IL FARO DEI SOGNI

Abruzzo

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Abruzzo



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L'Abruzzo (o gli Abruzzi) (AFI: /aˈbruʦʦo/) è una regione a statuto ordinario dell'Italia meridionale, con capoluogo L'Aquila, compresa tra il medio Adriatico e l'Appennino centrale.


Estesa su una superficie di 10 831 km², ha una popolazione di 1 271 566 abitanti ed è divisa in quattro province (L'Aquila, Chieti, Pescara e Teramo) e 305 comuni.


Confina a nord con le Marche, a est col mare Adriatico, a ovest col Lazio e a sud col Molise: si divide principalmente in una parte costiera-collinare sul versante orientale con le spiagge e le colline prospicienti l'Adriatico, e una parte montuosa sul lato occidentale con i Monti della Laga (2.458 m s.l.m), il Gran Sasso d'Italia (2 914 m s.l.m.), la Maiella (2 793 m s.l.m.), il Sirente-Velino (2 487 m s.l.m.) e i Monti Marsicani (2.283 m s.l.m.), che costituiscono i principali massicci montuosi della catena appenninica.

Pur essendo situato al centro della penisola italiana, l'Abruzzo è storicamente, culturalmente, economicamente e in gran parte anche linguisticamente legato all'Italia meridionale, anche secondo le definizioni adottate da Istat ed Eurostat.



***
Etimologia e stemma
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La parola Abruzzo, secondo l'ipotesi più accreditata proposta per la prima volta dallo storico umanista Flavio Biondo nella sua pubblicazione L'Italia Illustrata, deriverebbe da Aprutium come evoluzione popolare di (ad) Praetutium, ovvero la terra dei Pretuzi (lat. Praetutii o Praetuttii), un'antica popolazione italica che viveva nella zona dell'attuale Teramo. Secondo altre ipotesi, il lemma potrebbe derivare anche da abruptus (in latino "ripido", "scosceso"), participio perfetto del verbo abrumpere ("strappare", "troncare", "violare i patti").

Dal momento in cui Carlo I d'Angiò nel 1273 col diploma di Alife, divise il Giustizierato d'Abruzzo (voluto da Federico II nel 1233), in due province sopra e sotto il tratto del fiume Pescara, cioè Abruzzo Ulteriore e Abruzzo Citeriore, la regione fu, da allora sino ad oggi, nota anche come "gli Abruzzi".

Lo stemma della regione è stato adottato nel 1976; la forma è quella di uno scudo italico ed il disegno è costituito da tre fasce oblique, ognuna delle quali raffigura una caratteristica della regione: quella superiore, bianca, simboleggia le montagne innevate, quella mediana, le colline, mentre l'ultima richiama il colore del mare.




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Geografia fisica - Territorio




Il territorio abruzzese è prevalentemente montuoso (65%) e collinare (34%); la pianura (1%) è costituita soltanto da una stretta fascia costiera lungo il litorale, lunga 131 km. La regione si divide naturalmente in due macro aree, separate dalle catene montuose della Maiella e del Gran Sasso: la zona interna, che ricalca la provincia aquilana, è formata dalle sub regioni della Valle dell'Aterno (Alto Aterno, Conca Aquilana, Valle Subequana), Altopiano di Navelli, Valle del Tirino, Marsica, Conca Peligna, Altipiani maggiori d'Abruzzo e Alto Sangro, strette fra le vette dei diversi monti dell'Appennino abruzzese, mentre la zona costiera, con le restanti tre province di Pescara, Chieti e Teramo, è composta prevalentemente da una estesa fascia collinare, su cui si allargano le principali vallate della Val Pescara, la Val di Sangro e la Valle del Tordino, e dalla stretta pianura costiera, intensamente urbanizzata in particolare nel centro-nord della regione.


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Clima
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Il clima abruzzese è fortemente condizionato dalla presenza del Massiccio montuoso Appenninico-Centrale, che divide nettamente il clima della fascia costiera e delle colline sub-appenniniche da quello delle fasce montane interne più elevate: mentre le zone costiere presentano un clima di tipo mediterraneo con estati calde e secche ed inverni miti e piovosi, la fascia collinare presenta caratteristiche climatiche di tipo sublitoraneo con temperature che decrescono progressivamente con l'altitudine e precipitazioni che aumentano invece con la quota (come nel caso di Pescara, che a circa 10 m s.l.m. ha temperature medie di circa 15 °C e piogge annuali intorno ai 700 mm, e Chieti, che, posta su un colle a 330 m s.l.m., pur presentando temperature medie simili, registra precipitazioni molto più copiose, con valori annui di circa 1000 mm).


