| Chi desidera veramente la liberazione è chiamato Paramahamsa. L'asceta di questo grado mette in 128 Le 108 Upanishad pratica la saggezza delle scritture, percorrendo la via tracciata dagli insegnamenti delle Upanishad. Per raggiungere il piano della conoscenza trascendentale il Paramahamsa deve sviluppare tutte le qualità richieste, come la serenità, l'autocontrollo e così via. (6.25-26) Profondamente immerso nell'applicazione pratica delle Upanishad, sereno, controllato, perfettamente padrone dei sensi, libero dalla paura e dal concetto di possesso e appartenenza (mamatva), non influenzato dalla dualità, senza possedimenti o relazioni, l'asceta terrà la testa rasata e indosserà un perizoma stracciato, oppure nessun indumento del tutto. Saggio, esperto nella conclusione dei Veda e nello Yoga, libero da mamatva e ahankara, amichevole verso tutti gli esseri, sempre solitario, il sannyasi è l'unico che può superare l'oceano del mondo materiale. (6.27-29) Il periodo di addestramento presso il Guru dura solitamente un anno e viene speso al servizio dei superiori, seguendo molto attentamente le regole di yama e niyama. (6.30) Al termine di questo periodo, il sannyasi che ha raggiunto il livello del jnana yoga viaggerà da un luogo all'altro mantenendosi sulla via della retta condotta. (6.31) Dopo un altro anno si lascerà dietro gli insegnamenti di Yajnavalkya e i tre ordini inferiori del sannyasa, situandosi al livello del Paramahamsa. (6.32) Congedandosi dal Guru viaggerà per tutto il territorio, abbandonato ogni attaccamento, vinta la collera, controllati i sensi e nutrendosi in modo molto moderato. (6.33) Due situazioni sono ugualmente assurde: un uomo di famiglia che non si impegna in un lavoro produttivo e un sannyasi che lavora. (6.34) Per un sannyasi, guardare donne attraenti o consumare alcolici è come bere del veleno; dovrà evitare assolutamente di conversare con donne, chiedere loro dei favori, osservarle mentre danzano, cantano e ridono, o ascoltare pettegolezzi che le riguardano. (6.35-36) Il sannyasi non deve praticare l'adorazione ai Deva, le oblazioni rituali, i sacrifici, le abluzioni e i mantra. Non deve presentare offerte agli antenati, osservare voti o recarsi in pellegrinaggio nei luoghi sacri. Non ha regole di condotta, né legami con i risultati dell'azione. (6.37.38) L'asceta ha abbandonato tutti i doveri sociali e convenzionali, ma deve fare molta attenzione a non fare del male a nessuno, nemmeno a piante, insetti, vermi e così via. La sua mente è sempre concentrata sulla Verità suprema, nell'esistenza interiore, nella consapevolezza dell'Atman. La sua mente è sempre pura e serena, e si muove liberamente nel mondo, viaggiando da solo ma evitando le regioni dove abitano persone incivili. (6.39-41) Senza mai lodare nessuno, senza mai inchinarsi a nessuno, senza mai ricordare gli antenati, si riparerà in una casa abbandonata e diroccata, oppure sulle colline. (6.42) Viaggerà per otto mesi all'anno e si fermerà per i quattro mesi della stagione delle piogge. Non si nasconderà però come un cervo spaventato e non accetterà la richiesta di chi gli chiedesse di fermarsi più a lungo. Non attraverserà un fiume a nuoto e non si arrampicherà sugli alberi. Non assisterà ai festival e alle ricorrenze religiose, e non compirà alcuna cerimonia di adorazione. Non elemosinerà il cibo da una casa soltanto. Concentrandosi soltanto sull'Atman e abbandonando tutto il resto, elemosinerà il cibo da diverse case come le api raccolgono il miele, e rifuggirà dai cibi ricchi e grassi e specialmente dal burro chiarificato. Per il sannyasi, pranzare in una casa è come consumare della carne, usare unguenti e profumi