| Dio è Uno senza secondo Per comprendere questo Principio, la gente Gli ha assegnato nomi diversi. Alcuni Lo hanno chiamato Aum, il suono primordiale, altri Tat tvam asi (Quello tu sei) e altri ancora Brahman. Taluni Gli hanno dato Nomi come Râma, Krishna, Allah, Îshvara e Gesù. Tali diversi appellativi e forme vengono dati al solo scopo identificativo. Tuttavia, la Divinità non ha né nome né forma. Questi vengono assegnati a Dio in base alle proprie preferenze. Alcune persone desiderano adorare Dio come Venkateshvara (appellativo di Vishnu – N.d.T.) e realizzarLo in tale Forma. Chi L’ha creata? È la mente umana a immaginare Dio in quel modo, come, ad esempio, hanno fatto pittori come il famoso Ravi Varma. Egli dipinse Dio in varie Forme: Râma, Krishna ecc. Esse sono tutte creazioni umane, non originali. Si può adorare Dio come Râma, Krishna o Shiva e comprenderLo in quelle sembianze, ma, fondamentalmente, Egli è Uno e Uno soltanto. È il Brahman senza Forma, senza Nome e senza Attributi. Questa sostanziale verità è stata spiegata nell’aforisma:
Ekam evâdvitîyam brahma Dio è Uno senza secondo.
Tuttavia, persone differenti in tempi diversi vengono illuse dai Nomi e dalle Forme. Si può asserire che tutto rientra nella loro immaginazione; di fatto, essa è la causa principale di tutti i problemi del mondo. Nomi e Forme differiscono, ma Dio è solo Uno. Voi pensate che il tal dei tali sia cattivo, e in quel modo egli vi apparirà. Se, al contrario, pensate sia una buona persona, egli vi sembrerà davvero così. È il vostro sentimento nei suoi confronti a fare la differenza fra buono e cattivo. Tutto ciò ha origine dai vostri pensieri, di cui la mente è la sorgente. Dovete dunque prendere le cose per come sono.
Un processo graduale Voi pensate di meditare su una forma o un oggetto particolari. A dir la verità, non si tratta di meditazione. La forma o l’oggetto su cui si suppone stiate meditando, potrebbe cambiare dopo qualche tempo; quindi non è meditazione nel vero senso del termine e non è neppure concentrazione. È semplicemente contemplazione per un particolare periodo di tempo. Quando, dopo una pratica regolare, l’oggetto si stabilizza, siete in grado di meditare. Non è possibile per nessuno meditare nel momento in cui ci si siede per farlo; nessuno è riuscito in questo tentativo. La gente afferma di meditare, ma ciò è falso. La falsa meditazione è veramente negativa. In tale processo, ci sono tre fasi: concentrazione, contemplazione e meditazione. È un percorso graduale in cui occorre una pratica (abhyâsa) sistematica e costante. Questa abhyâsa yoga (disciplina della pratica costante) e la conseguente pace che ottiene la persona sono splendidamente spiegate nella Bhagavad Gîtâ in questo modo:
Shreyo hi jñânam abhyâsât jñânâddhyânam vishishyate dhyânât karmaphala tyâga tyâgât shântih anantaram La conoscenza è, in verità, migliore della pratica; alla conoscenza è superiore la meditazione; alla meditazione è superiore la rinuncia al frutto dell’azione; alla rinuncia segue immediatamente la pace. Bg. 12.12
Un bimbo appena nato non diventa immediatamente un adulto, ma lo diviene gradualmente. È sbagliato pensare che qualunque cosa si desideri dia dei frutti. Se così fosse, non ci sarebbe affatto sforzo umano e l’esistenza dell’uomo non avrebbe senso. Quindi, innanzitutto, concentratevi sul Principio dell’“Io”. Soffermatevi costantemente con la mente sull’aforisma “Io sono l’Âtma”. Voi e l’Âtma siete una cosa sola, non due entità separate.
Tutto muta tranne l’Âtma Oggigiorno, ogni azione dell’uomo porta alla confusione che, a sua volta, conduce alla depressione. Qual è la ragione di questa successione di eventi? La vostra natura instabile. Di fatto, le condizioni ambientali del mondo stanno subendo un cambiamento. C’è un mutamento nell’acqua, nell’aria, nelle nuvole e anche nel cibo. Dato che ogni cosa che vi circonda è in fase di cambiamento, ciò avrà ovviamente effetto anche su di voi. I cambiamenti in corso agiscono anche sulla trasformazione della mente. C’è solo un Principio immutabile: la Consapevolezza Piena e Costante (Prajñânam). Le Upanishad dichiarano: “Prajñânam brahma” (Brahma è la Consapevolezza Suprema). Se desiderate ottenere quello stato, dovete sviluppare il sentimento di Unità (Ekâtmabhâva). Sebbene i corpi siano diversi, un solo Âtma dimora in tutti gli esseri viventi. I corpi umani sono come dei recipienti e la mente in essi è l’acqua. Un’unica luce si riflette in tutti quei contenitori. In ogni dove, c’è solo reazione, riflesso e risonanza. Cari bambini! Non siete in grado di comprendere il Principio Atmico (Âtma Tattva). Âtma non è semplicemente una parola formata di due sillabe. Esso connota lo sviluppo del sentimento di Unità. Tutti sono uno: siate equanimi con tutti. Come si può sviluppare fede in questa massima? Un piccolo esempio. State facendo un particolare lavoro; il vostro vicino ne fa uno diverso. Anche se fate due cose differenti, l’ambiente in cui state operando è il medesimo. L’Âtma è la Consapevolezza che permea tutto. Tale Principio onnipresente è Verità.
La creazione emerge dalla Verità e in Essa si fonde. C’è forse un luogo nell’universo ove la Verità non esista?
Visualizzate questa Verità pura e immacolata. L’intero universo è permeato della Verità. Essa è sopra, sotto e in ogni dove. Quella Verità (Satya) è Âtma; è eterna e immutabile. Il poema epico Bhâgavata ci ingiunge di dire la verità e di parlare dolcemente e soffusamente.
Satyam bruyât priyam bruyât na bruyât satyamapriyam Dite la verità, ma ditela piacevolmente, in modo non sgradevole.
La verità è la fonte e il sostegno di ogni cosa nell’universo. Dove c’è Satya, ci sarà Dharma. Dove Satya e Dharma vanno assieme, il risultato sarà la Pace. Dove c’è Pace non può esserci ira (krodha), agitazione (tâpa), invidia (îrshyâ), gelosia (asûyâ) e presunzione (dambha). Questa Pace, priva di tali qualità malvagie, si trasforma in puro Amore.
segue L’immutabile e inevitabile legge del karma
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