IL FARO DEI SOGNI

America meridionale

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(((claudio)))
view post Posted on 23/10/2021, 08:07 by: (((claudio)))     Top   Dislike
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Storia

Il popolamento del Sudamerica, secondo le teorie più accettate, iniziò con l'arrivo dell'uomo attraverso lo Stretto di Bering, quando si andò creando un ponte di ghiaccio tale da collegare le estreme propaggini di Asia e Siberia con il Nordamerica. Alcuni reperti archeologici sembrano però non confermare questa ipotesi, e portano a supporre un popolamento precedente, come indicherebbe l'abbondante presenza di siti archeologici nel Sudamerica e il basso numero di questi nel nord del continente. È improbabile che i più antichi siti nel nord siano ancora da scoprire, e questo è sorprendente perché se le Americhe fossero state popolate originariamente in maniera esclusiva dalla Siberia, i siti più antichi si troverebbero nel Nordamerica.

Inoltre, alcuni studi hanno riscontrato delle differenze genetiche tra i paleoindi sudamericani e nordamericani: i primi con tratti e lineamenti più australoidi, i secondi con tratti più mongoloidi. Questi elementi hanno comportato l'adesione di alcuni ricercatori all'ipotesi di un popolamento autonomo dell'America del Sud, non più quindi dal nord, bensì con ipotesi di arrivi dall'Australia.
Periodo precolombiano
Arte Nazca.

Le prime prove dell'esistenza di pratiche agricole in Sudamerica risalgono a circa il 6500 a.C., quando patate, fagioli e peperoncini iniziarono ad essere coltivati come prodotti alimentari nelle regioni prossime al bacino amazzonico. Altri elementi (tra cui ceramiche) hanno dimostrato che la manioca, prodotto alimentare diffuso anche oggi, veniva già coltivata nel 2000 a.C.
Le rovine di Machu Picchu.

Nel corso della grandi epoche migratorie, e soprattutto dopo la scoperta dell'agricoltura, gli antichi colonizzatori americani si insediarono nelle regioni e nelle aree ritenute più favorevoli al loro sviluppo e al loro stile di vita. In una situazione di isolamento durata millenni rispetto alle società del Vecchio Mondo, i popoli americani formarono culture originali e autonome, tanto da presentare due rivoluzioni neolitiche separate, una nella Mesoamerica e l'altra nelle Ande, che hanno dato origine a centinaia di civiltà distinte.

I primi insediamenti e la prima cultura nota in Sudamerica (e nelle Americhe in generale) furono i Valdivia lungo la costa sud-est dell'Ecuador. La prima civiltà si sviluppò a Norte Chico, lungo la costa peruviana. Quella Muisca fu la principale civiltà indigena in quella che è oggi la Colombia.

Importanti culture pre-colombiane furono: Paraca e Nazca (400 a.C. – 800 d.C., Perù); i Moche (100 a.C. – 700 d.C., presso la costa settentrionale del Perù); Tiahuanaco (100 a.C. – 1200 d.C., in Bolivia); Cañari (400 - 1532) nelle regioni centro-meridionali dell'Ecuador); Wari o Impero Huari (600 – 1200, nell Perù centro-settentrionale); l'Impero Chimu (1300 – 1470, sulla costa peruviana settentrionale); i regni Chachapoya e Aymaran (1000 – 1450, in Bolivia e nel Perù meridionale).

La civiltà Inca dominò la regione delle Ande dal 1438 al 1533.
Periodo coloniale
Mappa dell'America Meridionale (1790).

Il primo europeo a giungere in America Meridionale fu probabilmente Amerigo Vespucci, il cui primo viaggio è datato 1497. Con Juan de la Cosa, Vespucci avrebbe esplorato le coste del Venezuela, ma è controversa l'opinione se fu durante questo viaggio che coniò il nome "Piccola Venezia" per la laguna di Maracaibo o in quello del 1499. In ogni caso, a riprova del fatto che sia stato lui il primo a raggiungere le coste del continente c'è la "dedica" che nel 1507 il cartografo Martin Waldseemüller gli fece, nominando "America" il continente meridionale. L'anno seguente lo stesso Cristoforo Colombo nel corso del suo terzo viaggio (1498) sbarcò nell'attuale Venezuela, scoprì l'isola di Trinidad e identificò quattro ramificazioni del delta dell'Orinoco con i fiumi del giardino dell'Eden: per questo ribattezzò il continente "Isla Santa", per poi accorgersi che si trattava di molto di più di un'isola.

