IL FARO DEI SOGNI

Marche

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Marche


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Le Marche sono una regione italiana a statuto ordinario dell'Italia centrale di 1 485 960 abitanti, con capoluogo Ancona, affacciata verso est sul mar Adriatico.

L'Appennino umbro-marchigiano segna ad ovest il confine con la Toscana e l'Umbria; a nord la regione confina con l'Emilia-Romagna e la Repubblica di San Marino, a sud con l'Abruzzo e il Lazio. Sono parte dell'Euroregione Adriatico Ionica il cui forum (Iniziativa Adriatico Ionica) ha la sede del segretariato ad Ancona.

La regione si distingue per una forte omogeneità: gran parte del territorio è collinare, i centri abitati sono per lo più posti sulle sommità dei rilievi e il paesaggio agrario, derivato dalla mezzadria, è ovunque caratterizzato da numerosi piccoli appezzamenti, bordati da querce secolari e segnati da case coloniche; la percentuale di popolazione sparsa è a tal proposito tra le più alte d'Italia.


Dal punto di vista antropico la regione è altrettanto omogenea: nonostante la notevole varietà dei dialetti, l'indole degli abitanti è descritta nei testi come uniforme in tutto il territorio.

Inoltre, la Storia marchigiana è stata caratterizzata da una serie di autonomie parallele in ogni zona; lo stesso plurale del nome ne sancisce infatti l'unità fondamentale pur nella ricchezza di aspetti locali.

La vocazione all'autonomia di ogni zona è anzi paradossalmente il fattore maggiormente unificante. L'economia si caratterizza per un modello economico-imprenditoriale peculiare, definito "modello marchigiano".

La regione si caratterizza anche per una singolare ricchezza di artisti e studiosi celebri a livello internazionale: Raffaello Sanzio (1483 - 1520), il genio urbinate che fu uno tra i maggiori interpreti della pittura del Rinascimento;

Gioachino Rossini (1792 - 1868), uno dei più grandi compositori operisti della storia della musica;

Giacomo Leopardi (1798 - 1837), tra i maggiori poeti dell'Ottocento italiano e una delle più importanti figure della letteratura mondiale;

Maria Montessori (1870 - 1952), nota per il suo rivoluzionario metodo didattico, applicato in migliaia di scuole in tutto il mondo;

Gentile da Fabriano (1370 - 1427), pittore tra i più rappresentativi del Gotico internazionale; Ciriaco d'Ancona (1391 - 1452), padre dell'Archeologia;

Donato Bramante (1444 - 1514), architetto e pittore, tra i principali artisti del Rinascimento; Padre Matteo Ricci (1552 - 1610), tra i più grandi divulgatori della cultura occidentale in Cina e studioso della civiltà orientale; infine i due celebri compositori Giovanni Battista Pergolesi (1710 - 1736) e Gaspare Spontini (1774 - 1851).




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Geografia fisica



Le Marche sono collocate sul versante del medio Adriatico e occupano circa 9.365,86 km² di territorio italiano, che si estende tra il fiume Conca a nord e il Tronto a sud; a ovest la regione è limitata dall'Appennino umbro-marchigiano.


Essa presenta una forma caratteristica di pentagono irregolare e si sviluppa perlopiù longitudinalmente da nord-ovest a sud-est.

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***
Montagne e colline
***



Le pianure, non rilevabili percentualmente, sono limitate ad una stretta fascia costiera e alla parte delle valli più vicine alla foce dei fiumi.

Il territorio marchigiano è dunque interamente collinare e montuoso. In particolare, le Marche sono una delle regioni più collinari d'Italia: le colline comprendono il 69% del territorio (6.462,90 km²) e ben l'82% dei comuni si trova nella fascia collinare.

Cecco d'Ascoli, il noto poeta e studioso medievale, rivolgendosi alle Marche, non a caso disse:

«O bel paese con li dolci colli...»

