| I demoni (Titolo originale Besy, 1871)
L’uomo non ha fatto altro che inventare Dio per vivere senza uccidersi.
L’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più niente da fare al mondo! … La scienza stessa non resisterebbe un minuto senza la bellezza.
I miei desideri hanno troppo poca forza; non possono guidarmi. Su una trave si può attraversare un fiume, ma su un fuscello no.
Un dolore autentico, indiscutibile, è capace di rendere talvolta serio e forte, sia pure per poco tempo, anche un uomo fenomenalmente leggero; non solo, ma per un dolore vero, sincero, anche gli imbecilli son diventati qualche volta intelligenti, pure, ben inteso, per qualche tempo.
La vita è dolore, la vita è paura e l’uomo è infelice. Ora tutto è dolore e paura. Ora l’uomo ama la vita, perché ama il dolore e la vita. E così hanno fatto. La vita si concede oggi in cambio di dolore e paura, e qui sta l’inganno. Oggi l’uomo non è ancora quell’uomo. Vi sarà l’uomo nuovo, felice, superbo. Colui al quale sarà indifferente vivere o non vivere, quello sarà l’uomo nuovo. Colui che vincerà il dolore e la paura, sarà lui Dio. E quell’altro Dio non ci sarà più.
Se non c’è Dio, io sono Dio.
Dio è il dolore della paura della morte. Chi vincerà il dolore e la paura, quello diventerà Dio. Allora ci sarà una nuova vita, allora ci sarà un uomo nuovo, tutto sarà nuovo… Allora divideranno la storia in due parti: dalla scimmia fino alla distruzione di Dio, e dalla distruzione di Dio fino…” “Alla scimmia?”. “…alla trasformazione fisica della terra e dell’uomo…”
Annunci
Fëdor Dostoevskij (Mosca, 11 novembre 1821 – San Pietroburgo, 9 febbraio 1881) è considerato, insieme a Lev Tolstoj, uno dei più grandi romanzieri e pensatori russi di tutti i tempi.
Presento una raccolta di frasi, citazioni e aforismi di Fëdor Dostoevskij tratti dai suoi romanzi più importanti. Tra i temi correlati si veda Le frasi più belle e famose di Lev Tolstoj, Frasi, citazioni e aforismi di Marcel Proust e Frasi, citazioni e aforismi su Dio.
**
Frasi, citazioni e aforismi di Fëdor Dostoevskij
**
Delitto e castigo (Titolo originale Prestuplenie i nakazanie, 1866)
A volte l’uomo è straordinariamente, appassionatamente innamorato della sofferenza.
La sofferenza e il dolore sono sempre doverosi per una coscienza vasta e per un cuore profondo.
Incontriamo a volte persone che non conosciamo affatto, ma che destano in noi subito, fin dal primo sguardo e, per così dire, di colpo, un grande interessamento, sebbene non si sia scambiata ancora una sola parola.
Hanno pianto un poco, poi si sono abituati. A tutto si abitua quel vigliacco che è l’uomo!
Tutti noi, e molto spesso, siamo quasi uguali ai matti, ma c’è una piccola differenza: i “malati” sono un po’ più matti di noi, perciò qui bisogna tracciare una linea di confine. Ma di persone perfettamente equilibrate, in verità, non ce n’è quasi nessuna; su varie decine e forse anche su molte centinaia di migliaia se ne trova una, e, per di più, questi esemplari non provano gran che.
Come è possibile che una simile vergogna, una simile degradazione possa mescolarsi ad altri sentimenti, assolutamente diversi, degni di una santa, racchiusi nel tuo cuore?
La libertà illimitata e arbitraria si autonega; o non sopporta se stessa, consegnandosi alla legge, oppure si dissolve in uno stato di noia e di indifferenza autodistruttiva, culminando nel suicidio.
Mentire alla propria maniera è quasi meglio che dire una verità che appartiene ad altri; nel primo caso, tu sei una persona, ma nel secondo sei solo un pappagallo!
Noi ci rappresentiamo sempre l’eternità come un’idea che non possiamo comprendere, come una cosa immensa, immensa. Ma perché dovrebbe essere immensa? E se lassù non ci fosse altro che una stanzetta, simile ad una rustica stanza da bagno affumicata, e in tutti gli angoli ci fossero tanti ragni? Se l’eternità non fosse altro che questo?
