IL FARO DEI SOGNI

Toscana

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ToscanaToscana


La Toscana (AFI: /tosˈkana/) è una regione italiana a statuto ordinario di 3 668 333 abitanti, situata nell'Italia centrale,[6] con capoluogo Firenze.

Confina a nord-ovest con la Liguria, a nord con l'Emilia-Romagna, a est con le Marche e l'Umbria, a sud con il Lazio.


A ovest, i suoi 397 km di coste continentali sono bagnati dal Mar Ligure nel tratto centro-settentrionale tra Carrara (foce del torrente Parmignola, confine con la Liguria) e il Golfo di Baratti;[7] il Mar Tirreno bagna invece il tratto costiero meridionale tra il promontorio di Piombino e la foce del Chiarone, che segna il confine con il Lazio.

Il capoluogo regionale è Firenze, la città più popolosa (382 000 abitanti), nonché principale fulcro storico, artistico ed economico-amministrativo; le altre città capoluogo di provincia sono: Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Pistoia, Prato e Siena.

Amministra anche le isole dell'Arcipelago Toscano, oltre ad una piccola exclave situata entro i confini dell'Emilia-Romagna, in cui sono situate alcune frazioni del comune di Badia Tedalda.

Il nome è antichissimo e deriva dall'etnonimo usato dai Latini per definire la terra abitata dagli Etruschi: "Etruria", trasformata poi in "Tuscia" e poi in "Toscana".

Anche i confini della odierna Toscana corrispondono in linea di massima a quelli dell'Etruria antica, che comprendevano anche parti delle attuali regioni Lazio e Umbria, fino al Tevere.

Fino al 1861 è stata un'entità indipendente, nota con il nome di Granducato di Toscana con una enclave costituita dalla Repubblica e poi Ducato di Lucca.

Da allora ha fatto parte del Regno di Sardegna, del Regno d'Italia e successivamente della Repubblica Italiana.

In epoca granducale aveva anche un inno, composto dal fiorentino Egisto Mosell ed intitolato La Leopolda.

La festa regionale, istituita nel 2001, ricorre il 30 novembre, nel ricordo del suddetto giorno del 1786 in cui furono abolite la pena di morte e la tortura nel Granducato di Toscana, primo Ordinamento al mondo ad abolire legalmente la pena di morte.

170px-Firenze_Palazzo_della_Signoria_better_known_as_the_Palazzo_Vecchio

Palazzo Vecchio, luogo simbolo di Firenze e della Toscana



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Geografia fisica


520px-Altimetria_Toscana


Il territorio toscano è per la maggior parte collinare (66,5%); comprende alcune pianure (circa l'8,4% del territorio) e importanti massicci montuosi (il 25,1% della regione).

Monti principali: Monte Prado 2054 m, Monte Giovo 1991 m, Monte Rondinaio 1964 m, Monte Pisanino 1946 m, Alpe Tre Potenze 1940 m.


Valichi e passi montani principali: Passo dell'Abetone 1388 m, Passo della Pradarena 1579 m, Passo delle Radici 1529 m, Passo del Cerreto 1261 m, Passo de La Calla 1298 m, Passo dei Mandrioli 1173 m, Passo della Cisa 1045 m.


Vulcani: Monte Amiata 1738 m, Monte Castello 445 m (Isola di Capraia).


Deserti: Deserto di Accona circa 150 km².
Fiumi principali: Arno 241 km, Ombrone 161 km, Serchio 111 km, Cecina 73 km, Magra 70 km, Sieve 62 km.


Laghi principali: Lago di Montedoglio (invaso artificiale) 7,7 km², Lago di Bilancino (invaso artificiale) 5,0 km², Lago di Chiusi 3,9 km², Lago di San Casciano circa 2,0 km², Lago di Montepulciano 1,9 km².


Lagune e laghi costieri principali: Laguna di Orbetello 26,2 km², Padule della Diaccia Botrona 12,78 km², Lago di Massaciuccoli 6,9 km², Lago di Burano 1,4 km².


Paludi interne: Padule di Fucecchio circa 18 km².


Piccole zone umide: Laghetto Traversari di Camaldoli, Metaleto, Asqua, La Lama, Pozza del Cervo, Fonte del Porcareccio, Prato al Fiume, Lago di Porta.
Coste: 633 km totali (397 km continentali e 230 km insulari).
Mari: Mar Ligure, Mar Tirreno.


Isole principali: Isola d'Elba 223,5 km², Isola del Giglio 21,2 km², Isola di Capraia 19,3 km², Isola di Montecristo 10,4 km², Isola di Pianosa 10,3 km².



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Rilievi e colline



«[…] colline di Toscana, coi loro celebri poderi, le ville, i paesi che sono quasi città, nella più commovente campagna che esista.»

(Fernand Braudel, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II, 1965, p. 49)


Sia a nord che a est la Toscana è circondata dagli Appennini ma il territorio è prevalentemente collinare.

La vetta più alta della regione è il monte Prado (2.054 m), nell'appennino Tosco-Emiliano in Garfagnana, sul confine con l'Emilia-Romagna.

Nella regione si trovano altri rilievi montuosi degni di nota al di fuori della dorsale appenninica: le Alpi Apuane a nord-ovest, il Monte Pisano tra Pisa e Lucca, la Montagna pistoiese a nord di Pistoia, i Monti della Calvana a nord di Prato, i Monti del Chianti tra le province di Siena e Arezzo.