(Cecco d'Ascoli, L'Acerba)




Il restante 31% (2.902,96 km²) del territorio è dunque montuoso[22][23]. L'Appennino che attraversa le Marche è chiamato umbro-marchigiano, e comprende cinque pieghe, incurvate e parallele, con la convessità diretta verso la costa.


La piega occidentale si estende interamente in Umbria, le altre quattro interessano invece il territorio regionale e sono descritte di seguito, da ovest verso est.



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La piega centrale dell'Appennino umbro-marchigiano è quella che fa da confine con l'Umbria e che si estende a sud della Bocca Trabaria.

Da nord a sud essa comprende i seguenti monti alti più di 1.500 metri: Monte Nerone, Monte Catria, Monte Cucco, Monte Pennino, Monte Fema.

Tra il Nerone e il Catria si estende la Serra di Burano. Oltre alla già citata Bocca Trabaria, i passi più notevoli sono quelli di Bocca Serriola, della Scheggia, il Valico di Fossato e il Passo di Colfiorito. La maggior parte dei fiumi della regione nasce da questa piega.

La piega orientale si estende dalla Gola del Furlo a quella di Arquata, per poi continuare per un breve tratto in territorio prima laziale e poi abruzzese, sino al passo di Montereale.

Comprende, da nord a sud, Monte Paganuccio, Monte San Vicino, Monte Letegge e la quinta maestosa dei Monti Sibillini, con il Monte Vettore (2478 m), il massimo rilievo regionale, e numerose altre montagne che superano i 2.000 m. Questa piega è contraddistinta da numerose gole, che i fiumi nati più ad occidente devono attraversare per giungere al mare.

I passi più noti sono Passo Cattivo, Forca di Presta e Forca Canapine. Nelle prime due pieghe si trovano importanti complessi carsici, tra cui le notissime Grotte di Frasassi.

La terza, breve piega ha una forma ellissoidale ed è compresa tra le valli del Musone e del Potenza. Su di essa sorge Cingoli, a 631 m s.l.m.; la cittadina è circondata da colline più basse e domina quasi tutto il territorio marchigiano, meritandosi l'appellativo di "balcone delle Marche".

La massima elevazione di questa piega è quella del Monte Acuto (824 m).

L'ultima piega arriva a lambire il mare ed è costituita dal promontorio del Monte Conero (o Monte d'Ancona), che si protende verso est con le sue alte rupi, a metà della costa adriatica, tra Ancona e Numana.

Anche questa piega, come la precedente, ha forma ellissoidale; inoltre ha il versante marittimo molto più ripido rispetto a quello interno.

A nord del passo di Bocca Trabaria c'è un limitato, ma importante, settore appartenente all'Appennino tosco-romagnolo, con il Monte Carpegna, di 1415 m.

È marchigiana anche la porzione più settentrionale dei Monti della Laga, che si estende a sud di Arquata del Tronto e dove svetta il Monte Macera della Morte, di 2073 m.




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I monti più alti





Il massiccio montuoso più elevato della regione, e tra i primi quattro dell'intero Appennino, è quello dei pittoreschi Monti Sibillini, situato a cavallo delle province di Fermo, Ascoli Piceno e Macerata; si ambientano qui suggestive e antiche leggende, come quella di Guerin Meschino, della Grotta della Sibilla e del Lago di Pilato.

Qui si erge il già ricordato Monte Vettore (2476 m), il più alto della regione, e numerose altre montagne che superano i 2000 metri:

oltre i 2400 m: Cima del Redentore (2.448 m), Cima del Lago (2.422 m), Pizzo del Diavolo (2.410 m), tutti nel gruppo del Vettore e circondanti il Lago di Pilato;
oltre i 2300 m: Punta di Prato Pulito (2373 m), Cima dell'Osservatorio (2350 m), Monte Porche (2333 m), Monte Priora (2332 m);
oltre i 2200 m: Pizzo Berro (2279 m), Cima Vallelunga (2221 m), Monte Argentella (2200 m);
oltre i 2100 m: Monte Sibilla (2173 m), Palazzo Borghese (2145 m), Monte Bove (2169 m), Monte Torrone (2117 m, nel gruppo del Vettore), Monte Rotondo (2101 m).
Al di fuori del gruppo dei Sibillini si ricordano:

