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| Spesso, a causa di irrisolti con la figura del Padre, rifiutiamo le usanze della nostra tradizione. Invidiamo altre tradizioni nelle quali, secondo noi, il corpo viene valorizzato di più –come nel tanto amato Yoga- e pensiamo che lo stare seduti a sentire una lezione sia per forza una repressione. Poi però decantiamo lo zazen o altre pratiche orientali nelle quali il punto è esattamente quello di mantenere una medesima postura per un tempo prolungato, azzerando i movimenti inutili. Passare una giornata seduti ad ascoltare una conferenza, e farlo mantenendo una postura dignitosa e composta, è invece esattamente una modalità meditativa propria della tradizione occidentale… Oltre ad essere una norma di buona educazione! Avete mai visto gente distesa per terra nel corso di una lezione universitaria o di un consesso di leader d’azienda? Perché noi praticanti di spiritualità dobbiamo sempre farci riconoscere, dimostrando un livello di autocontrollo inferiore -anziché superiore- rispetto alle persone ordinarie?
Ironia vuole, inoltre, che chi fatica a stare fermo per un tempo prolungato, sia spesso proprio chi non svolge un’attività sportiva sufficientemente intensa. Un corpo tonico e allenato, sopporta senza alcun problema qualche ora di immobilità. Arriviamo quindi al paradosso per cui, chi percepisce come una forzatura lo stare seduto per una mezza giornata di lezione sia proprio chi, magari, quando ha del tempo libero lo spreca in attività sedentarie, anziché approfittare per correre, nuotare o fare una bella gita in bicicletta. Salvo poi proiettare la sua trascuratezza verso le proprie esigenze fisiche sullo slogan per cui “la civiltà occidentale non valorizza il corpo!”
Ironia a parte, non è mia intenzione far sentire offeso o criticato nessuno, ovviamente. Voglio solo indicare un aspetto che, soprattutto nel corso di lezioni e seminari, può diventare uno spunto prezioso di lavoro su di sé.
Questo mi permette anche di evidenziare ancora una volta l’enorme divario che separa l’interesse oziosamente teorico e voyeuristico per le “tematiche spirituali” dal reale lavoro su di sé. Al bar, su Facebook o sorbendo una tisana con le amiche, siamo ormai tutti in grado di disquisire con arguta finezza in materia di Chakra, di Reality Transurfing, di “Vangeli Esoterici” e Fratellanza Bianca. Quando però schiodiamo le natiche da di fronte al PC o dallo schermo dello smartphone, per recarci in un contesto dove si svolge un reale lavoro su di sé, ecco che facciamo una scoperta affascinante: serve ancora un intenso allenamento, anche solo per imparare a stare seduti, a fare domande aspettando il proprio turno ed esprimendosi in modo comprensibile, o a camminare fino alla toilette senza perdere la centratura.
Invidio chi insegna alle persone come creare la propria realtà spostandosi attraverso il multiverso, come canalizzare energie angeliche, come consultare i registri akashici… Personalmente, quando vedo una classe composta da individui che sanno stare seduti, parlare, andare al bagno -e nei corsi avanzati persino mangiare e bere il caffè- conservando un discreto ricordo di sé, e attenendosi alle basilari regole di educazione, sento di avere avuto un grande successo.
fonte https://alessandrobaccaglini.com/la-capaci...i-stare-seduti/
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