In provincia d'Arezzo il Pratomagno divide il Casentino dal Valdarno, sempre in provincia d'Arezzo a nord-est l'Alpe di Catenaia è divisa dagli Appennini dal corso del Tevere, l'Alpe delle Luna a est della provincia di Arezzo, le Colline Metallifere a sud-ovest tra le province di Livorno, Pisa, Siena e Grosseto e i massicci del Monte Amiata e del Monte Cetona a sud-est, il monte Falterona, dove nasce il fiume Arno e il monte Fumaiolo dove nasce il Tevere.

Tra i sistemi collinari, nella parte centrale della regione ritroviamo, da ovest a est, le Colline livornesi, le Colline pisane, le Balze di Volterra, il Montalbano, le colline del Chianti e i rilievi collinari della Valtiberina.

L'area meridionale della regione si caratterizza ad ovest per le Colline Metallifere, le colline della Val di Merse, le Crete Senesi, i rilievi collinari della Valle dell'Ombrone, le Colline dell'Albegna e del Fiora, l'Area del Tufo e i rilievi collinari della Val d'Orcia e della Val di Chiana.



***
Pianure
***



In Toscana si trovano aree pianeggianti sia lungo la fascia costiera che nell'entroterra.

Il litorale comprende le pianure della Versilia, Viareggio, l'ultimo tratto del Valdarno Inferiore che si apre nella Piana di Pisa e la Maremma, la pianura più estesa, mentre nell'entroterra la pianura principale è il Valdarno che si sviluppa da est ad ovest lungo il corso dell'omonimo fiume, comprendendo le città di Arezzo, Firenze e Pisa.

Altre pianure dell'interno sono la Piana di Firenze-Prato-Pistoia in continuità del medio Valdarno, la Piana di Lucca, la Valdinievole, la Valdera, la Valdelsa, la Val di Chiana, la Val di Cecina, la Val di Cornia, la Val di Pecora, la Val d'Orcia, la Valdisieve, la Valle dell'Ombrone, la Val di Bisenzio, la Valdambra e la Valle del Serchio.




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Coste e Isole


La Toscana, bagnata dal Mar Ligure nella parte centro-settentrionale e dal Mar Tirreno in quella meridionale, si caratterizza per un litorale continentale molto diversificato nelle sue caratteristiche.

Nel complesso, le coste continentali si presentano basse e sabbiose, fatta eccezione per alcuni promontori che si elevano tra Livorno e Vada, a nord di Piombino, tra Scarlino, Punta Ala e Castiglione della Pescaia, tra Marina di Alberese e Talamone, all'Argentario e ad Ansedonia.

L'Arcipelago Toscano è costituito da sette isole principali e da alcuni isolotti minori, molti dei quali sono semplici secche o scogli affioranti, in gran parte tutelati dal Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.

L'isola principale è l'Isola d'Elba, bagnata a nord dal Mar Ligure, a est dal Canale di Piombino, a sud dal Mar Tirreno e a ovest dal Canale di Corsica: l'isola presenta un'alternanza di coste basse e sabbiose e coste più alte e frastagliate dove si aprono suggestive calette.

A nord dell'Isola d'Elba si trovano l'Isola di Capraia, nel Canale di Corsica, e l'Isola di Gorgona nel Mar Ligure, entrambe con coste frastagliate.

A sud dell'Isola d'Elba si trovano l'Isola di Pianosa, completamente pianeggiante e con leggere ondulazioni, con coste sia sabbiose che scogliose, l'Isola di Montecristo con coste alte e frastagliate fatta eccezione per la zona dell'approdo, l'Isola del Giglio con coste prevalentemente alte e rocciose, fatta eccezione per alcune calette e per la Spiaggia del Campese, l'Isola di Giannutri con coste scogliose pur presentando un territorio caratterizzato soltanto da ondulazioni e dislivelli leggerissimi.

Tra le isole minori, le secche e gli scogli affioranti, vi sono le isole di Cerboli, di Palmaiola, le Formiche di Grosseto, la Formica di Burano, lo Scoglio d'Africa o Formica di Montecristo, le Secche della Meloria e le Secche di Vada.




***
Clima
***



Dal punto di vista climatico, la Toscana presenta caratteristiche diverse da zona a zona.

Le temperature medie annue, che registrano i valori più elevati attorno ai 16-17 °C lungo la costa maremmana, tendono a diminuire man mano che si procede verso l'interno e verso nord; nelle pianure e nelle vallate interne (medio Valdarno e Val di Chiana) si raggiungono i valori massimi estivi, che spesso si avvicinano e toccano i 40 °C e si contrappongono a minime invernali relativamente fredde, che arrivano talvolta allo zero.


Le precipitazioni risultano molto abbondanti a ridosso dei rilievi appenninici lungo l'asse ovest-est tra la Versilia e il Casentino, con valori massimi oltre i 2000 mm annui sulle vette più alte delle Alpi Apuane e dell'Appennino Tosco-Emiliano; al contrario, lungo la fascia costiera della Maremma grossetana, soprattutto nella zona dell'Argentario, si raggiungono faticosamente i 500 mm annui di media.

Molto penalizzate dal punto di vista pluviometrico risultano anche le Crete Senesi e alcune zone della Val d'Orcia e della Val di Chiana dove i valori medi annui si aggirano tra i 600 e i 700 mm.

Le nevicate, frequenti nella stagione invernale su tutti i rilievi appenninici e sulla parte sommitale del Monte Amiata, possono raggiungere anche le zone collinari limitrofe ma non è impossibile che la neve giunga anche in pianura e più raramente sulle coste centro-settentrionali, mentre risultano essere episodi davvero unici lungo la costa della Maremma grossetana.

