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Antonio Salieri (Legnago, 18 agosto 1750 – Vienna, 7 maggio 1825) è stato un compositore e insegnante di musica italiano del classicismo, autore sia di musica sacra che operistica. Cittadino della Repubblica di Venezia, trascorse la maggior parte della sua vita alla corte imperiale asburgica di Vienna per la quale fu compositore e maestro di cappella. Salieri ebbe come allievi molti musicisti famosi, tra cui Beethoven, Schubert, Liszt, Czerny e Hummel, a dimostrare la validità della sua scuola di composizione.
Fu un musicista eccezionale e un ottimo insegnante; tuttavia, il suo nome è rimasto legato nell'immaginario collettivo ad una presunta rivalità con Mozart, che alimentò voci su accuse di plagio e perfino di aver causato la morte del compositore salisburghese, supposizione priva di qualunque fondamento storico, ma riproposta da Peter Shaffer nel dramma Amadeus del 1979 e poi dal regista Miloš Forman nel film omonimo del 1984.
La pretesa invidia alla base della sceneggiatura del film e la conseguente inimicizia tra i due compositori è del tutto improbabile, anche perché Salieri riscosse grande celebrità nel corso della sua lunga carriera (Mozart, invece, raggiunse l'apice della fama dopo la morte)[1]; inoltre, tra i suoi pupilli vi fu uno dei figli dello stesso Mozart, Franz Xaver Wolfgang.
Biografia La casa natale
Antonio Salieri nacque a Legnago, una cittadina in provincia di Verona, da una famiglia di ricchi commercianti, Antonio Salieri (1702-1764) e Anna Maria Scacchi (1722-1763), il 18 agosto 1750. Si avvicinò alla musica studiando violino con il fratello Francesco (allievo di Giuseppe Tartini)[2] e clavicembalo con un organista della sua città natale, Giuseppe Simoni. Alla morte dei genitori, intorno al 1764, si trasferì assieme al fratello a Venezia, dove continuò i suoi studi. Nel 1766 attirò l'attenzione del Kapellmeister (maestro di cappella) viennese Florian Leopold Gassmann, che si trovava a Venezia per sovrintendere alla messa in scena della sua opera basata sull'episodio di Achille a Sciro e intitolata, appunto, Achille in Sciro.
Il musicista austriaco, che rimase colpito dal talento di Salieri, si affezionò sinceramente al giovane e lo prese con sé. Portatolo a Vienna alla corte di Giuseppe II d'Asburgo, presso cui era dipendente, ne curò personalmente l'istruzione, insegnandogli contrappunto, composizione, latino, tedesco e francese. A corte, Salieri attrasse anche la benevolenza di altri personaggi, tra cui lo stesso imperatore, che, alla morte di Gassmann nel 1774, lo nominò successore del maestro defunto, istituendolo, a soli ventiquattro anni, sia Kammerkomponist sia direttore musicale dell'opera italiana a Vienna.[3]
Ebbe così inizio una carriera brillante, che lo avrebbe portato a diventare maestro di cappella alla corte asburgica, compositore e insegnante di corte. Protetto dell'imperatore e in ottimi rapporti con Gluck, Metastasio e Haydn, Salieri fu uno fra i più prolifici autori di musica da camera e musica sacra, ma soprattutto di opere liriche all'italiana del suo tempo.
Salieri esordì nel 1770 con un'opera buffa, Le donne letterate, cui fece seguito, l'anno successivo, Armida (seria) e, alcuni anni dopo, l'opera che lo avrebbe consacrato nel panorama musicale dell'epoca, L'Europa riconosciuta,[4] commissionatagli dall'imperatrice Maria Teresa d'Austria per l'inaugurazione, il 3 agosto 1778, del Nuovo Regio Ducal Teatro (l'attuale Teatro alla Scala) fatto erigere a Milano (la medesima opera salutò il 7 dicembre 2004 la riapertura del teatro scaligero dopo un radicale lavoro di restauro).