Anche le precipitazioni difatti risentono fortemente della presenza delle dorsali montuose appenniniche della regione: aumentano con la quota risultando più abbondanti nel settore e sui versanti esposti ad occidente, decrescendo invece verso est e sui versanti esposti ad oriente.


Spesso le coste adriatiche rimangono in ombra pluviometrica da ovest per l'effetto di sbarramento dell'Appennino subendo l'azione dei venti miti da esso discendenti (libeccio o garbino).

In inverno le precipitazioni sono per lo più nevose dalle quote medio-basse in su e occasionalmente fin sulle coste in occasione di eventi freddo-umidi (episodi di 'burian' e 'rodanate').



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Ambiente Naturale



All'interno delle diverse aree protette, disseminate non solo sulla dorsale appenninica, ma anche sulle colline dell'entroterra e lungo i 130 km di costa, è custodito oltre il 75% delle specie animali e vegetali del continente europeo.

In Abruzzo vi sono tre parchi nazionali, un parco regionale e 38 aree protette tra oasi, riserve regionali e riserve statali. In totale il 36,3% del territorio regionale è sottoposto a tutela ambientale.


Nel territorio dimora il 75% delle specie animali presenti in Europa ed è patria di alcune specie rare come l'aquila reale, il lupo abruzzese il camoscio d'Abruzzo e l'orso marsicano.[23] In proposito si può parlare di un vero e proprio sistema protezionistico di interesse europeo, infatti il complesso sistema di aree protette abruzzese prosegue a nord con il parco nazionale dei monti Sibillini nell'appennino umbro-marchigiano.


Sul territorio abruzzese sono presenti i seguenti parchi nazionali e uno regionale:

Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise
Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Parco nazionale della Maiella
Parco naturale regionale Sirente-Velino



La struttura delle aree protette comprende in Abruzzo, oltre i parchi nazionali e quello regionale, fra le 38 riserve statali, riserve regionali, Oasi e parchi territoriali attrezzati gestisce diversi biotopi di interesse scientifico, i quali nonostante di dimensioni territoriali a volte ridotte, presentano aspetti di notevole interesse scientifico e naturalistico e completano il sistema delle aree protette della regione.

Le riserve tutelano complessivamente l'1% del territorio regionale e sono gestite dai comuni, che nella maggior parte dei casi si avvalgono di comitati allargati ad altri enti e associazioni in grado di avviare progetti di rilevazione e studio delle specie floristiche e faunistiche.

Alcune riserve regionali si sono dotate di organi di gestione che prevedono oltre al rispetto delle norme di tutela, strumenti di pianificazione e programmi di valorizzazione dell'area protetta.


Il sistema costituisce uno strumento di pianificazione ambientale, un laboratorio permanente di ricerca scientifica in cui sono stati realizzati importanti progetti faunistici dell'Appennino, con il ripristino dell'ecosistema e il reintegro di specie da tempo scomparse. Sul versante settentrionale del Gran Sasso si trova il ghiacciaio Calderone, il più meridionale del continente.




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Aree marine protette



Istituita nel 2010, l'area marina protetta Torre del Cerrano è l'unica area marina protetta della regione; essa si estende per circa 37 km quadrati e tutela un tratto di mare unico in Abruzzo, trattandosi di uno dei pochi arenili dove è sopravvissuto un ambiente dunale pressoché intatto; a poche decine di metri dalla costa sono presenti i resti sommersi di notevole interesse archeologico e naturalistico dell'antico porto di Atri.

Con la legge 93 del 23 marzo 2001 è stata prevista la realizzazione di un parco nazionale fra i comuni di Ortona e Vasto, noto come Parco della costa teatina.

Nonostante la perimetrazione provvisoria del parco operata dal commissario ad acta Giuseppe De Dominicis, nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 4 agosto 2014, la consulta ne ha bloccato la legge regionale di istituzione, in quanto trattandosi di un'area marina tale competenza spetta allo Stato.




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Flora
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La vegetazione abruzzese è caratterizzata dalla presenza di differenti ecosistemi mediterranei; nella costa e nelle zone limitrofe è notevole la presenza di querce, roverelle e carpini orientali, oltre alla presenza localizzata di piante classiche della macchia mediterranea come il mirto, l'erica e il lentisco; nella fascia collinare crescono anche il rovere, l'olivo, il pino, il salice, il leccio, il pioppo, l'ontano, il corbezzolo, la ginestra, la robinia, il rosmarino, il biancospino, la liquirizia e il mandorlo. Tra i 600 e i 1.000 metri di quota si estende la vegetazione submontana, caratterizzata principalmente da boschi misti di cerro, roverella, tiglio, acero e carpino; tra gli arbusti molto diffusi la rosa canina e il ginepro rosso.