L'eliofania (durata del soleggiamento) risulta essere molto rilevante lungo la fascia costiera della provincia di Grosseto, dove raggiunge valori prossimi ai massimi assoluti dell'intero territorio nazionale italiano, con una media annuale di oltre 7 ore giornaliere (valore minimo in dicembre con una media di circa 4 ore al giorno e valori massimi superiori alle 11 ore giornaliere in giugno e luglio).



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Stazioni Metereologiche




In Toscana sono ubicate 14 stazioni meteorologiche ufficiali contrassegnate da codice WMO e ICAO in conformità alle norme dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale: 13 di esse sono gestite dall'Aeronautica Militare, una di esse dall'ENAV.

Tutte le altre stazioni presenti nel territorio regionale, invece, fanno principalmente riferimento al Servizio Idrologico Regionale della Toscana; vi sono anche stazioni di altri enti, tra le quali quelle del Consorzio LaMMA, oltre a quelle di altri enti pubblici o privati.

Storicamente merita un'apposita menzione la stazione meteorologica di Firenze Monastero degli Angeli, una delle prime stazioni istituite a livello mondiale, che iniziò ad effettuare le osservazioni meteorologiche e le registrazioni termometriche in scala fiorentina di 50° a partire dal 1654 nell'ambito della rete meteorologica granducale istituita da Ferdinando II de' Medici ed operativa in quell'epoca a livello europeo.

Da nord a sud, di seguito sono riportate le varie stazioni meteorologiche ufficiali presenti nella regione:

Passo della Cisa
Rifredo Mugello
Passo Porretta
Firenze Peretola
Pisa San Giusto
Arezzo Molin Bianco
Gorgona
Volterra
Siena Poggio al Vento (dismessa)
Stazione meteorologica di Siena Ampugnano (dismessa)
Stazione meteorologica di Piombino (dismessa)
Radicofani
Grosseto Aeroporto
Elba-Monte Calamita
Pianosa (dismessa)
Monte Argentario



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Edited by *Cristal* - 6/1/2022, 17:50
 
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Aree naturali protette




Le aree naturali protette coprono quasi il 10% del territorio regionale, per una superficie totale di 227.000 ettari.

Ne fanno parte tre parchi nazionali, di cui uno, il Parco nazionale Arcipelago Toscano, ricade interamente in Toscana mentre gli altri due sono condivisi con l'Emilia-Romagna (Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano).

Vi sono poi 3 parchi regionali, 2 parchi provinciali, 36 riserve naturali statali, 37 riserve naturali provinciali e 52 A. N.P. I.L. (Aree Naturali Protette di Interesse Locale).

Nell'ambito della rete Natura 2000 sono stati inoltre proposti 123 Siti di interesse comunitario (SIC) e 30 Zone di protezione speciale (ZPS).




***
Geologia
***

La regione è attraversata sul lato settentrionale e su quello orientale dalla catena appenninica che si è formata per l'avvicinamento e la collisione della placca euro-asiatica a nord con la placca africano-adriatica a sud.

Le unità strutturali derivanti, appartenenti in origine al margine continentale africano-adriatico, sono incluse in due gruppi principali, il Dominio Umbro-Marchigiano (flysch arenaceo-marnoso) e il Dominio Toscano, quest'ultimo suddiviso in una successione metamorfica sottostante (metarenarie, metacalcari, dolomie, gruppi triassici e tardo-paleozoici, basamento ercinico) e in una successione non metamorfica soprastante (flysch arenacei esterni ed interni, argilliti, marne, calcari e dolomie).

La successione non metamorfica soprastante è caratterizzata a sua volta da due unità strutturali minori, la Falda Toscana e l'Unità Cervarola Falterona, con le cui estensioni rocciose costituiscono l'ossatura della dorsale appenninica toscana.

Sopra il Dominio Toscano si trova il Dominio Subligure di transizione (arenarie e argilliti) dove vi è stato il sovrascorrimento di rocce del Dominio Ligure-Piemontese, suddiviso a sua volta nelle complesse unità strutturali del Dominio Ligure esterno (flysch a elmintoidi, arenarie, argilliti, brecce poligeniche), Dominio Ligure interno con successione oceanica non metamorfica (flysch arenacei, argilliti, radiolariti, ofioliti) e successione oceanica metamorfica (calescisti, ofioliti).

Con la diminuzione e la cessazione dei sovrascorrimenti durante l'orogenesi appenninica, si formarono bacini di sedimentazione con Depositi Epiliguri (marne e calcareniti).

Nelle fasi più recenti si verificarono invasioni marine dei margini meno elevati della catena, denominate successioni dei bacini neoautoctoni e mai coinvolte nei fenomeni di sovrascorrimento tra domini e unità strutturali; in seguito si formarono bacini subsidenti all'interno della catena favorevoli ai futuri ambienti fluvio-lacustri.

Contemporaneamente si verificarono anche intrusioni magmatiche subvulcaniche acide (Isola d'Elba, Isola del Giglio e Isola di Montecristo) e manifestazioni vulcaniche piroclastiche effusive (Isola di Capraia, Monte Amiata e Area del Tufo).

Le oscillazioni eustatiche e le ulteriori fasi di assestamento della catena hanno portato i livelli di fiumi e laghi ai valori attuali; i depositi alluvionali completano e chiudono la storia geologica della regione.




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Classificazione sismica



In base all'Ordinanza PCM n.3274 del 20/03/2003, il territorio regionale toscano è stato suddiviso in tre distinte zone in base al rischio sismico, zona 2, zona 3 e zona 4; nessun comune della Toscana rientra nella zona 1 a sismicità elevata.

