| Soffrire A Causa Dell’ignoranza
Nello Srimad-Bhagavatam, Sukadeva Gosvami spiega che la felicità materiale è dovuta alle attività pie. Se non si è pii, non si può essere felici neanche materialmente. Dopo un’analisi approfondita, Rupa Gosvami ha concluso – lo leggerete ne Il Nettare della Devozione – che la sofferenza è dovuta esclusivamente all’ignoranza. Voi stessi potete constatare che senza una buona istruzione non si ottiene un buon posto di lavoro. L’ignoranza è dunque la causa della sofferenza ed è a causa dell’ignoranza che commettiamo azioni colpevoli. Noi devoti di Krishna cerchiamo di rimuovere l’ignoranza nelle persone, pertanto offriamo il miglior servizio alla società. Ci sforziamo di pulire il cuore della gente, contaminato da designazioni illusorie come “sono americano”, “sono indiano”, “sono questo”, “sono quello”, “devo lavorare”, “ho i miei affari”.
Purificare il cuore delle persone significa trasmettere loro la consapevolezza di non avere nulla a che fare con tutto questo e di essere eterni servitori di Krishna. Impegnatevi nel vostro eterno servizio a Krishna e siate felici. Tutti i problemi che abbiamo creato sono dovuti all’ignoranza della nostra posizione costituzionale. In realtà, non c’è alcun problema. Di notte, per esempio, sogniamo di avere problemi che non esistono: veniamo perseguitati, qualcuno ci deruba, qualcun altro ci tormenta, ci troviamo faccia a faccia con una tigre, c’è un fantasma e via dicendo. Niente di tutto ciò è vero, è solo un costrutto mentale. Asango hy ayam purusah.
I Veda insegnano che il purusa – l’anima o atma – non ha alcuna connessione con queste cose e che i suoi numerosi problemi sono il risultato della speculazione mentale. La coscienza di Krishna ha la funzione di dissipare il sogno dell’anima condizionata. È possibile operare in tal senso e Sukadeva Gosvami spiega nello Srimad-Bhagavatam che di solito il processo di purificazione comincia con l’espiazione. Ci riferiamo al karmi, la persona dall’ignoranza grossolana che lavora duramente per ottenere un risultato materiale; al karmi si dice: “Hai sbagliato, va bene, ora devi espiare.” Invece farà di nuovo lo stesso sbaglio.
Coloro che sono un po’ più avanzati nella conoscenza pensano, “Sto espiando, ma continuo a rifare lo stesso sbaglio. Sto prendendo la medicina che mi ha dato il dottore, ma sono soggetto alla stessa malattia. Per quanto tempo ancora dovrò andare avanti così?” Quando ci si mette in discussione in questo modo, allora si è migliori degli sciocchi karmi; si è jnani. Al di sopra di entrambi c’è il bhakta, il devoto di Krishna. Lo yogi si eleva fino al piano del jnani. Ci sono dunque karmi, jnani, yogi e bhakta. Di questi, solo il bhakta è pacifico, gli altri non possono esserlo, perché? Perché tutti eccetto il suddha-bhakta, il puro devoto, hanno desideri materiali.
Pronti Ad Amare Krishna
I suddha-bhakta non desiderano altro che servire Krishna; sono felici così e non vogliono neanche conoscerLo. Non sono interessati a sapere se Krishna è o non è Dio, desiderano amarLo a prescindere da tutto. Non Lo amano perché è Dio, l’onnipotente e onnipresente Narayana. No, no. A Vrindavana, le ragazze e i giovani mandriani non sanno se Krishna è Dio o qualcos’altro, ma sono pronti ad amarLo completamente; è questa la loro posizione. Non sono yogi o vedantisti, e neppure karmi; sono ragazze e ragazzi di villaggio. Desiderano vedere Krishna felice, tutto qui. Lo yogi e il jnani cercano entrambi di capire Dio e non sanno di essere immersi nell’illusione. Il karmi s’illude lavorando duro per ottenere un istante di gioia effimera; è dunque lo sciocco numero uno e non può avere pace. Come potrebbe?
Dal canto suo, il jnani vuole emanciparsi dal duro lavoro del mondo materiale. Brahma satyam jagan mithya, rifiuta questo mondo perché lo ritiene mithya, falso. È un po’ più elevato del karmi, in quanto per quest’ultimo il mondo materiale è tutto ciò che esiste. “Qui saremo felici,” dice il karmi, perché il suo dharma è pensare costantemente a come vivere pacificamente in questo mondo. È la sua religione, il suo dharma. Ho parlato con molte persone cosiddette “religiose” e il loro credo si riduce a una vita pacifica nel mondo materiale. Questi sciocchi non sanno che nonostante gli esseri umani abbiano cercato per milioni di anni di rendere pacifico questo mondo, non ci sono mai riusciti e non ci riusciranno mai. Come potrebbero? È un luogo fatto apposta per metterci in difficoltà a farci soffrire. Krishna, il creatore, dice, duhkhalayam asasvatam: è un mondo di sofferenza ed è anche temporaneo (Gita 8.15).
Non ci sono compromessi, non potete dire: “Va bene, subirò le tre forme di sofferenza ma resterò qui.” Non vi sarà concesso restare, sarete cacciati via. Aprite pure un bel conto in banca, costruite una casa grande come un grattacielo per voi, vostra moglie e i vostri figli, fumate, bevete e pensate: “Vivo davvero in pace.” Arriverà il giorno in cui vi sarà comunicato, “Per favore, ora vai fuori.” “Perché? È la mia casa, ho il conto in banca, la mia fabbrica, ogni cosa. Perché mai dovrei andare fuori?” “Devi uscire, sì, senza parlare, devi solo uscire.” Quello sarà il giorno in cui il karmi vedrà Dio e dirà: “Non credevo in Dio, ma ora Dio è qui e mi sta portando via tutto.” Krishna dice, sarva-haras caham: “Per il non-devoto sono Dio quando gli tolgo ogni cosa all’istante della morte.” (Gita 10.34)
“Non credi in Dio? Va bene, allora eccoMi qui; oggi sono venuto a portarti via tutto. Adesso vai fuori!” Quel giorno il karmi vedrà Dio. Perché invece non vederLo qui, nelle Divinità di Radha-Krishna? Quando Krishna Si manifesta come Nrisimha per uccidere il padre demoniaco del devoto Prahlada, il piccolo Prahlada Lo vede: “Oh, ecco il mio Signore!” Invece suo padre vede Dio nella forma della morte. Coloro che dicono con aria di sfida, “Mostratemi Dio,” Lo vedranno come Lo vide Hiranyakasipu, nella forma della morte. Tutti vedranno Dio. Una persona sana di mente sa di essere connessa a Dio per l’eternità e pensa: “Egli mi ama e il mio dovere è amarLo.
È così gentile che sebbene io non Lo ami, mi nutre. Mi dà cereali, frutta, fiori, tutto ciò che mi occorre.” Dio fornisce ogni cosa. Voi non potete creare niente. Krishna, Dio, è talmente gentile che sfama anche l’ateo, ma l’ateo non possiede abbastanza conoscenza da chiedersi: “Da dove proviene il mio cibo?” Questa è ignoranza e per ignoranza si commettono tanti peccati. Non è altro che ignoranza. L’ateo si trova nell’ignoranza più grossolana; se così non fosse, vedrebbe Dio sempre e dovunque.
segue Vedere Krishna Ovunque
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