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[NOTA: Questa storia spiega perché Rama non poteva fidarsi di Vali, che era amico di Ravana. E giustifica anche l'affermazione di Vali che avrebbe potuto chiedere facilmente a Ravana di riconsegnare Sita a Rama.]
Rama disse ad Agastya: "La tua descrizione della forza di Vali e Ravana è stata meravigliosa. Ma sono certo che Hanuman è più potente di tutti questi eroi. Tutto ciò che io ho ottenuto: Lanka, Sita, la vittoria, l'amicizia, e anche il regno, lo devo alla forza di Hanuman; se non fosse stato per lui, forse non avremmo saputo neanche dove si trovava Sita. Eppure, come mai egli non poteva uccidere Vali o Ravana o gli altri?". Agastya rispose: "Se è tuo desiderio ti racconterò nei dettagli la storia di Hanuman. Sul monte Sumeru viveva un re chiamato Kesari, che aveva una moglie di nome Anjana. Hanuman nacque da lei, come figlio di Vayu, il dio del vento. Mentre la madre era andata a prendere della frutta per dargli da mangiare, il bimbo scambiò erroneamente il sole per un frutto e si lanciò nell'aria per coglierlo. Sebbene il piccolo fosse giunto vicino al sole, quest'ultimo non voleva bruciare quel bimbo innocente. Al lamento di Rahu, intervenne Indra, che colpì il bambino e lo fece precipitare a terra. Nella caduta il suo mento si fratturò, e da questo gli deriva il nome Hanuman. "Vedendo questo, il dio del vento s'arrabbiò e si ritirò dal mondo. Nessuno poteva più respirare. Allora tutti gli esseri cantarono le glorie del dio del vento e cercarono di propiziarlo. Tutti gli dèi, incluso lo stesso Brahma, andarono a trovarlo. Vayu uscì dalla sua grotta con il bambino privo di sensi. Al tocco del Creatore, il bambino tornò in vita. E il dio del vento tornò a muoversi tra gli esseri quale loro vita. "Quindi tutti gli dèi glorificarono Hanuman, offrendogli ogni tipo di doni: salute, libertà dalle malattie, lunghissima vita, invulnerabilità nei confronti di fulmini e altre armi del genere, il dono di un potente gada, l'abilità di cambiare la sua forma e quella di muoversi ovunque a volontà, ecc. "Ricco di questi doni, Hanuman aveva perso la testa e aveva cominciato a saccheggiare le foreste e gli eremitaggi, assalendo persino gli stessi saggi. I saggi sapevano che era invincibile e che godeva della protezione divina. Perciò lo maledirono: "Tu ci molesti facendo assegnamento sulla tua forza straordinaria; d'ora in poi non sarai più consapevole della tua forza per molto tempo". Ma realizzando il grande ruolo che egli doveva svolgere al tuo servizio, i saggi modificarono la loro maledizione: "Quando però la tua forza ti sarà ricordata, la riacquisterai". "Perciò, benché egli fosse dalla parte di Sugriva nella lotta contro Vali, non si ricordò della sua forza. E solo per amor tuo che Hanuman è nato in questo mondo e gli dèi lo hanno creato". Dopo aver narrato tutte queste storie, Agastya e i saggi si congedarono da Rama. Il giorno dopo l'incoronazione di Rama, i bardi di corte cantarono dolcemente le sue glorie per svegliarlo dal sonno: "Signore, se tu dormi, tutto il mondo dorme. Perciò svegliati". Rama si alzò e, dopo le abluzioni, adorò i saggi e Dio. I re e gli altri ospiti d'onore che erano venuti ad assistere all'incoronazione lasciarono Ayodhya uno dopo l'altro, dopo essere stati debitamente onorati da Rama. Rama disse loro: "Invero il malvagio Ravana è stato ucciso dal Dharma, dalla verità e dalla giustizia, della cui gloria spirituale voi siete manifestazioni; io sono stato un mero strumento, un pretesto". Essi a loro volta lo lodarono, considerandosi davvero fortunati e benedetti. Rama elargì gioielli preziosi ai capi vanara che lo avevano aiutato nella grande battaglia contro Ravana e che erano venuti ad Ayodhya per assistere all'incoronazione. Essi avevano gradito molto il loro soggiorno ad Ayodhya; un mese era trascorso come fosse stata un'ora. Anche Rama era stato felice in loro compagnia. Quindi Rama diede a Sugriva e agli altri capi vanara il permesso di partire per fare ritorno ognuno al proprio regno. Egli congedò anche Vibhishana, perché tornasse a Lanka, per governare Lanka secondo il codice del Dharma' . Rama sottolineò: "Che la tua mente non concepisca mai un comportamento ingiusto, o re. L'uomo saggio si attiene al sentiero del Dharma, godendo il governo del regno per molto tempo". Poi Hanuman s'inchinò a Rama e gli offrì questa preghiera: "Signore, possa