IL FARO DEI SOGNI

Categoria:Inventori francesi

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Pagine nella categoria "Inventori francesi"

Questa categoria contiene le 96 pagine indicate di seguito, su un totale di 96.
A

Clément Ader
Géo André
Nicolas Appert

B

Antoine Baumé
Camille Beauvais
Julien Belleville
Joseph Béranger
Théodore-Pierre Bertin
Georges Beuchat
Jean-Pierre Blanchard
André Blondel
Léon Bouly
Paul-Charles-Amable de Bourgoing
Charles Bourseul
Louis Braille
Eugène Brillié
Nicolas Briot

C

Louis Paul Cailletet
Claude Chappe
Hilaire de Chardonnet
Jacques Alexandre César Charles
Antoine-Alphonse Chassepot
Charles Cros

D

Louis Daguerre
Marcel Dassault
Thomas de Colmar
Jules-Albert De Dion
Paolo De Flotte
Jean-Baptiste de La Chapelle
Jean de Mannoury d'Ectot
Merry Delabost
Henri-Gustave Delvigne
Georges Demenÿ
Doret
Louis Jules Duboscq
Antoine Dupré (inventore)

F

Nicolas Flobert
Hércules Florence
Paul-Gustave Froment

G

Joseph-Ignace Guillotin
André-Jacques Garnerin
Léon Gaumont
Henri Giffard
Benoît Gonod
Maurice Goudard
Maxime Guillaume

H

Marie Harel
Jean de Hautefeuille
Gustave Hermite
Eugene Houdry

J

Joseph-Marie Jacquard
Lucien Juy

K

Fritz Kaftanski
Adolphe Kégresse

L

Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos
Pierre Lallement
Eugène Augustin Lauste
Yves Le Prieur
Louis Aimé Augustin Le Prince
Nicolas Lebel
Philippe Lebon
Casimir Lefaucheux
Étienne Lenoir
Charles-Lucien Lépine
Stanislas Limousin
Henri Lioret
Antoine Louis
Auguste e Louis Lumière

M

Étienne-Jules Marey
Maurice Martenot
Marcel Mennesson
Ernest Michaux
Joseph Monier
Fratelli Montgolfier
Roland Moreno
Augustin Mouchot
August Mustel

P

Denis Papin
Gaston de Pawlowski
Alphonse Pénaud
Louis-Guillaume Perreaux
Hippolyte Pixii

R

Raoul Grimoin-Sanson
Charles-Émile Reynaud
Jules Richard (fotografo 1848)
Émile Rimailho
Isaac de Rivaz
Louis Nicolas Robert
Alphonse Beau de Rochas

S

Édouard-Léon Scott de Martinville

T

Louis-Étienne de Thouvenin
Gustave Trouvé

V

Jacques de Vaucanson
Lucien Vidi
Paul Marie Eugène Vieille

Z

Franky Zapata

......................................................................





Clément Ader


Clément Ader (Muret, 2 aprile 1841 – Tolosa, 5 marzo 1925) è stato un ingegnere, inventore e pioniere dell'aviazione francese.

Biografia

Durante la guerra franco-prussiana del 1870-1871 costruì a proprie spese un pallone aerostatico, e nel 1873 sperimentò un aliante di sua concezione. Nel 1876 abbandonò il suo impiego presso l'amministrazione statale delle vie di comunicazione per cercare di fare fortuna dedicandosi a tempo pieno alla ricerca aeronautica.

Esperto in telefonia, si dedicò per un periodo all'elettrotecnica e alle comunicazioni – installando nel 1880 la prima rete telefonica di Parigi.

Nel 1882 iniziò la costruzione di un primitivo aeroplano, l'Éole, che terminò nel 1890; esso, equipaggiato con un motore a vapore, compì un breve volo il 9 ottobre di quell'anno ed è considerato da diverse fonti il primo velivolo più pesante dell'aria a essersi sollevato da un terreno pianeggiante con la sola potenza del suo motore – anche se la scelta del propulsore a vapore e l'assenza di organi efficienti per il controllo del volo rendevano l'aereo sostanzialmente inadatto a rimanere stabilmente in volo per periodi prolungati.

Avendo suscitato l'interessamento dell'esercito francese, nel corso degli anni 1890 Ader poté approfittare di sovvenzioni governative per portare avanti due nuovi progetti di velivoli a vapore, l'Avion II (che non venne mai costruito) e l'Avion III (che venne sperimentato, senza successo, nel 1897). Un Avion IV che avrebbe dovuto montare un motore a scoppio rimase, a sua volta, solo allo stadio di progetto.

Tra le altre sue attività vi fu anche quella di costruttore automobilistico con la Ader, attiva nei primi anni del XX secolo.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Cl%C3%A9ment_Ader

 
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Géo André



Georges Ivan "Géo" André (Parigi, 13 agosto 1889 – Biserta, 4 maggio 1943) è stato un atleta, rugbista a 15, ingegnere, inventore e giornalista sportivo che rappresentò la Francia ai Giochi olimpici nella corsa piana e a ostacoli, e a livello internazionale nel rugby nel ruolo di tre quarti ala. Dopo la fine dell'attività agonistica fu giornalista sportivo e morì nel 1943 in Tunisia durante la seconda guerra mondiale da soldato dei Corpi Franchi d'Africa al seguito delle truppe alleate.


Biografia

Studente in ingegneria elettrotecnica e aerospaziale, André brevettò un modello di lavastoviglie nei primi anni del Novecento[2]; entrò nella polisportiva Stade Français di Parigi, tesserandosi alle sezioni di atletica leggera e rugby a 15.

Prima della Grande Guerra disputò 7 incontri per la Nazionale francese di rugby; durante il conflitto fu pilota di caccia e cadde prigioniero dei tedeschi, detenuto nel campo di Soltau[3]; tornato alla vita civile partecipò ad altre due edizioni dei Giochi olimpici; dal 1927 fu giornalista sportivo. Ripiegato in Algeria durante il secondo conflitto, si arruolò nei corpi franchi di fanteria dell'Africa al seguito delle Forze alleate, e fu ucciso in combattimento nel maggio 1943 a 53 anni.
Carriera nell'atletica
André prese parte a quattro edizioni dei Giochi olimpici: la prima fu a Londra nel 1908 a 18 anni, nel corso della quale conquistò la medaglia d'argento nel salto in alto e si piazzò al quinto posto nel salto in alto da fermo[4]; quattro anni più tardi, Stoccolma, giunse sedicesimo nel salto in lungo da fermo, ventiduesimo nel pentathlon, eliminato in semifinale dei 110 metri ostacoli e prese parte alle gare di salto in alto e salto in alto da fermo, per le quali non fu registrata la posizione in classifica[4]. Dopo la guerra, nel 1920, fu ad Anversa, dove vinse la medaglia di bronzo nella staffetta 4×400 metri con la squadra francese composta, oltre che da lui stesso, da Gaston Féry, Maurice Delvart e André Devaux, fu quarto nei 400 metri ostacoli e partecipò alla gara dei 400 metri piani, concludendo con l'eliminazione in semifinale[4]; infine, nel 1924 a Parigi, fu il lettore del giuramento olimpico e il portabandiera della squadra francese, oltre a classificarsi quarto nei 400 metri ostacoli[4].


Screenshot_2022-12-16_at_18-34-41_Geo_Andre_-_Wikipedia


Carriera nel rugby a 15

Tra il 1906 e il 1908, nel periodo in cui praticò atletica per lo Stade français, militò anche nella relativa squadra di rugby, con cui vinse il titolo di campione di Francia nel 1907-08, l'ultima stagione in tale club; successivamente passò al Racing Club de France, altra compagine polisportiva parigina, in cui militò fino al 1927.

Prima della Grande Guerra esordì per la Francia nel gennaio 1913 a Bordeaux durante il tour in Europa della Nazionale sudafricana: André si mise in luce marcando 2 punti nell'incontro perso 5-38 dai francesi contro gli Springbok; successivamente prese parte a tre incontri del Cinque Nazioni 1913 e ad altrettanti del 1914, i suoi ultimi: furono 7 in totale gli incontri internazionali, con 11 punti, frutto di 3 mete[5] e un calcio di trasformazione.

Arruolatosi come pilota durante la guerra, fu assegnato a un reparto nello Champagne: lì, venuto in contatto con l'ex giocatore e arbitro Henri Amand (primo internazionale della storia del rugby francese), organizzò nel 1915 un incontro di rugby su un improvvisato campo di gioco che aveva una trincea come linea laterale[6]; fu, in assoluto, l'ultimo incontro di Amand, già quarantaduenne, anche se la partita non vide mai la fine perché fu interrotta dal fuoco tedesco[6].

Ritornato alla vita civile, continuò a gareggiare per il Racing Club fino al 1927, quando smise l'attività sportiva a 38 anni.
Post carriera sportiva

Già dal 1918, al ritorno dalla guerra, André svolgeva la professione di giornalista sportivo, attività durante la quale collaborò per varie testate: il Miroir des sports, L'Excelsior, L'Intransigeant e La Vie au grand air[7]; fu, anche, dirigente sportivo del Racing Club de France e si batté, invano, affinché alla Germania hitleriana non fossero concesse le Olimpiadi di Berlino del 1936[8].

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, e la caduta della Francia centro-settentrionale sotto il governo fantoccio di Vichy, André prese il volo insieme a suo figlio da Lézignan[7], sui Pirenei, verso Algeri, dove si trovavano truppe fedeli alla Francia libera; lì fu poco dopo raggiunto anche dalla figlia Christiane (1911-2014)[7], anch'essa atleta e dirigente sportivo militare[9]; sia lui che i figli parteciparono alla guerra contro i tedeschi. Arruolatosi nei Corpi Franchi d'Africa, il 4 maggio 1943, durante la battaglia per la riconquista di Tunisi, fu ucciso in un'imboscata nei dintorni di Biserta, in Tunisia[7].

Al suo nome è intitolato l'impianto polifunzionale “Géo-André” di Parigi in rue du Commandant Guilbaud, sede della polisportiva Stade Français[10]; altre città di Francia hanno stadi e impianti a suo nome, come Reims, La Courneuve, Le Grand-Quevilly (Rouen), Calais e altre.
Record nazionali

110 metri ostacoli: 15"8 (1908); 15"4 (1922)
400 metri ostacoli: 57"0 (1913, 1920); 56"0 (1920); 55"6 (1920)
Salto in alto: 1,79 m (1907); 1,80 m (1908); 1,885 m (1908)
Staffetta 4×100 metri: 3'24"0 (1922) con André Devaux, Gaston Féry e P. Metzelard

Palmarès
Rugby a 15

Silver Dish.png Campionati francesi: 1

Stade français: 1907-08





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/G%C3%A9o_Andr%C3%A9

 
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Nicolas Appert


Nicolas Appert (Châlons-en-Champagne, 17 novembre 1749 – Massy, 1º giugno 1841) è stato un inventore francese.

A lui si deve l'invenzione del metodo per la conservazione ermetica dei cibi.

Appert era un venditore di dolci. Dopo anni di sperimentazioni, nel 1810 Appert presentò la sua invenzione al governo francese che gli diede la scelta fra l'iscrizione di un brevetto o un premio di 12.000 franchi. Appert scelse il premio e lo stesso anno pubblicò L'Art de conserver les substances animales et végétales. Questo fu il primo ricettario sul moderno metodo per la conservazione dei cibi tramite le bottiglie con chiusura ermetica. In seguito riempì le bottiglie con i più svariati alimenti: carne, pollame, uova, latte e piatti pronti, bastava levare l'aria e chiudere ermeticamente la bottiglia con un tappo, la bottiglia doveva essere avvolta in una tela e successivamente immersa in acqua bollente fino a quando il cibo non fosse cotto.
Bouteille à conserve Appert

La "Casa di Appert" divenne la prima fabbrica di alimenti in vasi di vetro al mondo. Da ricordare che ciò accadde circa cinquanta anni prima che Louis Pasteur dimostrasse che il calore era in grado di uccidere i batteri.

