andrej Pechilkov che nel 1989 il quale affermò che, dopo aver adottato l'Islam perché costretti, i pomacchi riuscirono a confermare la loro identità etnica e la loro lingua.
Fino alle guerre balcaniche

Al termine del processo di conversione i Pomacchi (e i torbesci) si trovano concentrati nei Rodopi, ma con importanti insediamenti nella Macedonia orientale e nel distretto del Danubio, dove si concentrano attorno a Loveč, Pleven e Orjahovo. I pomacchi dei Rodopi sembrano aver beneficiato di una larga autonomia, con un agha, un capo ereditario, che governava dal villaggio montano di Tămrăš. L'agha nel 1890 aveva un ambasciatore permanente a Filippopoli che provvedeva ai visitatori un visto d'ingresso speciale per i territori controllati sui Rodopi pomacchi.[1] Lo storico ceco Konstantin Jireček stimava che Torbesci e Pomacchi, intorno al XIX secolo, non fossero meno di mezzo milione, anche se fonti turche riducevano il numero a 200.000[2]

La situazione cambia velocemente al crescere del malcontento tra la popolazione bulgara cristiana riguardo al potere ottomano, tale malcontento esplose nella rivolta dell'aprile 1876. I pomacchi si trovarono in una difficile situazione, nell'essere bulgari, quindi vicini ai ribelli, ma nello stesso tempo mussulmani, e quindi vicini ai turchi. Alla fine, la mancanza di una chiara distinzione tra fede ed etnia e la percezione che ne avevano i cristiani come turchi, li portò a fianco con i Bashi-bazouk nell'implacabile repressione della rivolta.[3] Gli ausiliari pomacchi giocarono un ruolo importante nei massacri di Batak e Peruštica, massacri tra i peggiori effettuati durante il soffocamento della rivolta[4]

La soppressione della rivolta provocò una reazione in Europa contro i Bashi-bazouk e le «libere iniziative dei pomacchi»[5]; la reazione fu particolarmente forte in Russia, causando la guerra russo-turca del 1877-1878, che portò alla formazione del regno indipendente di Bulgaria. I massacri del 1876 causarono delle severe rappresaglie durante la guerra da parte della popolazione cristiana e dell'esercito russo, molti musulmani furono uccisi e una parte consistente dei pomacchi emigrò ai confini dell'Impero Ottomano, in parte forzati, in parte rifiutando di vivere sotto il potere dei "giaurs" (infedeli). Il più colpito fu il distretto del Danubio, quando dall'assedio di Pleven fuggì praticamente la totalità dei pomacchi.[6] Molti ritornarono nel 1880, ma i più, trovando impossibile riprendere ciò che avevano perso durante la guerra, iniziarono ad emigrare in Anatolia. Tali migrazioni ridussero il numero di pomacchi in Bulgaria ad un terzo.[7]

Quando il trattato di Santo Stefano nel 1878 terminò la guerra, molti pomacchi presero parte all'"ammutinamento dei Rodopi", un contrattacco organizzato dalle forze armate ottomane e dalla popolazione dei Rodopi, l'operazione fu condotta dall'ex-console britannico a Varna e Burgas e da ufficiali volontari dell'esercito ottomano con il supporto attivo della ambasciata britannica a Istanbul. La maggior parte della regione dei Rodopi fu inclusa nella provincia autonoma ottomana della Rumelia orientale, governata da un governatore-generale cristiano; a questa prospettiva venti villaggi pomacchi si ribellarono, formando la cosiddetta "Repubblica pomacca". La repubblica cessò di esistere nel 1886, un anno dopo la riunificazione della Rumelia orientale con il Regno di Bulgaria. Con la nuova definizione dei confini i paesi della "repubblica" furono inclusi in territorio ottomano.[8]

L'unificazione della Bulgaria nel 1885 generò una nuova ondata di migrazione dei pomacchi.[9] Come per i precedenti comportamenti del governo bulgaro, in generale si può dire che non vi furono tentativi per assimilare i pomacchi, che furono trattati allo stesso modo del più grande gruppo musulmano. Ciò è dimostrato nei censimenti del 1880, 1885 e 1888, in cui i pomacchi venivano contati come turchi. Solamente nel censimento del 1905 si creò una voce per i musulmani bulgari, usando il termine "Pomacchi".[10]