è come spalmarsi di escrementi, mangiare zucchero e dolci è 129 Parama Karuna Devi una degradazione, indossare abiti è come mangiare gli avanzi del pasto di un'altra persona, curare il corpo con olii e massaggi è come avere relazioni sessuali, godere delle amicizie è come urina, il desiderio sessuale è come la carne bovina, il luogo dove abitava un tempo è come la casa di una persona degradata, le donne attraenti sono come serpenti, l'oro è come veleno mortale, una sala delle assemblee è come un cimitero, la capitale di un regno è come un luogo infernale, e dipendere dalle elemosine di una sola famiglia è come la carne di un cadavere. Abbandonando l'idea che gli altri siano differenti da lui stesso e senza preoccuparsi delle convenzioni, lascia il luogo dove è nato e vissuto e se ne va, evitando i luoghi che conosceva, e ricordando soltanto la gioia dell'Atman come un tesoro ritrovato. Si lascia dietro l'orgoglio di nascita e di appartenenza insieme a tutto ciò che è relativo al corpo - che considera come un ammasso di materia inerte, come un cadavere - allontanandosi dalla sua vecchia casa con lo stesso entusiasmo con cui un prigioniero rilasciato si allontana dal luogo della sua prigionia. Vivendo di cibo ottenuto senza fatica, dedicandosi alla meditazione sul Brahman e sul Pranava, libero da tutti gli impegni del mondo, si è purificato completamente da passioni, collera, avidità, illusione, orgoglio, invidia e ogni altro difetto. Non si identifica con i cambiamenti del corpo, osserva sempre strettamente la veridicità e non dice mai niente di falso. Sempre senza fissa dimora, si rifugia nelle grotte di montagna o si ferma una notte in ogni villaggio, fino a un massimo di cinque giorni in una città o un luogo sacro di pellegrinaggio sulla riva di un fiume sacro. (7.1) Il sannyasi Kutichaka fa il bagno nei tre momenti di congiunzione del giorno e della notte, il Bahudaka compie le abluzioni due volte al giorno, all'alba e al tramonto, l'Hamsa fa il bagno una volta al giorno, all'alba, il Paramahamsa compie le abluzioni mentalmente, il Turiyatita si cosparge il corpo di cenere, e l'Avadhuta purifica il corpo con l'aria. (7.2) Il Kutichaka si applica sulla fronte l'urdhvapundra (linea verticale di polpa di sandalo), il Bahudaka il tripundra (tre linee orizzontali di ceneri sacre), mentre l'Hamsa può scegliere tra l'uno o l'altro. Il Paramahamsa si cosparge semplicemente di vibhuti (ceneri sacre dal fuoco del sacrificio), il Turiyatita si applica il tilakapundra (segno circolare di polpa di sandalo) o niente del tutto, e l'Avadhuta non porta simboli di alcun genere. (7.3) Il Kutichaka si rasa la testa una volta ogni due mesi, al cambio di stagione. Il Bahudaka si rasa ogni quattro mesi, il Paramahamsa due volte all'anno, quando il sole inverte il suo cammino nel cielo, mentre il Turiyatita e l'Avadhuta non si rasano mai. (7.4) Il Kutichaka chiede l'elemosina in una casa alla volta, il Bahudaka raccoglie il cibo di porta in porta, l'Hamsa e il Paramahamsa non usano una ciotola per l'elemosina ma semplicemente accettano il cibo in mano, il Turiyatita mangia senza usare le mani e l'Avadhuta mangia solo ciò che trova sulla sua strada senza chiedere a nessuno. (7.5) Il Kutichaka può indossare una pezza di stoffa oltre al perizoma, mentre il Bahudaka indossa solo il perizoma, cioè un solo pezzo di stoffa. L'Hamsa e il Paramahamsa possono indossare una pelle di cervo come unico abito, mentre il Turiyatita e l'Avadhuta rimangono sempre nudi. (7.6) Il Kutichaka e il Bahudaka possono compiere qualche tipo di adorazione alla Divinità, mentre Hamsa e Paramahamsa compiono l'adorazione solo mentalmente. Turiyatita e