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| “È lui”/”è lei”: questo dice l’amore di coppia.
Perché Francesca, suo malgrado, non sta parlando a ben vedere di questo tipo di amore? Perché questo tipo di amore nasce da dentro, non può essere in alcun modo provocato dall’esterno. Questo amore reca con sé un’intuizione, simile a quella che rivela la nostra vocazione: “io so di essere venuto al mondo per svolgere questa professione e non un’altra”; pensiamo se uno descrivesse la nascita della propria vocazione così: “Nessuno a cui venga offerto un posto di lavoro così vantaggioso, può trattenersi dall’accettare”. Questo è farsi agganciare da un allettamento proveniente dall’esterno, non la consapevolezza interna e autonoma di ciò che si vuole fare.
Allo stesso modo il vero amore tra uomo e donna nasce da un’intuizione che sgorga nel cuore dell’individuo, una presa di coscienza che, paradossalmente, non dipende dall’esterno e non è in alcun modo provocata né provocabile da ciò che l’altro fa. È una consapevolezza che nasce dal rapporto di sé con sé stessi e indica come un fatto che “lui/lei è l’uomo/la donna della mia vita”. Punto.
Quando invece ci pare di amare qualcuno in risposta a qualcosa che questi ci dà, fosse pure il farci sentire amati, non stiamo amando affatto: stiamo venendo attratti da qualcosa che ci viene dato, e stiamo delegando il nostro sentire e il nostro volere ad una leva esterna. Qualcuno sta attivando un nostro bisogno e quel bisogno ci sta trascinando, obnubilando il nostro vero sentire. Questa è la seduzione. Non a caso Dante ritrae Paolo e Francesca come costretti ad essere eternamente trascinati e sbattuti qua e là da un forte vento, rappresentazione simbolica della passione da cui i due si sono fatti trascinare.
Una passione trascinante, per quanto inizialmente possa promettere piacevolezze, non è l’Amore. Il piacere derivante da un bisogno d’amore soddisfatto non è l’Amore.
Dante nel racconto empatizza con Paolo e Francesca: ciò vuol dire che le passioni e i bisogni non sono di per sé sbagliati e vanno riconosciuti e accolti. Essi possono far parte del vero Amore, ma non sono il vero Amore: nel vero Amore passioni e bisogni non sono il motore della relazione, come invece fu per Paolo e Francesca.
Il fatto che Dante, pur provando compassione, collochi i due amanti all’inferno indica esattamente questa consapevolezza: quando -come descritto perfettamente dalle parole di Francesca- il bisogno di essere amati si sostituisce all’amore e viene confuso con quest’ultimo, perdiamo il contatto con il nostro cuore, perdiamo in un certo senso l’Anima, e finiamo all’inferno.
L’inferno non è che la rappresentazione di uno stato di coscienza “deviato”, in cui ci siamo identificati con un bisogno, un impulso o un’emozione, perdendo il contatto con l’Anima, la luce di Dio in noi.
Da ultimo possiamo riconoscere come Paolo e Francesca non si amino davvero: sono semplicemente persi nella seduzione che li lega uno all’altra. Se potessero rendersi conto del fatto che ciò che li lega non è amore, non sarebbero all’inferno.
fonte https://alessandrobaccaglini.com/paolo-e-f...more-o-bisogno/
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