Uno dei momenti peggiori per i pomacchi, fu l'inizio delle guerre balcaniche, quando Bulgaria, Grecia, Montenegro e Serbia, si unirono contro l'Impero ottomano nel 1912. In ottobre, simultaneamente con l'inizio della guerra, il governo bulgaro sottomise i pomacchi dei Rodopi a conversioni forzate. L'azione, conosciuta come Pokrăstvane (покръстване in bulgaro significa sia "conversione" sia "battesimo") coinvolse 150.000 pomacchi in un'operazione diretta da uno speciale comitato di stato; in teoria i battesimi volontari avrebbero dovuto essere amministrati dalla Chiesa ortodossa bulgara, in realtà l'amministrazione locale giocò un ruolo chiave in questo supportata dall'esercito e da bande di insorti, questo portò a pogrom sanguinosi contro i pomacchi in molti villaggi.[11]

La forza bruta e le intimidazioni furono applicate per convertire la gente. Presero parte attiva nelle violenze i membri di formazioni politiche estremiste, come l'Organizzazione rivoluzionaria della Macedonia interna, i cui reggimenti furono inviati nella regione greca di Drama per le cristianizzazioni forzate. I musulmani furono intimiditi e indotti alla conversione attraverso le promesse di rilascio dei parenti. Ma ancor peggio fu che la popolazione fu abbandonata alla mercé dell'esercito. Insieme all'esercito anche semplici cittadini presero parte alla campagna di Pokrăstvane. Se le autorità erano interessate alla bulgarizzazione, ignoravano le più semplici necessità e come conseguenza dei saccheggi e degli incendi, le vittime della Pokrăstvane venivano lasciate in stato di totale indigenza, senza cibo, senza vestiti e senza alloggi.[12]

In seguito alla sconfitta della Bulgaria nella guerra, per ragioni sia esterne (negoziazioni con l'Impero Ottomano sullo status della Tracia occidentale) che interne (le imminenti elezioni parlamentari) nell'autunno del 1913 il governo decise di invertire la politica di conversione forzata e permettere ai pomacchi di riacquistare i loro propri nomi, cosa che fecero prontamente.[13] L'insuccesso della politica di conversione forzata era già stato previsto alcuni mesi prima, quando fu creata la repubblica di Gumuldjina (di breve vita) nella Tracia occidentale con la ritirata sia delle forze bulgare che di quelle ottomane; i pomacchi dell'area approfittarono della situazione per ritornare all'Islam.[14]
Grecia
Quartiere pomacco di Xanthi, nella Tracia occidentale.

Nella prima guerra mondiale la Bulgaria si alleò con le Potenze centrali, mentre la Grecia si schierò con la Triplice intesa. La vittoria di quest'ultima portò nel 1919 alla firma del trattato di Neuilly, col quale la Bulgaria cedette la Tracia occidentale alla Grecia.

La comunità slavofona musulmana fu assimilata dalle autorità greche alla locale comunità di lingua turca, che non fu soggetta allo scambio di popolazioni previsto dal Trattato di Losanna del 1923. Musulmani di etnia turca, musulmani bulgarofoni e rom musulmani furono fatti confluire nella cosiddetta minoranza musulmana di Grecia (greco: μουσουλμανική μειονότητα Ελλάδος musulmanikì mionòtita Ellados; turco: Yunanistan müslüman azınlığı; bulgaro: мюсюлманско малцинство на Гърция mjusjulmansko malcinstvo na Gǎrcija). In base al censimento del 1991, la minoranza musulmana di Grecia conta 97 604 persone, pari allo 0,95% della popolazione totale della Grecia, e al 28,88% della popolazione nella regione della Tracia.

