IL FARO DEI SOGNI

Categoria:Inventori cinesi

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Bi Sheng



Bi Sheng[1] (cinese tradizionale: 畢昇; cinese semplificato: 毕昇, pinyin: Bì Shēng) (Huizhou, 972 – 1051) è stato un tipografo e inventore cinese, realizzatore del primo sistema di stampa a caratteri mobili.

Il sistema di Bì Shēng, fatto di caratteri di terracotta, fu inventato fra il 1041 e il 1048 in Cina.

Stampa a caratteri mobili
Pagina del Mengxi Bitan che descrive il sistema inventato da Bi Sheng

Bì Shēng era di umili origini, e non esistono documenti sulla sua vita. L'unico documento è il Mengxi Bitan (夢溪筆談) di un funzionario cinese, intellettuale e scienziato, Shen Kuo (沈括) (1031–1095). Il Mengxi Bitan fornisce una descrizione piuttosto dettagliata dell'invenzione di Bì Shēng.[2]

I fragili caratteri di Bi Sheng (incisi nella porcellana, ceramica di argilla viscosa, induriti nel fuoco e assemblati in resina) non si prestavano per la stampa a larga diffusione.[3] Il funzionario Wang Zhen (attivo fra il 1290 e il 1333) migliorò il sistema di Bi Sheng introducendo caratteri mobili incisi nel legno. Successivamente, la stampa a caratteri mobili fu sviluppata in Cina e in Corea verso il 1490 con la realizzazione di caratteri di bronzo da parte del tipografo Hua Sui (1439-1513).





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Cai Lun


Cai Lun[1], anche scritto Ts'ai Lun (50 circa – 121 circa), è stato un inventore cinese.

Vissuto sotto la dinastia Han, ne divenne successivamente un alto funzionario dell'Imperatore He, presso cui curò innovazioni tecniche a partire dalle armi[senza fonte]. A lui è tradizionalmente attribuita l'invenzione della carta intorno al 105.

Biografia

La vita di Cai Lun è ampiamente documentata, anche se le notizie su di lui sono spesso romanzate. L'uomo nacque a Guiyang intorno al 50 d.C.; era un eunuco e nel 75 entrò alla corte dell'Imperatore Ho Ti (anche traslitterato Hedi) e qui fece carriera, arrivando ben presto a divenire capo eunuco[2].
Invenzione della carta

Intorno al 105 d.C. Cai Lun inventò il procedimento di preparazione della carta. Nel I secolo d.C. in Cina si scriveva su stuoie di bambù o su fogli di seta opportunamente preparati; Cai Lun ideò un processo per realizzare un materiale simile a quest'ultima a partire da fibre tessili ricavate dalla macerazione di stracci, stoffe e corteccia d'alberi[3]. Secondo la leggenda tramandata, avrebbe avuta l'intuizione quando, standosene sul bordo di un corso d'acqua, poco più a valle di alcune donne intente a lavare panni assai logori, avrebbe notato in una piccola insenatura ai suoi piedi, l'accumularsi di scorie di fibre di tessuto che una volta asciutte gli suggerirono lo spunto; dopodiché avviò la produzione del nuovo materiale[senza fonte]. Per questa invenzione l'Imperatore concesse a Cai Lun numerosi privilegi, tra i quali un titolo nobiliare equivalente a quello di marchese.

In realtà, come accadde in seguito per personaggi parimenti semileggendari come Heraldo da Praga e Polese da Fabriano, è probabile che il nome di Cai Lun sia stato associato all'invenzione di un anonimo di classe inferiore, diventando principalmente la figura simbolo.
Morte e riconoscimenti postumi

Pochi anni dopo l'invenzione di Cai Lun, l'uomo fu al centro di un intrigo amoroso, favorendo gli incontri dell'Imperatrice Deng a cui lui era sottoposto con il suo amante. Quando la regnante morì il suo consorte, Imperatore Song, prese potere e ordinò all'eunuco di fare ammenda per il suo crimine. Piuttosto che affrontare il giudizio, Cai Lun preferì suicidarsi ingerendo del veleno[4]. Gli studi sul procedimento per ottenere la carta furono proseguiti e perfezionati dal suo discepolo Zao Bo. La sua invenzione più grande fu ben presto adottata in tutta la Cina, dove nel III secolo d.C. divenne il supporto scrittorio più adoperato; addirittura essa veniva chiamata Carta del Marchese Cai[3].

