IL FARO DEI SOGNI

Sant’Antonio – Un Corso In Miracoli

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view post Posted on 14/11/2021, 11:43     Top   Dislike
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“Come le folgori si sprigionano dalle nubi, così dai santi predicatori emanano opere meravigliose. Scoccano le folgori quando dai predicatori balenano i miracoli; ritornano le folgori quando i predicatori non attribuiscono le loro forti gesta a se stessi, ma alla grazia di Dio.”

-Sant’Antonio di Padova

La vita di Sant’Antonio fu un vero e proprio corso in miracoli.

Il Santo prese sul serio l’invito di Gesù a compiere opere pari alle sue e a collaborare concretamente al Suo progetto di guarigione fisica e spirituale di tutta l’umanità.

Fu, seguendo l’esempio del Maestro, un “medico” per il corpo e per l’anima dei suoi fratelli.

Antonio guariva le anime: ascoltando le sue predicazioni, toccati dall’amore e dalla compassione che vibravano attraverso le sue parole, migliaia di persone cambiarono vita, abbandonarono vizi e comportamenti violenti, si riconciliarono con Dio e con i propri familiari.

Antonio guariva i corpi: invocando il potere dello Spirito Santo, egli guarì centinaia di persone che soffrivano di mali incurabili e operò persino una resurrezione, riportando in vita un bambino annegato.

Oggi, a secoli dalla sua morte, in tutto il mondo continuano ad essere accordati guarigioni miracolose e interventi salvifici a coloro che pregano chiedendo l’aiuto del Santo.

Noi padovani ne sappiamo qualcosa. Antonio, originario di Lisbona, trascorse tuttavia la maggior parte della sua vita a Padova, dove visse l’apice della propria vocazione spirituale. Innamoratosi profondamente della città e degli abitanti di Padova, Antonio scelse spontaneamente, ottenendone il permesso dall’ordine francescano, di trascorrere a Padova tutta l’ultima parte della sua vita. Nella città di Padova iniziò a compiere i primi miracoli e fu visto per la prima volta emanare luce fisica dal corpo, segno dal raggiunto traguardo spirituale dell’Illuminazione (che oggi va di moda chiamare “realizzazione del Sé”). Giunta la sua ora, Antonio espresse il desiderio di morire nell’allora chiesa di Santa Maria Madre di Dio, adiacente al Prato della Valle –piazza centrale della città; chiesa in cui oggi si trova la sua tomba e che per tale motivo si chiama oggi “Basilica di Sant’Antonio.”





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view post Posted on 16/11/2021, 10:10     Top   Dislike
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È raro che un padovano, a prescindere dal proprio grado di religiosità, non abbia invocato almeno una volta nella vita l’aiuto del Santo; altrettanto raro è che almeno una volta, alla richiesta di aiuto, non abbia fatto seguito un qualche tipo di risposta: se non sotto forma di una vera e propria soluzione miracolosa (come a volte accade), quanto meno sotto forma di un “consiglio” del Santo sussurrato da una voce interiore o portato da una magica coincidenza, da un incontro “casuale” –ciò che oggi chiameremmo “sincronicità”.

“Porta un cero a Sant’Antonio” –è espressione colloquiale tra padovani, che si proferisce per commentare l’esito felice di una qualche circostanza della vita.

Ma dopo questo scorcio sentimentale sulla spiritualità padovana, veniamo al punto.

La vita spirituale, come ogni altra disciplina, ci richiede di guardare all’esempio dei migliori per imparare da loro.

Sant’Antonio raggiunse prima il Quinto Livello di Coscienza (Taumaturgia –potere di guarire qualsiasi malattia) e poi il Sesto (Illuminazione –realizzazione del Sé).

Risultati non da poco, se contiamo che l’unico gradino superiore attualmente noto è il Settimo Livello: la Resurrezione –apparentemente raggiunto solo da due esseri umani in tutta la storia dell’umanità: Gesù e Maria di Nazareth.

Come un giocatore di pallacanestro che guarda una partita di Michael Jordan, un chitarrista che ascolta Jimi Hendrix, o un puglie che guarda un incontro di Mike Tyson, anche noi, guardando alla vita e alle qualità di Antonio ci dobbiamo chiedere: come si fa? Come ha fatto a raggiungere quel livello?

Le parole del Santo che ho riportato in apertura hanno, per la pratica spirituale, il valore che un’intervista ad un grande atleta ha per i praticanti della medesima disciplina sportiva. Se Mike Tyson parla di come si combatte, e io sono un pugile, diciamo che gli dò retta. Allora diamo retta alle parole di Antonio, e vediamo di carpire un paio di “dritte”.

Nel passo in questione Antonio parla di “opere meravigliose” e “miracoli”, quindi del Quinto Livello, la Taumaturgia che consente di produrre guarigioni miracolose.

Antonio ci parla di come lavorare per ottenere le qualità del Quinto Livello.

Merita ascoltarlo.

Provo quindi a riassumere cosa possiamo trarre per la nostra pratica dalle sue parole.