Nel 1499 Vespucci tornò in queste zone sotto il comando del pirata Alonso de Ojeda e forse, spingendosi più ad est, scoprì il Rio delle Amazzoni. Sicuramente il primo a quantificare veramente l'enorme mole del continente fu Vicente Yáñez Pinzón (già al seguito di Colombo anni prima) nel 1500. Pinzón approdò nei pressi della punta estrema del Brasile e seguì la costa fino ai Caraibi. Tre mesi dopo giungeva poco a sud nella costa orientale brasiliana Pedro Alvarez Cabral, capitano portoghese dirottato nella circumnavigazione dell'Africa verso l'India, che venne considerato per secoli lo scopritore del Brasile a dispetto di Pinzón, tanto che in base a ciò i Portoghesi si assicurarono la colonizzazione della zona. Tra il 1501 e il 1504 Vespucci compì due nuovi viaggi in America meridionale al servizio del capitano portoghese Gonçalo Coelho e seguì molto a lungo le coste del Brasile, arrivando forse fino all'Uruguay (le ipotesi in merito sono discordi).

Dopo di lui tuttavia l'interesse iniziò a decadere, soprattutto perché si appurò che l'America tutta non fosse l'Asia e che oramai l'importante era trovare un passaggio per il Pacifico (si ipotizzava l'esistenza di quest'oceano, ma sarà scoperto da Balboa solo nel 1513). A tale scopo un nuovo comandante, Juan Díaz de Solís, tornò sul percorso tracciato da Vespucci, ma solo nel 1515; arrivò fino al Rio della Plata dove fu ucciso dai cannibali. I suoi diari furono molto d'aiuto a Ferdinando Magellano, che tra il 1519 e il 1522 compì per primo la circumnavigazione del globo scoprendo il famigerato passaggio a sud (stretto di Magellano) e raggiungendo il Pacifico. Oltre ad appurare una volta per tutte che il Rio della Plata era un fiume, raggiunse per primo la Patagonia (a cui diede il nome) e identificò la Terra del Fuoco, che era divisa dal continente dallo stretto che aveva scoperto, con il continente Australe sconosciuto, teoria poi confutata da Francis Drake.

Il percorso tuttavia non venne granché usato perché troppo lungo, e gli Spagnoli si contentarono di attraversare via terra il Messico e poi riprendere la navigazione. Tuttavia la colonizzazione e l'esplorazione del Sudamerica riprese presto, quando si venne a sapere che esisteva un impero ricco d'oro a sud. Era l'impero degli Inca, e fu raggiunto da Francisco Pizarro nel 1527 e conquistato negli anni successivi; in tal modo il dominio spagnolo si allungò fino al Cile e i comandanti di Pizarro si dispersero ai quattro venti poco dopo per esplorare le zone circostanti nella speranza di trovare altre ricche civiltà (ma invano). Francisco de Orellana nel 1542 fu il primo ad attraversare il continente discendendo il Rio delle Amazzoni fino alla foce dal Perù, Diego de Almagro esplorò il Cile settentrionale fino a Santiago nel 1536, e Sebastiano Caboto penetrò nell'Argentina dal Rio della Plata (Paraná) in cerca di una "montagna d'argento" nel 1526.

Ufficialmente la prima regione invasa dagli spagnoli fu Macuro, sulla punta della penisola di Paria, nello Stato di Sucre in Venezuela, a cui Cristoforo Colombo aveva dato il nome di Tierra de Gracia. Il primo insediamento in questo continente fu a Cumaná (sempre nella costa del Venezuela), mentre la prima città fu Santa Marta in Colombia. Nei decenni seguenti alle azioni post-Pizarro tuttavia l'interesse svanì del tutto, e gli Spagnoli si limitarono da allora per sempre a governare le regioni appena conquistate. Solo in Brasile e in Patagonia i coloni avanzeranno in terre sconosciute, e solo dal Settecento. Le regioni della foresta pluviale invece verranno esplorate solo tra l'Ottocento e il primo Novecento da altri europei mentre Livingstone e Stanley conquistavano il cuore dell'Africa, e mentre ormai era avvenuta la decolonizzazione. Dal secolo XVI fino agli inizi del secolo XIX dunque la maggior parte dell'America Meridionale fu divisa in colonie governate maggiormente dalla Spagna e dal Portogallo. In seguito con l'indipendenza tali colonie si tramutarono in repubbliche, con l'eccezione della Guyana francese e delle Isole Falkland (e le isole più prossime occupate dal Regno Unito), attualmente unici territori non indipendenti.





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