Il processo produttivo del materiale divenne, con la sericoltura, uno dei preziosissimi bottini bellici degli abbasidi a discapito della dinastia Tang in seguito alla battaglia del Talas (751). E a partire dal X secolo sarà poi introdotta in Europa dove lentamente soppianterà la pergamena e sarà usata per la scrittura fino ai giorni nostri.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Cai_Lun

 
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Hua Sui



Hua Sui[1] (1439 – 1513) è stato un inventore e tipografo cinese vissuto durante la dinastia Ming (1368-1644 d.C.). Apparteneva alla ricca famiglia Hua, rinomata in tutto lo Jiangsu, ed è noto per aver ideato la prima stampa a caratteri mobili in metallo della Cina nel 1490 d.C.[2]


Stampa a caratteri mobili in metallo

La stampa a caratteri mobili in metallo era stata inventata in Corea all'inizio del XIII secolo, tuttavia non ci sono prove concrete sul fatto che questa possa aver influenzato la stampa di Hua Sui.[2]
Antichi tipi in legno e ceramica
La Sutra del Diamante, il più antico libro stampato conosciuto della storia (868 d.C.). Esso fu stampato per mezzo di tipi di legno.

I caratteri mobili furono inventati e migliorati in Cina secoli prima di Hua Sui. Come scritto dal poliedrico scienziato cinese Shen Kuo (1031-1095) della dinastia Song (960-1279 d.C.), l'artigiano Bi Sheng (990-1051) fu il primo a inventare i caratteri mobili, questi in ceramica, durante il periodo Qingli (1041-1048).[3] Durante la dinastia Yuan (1279-1368 d.C.) il magistrato Wang Zhen (fl. 1290-1333) fu uno dei primi innovatori dei caratteri mobili in legno, poiché il suo processo migliorò anche la velocità di composizione.[4] Egli inoltre sperimentò la stampa di caratteri in metallo usando lo stagno.[5] Scrisse infatti nel libro del Nong Shu (1313 d.C.):

«In tempi più recenti [fine XIII secolo], i tipi sono stati realizzati anche in stagno per colata. Essi vengono infilati su un filo di ferro, e quindi fissati nelle colonne del modulo, per stamparvi i libri. Ma nessuno di essi prendeva prontamente l'inchiostro e nella maggior parte dei casi producevano stampe disordinate. Per questo motivo non sono stati utilizzati a lungo.»
([5])

Pertanto, il tipo in stagno del XIII non ebbe successo perché incompatibile con il processo di inchiostrazione. Sebbene non avesse avuto successo ai tempi di Wang Zhen, il tipo in bronzo di Hua Sui alla fine del XV secolo sarebbe stato utilizzato per secoli in Cina, fino alla fine del XIX secolo.[6] Inoltre nel XIX secolo, un certo signor Tong del Guangdong impiegò con successo un carattere mobile in stagno, dimostrando di averlo reso più compatibile con il processo di inchiostrazione.[5]
Tipi in metallo del periodo Ming

Hua Sui, che non divenne uno studioso fino all'età di circa cinquant'anni, si interessò alla stampa di libri.[7] Aveva accumulato una considerevole fortuna e desiderava usarla per consolidare la sua reputazione di tipografo nella regione.[7] Egli divenne il primo del suo clan familiare a investire le sue risorse nella stampa in bronzo nel 1490. Il primo libro stampato in caratteri bronzei in Cina fu lo Zhu chen zou yi di quell'anno (oggi conservato nella Biblioteca Centrale Nazionale di Taipei), una semplice raccolta di memoriali stampata in due edizioni.[7] I libri stampati da Hua Sui contengono la firma Hui tong guan ("Studio di maestria e comprensione"), il ché significa che aveva appreso il processo di stampa a caratteri mobili in metallo.[7] Oltre allo Zhu chen zou yi pubblicò 15 titoli utilizzando il tipo di metallo in un arco di circa 20 anni.[7]