Eccoli gli uomini: vanno avanti e indietro per la strada: ognuno è un mascalzone e un delinquente per natura, un idiota. Ma se sapessero che io sono un omicida e ora cercassi di evitare la prigione, si infiammerebbero tutti di nobile sdegno.
Ogni delinquente va soggetto, nel momento del delitto, a una specie di prostrazione della volontà e della ragione, alle quali subentra invece una puerile, fenomenale leggerezza, e ciò proprio nel momento in cui più dispensabili sono il ragionamento e la prudenza.
Dove mai ho letto che un condannato a morte, un’ora prima di morire, diceva o pensava che, se gli fosse toccato vivere in qualche luogo altissimo, su uno scoglio, e su uno spiazzo così stretto da poterci posare soltanto i due piedi, – avendo intorno a sé dei precipizi, l’oceano, la tenebra eterna, un’eterna solitudine e una eterna tempesta –, e rimanersene così, in un metro quadrato di spazio, tutta la vita, un migliaio d’anni, l’eternità –, anche allora avrebbe preferito vivere che morir subito? Pur di vivere, vivere, vivere! Vivere in qualunque modo, ma vivere!… Quale verità! Dio, che verità! È un vigliacco l’uomo!… Ed è un vigliacco chi per questo lo chiama vigliacco.
Era un membro di quella innumerevole e svariata legione di menti piatte, di aborti informi, di stravaganti, che non hanno completato nessuna specie di studi, che s’affrettano ad accodarsi all’idea più di moda, per involgarirla, per farne immediatamente la caricatura di tutti gli ideali a cui essi si son talvolta dedicati con sincerissimo slancio.
La povertà non è un vizio; ma la miseria, l’indigenza è vizio. Nella povertà voi conservate ancora la nobiltà dei vostri sentimenti innati; nella miseria, invece, nessuno mai la conserva.
Con la sola logica non si può scavalcare d’un salto la natura! La logica prevede tre casi, mentre ce n’è un milione!
il vero dominatore, al quale tutto è permesso, saccheggia Tolone, compie il macello di Parigi, dimentica un’armata in Egitto, spreca mezzo milione di uomini nella campagna di Mosca e se la cava con un gioco di parole a Vilna; e a lui, dopo morte, innalzano statue, e quindi tutto gli è permesso. No, uomini siffatti, si vede, non sono di carne, ma di bronzo!
Non per aiutare mia madre ho ucciso, sciocchezze! Non ho ucciso per farmi, acquistata ricchezza e potenza, il benefattore dell’umanità. Sciocchezze! Ho ucciso semplicemente; per me stesso ho ucciso, per me solo (…) Altro avevo bisogno di sapere, altro mi spingeva: avevo allora bisogno di sapere, e di sapere al piú presto, se io fossi un pidocchio, come tutti, o un uomo. Avrei potuto passar oltre o non avrei potuto? Avrei osato chinarmi e prendere, o no? Ero una creatura tremante o avevo il diritto.
Non capisco per quali ragioni è origine di tanta gloria il fatto di aver sottoposto al bombardamento una città assediata e non quello d’aver dato la morte a qualcuno con dei colpi d’ascia…
Se l’ammazzassimo e ci prendessimo e suoi soldi, per dedicarci poi con questi mezzi al servizio di tutta l’umanità e della causa comune, non credi che un solo piccolo delitto sarebbe cancellato da migliaia di opere buone? Per una vita, migliaia di vite salvate dallo sfacelo e dalla depravazione. Una morte sola, e cento vite in cambio: ma questa è aritmetica! E poi, che cosa conta sulla bilancia generale la vita di quella vecchiaccia tisica, stupida e cattiva? Non più della vita di un pidocchio, di uno scarafaggio; anzi, vale meno, perché quella vecchia è dannosa. Distrugge la vita altrui.
C’entrava anche una sua teoria personale, una teoria così e così, secondo la quale gli uomini si dividono in materiale grezzo e individui speciali, cioè individui per i quali, data la loro posizione elevata, la legge non vale; anzi, sono loro che fanno le leggi per gli altri uomini, per il materiale, per la spazzatura.
Raskòl’nikov: Ma dopotutto ho ucciso solo un pidocchio, Sonja, solo un inutile, ripugnante, nocivo pidocchio! Sonja: Ma come può una creatura umana essere un pidocchio!