Il metodo di Appert era molto semplice da realizzare, si diffuse velocemente e fu sperimentato con grande successo durante le campagne napoleoniche.

Nell'agosto del 1810, un inglese, Pierre Durand, brevettò un suo metodo, utilizzando, questa volta, dei recipienti di stagno, realizzando l'attuale conservazione dei cibi in scatola. Nel 1812 Bryan Donkin e John Hall presero in considerazione entrambe le invenzioni e iniziarono a produrre delle conserve.





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Antoine Baumé


Antoine Baumé (Senlis, 26 febbraio 1728 – Parigi, 15 ottobre 1804) è stato un chimico, farmacista e inventore francese del XVIII secolo.


Biografia

Antoine Baumé nacque in una famiglia di albergatori a Senlis (Oise) nel 1728. Iniziò a lavorare all'età di 13 anni presso uno speziale a Compiègne. Nel 1745 proseguì come apprendista in una farmacia parigina nel dispensario del famoso Étienne-François Geoffroy, noto come Geoffroy l'Aîné. Nel dicembre 1751 gli venne riconosciuto il titolo di maestro speziale.

Entrato come professore di chimica al Collège de France nel 1752, istituì nel 1757 con Pierre-Joseph Macquer un corso di chimica, di cui fu dimostratore fino al 1773, compiendo numerosi esperimenti sulle materie più disparate: preparazione del mercurio, cristallizzazione dei sali, lavorazione della porcellana, tintura dei tessuti, conservazione del grano, doratura degli orologi, ecc. Contribuì con diversi articoli di chimica, assieme a Philippe Macquer, alla pubblicazione di un dizionario enciclopedico: il Dictionnaire portatif des arts et métiers,[1][2] pubblicato con la prefazione di Pierre-Joseph Macquer, fratello di Philippe, nel 1767.

Nel 1767, questo chimico specializzato nelle salamoie sviluppò metodi di produzione su larga scala e gestì la prima fabbrica francese che vendeva cloruro d'ammonio o sale di clorammonio. Dedicò al progresso della scienza una fortuna acquisita dal suo lavoro, divenendo nel 1773 membro dell'Accademia delle scienze, di cui divenne residente nel 1785.

Fu autore di numerose memorie e articoli sui temi più disparati, stimati ai suoi tempi. Rovinato dalla Rivoluzione, riprese la carriera industriale e commerciale che aveva abbandonato nel 1787 con la cessazione dell'attività della sua fabbrica chimica. Fu eletto socio dell'Institut de France nel 1796, durante la sua riorganizzazione, ma il suo attaccamento alla teoria del flogisto gli impedì di raggiungere un grado superiore.
Invenzioni e contributo scientifico
Chymie expérimentale et raisonnée, vol. I, 1773

A Baumé si devono diverse invenzioni utili alle arti, diversi processi di tintura e doratura; riuscì a rendere comparabili i termometri e inventò l'idrometro (dal greco αραιός, non molto denso, e μετρον, misura) e la relativa scala che porta il suo nome: il grado Baumé. Questo idrometro a peso costante può misurare la concentrazione di qualsiasi soluzione. La graduazione in gradi Baumé (° Bé) è arbitraria ed è valida solo a una data temperatura (il peso specifico di una soluzione varia con la temperatura), da cui la necessità di disporre di tabelle di correzione basate sulla temperatura.

Baumé fu un sostenitore delle dottrine chimiche di Stahl e un oppositore della rivoluzione operata nella scienza da Lavoisier. La sua determinazione a difendere la teoria del flogisto in quest'era di rivoluzione scientifica gli nocque molto. Nell'edizione del 1795 dei suoi Éléments de pharmacie théorique et pratique[3] tentò di dimostrare che l'acqua non è composta da idrogeno e ossigeno confutando gli esperimenti di Lavoisier e Laplace.

Antoine Baumé va comunque inserito nel suo contesto storico. Non era particolarmente retrogrado poiché nella sua opera Chymie expérimentale et raisonnée del 1773 si scagliò contro la pietra filosofale, supposto rimedio di tutti i mali, e contro gli alchimistiː
(FR)

«On a mis entre ces deux genres d’artistes (Chymistes et Alchymistes) la même distinction qu’entre les Astronomes et les Astrologues. On connoît le ridicule justement appliqué à l’astrologie ; mais le ridicule de l’Alchymie n’est pas aussi universellement reconnu : beaucoup de personnes sont encore dupes de la croyance qu’elles donnent à l’Alchymie.»
(IT)

«Va posta la stessa distinzione tra questi due tipi di artefici (chimici e alchimisti) che tra astronomi e astrologi. Sappiamo del ridicolo giustamente applicato all'astrologia; ma il ridicolo dell'alchimia non è così universalmente riconosciuto: molte persone sono ancora ingannate dalla convinzione che danno all'alchimia.»
( Chymie expérimentale et raisonnée, vol. 3, 1773, pp. 616-630.)
Opere

Dissertation sur l'æther: dans laquelle on examine les différens produits du mêlange de l'esprit de vin avec les acides minéraux, Jean-Thomas Hérissant, 1757, p. 332.
Eléments de Pharmacie théorique et pratique, 1762 (9 edizioni dal 1762 al 1818)
Eléments de Pharmacie théorique et pratique, Samson, Paris Nouvelle, 1770; 3ª ed. 1773; 4ª ed. 1777; 5ª ed. 1784
Éléments de pharmacie théorique et pratique, C.N. Guillon-d'Assas, 1795, p. 835.
Manuel de chymie ou exposé des opérations de la chymie et de leurs produits, 1763.
Manuel de chymie, ou Exposé des opérations de la chymie et de leurs produits, vol. 1766, P. F. Didot le jeune, p. 501.
Chymie expérimentale et raisonnée, vol. 1, Paris, Pierre François Didot (il giovane), 1773.
Chymie expérimentale et raisonnée, vol. 2, Paris, Pierre François Didot (il giovane), 1773.
Chymie expérimentale et raisonnée, vol. 3, P. F. Didot le jeune, 1773.
Mémoire sur la meilleure manière de construire les alambics et fourneaux, P. F. Didot le jeune, 1778, p. 128.
Mémoires sur les argiles, 1796.
Mémoire sur les marrons d'Inde, 1797, p. 92.

Note

^ (FR) Philippe Macquer, Dictionnaire portatif des arts et métiers, Lacombe, 1767, p. 631.
^ (FR) Philippe Macquer, Dictionnaire portatif des arts et métiers, Lacombe, 1767, p. 588.
^ (FR) Antoine Baumé, Éléments de pharmacie théorique et pratique, C.N. Guillon-d'Assas, 1795, p. 835.

Bibliografia

Fonti

(FR) Marie-Nicolas Bouillet e Alexis Chassang, BAUMÉ (Antoine), in Dictionnaire universel d’histoire et de géographie, 1878.
(FR) Thierry Thomasset, Antoine Baumé, su Tout sur les unités de mesure (UTC). (per biografia e descrizione della "scala Baumé").





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Antoine_Baum%C3%A9

 
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Camille Beauvais


Camille Beauvais (1780? – 1851) è stato un imprenditore e inventore francese.


Biografia

A 18 anni era a capo di una manifattura per la seta a Lione, a 20 anni impiegò 2000 operai.

L'imperatore Napoleone lo presentò a Giuseppina di Beauharnais come raro esempio di prezioso talento. Beauvais per primo fabbricò in Francia un tessuto crêpe cinese, preso di nascosto da un pezzo di vestito dell'imperatrice; è stato l'inventore anche di molti altri modi ingegnosi per tessitura della seta. All'età di 26 anni fu presidente del "Tribunale di prud'hommes" a Lione. Ottenne la croce della Legion d'Onore nel 1817. Si ritirò dagli affari come produttore molti anni prima della sua morte ma continuò a nutrire grande interesse per il commercio della seta. Sollecitò ed ottenne dal governo francese a condizioni molto vantaggiose la locazione di una certa porzione della foresta di Sénart, dove collocò gli stabilimenti per l'allevamento del baco da seta.[1]

Beauvais ideò un sistema di allevamento del baco da seta di tipo artificiale in cui la temperatura e l'umidità erano tenute sotto controllo per mezzo di appositi condotti d'aria.[2] Il procedimento inventato consisteva nell'espellere dalla bigattaia, con l'uso di grandi ventilatori, l'aria viziata sostituendola con aria fresca. Lo scopo era quello di passare, in meno di ventiquattro giorni, dalla semente alla formazione del bozzolo, risparmiando così tempo e manodopera.[3] Il metodo venne utilizzato per la prima volta a Castel Goffredo, in provincia di Mantova, da Bartolomeo Riva presso la sua residenza estiva di "Corte Palazzo"[4], dando così vita alla coltura del baco su scala industriale.
Onorificenze
Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore
— 1817





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Julien Belleville


Julien Belleville (Bourmont, 24 gennaio 1823 – Parigi, 29 marzo 1896) è stato un inventore e imprenditore francese.
Biografia

Julien Belleville è ricordato, come inventore, per la creazione della caldaia a tubi d'acqua di tipo Belleville che fu da lui brevettata nel 1850[1] e per il fatto che in un suo brevetto del 1867 riguardante una combinazione di molle, viene per la prima volta mostrato il principio delle molle a tazza, che da lui saranno poi chiamate anche "rondelle (o molle) Belleville".

Fondò nel 1850 gli Ateliers et Chantiers de l'Ermitage a Saint-Denis[2] e divenne presidente di numerose istituzioni professionali. Suo genero Louis Delaunay-Belleville, cofondatore della casa automobilistica Delaunay-Belleville, occupò un seggio fra i quindici reggenti della Banca di Francia e fu nominato direttore dell'Esposizione Universale del 1900.[3]

Morì nel XVII arrondissement di Parigi.





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Joseph Béranger


Joseph Béranger (1802 – Marsiglia, 1870) è stato un inventore e imprenditore francese[1], proprietario di una fabbrica di strumenti di pesatura, noto per un cambiamento radicale nel progetto della bilancia Roberval.[2]
Notice abrégée sur le nouvel instrument de pesage, 1847

Nel 1827 costituì una società con Mercier, la Mercier et Béranger. Nel 1834 l'impresa assunse il nome di Béranger et Cie; dal 1857 la società fu gestita dal genero Catenot e l'azienda prese il nome di Catenot-Béranger et Cie.[3]

Nel 1847 Beranger propose di migliorare il dispositivo del suo predecessore, Gilles de Roberval, con leve ausiliarie al posto dei montanti sotto il doppio bilanciere principale[4]. Grazie a ciò è stato possibile ridurre l'azione delle forze esterne e delle forze di attrito e, pertanto, aumentare la sensibilità del dispositivo. La domanda di brevetto venne depositata nel 1847 e il brevetto stesso fu concesso nel 1949.[5] Un progetto innovativo di bilance con scodelle sopra il sistema a bilanciere venne introdotto nella produzione di massa solo all'inizio del XX secolo. Per molto tempo, le bilance di Beranger erano presenti sui banchi di molti negozi.[2]

Opere

(FR) Notice abrégée sur le nouvel instrument de pesage, Versailles, Brunox, 1847.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Joseph_B%C3%A9ranger

 
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Théodore-Pierre Bertin


Biografia

Théodore-Pierre Bertin, pur essendo autore di una cinquantina tra opere e traduzioni di vario genere, nonché studioso anche nel campo tecnico, è ricordato principalmente per avere assunto l'incarico di adattare alla lingua francese il sistema stenografico dell'inglese Taylor, iniziando così la stenografia moderna in Francia. Figlio di Louis Bertin, avvocato del Parlamento, e di Louise Mitantier, cominciò a lavorare come insegnante d'inglese a Parigi e traduttore, poi fu impiegato presso le "Fermes générales". In seguito soggiornò a Londra dove studiò il sistema stenografico di Samuel Taylor. Al suo rientro a Parigi nel 1791 tradusse il libro An essay intended to establish a standard for an universal system of Stenography, or Short-hand writing (Saggio finalizzato a fissare una normalizzazione di un sistema stenografico universale) dello stesso Samuel Taylor. Pubblicò la propria traduzione con il titolo Système universel et complet de Stenographie ou Manière abrégée d'écrire applicable à tous les idiomes (Sistema universale e completo di stenografia o maniera abbreviata di scrivere applicabile a tutte le lingue), la cui prima edizione fu pubblicata nel 1792. Nel gennaio del 1793 lasciò Parigi e soggiornò per qualche tempo a Donnemarie-Dontilly a partire dal settembre del 1793. Nel 1795 la Convenzione Nazionale Francese gli assegnò una sovvenzione annuale per il proseguimento della sua opera: la seconda edizione verrà pubblicata nel 1795, la terza nel 1796, e la quarta nel 1803.