A quote più alte, tra i 1000 e i 1900 metri d'altezza, è largamente diffuso il faggio,e talvolta l'abete bianco,con rimboschimenti di pino nero, mentre sulle aree appenniniche di alta quota superiori ai 2000 metri sono presenti specie come l'orchidea alpina, il ginepro montano, il pino mugo, il mirtillo nero e la stella alpina.





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Fauna



La fauna abruzzese è molto varia; l'animale simbolo della regione è il camoscio d'Abruzzo, che dopo essere stato a rischio estinzione è al centro di progetti di ripopolamento[29]; anche l'orso bruno marsicano è un animale tipico della regione, assieme a lupo appenninico, cervo, lince, capriolo, arvicola delle nevi, volpe, istrice, gatto selvatico, cinghiale, tasso, vipera e lontra.


Diversi anche gli anfibi presenti in regione: l'ululone appenninico, il geotritone italiano, la salamandra pezzata, la rana, il rospo, il tritone e la raganella italiana; inoltre è originaria della regione la razza canina del pastore maremmano-abruzzese.


Fra le numerose specie di volatili, le più caratteristiche della regione sono l'aquila reale, il nibbio, il falco pellegrino, il fratino, il lanario, il grifone, il gufo, l'allocco, il picchio e il fringuello.




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Storia
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Preistoria e protostoria



Notizie dell'era preistorica di presenze sia animali, vegetali e umane sono documentate da vari ritrovamenti in tutta la regione, e pure numerosi sono i rinvenimenti di reperti del periodo del Neolitico.


Si ipotizza che le primitive popolazioni abruzzesi, viventi sia nelle montagne che preso le valli, seguissero uno stile di vita prevalentemente agricolo, dati i numerosi ritrovamenti di strumenti di lavorazione della campagna.

Diversi reperti provenienti da necropoli del X secolo a.C. testimoniano le attività umane durante il Neolitico.




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Età antica



Dall'VIII secolo a.C. circa in poi, la regione fu popolata da popoli italici delle culture osco-umbra e sannitica. I vari italici del territorio abruzzese, divisi nelle tribù degli Equi, Sabini, Frentani, Marrucini, Marsi, Peligni, Pretuzi, Pentri, Carricini e dei Vestini, vennero tutti sottomessi dai Romani intorno al III secolo a.C. Agli inizi del I secolo a.C. tali popoli, assieme al resto dei Sanniti, formarono una coalizione militare volta a costringere la repubblica romana ad estendere i diritti di cittadinanza, la Lega italica, che comprendeva anche popoli stanziati al di fuori dall'attuale Abruzzo; i popoli italici scelsero come capitale nel 91 a.C. la città di Corfinium dove venne coniata una moneta d'argento dello stesso valore del denario romano recante la scritta "Italia" (nell'osco Viteliù). Questa fu la prima occasione storica in cui il termine Italia venne utilizzato con finalità politiche.


Dopo due anni di guerra, la Lega italica, pur sconfitta militarmente, riuscì nell'89 a.C. ad ottenere il diritto alla cittadinanza da essa reclamato.

Tuttavia il dittatore romano Lucio Cornelio Silla invase il Sannio e devastò le principali città, per poi ricostruirle ex novo, e a nulla valse la resistenza dei generali sanniti Quinto Poppedio Silone e Gavio Papio Mutilo.


In seguito alla dominazione romana molti centri abitati, in precedenza semplici villaggi, conobbero un notevole sviluppo urbano, e la costruzione di diverse strade consolari e la creazione di numerose colonie romana consentirono una rapida romanizzazione della regione; durante il principato di Augusto, il territorio fu inserito nelle Regio IV Samnium e Regio V Picenum.



***
Medioevo
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In seguito alla caduta dell'Impero romano d'Occidente la regione venne occupata dai Bizantini nel VI secolo, che si occuparono della ricostruzione e fortificazione di numerosi centri, tuttavia già dalla fine del secolo subì l'invasione longobarda, che portò nuove ed estese distruzioni dei principali centri urbani e un tracollo economico, sociale e demografico di tuta la regione, suddivisa in gastaldati e inserita nel Ducato di Spoleto.

Nel periodo dal X al XII secolo si sviluppò una nuova economia di tipo pastorale, benché già presente in età romana, ma stavolta concentrata sui tratturi, percorsi stradali che si snodavano nelle conche montane collegando gli altopiani abruzzesi alle pianure del tavoliere.