oltre i 2000 m: Monte Macera della Morte (2073 m), nei Monti della Laga;
oltre i 1500 m: Monte Catria (1701 m), Monte Pennino (1.571 m), Monte Nerone (1526 m);
oltre i 1400 m: Monte San Vicino (1479 m), Monte Carpegna (1415 m);
oltre i 1000 m: Monte della Strega (1276 m), Monte Letegge (1323 m, nella catena orientale), Monte Ascensione (1100 m).




***
Coste
***



Il litorale, lungo 173 km, ha un andamento rettilineo, con lunghe spiagge sabbiose o ghiaiose.

La costa bassa è interrotta a metà dal promontorio del Conero, che divide la costa marchigiana in due tratti con andamento diverso: quello settentrionale è orientato da nord-ovest a sud-est, il meridionale da nord-nord-ovest a sud-sud-est.

Monte Conero, il nucleo del promontorio, dà origine ad alte e spettacolari falesie calcaree e rappresenta il punto più alto della costa marchigiana e dell'intero litorale adriatico, con rupi alte più di 500 m a picco sul mare.

Il Conero protegge a nord il Golfo di Ancona, nella cui parte più interna è situato il porto di Ancona.

Altro tratto di costa alta è quello del Monte San Bartolo, nei pressi di Pesaro; il colle dell'Ardizio, invece, a sud di Pesaro, pur essendo vicinissimo al mare, non lo tocca.

Secondo il Ministero della salute, il 98,2% della costa è balneabile.




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Fiumi e gole Montane





I fiumi hanno carattere torrentizio e sono tipicamente paralleli tra loro, formando una struttura di valli che spesso è chiamata "a pettine".

Raramente i fiumi marchigiani sono affluenti di altri corsi d'acqua maggiori.

Altra importante caratteristica è il fatto che essi nascono quasi tutti nella catena appenninica che fa da confine con l'Umbria e che dunque, per giungere al mare, attraversano la catena orientale formando gole pittoresche come quelle del Furlo, di Frasassi, della Rossa, di Pioraco, dell'Infernaccio, delle Fucicchie e di Arquata.

È marchigiana l'alta valle del fiume Nera, affluente del Tevere e dunque appartenente al versante tirrenico, mentre tutti gli altri fiumi ricadono nel versante adriatico.

Non sono grandi le differenze di lunghezza tra un fiume marchigiano e l'altro: il più lungo è il Metauro (121 km), seguito dal Tronto (115 km), dal Potenza (95 km), dal Chienti (91 km) e dall'Esino (90 km).

Riguardo al bacino idrografico e alla portata idrica media, i maggiori risultano il fiume Metauro, con 1.325 km² e 20,8 m³/s; seguito dall'Esino con 1.203 km² e 18 m³/s, e dal Tronto, con 1.192 km² e 17 m³/s.

Il centro di alcune città è attraversato dal corso di fiumi: nei pressi della foce del fiume Foglia sorge Pesaro; il fiume Misa, prima di giungere al mare, attraversa Senigallia; il centro di Ascoli Piceno è circondato da due corsi d'acqua, il Tronto e il Castellano, che ivi confluiscono.


Alcune foci di fiumi sono state utilizzate per ricavare dei porti canale, come nei casi di Pesaro, e Senigallia; nel caso del porto canale di Fano, è la parte terminale del canale Albani, che prende origine dal Metauro, ad essere utilizzata come parte del porto.



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Laghi




Nelle Marche non ci sono grandi laghi naturali. Nonostante la loro piccola estensione, sono molto interessanti dal punto di vista paesaggistico e naturalistico i due laghi di Portonovo, costieri, e il Lago di Pilato, glaciale, posto a 1.941 m di altezza. I principali laghi per estensione sono il Lago di Cingoli e il Lago di Fiastra, entrambi artificiali.