Nella Francia travagliata del suo periodo l'attività di Bertin trovò un vastissimo impiego. A Parigi trascrisse per i giornali i discorsi delle Assemblee Rivoluzionarie. Fu proprietario di una libreria, nella quale svolgeva anche una compravendita di medaglie. Continuò a lavorare per il governo durante il Direttorio; mentre il Consolato ed il Primo Impero non si servirono della sua opera, che riprese nel periodo della Restaurazione (aprile 1814), durante il quale organizzò un servizio stenografico per le Camere ed ottenne un pubblico impiego anche nell'amministrazione delle licenze commerciali (Régie des Droits Réunits). Nel 1817 fu stenografo per il giornale, di tendenza conservatrice, "Le moniteur universel".
"Lampe docimastique", inventata da Théodore-Pierre Bertin (1751-1819) conservata a Remiremont, Museo Charles Friry

Tradusse dal'inglese:

Mallet, "Vie de Bacon", 1788.
Young, "Satyres", 1798.
Taylor, "Système de sténographie", 1792 e 1803.
"Le Newton de la jeunesse", 1808 e 1825, sorta di "lezioni didattiche " per ragazzi.

Théodor-Pierre Bertin fu attivo anche nel settore tecnico-scientifico. Brevettò infatti la "lampe docimastique", antenata della lampada saldatrice.

Venne pubblicata una sua biografia nel 1886 (Pierre Bertin, sténographe, littérateur et inventeur) ad opera di Ernest Choullier.
Il Sistema Taylor-Bertin

Rispetto al sistema Taylor, il Bertin non era forse particolarmente veloce, ma in compenso era più chiaro nella lettura. Ogni suono possedeva il suo distinto segno, quasi sempre lo stesso del sistema inglese di origine; dal quale si differenziò per l'aggiunta di alcuni simboli soprattutto per indicare le vocali finali. Come Taylor eliminò tutte le vocali che non fossero iniziali o finali; il che poteva causare alcune ambiguità, ma per la prima volta in tempi moderni permise agli stenografi di scrivere con la stessa velocità del parlato. Il metodo era costituito da 16 segni di base, più alcuni segni per le iniziali e le finali. Il suo sistema fu il primo che permise di unire i segni tra di loro senza mai staccare la penna dalla carta. Inoltre Bertin introdusse abbreviazioni che consistevano nella soppressione di alcune lettere o nella riduzione di alcune parole alla loro iniziale.

Il metodo di Bertin fu in seguito perfezionato da Hippolyte Prévost e successivamente da Albert Delaunay.
Bibliografia

Ernest Chouillier, Pierre Bertin, sténographe, littérateur et inventeur (1751-1819), L. Frémont,, Arcis-sur-Aube 1886
Christian Johnen Allgemeine Geschichte der Kurzschrift. 4ª ed., H. Apitz, Berlino 1940
Olof Werling Melin, Stenografiens Historia, 1ª ed., Nordiska Bokhandeln, Tukholma 1927





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Th%C3%A9odore-Pierre_Bertin



Edited by (((claudio))) - 24/12/2022, 17:50
 
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Georges Beuchat


Georges Beuchat (Marsiglia, 11 febbraio 1910 – Cassis, 20 ottobre 1991[1]) fu un sub inventore e imprenditore francese.

Biografia

Georges Beuchat fu un pioniere delle immersioni subacquee e fondatore della Beuchat.

Durante l'arco della sua attività inventò dispositivi che hanno fatto la storia delle immersioni subacquee, come la boa di superficie nel 1948, la prima custodia impermeabile per fotocamere nel 1950, le prime pinne con valvola Jetfins nel 1964.
Invenzioni

1947: Tarzan fucile subacqueo
1948: Boa di superficie
1950: Tarzan custodia impermeabile per fotocamera
1950: Tarzan Calf cover
1958: Compensatore (maschera)
1960: Espadon pinne
1963: Tarzan muta
1964: Jetfins pinne
1964: Souplair regulator
1975: Marlin fucile s.
1978: Atmos regulator

Onorificenze

1961: Prix de l’Exportation





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Jean-Pierre Blanchard


Jean-Pierre François Blanchard (Le Petit-Andelys, 4 luglio 1753 – Parigi, 7 marzo 1809) è stato un pioniere dell'aviazione e inventore francese noto soprattutto per essere stato il primo a trasvolare (in pallone) il canale de La Manica in compagnia dello statunitense John Jeffries nel 1785.
Jean Pierre Blanchard

Pioniere dell'aviazione, compì la prima ascensione in pallone nel 1784.

Nel 1793 eseguì la prima ascensione in pallone del Nord America partendo dalla città di Filadelfia (Pennsylvania) e facendo tappa a Deptford, Gloucester County nel New Jersey. Tra gli spettatori del suo volo c'era anche il Presidente George Washington. Durante le sue esibizioni americane, perse il figlio in un incidente di volo.
il volo in mongolfiera del 1785

Blanchard è anche autore dei primi voli in pallone di Belgio, Germania, Paesi Bassi e Polonia.

Nel 1808 cadde dal suo pallone all'Aia, in Olanda, e rimase ferito. Morì il 7 marzo 1809 dopo essere rientrato a Parigi.

La sua seconda moglie, Madeleine Sophie Armant (Sophie Blanchard), proseguì le sue presentazioni di volo libero; perì in un incendio del suo pallone il 6 luglio 1819.




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André Blondel


André-Eugène Blondel (Chaumont, 28 agosto 1863 – Parigi, 15 novembre 1938) è stato un ingegnere e fisico francese, noto per essere l'inventore dell'oscilloscopio elettromeccanico e di un sistema di unità di misura per grandezze fotometriche.


Biografia

Blondel è nato a Chaumont, nell'Alta Marna, in Francia.[1] Suo padre era un magistrato nella città di Digione. Frequentò l'École nationale des ponts et chaussées e si è laureò, come primo della classe nel 1888. Fu assunto come ingegnere nella Lighthouses and Beacons Service fino a quando non si ritirò nel 1927.[2] Diventò professore di elettrotecnica alla School of Bridges and Highways e alla École des mines di Parigi.[3]

Diventò molto presto incapace di muoversi a causa di una paralisi alle gambe, che lo costrinse a rimanere in casa per 27 anni, senza comunque mai smettere di lavorare.[1]

Nel 1893 André Blondel cercò di risolvere il problema della sincronizzazione integrale, usando la teoria proposta da Alfred Cornu . Determinò le condizioni sotto le quali la curva tracciata da un apparecchio di acquisizione ad alta velocità avrebbe seguito più fedelmente possibile le variazioni effettive del fenomeno fisico sotto esame.[2]

Questo lo portò a inventare gli oscilloscopi bifilari e in ferro dolce .[3] Questi strumenti hanno vinto il primo premio all'Esposizione di St. Louis nel 1904 e si rivelarono più potenti di quelli usati al tempo. Rimasero la tecnologia per registrare fenomeni elettrici ad alta velocità per oltre 40 anni quando furono sostituiti dall'oscilloscopio a raggi catodici. Furono fondamentali per capire al meglio il fenomeno della corrente alternata.[2]

Blondel ideò una teoria della raddrizzazione con elettrodi asimmetrici. Dimostrò l'esistenza di tre tipi di arco elettrico : l'arco primitivo di William Duddell, l'arco secondario di Valdemar Poulsen e una successione di scariche oscillatorie.[2]

Nel 1892, pubblicò uno studio sull'accoppiamento di generatori sincroni su una grande rete elettrica in corrente alternata . Una stessa analisi venne eseguita poco prima da un altro ingegnere elettrico, Paul Boucherot, usando un approccio diverso, ma arrivando tuttavia a conclusioni simili.[2]

Nel 1894 propose il lumen e altre nuove unità di misura per la fotometria, basate sul metro e sulla candela di Violle .[3] Ha coniato i nomi del phot e dello stilb intorno al 1920. [4]

Nel 1899, pubblicò la "Teoria empirica dei generatori sincroni" che conteneva la teoria di base riguardante le reazioni di armatura secondo l'asse diretto e trasversale. Fu ampiamente utilizzata per lo studio e la spiegazione delle proprietà delle macchine sincrone a poli salienti[2]

Nel 1909, aiutato da M. Mähl, lavorò su uno dei primi schemi per la trasmissione di potenza in corrente alternata a lunga distanza. Il progetto ha portato alla costruzione di una centrale idroelettrica da 300000 cavalli a Genissiat sul Rodano, che ha trasmesso energia elettrica a Parigi usando un sistema polifase a corrente alternata a 120 kV che si estendeva per oltre 350 kilometri.[2]

Nel 1914 realizzò una serie di esperimenti per stabilire la validità della legge di Faraday come legge generale dell'induzione elettromagnetica.

Morì a Parigi il 15 novembre 1938.
Premi e riconoscimenti

Blondel fu nominato membro dell'Accademia francese delle scienze nel 1913. Fu nominato comandante della Légion d'honneur nel 1927 e nel 1937 ricevette la medaglia di Faraday . Ha anche ricevuto la medaglia del Franklin Institute, il premio Montefiore e il premio Lord Kelvin.[3]

Nel 1942 fu proposto di rinominare quella che allora era l'unità di misura della luminanza, l'apostilb, come blondel,[5] in suo onore.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Andr%C3%A9_Blondel

 
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Léon Bouly


Biografia

Dopo l'elaborazione di dispositivi cronofotografici, chiese un brevetto su un "dispositivo reversibile della fotografia e ottica per l'analisi e la sintesi delle proposte, alias Cinématographe Léon Bouly" il 12 febbraio 1892.

Il 27 dicembre 1893, ridusse il nome originario a cinématographe. Questo dispositivo era in grado di eseguire entrambi, messa a fuoco fotografica e proiezione. Utilizzava una pellicola di durata ragionevole senza perforazioni e possedeva tutti i principi richiesti dalla cinematografia: fu il primo apparecchio ad avere il dispositivo sul quale scorreva il film ad essere sincronizzato con l'otturatore. Due di questi dispositivi sono oggi conservati nel francese "Conservatoire National des Arts et Métiers".

Nel 1894, Bouly non poteva pagare il canone di locazione per i suoi brevetti e il nome "Cinématographe" divenne di nuovo disponibile, in seguito nuovamente brevettato dai fratelli Lumière che non sono i suoi autori originali.

Oggi, gli storici moderni concordano sul fatto Léon Bouly è stato, prima dei fratelli Lumière, il vero inventore originale del termine cinématographe.





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Paul-Charles-Amable de Bourgoing


Paul-Charles-Amable de Bourgoing (Amburgo, 19 dicembre 1791 – Parigi, 16 agosto 1864) è stato un diplomatico, politico, militare e inventore francese. Divenne noto in particolare per aver scoperto la tecnica della litofania per la decorazione della ceramica.[1][2]

Biografia
I primi anni e la carriera militare

Figlio del diplomatico Jean-François de Bourgoing e di sua moglie, Marie-Benoîte-Joséphine Prévost de La Croix, nel 1811 Paul-Charles iniziò il servizio nell'esercito francese, prendendo parte nel 1812 alla campagna di Russia e poi a quella in Germania nel 1813. Fu aiutante di campo del maresciallo duca di Treviso nella campagna di Francia del 1814. Venne gravemente ferito ad un braccio nel corso della battaglia di Montmirail. A seguito di queste azioni ricevette sul campo il titolo di barone e si ritirò dalla carriera militare.