Nello stesso periodo la regione fu oggetto delle mire espansionistiche dei Normanni del nascente Regno di Sicilia, che nel corso di un processo durato decenni conquistarono l'intera regione, sino ad allora contesa tra i ducati di Spoleto e Benevento, dandole per la prima volta un assetto unitario con la creazione del giustizierato d'Abruzzo nel 1233.

Nel 1273 il giustizierato verrà quindi suddiviso in due territori, Abruzzo ulteriore, in massima parte corrispondente alle province dell'Aquila, Teramo e Pescara, e Abruzzo citeriore nella restante parte della regione corrispondente grosso modo alla provincia di Chieti. In quel periodo ebbe inizio il processo della fondazione dell'Aquila, formata da diversi castelli del circondario.




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Edited by ÇRÌSTÄL - 18/3/2023, 08:41
 
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Storia moderna



Nel XVI secolo le coste abruzzesi furono méta di saccheggi e scorrerie da parte dei corsari barbareschi, e per contenere la minaccia turca l'imperatore Carlo V eresse il sistema difensivo delle torri costiere del Regno di Napoli, scegliendo Pescara come baluardo del giustizierato: l'allora piccolo borgo venne pesantemente fortificato con la costruzione di una grande fortezza per controllare gli accessi al Regno dal nord e dall'Adriatico.


Il sistema difensivo venne messo alla prova già nel 1566, in occasione della grande incursione della flotta di 105 galee e 7000 uomini dell'ammiraglio ottomano Piyale Paşa, comandante in capo (Kapudanpaşa) della flotta ottomana agli ordini del sultano Solimano il Magnifico, che aveva già saccheggiato Napoli stessa tre anni prima.

Nell'entroterra regionale invece vi fu un iniziale periodo di crescita economica e culturale, tuttavia l'intensificarsi del controllo spagnolo sul regno napoletano, che portò a un sistematico infeudamento delle città, e nuovi e devastanti eventi sismici come i terremoti dell'Aquila del 1461 e del 1703 posero un freno a tale crescita.




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Storia contemporanea
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L'Abruzzo fu coinvolto da numerose battaglie durante le guerre napoleoniche, e con l'iniziale vittoria francese tutto il Regno di Napoli venne occupato dalle truppe napoleoniche.

In questo periodo vennero introdotte importanti riforme come le leggi di eversione della feudalità, che diedero alla regione un nuovo e moderno assetto amministrativo che andava a suddividere il territorio in comuni, distretti e circondari.

Il ritorno del regno alla dinastia dei Borbone delle Due Sicilie diede origine in Abruzzo a diverse rivolte carbonare, subito stroncate dalle forze monarchiche.




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Edited by ÇRÌSTÄL - 18/3/2023, 08:43
 
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L'Unità d'Italia e il brigantaggio





L'episodio più significativo dell'annessione della regione al Regno d'Italia fu l'assedio di Civitella del Tronto, la grande fortezza borbonica baluardo più settentrionale del regno, era ancora sotto assedio mentre il 17 marzo del 1861 veniva proclamata la nascita del regno italiano.

La strenua tenuta della fortezza ad un assedio tanto prolungato fu dovuta soprattutto alla capacità dei resistenti di collaborare con le bande di briganti operanti nel territorio; durante gli sconvolgimenti dell'unificazione italiana non vi furono infatti vere e proprie rivolte contro il governo borbonico del Regno delle Due Sicilie, e numerose bande di briganti, in particolare nell'interno regionale, operarono in Abruzzo con saccheggi e atti di guerriglia.




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Il primo Novecento
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Il Novecento portò in Abruzzo cambiamenti epocali, che spostarono definitivamente gli equilibri socio economici dai territori dell'entroterra a quelli costieri, i quali già dagli ultimi anni del secolo precedente iniziarono a conoscere un boom demografico ed economico, sostenuto sia dalla colonizzazione di nuove ed ampie fasce di territorio litoraneo in precedenza disabitate, e sia dalla costruzione di importanti infrastrutture come la ferrovia Adriatica nel 1863, che aprirà la costa abruzzese ai commerci con il resto del Paese.

Questo sviluppo della riviera abruzzese fu alimentato anche dall'inizio del fenomeno dell'immigrazione interna regionale, che perdurando a fasi alterne e con varie intensità non si è mai interrotto, vede l'interno della regione spopolarsi progressivamente in favore delle aree più sviluppate della costa.