***
Confini geografici e amministrativi
***





A nord le Marche confinano con l'Emilia-Romagna (provincia di Rimini) e la Repubblica di San Marino; ad ovest con la Toscana (provincia di Arezzo), l'Umbria (provincia di Perugia) e il Lazio (provincia di Rieti); a sud con l'Abruzzo (provincia di Teramo) e ad est con il Mar Adriatico. I punti estremi dei confini politici sono Gabicce Mare a nord, Acquasanta Terme a sud, Borgo Pace a ovest e San Benedetto del Tronto a est.

Si può adottare come confine fisico delle Marche la linea che:

segue lo spartiacque tra Tirreno e Adriatico (a ovest),
segue la costa adriatica dal promontorio del San Bartolo alla foce del Tronto (ad est)
delimita il bacino del fiume Conca dalla sorgente fino a Monte Grimano Terme e quello del fiume Foglia (a nord).


delimita il bacino del Tronto (a sud).
Con questo criterio la regione amministrativa coincide in genere con quella geografica; esistono però alcune eccezioni, elencate di seguito.

Alcuni territori dell'alta Valmarecchia sono marchigiani; si tratta delle estreme zone settentrionali del comune di Monte Grimano Terme (provincia di Pesaro e Urbino); questo comune ricade per la maggior parte del suo territorio all'interno del confine naturale marchigiano del bacino del Conca.


La frazione di Monte Ruperto, pur essendo situata all'interno delle Marche (provincia di Pesaro e Urbino), è un'enclave del comune umbro di Città di Castello (PG), di cui è un'isola amministrativa.


Parte dell'alta Valnerina, con i comuni di Castelsantangelo sul Nera, Ussita e Visso, è marchigiana (provincia di Macerata) pur appartenendo al bacino del Tevere e dunque al versante tirrenico.


L'alta Valle del Tronto, che costituisce l'ampia conca in cui sorgono i comuni di Amatrice e di Accumoli, pur essendo situata sul versante adriatico, non appartiene amministrativamente alle Marche, ma al Lazio (provincia di Rieti).


L'alta valle del Sentino, affluente di sinistra dell'Esino, che coincide pressappoco con il territorio comunale di Scheggia e Pascelupo appartiene all'Umbria.


Parte dell'alta valle del fiume Foglia, che si estende nel territorio comunale di Sestino e in parte in quello di Badia Tedalda, è amministrata della regione Toscana.

Nella bassa valle, invece, la maggior parte del territorio comunale di Mondaino ricade nel bacino del Foglia, ma appartiene all'Emilia Romagna.


Fino al 2009 erano marchigiani, in quanto già parte del Ducato di Urbino, sette comuni interamente compresi nella Valmarecchia (Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant'Agata Feltria, Talamello), che in quell'anno furono annessi all'Emilia-Romagna in seguito a referendum; altri due comuni della Provincia di Pesaro e Urbino, Montecopiolo e Sassofeltrio, in seguito a dei referendum consultivi con esito favorevole, sono stati aggregati alla regione Emilia-Romagna il 17 giugno 2021. Due comuni hanno invece respinto, sempre tramite referendum, l'aggregazione all'Emilia-Romagna.





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Sismicità




Il territorio marchigiano è soggetto a terremoti: infatti, il 97,3% della regione, pari a 230 comuni, è stato classificato a rischio medio o alto.

Le Marche sono state colpite negli ultimi decenni da diverse scosse telluriche, tra cui: il terremoto di Montefortino e il terremoto di Ancona del 1972, il terremoto di Fermo e Porto San Giorgio del 1987, il terremoto di Umbria e Marche del 1997, il terremoto dell'Aquila del 2009 (che interessò in forma lieve anche alcune località della provincia di Ascoli Piceno) e il terremoto del Centro Italia del 2016 e del 2017.