Redasse un volume di memorie dal titolo Souvenirs Militaires che venne dato alle stampe da suo nipote Pierre de Bourgoing nel 1897.
La carriera diplomatica

Sotto la Restaurazione, entrò nel servizio diplomatico e divenne attaché all'ambasciata francese a Berlino, a Monaco di Baviera ed infine a Vienna. Divenne primo segretario dell'ambasciata francese a San Pietroburgo nel 1828 all'indomani dello scoppio della guerra russo-turca (1828-1829), accompagnando lo stato maggiore e distinguendosi nell'assedio di Silistria. La sua vicinanza allo zar lo pose al riparo dalla caduta dei Borboni nel 1830.

Ministro plenipotenziario in Sassonia (1832) e poi in Baviera (1835), la monarchia di luglio lo creò pari di Francia il 25 dicembre 1841. Alla camera dei pari, si mostrò devoto a Luigi Filippo I.
La tomba della famiglia de Bourgoing nel cimitero di Père-Lachaise

Licenziato per un certo periodo durante la seconda repubblica francese, il presidente Luigi Napoleone Bonaparte lo nominò ambasciatore francese in Spagna nel 1849.

Il 31 dicembre 1852 venne nominato senatore del secondo impero francese.

Morì a Parigi nel 1864 e venne sepolto nel cimitero di Père-Lachaise.

Suo nipote Philippe La Beaume de Bourgoing fu politico durante l'età del secondo impero francese e della terza repubblica.
Matrimonio e figli

Il barone de Bourgoing sposò il 20 maggio 1834, Louise Clarisse (1813-1835), figlia postuma del generale conte Louis-Pierre Montbrun (1770-1812). Vedovo e senza eredi, si risposò il 15 settembre 1836 con Ida de Lotzbeck de Weyhern, dalla quale ebbe:

Othon Othelin Fabien Honoré Paul (1839 - 8 settembre 1908), barone de Bourgoing, ministro plenipotenziario, ufficiale della Legion d'onore, sposò il 16 settembre 1871 a Vienna la contessa Therese Kinský von Chinic und Tettau (n. 1851)
Inès, sposò nel 1856 il conte Godefroi de Waldner de Freundstein (1824-1917), generale di brigata, ufficiale della Legion d'onore.

Inventore

De Bourgoing si impegnò anche nel campo delle nuove scoperte industriali dove divenne noto in particolare per essere stato l'inventore del procedimento della litofania per la quale, in associazione col barone Alexis du Tremblay, depositò un brevetto nel 1827. Applicando questo procedimento alla terracotta, inventò anche lo smalto sfumato.[3][4]
Onorificenze
Grand'Ufficiale dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria Grand'Ufficiale dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia)

Medaglia di Sant'Elena (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia di Sant'Elena (Francia)





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Paul-Charles...le_de_Bourgoing

 
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Charles Bourseul


Charles Bourseul (Bruxelles, 28 aprile 1829 – Saint-Céré, 23 novembre 1912) è stato un inventore francese.


iografia

Bourseul nacque a Bruxelles, in Belgio, ed cresciuto a Douai, in Francia. Suo padre era un ufficiale dell'esercito francese. Charles lavorò per l'azienda telegrafista come ingegnere civile e meccanico. Apportò miglioramenti al sistema telegrafico di L. F. Breguet (un costruttore di strumenti francese) e Samuel F. B. Morse. Charles Bourseul sperimentò la trasmissione elettrica della voce umana e sviluppò un microfono elettromagnetico, ma il suo ricevitore telefonico non fu in grado di convertire la corrente elettrica in suoni vocali umani chiari.

Nel 1854 Bourseul scrisse un memorandum sulla trasmissione della voce umana da correnti elettriche che fu pubblicato per la prima volta in una rivista, L'Illustration (Parigi). È più o meno nello stesso periodo in cui Meucci affermò in seguito di aver creato il suo primo tentativo di telefono in Italia.





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Louis Braille


Louis Braille[1] (Coupvray, 4 gennaio 1809 – Parigi, 6 gennaio 1852) è stato un inventore francese; ideò il codice Braille, che da lui prese il nome, utilizzato per la scrittura e la lettura dalle persone non vedenti.

Biografia

Suo padre, Simon-René Braille, era un sellaio; all'età di tre anni il piccolo Louis si infortunò all'occhio sinistro nell'officina paterna. A causa dell'estendersi dell'infezione perse la vista anche all'occhio destro e divenne cieco. A 10 anni vinse una borsa di studio alla Institution des Jeunes Aveugles (Istituto per giovani ciechi) a Parigi. Si trattava di uno dei primi centri specializzati per persone non vedenti, ma le condizioni di vita non erano delle migliori.

Alle persone venivano insegnati diversi mestieri (come ad esempio impagliatore di sedie), ma venivano continuamente maltrattati dal personale. Ai ragazzi della scuola veniva insegnato a leggere con il metodo di Valentin Haüy che consisteva nel leggere attraverso il tatto i caratteri della stampa in nero, ma messi in risalto da un filo di rame posto sull'altro lato del foglio. Questo metodo però non permetteva alle persone di scrivere. Fin da ragazzo dimostrò di essere un abile suonatore di organo e suonava nelle cerimonie religiose. Nel 1827 divenne professore presso lo stesso istituto dove era ricoverato.[2] Braille morì nel 1852, a Coupvray, di tubercolosi. Dal 1952 è sepolto presso il Pantheon a Parigi.
L'invenzione
"Louis Braille" in braille

Nel 1821 venne ispirato da una visita a scuola da parte di un militare, Charles Barbier de la Serre, che descrisse un metodo basato su dodici punti per scrivere messaggi in rilievo, metodo da lui proposto alle forze armate per i dispacci notturni. Braille inventò il metodo basato su sei punti che porta ancora il suo cognome: Braille.[3]

Il beneficio più rilevante rispetto al metodo Haüy era che permetteva sia di leggere sia di scrivere, anche se la scrittura implicava un livello di difficoltà superiore alla lettura. Il codice Braille infatti deve venire scritto sulla faccia opposta della pagina, invertendo non soltanto la disposizione dei caratteri (da destra verso sinistra) ma anche la forma dei caratteri (con collocazione dei punti speculare rispetto a quella della lettura).

Più tardi ideò un'estensione del metodo per la matematica (Nemeth Braille) e per le note musicali (Codice musicale Braille).
Riconoscimenti

Nel 2009, duecentenario della sua nascita, sia l'Italia sia il Belgio gli hanno dedicato una moneta commemorativa da due euro.
Nel febbraio del 2014 la città di Piacenza dedicò a Braille una strada. Essendo però la strada in questione una via senza uscita, la quale è definibile in italiano anche come "vicolo cieco", la notizia suscitò molti commenti ironici e fu veicolata da numerosi quotidiani. Il sindaco di Piacenza, Dosi, ribatté: «Una facile ironia che ci lascia perplessi»[4]
Nel 2008 la città di Torino gli ha intitolato un'area verde in zona Nizza-Millefonti[5]




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Eugène Brillié


Auguste Eugène Brillié (Parigi, 1863 – Seignelay, 1940) è stato un ingegnere francese, pioniere in Francia dello sviluppo e dell'applicazione dei motori per l'industria automobilistica e da guerra, particolarmente noto per la progettazione dello Schneider CA1, il primo carro armato francese.

Biografia
Automobile bicilindro Gobron-Brillié del 1899-1900

Dopo essersi laureato alla Scuola centrale delle arti e dei mestieri di Parigi, ha lavorato inizialmente presso la Compagnie des chemins de fer de l'Ouest. In quel periodo ha incominciato a studiare e poi a perfezionare un motore basato su due pistoni montati in configurazione contrapposta su una stessa canna a cilindro, in modo da avvicinarsi l'un all'altro sino allo spazio riservato all'accensione della miscela. Con questa invenzione Brillié strinse un accordo aziendale con l'industriale Gustave Gobron, fondando, nel 1898, la Gobron Brillié, dotata di un capitale di 500.000 franchi[1]. Tale casa automobilistica, con sede prima a Parigi e poi a Boulogne sur Seine, aveva una produzione media annua compresa tra le 75 e le 150 automobili, partecipando anche a gare automobilistiche, tanto da segnalarsi con una propria vettura a Ostenda, nel 1904, per aver superato il muro delle 100 miglia orarie, con la velocità media record di 166,6 chilometri orari sul chilometro lanciato[2].
L'autobus Brillié (a sinistra) nei pressi del Boulevard des Italiens a Parigi

Nel 1903 Brillié lasciò l'azienda per fondarne una propria, la Société Anonyme des automobiles Eugène Brillié (1904-1907), poi fagocitata dalla casa Schneider di Le Creusot, specializzata nelle vetture da turismo, con la quale tuttavia l'ingegnere strinse un lungo e proficuo connubio, diventandone progettista capo[3]. Nel 1905 Brillié vinse un concorso per la progettazione di autobus, da cui deriverà un contratto di fornitura con la CGO, sigla della Compagnie Générale des Omnibus, monopolista del trasporto pubblico parigino: nel 1906 è stato così realizzato il primo nuovo autobus della capitale francese[4], i cui modelli sono stati utilizzati anche in Spagna, e in particolare a Barcellona[5].
Invenzioni

Nel frattempo Brillié continuava a "partorire" nuove invenzioni. Nel 1907, ad esempio depositò la richiesta di brevetto per un motoveicolo con tre assi[6]
Motore a naftalina
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Locomotiva a naftalina.

Nel 1910 iniziò lo studio di fattibilità di un motore a naftalina che potesse trovare applicazione sulle locomotive: l'idea fu tuttavia abbandonata, nonostante fosse stata tradotta in realtà tre anni più tardi, con la realizzazione di un prototipo di locomotiva a naftalina, presentato da Brillié durante una comunicazione alla Società degli Ingegneri civili[7].
Corazzato Schneider CA1
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Schneider CA1.
Il carro armato Schneider CA1 progettato da Brillié

Nel 1915, in seguito a un viaggio negli Stati Uniti, ha sviluppato un motore che potesse essere adattato ai veicoli corazzati da guerra. Durante la prima guerra mondiale, sfruttando la necessità di un mezzo pesante per le esigenze dell'esercito perorata dal colonnello Jean-Baptiste Eugène Estienne, e grazie all'amicizia di questi con Joseph Joffre, la società Schneider avviò la realizzazione del prototipo progettato da Brillié. La relativa presentazione, alla presenza del presidente francese, Raymond Poincaré, si tenne il 16 giugno 1915. L'azienda ricevette nel 1916 una commessa per 400 unità dello Schneider CA1, passato alla storia come il primo mezzo corazzato francese[8].
Altri brevetti

Tra il 1926 e il 1927, Brillié depositò in Francia tre richieste di brevetto: la prima riguardava l'abbinamento degli assi della locomotiva[9]; la seconda concerneva un motore a vapore applicabile in maniera combinata sia alla combustione interna che alle macchine a vapore[10]; il terzo, infine, consisteva in un apparato di segnalazione della condizione dei fluidi nei condotti[11].
Pubblicazioni
Brillié ha avuto al suo attivo anche alcune pubblicazioni. Infatti, oltre a saggi su aspetti tecnici collegati ai treni, alla trazione e alle automobili, ha scritto due manuali, uno destinato ai conducenti di autobus (1906) e l'altro ai meccanici e macchinisti di locomotiva (1921)[12].