Il 13 gennaio 1915, a pochi mesi dall'entrata in guerra dell'Italia nel primo conflitto mondiale, il terremoto della Marsica, tra i maggiori registrati nel Paese, ebbe un impatto devastante sull'interno regionale, radendo al suolo numerosi centri e causando circa 30.000 vittime.



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Il ventennio fascista



Negli anni del regime fascista il territorio abruzzese fu riorganizzato dal punto di vista amministrativo, con diverse ripartizioni interne e anche cessioni verso altre regioni.

Il regime infatti istituì nel 1927 la provincia di Pescara, creata scorporando gran parte del circondario di Penne dalla provincia di Teramo e numerosi comuni dal circondario di Chieti, oltre a Bussi sul Tirino e Popoli, ceduti dalla provincia aquilana, e sancì, tramite una legge nota come Grande Aquila, l'unione al comune aquilano di otto comuni limitrofi.


Lo sviluppo della città di Pescara e della costa abruzzese continuava ad accelerare, scandito dalla costruzione di monumentali edifici pubblici e amministrativi e dall'avvio delle prime forme di attività industriali e della massiccia colonizzazione di vaste aree rimaste disabitate. In quegli anni prese piede il turismo balneare, favorito dalla costruzione dei primi alberghi e strutture.

Fiero oppositore del fascismo fu lo scrittore pescinese Ignazio Silone, che da esiliato in Svizzera scrisse i primi romanzi con ambientazione abruzzese come Fontamara e Vino e pane.




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La seconda guerra mondiale
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Con l'inizio della Seconda guerra mondiale le persecuzioni fasciste degli ebrei e dissidenti politici si fecero sistematiche, e vennero aperti nella regione un totale di quindici campi d'internamento di prigionieri come il Campo 78 di Fonte d'Amore a Sulmona e quello della Caserma Rebeggiani a Chieti.

In seguito all'armistizio italiano dell'8 settembre, l'Abruzzo, tagliato in due dalla Linea Gustav, venne rapidamente occupato dai tedeschi. Nei giorni seguenti la regione assistette all'episodio della fuga di Vittorio Emanuele III e dei resto del governo.

Numerose furono le organizzazioni di resistenza partigiana, spesso di carattere locale, oltre al gruppo della Brigata Maiella di Ettore Troilo, che contava 1700 combattenti e che fu in seguito aggregata alle forze alleate, come le rivolte dei Martiri ottobrini di Lanciano.
A partire dall'estate del 1943 iniziarono le campagne di bombardamento alleate; particolarmente drammatici furono i ripetuti e distruttivi bombardamenti di Pescara, ma furono colpite anche altre località come Sulmona ed Avezzano.

La battaglia del Trigno dell'ottobre 1943, combattuta dai tedeschi e dai militari dell'VIII Armata britannica del generale Bernard Law Montgomery in arrivo da Foggia, diede avvio alla liberazione della regione; ulteriori scontri, con gravi distruzioni nei paesi circostanti, proseguirono con la battaglia del Sangro.



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Il culmine dei combattimenti nel settore si raggiunse il 21-27 dicembre 1943, nella battaglia di Ortona.

La città, capo adriatico della Linea Gustav, subì grandi distruzioni al patrimonio storico edilizio, perdendo il 70% degli edifici costruiti.

I combattimenti ed i bombardamenti procedettero ancora per diversi mesi, quando finalmente i tedeschi si ritirarono dalla regione verso nord nell'estate del 1944. Chieti venne liberata dagli alleati il 9 giugno di quell'anno, Pescara il 10 giugno,

L'Aquila e Teramo il 13; la guerra, sebbene non coinvolse con la stessa intensità il tutti i vari territori regionali, azzerò tutte le realtà produttive esistenti e recò gravissimi danni ai centri urbani, come nei casi di Ortona, Francavilla al Mare e Pescara, le città più martoriate dai combattimenti che persero gran parte del loro patrimonio storico.



***
Dal secondo dopoguerra a oggi
***



Gli anni della ricostruzione videro un accentuarsi del fenomeno migratorio interno abruzzese: sempre più abitanti dell'entroterra si spostavano infatti verso la costa abruzzese, anche a causa delle diverse condizioni economiche che vivevano i due territori. In particolare iniziava l'accrescimento urbano di Pescara, che diventò dopo il conflitto la città più grande della regione.

Nel 1956 una grave frana colpì il centro storico di Vasto, con il crollo di un intero storico rione. L'emigrazione della popolazione abruzzese non era però solo interna, infatti riprese con forte intensità l'emigrazione verso altri paesi europei, tuttavia la costruzione di diversi insediamenti ed aree industriali e un importante sviluppo del settore terziario nei centri maggiori portarono la regione a risollevarsi economicamente e ad affrancarsi dalla tradizionale economia agricolo-pastorale, sino ad allora la principale attività economica degli abruzzesi.