Di seguito è riportata in modo schematico la classificazione sismica.

Zona 2 (sismicità medio-alta)
186 Comuni totali che interessano le intere province di Firenze, Massa e Carrara e Prato, le aree settentrionali e orientali della provincia di Arezzo che comprendono il Valdarno superiore, il Pratomagno, il Casentino e la Valtiberina, l'estremità orientale e un'area ristretta nella parte settentrionale della provincia di Grosseto, la quasi totalità della provincia di Livorno compresa l'Isola di Gorgona, la Garfagnana, la parte centro-settentrionale della provincia di Pisa, la parte orientale della provincia di Pistoia, la parte occidentale e l'estremità sud-orientale (Monte Amiata e Monte Cetona) della provincia di Siena.

Inoltre, va segnalato anche il rischio di maremoto, seppur piuttosto moderato, lungo l'intero tratto centro-settentrionale della costa livornese.


Zona 3 (sismicità bassa)
77 Comuni totali che interessano l'area sud-occidentale della provincia di Arezzo corrispondente alla Val di Chiana aretina, l'estremità settentrionale e la parte orientale della provincia di Grosseto, gran parte della provincia di Lucca, l'estremità meridionale della provincia di Pisa, la parte occidentale della provincia di Pistoia, l'area della provincia di Siena comprendente le Crete, la Val d'Orcia e la Val di Chiana senese.


Zona 4 (sismicità molto bassa)
24 Comuni totali che interessano tutte le isole dell'Arcipelago esclusa la Gorgona, l'estremità meridionale della provincia di Livorno e la parte occidentale della provincia di Grosseto che comprende l'intera fascia costiera, la pianura maremmana e l'immediato entroterra collinare.



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Distretti sismici toscani



Secondo l'attuale classificazione convenzionale, la Toscana è suddivisa nei seguenti distretti sismici, la cui nomenclatura è finalizzata all'identificazione rapida dell'eventuale area su cui si sia "aperto" l'epicentro di un ipotetico terremoto.

Alpi Apuane
Alta Val Tiberina
Montagna Pistoiese
Casentino
Colline Metallifere
Garfagnana
Lunigiana
Mar Ligure
Maremma
Monte Amiata
Mugello
Valdarno inferiore
Valdarno superiore
Versilia
Zona Chianti



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Storia


La storia della Toscana abbraccia un lungo arco di tempo, che spazia dalla preistoria ai giorni nostri, risultando fondamentale dal Medioevo in poi per la nascita della lingua italiana, la letteratura e la scienza, nonché per l'identità culturale italiana (soprattutto il Rinascimento, oltre all'età medievale).

Le prime tracce certe della presenza umana risalgono al Paleolitico, con comunità di cacciatori raccoglitori.

Nell'VIII millennio a.C. appare in territorio toscano la cosiddetta cultura della ceramica cardiale che segna l'introduzione della rivoluzione neolitica.

Tra la fine del Neolitico e il Calcolitico, nella regione ci sono importanti testimonianze lasciate dalla cultura del Rinaldone, e dalla cultura del vaso campaniforme.

Con l'età del Bronzo fiorisce la cultura appenninica che verrà seguita dalla cultura protovillanoviana nella fase finale dell'età del bronzo.

Tra il X e l'VIII secolo a.C., nell'età del ferro trova la sua massima espressione la cultura villanoviana che rappresenta la fase più antica della civiltà etrusca.

Mentre le aree della Toscana nord-occidentale sono abitate dagli antichi Liguri.

Tuttavia, il confine tra Liguri ed Etruschi cambiò più volte durante l'età del ferro.


Nella Toscana nord-occidentale, l'area tra i fiumi Arno e Magra fu culturalmente allineata con gli Etruschi nella prima età del ferro, e divenne sotto controllo ligure nella tarda età del ferro.

Il culmine dello splendore della civiltà etrusca fu raggiunto attorno al VI secolo a.C., con possedimenti che andavano dalla zona settentrionale della Pianura Padana, detta Etruria padana, alla Campania, detta Etruria campana: furono costruite strade, tra le quali si sono ben conservate le Vie Cave (tra Sovana, Pitigliano e Sorano), realizzarono un maestoso complesso sacro termale in località il Bagnone a Sasso Pisano, vennero bonificate alcune paludi ed edificate importanti città toscane, come Pisa, Arezzo, Chiusi, Volterra, Populonia, Vetulonia e Roselle, oltre all'ultima importante scoperta, ancora anonima, sorta in prossimità di Prato, di Gonfienti.

II livello di civiltà raggiunto da questo grande popolo è testimoniato dalle interessanti similitudini - inconsuete per il Mediterraneo del tempo - tra i diritti degli uomini e quelli delle donne e ponendo fondamentali basi per l'urbanistica romana.

Nel III secolo a.C. gli Etruschi furono sconfitti dalla potenza militare di Roma e, dopo un primo periodo di prosperità, dovuto allo sviluppo dell'artigianato, dell'estrazione e della lavorazione del ferro, dei commerci, tutta la regione decadde economicamente, culturalmente e socialmente.

I Romani, che si insediarono presso le preesistenti località etrusche, fondarono anche nuove città come Fiesole, Florentia e Cosa, attualmente una delle meglio conservate con le mura, il foro, l'acropoli e il capitolium, sorto originariamente come Tempio di Giove, oltre ad avere una propria monetazione.

Sarà, tuttavia, dal nome latino degli Etruschi, Tusci plurale di Tuscus, che l'attuale regione prese il nome di Etruria in epoca romana, Tuscia in epoca medievale, e, infine, Toscana.

Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente la regione passò attraverso le dominazioni ostrogota e bizantina, prima di divenire oggetto di conquista da parte dei Longobardi (569), che la eressero a ducato con sede a Lucca (Ducato di Tuscia).

Con la caduta dei Longobardi per opera di Carlo Magno, il ducato divenne contea e successivamente marchesato di Lucca (Marca di Tuscia).
Nell'XI secolo il Marchesato passò agli Attoni, grandi feudatari Canossiani, che possedevano anche Modena, Reggio Emilia e Mantova.

A quella famiglia apparteneva la famosa Contessa Matilde di Canossa, nel cui castello avvenne l'incontro fra il papa Gregorio VII e l'imperatore di Germania, Enrico IV.

Proprio in questo periodo iniziò a svilupparsi in tutta la regione il fenomeno dell'incastellamento.

Nell'XI secolo Pisa divenne la città più potente e importante della Toscana, con l'estensione del dominio della Repubblica Marinara a quasi tutta la Toscana tirrenica, alle isole dell'Arcipelago Toscano e alla Sardegna e Corsica.

A sud è presente il dominio degli Aldobrandeschi, importante casata di origine longobarda, che controllava la parte meridionale delle attuali province di Livorno e Siena, oltre all'intera provincia di Grosseto, al territorio del monte Amiata, fino all'Alto Lazio, entrando spesso in conflitto con il Papato, fino all'emergere della città di Siena, che più tardi entrerà in competizione con Firenze.

Attorno al XII secolo inizia il periodo dei liberi Comuni, e Pistoia diventa il primo comune in Italia, con lo Statuto dei consoli del Comune di Pistoia.


Nascono le prime forme di democrazia partecipativa e le associazioni di arti e mestieri, che fecero della Toscana un irripetibile esempio di autonomia culturale, sociale ed economica.

Tra la fioritura delle varie città toscane si vede la città di Lucca divenire un centro molto ricco e prosperoso grazie alla produzione tessile ed al commercio della seta, oltre che ad essere un importante meta nella Via Francigena.

Fra le città della regione si impone ben presto, per motivi culturali ed economici ma anche militari, il Comune di Firenze.

In questo periodo che va dal X secolo al XIII secolo vengono effettuati vari tentativi di creare un coordinamento politico tra i vari poteri toscani, da quello portato avanti dei marchesi di Toscana (da Ugo il Grande a Beatrice di Lorena) a quello espresso dai comuni della Lega toscana (1197).


Sarà comunque Firenze ad imporsi come forza aggregante pan-toscana tra XIV e XVI secolo.

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Leonardo Da Vinci


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Grazie a numerosi letterati e artisti, tra il Trecento e il Quattrocento la Toscana, ed in particolare la città di Firenze, diedero un determinante contributo al Rinascimento Italiano.

Divenuta entità politicamente autonoma a partire dal XII secolo la Toscana si frammentò anch'essa in una miriade di stati tra i quali la Repubblica di Firenze e la Repubblica di Siena erano le più importanti.

La fioritura dei commerci portò in alcune città della regione alla nascita delle banche (Firenze e Siena in primis).

L'unificazione toscana sotto un'unica città iniziò con la politica espansionistica fiorentina già nel XIV secolo, quando la repubblica iniziò a fagocitare i territori toscani in successione, frenata solamente dalla repubblica di Siena, che a sua volta annetteva quasi tutti i territori della Maremma e del monte Amiata, e dalla Repubblica di Lucca.

Durante il XV secolo salì al potere la famiglia Medici che, come le maggiori famiglie fiorentine, si era arricchita con le banche ed aveva ottenuto rilevanza politica nelle istituzioni repubblicane a partire dalla metà del Quattrocento, con Cosimo il Vecchio.

A partire da Lorenzo il Magnifico il potere mediceo si consolidò (a parte due interruzioni repubblicane dal 1494 al 1512 e dal 1527 al 1530): nel 1532 Alessandro ottenne il titolo di Duca di Firenze e nel 1569 Cosimo I quello di Granduca di Toscana.

In questo momento tutta l'area toscana, eccetto Lucca che rimase una repubblica autonoma, Piombino che costituiva un principato a sé stante, e l'area di Orbetello e Monte Argentario collocata nello Stato dei Presidii, era sotto la signoria fiorentina essendo caduta la repubblica di Siena nel 1555 nelle mani degli ispano-fiorentini che dal 1557 ne ebbero la sovranità.

La famiglia Medici continuò a regnare sopra la Toscana ininterrottamente fino al 1737.

L'ultimo granduca della famiglia fu Gian Gastone de' Medici che non ebbe eredi, mentre l'ultima della famiglia, Anna Maria Luisa, elettrice Palatina, si occupò del Granducato dalla morte del fratello e riuscì grazie alla sua lungimiranza a fare sì che l'immenso patrimonio artistico che era nei secoli divenuto patrimonio della famiglia non potesse essere portato via da Firenze nemmeno dai futuri regnanti che il Granducato avrebbe avuto.

Il Granducato di Toscana, alla morte di Gian Gastone, passò alla famiglia dei Lorena, in particolare a Francesco Stefano di Lorena, già marito di Maria Teresa d'Asburgo, imperatrice d'Austria.

Egli non mise mai piedi né in Toscana né a Firenze, e ne lasciò l'amministrazione al figlio Pietro Leopoldo.

La più importante innovazione voluta dai Lorena, proprio grazie a Pietro Leopoldo, fu l'abolizione (per 4 anni, fino al 1790 quando fu ripristinata) della pena di morte nel Granducato di Toscana, per l'epoca una innovazione di non poco rilievo.


