| La Trimurti: Brahma, Vishnu, Shiva
L’ordine cosmico vedico è presieduto da tre divinità che si assumono la responsabilità della creazione (Brahma) del mantenimento (Vishnu) e della dissoluzione dell’universo (Shiva). Noti come guna-avatara sono i tre esseri divini che presiedono alle influenze materiali rajoguna, sattvaguna e tamoguna. Nella vasta letteratura puranica Brahma e Shiva vengono descritti come esseri molto potenti, due grandi devoti di Vishnu, sempre impegnati al suo Servizio, nell’interesse dell’armonia cosmica. Brahma
“Quando l’intelligenza della forma universale si manifestò separatamente, Brahma, il maestro dei Veda, entrò in essa col principio della comprensione; in questo modo gli esseri possono cogliere il significato delle cose.” ( Srimad Bhagavatam III, 6, 23 )
E’ la forma maschile del termine neutro brahman, che designa in origine l’essenza del sacrificio, l’energia spirituale dell’ Assoluto, e corrisponde allo Spirito della teologia occidentale. Erede di Prajapati, il “Signore delle creature”, Dio creatore nei Veda, nell’induismo classico Brahma ha la funzione di mettere in moto il dispiegamento dell’universo, o meglio la sua “emanazione”. La sua vita , benché di lunghezza immensa non è eterna: la sua morte coincide con una “grande dissoluzione ” (mahapralaya) dell’universo. Successivamente, dall’ombelico di Vishnu disteso in sonno yogico spunta un fiore di loto, nel quale Brahma rinasce per dare un nuovo inizio alle cose. Vishnu
“Tu sei la Persona originale, la fonte di tutti gli esseri celesti e degli esseri di differenti specie, il più antico, l’immutabile. O Signore, Tu non hai alcuna origine, e nessuno Ti è superiore. Tu, che sei il non-nato, hai posto nell’energia esterna il seme di tutti gli esseri viventi.” ( Srimad Bhagavatam III, 5, 50)
“Possa Vishnu, che è l’esistente, imperituro, Brahma, che è Ishvara, che è spirito... concedere a noi la comprensione, la ricchezza e la liberazione finale” (Vishnupurana)
“Colui che tutto pervade”, Dio luminoso e benevolo, regale e protettivo, rappresenta la conservazione del mondo in cui mantiene il dharma, la legge sacra su cui tutto si regge. Quando nel mondo si verifica un declino nella giustizia, Vishnu si manifesta assumendo una forma particolare, per ristabilire il bene. Attribuiti anche ad altre figure divine, gli avatara (“discesa”) sono dieci: Matsya, il Pesce; Kurma , la Tartaruga; Varaha, il Cinghiale; Narasimba, l’Uomo-leone; Vamana, il Nano o Ragazzo; Parashurama, Rama con le scure; Rama ; Krishna; il Buddha e Kalki l’avatara che giungerà su un cavallo bianco alla fine della presente era del mondo (kali-yuga). A Vishnu, o a uno dei suoi avatara - e segnatamente a Krishna, dal quale in diversi contesti storici non è sempre possibile distinguerlo, oppure a Rama - si indirizza la bhakti, il culto basato sulla devozione fatta di amore e fiducia. Vishnu è chiamato con molti nomi: fra questi Narayana, “Colui che si muove nelle acque”, Keshava, “Dalle lunghe - o belle- chiome”, e Hari , il “Giallo-verde”.
“Narayana è Dio, la Persona suprema. Da lui è nato Brahma, dal quale a sua volta è nato Shiva.” (dal Varaha-purana)
segue Shiva
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