La Costituzione italiana del 1948 contemplava l'istituzione della regione Abruzzi e Molise, ma la riforma del 1963 stabilì il distacco del Molise dall'Abruzzo, ed entrambe le regioni divennero poi effettivamente operative a partire dal 1970.

In quegli anni si rimediò anche allo storico isolamento geografico, con la realizzazione delle due grandi arterie autostradali A24 Roma-Teramo e A25 Torano-Pescara che collegano i capoluoghi abruzzesi con la Capitale.

Dalla fine degli anni19'80 nel centro della regione va sempre più saldandosi e strutturandosi una vasta area metropolitana, incentrata su Pescara e Chieti.

L'alta sismicità della regione tornò a causare gravi danni il 6 aprile 2009, con un nuovo terremoto che colpì l'Abruzzo interno, con epicentro all'Aquila.

L'evento sismico provocò oltre 300 vittime ed ingenti i danni in tutta la Conca aquilana e zone circostanti, e nel 2016 e 2017 l'Abruzzo viene nuovamente colpito dalla sequenza sismica del Centro Italia del 2016 e del 2017, con numerosi danni in molti paesi delle province dell'Aquila e di Teramo.



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Società Evoluzione Demografica




La densità della popolazione in regione non è mai stata elevata se comparata alle altre regioni italiane: nel 2019 vi erano infatti 120,84 abitanti per km² in Abruzzo, a fronte di una media nazionale di 199,6.

A livello provinciale la situazione è però molto varia: la provincia di Pescara è la più densamente popolata, con 258,92 abitanti per km quadrato nel 2019, mentre, all'altro estremo, quella dell'Aquila è la meno densamente popolata, con soli 59,02 abitanti per km quadrato nello stesso anno.

Importante fenomeno demografico è l'immigrazione interna abruzzese, che continua ininterrotta con varie intensità sin dalla fine del 1800: il grande sviluppo della costa infatti ha sempre attratto nuovi residenti dalle zone più depresse dell'entroterra, e questo fenomeno che continua ancora oggi ha portato ad un progressivo spopolamento dell'entroterra regionale, in favore delle aree costiere in particolare dell'area metropolitana pescarese.

L'emigrazione estera, che in particolare nel dopoguerra spinse tanti abruzzesi a trasferirsi in altri paesi europei, si arrestò negli anni '80, coincidendo con l'inizio del nuovo fenomeno dell'immigrazione dai paesi africani e dell'Europa orientale.



***
Emigrazione
***



Secondo stime attendibili[42] sono oltre 1.300.000 gli abruzzesi che negli anni hanno lasciato la regione seguendo l'emigrazione italiana.

Fino alla metà del XX secolo l'Abruzzo è stata una regione povera, le cui attività economiche erano incentrate principalmente sulla pastorizia e agricoltura, e in molti partirono per fuggire da questa condizione di arretratezza storica; le mete più frequenti furono gli Stati Uniti, il Canada, l'America Latina e l'Australia ma anche destinazioni interne come Roma o il Nord Italia.


***
I comuni più popolosi
***


Pescara
L'Aquila
Montesilvano
Teramo
Chieti



***
Etnie e minoranze straniere
***


Secondo i dati ISTAT, i cittadini stranieri residenti nella regione al 31 dicembre 2019 erano 88 400, circa il 6.76% della popolazione, di cui i gruppi più numerosi sono originari dei seguenti Paesi:

Romania 25 921
Albania 11 521
Marocco 8 054
Cina 4 197


Nel territorio si sono storicamente insediate diverse comunità di origine slava (in particolare serbi e croati) e albanese nel teramano nel chietino e nei dintorni di Pescara, dove sorge l'insediamento arbëreshë di Villa Badessa; nel corso dei secoli queste comunità hanno perso quasi del tutto l'uso della loro lingua d'origine e gran parte delle eredità culturali della loro etnia (pur con varie sopravvivenze, come la fede cristiano-ortodossa ancora praticata a Villa Badessa).

Esse sono frutto di una grande emigrazione dai Balcani verso l'altra sponda dell'Adriatico avvenuta intorno al XVI secolo, in seguito all'espansione dell'impero Ottomano.




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Lingue e Dialetti



I dialetti e le parlate della regione possono essere divisi in quattro gruppi fondamentali:

Dialetto abruzzese adriatico, parte dei dialetti italiani meridionali, è il più diffuso in regione ed è parlato nelle province di Teramo, Pescara e Chieti, con ampi sconfinamenti anche in provincia di Ascoli Piceno


Dialetto sabino, appartenente al gruppo dei dialetti italiani mediani, è diffuso nella zona settentrionale della provincia dell'Aquila.