Anche il resto della famiglia di Hua Sui si cimentarono nella stampa di caratteri in metallo: Hua Cheng (1438-1514 d.C.), lontano parente di Sui, antiquario e collezionista di libri, inaugurò la sua tipografia nota come Shang gu zhai (Studio per l'estimo delle antichità)[8] e stampò il Bai chuan xue hai nel 1501 usando caratteri in metallo;[9] Hua Qian (fl. 1513-1516), nipote di Hua Sui, fu autore della ristampa dell'antica enciclopedia Yi wen lei ju della dinastia Tang (1515).[9] Vi furono poi diversi membri della famiglia Hua che contribuirono alla stampa a caratteri mobili in metallo, pubblicando circa 24 libri con tale tecnica tra il 1490 e il 1516.[9





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Huang Daopo



Huang Daopo[1] (黃道婆T, 黄道婆S, Huáng DàopóP; 1245 circa – 1330) è stata un'inventrice cinese, pioniera dell'industria tessile nel suo paese.


Biografia
Infanzia e la fuga

Proveniente da una famiglia povera, Huang scappò di casa all'età di dieci anni dopo essere stata venduta per un matrimonio combinato dalla sua famiglia. Incapace di sopportare i continui maltrattamenti che riceveva, Huang seguì il fiume Huangpu dalla sua casa di Songjiang, vicino a Shanghai, per poi imbarcarsi su una nave diretta al porto di Yazhou, nell'Hainan, dove apprese l'arte della filatura e della tessitura del popolo Li.[2]

Intorno al 1295 tornò a Songjiang e iniziò a insegnare alle donne locali la filatura del cotone e la tecnologia della tessitura. Produsse abiti, tessuti di seta pregiata e macchine tessili che aumentarono notevolmente l'efficienza produttiva, rendendo la sua città natale un caposaldo dell'industria manifatturiera tessile.[2]
Tecnologia tessile
Uno schizzo della macchina di Huang daopo

Pioniera della tessitura durante la dinastia Yuan, Huang Daopo trovò il modo di estrarre facilmente i semi dal cotone migliorando la macchina denominata Jiaoche, in modo che potesse filare tre fili contemporaneamente alla volta, aumentando di gran lunga l'efficienza della produzione. Riguardo alla stiratura aumentò l'effetto di vibrazione della fionda sul cotone, rendendolo così più soffice e facilitando la filatura nel processo di produzione. Inoltre cambiò la struttura originale del filatoio per ridurre le possibilità che il filo si spezzi e rinnovò i vecchi strumenti aggiungendo funzionalità come la tessitura e il broccato.[3]

Grazie alla sua tecnologia per la rimozione dei semi di cotone con la macchina Jiaoche, la sua città natale registrò un tasso di produzione più elevato e produsse tessuti di seta più pregiati.[3]

Huang Daopo ideò la cosiddetta tecnologia Wunijing, basata sulla tecnologia dei tessuti di cotone del popolo Li.[4] Ciò migliorò l'efficienza e la qualità del tessuto di cotone ed ebbe un enorme impatto economico nella regione del delta del fiume Yangtze gettandone le basi per la cultura agricola e tessile.

Con lo sviluppo della tecnologia della filatura del cotone di Huang Daopo per la tessitura domestica, le donne migliorarono notevolmente il loro status sociale all'interno del matrimonio e nella famiglia.[5]
Monumenti a lei dedicati e commemorazioni
Tomba di Huang Daopo

L'orto botanico di Shanghai ospita la Sala Huang Daopo,[6] inaugurata nel 2003. Nel cortile c'era una statua di Huang Daopo alta 2,2 metri, e sullo stipite c'è un distico che recita "una navetta attraversa l'universo, due mani tessono vestiti di nuvole". L'iscrizione orizzontale che recita "il mondo dei vestiti e delle trapunte" è stata scritta da Zhou Gucheng.[7]

Il 20 novembre 1980 il Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni della Repubblica Popolare Cinese ha stampato una serie di 4 francobolli commemorativi dedicati ad alcuni scienziati, tra cui Huang Daopo, prima scienziata dell'antichità.[8] Nel 1989 la Banca Popolare Cinese ha coniato una serie di monete commemorative, tra cui quella di Huang Daopo.

