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“Tu, il Sè di tutti gli esseri, il Signore della creazione intera, tu sei la fonte di tutto ciò che esiste. E conosci i desideri di ognuno” (Vishnupurana, dal cap. XII)
Vishnu è una delle tre divinità supreme venerate rispettivamente dalle tre principali forme dell’induismo; i diversi aspetti della sua religione, vitalissima e diversificata fino ai giorni nostri, sono effetto della fusione di personaggi divini e di culti in origine anche distinti, documentati a partire dal IV secolo a.C. Le caratteristiche comuni sono rappresentate dalla fede in Vishnu come sovrano personale dell’universo, che egli crea, conserva e distrugge e dalla dottrina degli avatara, le “discese”, ossia le diverse manifestazioni nelle quali egli opera per il bene del mondo. Il culto di Vishnu ha dato luogo a esperienze devozionali, o sampradaya (“tradizioni”), che hanno avuto un grandissimo impatto sull’induismo in senso lato. Le più antiche correnti principali del vishnuvismo (vaishnava-dharma in termini originali) sono la tradizione dei pancharatra, quella dei vaikhanasa e i bhagavata.
La prima significa “cinque notti” dal nome di un sacrificio ricordato nei Veda. Sua caratteristica è spiegare la relazione fra il Dio supremo, al quale è rivolto l’amore dei devoti, e il cosmo con una serie di cinque emanazioni (vyuha); al si sotto di queste il mondo si dispiega negli stessi aspetti enumerati dalla filosofia del samkhya, visione fondamentale nella cultura indiana che contempla due principi di realtà, lo spirito e la materia, proprio come nella filosofia di Cartesio. I vaikhanasa, dal nome del fondatore mitico, si ispirano a un testo sacro proprio risalente al IV secolo d.C. e privilegiano l’aspetto rituale e l’adorazione (puja) a Dio, che può dispensare ai fedeli la grazia liberatrice. I bhadavata, infine, fondano nella loro fede Vishnu e il suo avatara Krishna, seguendo come testi sacri l’amatissima Bhagavad Gita e il Bhagavata Purana.
segue Shrivaishnava
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