Dialetto abruzzese occidentale, appartenente al gruppo dei dialetti italiani meridionali, parlato nella zona centrale della provincia dell'Aquila


Altre forme dialettali campane, in particolare nell'Alto Sangro e nelle zone più meridionali della provincia dell'Aquila
Esisteva anche un idioma di ceppo albanese, l'arbëresh, parlato a Villa Badessa (Badhesa), frazione di Rosciano, estintosi nel corso del tempo, mentre permane tra gli abitanti del piccolo centro la diffusione della fede cristiano ortodossa.



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Qualità della vita
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Nel 2016 il quotidiano statunitense Huffington Post inserì l'Abruzzo in quinta posizione tra le dodici migliori regioni al mondo per la qualità della vita.

La regione viene spesso chiamata regione verde d'Europa, per la grande estensione dei suoi tre parchi nazionali (il parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, il parco nazionale della Maiella e il parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga) e delle restanti numerose aree protette, che rappresentano il 36,3% della sua superficie totale, con la concentrazione più alta in Europa

Il rapporto sull'ecosistema urbano stilato dal quotidiano Il Sole 24 Ore, misura il benessere nelle province e nelle città metropolitane italiane stimando tramite numerosi indicatori la qualità della vita complessiva e suddivisa nei settori ricchezza e consumi, ambiente e servizi, giustizia e sicurezza, affari e lavoro, demografia e società, cultura e tempo libero.

Il dato riguardante l'Abruzzo vede i propri capoluoghi nella parte media della classifica nazionale del 2022:

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view post Posted on 11/4/2023, 08:43     Top   Dislike
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Politica - Suddivisioni amministrative



Dal 1º gennaio 1948, come stabilito dall'art. 131 della Costituzione, l'Abruzzo è una regione a statuto ordinario della Repubblica Italiana, ma solo con la legge n. 281 del 1970 furono attuate le sue funzioni. Con la legge costituzionale del 27 dicembre 1963, n. 3 recante "Modificazioni agli articoli 131 e 57 della Costituzione e istituzione della regione Molise", pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 3 del 4 gennaio 1964, fu istituita la regione Molise, territorialmente separata dall'Abruzzo.

Pur essendo L'Aquila il capoluogo regionale, giunta e consiglio regionali si riuniscono anche nelle loro sedi di Pescara, dove hanno sede anche diversi assessorati regionali.



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Economia
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Nel secondo dopoguerra l'Abruzzo è rapidamente diventato la regione con il maggiore PIL pro capite del Mezzogiorno d'Italia; inoltre, dopo il Trentino-Alto Adige, è la regione italiana con la più alta percentuale di investimenti fissi lordi sul PIL: fino agli anni 1950, infatti, l'Abruzzo fu una delle regioni più povere del meridione, tuttavia in seguito a una intensa industrializzazione del territorio, in particolare nel secondo dopoguerra e in un primo momento limitata ai soli interventi pubblici, nel 1996 l'Abruzzo fu la prima regione del meridione ad uscire dal cosiddetto (e ormai obsoleto) obiettivo 1.

Nel 1951 il reddito pro capite ammontava al 53% del reddito pro capite medio in Italia; nel 1971 al 65%, mentre nel 1994 al 76%; nel 2006 ha raggiunto l'84,4%, il valore del PIL pro capite più alto fra le regioni del Sud Italia, superando per tasso di crescita molte regioni italiane; la costruzione fra gli anni 1970 e 1980 delle autostrade A14, A24 e A25 e di diverse nuove vie di comunicazione, ha aperto la regione a nuovi investimenti favorendone la crescita della produttività.

Secondo stime Eurostat, nel 2009 l'Abruzzo aveva un reddito pro capite a parità di potere di acquisto pari al 84,0% della media dell'Unione europea, il più alto reddito tra le regioni del Sud Italia.

Il terremoto dell'Aquila del 6 aprile 2009 ha però determinato una frenata dell'economia in tutta la zona aquilana, mentre la crescita dell'economia regionale continua ad essere trainata in maniera preponderante dalla fascia costiera, grazie ai poli industriali del teramano e del chietino ed alla forte concentrazione del terziario nella conurbazione pescarese.





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view post Posted on 15/4/2023, 08:53     Top   Dislike
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Agricoltura e settore primario




Sebbene con gli anni la rilevanza dell'agricoltura si sia di molto contratta nelle attività regionali, il suo peso sull'economia abruzzese continua ad essere rilevante, con numerose produzioni, spesso di eccellenza, di vini, formaggi, cereali ed ortaggi.