Il provvedimento entrò in vigore il 30 novembre 1786 e, prendendo spunto da questo, è stata istituita in tempi recenti la Festa della Toscana, che si tiene ogni anno nel giorno di tale anniversario.

L'unica interruzione alla sovranità lorenese fu la parentesi napoleonica che durò fino al 1814, quando sul serenissimo trono granducale fu restaurato Ferdinando III figlio di Pietro Leopoldo.

Lucca e Piombino invece riuscirono a mantenere una certa autonomia col governo di Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone, durante il Principato di Lucca.

Napoleone portò in Italia, e quindi anche in Toscana, che fu annessa alla Francia, l'idea moderna di "nazione" (concetto nato con la rivoluzione industriale).

Anche per reazione al nazionalismo francese, infatti, si ebbe anche in Toscana la nascita del pensiero nazionalista, che inventò l'idea di una "nazione italiana" che aveva nella Toscana il suo centro motore: i "grandi toscani" divennero "grandi italiani" e Dante, Petrarca, Boccaccio, ma anche Niccolò Machiavelli e Galileo Galilei, vennero "arruolati" come simboli di una "Italia" da far "rinascere" a nuova vita, insieme a tutti i suoi valori di "libertà" comunale, creatività e indipendenza.

Fu così che la Toscana divenne uno dei centri più importanti del movimento indipendentista e risorgimentale italiano.

Coscienti della peculiarità, per non dire superiorità, della loro patria, i leader del movimento risorgimentale toscano si impegnarono a fondo per l'indipendenza dell´Italia.

Lo stesso ultimo granduca regnante, Leopoldo II di Toscana, e l'ultimo primo ministro toscano, Bettino Ricasoli, furono, in tempi e modalità diversi, convinti che nell'Unità d´Italia, la Toscana avrebbe potuto meglio mantenere e sviluppare la propria identità etnica, usando un termine più moderno.

Insomma, la Toscana, che aveva una sua etnia ben definita dai tempi antichi (basti vedere la storia del nome, che non è un latinismo - come "Italia", che non era un italianismo, altrimenti sarebbe stato "Itaglia" - ma lo sviluppo dell´etnonimo antichissimo di Etruria), preferì "investire" nel progetto "italianista" così che nel XIX secolo darà in dote al Regno d'Italia il suo immenso patrimonio culturale ed ideale, e per alcuni anni anche la capitale.




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view post Posted on 21/1/2022, 13:45     Top   Dislike
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L'ultimo Granduca della Toscana fu il figlio di Ferdinando, Leopoldo II, che regnò fino all'ingresso del territorio toscano nel nascente stato unitario italiano.

Il periodo lorenese fu per la Toscana un periodo illuminato, a partire dal governo di Pietro Leopoldo (che riformò l'ordinamento giudiziario), fino all'ultimo granduca che ottenne risultati molto positivi, con la costruzione delle prime ferrovie, la creazione del catasto e la bonifica della Maremma.

Dopo le rivoluzioni del 1848-1849, il ritorno di Leopoldo venne tuttavia supportato da una guarnigione austriaca che gli alienò le simpatie popolari.

Nel 1859, quando la Toscana stava per entrare nel regno dell'Italia del Nord, non si oppose in maniera tenace alla sua destituzione, ma partì da Firenze lasciandola pacificamente nelle mani dei rivoluzionari.

La curiosa espressione usata nell'occasione, dato che era iniziata la rivolta alle cinque del mattino, fu che alle sei dello stesso mattino, quando il granduca partì da Firenze, la rivoluzione se ne andò a fare colazione.

Il passaggio dal Granducato di Toscana allo Stato Unitario Italiano fu frutto di un'incruenta rivoluzione.

Nel 1847 la Toscana è completamente unificata con l'entrata del Ducato di Lucca nel Granducato di Toscana a non molti anni dall'Unificazione col Regno d'Italia.

Nei giorni 11-12 marzo 1860 fu celebrato un plebiscito, che confermò l'unione della Toscana alla monarchia costituzionale di Vittorio Emanuele II.

I risultati del voto furono proclamati a Firenze il 15 marzo 1860 da Enrico Poggi, uno dei ministri del Governo Provvisorio Toscano.


La Toscana fu così annessa al Regno di Sardegna e quindi al nascente Regno d'Italia.



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view post Posted on 24/1/2022, 09:17     Top   Dislike
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L'unione al Piemonte era vista dalla classe dirigente moderata toscana (con a capo personalità di spicco come Bettino Ricasoli e Gino Capponi) come la via migliore per valorizzare le peculiarità toscane, le libertà cittadine, preservare il potere delle aristocrazie dall´invadenza modernizzatrice dei sovrani lorenesi.

L'idea, infatti, dei moderati toscani era quella di costituire una specie di federazione con le altre terre italiane.

Non è un caso quindi che nei primi anni di Unità, in Toscana ci fu un forte movimento federalista e autonomista che unì tutti coloro che - dai cattolici, ai garibaldini, agli ex-mazziniani, dai codini e legittimisti ai democratici, dai cattolici agli autonomisti - si opponevano al centralismo amministrativo piemontese e auspicavano un assetto federale dello Stato.