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Eug%C3%A8ne_Brilli%C3%A9

 
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Nicolas Briot


Nicolas Briot (Damblain, 1579 – Londra, 24 dicembre 1646) è stato un medaglista e inventore francese, figlio di Didier Briot e nipote del capostipite della famiglia di medaglisti, François Briot. Nicolas Briot è il membro più noto della famiglia, in particolare tra i numismatici. Eccelse in diverse attività, prevalentemente legate alla realizzazione delle monete. La sua vita fu tormentata e difficile, dovendo combattere contro i corporativismi e la rigidità dei mestieri nelle zecche oltre ad avversità date dalle situazioni politiche dell'epoca.

Vita

Sposò Pauline Nisse che morì nel 1608, lasciandolo solo con il figlio Philippe Briot. In seguito si sposò con Esther Pétau, da cui ebbe un figlio, Jacques Briot ed una figlia, Esther Briot. Briot è morto in Inghilterra la vigilia di natale del 1646 ed è stato inumato a Londra il giorno successivo.
Inizi come incisore (1599-1606)

Si trova a Langres nel 1599 dove incide il ritratto di Jean Roussat, luogotenente del re. Nel 1601 incide il ritratto di Jean Bauhin, un botanico e medico di Montbéliard.

Grazie ai rapporti nati a Langres, nonostante sia protestante -ma l'editto di Nantes lo permette-, si trasferisce a Parigi 1605 come incisore di stampe. Frequenta la società intellettuale ed incide qualche ritratto. Diviene però più noto come incisore di medaglie e di monete, e come meccanico. Lavora presso l'incisore della zecca, controllando la fabbricazione dei coni che servono a battere le monete del regno.
Incisore del Regno di Francia (1606-1625)
Pressa a bilanciere
Presse au balancier.jpeg
Pressa a bilanciere di Nicolas Briot, circa 1626.
da l'Encyclopédie.

L'incisore capo, senza eredi, gli lascia il suo incarico nel 1606. Incide allora delle prove di moneta con l'immagine del re Enrico IV; in seguito delle medaglie del giovane re Luigi XIII alla sua ascesa al trono e alla sua incoronazione. Incide anche dei conii di monete ed entra in conflitto con i controllori della zecca. Comunque nel 1611, viene nominato "imprimeur en taille douce et graveur des marques et effigies des monnaies de France" (incisore di stampe e incisore dei coni e delle effigi delle monete di Francia).

Contemporaneamente a Charleville incide, assieme al padre che aveva ottenuto in appalto la coniazione delle monete del duca di Nevers, Carlo di Gonzaga-Nevers, le immagini del principe dal 1608 a 1611, ed in seguito quelle del duca di Bouillon a Sedan dal 1612 al 1614. In questi lavori inizia ad utilizzare dei macchinari che erano presenti nei diversi stati dell'impero.

Diventa anche incisore generale del duca di Lorena, cui fornisce di presse a rulli provenienti da Norimberga, e suo zio François Briot ne installa una a Montbéliard.

Cerca di generalizzare la monetazione meccanica in Francia, dove solo alcune monete e medaglie erano allora battute con questa tecnica a Parigi. Ma si scontra con il conservatorismo della cour des monnaies, l'organo di controllo della monetazione in Francia, che era refrattaria a tutte le innovazioni che mettevano in discussione la propria routine di funzionamento e con il corporativismo dei lavoratori della monetazione al martello. Contemporaneamente gli viene vietato di lavorare per dei principi stranieri. Questi conflitti durarono più di dieci anni, con degli episodi più o meno favorevoli. Ottiene comunque l'appalto delle fabbricazione delle monete. Con delle lettera patenti del 2 maggio 1623, ottiene tempo fino all'aprile 1625 per dimostrare la superiorità del proprio sistema. Ma le difficoltà non cessano e finalmente abbandona la Francia per l'Inghilterra nel 1625, seguito da due dei suoi allievi.
Incisore capo della zecca di Londra (1628-1634)

Dopo alcuni lavori per la corona viene introdotto assai rapidamente alla zecca. Più apprezzato che in Francia, è assunto nel 1628 e nel 1633 è nominato "incisore capo della zecca" incaricato dei coni di sua maestà[2]. Nel 1630, il re Carlo I gli concede quasi il monopolio per la fabbricazione delle medaglie. Può installare i propri macchinari alla Torre di Londra, dove è situata la prima zecca inglese. Nel 1635, è nominato anche direttore della fabbricazione delle monete scozzesi, incarico preso assieme al genero John Falconer, marito di Esther, e risiede per un certo tempo ad Edimburgo. In seguito scoppia la guerra civile, con il rovesciamento del re. Gira per la Gran Bretagna, si reca a York, dove esegue dei coni per il re, poi a Oxford nel tentativo di salvare i propri macchinari.
Una fine tormentata (1641-1646)

Briot soggiornò per un breve periodo in Francia tra il 1641 ed il 1645 ed inviò dei macchinari a suo fratello Isaac Briot a Parigi. Quest'ultimo infine fu incaricato, dopo più di quindici anni di rifiuti opposti al fratello, dalla corte di Francia di battere le monete sotto la direzione di Jean Warin.

Nicolas Briot morì la vigilia di Natale del 1646. La corona d'Inghilterra era in debito di molto denaro con la vedova, che fu posta nella lista dei creditori per la somma di 3 000 £ alla restaurazione della monarchia degli Stuart.





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Louis Paul Cailletet


Louis-Paul Cailletet (Châtillon-sur-Seine, 21 settembre 1832 – Parigi, 5 gennaio 1913) è stato un fisico e inventore francese.

Nel 1877 riuscì a produrre qualche gocciolina di ossigeno liquido attraverso una metodica che sfruttava l'effetto Joule-Thomson, differente da quella utilizzata da Raoul Pictet.

Con questa tecnica infatti l'ossigeno subiva un raffreddamento e una compressione simultanee, seguite da una rapida dilatazione. Questo procedimento permette di ottenere un ulteriore raffreddamento del gas riuscendo ad arrivare alla temperatura di -182,97 °C (90,18 K) alla quale l'ossigeno liquefà.

Questi esperimenti gli valsero la Medaglia Davy nel 1878.





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Claude Chappe


Claude Chappe (Brûlon, 25 dicembre 1763 – Parigi, 23 gennaio 1805) è stato un inventore francese che ideò un sistema di comunicazione a distanza per mezzo di un segnalatore (telegrafico) meccanico.

Biografia

Figlio di un ispettore generale dei beni della corona a Laval e di una signora della borghesia locale (famiglia di medici e chirurghi), frequentò il Collegio Reale di La Flèche e fu nominato abate al termine degli studi ma perse le relative sinecure con l'avvento della Rivoluzione francese. All'età di vent'anni era riuscito a far pubblicare sul Giornale di Fisica un notevole numero di interessanti memorie. Nel periodo che va dal 1789 al 1793 si occupò della trasmissione di impulsi elettrici realizzabile grazie all'uso di cavi e pubblicò cinque trattati di fisica. Ma vista la difficoltà pratica a realizzare un telegrafo elettrico, si indirizzò verso un sistema ottico.
Torre di Chappe a Neugartheim-Ittlenheim sul Kochersberg (301 metri s.l.m.) in Alsazia
Il telegrafo ottico

Disoccupato come i suoi tre fratelli, decise di sviluppare con loro un sistema di comunicazione a distanza mediante segnalazioni semaforiche meccaniche. Il desiderio di comunicare con amici che abitavano ad una certa distanza da casa sua fece concepire al giovane fisico l'idea di trovare un sistema per comunicare con loro a distanza. Egli compì parecchie ricerche e nel marzo 1791 sperimentò un sistema che funzionava e si rese subito conto che questo poteva essere adottato su vasta scala per trasmissione celere di informazioni urgenti quali, ad esempio, quelle concernenti eventi militari. Un anno dopo presentò all'Assemblea nazionale legislativa la sua invenzione facendone omaggio allo Stato. Il fratello Ignazio Chappe (1760 – 1830), componente dell'Assemblea, l'aiutò assieme al deputato Charles-Gilbert Romme a far adottare una linea di quindici stazioni fra Parigi e Lilla per una distanza di circa duecento chilometri allo scopo di trasmettere informazioni di guerra. Contemporaneamente il dispositivo inventato da Chappe che fino a quel momento era stato chiamato tachygraphe ("scrittore veloce") venne rinominato télégraphe ("scrittore a distanza"). La linea fu collaudata con esito positivo il 12 aprile 1793.
I fratelli Chappe avevano appurato sperimentalmente che era più facile distinguere da lontano l'angolazione di una pertica piuttosto che l'assenza o meno di un tabellone. Chappe immaginò un sistema le cui forme fossero molto ben visibili, i movimenti semplici, che potesse essere facilmente trasportato, che potesse resistere alle intemperie e che, benché fosse molto semplice dando dei segnali elementari potesse fare di ciascuno di questi segnali la rappresentazione di un'idea elementare, creando così una specie di nuovo linguaggio.
La costruzione definitiva consisteva sostanzialmente in un apparato costituito da due braccia mobili collegate da una traversa. Ogni braccio poteva assumere sette posizioni e la traversa quattro per un totale di 196 combinazioni possibili.
Le braccia erano nere, lunghe quattro metri e venivano manovrate da un sistema di contrappesi con maniglie. Il tutto veniva montato su torri (già esistenti o realizzate appositamente) su ciascuna delle quali erano piazzati due telescopi puntati in direzioni opposte, verso altrettante altre torri sulla direttrice della ”linea telegrafica”. La distanza fra le torri andava da 12 a 25 chilometri. I segnali ricevuti da una torre venivano interpretati e replicati dalla successiva e così via. Il sistema funzionava solo alla luce solare, poiché l'installazione di lampade montate sui bracci per le segnalazioni notturne non diede risultati soddisfacenti.
Il successo sul campo

Il 3 settembre 1794 Parigi apprese tramite questo telegrafo ottico che la città di Condé-sur-l'Escaut, occupata dagli austriaci l'anno precedente, era stata liberata. La notizia pervenne alla Convenzione poche ore dopo l'evento, mentre questa stava per iniziare la seduta: fu emesso immediatamente un decreto con cui la città avrebbe preso il nome di Nord-Libre ed il decreto fu trasmesso. La Convenzione era ancora in seduta quando per la stessa via giunse la conferma della ricezione del decreto e l'informazione che la notizia era già di pubblico dominio. Questo fatto creò una forte impressione, fu compresa la grande importanza di questo sistema e ad ottobre fu decisa l'installazione di una linea Parigi-Landau e successivamente Parigi-Brest. Nel 1799 il numero delle stazioni telegrafiche salì a 150; quando Napoleone Bonaparte conquistò il potere favorì la costruzione di varie linee come quella da Lilla a Bruxelles e nel 1804 la rete arrivò a Milano transitando per Digione, Lione e Torino. Per inviare il segnale da una stazione all'altra erano necessari 6 secondi, quindi per attraversare le 120 stazioni disseminate sulla tratta Parigi-Tolone occorrevano 12 minuti, anche perché gli operatori conservavano il segnale per circa 30 secondi.[1] Questo telegrafo fu molto utilizzato da Napoleone I, il quale fece costruire la tratta da Lilla a Boulogne in vista di uno sbarco in Inghilterra e nel 1812 diede l'incarico ad Abraham Chappe di realizzare un sistema semaforico mobile da utilizzare nel corso della invasione della Russia.[2]
La fine
Presto spuntarono parecchi sedicenti inventori di sistemi analoghi e qualcuno di questi avanzò la pretesa di essere stato lui ad averlo inventato prima di Chappe. Questi, già afflitto da malattia depressiva, nel 1804 fu colto da un malore e accusò i suoi avversari di averlo avvelenato; uscirono fuori altri inventori che sostenevano di aver progettato telegrafi più efficienti, e alla lunga queste insinuazioni peggiorarono il suo stato di salute e si suicidò.[3]
Il fratello Ignazio provò nel 1824 ad aumentare l'interesse per il sistema utilizzandolo per comunicazioni commerciali come ad esempio prezzi di materie prime ma la cosa non incontrò il favore del mondo degli affari. A partire dal 1846 il sistema fu rimpiazzato dal telegrafo elettrico.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Claude_Chappe

 
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Hilaire de Chardonnet


Louis-Marie Hilaire Bernigaud de Chardonnet (Besançon, 1º maggio 1839 – 11 marzo 1924) è stato un ingegnere e inventore francese.