Secondo il folclore cinese il sesto giorno del quarto mese lunare è il compleanno di Huang Daopo. Tale giorno è noto come "compleanno del cotone" in Cina.[7]

Le è stato dedicato un cratere su Venere.[9]





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Huang_Daopo

 
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Lu Ban



Lu Ban[1] (cinese semplificato: 鲁班; cinese tradizionale: 魯班; pinyin: Lǔ Bān; Wade-Giles: Lu Pan) (507 a.C. – 440 a.C.) è stato un ingegnere, filosofo, inventore, architetto, statista e stratega cinese. Contemporaneo del filosofo Mozi, è una figura di grande importanza nella storia tradizionale cinese (nella quale assume anche alcuni tratti leggendari). È patrono e protettore dei costruttori e degli artigiani cinesi.


Biografia

Lu Ban nacque a Dunhuang, in quella che è l'attuale provincia cinese del Gansu, durante il Periodo delle primavere e degli autunni. Fu un ingegnere di talento e un abile architetto e carpentiere. Gli sono attribuite dalla tradizione diverse invenzioni e imprese straordinarie;[2] esse, legate più o meno direttamente alla sua professione, hanno contribuito alla sua canonizzazione come antenato e protettore di tutti i costruttori e carpentieri, oltre che come "Dio Protettore" dell'industria.[3]

La notorietà di Lu Ban è collegata principalmente alla presunta costruzione da parte sua di un grande aquilone, o primitivo aliante, il quale stando alla tradizione sarebbe stato in grado di volare continuativamente per tre giorni, anche trasportando un essere umano.[4]

La leggenda vuole che Lu Ban abbia costruito il suo aliante di legno e bambù mentre dirigeva la costruzione di una pagoda a Liangzhou, presso Wuwei. Prese l'abitudine di tornare a casa regolarmente per mezzo della sua macchina volante, iniziando a fare la spola tra la sua città natale e Liangzhou all'insaputa di tutti. Un giorno la famiglia di Lu Ban venne a conoscenza del fatto che la moglie di lui era incinta, e da questo vennero a sapere che tornava spesso a casa grazie a un "uccello di legno".[2]

Nonostante la possibilità che Lu Ban abbia effettivamente volato risulti molto improbabile, non è considerato impossibile il risultato di tenere in volo un aeromobile di legno e bambù, anche per tempi prolungati, sia stato effettivamente ottenuto grazie a un vento stabile e forte con l'aquilone, o aliante, ancorato a terra per mezzo di un cavo.

Intorno al 450 a.C. si trasferì nello stato di Chu, dove si mise al servizio delle autorità costruendo macchine belliche di vario tipo, tra le quali si ricordano un tipo di rampino da arrembaggio, un attrezzo per lo speronamento adatto all'impiego navale e una scala basculante da assedio dotata di un contrappeso.[3]

Un'altra delle realizzazioni leggendarie di Lu Ban fu una statua di legno con una mano tesa; puntando la mano su una regione all'orizzonte, la siccità avrebbe colpito quella zona; rompendo la mano, sulla stessa regione sarebbero cadute pesanti piogge.[2]





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Ma Jun



Ma Jun[2] (Fufeng, fl. 220 – 265[1]) è stato un ingegnere meccanico cinese e funzionario pubblico durante il periodo dei Tre regni.

La sua invenzione più famosa è stata il carretto che punta a sud, un veicolo che fungeva da bussola direzionale non basata sul campo magnetico ma basato sul differenziale (dispositivo che applica la stessa coppia alle ruote motrici che girano a velocità diversa).[3] È soprattutto grazie a questo rivoluzionario dispositivo che Ma Jun è passato alla storia come uno dei più grandi ingegneri meccanici e inventori del suo tempo. Il suo dispositivo è stato successivamente reinventato da altri dopo la sua morte, tra cui l'astronomo e matematico Zu Chongzhi (429-500). Nel periodo dinastico del tardo medioevo, il carretto che punta a sud di Ma Jun fu integrato con un odometro in grado di misurare la distanza percorsa.


La vita

Secondo quanto riportato da Fu Xuan (217-278 d.C.), poeta e filosofo suo contemporaneo nonché suo amico, Ma Jun nacque a Fufeng, situata nella valle del Fiume Wei tra Wugong e Baoji.[4] Da giovane, viaggiò attraverso l'attuale provincia dello Henan, ottenendo una laurea minore in ambito letterario, la bo shi.[4] Malgrado la laurea, Ma Jun fu alquanto povero durante la giovinezza: ciò comunque non gli impedì di guadagnarsi quel consenso che gli avrebbe permesso di sfruttare il suo genio nella creazione di congegni e invenzioni.

