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“Fratelli, i veri circoncisi siamo noi, che celebriamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci vantiamo in Cristo Gesù senza porre fiducia nella carne, sebbene anche in essa io possa confidare.” -Fil 3, 3
La circoncisione è il segno fisico -carnale- dell’appartenenza alla comunità ebraica.
Nel 3° livello di coscienza, quello cui si ferma l’Antico Testamento, il rapporto con Dio si identifica con l’appartenenza ad un sistema simbolico-rituale, ad un gruppo di persone che si rapportano al Divino attraverso un insieme di conoscenze e di pratiche condivise.
Ciò vale per l’appartenenza ad una religione tradizionale, come il Cristianesimo o l’Islam, ma allo stesso modo per ogni identificazione del proprio percorso evolutivo con un qualsivoglia gruppo o insegnamento: le iniziazioni Reiki, uno stile di Yoga o il gruppo di lavoro di Quarta Via non fanno eccezione.
Tutte queste cose sono “carne”, ossia un mezzo materiale di cui ci serviamo per raggiungere Dio.
Il Vangelo del Cristo rivela la possibilità di generare una relazione diretta e completamente interiore con Dio, ossia una connessione spirituale-energetica vissuta in termini esperienziali, che non dipende più dal sistema simbolico-rituale e dalla comunità di appartenenza.
Il 3° livello di coscienza, quello del “Monoteista”, si fonda sulla necessità di apporggiarsi ad un sistema di intermediari tra me e Dio (la Chiesa, una casta sacerdotale, il Guru, la Fratellenza Cosmica, gli Arcangeli, etc.). Il messaggio di Gesù introduce al 4° livello, quello del “Mistico”, in cui l’individuo scopre di poter accedere a Dio direttamente dentro di sé, e di poterlo fare dovunque e in ogni contesto, anche nella solitudine del deserto (da qui la nascita del monachesimo), perché Dio non abita più solo nel tempio, ma il suo Regno è “ovunque in mezzo a noi”.
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