Ma la predilezione per il dramma parlato e la riorganizzazione dei teatri di corte, voluta dall'imperatore nel 1776, lasciavano poche opportunità a Salieri per comporre nuove opere a Vienna, pertanto il musicista rivolse la sua attenzione all'Italia. Tra il 1778 e il 1780 scrisse cinque opere per i teatri di Milano, Venezia e Roma, tutte di argomento comico, ad eccezione dell'Europa riconosciuta. Tra le opere buffe di gran lunga più popolari, compose La scuola de' gelosi, su libretto di Caterino Mazzolà (scritta per il carnevale di Venezia del 1779), opera che più di ogni altra diffuse la fama di Salieri in tutta Europa. Nel 1780 Giuseppe II lo incaricò di scrivere un singspiel eseguito da cantanti e musicisti del proprio teatro nazionale, una delle uniche due opere in tedesco di Salieri, Der Rauchfangkehrer (1781), che ebbe un notevole successo fino a quando non fu oscurata dal Ratto dal serraglio di Mozart.[5]
Nel febbraio del 1788 l'imperatore concesse a Salieri la carica di Hofkapellmeister, ruolo che già dal 1775 aveva assolto spesso, sostituendo il titolare Giuseppe Bonno quando era malato.
Dopo la morte di Giuseppe II (avvenuta il 20 febbraio 1790) e con l'ascesa al trono di Leopoldo II, circolarono voci secondo le quali Salieri doveva essere licenziato, oppure che aveva presentato le sue dimissioni da Hofkapellmeister. In realtà, sembra che Salieri abbia chiesto, e ottenuto, di essere esentato dall'obbligo delle prove quotidiane e della direzione delle opere, in cambio del quale accettò di comporre ogni anno una nuova opera per il teatro di corte. I compiti dai quali fu sollevato furono assegnati al suo allievo e protetto Joseph Weigl. Salieri intorno al 1802 circa.
Negli anni '90 del Settecento Salieri, rimasto privo del sostegno di Giuseppe II, non ebbe nemmeno più l'opportunità di scrivere opere per Parigi (tagliato fuori dagli esiti della Rivoluzione), né di usufruire del talento teatrale di Lorenzo Da Ponte (caduto in disgrazia presso la corte) e senza la stimolante rivalità di Mozart (morto nel '91). Nel 1794 rinnovò il contatto con De Gamerra e insieme scrissero tre opere per i teatri di corte: Eraclito e Democrito, Palmira regina di Persia e Il moro. La prima e la terza ebbero un discreto apprezzamento (con meno di 20 rappresentazioni nei teatri di corte), mentre Palmira riscosse il maggior successo di tutte le altre sue opere tarde. L'ultimo collaboratore italiano di Salieri, Carlo Prospero De Franceschi, gli fornì libretti per tre opere eseguite nel 1799 e nel 1800, tra cui Falstaff (1799). L'ultima opera completa di Salieri, Die Neger, ricevette scarsi applausi nel 1804.
Come Hofkapellmeister, Salieri curò la scelta dei nuovi strumentisti e cantanti di corte, supervisionò l'acquisto degli strumenti e mantenne la biblioteca musicale in buone condizioni. I registri della cappella reale per il periodo dal 1820 sino al suo pensionamento nel 1824 mostrano che per i servizi regolari scelse più frequentemente le messe di Albrechtsberger, Joseph e Michael Haydn, Georg Reutter il giovane, Eybler, Leopold Hofmann e Mozart. Opere
Fra le sue trentanove composizioni per il teatro[6] si ricordano: Armida (1771), La scuola de' gelosi (1778), Der Rauchfangkehrer (1781), Les Danaïdes (1784), attribuita in un primo tempo allo stesso Gluck, Prima la musica e poi le parole (1786), Tarare (1787), La grotta di Trofonio, Eraclito e Democrito, Axur, Re d'Ormus (1788) che contiene l'intermezzo Arlecchinata, Palmira, regina di Persia (1795), Falstaff, ossia le tre burle (1799), tema tratto da Le allegre comari di Windsor di Shakespeare che sarebbe stato poi ripreso da Giuseppe Verdi per il suo Falstaff.
Da segnalare anche il dramma giocoso in due atti Il mondo alla rovescia,[7] rappresentato per la prima volta in tempi moderni il 14 novembre 2009 al Teatro Salieri di Legnago (Verona). Fra le composizioni strumentali spiccano due concerti per pianoforte e orchestra e un concerto per organo scritti nel 1773, un concerto per flauto, oboe e orchestra del 1774, un insieme di ventisei variazioni su La Follia di Spagna (1815) e le numerose serenate. Salieri ha scritto anche alcuni deliziosi concertini (della durata di circa dieci minuti) e una pregevole fuga.
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