La transumanza, ovvero la pratica oggi quasi del tutto scomparsa dello spostamento stagionale delle greggi in altri territori, fu in passato un notevole veicolo di sviluppo economico della regione.

Anche le attività di pesca contribuiscono al settore primario dell'economia regionale; praticata prevalentemente nei porti di Pescara, Giulianova ed Ortona, in passato era caratterizzata dai tipici trabocchi, le antiche macchine da pesca che punteggiano e danno il nome alla Costa dei Trabocchi.


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Industria
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L'industria regionale si è sviluppata rapidamente nel dopoguerra, stimolata dai numerosi interventi pubblici dell'epoca, crescendo segnatamente nei settori metalmeccanico, automobilistico, alimentare, del trasporto e delle telecomunicazioni; altri nuclei industriali minori sono sorti in tutta la regione nei settori chimico, del mobile, dell'artigianato e del tessile. In Abruzzo viene inoltre prodotta una considerevole quota dell'energia elettrica italiana: con circa 22 GWh all'anno (di cui l'80% prodotto tramite fonti rinnovabili) è la quarta regione in Italia per produzione di elettricità.



La zona più industrializzata è la fascia costiera della provincia di Teramo, seguita dalla Val di Sangro nel chietino, sede del polo automotive, dalla zona industriale di San Salvo, sede di grandi realtà come Denso, Pilkington e Amazon e dalla zona industriale della Val Pescara.

In particolare la Val Vibrata, al confine con la regione Marche, è sede di numerose piccole e medie imprese del settore tessile e calzaturiero.

La Val di Sangro, una delle zone industriali più grandi del Mezzogiorno, è invece sede di stabilimenti di importanti multinazionali, come Fiat e Honda, dove risiede il più grande stabilimento produttivo di veicoli commerciali leggeri in Europa.

La provincia aquilana soffre di un certo ritardo nello sviluppo industriale rispetto alle altre, relativamente sfavorita da un territorio per lo più montano ed a minor densità abitativa; tuttavia la minore industrializzazione è in parte compensata dallo sviluppo del settore turistico, in particolare di quello invernale.

Nella Val Pescara per secoli si è sviluppato una importante industria di estrazione di idrocarburi attraverso pozzi superficiali e miniere.





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view post Posted on 19/4/2023, 20:03     Top   Dislike
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Turismo



L'offerta turistica abruzzese, la cui economia rappresenta circa il 13% del PIL regionale, è sostanzialmente divisa in due distinte categorie, seguendo le caratteristiche e le vocazioni dei vari territori: il turismo invernale è molto sviluppato nell'entroterra regionale, con numerosi impianti di risalita, fra cui le note stazioni sciistiche di Roccaraso ed Ovindoli; i diversi i parchi naturali (tra i quali spiccano il parco nazionale d'Abruzzo, il parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e il parco nazionale della Maiella) assieme ad altre aree protette della regione e riserve naturali garantiscono inoltre un indotto turistico durante le stagioni estive; la zona costiera invece, più attrezzata per il turismo di massa, fin dal 1800 si propone come méta di turismo balneare, tradizionalmente lungo la costa teramana e, in particolare dalla dismissione del tracciato originario della ferrovia Adriatica, nella Costa dei Trabocchi.

La presenza di città storiche (L'Aquila, Chieti, Sulmona, Teramo), di numerosi piccoli borghi medievali, in molti casi quasi del tutto spopolati, e chiese antiche, basiliche (tra cui la celebre Basilica di Santa Maria di Collemaggio), abbazie, eremi, santuari (tra i quali merita menzione il Santuario di San Gabriele dell'Addolorata), castelli antichi e monasteri, genera ulteriori visite di carattere storico-culturale religioso in tutta la regione.


Nonostante le alte potenzialità turistiche e gli incoraggianti dati di crescita continua delle presenze in regione, e malgrado gli sforzi più o meno efficaci dei vari enti locali e della regione di migliorare la comunicazione e la promozione turistica del territorio, l'Abruzzo resta una delle regioni meno visitate d'Italia; il clima di incertezza causato dalla pandemia di COVID-19 del 2020 in Italia ha tuttavia riportato molti turisti italiani in regione, percepita al riparo dai grandi e tradizionali flussi turistici, rendendo la stagione estiva del 2020, in particolare per le aree interne, una delle stagioni turistiche di maggior successo della storia recente.




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47 replies since 18/2/2023, 12:03   1707 views
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