Biografia

Nato nell'hôtel Bruchon, frequenta la facoltà delle scienze a Besançon e in seguito viene ammesso alla scuola politecnica nel 1859, con Sadi Carnot (futuro presidente della repubblica francese).

Stimatore e discepolo di Pasteur, divenne famoso per la sua invenzione: la seta artificiale chiamata da lui "seta Chardonnet" e mostrata al pubblico per la prima volta al "Paris Exhibition" del 1889.[1] La viscosa, come fu chiamata inizialmente, la prima fibra tessile semisintetica, venne brevettata nel 1883 anche se Georges Audemars inventò una variante di tale seta che chiamò Rayon ma nel 1855.
La seta artificiale
Hilaire disciolse il dinitrato di cellulosa in alcool e etere l'elaborato veniva in seguito forzato attraverso una filiera bagnata. Come vantaggi vi erano la lucentezza e l'aspetto ma era anche altamente infiammabile.





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Jacques Alexandre César Charles


Jacques Alexandre César Charles (Beaugency, 12 novembre 1746 – Parigi, 7 aprile 1823) è stato un matematico, scienziato, inventore e pioniere dell'aeronautica francese.

Progettista, costruttore e sperimentatore di aerostati, è ricordato in particolare per aver costruito il primo pallone a idrogeno della storia ed essere stato il primo a compiere un'ascensione con questo tipo di aerostato il 1º dicembre 1783 (meno di due settimane dopo il primo volo dei fratelli Montgolfier con il loro pallone ad aria calda). Nel campo della fisica è noto per aver anticipato di alcuni anni la scoperta della relazione tra temperatura, volume e pressione dei gas che sarebbe poi diventata universalmente nota come legge di Gay-Lussac; il lavoro di Charles influenzò quello di Joseph Louis Gay-Lussac, il quale riconobbe l'importanza di questa influenza quando, nel 1802, pubblicò i suoi studi. La legge di Gay-Lussac infatti è nota anche come legge di Charles.

Bibliografia

Rosario Abate, Storia degli aerei, Milano, La Sorgente, 1964, pp. 16-17.
(EN) Hugh Chisholm (a cura di), Charles, Jacques Alexandre César, in Enciclopedia Britannica, XI, Cambridge University Press, 1911.
Jacques-Alphonse Mahul, Annuaire nécrologique, ou Supplément annuel et continuation de toutes les biographies ou dictionnaires historiques, 4e année, 1823, Paris : Ponthieu, 1824, p.69-70 [1]
Joseph Fourier, Éloge historique de M. Charles, lu dans la séance publique de l'Académie royale des sciences le 16 juillet 1828, dans Mémoires de l'Académie des sciences de l'Institut de France, Gauthier-Villars, Paris, 1829, tome 8, pp. LXXIII-LXXXVIII (online).
Claude-Joseph Blondel, Un enfant illustre de Beaugency : le physicien et aéronaute Jacques Charles (1746-1823), coll. Les Publications de l'Académie d'Orléans, agriculture, sciences, belles-lettres et arts, Orléans, Académie d'Orléans, 2003.





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Antoine-Alphonse Chassepot


Antoine Alphonse Chassepot (Mutzig, 4 marzo 1833 – Gagny, 5 febbraio 1905) è stato un inventore francese.
Antoine Alphonse Chassepot

Figlio di un armaiolo, seguì le orme paterne ed entrò nel 1851 nella fabbrica d'armi di Châtellerault (Manufacture d'armes de Châtellerault) e successivamente a Saint-Étienne (Manufacture Nationale d'Armes de Saint-Étienne) con la qualifica di ispettore (contrôleurs d'armes).

Si interessò molto al fucile ad ago Dreyse, con cui era armato l'esercito prussiano. Nel anni '60 brevettò il fucile a retrocarica, che da lui prese il nome. Il fucile venne adottato dall'esercito francese dopo la battaglia di Sadowa, quando si rese evidente la superiorità delle armi a retrocarica.

Come riconoscimento, le autorità francesi gli conferirono la Legione d'onore ed una gratifica di 30.000 franchi.





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Charles Cros


Charles Emile Hortensius Cros (Fabrezan, 1º ottobre 1842 – Parigi, 9 agosto 1888) è stato un poeta, inventore e scrittore francese.

Charles Cros fu un poeta e uno scrittore umoristico. Sviluppò vari metodi, in fotografia, per la lavorazione del colore, pertanto lo si può ritenere il padre delle foto a colori. Contribuì altresì al miglioramento della tecnologia del telegrafo.

Charles Cros, basandosi sui risultati di Édouard-Léon Scott de Martinville, congegnò una macchina, il fonografo, per la riproduzione del suono, e la riproduzione di registrazioni. Depositò i suoi studi presso l'Académie des Sciences di Parigi il 30 aprile 1877, anche se questa macchina non fu mai costruita. La lettera che mandò fu poi resa pubblica il 3 dicembre: vi veniva spiegato il metodo in cui pensava di riprodurre i suoni, tramite una membrana che si muoveva in base alle oscillazioni prodotte dai suoni, tenendo conto anche dell'intensità e della durata del suono, aggiungendo che la forma cilindrica era la più pratica per l'apparato di ricezione. I problemi che principalmente fermarono il suo progetto furono quelli economici; infatti si era rivolto per la costruzione di questo apparecchio alla azienda di orologi Breguet che aveva chiesto un corrispettivo di 3.000 franchi.

Questo genio aveva molteplici passioni e forse non fu mai stimato pienamente dai propri contemporanei, egli lavorò nei campi della fisica, letteratura, chimica, pittura ed era anche musicista. L'istituto di registrazione francese è stato chiamato in suo onore Académie Charles-Cros. Fu padre del poeta Guy-Charles Cros.
Opere

Le Coffret de santal (1873, ampliato nel 1879)
Le Fleuve (1874)
La Vision du Grand Canal des Deux Mers (1888)
Le Collier de griffes (postumo, 1908)
Plainte (1873)





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Charles_Cros

 
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Louis Daguerre


Louis-Jacques-Mandé Daguerre (Cormeilles-en-Parisis, 18 novembre 1787 – Bry-sur-Marne, 10 luglio 1851) è stato un artista, chimico e fisico francese, riconosciuto universalmente come l'inventore del processo fotografico chiamato dagherrotipo.


Biografia
L'Atelier de l'artiste, un dagherrotipo del 1837
Firma di Louis Daguerre

Aveva trascorso l'infanzia presso Orléans dove il padre era impiegato nella tenuta reale. Iniziò a lavorare agli allestimenti dell'Opéra de Paris, facendosi così una notevole esperienza nel campo del disegno e della scenografia.

Fu allievo di Pierre Prévost, il primo pittore francese di panorami. Pittore e scenografo teatrale sarà lui a inventare l'utilizzo a teatro del diorama, una sorta di fondale dipinto con l'aiuto della camera oscura, su cui venivano proiettate luci e colori di intensità diversa in modo da creare effetti molto particolari. In questa attività si avvale della fondamentale collaborazione del pittore Hippolyte Sebron, al quale però nega qualsiasi riconoscimento attribuendo a sé ogni dipinto.

Dal 1824 inizia a fare esperimenti per riuscire a fissare l'immagine ottenuta attraverso la camera oscura. Inizia una corrispondenza con Joseph Niépce, e sei anni dopo la morte di quest'ultimo, Daguerre riuscirà a mettere a punto la tecnica che prenderà il suo nome, la dagherrotipia. Questa sarà resa pubblica nel 1839 dallo scienziato François Arago in due distinte sedute pubbliche presso l'Académie des Sciences e dell'Académie des beaux-arts.

L'invenzione, resa di pubblico dominio, frutterà all'autore, e al figlio di Niépce, una pensione vitalizia, donatagli dal Governo in cambio della libera circolazione dei dettagli del processo.

Louis Daguerre morì il 10 luglio 1851 a causa di un attacco cardiaco, a Bry-sur-Marne, a 12 chilometri da Parigi. Sulla sua tomba è stato costruito un monumento in suo onore.
Il nome di Daguerre sulla Torre Eiffel (il secondo da sinistra)

Il suo nome è stato inciso sulla facciata La Bourdonnais della Torre Eiffel.
Onorificenze
Cavaliere della Classe di Pace dell'Ordine Pour le Mérite (Regno di Prussia) - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere della Classe di Pace dell'Ordine Pour le Mérite (Regno di Prussia)
— 1842
Influenze, citazioni e omaggi

Il dagherrotipo prende il nome da Louis Daguerre.
A Louis Daguerre è dedicato 3256 Daguerre, un asteroide della fascia principale.
Anche il cratere Daguerre sulla Luna prende il nome dall'inventore.





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Marcel Dassault


Marcel Dassault, nato Marcel Ferdinand Bloch (Parigi, 22 gennaio 1892 – Neuilly-sur-Seine, 17 aprile 1986), è stato un pioniere dell'aviazione, ingegnere, imprenditore, politico, editore e produttore cinematografico francese.

Fu un industriale aeronautico fondatore della odierna Dassault Aviation.


Biografia

Dassault inventò un tipo di propulsore per aerei utilizzato dall'esercito francese durante la prima guerra mondiale e fondò l'azienda aeronautica Société des Avions Marcel Bloch. Il suo primo caccia, progettato assieme a Potez, altro giovane dal radioso futuro, non ebbe fortuna: la guerra terminò quando la produzione stava cominciando e così dell'SE vennero prodotti solo 115 esemplari piuttosto che i 1.000 ordinati.

Successivamente, visto che la produzione di aerei era precipitata a livelli infimi, si dedicò al commercio di mobili entrando nell'azienda del suocero, ma negli anni trenta ritornò con successo a lavorare nel mondo dell'aviazione. A seguito della nazionalizzazione della sua compagnia nel 1936, sotto il Fronte Popolare, rimase occupando l'incarico di direttore.

In quanto ebreo, venne deportato a Buchenwald durante la seconda guerra mondiale, rifiutandosi di collaborare con l'industria aeronautica tedesca. Sopravvissuto all'olocausto, Bloch cambiò il suo cognome dopo la guerra in Bloch-Dassault e fu autorizzato a sopprimere il cognome di nascita per decreto nel 1949. Dassault era una invenzione dallo pseudonimo del fratello, generale Darius Paul Bloch, nella resistenza francese, che era "Chardassò" questo termine derivava da "char d'assaut", ovvero in francese carro armato da assalto. Marcel volle inoltre aggiungere la lettera "L" che in francese si pronuncia come "ailes" ovvero "ali", in omaggio al volo aereo.

Dopo la guerra, Dassault costruì la principale azienda aeronautica francese Avions Marcel Dassault. Il figlio Serge gli successe alla guida del gruppo. Per diversificare le sue attività, si interessa alla stampa e lancia nel 1958 la rivista Jours de France (rivista che si arresta nel 1989, ma anche se non più pubblicata, il titolo appartiene oggi al groupe Le Figaro, che appartiene al gruppo Dassault), più tardi, negli anni 1980, si interessa anche al cinema (rileva la gestione di un cinema e produce diversi films). Gollista, è stato senatore delle Alpi-Marittime, poi deputato dell'Oise fino alla sua morte a 94 anni, decano dell'Assemblée nationale dal 1978 al 1986. Convertitosi al cattolicesimo nel 1950, Marcel Dassault è sepolto nel cimitero di Passy, nel XVI arrondissement di Parigi.
Cinema
Produttore cinematografico

1980 - Il tempo delle mele
1982 - Jamais avant le mariage
1982 - Il tempo delle mele 2
1984 - Les parents ne sont pas simples cette année
1984 - Carmen
1984 - La 7ème cible

Sceneggiatore

1979 - Le temps des vacances
1982 - Jamais avant le mariage
1983 - L'estate dei nostri 15 anni
1984 - Les parents ne sont pas simples cette année

Onorificenze
Grand-croix de la Légion d'honneur - nastrino per uniforme ordinaria Grand-croix de la Légion d'honneur
— 1956
immagine del nastrino non ancora presente Daniel Guggenheim Medal
— 1976

Una piazza nell'VIII arrondissement di Parigi, la piazza circolare degli Champs-Élysées, è rinominata « rond-point des Champs-Élysées-Marcel-Dassault » nel 1992.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Marcel_Dassault

 
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Thomas de Colmar


Charles Xavier Thomas de Colmar (5 maggio 1785 – 13 marzo 1870) è stato un inventore e imprenditore francese.

