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| Gilgamesh [ ]:
"Da Utnapishtim, mio antenato voglio recarmi; colui che entrò nella schiera degli dei, che trovò la vita, sulla vita e sulla morte voglio interrogare".
L'uomo-scorpione aprì la sua bocca e disse, così parlò a Gilgamesh [ ]: 75 "O Gilgamesh, a nessun uomo ciò è mai riuscito! della montagna nessuno ha mai attraversato le sue viscere, il suo cuore è buio per dodici doppie ore, densa è l'oscurità, non vi è la luce! Verso il sorgere del Sole [ ] 80 verso il tramonto [ ] verso il tramonto [ ] hanno fatto uscire [ ]
lacuna di 38 righe
(parla Gilgamesh)
"I miei muscoli sono rigidi, il mio volto, per il caldo e per il freddo, è livido, per la fatica ho perduto le mie forze, ed ora tu [ ]". 85
Viaggio nelle viscere della terra (130-171) L'uomo-scorpione aprì la sua bocca, e rivolse a Gilgamesh, re di Uruk, la parola:
"Va', Gilgamesh, non temere! Le montagne Mashu ti apro, le montagne, le colline attraversa senza paura! 130 Sano e salvo possano i tuoi piedi portarti a casa; alla grande porta di Uruk tu possa ritornare".
Appena Gilgamesh ebbe udito ciò, seguì il consiglio dell'uomo-scorpione, egli entrò nella porta della montagna seguendo la via di Shamash. 135 Egli ha percorso una doppia ora: densa è l'oscurità, non vi è alcuna luce. Non gli è concesso di vedere nulla dietro di sé.
Egli ha percorso due doppie ore: densa è l'oscurità, non vi è alcuna luce. 140 Non gli è concesso di vedere nulla dietro di sé.
Egli ha percorso tre doppie ore: densa è l'oscurità, non vi è alcuna luce. Non gli è concesso di vedere nulla dietro di sé.
Egli ha percorso quattro doppie ore: 145 densa è l'oscurità, non vi è alcuna luce. Non gli è concesso di vedere nulla dietro di sé.
Egli ha percorso cinque doppie ore: densa è l'oscurità, non vi è alcuna luce. Non gli è concesso di vedere nulla dietro di sé. 150 Egli ha percorso sei doppie ore: densa è l'oscurità, non vi è alcuna luce. Non gli è concesso di vedere nulla dietro di sé.
Egli ha percorso sette doppie ore: densa è l'oscurità, non vi è alcuna luce. 155 Non gli è concesso di vedere nulla dietro di sé.
Dopo aver percorso otto doppie ore, egli prosegue: densa è l'oscurità, non vi è alcuna luce. Non gli è concesso di vedere nulla dietro di sé.
Dopo aver percorso la nona doppia ora, egli avverte il vento del nord; 160 gioisce la sua faccia ma densa è l'oscurità, non vi è alcuna luce. Non gli è concesso di vedere nulla dietro di sé.
Dopo aver percorso la decima doppia ora, egli comprende che l'uscita è vicina; 165 ma gli restano ancora da percorrere quattro doppie ore.
Dopo aver percorso l'undicesima doppia ora, egli uscì davanti al Sole.
Dopo aver percorso la dodicesima doppia ora, ecco risplende la luce!
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segue
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