***
Clima
***



Nella zona litoranea a nord di Ancona il clima è subcontinentale con sbalzi di temperatura da stagione a stagione: estati calde, ma rinfrescate dalla benevola brezza marina, e inverni freddi (a Pesaro la temperatura media di gennaio è di 3,8 °C) con regolari piogge di stagione.

A sud di Ancona la subcontinentalità si attenua per lasciare posto a un clima sublitoraneo che assume caratteri più spiccatamente mediterranei nella Riviera delle Palme (a Grottammare la temperatura media di gennaio è di 7,6 °C).

Nelle aree pianeggianti e nelle zone collinari basse regna un clima piuttosto subcontinentale, con estati assai afose e inverni rigidi caratterizzati da nebbie dense in autunno e possibili abbondanti nevicate in inverno. La primavera può essere abbastanza piovosa.

Nelle zone montuose e di alta collina vi sono estati fresche e inverni rigidi con ampia possibilità di neve; l'inverno risulta altresì rigido nelle zone collinari interne dove si possono verificare basse temperature.

Infatti le Marche sono state una delle regioni italiane più colpite durante la nevicata del 2012.



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Storia - Civiltà picena



Il primo periodo di unità culturale delle Marche ci fu nell'Età del ferro, quando la regione era abitata per la quasi totale interezza dai Piceni.

La diffusione della civiltà picena segna il passaggio dall'Età del Bronzo a quella del Ferro, nonché il passaggio alla Storia, con l'introduzione della scrittura.

Le testimonianze lasciate da questa civiltà sono molto ricche e fortemente caratterizzate, specie nella scultura, anche monumentale, nell'arte figurativa, che presenta una notevole fantasia nelle figure ed una tendenza all'astrattismo, nell'originalità delle forme della ceramica, nell'abbondante uso dell'ambra, nella grande varietà di armi, nei vistosi corredi femminili.

La lingua della maggior parte delle iscrizioni è italica ed è detta Sudpiceno; in quattro iscrizioni è attestata invece l'enigmatica Lingua di Novilara.




***
Invasione gallica e fondazione greca di Ancona
***




Nel IV secolo a.C., la regione vide l'arrivo dei Galli Senoni, popolazione gallica proveniente dalla provincia francese dello Champagne, che occuparono tutto il settore settentrionale della regione, fino al fiume Esino, ma anche alcune zone più a sud.

Nello stesso periodo i Greci di Siracusa fondarono la colonia di Ankón, l'attuale Ancona. Con la fondazione siracusana l'emporio divenne una città di lingua, cultura ed aspetto greco, che poi mantenne a lungo, quando già la regione circostante e l'Italia centrale erano entrate prima nell'influsso e poi nello stato romano.

I Piceni, dunque, che prima dell'arrivo dei Sènoni vivevano in tutto il territorio che oggi definiamo marchigiano, si trovarono a convivere con culture diverse, che influirono profondamente sul loro modo di vivere, tanto che gli archeologi parlano di una nuova fase della civiltà picena: la "Piceno IV", l'ultima di questo popolo italico prima della sua romanizzazione.

Nello stesso tempo, anche l'originaria cultura celtica dei Sènoni, a contatto con Piceni e Greci, subisce un'evoluzione, dissolvendosi in una koiné celto-greco-italica, dove l'elemento celtico rimase immutato solo per ciò che riguarda l'armamento.


Ankón, attraverso il suo porto, mantenne rapporti intensi con i principali centri del Mediterraneo orientale, come provano le testimonianze archeologiche, numerose e significative specialmente per l'età ellenistica.

Tra la fine del II e l'inizio del I secolo a.C. fu gradatamente assorbita nello stato romano, pur rimanendo per alcuni decenni un'isola linguistica e culturale greca.



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Periodo Romano



Dopo la battaglia del Sentino, nel 295 a.C., i Galli vennero sconfitti da una coalizione tra Romani e Piceni. Quando gli alleati romani divennero troppo invadenti, con la fondazione di colonie in territorio piceno (la più importante Firmum Picenum, odierna Fermo), i Piceni si ribellarono dando vita alla Guerra Picentina, che si concluse con la sottomissione ai Romani, e poi alla Guerra sociale.