È noto per aver progettato, brevettato e prodotto il primo calcolatore meccanico di successo commerciale, l'Arithmometer, e per aver fondato le compagnie assicurative Le Soleil e L 'aigle che, sotto la sua guida, divenne il gruppo assicurativo numero uno in Francia all'inizio del Secondo Impero.


Biografia

Nato a Colmar, in Francia, suo padre era un medico e membro del consiglio comunale. Dopo un breve impiego nell'amministrazione francese, Thomas si arruolò nell'esercito francese nel 1809 raggiungendo infine il livello di direttore generale del magazzino di tutti gli eserciti situati in Spagna nel 1813. Poco dopo fu promosso ispettore di approvvigionamento per l'intera esercito francese. Fu durante quel periodo che concepì l'idea dell'aritmometro per aiutarlo con la grande quantità di calcoli che doveva eseguire.

Tornato alla vita civile, nel 1819, co-fonda la compagnia di assicurazioni antincendio "Phoenix" che lascia rapidamente a causa della mancanza di sostegno per le sue nuove idee da parte dei suoi soci e azionisti. Dieci anni dopo, nel 1829, fondò la compagnia di assicurazioni antincendio "Le Soleil" che crebbe per fusioni e acquisizioni fino alla morte. Nel 1843 fondò un'altra compagnia di assicurazioni denominata "L'Aigle incendie". Con il Sole (soleil) simbolo dei precedenti re di Francia e l'Aquila (aigle) che ricorda Napoleone, aveva tutte le basi per attirare una vasta gamma di clienti in una Francia del XIX secolo molto divisa. Alla sua morte il gruppo "Aigle - Soleil" era la più grande compagnia assicurativa in Francia e ne possedeva l'81%. Ottant'anni dopo, nel 1946, fu nazionalizzata e infine fusa con "La National" nel 1968 per diventare la società GAN che è ancora in attività oggi.
Aritmometro

Il primo modello di Arithmometer fu introdotto nel 1820 e, di conseguenza, Thomas fu nominato Cavaliere della Legion d'Onore nel 1821[1][2]. Nonostante ciò, Thomas ha speso tutto il suo tempo e le sue energie nella sua attività assicurativa, quindi c'è una pausa di oltre trent'anni prima della commercializzazione dell'Artitometer nel 1852. A causa dell'Arithmometer, è stato elevato al livello di Officier of the Légion d'honneur nel 1857. Al momento della sua morte nel 1870, il suo impianto di produzione aveva costruito circa 1.000 aritmometri, rendendolo il primo calcolatore meccanico prodotto in serie al mondo e, all'epoca, l'unico calcolatore meccanico affidabile e abbastanza affidabile da utilizzare in luoghi come agenzie governative, banche, compagnie assicurative e osservatori.. La produzione dell'Arithmometer è andata avanti per altri 40 anni fino al 1914 circa.
Vita privata
Sposò Francesca (Frasquita) Garcia de Ampudia Alvarez a Siviglia nel 1812. Lei proveniva da un'antica famiglia nobile andalusa. Insieme ebbero dieci figli: Joseph Thomas d'Alvarez, Charlotte (contessa di Rancy), Louis Thomas che sposò Livia Carafa, duchessa di Bojanoe prese il nome di Thomas de Bojano, Frasquita (signora Soultzner d'Enschwyl) e Henriette (contessa di Dalmas).





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Jules-Albert De Dion


Jules-Felix Philippe Albert De Dion Wandonne de Malfiance, più conosciuto come Jules-Albert De Dion (Carquefou, 9 marzo 1856[1][2] – Parigi, 19 agosto 1946), è stato un inventore, imprenditore e politico francese, pioniere dell'automobilismo.

Biografia
Jules-Albert De Dion (a sinistra) durante un duello in una foto databile ai primi anni del novecento

Nato da una famiglia della ricca nobiltà francese, di antica origine belga, il conte De Dion visse una gioventù agiata e spensierata. Di corporatura massiccia, alta statura e carattere da "bastian contrario", diviene ben presto frequentatore delle tre grandi passioni che lo accompagneranno per tutta la vita: le donne, i motori e la politica.[3]

Nel ventennio a cavallo tra il XIX ed il XX secolo, è spesso citato dalle cronache mondane per la sua fama di seduttore e di acceso polemista che l'obbligarono a sostenere numerosi duelli con sfidanti offesi dalle sue parole o, più sovente, dalle sue azioni.

Appassionato dalle prime applicazioni e realizzazioni automobilistiche ne studia a fondo la tecnica e deposita numerosi brevetti, tra i quali il geniale schema d'assale rigido, progettato insieme a Charles Trépardoux e divenuto famoso come Ponte De Dion, che ancora oggi viene utilizzato sulle automobili di prestigio.

Nel 1881, in società con Georges Bouton e Charles-Armand Trépardoux, fonda la casa automobilistica De Dion-Bouton che diverrà, in e per breve tempo, il maggior produttore automobilistico mondiale, per poi essere riconvertita, dopo la prima guerra mondiale, nella principale fabbrica francese di automotrici ferroviarie.

Tra le altre importanti realizzazioni di De Dion, è necessario ricordare la fondazione, nel 1895, dell'Automobile Club di Francia e, nel 1898, del primo Salone dell'automobile della storia che viene inaugurato alle "Tuileries", riscuotendo un enorme successo di pubblico (140.000 visitatori paganti) per ammirare i 232 modelli d'automobile esposti.

Nel 1900 fonda L'Auto, il primo periodico a stampa di argomento automobilistico che diverrà il principale giornale sportivo francese ed assumerà, nel 1946, la nuova denominazione di L'Équipe.

Nel 1901, alla morte del padre, eredita il titolo di marchese e la gestione delle attività familiari che lo inducono ad impegnarsi maggiormente nella politica.

Eletto deputato per il dipartimento della Loira inferiore (ora Loira Atlantica) nel 1902, ricoprirà ininterrottamente la medesima carica fino al 1924, anno in cui, nello stesso collegio elettorale, viene eletto senatore, occupando il seggio fino al 1940.

Schierato all'estrema destra conservatrice e cattolica, De Dion è un fervido difensore dei privilegi aristocratici ed ecclesiastici, tanto da essere arrestato durante gli scontri avvenuti in occasione della legge di separazione tra lo stato e la chiesa avvenuti in Francia nel 1905.

Il 10 luglio 1940 (ormai ultraottantenne, ma ancora battagliero), contrariamente ai suoi colleghi aristocratici e cattolici, si astiene dal voto con il quale l'Assemblea nazionale affida al Maresciallo Pétain i pieni poteri, dopo l'occupazione nazista.


Screenshot_2023-01-05_at_10-42-38_Jules-Albert_De_Dion_-_Wikipedia





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Jules-Albert_De_Dion

 
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Paolo De Flotte



«De Flotte, nobile figlio della Francia, era uno di quegli esseri prediletti, che un solo Paese non ha diritto di appropriarsi.»
(Giuseppe Garibaldi, dal discorso funebre per Paolo de Flotte)
Ritratto

Louis François René Paul de Flotte, in Italia conosciuto come Paolo De Flotte, (Landerneau, 1º febbraio 1817 – Solano, 22 agosto 1860), è stato un esploratore, inventore e politico francese. Fu garibaldino durante la Spedizione dei Mille.

Biografia
Monumento presso Solano

Nato da una famiglia dell'antica nobiltà bretone, era figlio e nipote di militari realisti, a loro tempo schieratisi con l'Esercito cattolico e reale dei Chouan. Il nonno materno era un ammiraglio e per il giovane de Flotte fu quasi d'obbligo entrare nell'Accademia navale, imbarcandosi a bordo della nave-scuola Orione nel 1832.

Primo del proprio corso, venne promosso ufficiale di marina nel 1836 e scelto per partecipare a due importanti spedizioni scientifiche sulle navi Venus, Astrolabe e Zélée, compiendo per due volte la circumnavigazione del globo. Partito dal porto di Brest il 29 dicembre 1836, fece ritorno in patria approdando a Tolone, il 6 novembre 1840. Nel 1847, con il grado di tenente di vascello, fu messo in congedo a causa delle sue idee socialiste. Partecipò ai moti della rivoluzione francese del 1848 venendo successivamente eletto deputato per Parigi. In seguito alla sua opposizione al colpo di Stato del 2 dicembre 1851 (fu uno dei capi della resistenza) dovette andare in esilio in Belgio; rientrato sotto falso nome trovò impiego in una società ferroviaria.[1]

Nel luglio 1860 raggiunse la spedizione dei Mille di Garibaldi a Palermo. In quest'ambito, col grado di colonnello e al comando della Legione francese (da lui organizzata),[1] agli ordini del generale Cosenz, nella notte tra il 21 e il 22 agosto 1860 effettuò, uno sbarco sulle spiagge di Favazzina; durante l'avanzata verso l'interno ci fu uno scontro con un reparto di cacciatori napoletani, presso Solano (piccolo villaggio attualmente suddiviso tra i comuni di Bagnara Calabra e Scilla), e qui il De Flotte «ardente patriota, intimo amico di Garibaldi e da questi amorosamente rimpianto» cade ucciso.[2]






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Jean-Baptiste de La Chapelle


Jean-Baptiste de La Chapelle (1710 – 1792) è stato un matematico, enciclopedista, inventore, e prete francese. Fu l'inventore nel 1775 dello scafandro, chiamato così dal greco skaphe - "scafo" e andros - "uomo". Fu anche un contributore con 270 articoli alla Encyclopédie.
Stampa dello scafandro inventato da La Chapelle

Venne eletto membro della Royal Society di Londra nel giugno 1747[1].

Riconoscimenti
Membro della Royal Society - nastrino per uniforme ordinaria Membro della Royal Society





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Jean de Mannoury d'Ectot


Biografia

Di famiglia aristocratica, era emigrato in seguito alla rivoluzione francese. Dopo che aveva inviato la sua Mémoire adressé à la classe des sciences physiques et mathématiques de l'Institut sur diverses machines hydrauliques, tra il 1812 e il 1813 Lazare Carnot presentò all'Ibstitut le macchine idrauliche ideate dal Mannoury d'Ectotː si trattava di dispositivi per innalzare una parte dell'acqua di una cascata senza ricorrere a parti mobili. I sistemi elaborati erano treː un sifone intermittente, collegato ad una fontana di compressione e riunendo tali elementi in una disposizione a più piani; l'Hydréole, un dispositivo che forma una schiuma d'aria e d'acqua, che essendo più leggera della corrispondente colonna d'acqya, si innalzava di più della colonna d'acqua alla quale faceva equilibrio; la colonna d'acqua oscillante nei due bracci del sifone.

Una delle prime applicazione fu installata a Padova presso le Porte Contarine.





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Merry Delabost


Merry Delabost (Saint-Saire, 29 agosto 1836 – Rouen, 11 marzo 1918) è stato un medico e inventore francese.
Un modello di doccia

Durante la sua attività di medico della prigione Bonne-Nouvelle, di Rouen, inventò la doccia nel 1872, con lo scopo di dare ai prigionieri un'igiene migliore. Si trattava di docce collettive, anche se il flusso d'acqua era individuale.