In passato, l'istruzione impartita nelle scuole di minoranza era in greco e in turco (quest'ultima in particolare per l'educazione religiosa): per questo motivo, la comunità musulmana bulgarofona ha subito nel tempo un processo di assimilazione linguistica e culturale alla comunità di lingua turca.
Turchia

Oggi i pomacchi sono presenti in Turchia sia nella Tracia orientale, dove da tempo sono stati presenti, sia in Anatolia, dove iniziarono a migrare dalla indipendenza della Bulgaria nel 1878, ma non vi erano presenti prima. Le ondate principali di pomacchi arrivarono dai Rodopi nel 1912, 1950-1951 e nel 1989 Dall'insediamento in Anatolia hanno praticamente perso la loro lingua e, insieme ai pomacchi che risiedono nella Tracia orientale, sono stati assimilati ai turchi.[15]

Ciò non significa che i pomacchi siano divenuti completamente indistinguibili dal resto della popolazione turca; politicamente sono bene organizzati. Questo è in parte dovuto alle associazioni di emigranti, come l'Associazione Cultura e Solidarietà dei Turchi dei Rodopi, un'organizzazione relativamente ben conosciuta, anche se piccola, fondata da pomacchi prima degli anni '80; in seguito unitasi con un'associazione simile dei turchi danubiani a formare la "Associazione di Cultura e Solidarietà dei Turchi di Rodopi e Danubio".[16] Si sostiene che gli immigrati curdi che si sono insediati nella Tracia orientale hanno portato alla coscienza di una propria identità i pomacchi e i turchi bulgari.[17]

Sono ancora importanti i collegamenti che connettono i villaggi pomacchi dei Rodopi con i loro villaggi gemelli in Anatolia; i pomacchi che hanno lasciato la Bulgaria si sono diretti generalmente verso i villaggi dove erano parenti e amici. Questi villaggi gemelli sono spesso uniti da linee dirette di autobus di compagnie private.[18]

Diversamente dalla Bulgaria, dove i pomacchi sono riluttanti a lasciare i propri villaggi di montagna, in Turchia si sono insediati nelle grandi aree urbane, anche se le autorità nel passato hanno cercato di favorire gli insediamenti nei villaggi. Nell'interpretazione di Julian Konstantinov questo comportamento deve essere letto alla luce della percezione di sicurezza ed insicurezza: mentre la Bulgaria è percepita come "insicura", la Turchia è percepita come "sicura" dai pomacchi.[19]

Il numero di musulmani di lingua bulgara in Turchia è ritenuto intorno ai 300.000.[20] L'ultimo censimento linguistico tenuto in Turchia nel 1965 contava 27.226 persone di madre lingua bulgara, ma questo numero è sicuramente una sottostima.[21]

Al riguardo dei pomacchi, della loro storia e identità, anche in Turchia vi è stata una reinterpretazione ed appropriazione. Secondo cui i pomacchi sarebbero "Turchi di montagna" discendenti da popolazioni turche che entrarono nei Balcani nel medio evo, come gli avari, i bulgari e specialmente i cumani. Il linguaggio invece sarebbe un dialetto turco, molto vicino al vernacoli dell'Anatolia, in cui il 65% delle parole sono turche ed il 25% slave. Sulla conversione si ritiene che i cumani dei Rodopi venendo in contatto con missionari musulmani dal Nord Africa e dal Medio Oriente si siano convertiti prima dell'arrivo degli Ottomani. I lavori che sostengono queste posizioni, non riconosciute in ambito internazionale, sono spesso usati come propaganda politica.[22]



fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Pomacchi

 
Web  Top
view post Posted on 13/3/2023, 10:54     Top   Dislike
Avatar

FOUNDER

Group:
Administrator
Posts:
108,887
Reputation:
+1,695

Status:


Rumeni


I rumeni o romeni[8][9] sono un popolo dell'Europa danubiana. La maggior concentrazione di romeni si trova in Romania e Moldavia, dove costituiscono la maggioranza della popolazione, mentre molte altre comunità sono sparse per il mondo, per un totale di circa 36 milioni di rumeni. Il romeno (o dacoromeno) fa parte della famiglia linguistica romena, così come l'aromeno (o macedoromeno), il meglenoromeno (o meglenitico) e l'istroromeno.