Due importanti strade collegavano le Marche a Roma: la Flaminia, che arrivava a Fano, e la Salaria, che arrivava a Porto d'Ascoli.

Inoltre durante il periodo imperiale, Ancona venne scelta da Traiano come porto di Roma verso oriente, come testimonia anche l'iscrizione dell'arco di Traiano di Ancona, nella quale il capoluogo marchigiano è chiamato accessum Italiae, cioè "ingresso d'Italia".

Come tutti i territori delle moderne regioni italiane, anche quello marchigiano ebbe nel periodo romano diverse variazioni amministrative. Sotto l'impero di Augusto il sud della regione faceva parte della Regio V, detta Picenum, mentre la parte nord, detta Ager gallicus picenus, era compresa nella Regio VI, che comprendeva anche i territori orientali dell'attuale Umbria.

Con la riorganizzazione amministrativa di Diocleziano, tutto il territorio delle attuali Marche era riunito nella Flaminia et Picenum, che comprendeva anche la Romagna.

Questa provincia venne suddivisa sotto l'impero di Teodosio I in due circoscrizioni: le Marche settentrionali, dette Picenum Annonarium, formarono con la Romagna la Flaminia et Picenum Annonarium, mentre il sud della regione costituì il Picenum Suburbicarium.

Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, le Marche, dopo aver fatto parte del regno di Odoacre, entrarono nell'orbita dell'Impero Romano d'Oriente come il resto d'Italia, mentre il vecchio nome "Piceno" si perse.






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Alto Medioevo




Durante la Guerra gotico-bizantina, il territorio delle odierne Marche fu teatro di importanti azioni militari; Ancona ed Osimo furono due capisaldi delle azioni militari, la prima bizantina e la seconda gotica. Dopo la vittoria bizantina, la regione, insieme al resto d'Italia, fu sotto il dominio dell'Impero d'Oriente.

Successivamente, in seguito all'invasione dei Longobardi, il territorio regionale si ritrovò spezzato in due parti: le città del nord della regione fino ad Ancona rimasero sotto la giurisdizione dell'Impero romano d'Oriente, costituendo la Pentapoli bizantina, a sua volta divisa fra le città costiere inglobate nella Pentapoli marittima (Rimini, Pesaro, Ancona, Senigallia e Fano) e quelle interne comprese nella Pentapoli annonaria (Gubbio, Cagli, Urbino, Fossombrone, Jesi e Osimo).

Il sud della regione e la parte nord dell'Abruzzo (odierne province di Macerata, Fermo, Ascoli, Teramo e Pescara) furono invece conquistati dai Longobardi, che istituirono la Marca Fermana, la quale confinava ad ovest con il Ducato di Spoleto e a sud con il Ducato di Benevento, anch'essi di istituzione longobarda.

La presenza dei Longobardi ha lasciato notevoli vestigia, come ad esempio la necropoli a Castel Trosino sulla via Salaria.

Successivamente l'intero territorio regionale venne unificato prendendo il nome di Marca di Ancona (chiamata anche Marca Guarnerii, dal nome del primo marchese, Guarnieri appunto, della fine dell'XI secolo), indicata sulle antiche carte con il nome di Marca Anconitana olim Picenum. Il termine marca, o "marka", introdotto dai Longobardi, deriva dal germanico e significa "territori di confine" del Sacro Romano Impero.

Il governatore inizialmente aveva sede ad Ancona, poi, quando questa città si svincolò dal controllo dello Stato della Chiesa, il governo della Marca si spostò a Fermo, che era la seconda città della regione per importanza politica.





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Età comunale


Si ha un quadro molto chiaro della situazione regionale nel XIV secolo grazie alle Costituzioni egidiane, che servono ad identificare i confini della Marca, in pratica coincidenti con quelli attuali; si elencano anche le cinque città maggiori (Urbino, Ancona, Camerino, Fermo, Ascoli Piceno) e le città grandi (tra cui Pesaro, Fano, Fabriano, Jesi, Recanati, Macerata).[44]

In epoca comunale fiorirono i comuni di Pesaro, Fano, Ancona, Jesi, Fermo e Ascoli Piceno.