Si distinse come funzionario pubblico nello stato settentrionale di Wei: diresse la costruzione del palazzo Chong Hua sotto l'imperatore Cáo Ruì, gli fu riconosciuta la grande abilità nella progettazione di armi e congegni e fu elogiato da Fu Xuan in una delle sue opere. Fu Xuan osservò come Ma Jun non fosse un grande oratore o maestro della retorica, in difficoltà anche nel trasmettere le sue idee a causa del carattere introverso. Ciononostante, egli si guadagnò la fama di grande genio della meccanica, considerato universalmente uno dei maggiori ingegneri meccanici dell'antica Cina.
Successi tecnologici e ingegneristici
Illustrazione del differenziale tra albero motore e ruote posteriori di una moderna automobile.

Una delle prime invenzioni di Ma Jun fu un migliorato telaio per la seta che, secondo Fu Xuan, gli procurò grande considerazione per la sua bravura innovativa.[4] In quel tempo, i telai per la seta presentavano generalmente 50 licci e 50 pedali, raggiungendo a volte anche i 60 per entrambi[4]: egli realizzò un telaio con soli 12 pedali, che non solo consentì maggiori efficienza e velocità, ma anche disegni più complessi.[4]

Mentre era al servizio della corte Wei, Ma Jun polemizzò con il consigliere Gaotang Long e il generale di cavalleria Qin Lang sul carretto che punta a sud. Entrambi derisero Ma Jun il quale credeva nei testi storici che davano per vera l'invenzione del carretto che punta a sud (secondo la leggenda, avvenuta durante l'epoca di Huang Di), definendola assurda e mitologica. Ma Jun ribatté, dicendo: "Argomenti vani fatti a parole non possono (in alcun modo) reggere il confronto con una prova che vi mostrerà risultati pratici".[3] Dopo esserne stato incaricato, Ma Jun costruì un carretto che punta a sud pienamente funzionante nel 255 d.C.[5]: con questo dispositivo a bussola meccanica, realizzò uno dei primi congegni meccanici al mondo che impiegava un differenziale. Il carretto che punta a sud fu totalmente reinventato una seconda volta da Zu Chongzhi (429-500 d.C.) dal momento che il progetto originario era andato perduto.

Su incarico dell'imperatore Cáo Ruì, Ma Jun inventò un complesso teatro delle marionette azionato meccanicamente da motori idraulici, molto più complesso di quello scoperto sotto il regno di Gao Zu, primo imperatore della dinastia Han.[6] Il suo teatro delle marionette era simile a quello greco inventato da Erone di Alessandria, con la differenza che quest'ultimo utilizzava una ruota dentata cilindrica rotante dotata di funi e pulegge per azionarne i vari pezzi. Joseph Needham descrive il teatro di Ma Jun riportando questo estratto delle Cronache dei Tre Regni:

Alcuni avevano progettato per l'imperatore un teatro delle marionette che prevedeva l'allestimento di varie scene, ma sempre immobili. L'imperatore chiese se potevano essere rese mobili e Ma Jun rispose di sì. L'imperatore chiese se il teatro poteva essere reso più ingegnoso e nuovamente Ma Jun rispose di sì e accettò l'incarico a realizzarlo. Prese un grande pezzo di legno e lo sagomò a forma di ruota che veniva messa in rotazione, orizzontalmente, dall'azione di una corrente d'acqua non visibile. Aggiunse le figure di ragazze che cantavano mentre suonavano e ballavano e quando una particolare marionetta entrava in scena, altre marionette di legno raffigurante degli uomini suonavano tamburi e flauti. Ma Jun realizzò inoltre una montagna con marionette di legno che ballavano su delle sfere, agitavano le spade, stavano a testa in giù appese a scale di corda e tutte queste marionette dimostravano grande agilità. Funzionari di governo erano nei loro uffici, si udivano colpi di martello e cigolii, i galli combattevano e tutto cambiava continuamente e molto ingegnosamente con centinaia di novità...[6]