Nel 1879 l'esercito prussiano la rese obbligatoria per i soldati ed installò docce comuni alle baracche.





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Henri-Gustave Delvigne


Henri-Gustave Delvigne (Amburgo, 10 aprile 1800 – Tolone, 18 ottobre 1876) è stato un militare e inventore francese, ufficiale di fanteria nella Garde Royale[1], si dimise dall'esercito a seguito della rivoluzione di luglio. Egli rivoluzionò la tecnologia dei fucili e diede il suo nome ad un'arma.

Biografia

Nel 1826, Delvigne inventò un nuovo metodo che semplifica notevolmente l'uso dei fucili a canna rigata, realizzando un fucile che porta il suo nome. La culatta di questo fucile aveva un diametro più piccolo rispetto all'alesaggio ed i due segmenti erano collegati da una superficie sferica di raggio pari alla pallottola utilizzata. La polvere da sparo veniva caricata nella camera attraverso la bocca del fucile e la pallottola veniva inserita dopo di essa. Essa andava ad appoggiarsi alla superficie sferica. Al momento dello sparo veniva deformata dai gas generati dall'esplosione ed i suoi bordi andavano ad aderire alle rigature della canna. Così assumeva un movimento rotatorio che ne aumentava la precisione e la gittata.[2]

In una evoluzione di quel primo progetto, Pontacharra introdusse un tappo di legno dietro la pallottola, limitando la deformazione del proiettile di piombo nella camera, pur consentendo l'espansione radiale per aderire alle scanalature[2].

La deformazione radiale della pallottola contro le scanalature permetteva una migliore rotazione della stessa, ma la deformazione della pallottola la rendeva meno aerodinamica e ne limitava la sua gittata.
Pallottola ad ogiva cilindro-sferica (a sinistra) e cilindrico-conica (al centro) sviluppata da Delvigne. Quella di destra prevede la modifica proposta da François Tamisier per migliorare la stabilità

Dal 1830, Delvigne iniziò a sviluppare proiettili cilindro-conici[3]. La stabilità della pallottola sarà poi migliorata grazie all'introduzione dei solchi da parte di François Tamisier. Tuttavia, l'aggiunta di questi solchi, sulla pallottola ostacolavano la sua espansione contro la rigatura della canna[4].

L'invenzione di Delvigne venne migliorata dall'ufficiale francese Louis-Étienne de Thouvenin. Egli aggiunge una barra al centro della culatta; essa terminava con l'impronta femmina della pallottola. Così, quando veniva colpita dalla barra in acciaio, la pallottola tendeva a deformarsi radialmente contro i solchi del fucile e veniva modellata sulla barra che le dava una forma meno distorta e più aerodinamica.[5]

Queste invenzioni rappresentarono significativi passi avanti nel miglioramento del fucile, e furono precorritrici della pallottola Minié al cui sviluppo contribuì anche Delvigne.
Revolver Mas 1873-1874 11 mm, calibro 11 mm.

Il Revolver Mas 1873-1874 11 mm. È stata una pistola che Delvigne sviluppò con l'armiere belga J. Chamelot e che venne adottata dall'esercito francese nel 1873.

Egli venne insignito dell'onorificenza della Légion d'Honneur nel 1830 e quindi ufficiale dello stesso ordine nel 1866.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Henri-Gustave_Delvigne

 
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Georges Demenÿ


Georges Demenÿ (Douai, 12 giugno 1850 – Parigi, 26 ottobre 1917[1]) è stato un fotografo, inventore e ginnasta francese, di origini ungheresi. È considerato il fondatore dell'Educazione fisica scientifica.


Biografia

Nel 1891 (o 1892 secondo le fonti), mentre faceva da assistente a Jules-Etienne Marey, inventa il fonoscopio, poi, nel 1894, il cronofotografo a camma eccentrica, il che fa di lui uno dei precursori del cinema. In difficoltà economiche, si vede costretto a vendere i diritti sul cronofotografo à Léon Gaumont[2], che grazie a quell'apparecchio realizza il cinema.

Nel 1903, egli fonda a Parigi il CSEP (Cour Supérieur d'Education Physique), il quale è una scuola di formazione sportiva e medica.

Georges Demenÿ era fratello del poeta Paul Demeny.





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Doret


Doret (Francia, ... – ...; fl. XVIII secolo) è stato un inventore francese.

Di origine francese[1] è l'inventore di una macchina per la produzione del cioccolato. Nel 1778 mise a punto una macchina automatica, idraulica, che permetteva di macinare la pasta di cacao e vaniglia e mescolarla con lo zucchero[2].

Il signor Doret creò così il primo sistema industriale in grado di creare quelle che attualmente sono le barrette di cioccolata, talmente interessante che fu acquisito dalla famiglia Caffarel che così si presentavano alla loro clientela: “Caffarel padre e figlio produttori di cioccolato, mediante macchina idraulica, premiata da Sua Maestà, di stanza fuori Porta Susa, nel proprio fabbricato, sulla passeggiata del Principe Eugenio, con deposito in Piazza Castello accanto al 14”.





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Louis Jules Duboscq


Louis Jules Duboscq (Villennes, 18 marzo 1817[1] – 24 settembre 1886) è stato un inventore, fotografo e costruttore di strumenti ottici francese. È noto fin dall'Ottocento per l'alta qualità dei suoi strumenti ottici, tra i quali figura una versione dello stereoscopio lenticolare ideato da David Brewster.

Biografia
Firma di J.Duboscq incisa su un saccarimetro

Luis Jules Duboscq nacque nel 1817 nel soppresso dipartimento francese di Seine-et-Oise. Nel 1834 iniziò l'apprendistato presso Jean-Baptiste-François Soleil, un importante costruttore di strumenti ottici che aveva ereditato l'attività dal padre François. Il laboratorio di Soleil costruiva e commercializzava svariati strumenti ottici, comprese lanterne magiche, anortoscopio (strumento che permetteva la visione di immagini anamorfiche distorte), lampade a gas e illuminazione elettrica.[1][2]

Nel 1839 Dusboscq sposò una delle figlie di Soleil, Rosalie Jeanne Josephine. Quando il suocero si ritirò, nel 1849, Duboscq ne rilevò il laboratorio degli strumenti, mentre il laboratorio delle lenti passò al figlio di Soleil, Henri.[1][2]

Screenshot_2023-01-09_at_18-31-27_Louis_Jules_Duboscq_-_Wikipedia


Saccarimetro di Soleil e Duboscq

Ideato negli anni '40 del XIX secolo dal costruttore Jean Baptiste François Soleil, detto Soleil père e perfezionato poi da suo genero e successore Jules Duboscq, è uno strumento utilizzato per determinare con metodo ottico, la concentrazione delle soluzioni zuccherine capaci di ruotare il piano di polarizzazione della luce[4].
Modello di saccarimetro di Soleil e Duboscq presente al Museo della Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze

L'apparecchio ebbe una grande diffusione nell'industria dello zucchero. Evitando laboriose analisi chimiche, consentiva esami rapidi e affidabili fornendo tipo e concentrazione dello zucchero nella soluzione in esame, così da scongiurare sofisticazioni alimentari.

La base dello strumento è formata da un treppiede. Un sostegno d'ottone è montato con un giunto snodabile di una colonna telescopica munita di base circolare zavorrata con una massa di piombo. I tubi per gli esami delle soluzioni sono quattro, uno di essi può accogliere un termometro a mercurio; la scala in avorio è graduata da 0° a 50° ed un anello permetto di inserirlo trasversalmente nel tubo. Il termometro è utilizzato durante il processo d'inversione, cioè durante la trasformazione, mediante acido cloridrico, dello zucchero cristallizzabile (destrogiro) in zucchero non cristallizzabile (levogiro). Questo processo viene utilizzato quando nelle melasse in esame si trovano altre sostanze attive oltre lo zucchero: in questo modo grazie a due misure (prima e dopo l'inversione) è possibile determinare l'esatta quantità di zucchero cristallizzabile.[5].





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Antoine Dupré (inventore)


Antoine Dupré (Saint-Laurent-en-Beaumont, 17 gennaio 1723 – Grenoble, 20 novembre 1782) è stato un inventore francese.

È noto per aver scoperto un nuovo tipo di fuoco greco nel 1759.
Biografia

Ragazzo intelligente e pratico, avviò una carriera da orefice. Lavorò prima come garzone, poi aprì un rinomato negozio.

Si specializzò nella produzione di falsi diamanti fatti di quarzo. Nel 1759, mentre cercava di fondere dei cristalli minerali per realizzare un nuovo tipo di gioielli, notò che dal procedimento avevano origini scintille e fiamme che non riusciva ad estinguere con l'acqua.

Dupré presentò la nuova arma al re, Luigi XV di Francia, ma questi preferì non adoperarla, ritenendola un grave danno per l'umanità. L'inventore fu indennizzato con una pensione di 2000 livre tournois.





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view post Posted on 11/1/2023, 15:57     Top   Dislike
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Nicolas Flobert


Nicolas Flobert (Parigi, 1819 – Gagny, 1894) è stato un inventore francese. È noto per l'invenzione di una carabina e di vari tipi di pistole a retrocarica, molto leggere, generalmente a canna liscia, per il tiro da giardino e da sala.

La cartuccia era a carica ridotta con esplosione poco rumorosa, il proiettile era una pallottola ogivale di piombo (raramente pallini), il calibro è per lo più di 6 mm e la gittata si avvicina ai 30 metri.

Un analogo tipo di carabina funziona ad aria compressa e lancia un piccolo proiettile metallico munito posteriormente di piumino.

Il nome di Flobert è ormai generalmente usato per indicare un'arma costruita secondo il sistema Flobert





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Hércules Florence


Antoine Hercule Romuald Florence (Nizza, 29 febbraio 1804 – Campinas, 27 marzo 1879) è stato un inventore, pittore, poligrafo e pioniere della fotografia francese naturalizzato brasiliano come Antônio Hércules Romualdo Florence,[1] conosciuto come l'isolato inventore della fotografia in Brasile, tre anni prima di Daguerre, e sei dopo Nicephore Niepce, usando il processo a matrice negativo/positivo.





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Paul-Gustave Froment


Paul-Gustave Froment (Parigi, 3 marzo 1815 – Parigi, 10 febbraio 1865) è stato un inventore francese.

Biografia

Nacque a Parigi e studiò al Collège Sainte-Barbe e al Lycée Louis-le-Grand. Dimostrò fin da bambino un talento per la tecnologia, così il padre decise di farlo studiare all'École polytechnique di Parigi. Successivamente si trasferì in Gran Bretagna per continuare i suoi studi a Manchester.

Al suo ritorno in Francia avrebbe voluto costruire macchine a vapore, ma non poté per mancanza di fondi. Aprì invece un laboratorio a Parigi nel 1844 dove, tra le altre cose, lavorò a un telegrafo in grado di trasmettere segnali scritti e inseriti da tastiera, migliorò inoltre il telaio elettrico di Gaetano Bonelli e aiutò William Hughes a migliorare la sua prima macchina da scrivere.

Lavorò anche al giroscopio con Léon Foucault, per il quale realizzò il pendolo per la sua famosa dimostrazione nel 1851. Nel 1854 costruì una versione più semplice e migliorata dell'orologio elettromeccanico di Charles Shepherd.[1]

È noto soprattutto per la progettazione dei primi motori elettrici per uso industriale, per i quali fu insignito dell'importante Volta Prize nel 1857. Nel suo progetto gli elettromagneti erano caricati in modo da attrarre barre di ferro attaccate a un volano rotante. Nel momento in cui un'asta di ferro raggiunge l'elettromagnete, l'alimentazione del solenoide viene interrotta fino a quando la successiva barra di ferro non si avvicina all'elettromagnete.

Morì a Parigi nel 1865 e fu sepolto nel cimitero di Père-Lachaise.





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