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view post Posted on 18/11/2021, 10:10     Top   Dislike
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1 – Le opere meravigliose emanano dai santi predicatori. Dunque se vogliamo ambire a essere strumenti divini in grado di compiere opere meravigliose, dobbiamo essere santi e predicatori. Il santo è chi ha applicato in modo radicale a tutta la sua vita i principi e gli insegnamenti divulgati da Cristo. Contrariamente a ciò che si crede, la santità dovrebbe essere la meta di ogni cristiano –e in senso ampio di ogni praticante spirituale-, non un’eccezione riservata a pochi individui.

Come si raggiunge la santità?

Applicando realmente, nella vita di ogni giorno, l’insegnamento spirituale.

Facendo ciò che Gesù ci dice di fare.

Siamo tutti appassionati di tecniche misteriose e ci affascina la possibilità di sviluppare strabilianti poteri “magici”… Ma quanto ci sforziamo, semplicemente, di vivere concretamente secondo le indicazioni che Gesù ci fornisce?

Facile parlare di maestri ascesi e canalizzazioni… Un po’ meno lavorare ogni giorno per non giudicare, per amare i propri nemici, per perdonare chi ci fa del male, per affrontare le nostre croci senza delegarle ad altri, per essere fedeli alla verità anche a costo di perdere tutto, per svolgere le azioni quotidiane in uno stato di veglia e preghiera! (Per una applicazione pratica dei Vangeli in chiave di lavoro su di sé si veda il mio libro La Via dell’Amore Perfetto)

Sant’Antonio su questo era categorico: non ha senso chiedere a Dio interventi miracolosi o fare grandi promesse a se stessi e agli altri, se non siamo disposti a lavorare umilmente per applicare ogni giorno il Vangelo alla nostra vita.





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view post Posted on 20/11/2021, 11:16     Top   Dislike
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2 – Dobbiamo successivamente essere predicatori. Questo segue dal primo punto. “Predicare il Vangelo” è un precetto che Gesù rivolge a chiunque lo voglia seguire, non è una mansione riservata a monaci e sacerdoti. Applicare il Vangelo comporta anche di insegnarne a nostra volta il contenuto a chiunque possiamo. Ma poiché il contenuto del Vangelo non è una filosofia, bensì un modo di essere e di vivere, possiamo veramente predicare il Vangelo se prima di tutto lo incarniamo con la nostra vita, la qualità del nostro livello di coscienza e delle nostre azioni. Predicare il Vangelo significa in alcune occasioni anche parlare esplicitamente degli insegnamenti di Gesù, ma in generale significa vivere ogni momento della nostra vita come una predicazione: tenendo cioè presente che il modo in cui ci muoviamo, il modo in cui parliamo, il modo in cui guardiamo negli occhi un’altra persona, possono fungere da esempio al nostro prossimo, a seconda di quanto stiamo incarnando realmente la vibrazione del Cristo.

3 – Attribuire le nostre azioni meritevoli e i nostri talenti esclusivamente alla Grazia di Dio, mai a noi stessi. Il vero potere non può mai essere “nostro”. Dio è l’assoluto, la forza vitale che pervade tutto il cosmo. Per quanto possiamo essere forti, saremo pur sempre una goccia nell’oceano dell’energia onnipresente di Dio. Dio è infinitamente più grande di noi, e noi siamo solo una minuscola parte di Lui. Possiamo però compiere opere straordinarie, se accettiamo di essere strumenti e canali del potere di Dio, se ci lasciamo attraversare dalla sua energia. Lui ha un potere infinito e dunque può guarire ogni malattia, spostare le montagne e persino resuscitare i morti. “Non io, ma il Padre attraverso di me” –diceva Gesù, intendendo che le sue opere miracolose venivano compiute lasciando agire il Padre attraverso di sé. Quando vogliamo attribuirci il ruolo di protagonisti e controllare la vita; quando vogliamo fare da noi, stiamo bloccando il flusso dell’energia cosmica. Impediamo al Padre di agire attraverso di noi e disponiamo esclusivamente delle nostre limitate risorse. Ecco perché attribuire a noi stessi le cose buone che facciamo, ci chiude all’ispirazione dello spirito divino. Al contrario entrare in un atteggiamento di abbandono alla volontà di Dio, e coltivare una forma mentis secondo la quale è Dio ha compiere attraverso di noi tutto ciò che di buono riusciamo a fare, ci dispone ad aprirci all’energia del cosmo e a lasciare che sia Lui ad agire attraverso di noi. Ecco perché, anche nelle piccole cose, iniziare ad attribuire sempre ogni merito a Dio anziché a noi stessi, innesca un processo di trasformazione che ci permetterà di fare cose sempre più grandi, nella misura in cui saremo sempre più disposti a lasciar fare Lui al nostro posto.

Riassumendo ecco i tre consigli di Antonio per sviluppare uno stato di coscienza più elevato

1 – applicare il Vangelo nella vita di ogni giorno

2 – insegnare il Vangelo agli altri prima di tutto attraverso l’esempio

3 – tenere sempre presente che ogni nostro talento e ogni nostra qualità derivano da Dio e che ciò che di buono facciamo è merito suo, non nostro

Stay Holy





fonte https://alessandrobaccaglini.com/santanton...so-in-miracoli/

 
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