Ma Jun fu anche incaricato della costruzione di pompe a palette quadrate per irrigazione. Comunque, egli non fu il primo ad inventarle, come si evince da un racconto risalente all'80 d.C. del filosofo Wang Chong, Discorsi pesati sulla bilancia: l'eunuco Zhang Rang, che era alla corte della dinastia Han, ordinò all'ingegnere Bi Lan di costruire una serie di pompe a catena fuori la capitale Luoyang, sia per l'irrigazione sia come fonte di acqua corrente. Ma Jun realizzò le pompe a palette per irrigare i nuovi giardini voluti dall'imperatore Ming di Wei, Cao Rui, all'interno di Luoyang.[3]





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Ma_Jun

 
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Wan Guchan



Wan Guchan[1] (萬古蟾T, 万古蟾S, Wàn GǔchánP) (Nanchino, 18 gennaio 1900 – 19 novembre 1995) è stato un regista cinese fu uno dei due fratelli Wan, pionieri dell'industria del cinema d'animazione cinese.

Biografia

Wan Guchan ha affiancato il fratello Wan Laiming nella maggior parte dei suoi progetti di animazione e sperimentazioni artistiche.

Nel 1958, si sarebbe accreditato il merito di aver inventato un nuovo metodo di cutout animation. La tecnica fu mostrata nel film di animazione ne animazione Pigsy Eats Watermelon.[2]

Wan Guchan avrebbe inoltre preso parte, nel 1964, alla produzione del film Havoc in Heaven, che lo portò ad affermarsi in tutta la Cina.[3]
Filmografia
Cortometraggi

Shu zhen dong hua wen da zi ji (1922)
Guo nian (1924)
Gou qing ke (1924)
Xie qian (1932)
Wu wang guo chi (1932)
Guo ren su xing (1932)
Gui tu jing zou (1932)
Fei lai fu (1935)
Di kang (1935)
Shao nian yue fei (1936)

Lungometraggi

Da zhen tan (1931)
Luo tuo xian wu (1935)
La principessa dal ventaglio di ferro (Tie shan gong zhi) (1941)





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Wan Hu


Wan Hu[1], in cinese 萬虎 oppure 萬戶 (... – 1500 circa), è un leggendario mandarino ed inventore cinese che tentò per primo di sollevarsi da terra usando dei razzi, trovando la morte nell'esperimento.
Storia

Secondo la leggenda, Wan Hu costruì un veicolo composto da una sedia a cui erano stati applicati quarantasette grossi razzi a polvere pirica, nel tentativo di spiccare il volo e raggiungere la luna. Sempre secondo la leggenda, dopo che i razzi furono accesi da quarantasette addetti ci fu una grossa esplosione ed una volta diradato il fumo né Wan Hu né il suo veicolo furono più visti da alcuno.[2]

Wan Hu è tutt'oggi considerato quindi un leggendario pioniere dell'aviazione od addirittura il primo astronauta, pertanto un cratere lunare della faccia nascosta è stato intitolato a lui, il Cratere Wan-Hoo.
Filmografia

La leggenda di Wan Hu è stata oggetto di studio da parte di vari documentari, tra cui un episodio del programma televisivo MythBusters, in cui un manichino è stato legato ad una sedia dotata di razzi;[3] il veicolo così ottenuto si è sollevato di poco ed il manichino ha riportato lesioni che sarebbero state mortali per un uomo.

Nel film d'animazione Kung Fu Panda il protagonista Po utilizza una sedia a cui ha legato dei fuochi d'artificio per scavalcare il muro d'ingresso del tempio.





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Wu Shuang Pu


Wu Shuang Pu (無雙譜, Tavola degli eroi impareggiabili) è un libro di xilografie del 1694 del pittore Jin Shi (金史), anche conosciuto come Jin Guliang (金古良).[1][2]


Brevi informazioni biografiche dell'autore

Jin Guliang (Jīn Gǔ LiángP; c. 1625-1695) nacque durante il regno dell'imperatore Tianqi a Shanyin (poi rinominato Shaoxing, provincia di Zhejiang in Cina) e morì durante il periodo Kangxi, all'età di circa 70 anni.

