| Fino a quando uno non vede tutto come Me, che egli pratichi la devozione a Me. Io dimoro eternamente nel cuore di colui che ha per Me fede intensa e devozione. La conoscenza è considerata di due tipi: essenziale (svarupa) e psichica (vritti). Delle due, la prima riguarda il nirguna Brahman, il vero, infinito e beato Assoluto. L'altra è considerata la pura esistenza psichica che riguarda l'essenza spirituale indivisa del sé. Questa conoscenza è a sua volta di due tipi: indiretta e diretta. La conoscenza indiretta porta la liberazione attraverso un'evoluzione progressiva, quando ha luogo la dissoluzione del mondo del Creatore. La conoscenza diretta produce la liberazione immediata, qui stesso, quando si esaurisce il prarabdha karma. Quei peccatori che non hanno la coscienza del samadhi, che si gloriano della mera conoscenza verbale, sempre dediti a fare tutto quello che desiderano - questi uomini andranno all'inferno. Come può uno, la cui mente non è distrutta, liberarsi dal samsara? Come può uno, che non ha coscienza del samadhi, distruggere la propria mente? Il saggio sereno e spassionato, sempre devoto alla pratica dello yoga, non ha mai alcun timore di nulla, neanche di questo samsara difficile da attraversare. Il grande yogi, i cui sensi hanno smesso di funzionare - che è libero dall'agitazione mentale, ecc. , e ha realizzato l'identità del Brahman e del sé - ottiene la liberazione immediata. La grande meditazione sull'Esistenza, Conoscenza, e Beatitudine assoluta, omogenea e senza attributi, è la più alta di tutte le meditazioni. Essa causa la liberazione istantanea: ed è la meditazione 'Io sono Brahman'. La conoscenza dell'identità del Brahman e del sé rimuove la falsa identificazione del sé con il corpo. Chi non ha il senso dell'io riguardo al corpo è chiamato jivanmukta. Colui per il quale il mondo non è né permanentemente reale né irreale, e che è radicato nella coscienza immutabile, è chiamato jivanmukta. Colui che ha l'esperienza del Sé nel samadhi e ha la stessa esperienza anche dopo essere uscito dal samadhi, colui che dimora soltanto nella pura autocoscienza, è un jivanmukta. Colui che nella sua vita quotidiana nel mondo appare a volte come un uomo d'azione, a volte come un devoto, qualche volta come uno yogi, o altre volte come un saggio, questi è un jivanmukta. La schiavitù sta nel credere 'Io sono il corpo'. La liberazione sta nella consapevolezza costante 'Io sono Brahman'. Perciò l'uomo intelligente dovrebbe meditare sempre: 'Io sono Brahman', fondendo il suo ego nell'Assoluto. Colui che identifica sé stesso con il corpo ha paura da ogni lato. Perciò, con ogni possibile sforzo, uno dovrebbe cercare di rinunciare all'idea che il corpo sia il sé. A causa dell'esistenza apparente del corpo, che persiste in lui come una tela bruciata, il jivanmukta dovrà affrontare piccoli problemi temporanei, ma comunque non rinascerà. (Il jivanmukta) è un superuomo in cui la pace, l'autocontrollo e simili virtù emanano costantemente dall'autoconoscenza in maniera spontanea. Egli è un superuomo che non ha la benché minima ammirazione neppure per i più fantastici poteri psichici. Egli è un superuomo che non si perde vedendo le meravigliose creazioni del Signore. Egli è un superuomo che non desidera, neppure nei sogni, i quattro tipi di salvezza, come: entrare nel regno di Dio, godere della vicinanza di Dio o della sua forma e del suo potere, ecc . Chi ha dimenticato l'idea del corpo è un videhamukta, anche quando continua ad esistere il corpo, che è l'effetto del prarabdha karma. È un Jivanmuktha colui che ha neutralizzato l'effetto della trasformazione della sostanza mentale in forme-pensiero e che si è stabilito nell'unica essenza omogenea e indivisa, grazie alla sua ferma convinzione dell'illusorietà di ogni altra cosa. Gli oggetti non toccano colui che è stabilito nell'unica essenza omogenea. Persino gli dèi lo adorano. Il Vedanta proclama la gloria della persona la cui delizia risiede nell'unica essenza omogenea. E considerato 'uno stabilito nella saggezza' colui che neanche per un momento concepisce il pensiero che anche un solo atomo possa essere differente dall'essenza omogenea. È stabilito nella saggezza chi è sempre imperturbato, chi è estremamente solenne e profondo come l'oceano senza onde, chi trascende azione e modificazione, chi per la sua condizione è simile a un pitone, chi è inamovibile come il monte Meru e chi non ha neppure il pensiero 'Io sono un videhamukta'. Pur avendo un corpo, egli è certamente un videhamukta (un saggio liberato che non ha coscienza del corpo) . Meditando continuamente sull'essenza unica ed omogenea di Brahman, la mente viene rapidamente distrutta insieme alla sua radice. Questo è certo.
fonte www.terralab.it/esoterica/Ramayana.htm#GG
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