Tale partito (tra i cui esponenti si ricordano Giuseppe Montanelli, l'allievo di Carlo Cattaneo, Alberto Mario, Luigi Castellazzo, Giuseppe Mazzoni, Clemente Busi, Eugenio Alberi, Padre Bausa O.P., Luigi Alberti, Giuseppe Corsi, l'arcivescovo di Pisa Cosimo Corsi, ecc.) rappresentò la più importante alternativa al partito moderato-liberale del governo unitario (tra i cui esponenti c'era Bettino Ricasoli), ed ebbe alcune riviste di un certo prestigio come La Nuova Europa (federalista-democratico), La Patria e Firenze (federalista-cattolici).

La storia della Toscana si identifica, da questo momento, con quella dello Stato Italiano, di cui fa parte, pur conservando una sua specificità che la distingue da tutte le altre regioni.

In attesa del trasferimento della capitale a Roma, cosa che avvenne dopo la conquista savoiarda della città nel 1870, Firenze ospitò il governo della nazione per cinque anni.

Nel contesto degli avvenimenti contestativi post-unificazione è stata inserita dagli storici l'avventura mistico-rivoluzionaria di David Lazzaretti, un predicatore che riuscì a muovere le folle della zona del monte Amiata e della Toscana meridionale in nome di una alternativa religiosa e sociale, a fronte non tanto dei nuovi assetti nazionali, ma soprattutto della fragilità sociale di quel territorio e del declino dei costumi del clero romano.

Per aver organizzato una processione su Arcidosso, in cui le istituzione e la borghesia di allora paventavano assalti alla proprietà privata come prodotto di un socialismo che allora era solo agli albori, venne ucciso dalla forza pubblica nel 1878.

Durante la Resistenza la Toscana fu teatro di una feroce e violenta guerra tra le brigate partigiane, appoggiate da buona parte della popolazione (da sempre impegnata nelle lotte sindacali e antifasciste) e l'esercito tedesco appoggiato dalle squadre fasciste.

Stragi come Sant'Anna di Stazzema ricordano quanto sia stato grande il contributo dei Toscani alla Guerra di Liberazione e quanto sangue sia stato versato senza batter ciglio, pur di liberare il territorio dall'occupazione nazista.



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view post Posted on 27/1/2022, 18:29     Top   Dislike
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Società -
Evoluzione demografica




La Toscana conta più di tre milioni e mezzo di abitanti che rappresentano circa il 6% della popolazione italiana, con una densità di circa 163 abitanti per km² che risulta inferiore rispetto alla media nazionale.

Poco più del 10% della popolazione toscana risiede nel capoluogo regionale e circa un terzo del totale regionale nell'area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia che si sviluppa senza soluzioni di continuità nella corrispondente conca intermontana.

Altre zone densamente popolate sono, in ordine decrescente, l'area pisana e il Valdarno inferiore, l'area livornese, la fascia costiera della provincia di Massa e Carrara e della Versilia, la Valdinievole e la Piana di Lucca ed infine la zona del Valdarno superiore tra Arezzo e Firenze.

Al contrario, l'intera area appenninica (dalla Lunigiana e Garfagnana fino al Casentino), la Maremma grossetana, le Colline Metallifere, il Monte Amiata e la zona a sud di Siena comprendente la Val d'Orcia e le Crete senesi con il Deserto di Accona risultano essere i territori con la minore densità abitativa.

Dagli anni settanta in poi la Toscana ha visto una continua diminuzione dei tassi di natalità.

Tuttavia, la popolazione totale regionale si è mantenuta piuttosto stabile fino alla fine degli anni novanta, quando è iniziato a verificarsi un aumento piuttosto deciso.

Tutto ciò è stato possibile grazie all'immigrazione da altre regioni italiane (soprattutto quelle meridionali) e da paesi stranieri (fenomeno che si è molto accentuato negli ultimi due decenni).

Nel 2009 i nati sono stati 32.380 (8,7‰), i morti 42.210 (11,3‰) con un incremento naturale di -9.730 unità rispetto al 2008 (-2,6‰).

Le famiglie contano in media 2,32 componenti.

Il 31 dicembre 2009 su una popolazione di 3.730.130 abitanti si contavano 309.651 stranieri (8,3%).



***
Comuni più popolosi
***



In Toscana si contano tre comuni con oltre 100 000 abitanti, dieci comuni con popolazione compresa tra 50 000 e 100 000 abitanti e nove comuni con popolazione compresa tra 30 000 e 50 000, abitanti come indicato nella tabella seguente che comprende tutti i comuni con più di 30 000 abitanti al 31 dicembre 2019:

31 dicembre 2019:

30 000 abitanti Provincia Popolazione
(ab) Superficie
(km²)
Firenze Città metropolitana di Firenze 372 038 102,41
Prato Provincia di Prato 194 913 97,45
Livorno Provincia di Livorno 157 024 104,79
Arezzo Provincia di Arezzo 99 258 386,25
Pisa Provincia di Pisa 91 393 185,27
Pistoia Provincia di Pistoia 90 677 236,77
Lucca Provincia di Lucca 90 055 185,53
Grosseto Provincia di Grosseto 82 378 474,46
Massa (Italia)-Massa Provincia di Massa e Carrara 68 514 94,13
Carrara Provincia di Massa e Carrara 62 146 71,29
Viareggio Provincia di Lucca 61 989 31,88
Siena Provincia di Siena 53 922 118
Scandicci Città metropolitana di Firenze 50 786 59,59
Sesto Fiorentino-Fiorentino Città metropolitana di Firenze 49 158 49
Empoli Città metropolitana di Firenze 48 834 62
Campi Bisenzio-Campi Bisenzio Città metropolitana di Firenze 47 343 28
Capannori Provincia di Lucca 46 774 156,59
Cascina (Italia)-Cascina Provincia di Pisa 45 448 79,23 Piombino Provincia di Livorno 33 348 129
Camaiore Provincia di Lucca 32 113 84
San Giuliano Terme Provincia di Pisa 31 232 91,71
Rosignano Marittimo Provincia di Livorno 30 672 120




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Il toscano è, dopo la lingua sarda, l'idioma che meno si è discostato dal latino e si è evoluto in maniera lineare ed omogenea.

