| Le pastorelle di Vrindavana manifestano il più profondo attaccamento a Krishna e la loro vita ruota solo intorno a Lui.
KRISHNA ATTRAE LA NOSTRA ATTENZIONE
Lo scopo del nostro Movimento per la coscienza di Krishna è quello di educare le persone a sviluppare attaccamento per Krishna, ma se una persona non sa chi è Krishna, non ha senso accrescere i propri asakti per Krishna. Perciò per aiutarci a comprenderLo, Krishna appare di persona per attirare la nostra attenzione su di Lui. La dimenticanza del nostro asakti per Krishna è la causa della nostra vita materiale; in questa vita materiale noi lottiamo per l’esistenza. Krishna dice [Bhagavad-gita 4.7]:
yada yada hi dharmasya glanir bhavati bharata abhyutthanam adharmasya tadatmanam srijamy aham
Dharmasya glani significa deviare dal proprio dovere. Quando trascuriamo i nostri doveri verso Krishna, Egli, per la Sua misericordia senza causa, appare per insegnarci come dirigere nuovamente la nostra attenzione e i nostri asakti verso di Lui. Dharmasya glani — deviare dal percorso della religione — significa dimenticare la nostra relazione eterna con Krishna. Perciò — alla fine della Bhagavad-gita (18.66) — Krishna, la Persona Suprema, ordina in modo definitivo, sarvadharman parityajya mam ekam saranam vraja: “Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me.”
Krishna non è venuto per stabilire un dharma indù o musulmano o cristiano o un tipo di dharma o un altro. Egli è venuto per stabilire il vero dharma: arrendersi a Krishna. Nello Srimad-Bhagavatam [1.1.2] i vari tipi di dharma ingannevoli vengono eliminati. Lo Srimad-Bhagavatam spiega che il vero dharma è quello fissato da Krishna. Sarva-dharman parityajya mam ekam saranam vraja: “Lascia ogni forma di religione e abbandonati a Me.”
Secondo alcune scritture che trattano del dharma si dovrebbe progredire dal dharma (la religione) ad artha (lo sviluppo economico), a kama (gratificazione dei sensi) e infine a moksa (la liberazione). A questo proposito Sridhara Swami, il grande commentatore dello Srimad-Bhagavatam, dice atra-moksavancha api nirasta: “Nello Srimad-Bhagavatam non c’è possibilità o opportunità per pensare alla cosiddetta liberazione.” La spiegazione è che quando ci si arrende completamente a Krishna si ottiene immediatamente la liberazione.
Bilvamangala Thakura dice, muktih svayam mukulitanjali sevate ’sman: “Perché un devoto dovrebbe preoccuparsi della mukti, la liberazione? Essa è sempre alla sua porta, pronta a servirlo — mukulitanjali-seva, a mani giunte.” Un devoto non deve sforzarsi specificatamente per la mukti. Non appena il devoto è impegnato nel servizio devozionale, la mukti c’è già. Quando un uomo diventa ricco, automaticamente la sua povertà se ne va. Un uomo ricco non deve sforzarsi specificatamente per eliminare la miseria. Quindi il punto centrale è quello che Krishna ci sta suggerendo in questo verso: “Basta far crescere il vostro asakti, l’attaccamento per Me. E allora tutto seguirà.”
La parola mad-asrayah di questo verso è molto importante, perché non è possibile accrescere l’attaccamento a Krishna senza essere mad-asrayah. Mad-asrayah significa dipendere direttamente da Krishna o da qualcuno che ha preso rifugio in Lui. Perciò Krishna consiglia di essere mad-asrayah. Non si può sviluppare il metodo dello yoga — il servizio devozionale, il bhakti-yoga — senza essere sotto il controllo di qualcuno che è sotto il controllo di Krishna. Srila Sukadeva Gosvami ha consigliato, yad upasrayasraya. Per purificarci si deve prendere rifugio in un puro devoto.
kirata-hunandhra-pulinda-pulkasa abhira-sumbha yavanah khasadayah ye ’nye ca papa yad-apasrayasrayah sudhyanti tasmai prabhavisnave namah
“Le razze Kirata, Huna, Andhra, Pulinda, Pulkasa, Abhira, Sumbha, Yavana, Khasa e altre ugualmente dedite ad attività peccaminose possono essere purificate se prendono rifugio nei devoti del Signore, poiché il Signore possiede la potenza suprema. A Lui offro i miei più umili omaggi.” [Srimad-Bhagavatam 2.4.18]
Anche le persone considerate di bassa nascita possono purificarsi se prendono rifugio in un puro devoto. Krishna nella Bhagavad-gita (9.32) dice:
mam hi partha vyapasritya ye ’pi syuh papa-yonayah striyo vaisyas tatha sudras te ’pi yanti param gatim
“Chiunque, anche se di bassa nascita, può ottenere la perfezione suprema, se prende rifugio in Me.”
È dovere di un devoto di Krishna espandere progressivamente l’avanzamento degli altri verso il servizio devozionale. Altrimenti, come possono imparare le persone? Questa espansione è paraupakara, operare per il benessere e questa è la missione di Caitanya Mahaprabhu:
bharata-bhumite haila manusyajanma yara janma sarthaka hari ’kara paraupakara [Caitanya-caritamrita, Adi-lila 9.41]
“Chi è nato come essere umano sulla terra dell’India [Bharata-varsa], dovrebbe innanzitutto fare della sua vita un successo comprendendo Krishna e poi predicare all’esterno operando per il bene degli altri.”
Krishna si manifestò come Caitanya Mahaprabhu per insegnarci praticamente a predicare la coscienza di Krishna e a liberare le persone di bassa nascita. Sri Narottama Dasa Thakura, un acarya della Gaudiya sampradaya, della linea spirituale di Caitanya Mahaprabhu, canta, sri-nandanandana yei, saci-suta haila sei: “Krishna, la Persona di Dio che apparve come figlio di Nanda Maharaja, è apparso ora come Caitanya Mahaprabhu, il figlio di Madre Saci.” E balarama haila nitai: “Balarama è apparso come Nityananda Prabhu.”
Ora, qual è il Loro scopo? Narottama canta: dina-hina yata chilo, hari-name uddharilo, tara saksi jagai madhai. Egli sta spiegando come vengono liberate le anime cadute. “Ecco l’esempio di Jagai e Madhai.” Jagai e Madhai erano nati in una buona famiglia di brahmana, ma a causa di cattive amicizie erano diventati ubriaconi, ladri, stupratori ed altro, ma furono liberati da Caitanya Mahaprabhu e diventarono Vaisnava di prima classe
segue L’ATTACCAMENTO È SOPITO
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