Per la realizzazione dell'opera, Jin Guliang seguì gli esempi di Cui Zizhong (崔子忠), ⁣[3] che iniziò il primo grande revival della pittura figurativa dalla dinastia Song. Fu anche ispirato dal pittore Chen Hongshou (陳洪綬; 1599-1652). Jin ha sviluppato il libro insieme all'intagliatore Zhu Gui (朱圭)[4] e nel testo sostiene che questi eroi non abbiano eguali (Wu, "no"; Shuang, "eguali"; Pu "libro"), per questo impareggiabili.
Brevi nozioni sul libro

Questo libro contiene biografie, ritratti immaginari e poemi correlati in stile yue fu di 40 importanti personaggi cinesi vissuti tra la dinastia Han e la dinastia Song[5]. Le illustrazioni del libro sono state ampiamente distribuite e riprodotte, anche su opere in porcellana.

Il libro originale ha un sigillo di Nanling, e per questo viene chiamato anche Nanling Wu Shuang Pu. Una seconda edizione di questo libro del 1699 si trova nel Museo Nazionale della Cina.

Lo studioso e filologo Mao Qiling (毛奇齡, 1623-1716) lodò il libro, considerandolo un capolavoro.

Nel gennaio 2006, un originale dipinto a mano del Wu Shuang Pu è stato venduto alla casa d'aste Chongyuan di Shanghai per 2,86 milioni di CNY, circa 375.000 euro.


Screenshot_2022-11-25_at_10-44-02_Wu_Shuang_Pu_-_Wikipedia





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Wu_Shuang_Pu

 
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Zhang Heng


Zhang Heng[1] (張衡T, 张衡S, Zhāng HéngP; Nanyang, 78 – 139) è stato un geofisico e poeta cinese.


Principali lavori

Per gran parte della sua vita, Zhang Heng fu l'astronomo reale durante la dinastia Han e tracciò una delle prime mappe stellari, rivaleggiando con quella creata da Ipparco nel 129 a.C., di cui non aveva conoscenza: in essa specificò la posizione esatta di 2.500 stelle, ribattezzandone circa 320. Stimò che il cielo notturno, di cui poteva vedere solo una parte, conteneva 11.500 stelle, un numero esagerato anche per un osservatore dotato di buona vista, ma niente affatto una cattiva stima. Spiegò correttamente il fenomeno delle eclissi lunari, sostenendo che si verificavano quando la Luna attraversava il cono d'ombra della Terra: quest'ultima veniva immaginata come una piccola sfera sospesa nello spazio, circondata da un immenso e lontanissimo cielo sferico. Nel 123 corresse il calendario per adattarlo al ciclo delle stagioni.

In una sua pubblicazione, Líng xiàn (靈憲, riassunto della storia astronomica del suo tempo), approssimò il numero pi greco a 730/232 (circa 3,1465), mentre in una delle sue formule per il calcolo di volumi sferici, utilizzò al posto di π \pi la radice quadrata di 10 (circa 3,162).
Il sismoscopio
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Sismoscopio di Zhang Heng.
Riproduzione del Sismoscopio di Zhang Heng

Il lavoro più famoso attribuito a Zhang Heng fu il sismoscopio che perfezionò nel 132 d.C., 1.700 anni prima del primo sismografo europeo. Zhang sbalordì la corte imperiale con questo dispositivo, che poteva rilevare terremoti verificatisi lontano e che nessuno nelle vicinanze dello strumento era in grado di percepire. Si trattava di un recipiente intorno al quale erano disposti verticalmente, a testa in giù, diversi draghi in bronzo, ciascuno con una sfera in bocca sempre in bronzo; alla base del recipiente, in corrispondenza di ciascun drago, erano disposti dei rospi con la bocca aperta all'insù. Se lo strumento rilevava una scossa, una delle sfere in bronzo, automaticamente, cadeva nella bocca del corrispondente rospo e la sua posizione indicava la direzione da cui era giunta la scossa. In una famosa circostanza, una sfera cadde senza che fosse stato percepito alcun sisma: alcuni giorni dopo, arrivò un messaggero che riportò la notizia di un terremoto in Kasu, a 600 km distanza, proprio nella direzione indicata dallo strumento.

Nonostante la sua invenzione, non è esatto ritenere Zhang Heng l'inventore del sismografo: il suo era infatti solo un sismoscopio, cioè uno strumento in grado di indicare la direzione di provenienza della scossa ma non in grado di quantificarne la potenza.





fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Zhang_Heng

 
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