Origini

I territori oggi appartenenti alla Romania furono inizialmente abitati dai Daci, che furono uno dei primi popoli che oggi formano l'etnia rumena. L'etnogenesi primordiale del popolo rumeno si inscrive con il processo generale della formazione dei popoli e delle culture dell'Europa centrale. Successivamente, dopo la conquista da parte dei Romani della Dacia (106), in quest'ultima si affermò la cultura latina: la romanizzazione fu così forte che l'odierna lingua romena è una lingua neolatina. I Daci, con la conquista traiana, s'integrarono nella vita sociale ed economica latina, poiché i loro territori divennero una provincia sotto l'Impero romano. La romanizzazione dei Daci avvenne grazie ai soldati: la maggior parte di essi rimase nella regione nord danubiana anche dopo la ritirata aureliana (271).
Espansione

I romeni abitano nello spazio carpato-danubiano-pontico, in un numero complessivo di 26 milioni, di cui 20,4 milioni abitano in Romania e Moldavia, il resto è sparso nei paesi vicini. In Ucraina vivono circa 409.000 romeni (dichiarati sia "romeni" sia "moldavi") specialmente nelle oblast' di Černivci, della Transcarpazia e di Odessa, ma anche dei moldavi nell'Oblast' di Mykolaïv e in quella di Kirovograd. Altre comunità più piccole vivono in Serbia (specialmente in Voivodina e nella Craina), in Ungheria e in Bulgaria.

Circa 10 milioni di romeni sono migrati in cerca di lavoro all'estero. Oltre 2.000.000 vivono negli Stati Uniti. Le più grandi comunità si trovano in Ohio, Indiana, Michigan, Illinois, California, Pennsylvania e New York. Nel vicino Canada vivono circa 400.000 romeni (inclusi i moldavi).

Durante il XX secolo numerosi ebrei romeni emigrarono verso lo stato di Israele, contribuendo alla sua creazione. Nel 2014 i cittadini israeliani che dichiararono di avere ascendenza romena furono 405.600.

Dopo l'adesione della Romania nell'Unione europea nel 2007, milioni di romeni si sono stabiliti in varie nazioni europee, specialmente in Italia, Spagna e Germania. In Italia vi sono 1,207 milioni di cittadini rumeni (1,336 milioni contando anche i moldavi), costituendo la più grande comunità rumena fuori patria, in Spagna ve ne abitano circa 798.000 (818.000 inclusi i moldavi) e in Germania circa 452.000.





...............................................................................





Sarakatsani


I sarakatsani (greco: Σαρακατσάνοι) sono un'etnia greca, tradizionalmente pastori transumanti, nativi della Grecia, con minore presenza negli stati vicini, la Bulgaria, l'Albania meridionale e la Macedonia del Nord. Fino all'inizio del XX secolo vivevano di pastorizia, in una transumanza permanente attraverso la penisola balcanica, sposandosi solo all'interno della comunità e mischiandosi poco con le popolazioni stanziali con cui entravano in contatto. Il linguista Theodor Capidan ha scritto che i Sarakatsani sono un gruppo etnico di arumeni.

Nel 1938, con il decreto nº 1223 del 4 maggio 1938, il generale Ioannis Metaxas, primo ministro greco e dittatore, obbligò i sarakatsani ad abbandonare la propria cultura e procedere alla sedentarizzazione forzata.





...................................................................................





Turchi (gruppo etnico)


I Turchi (in turco: Türkler), noti anche come turchi anatolici (turco: Anadolu Türkleri), costituiscono un gruppo etnico turcofono che vive principalmente in Turchia, nella quale rappresenta la maggioranza della popolazione, nonché il più grande tra i parlanti delle lingue turciche. Numerose minoranze etniche turche sono sparse in vari territori che fecero parte dell'Impero ottomano, come in Bulgaria, in Grecia, in Iraq ed in Siria. Inoltre, una significativa diaspora si è formata con la migrazione nel corso degli ultimi decenni, in particolare in Europa occidentale. In Germania risiedono 2,6 milioni di persone con cittadinanza turca, più un certo numero di turchi naturalizzati con la cittadinanza tedesca.[1]





..................................................................





