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| D – Io penso che non siano più condizionate dall’emotività, cioè non ci sia più “l’interferenza”, diciamo, dei piani sottostanti durante l’elaborazione, anche, semplicemente, di quello che è il proprio vissuto. D – Non è possibile che possano esprimere l’affettività tramite il corpo astrale degli strumenti?
Questo potrebbe essere un modo, senza dubbio; ma accade principalmente quando il metodo d’intervento usato è un metodo tale per cui richiede l’intervento diretto dell’entità. Voi sapete che noi interveniamo in un modo un po’ particolare, usando cioè gli strumenti come se fossero dei terminali che in qualche modo replicano per voi quanto noi andiamo stabilendo nei nostri piani di esistenza e certamente, nel mettere in atto gli “ordini” che noi mandiamo agli strumenti, mettiamo in movimento tutti i loro corpi inferiori e usiamo certamente la materia di questi loro corpi.
Tuttavia il problema era diverso perché noi stavamo parlando di qualcuno che si trova sul piano mentale avendo abbandonato i corpi inferiori. Se voi riusciste a mettervi in contatto con un’entità sul piano mentale e a parlare con quest’entità al di là dei corpi inferiori, cioè astrale e fisico, come la sentireste? La sentireste fredda e razionale, strettamente logica, o trovereste ancora quegli elementi di affettuosità e di sentimento che permettono così facilmente di entrare in contatto da individuo a individuo?
D – Scusa, secondo me non ha senso che perda tutte le esperienze che ha fatto prima, compresa l’affettività e l’emotività; è un’entità più “matura”, che vive consapevolmente tutte le esperienze o, comunque, quello che ha vissuto lo rielabora; però non avrebbe senso che diventasse una cosa fredda e quindi perdesse tutte le esperienze che ha fatto prima, compreso l’espressione dell’affettività e dei sentimenti. Cioè, ha anche quelle però elaborate ed espresse in modo più completo, meno condizionante, secondo me.
[…] Certamente il corpo astrale è il corpo dei desideri, delle sensazioni, delle passioni, delle emozioni, ma è tale non soltanto perché la sua materia viene modificata da questi elementi, ma è anche tale in quanto ha il compito di far sì che l’individuo esprima sul piano fisico questi elementi, e sensazione, emozione, affettività e desiderio sono la punta finale di qualche cosa che non gli appartiene veramente, tanto è vero che abbiamo detto più di una volta che questo corpo appartiene a un Io che è transitorio e, in realtà, finisce per essere soltanto un’illusione.
Lo stesso discorso, identico, vale anche per il corpo mentale: certamente la materia del corpo mentale è plasmata dalla forza del pensiero e il corpo mentale è fatto in modo tale da permettere all’individuo incarnato di esprimere la sua razionalità all’interno del piano fisico – quindi non in funzione di se stesso ma in funzione di ciò che accadrà sul piano d’incarnazione – tuttavia, abbandonato il piano mentale, dovrebbe forse finire il pensiero?
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