In particolare la Repubblica di Ancona ebbe momenti di splendore artistico e culturale grazie ai suoi rapporti marittimi con l'Oriente; è infatti una delle repubbliche marinare il cui stemma non compare nella bandiera della marina militare.

Il 26 dicembre 1194 nasceva a Jesi Federico II di Svevia, futuro imperatore del Sacro Romano Impero, che onorò la città nel 1216 col titolo di Città Regia conferendole anche il titolo di Respublica Aesina, confermando tutti i suoi diritti sulle terre del Contado.


Privilegi che le permisero una certa autonomia anche durante la successiva dominazione papale.




***
Rinascimento
***



Durante il Rinascimento il Ducato di Urbino fu celebre in tutta Europa, un vero e proprio faro dell'arte e della cultura italiana.

Altre città sede di signorie importanti economicamente e culturalmente sono state Camerino, Fano, Pesaro, Senigallia, Fabriano e San Severino Marche.


Ancona mantenne invece il suo regime repubblicano, come le altre città marinare italiane.




***
Periodo pontificio
***



Tra la metà del Cinquecento e i primi decenni del Seicento le città marchigiane entrarono nello Stato della Chiesa, che, come tutti gli stati regionali italiani, annullò le entità politiche più piccole.

Seguì un periodo di recessione, condiviso da gran parte d'Italia, rischiarato solo dal pontificato di Clemente XII che nel Settecento tracciò la strada oggi detta Vallesina e diede respiro all'economia regionale dichiarando Ancona porto franco.




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Periodo napoleonico e risorgimentale



Con l'arrivo delle truppe francesi, le Marche si diedero ordinamento repubblicano costituendosi in Repubblica Anconitana, poi assorbita dalla Repubblica Romana.

Durante il periodo risorgimentale le Marche parteciparono alle lotte per l'unificazione con i moti di Macerata e con l'eroica resistenza di Ancona durante l'assedio austriaco del 1849, in contemporanea con Roma e Venezia.

La battaglia finale dell'unificazione italiana si combatté nelle Marche: celebre è la battaglia di Castelfidardo, che permise l'unione dei territori conquistati da Garibaldi al sud con quelli acquisiti da Vittorio Emanuele II al nord.



***
Periodo contemporaneo
***



Nella storia più recente si ricorda la Settimana rossa, la Rivolta dei Bersaglieri e la partecipazione alla Resistenza, tra le più massicce e popolari d'Italia.



***
Variazioni territoriali recenti
***



Fino al 2009 la regione includeva il territorio dell'alta valle del fiume Marecchia, già parte del Ducato di Urbino (fin dal XV secolo) e la cui appartenenza alla delegazione di Urbino e Pesaro fu confermata da Pio VII con motu proprio il 6 luglio 1816.

Nel 2009 esso venne però distaccato dalle Marche a seguito di un referendum a favore dell'entrata nella Regione Emilia-Romagna e, a seguito dell'esito positivo di quest'ultimo, aggregato alla stessa.

Le Marche proposero ricorso alla Corte costituzionale, ritenendo che il parlamento avesse indebitamente ignorato il parere negativo della regione; nel luglio 2010 la Corte si pronunciò sul ricorso giudicandolo infondato.




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Dialetti



Le Marche, insieme all'Umbria e al Lazio, si contraddistinguono per la presenza di un continuum fra tre ripartizioni dialettali, una delle quali ulteriormente suddivisa.