esserci in me una devozione suprema nei tuoi confronti; possa la devozione del mio cuore non vacillare mai. Fa' che io viva fintanto che la tua storia e la tua gloria sono cantate in questo mondo". Rama disse: "Così sia, Hanuman! La mia storia sarà narrata finché durerà il mondo; e la tua gloria continuerà fintanto che la mia storia sarà narrata in questo mondo. Per uno solo dei grandi servigi che mi hai reso, sono tenuto a darti la mia stessa vita; e per i numerosi altri rimarrò sempre in debito con te. Uno che ha ricevuto aiuto, lo restituisce nei momenti di difficoltà dell'altro: ma io spero che tu non abbia mai bisogno del mio aiuto, e che non ti troverai mai in difficoltà". Così dicendo, Rama abbracciò Hanuman e gli concesse il dono prezioso di una collana che lui stesso aveva portato al collo. Quindi tutti i vanara e altri capi ancora si congedarono da Rama con le lacrime agli occhi. Un giorno, mentre era seduto con i suoi fratelli, Rama udì una voce eterea che diceva: "Rama, sono il veicolo spaziale Pushpaka. Secondo il tuo comando, sono stato alla dimora di Kubera; ma egli mi ha rimandato a te, poiché tu hai conquistato Lanka e hai distrutto il malvagio Ravana. Kubera è felicissimo di sapere della tua vittoria e ti prega di usare questo velivolo per muoverti a tuo piacimento nel mondo. Perciò sono tornato qui da te. Ti prego d'accettare i miei servigi". Rama rese omaggio al velivolo spaziale e poi gli ordinò: "Molto bene, ora vai dove desideri, e torna da me quando ti penserò". Vedendo i poteri soprannaturali di Rama, Bharata rimase stupefatto, e disse: "Fratello, davanti a te persino le cose inanimate diventano esseri senzienti. La gente che vive nel tuo regno è libera dalle malattie, la durata media della vita s'è allungata. La mortalità infantile è sconosciuta. Ognuno gode di ottima salute. Persino la pioggia e il vento ti favoriscono. I cittadini dicono tra loro: 'Sarebbe bello poter avere per sempre un re così'". Rama fu felice di udire queste cose. Più tardi, quello stesso giorno, Rama andò nel boschetto di asoka insieme a Sita. Questo delizioso giardino era pieno di fiori profumati e bellissimi prati verdi, e inoltre era dimora d'innumerevoli uccelli variopinti il cui canto rallegrava coloro che l'ascoltavano. Rama e Sita sedettero nel giardino. Con infinito amore e affetto, lo stesso Rama porse a Sita la dolce bevanda chiamata maireyakam. Presto i servitori servirono loro della carne finemente cucinata e varie altre pietanze prelibate, Gli accompagnatori di corte intrattennero Sita e Rama con musica e danze. Così Rama trascorreva la mattina curando gli affari di corte; e passava le sere in compagnia di sua moglie. Anche Sita trascorreva la mattina al servizio delle suocere e i pomeriggi in compagnia dell'amato marito. Un giorno Rama disse a Sita: "Mia cara, vedo che aspetti un bambino! Dimmi, che cosa posso fare per renderti felice durante questo periodo particolarmente fausto". Sita rispose: "Signore, il mio solo desiderio è quello di rivisitare le foreste e i sacri eremitaggi dei santi che vivono sulle rive del sacro Gange". Rama rispose prontamente: "Certamente, mia cara, partiremo domani stesso". I giullari di corte intrattenevano Rama e gli altri principi e dignitari con racconti umoristici. Più tardi Rama chiese alle spie e agli agenti segreti: "Ditemi, che cosa dice il popolo di me, di Sita, e dei miei fratelli Ditemi tutto senza alcuna riserva". Dopo molta esitazione, Bhadra riferì al re ciò che diceva qualche cittadino: "Rama ha fatto ciò che nessun altro ha mai fatto prima: ha costruito un ponte sull'oceano, è andato a Lanka con l'ausilio delle forze vanara ed altre forze, ha ucciso Ravana e ha riavuto Sita. Non so come faccia ad amare ancora Sita così tanto, dopo che ella è stata rapita da Ravana che se l'è stretta addosso e l'ha tenuta nel boschetto di asoka per tanto tempo. Bene, allora suppongo che d'ora in poi neanche noi possiamo disapprovare questo tipo di condotta da parte delle nostre mogli". Il volto di Rama mostrava il suo profondo turbamento e la sua ansietà. Egli sciolse il consiglio di corte e chiese ai suoi messaggeri di far venire subito i suoi fratelli. Chiamati d'urgenza, i tre fratelli si precipitarono a corte e rimasero sbigottiti nel vedere il volto ansioso di Rama. Essi s'inchinarono e rimasero rispettosamente a distanza.
segue
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