Turchi di Bulgaria


I turchi di Bulgaria (in turco Bulgaristan Türkleri; in bulgaro: български турци?, Bǎlgarski Turci) sono una popolazione turca originaria della Bulgaria. Nel 2011, in Bulgaria vi erano 588.318 turchi, circa il 8,8% della popolazione,[11] la minoranza etnica più numerosa del paese. La comunità risiede perlopiù nel distretto meridionale di Kărdžali e nei distretti nordorientali di Šumen, Silistra, Razgrad e Tărgovište. Nel XX secolo si è sviluppata una diaspora che ha portato centinaia di migliaia di turchi bulgari in Turchia, Paesi Bassi e Svezia.


Storia

I turchi bulgari discendono sia dalle popolazioni turche insediatesi nella regione dopo che l'Impero ottomano conquistò i Balcani tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo, che dai bulgari convertitisi all'Islam e che furono turchizzati nel corso del periodo ottomano.[12][13] Ѐ stato inoltre teorizzato che vi possano essere stati apporti dalle tribù turche dei peceneghi, oghuz e cumani.[14][15][16] Secondo una tradizione locale, molti karamanidi (provenienti dai vilayet di Konya, Nevşehir, Niğde e Karaman) furono insediati nella zona di Kărdžali dai sultani Maometto II, Selim I e Mahmud II.[17] La comunità turca divenne una minoranza quando venne stabilito il Principato di Bulgaria in seguito alla Guerra russo-turca del 1877-1878.

Tra il 1876 e il 1878, la comunità turca di Bulgaria venne decimata dall'emigrazione, dalle epidemie e dai massacri. Il flusso dei turchi verso l'Anatolia continuò in modo costante a seconda delle politiche dei regimi al potere in Bulgaria, fino al 1925; dopodiché l'emigrazione venne regolamentata. Durante il XX secolo, i governi bulgari misero in atto numerose deportazioni ed espulsioni forzate, che presero di mira anche la popolazione slava musulmana dei pomacchi.[18]

Il più significativo flusso di emigrazione dei turchi dalla Bulgaria avvenne nel 1989, quando 360.000 persone abbandonarono il Paese alla volta della vicina Turchia, per sfuggire alle politiche di assimilazione forzata messe in atto dal regime comunista di Todor Živkov, anche se successivamente 150.000 ritornarono tra il 1989 ed il 1990. Il programma di assimilazione del regime venne avviato nel 1984 e consisteva nel forzare i musulmani bulgari ad adottare nomi cristiani e slavi e ad abbandonare l'identità e le tradizioni islamiche.[19][20] Nel corso di questo processo, gli insediamenti a maggioranza turca vennero circondati da unità dell'esercito bulgaro, mentre ogni rimando all'identità turca ed islamica veniva eliminato dai cimiteri e dalle abitazioni e le moschee vennero chiuse o demolite. Centinaia di persone vennero uccise o deportate.[21]

In seguito alla caduta del regime di Živkov nel 1989, il parlamento bulgaro approvò leggi per ripristinare i diritti culturali della popolazione turca. Nel 1991 una nuova legge concesse a chiunque fosse stato colpito dalla campagna di cambio del nome tre anni per ripristinare ufficialmente i nomi originari. Nel gennaio 1991, la lingua turca venne reintrodotta nelle scuole. Nel 2011, vi erano 588.318 persone di etnia turca in Bulgaria, rappresentanti l'8,8% della popolazione,[22] delle quali 564.858 di lingua turca.[23] Nel 2014, il 37,6% dei 992.597 residenti in Turchia nati all'estero risultavano essere nati in Bulgaria.[3]
Religione
Distribuzione dei musulmani in Bulgaria

L'identità islamica tra la comunità rimane molto forte, con oltre il 95% dei turchi bulgari che si definiscono musulmani, mentre la maggior parte della popolazione del Paese si definisce cristiana ortodossa. I turchi rappresentano il 74% dei musulmani in Bulgaria, mentre il restante 26% è composto perlopiù da pomacchi.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Turchi_di_Bulgaria

 
Web  Top
4 replies since 5/3/2023, 10:48   48 views
  Share