Le suddivisioni dialettali sono dunque quattro, che sfumano impercettibilmente una nell'altra:

i dialetti gallo-piceni o metauro-pisaurini, appartenenti al gruppo gallo-italico, parlati in quasi tutta la Provincia di Pesaro-Urbino, nell'area di Senigallia e nell'isola linguistica del promontorio del Cònero;

i dialetti marchigiani centrali della zona anconitana, appartenenti al gruppo dei dialetti italiani mediani;

i dialetti marchigiani centrali della zona di Macerata, Camerino e Fermo, anch'essi appartenenti al gruppo dei dialetti italiani mediani;

i dialetti marchigiani meridionali, appartenenti al gruppo dei dialetti italiani meridionali, parlati nella Provincia di Ascoli Piceno.


Tre degli otto grandi gruppi dialettali italiani sono così rappresentati nelle Marche: uno diffuso soprattutto in Italia settentrionale, uno in Italia centrale, uno in Italia meridionale.




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Politica - Suddivisione amministrativa
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Dal 1º gennaio 1948, ex art. 131 della nostra vigente Costituzione, le Marche sono una regione ad autonomia ordinaria della Repubblica Italiana, ma solo con la legge n. 281 del 1970 furono attuate le sue funzioni.

Al 1 Luglio 2020 la regione Marche è suddivisa in 5 province e 225 comuni.



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Politica - Suddivisione amministrativa



Dal 1º gennaio 1948, ex art. 131 della nostra vigente Costituzione, le Marche sono una regione ad autonomia ordinaria della Repubblica Italiana, ma solo con la legge n. 281 del 1970 furono attuate le sue funzioni.

Al 1 Luglio 2020 la regione Marche è suddivisa in 5 province e 225 comuni.


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Presidente
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Presidente della Giunta regionale è eletto a suffragio universale e diretto in concomitanza con l'elezione del Consiglio regionale, e fa parte dell'organo consiliare.

Nella prima seduta del nuovo Consiglio regionale il Presidente della giunta espone il programma del governo regionale e presenta gli assessori, tra i quali indica il Vicepresidente chiamato a sostituirlo in caso di assenza o impedimento temporaneo.


Il Presidente della Giunta regionale può sostituire il Vicepresidente e gli assessori previa comunicazione al Consiglio regionale.

Il Presidente della giunta regionale ha le seguenti funzioni:

Rappresenta la Regione.


Nomina e revoca gli assessori, fra i quali il Vicepresidente, attribuisce le deleghe agli assessori e può revocarle.


Può conferire incarichi particolari a singoli consiglieri regionali.

Dirige la politica della Giunta e ne è responsabile.


Promulga le leggi, emana i regolamenti, indice i referendum previsti dallo Statuto
Sovrintende all'azione amministrativa regionale.


Partecipa ai lavori della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza unificata, tenuto conto degli indirizzi generali del Consiglio.


Promuove, su deliberazione della Giunta, la questione di legittimità costituzionale e i conflitti di attribuzione dinanzi alla Corte costituzionale e ne dà immediata comunicazione al Consiglio.




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view post Posted on 13/7/2022, 21:02     Top   Dislike
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Giunta Regionale



La Giunta regionale è l'organo esecutivo della Regione ed è composta dal Presidente e da non più di dieci assessori, compreso il Vicepresidente.


La Giunta opera collegialmente, in armonia con le direttive impartite dal Presidente della Giunta.


La Giunta adotta, su proposta del suo Presidente, un regolamento interno che ne disciplina il funzionamento.


Le deliberazioni della Giunta non sono valide se non è presente la maggioranza dei suoi componenti e se non sono assunte a maggioranza dei presenti.


Le sedute della Giunta non sono pubbliche, salvo diversa decisione della Giunta stessa.


La Giunta regionale pubblica periodicamente il Notiziario della Giunta regionale Marche, che può essere sia letto direttamente on line in versione digitale, che in versione cartacea facendone richiesta gratuita dal suddetto sito.

Data la varietà e la facilità di fruizione dei servizi offerti, il sito è visitato periodicamente dai marchigiani residenti all'estero, in particolare da quelli che si trovano negli Stati Uniti e in Argentina.

Il Notiziario, sia in versione cartacea che in digitale, e la newsletter permettono infatti loro di restare in contatto con la Regione Marche e con ciò che vi avviene.



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