Avadhuta non compiono adorazione né fisicamente né mentalmente, ma sono sempre immersi nella 130 Le 108 Upanishad contemplazione del Divino. (7.7) Il Kutichaka e il Bahudaka possono recitare mantra, l'Hamsa e il Paramahamsa possono meditare sui mantra, mentre il Turiyatita e l'Avadhuta non recitano né meditano sui mantra ma possono parlare del Vedanta, come può fare anche il Paramahamsa. Il Kutichaka, il Bahudaka e l'Hamsa invece non danno istruzioni a nessuno. (7.8) Il Kutichaka e il Bahudaka meditano sul Pranava esteriore degli esseri umani costituito da 4 parti (o matra), l'Hamsa e il Paramahamsa sul Pranava interiore costituito da 8 parti, e il Turiyatita e l'Avadhuta meditano sul Brahma Pranava costituito da 16 parti. (7.9) Il Kutichaka e il Bahudaka possono ascoltare le spiegazioni del Vedanta, l'Hamsa e il Paramahamsa meditano sulle istruzioni, e il Turiyatita e l'Avadhuta si immergono profondamente nel Brahman che è lo scopo del Vedanta. (7.10) Chi desidera la liberazione, chi vuole diventare liberato già in questa vita, deve ricordare sempre il Pranava Omkara e vivere secondo le direttive destinate al suo particolare livello di evoluzione. (7.11) Narada chiese ancora a Brahma di parlare del Pranava Omkara, che porta alla liberazione mettendo fine alla vita materiale. Brahma spiegò che l'Om è la manifestazione del Brahman osservata secondo la prospettiva della molteplicità (vyasti) di elementi trascendentali che sono però identici al tutto (samasti). Il Samhara Pranava (l'Om della dissoluzione) e lo Sristi Pranava (l'Om della creazione) sono di tre tipi: quello interiore (Antah Pranava), quello esteriore (Bahya Pranava) e quello unito (Ubhayatmaka Pranava). Il Brahma Pranava è il Pranava interiore di 8 parti oppure il Vyaharika Pranava (l'Om pratico), il Pranava esteriore e l'Arsha Pranava (l'Om dei Rishi). L'unione del Pranava interiore con quello esteriore è chiamato Virata Pranava. Il Brahma-Pranava è quindi di otto tipi, chiamati Samhara Pranava, Sristi Pranava, Antah Pranava, Bahya Pranava, Vyavaharika Pranava, Arsa Pranava, Virata Pranava e Ardhamatra Pranava. (8.1) L'Om è il Brahman. L'Om costituto da una sola sillaba è l'Antah Pranava, composto di otto parti: la vocale A, la vocale U, la consonante M, il nada (suono), il bindu (lo localizzazione), il kala (il tempo) e la shakti (l'energia). La vocale A è a sua volta costituita da 10mila parti (matra), la vocale U di 1000 parti, la lettera M di 100 parti e l'ardha matra è composto di innumerevoli parti. Il Virata Pranava è saguna (ha qualità materiali) mentre il Samhara Pranava è nirguna (senza qualità materiali) e l'Utpatti Pranava è sia nirguna che saguna. (8.2) Il Virata Pranava ha 16 parti ed è al di là dei 36 elementi primari. I 16 matra sono: la vocale A, la vocale U, la lettera M, l'ardha matra, il bindu, il nada, il kala, il kalatita (la fine del tempo), shanti (la pace), santyatita (la fine della pace), l'unmani (l'indifferenza), il manonmani (l'attenzione indifferente), il puri (il luogo), il madhyama (la posizione intermedia), il pasyanti (la rivelazione) e il para (la Realtà trascendentale). Il Brahma Pranava è uno solo, ma è sia saguna che nirguna, e grazie alla duplice essenza di Prakriti e Purusha possiede 128 matra. (8.3) Il Brahma Pranava è il sostegno di ogni cosa, lo splendore supremo e il Signore di tutto: questa è la realizzazione dei saggi. Costituisce l'esistenza di tutti i Deva e del Signore Supremo. (8.4) Nel Brahma Pranava si trovano tutte le lettere. E' il Tempo, la somma di tutti i Veda, e il benefico Shiva. E' la crema dei Veda e l'essenza di tutte le Upanishad.
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