È alla base della lingua italiana, grazie agli scritti di Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio, Niccolò Machiavelli e Francesco Guicciardini, che gli conferirono la dignità di "lingua letteraria" della penisola.

Con l'Unità d'Italia venne adottato come lingua ufficiale, grazie anche alla prestigiosa teoria di Alessandro Manzoni relativa alla scelta della lingua per la stesura de I promessi sposi con "i panni lavati in Arno".

Per questo motivo, la Toscana è la regione in cui si parla di più l'italiano in famiglia (l'83,9% degli abitanti nel 2006).

I locutori sono superiori ai 3 milioni, sottraendo dal numero totale degli abitanti della regione quelli della provincia di Massa e Carrara, dove si parlano dialetti settentrionali appartenenti al gruppo gallo-italico (dialetto massese, dialetto carrarese, dialetti della Lunigiana).

Nella zona meridionale della regione è invece diffuso il dialetto della Tuscia, appartenente al sottogruppo occidentale che comprende i dialetti della parte orientale della provincia di Grosseto, in particolare l'area dell'Argentario, l'area del Tufo e la zona del monte Amiata.

Il dialetto toscano è un insieme di dialetti minori locali (Vernacoli) che presentano alcune differenze che li contraddistinguono gli uni dagli altri.

Di seguito è riportata la suddivisione in dialetti toscani settentrionali, orientali, meridionali e occidentali (in altre classificazioni i dialetti toscani occidentali vengono inclusi tra i toscani settentrionali, mentre i dialetti toscani orientali vengono trattati a parte).

Tuttavia, tra i dialetti di matrice toscana, va inclusa anche la variante cismontana del còrso parlata nella Corsica settentrionale.



***
Religione - Diocesi cattoliche
***



Dopo gli accorpamenti, per lo più avvenuti in epoche piuttosto recenti, la Toscana comprende oggi un'abbazia territoriale, quattro arcidiocesi e tredici diocesi cattoliche, i cui confini non coincidono con quelli delle province:

Abbazia territoriale di Monte Oliveto Maggiore
Arcidiocesi di Firenze
Arcidiocesi di Lucca
Arcidiocesi di Pisa
Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino
Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro
Diocesi di Fiesole
Diocesi di Grosseto (già Vescovato di Roselle)
Diocesi di Livorno
Diocesi di Massa Carrara-Pontremoli
Diocesi di Massa Marittima-Piombino (già Vescovato di Populonia)
Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza
Diocesi di Pescia
Diocesi di Pistoia
Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello (già Vescovato di Statonia)
Diocesi di Prato
Diocesi di San Miniato
Diocesi di Volterra




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view post Posted on 2/2/2022, 20:19     Top   Dislike
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Sinagoghe e comunità ebraiche



In vari centri della Toscana (città e paesi) sono sempre state presenti numerose comunità ebraiche.


A Firenze è esistito un vero e proprio ghetto nella zona del Mercato Vecchio, ma con le libertà concesse da Ferdinando I de' Medici al porto franco di Livorno, fu lì che dal XVI secolo si stabilì la comunità più numerosa.

Tra le piccole comunità storiche ci sono quelle di Monte San Savino e di Pitigliano.

Di seguito sono elencate le sinagoghe della regione:

Sinagoga di Firenze
Sinagoga di Livorno
Sinagoga di Monte San Savino
Sinagoga di Pisa
Sinagoga di Pitigliano
Sinagoga di Siena
Sinagoga di Sorano



***
Altre religioni
***



Le altre confessioni cristiane non cattoliche sono presenti in regione dalla fine del XVIII secolo, eccezion fatta per Livorno, dove le leggi tolleranti permisero una libertà religiosa sin dal XVI secolo, che ancora è testimoniata dai numerosi edifici di culto acattolici.

A Firenze e nelle altre città si ebbero comunità cospicue di valdesi, anglicani ed altri protestanti soprattutto tra il XIX secolo e i primi decenni del XX secolo, quando la presenza di stranieri (soprattutto inglesi, statunitensi e tedeschi) fu massima.

Nel comune di San Casciano in Val di Pesa è presente uno dei centri più grandi ed importanti dell'Associazione internazionale per la coscienza di Krishna meglio conosciuta come il "Movimento Hare Krishna".

Merita un cenno anche la comunità dei Giurisdavidici nella zona del Monte Amiata, attiva nel primo novecento, ridotta a poche unità intorno ad Arcidosso.

La presenza islamica nella regione risale ai recenti fenomeni di immigrazione.

La scuola buddista Soka Gakkai ha una sede a Firenze, a villa Le Brache, a Grosseto e di recente costruzione anche a Cecina, mentre una comunità di religione tibetana, il centro Dzog-chen di Merigar West fondato da Chögyal Namkhai Norbu, si è stabilita dal 1981 nella zona del Monte Amiata, più esattamente sulle prime pendici del Monte Labbro, vicino Zancona, nel territorio comunale di Arcidosso.

A Pomaia, in provincia di Pisa, si trova l'Istituto Lama Tzong Khapa.

A Prato, in Piazza del Mercato Nuovo, si trova il Tempio Buddhista Pua Hua Si.

220px-Tempio_Israelitico

La Sinagoga di Firenze



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