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| La colonizzazione europea
Il primo europeo ad avvistare la Tasmania fu, il 24 novembre 1642, l'esploratore olandese Abel Tasman, il quale battezzò la nuova terra "Anthoonij van Diemenslandt", dal nome del finanziatore della sua spedizione, Anthony van Diemen, governatore delle Indie Orientali Olandesi. I britannici ne abbreviarono poi il nome, ribattezzando l'isola "Terra di Van Diemen".
Il capitano inglese James Cook avvistò nuovamente l'isola nel 1777 e a lui seguirono molti altri esploratori europei, alcuni dei quali arrivarono a sbarcarvi.
Il primo insediamento britannico, voluto soprattutto per impedire ai francesi di rivendicare l'isola, risale al 1803: fu infatti in quell'occasione che un piccolo corpo di spedizione, partito da Sydney sotto la guida del luogotenente John Bowen, si stanziò a Risdon Cove, sulla riva orientale del fiume Derwent.
Nel 1804 si ebbe un nuovo insediamento, Sullivan's Cove, fondato dal capitano David Collins, 5 km più a sud del primo, sulla riva del Derwent. Mentre Risdon venne successivamente abbandonata, Sullivan's Cove si sviluppò (fino a diventare in seguito la capitale dell'attuale Stato) e fu ribattezzata Hobart Town o Hobarton (poi abbreviata in "Hobart"), dal nome del segretario coloniale dell'epoca, Lord Hobart.
I primi colonizzatori britannici erano soprattutto galeotti e guardie carcerarie, giunti per coltivare nuove terre. Nuovi insediamenti di galeotti furono creati negli anni successivi: Port Arthur, a sud-est, e Macquarie Harbour, sulla West Coast.
Il 3 dicembre 1825 la Tasmania, ancora nota come Terra di Van Diemen, fu dichiarata colonia separata dal Nuovo Galles del Sud.
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