Per agire intelligentemente non basta l’intelligenza.
Lo so, che vi manca la fede, ma non state a sottilizzare scaltramente; abbandonatevi alla vita senz’altro, senza ragionare; non abbiate timore: vi porterà direttamente sulla riva e vi rimetterà in piedi. Su quale riva? Che ne so io? Io credo soltanto che abbiate ancora molto da vivere.
La povertà non è un vizio; ma la miseria, l’indigenza è vizio. Nella povertà voi conservate ancora la nobiltà dei vostri sentimenti innati; nella miseria, invece, nessuno mai la conserva.
Uomo, uomo, non si può vivere del tutto senza pietà.
Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni.
Gli uomini veramente grandi mi pare che debbano provare in questo mondo una gran tristezza.
**
L’idiota (Titolo originale Idiot, 1869)
“È vero, principe, che lei una volta ha detto che la ‘bellezza’ salverà il mondo? State a sentire, signori,” gridò ad alta voce, rivolgendosi a tutti, “il principe sostiene che la bellezza salverà il mondo! E io sostengo che questi giocondi pensieri gli vengono in testa perché è innamorato. Signori, il principe è innamorato (…) Ma quale bellezza salverà il mondo?
Il denaro è la cosa più volgare e odiosa che ci sia perché può tutto, perfino conferire il talento. E avrà questo potere fino alla fine del mondo.
Un angelo non può odiare e non può neppure fare a meno di amare. Ma si può forse amare tutti, tutti gli uomini, tutti i propri simili? Mi sono posta più volte questa domanda. Naturalmente è impossibile, e sarebbe addirittura innaturale. Chi ama l’umanità di un amore astratto quasi sempre ama soltanto se stesso.
Non è possibile amare la perfezione; la perfezione può essere solo contemplata come tale.
Sembra che una certa ottusità di mente sia una qualità quasi indispensabile, se non per qualsiasi uomo di azione, perlomeno per chiunque si occupi seriamente di accumular denaro.
Vedi, la gioia che prova una madre quando coglie il primo sorriso del suo bambino dev’essere proprio la stessa che prova Iddio ogni volta che, su dal cielo, vede un peccatore che gli rivolge una preghiera con tutto il suo cuore.
Non bisogna mai nascondere nulla ai bambini con il pretesto che sono piccoli e che è ancora presto perché sappiano certe cose. Che idea triste e infausta! Gli stessi bambini si rendono benissimo conto del fatto che i loro genitori li considerano ancora troppo piccoli per capire qualcosa, mentre loro capiscono tutto.
Lei è una vera bellezza, Aglàja Ivànovna, una bellezza straordinaria. Lei è così bella che si ha addirittura paura di guardarla. (…) È difficile valutare la bellezza, e io non ci sono preparato. La bellezza è un enigma.
È meglio essere infelici, ma sapere, piuttosto che vivere felici… in una sciocca incoscienza.
Quando si dice una bugia, se lo si fa con una certa abilità, mettendoci dentro qualcosa di poco comune o di eccentrico, voglio dire qualcosa che capita assai di rado, o addirittura mai, ebbene, la bugia diventa molto più verosimile.
Secondo me, uccidere perché si è ucciso rappresenta una punizione incomparabilmente più terribile dello stesso delitto commesso. Venire giustiziato in base ad un verdetto è molto più terribile che venire ucciso da briganti.
‘Chi non ha il suolo natale sotto i piedi non ha neppure un Dio’. Questa espressione non è mia; l’ho sentita dire da un mercante, un vecchio credente, che ho incontrato in viaggio. Veramente egli non disse proprio così, bensì: ‘Chi ha rinnegato la propria terra natale ha rinnegato anche il proprio Dio’.
**
I demoni (Titolo originale Besy, 1871)
L’uomo non ha fatto altro che inventare Dio per vivere senza uccidersi.
L’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più niente da fare al mondo! … La scienza stessa non resisterebbe un minuto senza la bellezza.
I miei desideri hanno troppo poca forza; non possono guidarmi. Su una trave si può attraversare un fiume, ma su un fuscello no.
Un dolore autentico, indiscutibile, è capace di rendere talvolta serio e forte, sia pure per poco tempo, anche un uomo fenomenalmente leggero; non solo, ma per un dolore vero, sincero, anche gli imbecilli son diventati qualche volta intelligenti, pure, ben inteso, per qualche tempo.
La vita è dolore, la vita è paura e l’uomo è infelice. Ora tutto è dolore e paura. Ora l’uomo ama la vita, perché ama il dolore e la vita. E così hanno fatto. La vita si concede oggi in cambio di dolore e paura, e qui sta l’inganno. Oggi l’uomo non è ancora quell’uomo. Vi sarà l’uomo nuovo, felice, superbo. Colui al quale sarà indifferente vivere o non vivere, quello sarà l’uomo nuovo. Colui che vincerà il dolore e la paura, sarà lui Dio. E quell’altro Dio non ci sarà più.
Se non c’è Dio, io sono Dio.
Dio è il dolore della paura della morte. Chi vincerà il dolore e la paura, quello diventerà Dio. Allora ci sarà una nuova vita, allora ci sarà un uomo nuovo, tutto sarà nuovo… Allora divideranno la storia in due parti: dalla scimmia fino alla distruzione di Dio, e dalla distruzione di Dio fino…” “Alla scimmia?”. “…alla trasformazione fisica della terra e dell’uomo…”
Kirillov: “Chi insegnerà che tutti sono buoni, colui compirà il mondo”. Stavrogin: “Colui che lo ha insegnato è stato crocefisso”. “Egli verrà e il suo nome sarà uomo-Dio”. “Dio-uomo?” “Uomo-Dio, in questo sta la differenza”.
L’uomo, oltre a volere la felicità, ha un eguale, identico bisogno anche della sventura.
La verità reale è sempre inverosimile. Per rendere la verità più verosimile, bisogna assolutamente mescolarvi della menzogna. La gente ha sempre fatto così.
Ma non siete stato voi a dirmi che se vi dimostrassero matematicamente che la verità è al di fuori di Cristo, preferireste restare con il Cristo, piuttosto che con la verità? Lo avete detto voi questo? Lo avete detto?
Nell’Apocalisse l’angelo giura che il tempo non esisterà più. È molto giusto, preciso, esatto. Quando tutto l’uomo raggiungerà la felicità, il tempo non esisterà più, perché non ce ne sarà più bisogno. È un’idea giustissima. Dove lo nasconderanno? Non lo nasconderanno in nessun posto. Il tempo non è un oggetto, è un’idea. Si spegnerà nella mente.
L’uomo è infelice perché non sa di essere felice. Solo per questo. Questo è tutto, tutto! Chi lo comprende sarà subito felice, immediatamente, nello stesso istante.
Mettete una qualche infima nullità alla vendita di miseri biglietti ferroviari, ed ecco che questa nullità si sentirà in dovere di guardarvi con un’aria da Giove, quando voi andrete a prendere il biglietto.
Eppure il piacere dell’elemosina è un piacere altezzoso e immorale, il piacere del ricco che si compiace della propria ricchezza, del potere, e del confronto tra la propria importanza e quella del mendico. L’elemosina deprava sia colui che dà, e sia colui che prende, e per di più non raggiunge lo scopo, perché non fa che rafforzare la mendicità.
L’assoluto ateismo si trova sul penultimo gradino della scala verso la fede perfetta (che faccia o no l’ultimo passo), mentre l’indifferenza non ha nessuna fede, ma soltanto una stolida paura.
Se voi avete in primo piano la ghigliottina e ne parlate con tanto entusiasmo, è unicamente perchè mozzar le teste è la cosa più facile del mondo, mentre avere un’idea è la più difficile.
Mai la ragione è stata in grado di definire il bene e il male, od anche separare il bene dal male, sia pure approssimativamente; al contrario li ha sempre confusi in modo meschino e vergognoso; mentre la scienza ha dato soluzioni brutali.
Tutti sono infelici perché tutti hanno paura di proclamare il loro libero arbitrio.
Non si può amare ciò che non si conosce.
Se avete la fede di poter perdonare da voi a voi stesso e di raggiungere questo perdono con la sofferenza in questo mondo, se vi proponete con fede un simile scopo, è segno che siete un vero credente.
Dio vi perdonerà l’assenza di fede perché onorate lo Spirito Santo pur ignorandolo.
La paura del nemico distrugge il rancore verso di lui.
**
segue I fratelli Karamazov (titolo originale Brat´ja Karamazovy, 1878-1880)
|